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Piano faunistico-venatorio della Provincia di Vicenza: 10 e lode in rispetto dell’ambiente

pubblicato il 23/05/2014, ultima modifica 23/05/2014

Vicenza, 23 maggio 2014 - Il nuovo Piano Faunistico-Venatorio elaborato dalla Provincia di Vicenza è stato licenziato dalla Commissione Vas (Valutazione ambientale strategica) della Regione a pieni voti e con i complimenti per avere saputo armonizzare le due anime del piano, quella venatoria e quella ambientalista.
Un bel risultato per il settore provinciale Gestione Risorse Faunistiche, guidato dal dirigente Ferdinando Bozzo, per un lavoro iniziato nel 2011 e che ora, passato brillantemente lo scoglio della Vas, è pronto per l’approvazione in Giunta e Consiglio regionali prima di diventare esecutivo.

“E’ la prima volta –spiega Bozzo- che un piano venatorio viene sottoposto al visto della Commissione Vas. Un procedimento nuovo, che ha allungato i tempi e richiesto maggiore completezza della documentazione, tra cui uno studio accurato sulle possibili incidenze negative della pianificazione faunistico-venatoria sull’ambiente, con l’obiettivo della salvaguardia ambientale.”
Un obiettivo pienamente condiviso dalla Provincia di Vicenza, che l’ha concretamente tradotto in misure di tutela degli habitat, progetti di censimento e monitoraggio della fauna selvatica al fine di perseguire l’equilibrio dell’ecosistema, ripristini ambientali per garantire la vivibilità e la riproduzione della fauna.

Argomento di accesa discussione è stato il disturbo causato dal rumore degli spari e quindi la necessità di prevedere adeguate distanze dalle zone di ripopolamento della fauna. Ma come calcolare questa distanza? Tra le diverse ipotesi avanzate dalla Regione e dalle altre Province, tutte basate su riferimenti teorici, Vicenza si è proposta per una prova di validazione sperimentale. Con un perito acustico si è proceduto ad una accurata indagine sul territorio provinciale per individuare i siti più rappresentativi dove poter esaminare il rumore degli spari in differenti condizioni ambientali e utilizzando armi di diverso tipo. Di qui una puntuale relazione tecnica, non affidata alla teoria ma alla sperimentazione concreta, tanto che Vicenza ha fatto scuola e anche la Provincia di Treviso, per il proprio piano faunistico, si è avvalsa dei risultati ottenuti da Vicenza.

“Il Piano –sottolinea Bozzo- è frutto della collaborazione dei nostri uffici con gli uffici regionali, come testimoniato anche dalla Commissione Vas. Fondamentale anche l’apporto delle associazioni venatorie, con cui abbiamo costantemente dialogato, e di tutti i portatori di interesse e dei cittadini che hanno presentato ben 96 osservazioni al Piano, tutte attentamente valutate e accolte laddove se ne ravvisasse l’opportunità.”
Un dialogo non sempre facile, ma ritenuto indispensabile in una provincia che conta il maggior numero di cacciatori del Veneto, regione dalla radicata tradizione venatoria, e che si deve confrontare con un territorio fortemente urbanizzato, dove la presenza dell’uomo è spesso pesante e invasiva. “Nonostante ciò –afferma Bozzo- siamo riusciti a contemperare le esigenze del mondo venatorio con il rispetto dell’ambiente, evitando vincoli privi di ragionevolezza ma pretendendo di contro un atteggiamento di responsabilità.”
Il tutto, giova ricordarlo, a costi limitatissimi per la Provincia di Vicenza che ha elaborato il Piano quasi esclusivamente con risorse interne, a riprova della professionalità dei tecnici dell’ente. “A fronte di Province –conclude con orgoglio Bozzo- che hanno speso fino a 100mila euro tra consulenti ed esperti esterni. In tempi di spending review un bel risparmio per i vicentini.”

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