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Caccia - Corsi per censitori

pubblicato il 30/06/2015, ultima modifica 14/07/2015

Obiettivo, autogestione. Sui censimenti della fauna selvatica, e degli ungulati in particolare, la Provincia di Vicenza lancia i nuovi corsi per censitori, civili che andranno sempre più a sostituire gli agenti della Polizia Provinciale, corpo in via di smantellamento stando alla Legge di Stabilità. Spiega il dottor Ferdinando Bozzo, dirigente del settore. “Se non è una rivoluzione poco ci manca. Il fatto è che il Vicentino è un territorio dove la biodiversità animale è una ricchezza di tutta evidenza, che va conosciuta e protetta. Basti pensare che dalle ultime stime si evidenzia una forte consistenza delle popolazioni: 7.500 caprioli, 4.000 camosci, 3.500 mufloni e un paio di centinaia di cervi. Ci sono poi altre specie di grande valenza ambientale, presenti stabilmente, come il fagiano di monte (o Gallo forcello), in tutto circa 220 esemplari, il gallo cedrone, la coturnice, il francolino, la pernice bianca, i rapaci diurni (ad esempio l'aquila e il nibbio bruno) e notturni (gufo reale, barbagianni, allocchi), il corvo imperiale, varie specie di picchi, la lepre comune e la lepre bianca, l'istrice”.

Nata dalla proficua collaborazione con la Provincia di Trento, proprio a motivo dei censimenti effettuati congiuntamente, ogni due anni, l'iniziativa si propone di intensificare la collaborazione già in atto tra la Provincia e i Comprensori alpini e ATC, nel monitoraggio della fauna di interesse venatorio. E chi aderisce deve essere fortemente motivato. “C'è in questa iniziativa un cambio di mentalità, alla fine i cacciatori dovranno autogestirsi. C'è poi la necessità che i censitori sostituiscano gli agenti anche nei controlli dei capi prelevati. Il numero di prelievi è dato anche dallo stato di salute delle varie specie, i rilevamenti biometrici sono un aspetto fondamentale”. Cinquanta le adesioni ai corsi, tenuti dal dottor Lucio Luchesa, tecnico faunistico dell'Associazione Cacciatori Trentini, e dal dottor Gianluigi Mazzucco, ed altre trenta domande in stand by. “Questo significa – conclude Bozzo – che i cacciatori hanno ben chiara la problematica e sentono l'esigenza di rispondere. Probabilmente ne faremo un altro molto presto senza dimenticare che alla fine ci saranno una prova scritta e una orale”.

Un patrimonio da tutelare, anche a costo di qualche rinuncia venatoria. A luglio parte il monitoraggio, di concerto con l'Ispra, della beccaccia, preda molto apprezzata anche da chi cacciatore non è ma sempre più volatile a rischio di estinzione.

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