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L'evoluzione paleoambientale delle Valli di Fimon

pubblicato il 10/08/2020, ultima modifica 10/08/2020
L'evoluzione paleoambientale delle Valli di Fimon: 150.000 anni di storia naturale documentati nei sedimenti deposti sul fondo del lago di Fimon

La convenzione tra Provincia di Vicenza e C.N.R. - IDPA

Nel dicembre 2006 il Dipartimento Territorio e Ambiente della Provincia di Vicenza e il C.N.R. - Istituto per la Dinamica dei Processi Ambientali di Milano hanno stipulato la convenzione "Indagini sulla stratigrafia del fondo del Lago di Fimon", intesa a promuovere la ricostruzione della storia dell'ambiente e del clima delle Valli di Fimon attraverso lo studio della successione sedimentaria accumulatasi sul fondo del Lago di Fimon durante l'ultimo ciclo glaciale-interglaciale.

I carotaggi: archivi naturali della storia dell'ambiente e del clima

Nel gennaio 2007, in località "Ponte sulla Debba" nel comune di Arcugnano, è stato eseguito un carotaggio che ha consentito il recupero di una successione di sedimenti lunga circa 45 m, posta a diretto contatto con il substrato roccioso (Fig. 1 e 2). Su questa carota, indicata con la sigla "Fimon PD", sono in corso indagini che chiariranno l'età e il significato ambientale dei sedimenti conservati al fondo del Lago di Fimon. Le indagini comprendono:

  • la descrizione stratigrafica dei sedimenti estratti;
  • l'analisi pollinica (studio del polline fossile, delle spore, dei resti algali e dei microfossili contenuti nei sedimenti carotati);
  • la datazione con il metodo del radiocarbonio;
  • la misura della suscettività magnetica e analisi geochimiche (calcolo del tenore in acqua, sostanza organica e carbonati).

Sono state inoltre acquisite le descrizione stratigrafiche e la documentazione fotografica di altri due sondaggi eseguiti dall'Università di Berna nel settore centrale del Lago di Fimon e dal Comune di Arcugnano nella zona del vecchio campo di calcio (fraz. Torri; Fig. 3). Ambedue questi sondaggi forniranno dati geologici e paleobotanici a sostegno di quelli ottenuti sulla carota "Fimon PD".

Risultati preliminari degli studi in corso sulla carota Fimon - Ponte sulla Debba

Il Lago di Fimon: un archivio naturale lungo oltre 150 mila anni al margine prealpino. I dati paleobotanici disponibili per il sondaggio Fimon PD indicano che gli ultimi 130 mila anni della storia paleoambientale delle Valli di Fimon sono rappresentati nei 27.5 m sommitali della carota. Il primo importante risultato degli studi in corso è quindi la conoscenza dell'estensione temporale dell'archivio sedimentario. L'origine del Lago di Fimon è molto più antica di quanto ritenuto in precedenza; una stima approssimativa, che tiene conto della tipologia dei sedimenti e delle velocità con cui si sono accumulati, suggerisce che la base della successione potrebbe avere un'età di oltre 150.000 anni. I depositi del Lago di Fimon rappresentano il più lungo archivio naturale delle trasformazioni ambientali e dei cambiamenti climatici mai estratto da un lago in Italia settentrionale. I grandi laghi del nord Italia (Lago Maggiore, Lago di Como, Lago di Garda, Lago di Iseo) contengono infatti successioni stratigrafiche di minore estensione temporale (ultimi 15 mila anni circa): durante le maggiori fasi glaciali del Quaternario (ultimi due milioni di anni circa) questi laghi erano completamente ricoperti da una coltre di ghiaccio che, oltre ad impedire la deposizione dei sedimenti, erodeva depositi antichi già presenti sul fondo dei bacini lacustri.

L'ambiente delle Valli di Fimon tra 130 - 110 mila anni fa. Questo intervallo di tempo, noto con il nome di "interglaciale Eemiano", rappresenta l'ultima importante fase a vegetazione a latifoglie indicative di condizioni di temperatura simili alle attuali o addirittura più elevate. Gli studi paleobotanici in corso sulla carota Fimon PD indicano che durante l'Eemiano le Valli di Fimon erano rivestite da fitti boschi di nocciolo e quercia, con partecipazione di olmo, tiglio, frassino maggiore, edera, vite, etc. Nella seconda parte dell'interglaciale si verificò l'espansione di abete bianco e di carpino bianco, alberi tipici di clima più oceanico. Le Fig. 4-9 mostrano l'aspetto della pianta e del polline di alcune delle specie più significative rinvenute a Fimon. Queste conoscenze consentiranno, in una fase più avanzata del progetto, di fornire stime sulle trasformazioni indotte dall''impatto antropico negli ultimi 7000 anni (dal Neolitico), tramite il confronto tra la storia recente del territorio vicentino (interglaciale attuale) e la storia naturale che si è verificata nel precedente interglaciale, quando l'uomo non interveniva a modificare l'ambiente.

Le pulsazioni climatiche tra 110 - 78 mila anni fa. Circa 110 mila anni fa le foreste di latifoglie e abete bianco precedentemente insediate nelle Valli di Fimon registrano una brusca contrazione. Le foreste si riducono lasciando posto a betulle e piante erbacee e basso-arbustive. Queste trasformazioni sono la conseguenza di eventi climatici già registrati a scala globale, anche nelle calotte polari. Esse indicano una diminuzione di temperatura di circa 3°C e una sostanziale riduzione delle precipitazioni atmosferiche. Tuttavia, l'evoluzione di queste oscillazioni è complessa, in quanto altre fasi di espansione di foreste di latifoglie con caratteristiche simili a quelle dell'interglaciale Eemiano si verificano tra circa 105 - 90 mila anni fa e tra circa 87 - 78 mila anni fa.

Tra 78 - 20 mila anni fa: foreste di conifere e steppe di clima freddo. Un'importante diminuzione delle temperature, registrata a livello globale a partire da circa 78 - 75 mila anni fa, determinò la definitiva scomparsa di dense foreste di latifoglie dall'area di Fimon per parecchie decine di migliaia di anni, fino all'inizio dell'interglaciale attuale (Olocene, circa 11,5 mila anni fa). Foreste di conifere e praterie a xerofite, graminacee e asteracee si distribuiscono sui versanti dei Colli Berici e nelle aree adiacenti.

L'ultima importante fase di espansione dei ghiacciai: l'Ultimo Massimo Glaciale. L'intervallo di tempo più recente nel quale i ghiacciai alpini raggiunsero il loro massimo volume è compreso tra circa 30 - 19 mila anni fa. Lo sbarramento causato dal conoide del Bacchiglione allo sbocco delle Valli di Fimon determinò l'innalzamento del livello del lago, che durante questo intervallo di tempo si attestò su livelli di massimo invaso.

Continuazione delle ricerche e prospettive di indagine

Nuovi risultati degli studi geologici e paleobotanici in corso sulla carota Fimon PD sono attesi per la fine del mese di giugno 2008. La notevole estensione temporale dei depositi carotati offre la possibilità di studiare nel dettaglio eventi non registrati da nessun altro bacino lacustre nord-italiano e di comprendere l'impatto che i cambiamenti climatici hanno esercitato sulle trasformazioni del territorio. E' quindi auspicabile una prosecuzione dello studio paleobotanico della porzione profonda della carota. Sono stati inoltre avviati contatti con l'Università di Brema, presso la quale è installato un XRF Core Scanner, un nuovissimo strumento che consente di fare analisi geochimiche ad alto dettaglio (cioè analizzando campioni distanti tra loro pochi millimetri o frazioni di millimetro), utili per quantificare gli apporti di materiale minerale e di sostanza organica all'interno del lago, per indagare i cambiamenti nelle condizioni di ossido-riduzione nei sedimenti, per riconoscere e analizzare livelli di ceneri vulcaniche e di polveri eoliche.

Gli studi paleobotanici in corso sulla carota Fimon PD forniscono infine informazioni circa la storia del popolamento umano delle Valli di Fimon e le trasformazioni del territorio indotte dall'uomo. Questo tema sarà oggetto di uno specifico approfondimento, che sarà realizzato in concomitanza con lo scavo archeologico previsto per i prossimi mesi nei sedimenti del Neolitico e dell'Età del Bronzo delle Valli di Fimon.

Testo a cura di Roberta Pini e Cesare Ravazzi C.N.R. - Istituto per la Dinamica dei Processi Ambientali Laboratorio di Palinologia e Paleoecologia, Milano http://palinologia.disat.unimib.it/


Fig. 1 - nelle Valli di Fimon sono stati eseguiti tre carotaggi, disposti lungo l'asse principale del riempimento lacustre tra il centro del lago attuale (Fimon Lago 2001), il margine settentrionale del lago (Fimon - Ponte sulla Debba) e Torri di Arcugnano (Campo Sportivo).


Fig. 2 - sequenza delle operazioni di prelievo e sistemazione della carota durante la perforazione "Fimon - Ponte sulla Debba" che ha raggiunto il fondo del riempimento a 43 m di profondità (gennaio 2007).


Fig. 3 - carota Fimon - Torri di Arcugnano, cassa contenente i sedimenti lacustri estratti tra 25-30 m di profondità. E' visibile l'alternanza tra sedimenti ricchi in sostanza organica (argille di colore grigio scuro e torbe) e depositi limoso-argillosi grigio chiaro.


Fig. 4 - Fusti rampicanti di edera (Hedera helix) con frutti e polline. L'edera è molto abbondante nei boschi di clima temperato caldo e anche subtropicale. Nonostante produca poco polline, si trova fossile nei sedimenti dell'antico lago di Fimon tra 127 e 115 mila anni fa. In quel periodo il clima era simile all'attuale e, in alcune fasi, anche un po' più caldo.


Fig. 5 - Rametto e polline di abete bianco (Abies alba). L'abbondanza di abete bianco segnala climi oceanici piovosi. Gli studi sulla carota del Lago di Fimon testimoniano che 115 mila anni fa l'abete bianco formava foreste che si estendevano sia sui Colli Berici che nella Pianura veneta e friulana.


Fig. 6 - Rametti fioriti e polline di faggio (Fagus sylvatica). Il faggio abbisogna di molta umidità. Era abbondante sui Colli Berici e nei dintorni dei siti preistorici neolitici che interessano il lago. Nel tardo Medioevo, la deforestazione e nuovi tipi di uso dei boschi ne hanno ridotto la distribuzione.


Fig. 7 - Fogliame autunnale e polline di tiglio (Tilia cordata). Questo albero è da sempre un componente costante dei boschi berici, con l'esclusione delle fasi più fredde dell'ultima glaciazione. Tuttavia, le testimonianze fossili di Fimon e del Riparo preistorico del Broion indicano che il tiglio sopravviveva ancora al tempo degli ultimi neanderthaliani, intorno a 45 mila anni fa, quando querce e faggi erano già scomparsi sui Berici.


Fig. 8 - Rametto e polline di abete rosso (Picea abies o Picea excelsa). L'abete rosso, oggigiorno albero della montagna alpina, occupava i Berici soprattutto durante momenti di clima temperato freddo, insieme a larice e pini. In queste fasi, nei sedimenti del lago di Fimon, oltre al polline fossile, si trovano anche pezzetti di aghi.


Fig. 9 - L'eliantemo (genere Helianthemum) è una pianta legnosa nana che caratterizza i materiali ghiaiosi, privi di suolo. Il suo caratteristico polline fossile compare nella carota di Fimon nelle fasi fredde e aride in cui i boschi avevano lasciato spazio a semideserti e steppe.