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L'Assessore Martini: ''Dieci e lode a chi lo merita''

pubblicato il 19/08/2010, ultima modifica 19/08/2010
"Dobbiamo offrire a tutti i ragazzi, a prescindere dalla città di residenza, le stesse opportunità quando arriva il momento di spendere il proprio titolo di studi, comprensivo di valutazione, nel mondo del lavoro o in quello dell'Università. ”

“Se i nostri studenti lo meritano, è dovere di noi insegnanti riconoscere loro il massimo dei voti e, perchè no, anche la lode”.

L'invito arriva dall'Assessore Provinciale all'Istruzione e al Lavoro Morena Martini ed è rivolto ai colleghi insegnanti vicentini. “Siamo arrivati al paradosso -afferma la Martini- di considerare normale che i voti dei diplomati del sud Italia siano più alti di quelli del nord, che le lodi qui vengano distribuite con il contagocce e là con l'annaffiatoio. Perchè sappiamo bene come devono essere interpretate queste differenze, nella consapevolezza che la scuola del nord, veneta e vicentina in particolare, sia una scuola di eccellenza. Penso sia arrivato il momento di cambiare, di uniformare il metodo di valutazione per poter offrire a tutti i ragazzi, a prescindere dalla città di residenza, le stesse opportunità quando arriva il momento di spendere il proprio titolo di studi, comprensivo di valutazione, nel mondo del lavoro o in quello dell'Università".

L'Assessore commenta così le statistiche dei diplomati d'Italia nell'anno scolastico 2009/2010, accessibili sul sito del Ministero dell'Istruzione. Da cui si evince che a fronte dei 20.833 diplomati italiani con il massimo dei voti, solo 253 sono vicentini: in Italia mediamente 5,5 diplomati su 100 hanno ottenuto 100/100esimi, mentre a Vicenza solamente 4,4. Nel caso delle lodi, poi, la differenza si fa ancora più netta: in una media nazionale dell'1,1%, Vicenza è arrivata appena allo 0,6%, che corrisponde a soli 36 ragazzi, mentre c'è una scuola in Campania, solo per fare un esempio, dove i diplomati con lode hanno rappresentato il 15% del totale.

“Certo – afferma la Martini- è pur vero che la vera selezione la fa il mercato del lavoro, dove non è il voto a contare, ma le reali capacità dei singoli ragazzi. Resta il fatto che le capacità devono essere testate, mentre il voto è il primo dato del curriculum con cui i datori di lavoro vengono a contatto, quindi ha un'importanza fondamentale al sud come al nord. Senza dimenticare che è spesso il voto il discrimine per partecipare a concorsi pubblici o per avere accesso a facoltà a numero chiuso o a borse di studio in Italia e all'estero.”

La Martini lancia quindi un accorato appello: “Non lesiniamo i 10 e neppure le lodi durante tutta la carriera scolastica dei ragazzi -conclude- visto che la valutazione finale è data anche dalla media delle pagelle degli anni precedenti, tenendo presente il peso che il voto può avere sul futuro, lavorativo o scolastico, dei nostri ragazzi. Significa semplicemente riconoscere il giusto a chi lo merita, dandogli le stesse opportunità dei suoi colleghi di altre parti d'Italia e d'Europa.”

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