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Intervento dell'Assessore Martini in merito alle liste regionali per insegnanti e personale Ata

pubblicato il 29/04/2010, ultima modifica 29/04/2010

In riferimento agli articoli apparsi sul Corriere della Sera dei giorni 17 e 20 Aprile, sento il dovere di intervenire trattandosi di una preoccupazione evidenziata da qualche anno dalla Provincia di Vicenza e segnatamente dalla sottoscritta in qualità di Assessore alla Scuola, alla Formazione e al Lavoro.

Le richieste espresse dal Governatore della Lombardia Roberto Formigoni, seguite a distanza di qualche giorno dalle dichiarazioni del Ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini non ci vedono dunque solo concordi ma addirittura ci rendono pionieri di quello che viene già definito come un modello federale con graduatorie regionali.

E' una puntualizzazione che mi sento in dovere di fare non solo e non tanto per onore di bandiera quanto perché fin dall'inizio del nostro mandato ci siamo attivati al fine di mettere la proposta scolastica del Vicentino, tradizionalmente di buona qualità, al passo con i bisogni del sistema economico e produttivo e con le necessità di una popolazione scolastica che non può e non vuole accontentarsi del classico “pezzo di carta” ma che chiede al proprio sistema scolastico risposte qualificate e aggiornate.

Abbiamo iniziato la nostra silenziosa battaglia nel 2008 in ordine al reclutamento del personale ATA di terza fascia. A fronte del mutato quadro normativo, abbiamo chiesto espressamente l'assegnazione di un punteggio suppletivo ai collaboratori scolastici risiedenti nella nostra provincia al fine di salvaguardare, come succede per le Regioni Autonome, il requisito di residenzialità ed agevolare i residenti in loco.

Come abbiamo scritto nella Delibera di Consiglio 34744/2008, tale richiesta – supportata dai dati rilevati negli ultimi anni – scaturisce dalla consapevolezza che la domanda per l’inserimento nelle graduatorie viene fatta, in buona parte, da persone che si trovano in condizioni di particolare disagio/difficoltà (es. personale in mobilità da settori in crisi come ad es. orafo e tessile, ragazze madri, famiglie monoreddito, etc…) e che pertanto vanno tenuti presenti i riflessi anche di tipo socio-economico correlati a questa opportunità lavorativa.

Ma in quell'occasione abbiamo fatto anche di più. In qualità di datore di lavoro, ci siamo proposti per verificare i carichi penali pendenti prima dell’assunzione ai sensi dell'art.39 del DPR n.313 del 2000 e dell’art. 24 del D.P.R. del novembre 2002, n. 313, per accertare la tipologia di reato. La citata verifica è necessaria in quanto i singoli aspiranti sono a continuo contatto con minori ai quali devono essere date tutte le possibili garanzie sulla qualità del personale destinato alla loro assistenza. Ad oggi il controllo nei casellari giudiziari non è obbligatorio ma questo non può più essere tollerato. Chi è stato condannato per pedofilia o reati sessuali o spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti non deve, e sottolineo non deve, entrare nelle nostre scuole. Francamente questo dovrebbe essere già una regola.

Lo stesso dicasi per gli insegnanti, tenendo altresì a mente che nella nostra Regione la popolazione scolastica è sempre in costante aumento annuo e che al suo interno la componente straniera raggiunge il 10,8%, il doppio della percentuale nazionale che si attesta attorno al 4,4%. C'è di conseguenza un organico da rafforzare e consolidare sul territorio in modo serio e professionale. Le nostre scuole dovrebbero essere messe in condizione di potersi scegliere insegnanti e professori e non di subirli dal momento che l'unico criterio oggettivo è quello del numero di graduatoria nazionale. Non sempre le motivazioni e le speranze di un docente proveniente da altre zone del Paese sono in linea con le esigenze del territorio dove va ad esercitare la sua professionalità, anzi spesso la graduatoria diventa la sola strada per potersi avvicinare a casa. Difficile in questa situazione pensare di poter offrire un servizio qualitativamente costante nel tempo e dal momento che non possiamo permetterci ritardi o peggio “vuoti didattici” ben venga la regionalizzazione delle liste.

Come si può vedere, sono argomenti che non solo ci trovano d'accordo ma che come Assessorato alla Scuola della Provincia di Vicenza ho da tempo portato all'attenzione degli organi amministrativi. Per questo confermo fin da ora il nostro pieno sostegno alla proposta Gelmini e la disponibilità di questo Assessorato e mia personale a farci carico di qualsiasi sperimentazione che il Ministero vorrà attuare.


Morena MARTINI

(Assessore Provinciale alla Scuola)

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