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Il Presidente Schneck lancia il “federalismo delle cave”

pubblicato il 28/10/2010, ultima modifica 28/10/2010

La normativa regionale prevede che per ogni metro cubo di materiale estratto il proprietario della cava versi al Comune dove è ubicata l’attività un contributo che varia a seconda del tipo di materiale e della quantità portata all’esterno dell’area. Stesso discorso vale per le miniere, il cui materiale è assoggettato al medesimo contributo secondo le stesse modalità.
La somma versata ai Comuni deve essere prioritariamente utilizzata per la realizzazione di interventi e di opere connesse al ripristino ambientale, alla riutilizzazione delle aree interessate da attività estrattiva e alla viabilità.
Quest’ultima voce, in particolare, è quella che maggiormente impegna le pubbliche amministrazioni, visto che il passaggio di autocarri e bilici che trasportano materiale scavato determina una rapida usura del manto stradale. A ben guardare, tuttavia, le strade maggiormente interessate a questo passaggio sono quelle provinciali, visto che, correttamente, i trasportatori evitano i centri urbani preferendo la grande viabilità periferica.
Di qui il continuo intervento dell’amministrazione provinciale di Vicenza sui 1.300 km di propria competenza, su cui transita un notevole carico di traffico pesante, per cui l’usura è rapida e frequente. A fronte di ciò, però, alcun ristoro è previsto come invece è previsto per i Comuni.
“Chiediamo –chiarisce il Presidente della Provincia Attilio Schneck- che i soldi versati dai cavatori siano destinati a chi è poi chiamato ad intervenire concretamente per riparare i danni. E’ la logica del federalismo: vanno garantiti i fondi all’Ente competente che direttamente interviene.”
In questo caso, spiega il responsabile del Servizio Cave della Provincia Filippo Squarcina, il contributo alla Provincia potrebbe essere determinato come quota di quanto già previsto per i Comuni e calcolato sulla base del rapporto tra strade comunali e provinciali utilizzate per il trasporto del materiale di cava. Una quantificazione precisa è difficile, ma si stima possa trattarsi di qualche centinaio di migliaia di euro.
“Naturalmente –sottolinea Schneck- non vogliamo togliere nulla ai Comuni e ad un’entrata su cui fanno conto per le proprie esigenze. Chiediamo invece alla Regione di adeguare il valore del contributo dovuto dai cavatori, non più aggiornato dal 1995, cosicché il maggiore introito possa essere versato alla Provincia, senza minimamente gravare sulle casse comunali.”
La Giunta Provinciale ha già espresso parere positivo in merito alla richiesta da inviare alla Regione. Ora spetta al Consiglio Provinciale pronunciarsi e poi, cosa più importante, spetta alla Regione Veneto modificare la normativa. “Ci facciamo portavoce –conclude il Presidente- di una esigenza che è propria di tutte le Province, per cui ci auguriamo che il Veneto faccia da apripista anche alle altre Regioni d’Italia”.