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Il direttore generale firma un atto illegittimo: ''Un segnale contro le lungaggini della burocrazia''

pubblicato il 17/05/2010, ultima modifica 17/05/2010
Lo fa, in qualità di dirigente del settore risorse energetiche, per accelerare i tempi di una procedura amministrativa dai tempi biblici, ma anche per dare un segnale della necessità di svecchiare normative datate che non tengono minimamente conto dei tempi e delle esigenze di cittadini e imprese.

Il direttore generale della Provincia di Vicenza, Angelo Macchia, firma un atto illegittimo.
Lo fa, in qualità di dirigente del settore risorse energetiche, per accelerare i tempi di una procedura amministrativa dai tempi biblici, ma anche per dare un segnale della necessità di svecchiare normative datate che non tengono minimamente conto dei tempi e delle esigenze di cittadini e imprese.
Nel dettaglio, il caso specifico riguarda lo spostamento di una linea elettrica, un semplice palo dell’Enel che sta nel mezzo di un terreno privato. Sfortunatamente per il cittadino proprietario dell’area, la procedura per spostare un palo è identica a quella per costruire una cabina o mettere in funzione un traliccio, purchè si tratti di linee elettriche di tensione inferiore ai 150mila volt.
A dettare le regole sono una legge nazionale del 1933 e una regionale del 1991.
Il cittadino si rivolge a Enel, si fa fare un preventivo per lo spostamento, concorda le condizione e da qui parte il lungo iter verso la realizzazione dei lavori.
Enel presenta infatti istanza a Provincia, Ministero dello Sviluppo Economico ispettorato territoriale, Ministero dello Sviluppo Economico dipartimento Energia, Sovrintendenza ai Beni Architettonici, Sovrintendenza ai Beni Archeologici, Agenzia del Demanio, Arpav, Comune di competenza. Otto enti che devono esprimere il loro parere in merito, che non arriva prima di 60 giorni. Ottenute tutte le autorizzazioni, Enel si ripresenta in Provincia con un atto di accettazione, con cui dichiara che rispetterà tutte le condizioni prescritte dagli enti per l’esecuzione dei lavori. Quindi la Provincia convoca la Commissione Provinciale Elettrodotti e, sulla base del parere da questa espresso, il dirigente competente emette apposita autorizzazione.
Questa, secondo la legge, è la procedura breve. Quella che riguarda gli impianti di dimensioni ridotte e che non interessa territori particolari, altrimenti entrano in ballo anche il nulla osta paesaggistico, la procedura di esproprio ecc ecc.
“Mi chiedo–dichiara il Presidente della Provincia Attilio Schneck- cosa può pensare un cittadino comune della pubblica amministrazione e di una burocrazia che moltiplica gli enti e le carte. Non è possibile dovere aspettare un anno per spostare un palo, due anni per costruire casa, sei anni per una rotatoria. Non sono questi i tempi che ci condurranno alla ripresa economica, e non sono neppure i tempi che ci permettono di confrontarci con gli stati con cui intratteniamo rapporti commerciali. Non sarò certo io ad incoraggiare i dirigenti della Provincia ad agire in maniera illegittima e contro la normativa, ma è nostro dovere ricordare che le istituzioni sono a servizio dei cittadini, non il contrario. Questo va compreso a tutti i livelli, e se serve qualche stimolo allo Stato o alla Regione siamo pronti a muoverci. Sempre più convinti che le riforme federaliste, in tal senso, siano una necessità non più procrastinabile.”
Risultato: il dirigente Angelo Macchia, con l’avallo del Presidente, ha firmato un’autorizzazione in assenza dell’atto di accettazione di Enel e in assenza del parere della Commissione Provinciale Elettrodotti. “L’augurio –conclude Macchia- è che ora Enel faccia la sua parte: ne va della credibilità degli enti.”

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