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Uno studio per non lasciare a secco i corsi d’acqua

pubblicato il 13/01/2012, ultima modifica 13/01/2012

La difesa dei corsi d'acqua passa per tre lettere: Dmv, acronimo del "Deflusso minimo vitale" che determina la quantità d’acqua necessaria e sufficiente per garantire ad un fiume o a un torrente le sue caratteristiche vitali, dalla qualità chimico-fisica alle condizioni naturali. Oltre i parametri fissati dal Dmv lo sfruttamento di un corso d'acqua rischia di compromettere la vita della flora e della fauna che lo popolano.
Il Dmv è quindi il limite oltre il quale la Provincia, la Regione e le Autorità di Bacino dovrebbero evitare l’autorizzazione di prelievi. Il condizionale è però d’obbligo visto che finora non era mai stato determinato il Dmv nei corsi d’acqua del territorio vicentino e si applicavano i più blandi requisiti imposti dal Piano Regionale di Tutela delle Acque.
Una lacuna colmata dall’assessore provinciale alle Risorse Idriche Paolo Pellizzari che ha commissionato specifici studi sui torrenti Astico-Tesina e Leogra. Non propriamente una competenza della Provincia, ma un “dovere morale -lo definisce l’assessore- per chi intende tutelare l’ambiente e le sue risorse”.
Sono stati utilizzati metodi innovativi sia nel monitoraggio che nell’elaborazione dei dati, tenendo conto della profondità dei torrenti, della velocità di deflusso delle acque, del tipo di substrato, ma anche degli ecosistemi acquatici. Oltre al deflusso minimo vitale, poi, è stato calcolato il bilancio idrico, che valuta i volumi di acqua entranti e uscenti, ed entrambi sono stati raffrontati alle caratteristiche biofisiche dell’ambiente, dell’evoluzione nel tempo dell’impatto antropico, delle dinamiche socio-economiche e delle politiche di tutela ambientale.
“Una mole di dati non indifferente –spiega l’assessore- necessaria a garantire gli ecosistemi acquatici e necessaria soprattutto a permettere una gestione dell’acqua che sia compatibile con la sua tutela quantitativa e qualitativa. Non dimentichiamo mai che l’acqua dolce è una risorsa esauribile e limitata, da gestire con la massima cura se vogliamo che le prossime generazioni la ereditino in buono stato.”
I dati sono allo studio degli uffici provinciali e verranno presto condivisi con le associazioni di pescatori e con gli organismi che maggiormente si occupano della gestione dei corsi d’acqua. Nel frattempo l’assessore Pellizzari ha anche voluto trasmetterli alla Regione Veneto e all’Autorità di Bacino perché li applichino, come già fa la Provincia, nelle istruttorie per il rilascio di concessioni di derivazione idrica.
“L’obiettivo –conclude l’assessore- è definire parametri di tutela per tutti i fiumi vicentini. Abbiamo cominciato dall’Astico-Posina e il Leogra perché sono quelli con maggiori prelievi, ma è necessario che il progetto interessi tutto il territorio: finchè esisterà la Provincia noi proseguiremo nella difesa della nostra acqua e dei nostri fiumi.”