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Tavolo di risanamento dell'aria: “I Comuni adottino il Piano Provinciale”

pubblicato il 30/10/2012, ultima modifica 30/10/2012

Le centraline che misurano la presenza di polveri sottili nell'aria di Vicenza parlano chiaro: dal 1° gennaio al 30 settembre (dato più aggiornato) ci sono stati oltre 50 superamenti dei 50microgrammi al metrocubo, a fronte di un limite annuale di 35. Meglio Schio, dove i superamenti nello stesso intervallo di tempo sono stati 22, a fronte dei 32 dello scorso anno, ma la fine dell'anno è lontana.
Di fronte a questi numeri la Provincia di Vicenza non ha voluto perdere tempo e ha convocato questa mattina in Villa Cordellina Lombardi il Tavolo Tecnico Zonale per il Risanamento dell'Atmosfera per concordare le azioni da intraprendere in vista della stagione fredda.
Una trentina gli amministratori comunali presenti, perlopiù accompagnati dai tecnici.
Ad aprire il tavolo è stato Ugo Pretto di Arpav, che ha illustrato i dati sulla salute dell'aria nel vicentino negli ultimi anni e nel dettaglio da gennaio a settembre 2012. Rispetto ai primi anni 2000 la situazione è leggermente migliorata, merito anche di una sensibilità ambientale generalizzata più accentuata. Ma se nel 2010/2011 i numeri spingevano all'ottimismo, pare che la situazione stia peggiorando.
Nel dettaglio, i dati del 2012 segnano a San Felice 55 superamenti di PM10, a quartiere Ferrovieri 56 e a Quartiere Italia 71. Quanto ai PM 2,5, le polveri ancora più sottili, la centralina di Quartiere Italia segna una media valore giornaliera di 28 ug/mc (a fronte dei 25 permessi), mentre quella di Bassano del Grappa segna una media di 23 ug/mc.
Il Piano Regionale per il Risanamento dell'Atmosfera dovrebbe essere pronto per la prossima estate. Nell'attesa la Provincia di Vicenza sta elaborando il Piano Provinciale 2012/13, che si muove sulla falsariga di quello dello scorso anno, secondo le indicazioni raccolte stamattina al tavolo tecnico.
Nel dettaglio, spiega il responsabile dell'ufficio Aria della Provincia Andrea Baldisseri, le misure su cui si muove il Piano sono di 3 tipi:
emergenziali, cioè di applicazione immediata e con funzione “tampone” di mitigazione;
strutturali, cioè aventi l’obiettivo di raggiungere obiettivi di qualità nel medio-lungo periodo;
promozionali, per incentivare e sostenere comportamenti virtuosi generalizzati.
Quanto alle misure emergenziali, devono essere intraprese dai Comuni della zona “Agglomerato Vicenza”: dopo 10 giorni consecutivi di superamento del valore di 50 µg/mc da parte del PM10 a Vicenza Quartiere Italia; dopo 3 giorni consecutivi di superamento del valore di 100 µg/mc da parte del PM10 a Vicenza Quartiere Italia.
Quanto invece ai Comuni delle altre zone omogenee, le azioni devono essere intraprese: dopo 10 giorni consecutivi di superamento del valore di 40 µg/mc da parte del PM2.5 a Bassano del Grappa; dopo 3 giorni consecutivi di superamento del valore di 80 µg/mc da parte del PM2.5 a Bassano del Grappa.
Nei prossimi giorni il Piano verrà perfezionato e spedito a tutti i Comuni della provincia, accompagnato da una bozza di delibera per l'approvazione nei rispettivi Consigli Comunali. “E' importante che ognuno faccia la sua parte -commenta il Commissario Straordinario della Provincia Attilio Schneck- Certo la Provincia può e deve coordinare e far sì che le misure siano omogenee nel territorio, tenendo conto delle peculiarità delle diverse aree, ma ogni Sindaco deve intervenire se vogliamo ottenere risultati concreti.” La speranza è di superare le 20 adesioni dello scorso anno, visto che il problema del risanamento dell'atmosfera è comune a tutti i 121 Comuni vicentini. Nel frattempo la Provincia intensificherà i controlli sulle caldaie attraverso Vi.Energia.
Il Piano verrà inviato anche alla Regione, da cui il tavolo si aspetta anche un fondo di incentivi economici concreti per attivare azioni più incisive.
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I tre tipi di misure del Piano Provinciale:
Le misure di emergenza sono legate a periodi prolungati di superamento del limite di concentrazione di polveri sottili nell’aria, sono quindi incisive ma hanno carattere temporaneo. Riguardano per lo più le abitazioni private e prevedono la riduzione di un grado centigrado per le temperature massime concesse, la riduzione di due ore al giorno per il funzionamento degli impianti termici, il divieto di utilizzare impianti di combustione a biomasse in presenza di impianto termico a combustibile tradizionale. In ambito agricolo e di cantiere prevedono il divieto di combustione all’aperto delle biomasse.
Le misure strutturali si sviluppano sul medio e lungo termine, per cui è necessario adottarle quanto prima per coglierne il prima possibile i risultati.  Riguardano gli edifici e prevedono da parte dei Comuni l’adozione di regolamenti per la certificazione energetica e la riduzione degli oneri di urbanizzazione in relazione a interventi di edilizia bioclimatica o finalizzati al risparmio energetico. Sempre ai Comuni è richiesto di intervenire per vietare sia in estate che in inverno la climatizzazione di cantine, ripostigli, scale, box e depositi nelle abitazioni. Divieto anche di usare olio combustibile in ambito civile su tutto il territorio comunale.
Anche per le misure promozionali si caldeggia un’attuazione immediata, in modo da creare nel lungo periodo un’abitudine da parte dei cittadini a comportamenti virtuosi. Si prevedono politiche di Green Procurement pubblico e privato per “acquisti verdi”, promozione della bioedilizia, promozione della realizzazione di percorsi ciclo-pedonali protetti.