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Mostra e convegno per migliorare la gestione delle risorse idriche

pubblicato il 05/03/2012, ultima modifica 07/03/2012

 Si chiama “AQUA , Dominio e Miti”, sintesi di “Antiche tecnologie e Strategie per la Gestione dell’Acqua”, ed è una mostra che nell'atrio dell'Università, in viale Margherita, racconta 5 anni del Progetto Melia, realizzato fra 45 partner e 17 Nazioni dell'area mediterranea (più Belgio e Austria).

Di cosa si tratta lo spiega l'Assessore Provinciale alle Risorse Idriche Paolo Pellizzari: “Innanzitutto questa iniziativa farà da apripista al convegno "Acqua…per terra! L'impegno di tutti per ridurre e compensare l'uso della risorsa più preziosa" che terremo Venerdì 9 Marzo, dalle 9.00 alle 13.00, in Villa Cordellina Lombardi di Montecchio Maggiore. Tornando all'esposizione, si propone di spiegare il significato degli usi, dei miti e delle forme di gestione di questa risorsa nel bacino del Mediterraneo ma allo stesso tempo vuole contribuire a far sviluppare una gestione sostenibile dell’acqua in quest'area”. Padrone di casa convinto, Silvio Fortuna, Presidente della Fondazione Studi Universitari di Vicenza, sottolinea: “Legarla a questo luogo significa per noi contribuire a sviluppare la conoscenza, la razionalità e la sensibilizzazione sul concetto di acqua come risorsa: oggetto di una pressione straordinaria come conseguenza dei processi indotti dall’attività umana”. Conoscere per non sprecare. Lo ricordano anche il professor Erich Roberto Trevisiol e la ricercatrice Chiara Odolini, entrambi dello IUAV di Venezia e curatori della mostra, con due esempi: “Da una parte, e di questo come Italia dovremmo farci carico, assistiamo allo spreco legato, lungo le coste mediterranee dell'Africa, all'autostrada dell'acqua voluta da Gheddafi. Essa si collega alla falda fossile sahariana, con alcune fontane che buttano fuori e via liquido prezioso solo per un fattore estetico; dall'altra c'è una Svizzera all'avanguardia con un progetto che permette di allevare pesci e coltivare insalata in grandi acquari sui tetti di casa utilizzando la stessa acqua, depurata dalle piante, e con appena il 10% di ripristino. Basti pensare che l'Università di Agraria di Padova sta cercando di acquisire il brevetto”.

 Senza andare troppo lontano, ricorda Pellizzari: “Purtroppo non c'è equilibrio tra ciò che consumiamo e ciò che la natura produce. E se nel 2010 di acqua ce n'è stata pure troppa, è sorprendente come basti poco tempo perché il livello si abbassi. Soprattutto poi in assenza di precipitazioni, neve in primis, come è accaduto quest'inverno. Dunque bisogna educare ed informare al consumo e al rispetto”. New York ed i menù dei ristoranti completi di dati sul costo idrico di un caffè per ora distano ancora un oceano, ma contro gli sprechi a volte basta un rubinetto.

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