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Allagamento controllato: Zaia chiede, Provincia risponde

pubblicato il 03/02/2012, ultima modifica 03/02/2012

Il Presidente Zaia chiede il “Piano di gestione di rischio alluvioni” e la Provincia di Vicenza risponde a stretto giro di posta con un progetto pronto per essere presentato alla Comunità Europea. Si chiama “Realizzazione di aree a valenza agro-ambientale per l’esondazione controllata delle piene nel territorio della Provincia di Vicenza” e propone di individuare aree agricole da allagare in maniera programmata e controllata per permettere ai fiumi in piena di “parcheggiare” l’eccesso di acqua ed evitare alluvioni nei centri abitati più a valle.
“Lo abbiamo elaborato qualche mese fa –spiega l’assessore alle risorse idriche Paolo Pellizzari- dopo aver preso contatti e avere verificato la disponibilità di altri enti di gestione delle acque, primi fra tutti il Consorzio Alta Pianura Veneta, l’Unione Veneta Bonifiche, Veneto Agricoltura e la Direzione Difesa del Suolo della Regione Veneto. Grazie al loro sostegno la Provincia potrà candidarsi con forza ai fondi messi a disposizione dalla Comunità Europea attraverso i Life.”
Come dire che la Provincia di Vicenza non solo è pronta a sedere al tavolo tecnico della Regione, ma può portare un contributo concreto avendo già individuato un metodo di lavoro.
E’ un approccio innovativo nella gestione del rischio idraulico. Fino ad ora, dice il progetto commissionato all’ing. Marco Monaci, fiumi e canali sono stati gestiti per allontanare le acque dai territori nel minor tempo possibile, così da evitare esondazioni sui centri abitati ma anche sulle aree agricole. Oggi è invece sempre più chiaro che all’acqua occorre ridare i suoi spazi e questi possono essere trovati solo in campagna.
Naturalmente le aree agricole designate ad accogliere le piene devono ospitare colture prevalentemente arboree adatte a sopportare allagamenti temporanei. Inoltre i proprietari devono ottenere un adeguato indennizzo.
“Rispetto alla realizzazione di casse di espansione –afferma Pellizzari- l’individuazione e la predisposizione di queste aree sono meno costose e meno impattanti. Non sono necessarie opere idrauliche né altre infrastrutture o espropri che limitano l’uso di terreno agricolo che va invece salvaguardato, quindi è un intervento a cui anche gli stessi cittadini guardano con maggiore favore.”
Fondamentale diventa anche il ruolo dei Comuni, in particolare quelli a monte, a cui è chiesto di diventare responsabili di una quota parte del rischio idraulico e delle acque di piena che attraversano il comune, destinando porzioni di territorio per accogliere e laminare le piene, evitando così di scaricare sui Comuni di valle i problemi idraulici.
Il progetto della Provincia fa un ulteriore passo avanti: una coltura adatta a sopportare le piene è di certo quella arborea , che può ben rappresentare una fonte di biomassa legnosa da utilizzare quale fonte di energia rinnovabile locale.
“Ipotesi che siamo pronti a valutare con la Regione –conclude l’assessore Pellizzari- Ciò che conta, per ora, è che siamo entrambi convinti che serva un “piano B”, in sostituzione dei bacini di laminazione finchè questi sono in realizzazione e in affiancamento poi. Siamo pronti a fare squadra perchè il nostro progetto possa accedere ai fondi Life europei. La Provincia di Vicenza è l'unico Ente in Italia ad avere ottenuto il contributo Life per tre progetti di valenza ambientale. La speranza, e l'augurio, è che la nostra esperienza, unita alla serietà dell'iniziativa, portino ad un altro risultato positivo oltre che ad una maggiore sicurezza idraulica.”