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Il Veneto e Vicenza siano laboratorio di sperimentazione del federalismo fiscale

pubblicato il 08/03/2010, ultima modifica 08/03/2010
Il primo “assaggio” di federalismo fiscale sarà, già a partire dal giugno del 2010, il federalismo demaniale, grazie al quale tanti beni oggi proprietà dello Stato saranno trasferiti a livelli di governo inferiore, in modo da essere utilizzati e valorizzati al meglio. Per la vera e propria riforma fiscale bisognerà invece attendere fino al 2011.

“Per dirla alla romana, le riforme sono come la signora Maria, tutti le vogliono ma nessuno le pija (piglia)”. Esordisce così il Ministro per la Semplificazione Normativa Roberto Calderoli nel suo intervento al convegno organizzato stamattina in Villa Cordellina Lombardi dalla Provincia di Vicenza e dedicato al ruolo della Provincia nel federalismo fiscale.

“Tutti concordiamo su quali siano le esigenze del Paese –precisa Calderoli- ma quando è il momento di prendere provvedimenti concreti i voti a favore sono pochi.” Così l’apparato burocratico nazionale e locale continua a sopravvivere con la sua proverbiale lentezza e con logiche troppo lontane da quelle che invece segnano la vita di cittadini e imprese.
Di qui la necessità del federalismo fiscale, per permettere agli enti più vicini e quindi più a conoscenza delle esigenze del territorio di investire in opere e servizi utili. Ma necessario anche per responsabilizzare gli amministratori e rendere più trasparente il loro rapporto con i cittadini. “I quali –sottolinea il Ministro- devono sapere quanto pagano e a chi lo pagano. Se non sono soddisfatti di come è stato impiegato il loro denaro, si esprimono attraverso il voto. E’ giusto premiare chi governa bene e mandare a casa chi invece spreca denaro pubblico. “
Il primo “assaggio” di federalismo fiscale sarà, già a partire dal giugno del 2010, il federalismo demaniale, grazie al quale tanti beni oggi proprietà dello Stato saranno trasferiti a livelli di governo inferiore, in modo da essere utilizzati e valorizzati al meglio. Per la vera e propria riforma fiscale bisognerà invece attendere fino al 2011.

Detto che storicamente la spesa pubblica è sempre più alta e che il taglio dei costi è ormai un metodo che si va esaurendo, da dove passa il risanamento delle casse statali? “Di certo non dall’abolizione delle Province –dichiara Calderoli- che rappresentano un necessario ente di coordinamento degli 8104 Comuni italiani. Siamo il Paese dei campanili e questo è un dato di fatto, ma ci sono funzioni che i Comuni, per le loro dimensioni ridotte, non possono gestire. Le Province anzi vanno valorizzate, delegando a loro tutte quelle competenze oggi affidate a Consorzi, Ato ed altri enti che neppure la nostra Costituzione menziona. Interventi sui numeri sono poi necessari per quanto riguarda Assessori e Consiglieri: 120mila consiglieri e 35mila assessori comunali sono davvero troppi.”

Affermazioni accolte con favore dai presenti al convegno. E fatte proprie dai relatori Marcello Fracanzan, professore ordinario di diritto pubblico alla facoltà di giurisprudenza dell’Università di Udine, e Dario Galli, Presidente della Provincia di Varese oltre che Vicepresidente dell’Unione Province Italiane. “Siamo pronti a tagliare le poltrone –commenta il Presidente della Provincia di Vicenza Attilio Schneck- e ci mettiamo a disposizione perché sia il Veneto la Regione che fa da laboratorio di sperimentazione per la riforma del federalismo fiscale. Da parte nostra, Vicenza è già pronta. “


Nella foto, da sinistra: Roberto Calderoli, Attilio Schneck, Angelo Macchia (moderatore e organizzatore del convegno)

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