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Schneck al Garante della Concorrenza: discriminante assenza fermate treni veloci su Vicenza

pubblicato il 22/11/2011, ultima modifica 22/11/2011

 

“La scelta operata da Trenitalia di escludere Vicenza, Padova e Venezia-Mestre quali fermate dei treni gestite dal Consorzio Deutsche Bahn (DB), Ferrovie Federali Austriache (OBB) e società italiana Le Nord, è una decisione lesiva dei diritti ed interessi degli utenti e della concorrenza. Chiediamo pertanto l'apertura vdi una istruttoria al fine di verificare se siano ravvisabili profili di violazione delle regole della concorrenza in capo ai soggetti segnalati e di voler adottare ogni provvedimento ritenuto opportuno”.

Con una lettera firmata congiuntamente assieme a Camera di Commercio e Comune di Vicenza, il Presidente della Provincia Attilio Schneck si rivolge all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per stigmatizzare il comportamento del Ministero dei Trasporti, del Gruppo Ferrovie dello Stato, di Trenitalia Spa e Rfi in ordine al provvedimento emesso nel 2010 che di fatto taglia fuori la tratta Vicenza-Venezia dai collegamenti ferroviari veloci, privilegiando l'asse Bolzano-Verona (con fermate a Trento e Rovereto) e Verona-Milano (via Peschiera del Garda, Desenzano, Brescia-Milano Lambrate).

Dunque, una fetta di territorio importante anche sotto il profilo economico, “cancellato”, quanto meno ignorato, dal collegamento veloce. Ancor più grave alla luce della situazione attuale. Come infatti si legge nella comunicazione congiunta, già oggi Vicenza, Padova e Mestre sono servite unicamente da Trenitalia tant'è vero che Eurocity o DB-OBB possono essere intercettati solo a Verona o a Venezia Santa Lucia. Il riassetto aggraverebbe ancora di più la situazione ed i disagi dell'utenza, configurandosi per di più come un pericoloso limite.

“La decisione – continua il documento – comporta il perpetuarsi di una situazione di monopolio dei trasporti ferroviari nelle città sopra ricordate da parte di Trenitalia e Ferrovie dello Stato che impedisce il libero svolgersi di una piena concorrenza di settore ed il conseguimento di tangibili benefici agli utenti del trasporto ferroviario, nuoce ai diritti e agli interessi di questi ultimi oltre che alla popolazione dei territori interessati”.