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L'Assessore Martini in difesa degli insegnanti precari

pubblicato il 05/05/2011, ultima modifica 05/05/2011

“Qui non si tratta di schierare gli insegnanti del Nord contro quelli del Sud, ma semplicemente di rispetto a chi ha scelto di lavorare in forma stabile e continuativa nella nostra terra e per garantire agli studenti quella continuità didattica tanto citata ma sistematicamente calpestata a fronte di altri interessi che nulla hanno a che vedere con una didattica seria.

Per questo non solo do fin da questo momento il mio appoggio alla lotta e alle giuste rivendicazioni dei precari della scuola in ordine alle graduatorie, ma annuncio che sto valutando iniziative estreme e trasversali ai colori politici che mai finora avrei pensato, dal momento che qui sono in ballo centinaia, migliaia di posti di lavori e la dignità di tanti bravi insegnanti che anno dopo anno attendono di vedere stabilizzato il posto di lavoro.

Morena Martini, Assessore Provinciale al Lavoro e alla Formazione, lancia l'allarme ed affida la sua proposta ai tam tam dei Social Network in attesa del decreto ministeriale per l'aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento. Prima però un breve excursus:

-                    fino al 2007 ci si poteva spostare a piacimento chiedendo l'inserimento in una graduatoria provinciale per l’insegnamento di una determinata  provincia a propria scelta, per la propria materia di insegnamento e con il rispettivo punteggio.

-                    la finanziaria Prodi, su disegno legge Fioroni, trasformò la graduatoria da permanente ad esaurimento, dunque la Provincia scelta nell’aggiornamento del 2007 diventava pure l'ultima.

-                    dopo i tagli sulla Scuola effettuati con legge 133/2008 (Finanziaria del 2008), in occasione dell'aggiornamento biennale della graduatoria del 2009, il Governo, a fronte di territori con un forte esubero di posti e ad altri invece con disponibilità, consentiva fermo restando la provincia di precedente inclusione, di entrare in coda alla graduatoria di altre 3 province a scelta.

-                    da questo aggiornamento, partono oltre 8mila ricorsi, di docenti che ritenendo l’inclusione in coda alla graduatoria e non a pettine (cioè in base al proprio punteggio) illegittima e si rivolgono alla Corte Costituzionale la quale riconosce si l’incostituzionalità del provvedimento di inclusione in coda, ma riconosce anche l’incostituzionalità dell’inclusione contemporanea in più di una provincia.

Oggi, che siamo di fronte ad un nuovo aggiornamento biennale, dopo sentenze, contro-sentenze e autogol, dove si prospetta l'inclusione in una sola provincia a pettine a scelta del docente. 

Ma se si aprono le graduatorie dove chiunque può scegliere di spostare la propria sede di insegnamento da una provincia all’altra, obietta l'Assessore Martini, sarà l'invasione, dal momento che nelle province del Nord la disponibilità per alcune materie, soprattutto per Lettere, Scienze Matematiche alle Scuole Medie la disponibilità è maggiore di quelle del sud. Dunque chi arriva andrebbe a scalzare chi da anni ha avuto un incarico annuale con una continuità anche se precario che alla fine ha determinato anche una aspettativa di vita; hanno messo su famiglia e comprato casa con tanto di mutuo.

Sulla falsariga della lettera aperta al proprio Consiglio Regionale e ai partiti politici dal Movimento Docenti del Friuli Venezia Giulia, l'Assessore Martini pone pertanto l'accento sull'intervento politico: “Le strade da tentare sono due:

-         La prima ormai tramontata è rinviare di un anno l'aggiornamento della graduatoria congelando quelle esistenti per avere il tempo necessario per approvare il nuovo decreto di reclutamento previsto dal disegno di legge Pittoni.

-         La seconda è aprire l'aggiornamento delle graduatorie creando limitazioni per attenuare “l’invasione”.

Il deterrente pensato è ad esempio un vincolo di permanenza in servizio sul territorio scelto per almeno 5 anni di effettivo servizio. Del resto la Scuola è l'unico comparto del Pubblico Impiego che prevede che, una volta entrato di ruolo, si può chiedere dopo appena un anno di servizio il ricongiungimento alla famiglia indipendentemente dal vincolo di permanenza triennale oggi vigente.

L'ultimo messaggio è allora per la politica: “Mi appello a tutte i parlamentari eletti nel Nord e nel Centro: dal PD al PdL, alla Lega. Fate gli interessi dei vostri elettori e non quelli delle segreterie di partito! Almeno per una volta, e mi rivolgo ai parlamentari del PD, votate in aula per il vostro territorio. Non in una logica corporativa ma per difendere chi - e ripeto fra loro tantissimi meridionali - ha sempre fatto le cose nella norma, astenendosi da ricorsi, azioni legali e furbate di vario genere”.