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La qualità dell’aria del distretto conciario è in continuo miglioramento: parola di Agenzia Giada

pubblicato il 25/08/2011, ultima modifica 25/08/2011

Nell’ovest vicentino si respira sempre meglio.
Lo dice il monitoraggio della qualità dell’aria condotto dall’Agenzia Giada in collaborazione con Arpav e presentato ai 17 Sindaci partner del progetto (Alonte, Altissimo, Arzignano, Brendola, Castelgomberto, Chiampo, Crespadoro, Gambellara, Lonigo, Montebello Vicentino, Montecchio Maggiore, Montorso Vicentino, Nogarole, San Pietro Mussolino, Sarego, Trissino, Zermeghedo).
Dal 1996, anno di nascita di Progetto Giada per volontà della Provincia di Vicenza, sul territorio del distretto conciario si contano due centraline fisse, a Montebello Vicentino e a Chiampo, oltre a una centralina mobile e a 51 punti di monitoraggio con campionamenti periodici.
Si verificano la presenza in particolare di Cov (composti organici volatili) derivanti dai solventi della concia, di idrogeno solforato e di toluene. Più recente è la presenza di un analizzatore delle polveri sottili PM10, mentre è di quest’anno l’acquisto di un rilevatore di ammoniaca, il quarto in Italia, i cui risultati saranno disponibili a fine anno.
“In 15 anni –commenta l’assessore provinciale all’ambiente oltre che Presidente di Agenzia Giada Antonio Mondardo- la qualità dell’aria dell’ovest vicentino è profondamente cambiata, migliorando di anno in anno e stabilizzandosi ora su percentuali più che soddisfacenti, tenendo presente che ci troviamo in area fortemente industrializzata. Merito di un costante impegno da parte di tutti gli enti, dai Comuni alla Provincia alla Regione al Ministero per l’Ambiente, ma è stato fondamentale anche il supporto delle aziende private e delle associazioni di categoria, che hanno condiviso la nostra volontà di migliorare l’ambiente in cui viviamo, continuando e implementando la produzione industriale ma in maniera ecosostenibile, nel rispetto della natura e delle sue matrici, acqua aria e suolo.”
I risultati sono soddisfacenti sia valutati sul lungo periodo che sul breve. Per il 2010 i dati si assestano su quelli dello scorso anno, ma con un aumento di produzione, il che significa che l’uso di inquinanti è stato generalmente effettuato usando le migliori tecniche disponibili.

Ad illustrare numeri e grafici sono Andrea Baldisseri, responsabile di Agenzia Giada, e Ugo Pretto, responsabile del servizio sistemi ambientali Arpav Vicenza.
Le centraline rivelano che la presenza di Cov nei punti caldi dove viene effettuata l’attività conciaria si attesta per il 2010 sui 42 µgCOV/mc (era 290 nel 1996), mentre è tanto più bassa quanto più ci si allontana dalle fabbriche, attestandosi a 19 µgCOV/mc nei centri urbani non direttamente influenzati dalle sorgenti emissive, 10 µgCOV/mc nei punti bianchi non interessati da inquinamento di origine industriale e a 22 µgCOV/mc nei punti abitativi intermedi in aree a confine con le zone industriali.
Ma il miglioramento dei parametri ambientali è verificabile nel fattore di emissione calcolato in grammi su mq (quindi un dato non influenzato dalla portata produttiva), che risulta pari a 46, era 79 nel 2001, 146 nel 1996. Considerando che il limite da rispettare previsto dalla normativa è pari a 150 grCOV/mq, il distretto conciario Giada dimostra la capacità di produrre in maniera sostenibile, soprattutto se si considera che l’89,1% delle aziende, quindi 9 su 10, hanno un fattore di emissione minore di 75 gSOV/m², metà del consentito.

Quanto all’idrogeno solforato, anche nel 2010 in nessun sito si sono registrati superamenti del valore guida dell’Oms, pari a 150 μg/mc media giornaliera. Il limite nazionale fissato invece a 40 μg/mc è stato superato una volta a Trissino e 15 a Zermeghedo.
Risultati in linea con quelli del 2009 a Trissino, migliori a Montorso Vicentino e decisamente peggiori a Zermeghedo dove però le rilevazioni, a causa di problemi tecnici, erano state inferiori.
Nessun valore oltre i limiti registrato dalle stazioni fisse di Chiampo e Montebello Vicentino.

Quanto alle polveri sottili PM10, inquinante non direttamente legato all’attività di concia, i dati sono in linea con quelli dello scorso anno, se non leggermente migliori. I giorni di superamento del limite sul totale di quelli validi sono il 15% (erano il 16% nel 2009). Fatti i debiti confronti, la qualità dell’aria secondo il parametro PM10 è migliore di Vicenza (24% superamenti) e peggiore di Schio (10%).

A fine 2010 saranno disponibili anche i risultati dei rilevatori di ammoniaca. Un inquinante legato soprattutto ad attività agricole, in particolare allevamenti di bestiame, ma che risente comunque dell’influenza di tutti quei fenomeni fermentativi della sostanza organica, riguardando quindi, ad esempio, anche gli stoccaggi ed i trattamenti dei sottoprodotti di origine conciaria.
I primi dati, pure parziali, indicano valori inferiori di uno o anche due ordini di grandezza rispetto agli standard di qualità fissati da alcuni paesi extraeuropei che pongono il limite della media annuale a 100 μg/mc e il limite della media giornaliera a 300-400 μg/mc.
Non esiste, in merito, una specifica normativa nazionale.