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Alle Fratte di Fimon si continua a scavare per conoscere l’uomo di Similaun

pubblicato il 03/10/2011, ultima modifica 03/10/2011

Le indagini archeologiche alle Fratte di Fimon proseguono.
Lo hanno deciso questa mattina l’assessore provinciale Paolo Pellizzari e il Soprintendente ai Beni Archeologici del Veneto Vincenzo Tinè in visita ad uno scavo che, a detta dello stesso Tinè, presenta aspetti eccezionali. Le indagini condotte negli scorso mesi dalla Cooperativa Archeologica Ara sotto la direzione di Elodia Bianchin della Soprintendenza hanno infatti portato alla luce un insediamento antico databile tra il 3.700 e il 3.500 a.C., già in possesso della metallurgia del rame.
“L’ età del Rame – ha spiegato la Bianchin- era testimoniata finora nelle valli di Fimon solo da ritrovamenti di superficie del secolo scorso. Qui siamo in presenza di un sito umido con impianti e spazi abitativi realizzati per mezzo di strutture lignee verticali, provviste di focolari e circostanti aree di frequentazione per attività domestiche e di lavorazioni artigianali.”
L’eccezionalità del ritrovamento è testimoniata anche dal gran numero di ricercatori e appassionati di archeologia che stamattina hanno aderito all’iniziativa “scavi aperti” e che hanno quindi potuto verificare e studiare di persona l’insediamento. Ad accoglierli, con Pellizzari e Tinè, il vicesindaco del Comune di Arcugnano Federico Bedin e il direttore tecnico di cantiere Valerio Chiezzi.
“ Questo luogo –ha commentato Pellizzari- ha ancora molto da dirci. E’ necessario quindi proseguire nei lavori di indagine, per capire l’evoluzione degli insediamenti preistorici.”
Le indagini proseguiranno nei prossimi giorni con lo scavo, la mappatura, la documentazione, la campionatura e lo studio delle strutture lignee già evidenziate al fine di comprenderne la distribuzione spaziale, le tecnologie costruttive e le essenze arboree utilizzate. Si scaverà, in particolare, per altri 50 cm in tutta l’area, mentre in luoghi ristretti si scenderà lungo tutta la lunghezza del palo, che si potrà quindi analizzare nella sua completezza.
L’analisi dei pali verticali, lavorati e infissi nel limo lacustre anche a notevole profondità, consentirà in fase di studio di comprendere meglio le tipologie di queste strutture abitative e le loro relazioni spaziali. Grazie allo studio dei materiali archeologici recuperati ( principalmente manufatti fittili e in pietra) si potranno invece comprendere le dinamiche culturali dei gruppi umani che frequentarono le valli di Fimon nei secoli a cavallo del IV millennio a.C.. Per finire, lo studio dei resti vegetali ( carboni, semi, legni, ecc.) permetterà di ricostruire l’ambiente antico e le sue risorse naturali.