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Verifiche al Ponte di Valgadena: prove di carico con 20 camion. Rucco: “Investimenti importanti in prevenzione e interventi di sistemazione”. Santini: “La prevenzione deve essere sempre un passo avanti rispetto alle necessità”

pubblicato il 21/07/2020, ultima modifica 21/07/2020

Ponte di Valgadena, 21 luglio 2020 - Prove di carico al ponte di Valgadena, tra Enego e Foza, tra i più alti e suggestivi d’Italia e d’Europa. Sono in esecuzione oggi per verificare l’idoneità statica e, più in generale, lo stato di salute del viadotto che collega Enego all’Altopiano.

I primi dati sono rassicuranti, in linea con quanto previsto dai progettisti. Anche se i tecnici preferiscono non sbilanciarsi, dovendo prima elaborare l’enorme quantità di elementi che stanno raccogliendo. Tuttavia i pochi centimetri di abbassamento del ponte messo sotto sforzo da oltre 1000 tonnellate sono un buon dato di partenza. Corrispondono infatti a 1000 tonnellate i 20 camion a pieno carico che oggi stanno impegnando il ponte secondo configurazioni prestabilite.

Ma andiamo con ordine.

Il ponte di Valgadena è stato realizzato dalla Provincia di Vicenza a fine anni '80, su progetto e sotto la direzione dei lavori degli ingegneri Alberto Rinelli e Paolo Grazioli, e collaudato nel 1990. All'epoca della sua ultimazione risultava essere il ponte più alto d'Europa della sua tipologia.

Nel corso degli anni, dal 1990 ad oggi, è stato oggetto di una continua attività di sorveglianza periodica da parte dell'Università di Padova (Prof. Zaupa) e dell'Università di Brescia (Prof. Giuriani), orientata, soprattutto, al controllo del comportamento del viadotto dal punto di vista degli abbassamenti – impercettibili alla vista diretta – dovuti agli effetti reologici secondari del calcestruzzo, già previsti in fase progettuale.

Vista la straordinarietà del monitoraggio effettuato, il primo di tale portata per la società Vi.Abilità Srl e tra i più imponenti mai effettuati nel vicentino, la Provincia di Vicenza proprietaria del manufatto era presente stamattina con il consigliere delegato Giorgio Santini, mentre Vi.Abilità Srl era rappresentata dalla presidente Magda Dellai oltre che dall’ing. Andrea Leonardi. Presente anche lo stesso prof. Francesco Zaupa, già collaudatore dell'opera nel 1990, all’ultimazione della stessa da parte dell’impresa appaltatrice Gelfi Costruzioni SpA di Brescia, dopo quattro anni di lavori.

“La Provincia di Vicenza gestisce circa 460 tra ponti e viadotti e ne sentiamo tutta la responsabilità -dichiara il Presidente della Provincia Francesco Rucco- per questo stiamo investendo in maniera importante sia in prevenzione, con monitoraggi e controlli continui, che in interventi di sistemazione, in particolare degli elementi maggiormente esposti ad ammaloramento.”

“Siamo convinti -ribadisce Santini- che il migliore investimento sia la prevenzione, per questo mettiamo in atto tutti gli strumenti perché la prevenzione sia sempre un passo avanti rispetto alle necessità. Grazie al programma di monitoraggio che abbiamo elaborato con Vi.Abilità Srl riusciamo ad avere una fotografia aggiornata dello stato di salute dei nostri ponti e possiamo programmare in maniera più razionale gli interventi.”

Il ponte di Valgadena, in particolare, “è un ponte strategico che ha portato beneficio alla viabilità dell’Altopiano -commenta la presidente Dellai- I dati raccolti oggi verranno messi a confronto con quelli di 30 anni, quando ci fu il collaudo, per vedere l’evoluzione della struttura.”

 

Prove di carico statiche e dinamiche

Le prove di carico, che hanno previsto la chiusura totale al traffico veicolare dalle 8.30 alle 20, consistiono nel posizionamento sul ponte di oltre 20 mezzi d'opera, per un peso totale di circa 1000 tonnellate, disposti secondo ben precise e progressive configurazioni di carico, in modo da sollecitare il ponte, in condizioni presidiate e controllate, con gli stessi carichi imposti durante la severa prova di carico di collaudo del 20 novembre 1990.

Gli abbassamenti e i relativi ritorni alle posizioni iniziali, da un lato, e le deformazioni locali nelle zone critiche delle sezioni trasversali più sollecitate del ponte, dall’altro, vengono misurati mediante livellazioni topografiche di alta precisione (del decimo di millimetro su componenti verticali di spostamento attese dell’ordine dei centimetri), e, rispettivamente, mediante estensimetri a corda vibrante (con sensibilità del micron su basi estensimetriche da 500 mm), collegati a due centraline elettroniche di acquisizione e trattamento dei dati.

Per la prova dinamica, invece, vengono posizionati sul ponte una serie di accelerometri in punti prestabiliti, che sotto l'azione sollecitante del traffico veicolare forniscono preziose informazioni sui modi e sulle frequenze naturali di vibrazione del viadotto, e, in forma indiretta, anche su altri parametri strutturali. Inoltre la prova dinamica, se ripetuta a intervalli regolari, potrà in futuro fungere da riferimento per determinare eventuali variazioni di parametri di rigidezza e smorzamento del manufatto.

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