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Test riuscito: la macchina dell'emergenza funziona

pubblicato il 01/12/2015, ultima modifica 01/12/2015
Simulate frane ed esondazioni. I 6 Centri Operativi Comunali coinvolti hanno reagito con prontezza ad uno scenario segreto.

E' stata un'esercitazione che simulava un fatto reale, l'alluvione del novembre 2010, che domenica (29 novembre) ha messo a dura prova Comuni, Provincia, Centri Operativi e Ccs, ma che proprio per questo ha consentito di avere risposte importanti anche sulla criticità ancora da limare. Tarata in questo caso non sul generoso mondo del volontariato, come una sorta di giornata di addestramento, ma proprio sulla tempestività, nell'emergenza, di verificare le comunicazione ed il flusso di comando. “Ed è stata – commenta il Presidente della Provincia di Vicenza Achille Variati - una esercitazione che ha saputo creare dialogo e consentito di fare sistema tra le istituzioni attraverso il tavolo di lavoro che ha raccolto Autorità di Bacino, Genio Civile, Consorzi di Bonifica, Arpav, Regione e Provincia”. Tutto sotto gli occhi anche dell'Assessore Regionale alla Protezione Civile e all'Ambiente Gianpaolo Bottacin e degli osservatori del Centro Regionale di Formazione di Protezione Civile.

Dunque, obiettivo raggiunto per RAB (Recoaro-Agno-Bacchiglione) che nella giornata di ieri ha impegnato 6 COC in due fattispecie di rischio ovvero quello idrogeologico nel territorio di Recoaro Terme e quello idraulico lungo l'asse del Bacchiglione nei territori di Caldogno, Dueville, Vicenza, Longare, Montegalda. Finalizzato a testare i Piani di Emergenza provinciali e comunali, a verificare la risposta ed il funzionamento del sistema di Protezione Civile e a omogeneizzare le procedure tra le varie organizzazioni, l'esercitazione si è caratterizzata per il copione strettamente coperto, e dunque segreto, e per la procedura di lavoro per posti di comando – proprio al fine di provare il coordinamento e le procedure tra istituzioni – e con azioni sul territorio. Dunque, dalle 7 del mattino alle 13 gli scenari sono stati di volta in volta svelati dalla Provincia che ha comunicato ai singoli COC dei Comuni interessati le situazioni di emergenza da affrontare sito per sito.

“Tutto – ricorda il funzionario provinciale Chiara Garbin, coordinatore dell'iniziativa – è cominciato giovedì scorso con le segnalazioni meteo. Gli scenari sono stati costruiti su un diagramma di piena del Bacchiglione, con riferimento all'idrometro di Ponte degli Angeli e per semplificazione lo stesso diagramma è stato preso come riferimento anche dagli altri Comuni partecipanti. Ogni scenario è stato collocato correttamente in ordine cronologico sulla base del livello crescente del fiume, per cui si è proceduto in sequenza logica”. Questo ha determinato l'attivazione dei volontari da parte dei COC: 35 a Caldogno, 38 a Dueville, 28 a Longare, 41 a Montegalda, 92 a Vicenza, 66 a Recoaro. Da aggiungere a questi i 30 della sala operativa ed i 16 figuranti disseminati nel territorio. “Ne sono rimasti un altro centinaio a disposizione, che ringraziamo per la pazienza e la disponibilità, l'operazione era calata nella realtà e seguiva uno svolgimento preciso. Non sono stati attivati per questo, proprio perché la tipologia di esercitazione è stata volutamente diversa. Del resto i Sindaci erano all'oscuro degli effettivi scenari di rischio e questo poteva determinare, come è successo, una discrepanza tra il numero di richieste da loro effettuate e quanto stimato preventivamente dagli organizzatori”.

Tra le novità la messa in sicurezza dei beni culturali, nella fattispecie l'impacchettamento ed il trasporto ai piani superiori dei quadri del Museo di palazzo Chiericati. Svolto dai volontari del Nucleo Tutela Beni Culturali di Venezia (un caposquadra, uno schedatore, un fotografo, 2 imballatori, 2 trasportatori, 1 autista, sotto la supervisione di un funzionario della Soprintendenza) è stata una novità assoluta per Vicenza, città dell'Unesco, e forse anche per il Veneto.

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