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Linea AV/AC: da Vi.Abilità una proposta per non chiudere il traffico su ponte Alto durante la costruzione del nuovo viadotto

pubblicato il 16/01/2024, ultima modifica 16/01/2024

Vicenza, 16 gennaio 2024 - Il viadotto di Ponte Alto transitabile anche durante i lavori di realizzazione della linea ferroviaria AV/AC. Lo chiedono a gran voce Provincia di Vicenza, Comune di Vicenza e Camera di Commercio, che hanno sottoscritto una lettera inviata a Iricav2 e RFI perché venga presa in considerazione una proposta a firma di Vi.Abilità Srl, braccio operativo della Provincia, che prevede la costruzione di un viadotto che, in due fasi successive, sostituisca il precedente, mantenendo sempre il collegamento Scaligeri-Sole, a ovest di Vicenza.

La proposta è stata presentata stamattina a palazzo Nievo dal presidente Andrea Nardin e il consigliere provinciale delegato Valter Orsi per la Provincia, Angelo Tonello per il Comune di Vicenza, Stefano Mottin e Alberto Magnabosco per Vi.Abilità Srl, Maurizio Schiavo della task force di esperti che sta seguendo il progetto AV/AC.

La premessa è questa: l’attuale progetto del 2° lotto AV/AC, attraversamento Vicenza, prevede la demolizione del viadotto di ponte Alto, sulla SP46 del Pasubio Scaligeri-Sole in corrispondenza dello scavalco della SR 11 e della ferrovia, per costruirne uno funzionale alla nuova linea ferroviaria. Durante i lavori di costruzione del nuovo viadotto, il traffico dovrebbe essere assorbito dai nuovi sottopassi di Olmo, Oreficeria e Arsenale e da una nuova rotatoria a raso lungo la SR11.

Un progetto che desta non poche preoccupazioni, visto che chiuderebbe l’asse portante della mobilità di tutto l’ovest della città, nel quale insistono la più grande zona produttiva dell’intera provincia, uno dei caselli più trafficati dell’A4 e la Fiera.

Di qui la volontà politica di Provincia e Comune, sostenute dalla parte economica rappresentata dalla Camera di Commercio, di trovare una soluzione meno impattante sul traffico. Compito affidato a Vi.Abilità. E dalla sinergia tra politica e tecnici è nata la soluzione progettuale presentata stamattina, che prevede che si realizzi un nuovo viadotto a una corsia di marcia a ovest dell’esistente (11 metri più a ovest di quello attualmente a progetto) da utilizzare mentre verrebbe demolito l’esistente. Una volta completata la demolizione del vecchio , si realizzerebbe l’allargamento del nuovo a due corsie per senso di marcia, rendendolo definitivo.

“In questo modo -sottolinea il presidente Nardin- l’asse Scaligeri-Sole rimane sempre transitabile, anche se a una corsia. Siamo in uno dei tratti stradali più trafficati della città e della provincia, nel principale attraversamento della linea ferroviaria Milano-Venezia. Chiuderlo significa congestionare il traffico su tutta la viabilità circostante. Il progetto di Vi.Abilità è di buon senso, frutto di un lavoro di squadra tra enti, tra parte politica e parte tecnica, per questo sono fiducioso che IricavDue e Rfi lo sosterranno. Tenendo anche conto che il costo non differisce da quanto programmato e anche i tempi rimangono gli stessi.”

“E’ lo stessa schema che abbiamo seguito per le strade provinciali Almisanese e sul Melaro -ha precisato Orsi- ridotto ad una corsia ma rimasto aperto al traffico. Uno schema che sta funzionando e che ha permesso ai cantieri AV/AC di procedere con impatto certo importante ma non disastroso sulla viabilità esistente. La Provincia sta diventando sempre più un interlocutore privilegiato di IricavDue e di Rfi e questo ci permette di avere una visione approfondita sull’intero percorso che interessa il territorio provinciale, intervenendo con forza laddove ci sia esigenza e garantendo la mobilità sul territorio.”

La parola passa ora a IricavDue e Rfi. “Siamo fiduciosi in una risposta positiva -hanno concluso i presenti- perché siamo certi che la nostra proposta rappresenti una sintesi tra gli interessi alla realizzazione di un’infrastruttura fondamentale per lo sviluppo del Paese e le legittime aspettative della comunità vicentina e del sistema economico-produttivo provinciale.”

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