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Liberato a Monte Berico un falco pellegrino

pubblicato il 06/11/2015, ultima modifica 06/11/2015
Salvato dalla piccola Nina che l'ha consegnato al Centro Rapaci della Provincia. Torna a volare dopo 4 mesi di cure.

Mattinata indimenticabile per i tanti cittadini accorsi al piazzale della Vittoria di Monte Berico e per la piccola Nina. In programma la liberazione di un esemplare maschio, adulto, di falco pellegrino (Falco peregrinus), che lo scorso 3 luglio era precipitato in un giardino di Creazzo con una vasta ferita ad un'ala, probabilmente a causa dell'impatto con un cavo. Oltre alla lacerazione della parte interna dell'ala, era stata rilevata una microfrattura, con interessamento articolare. Trovato da Nina, una piccola principessa Sissi con gli occhi azzurri e i capelli biondi, che subito avvertiva i nonni, i signori Modolo, di quell'imprevisto e bellissimo incontro. Il falco è stato affidato alla Polizia Provinciale e da questi consegnato nelle abili mani di Alberto Fagan, responsabile del Centro Rapaci della Provincia di Vicenza.

Non poteva essere un intervento di routine, considerate le condizioni critiche in cui versava il volatile, ma Fagan ha saputo curarlo con la perizia e la passione che lo contraddistinguono. Perfettamente guarito, il piccolo ma bellissimo rapace è stato lasciato libero dal balcone naturale di Monte Berico, subito dopo la liberazione di due poiane curate nel centro del lago di Fimon. Un breve volteggio poi dritta verso l'albero più alto della zona, da dove godere di una veduta giroscopica, più che panoramica. Da lì, grazie alla sua vista acutissima, il falco potrà controllare tutta l'area ed individuare le possibili prede, tortore e piccioni.

Accompagnato dai dirigenti provinciali Ferdinando Bozzo e Adriano Arzenton, dal funzionario Adriano Bertoletti e da due agenti della Polizia Provinciale, il Presidente della Provincia di Vicenza Achille Variati non ha voluto perdersi l'evento, complimentandosi con Fagan e sottolineando alla fine due aspetti.

“Il primo è la grande sensibilità delle persone, sempre più attente nel segnalarci questi ritrovamenti. Il fatto che sia stata una bambina testimonia della sicura attenzione sociale e naturalistica della sua famiglia, nonni compresi. E' importante che la gente collabori, è un valore aggiunto decisivo. Il secondo punto degno di attenzione è il lavoro svolto da Fagan e dalla nostra Polizia. Senza di loro non ci sarà nessuno che provvederà anche a questi interventi di recupero e cura, per i quali ci vogliono professionalità e passione. Mi sono battuto e continuo a farlo perché il Governo non prosegua sulla strada degli ulteriori tagli per 500 milioni di euro, questo significherebbe chiudere le Province. E di conseguenza chiudere anche questi servizi che oggi hanno portato qui tanti cittadini amanti della natura”.

Lui, Alberto Fagan, di rapaci ne ha curati e salvati più di un migliaio in questi anni. Numeri importanti, ma ancor più importante è quell'amore che ha permesso e permette di ridare il volo e la piena efficienza a tanti ospiti pennuti. “Per i rapaci come il falco pellegrino, specialisti delle picchiate, è indispensabile che la guarigione sia completa e che la funzionalità dell'ala sia recuperata appieno, altrimenti l'azione di caccia viene compromessa e il soggetto non riesce a catturare le sue prede”. La differenza tra la vita e la morte è un orizzonte sottile. Il falco Nino, in onore della piccola benefattrice, tornerà così a dominare il proprio territorio, un territorio urbano, come avviene sempre più spesso per i rapaci, che trovano proprio in città le loro prede (tortore e piccioni). È in atto un interessante fenomeno di ripopolamento spontaneo delle città da parte di varie specie di fauna selvatica: faine, gufi, allocchi, falchi. Sono tutti predatori che vivono dove possono trovare facilmente le loro prede e che non si lasciano intimidire dai rumori o dal movimento frenetico che caratterizza i nostri centri abitati.