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Neet: sfida aperta contro i giovani inerti

pubblicato il 05/02/2016, ultima modifica 05/02/2016

Mettersi in gioco, cambiare passo e iniettare fiducia.
E' questa la ricetta su cui stanno lavorando gli operatori veneti dei centri per l'impiego, impegnati oggi e domani nella sede della Provincia di Vicenza con il progetto europeo Neet.
Dipendenti pubblici e privati a cui è affidata una sfida ambiziosa: occuparsi dei Neet, ossia i giovani dai 15 ai 29 anni che non studiano, non lavorano, non sono inseriti in percorsi di formazione (Not engaged in Education, Employment or Training). Un esercito di “immobili” che in Italia sfiora i 2 milioni: una vera e propria piaga che, se non curata, è destinata ad aggravarsi con ricadute devastanti sia dal punto di vista sociale che economico.

Di qui l'intervento dell'Unione Europea con il Progetto Neet, a cui aderiscono 5 Stati: Italia (con le Province di Vicenza e Matera), Spagna, Grecia, Portogallo e Polonia.
L'obiettivo è di fornire agli operatori dei centri per l'impiego strumenti utili per confrontarsi in maniera costruttiva con questi giovani demotivati. Strumenti che sono, prima di tutto, relazionali e psicologici, per arrivare a cuore e testa dei Neet e smuoverli dal torpore dell'inerzia.
Una iniezione di fiducia, appunto. Come ha ben detto la formatrice Fausta Cirigliano. “Prima ancora di proporre un lavoro o un corso di formazione, è necessario che i giovani capiscano che si tratta di opportunità che stiamo offrendo loro. Altrimenti è tempo perso.”

Strategico è quindi il ruolo degli operatori dei centri per l'impiego. Non burocrati, né freddi intermediari tra domanda e offerta di lavoro, ma attori principali delle politiche attive del lavoro, da cui dipende in gran parte la riuscita o meno di progetti di inserimento lavorativo. “Un lavoro in trincea -lo ha definito il Vicepresidente della Provincia Morena Martini che ha portato il saluto del Presidente Achille Variati- che va valorizzato, soprattutto in questo periodo di grandi riforme che non stanno risparmiando neppure i centri per l'impiego. Deve cambiare la percezione delle politiche del lavoro, deve cambiare l'approccio alla formazione, che deve essere intesa come momento di crescita. Ma dobbiamo farlo noi politici per primi, infondendo negli operatori quella motivazione e quella fiducia che, sole, possono cambiare il destino dei giovani neet e, di conseguenza, della nostra Nazione.”

La grande affluenza di operatori provenienti da tutto il Veneto questa mattina in Provincia è già un buon segno. D'altra parte, ricorda la Martini, la Regione Veneto è sempre stata in prima linea nelle politiche attive del lavoro. Un esempio su tutti Garanzia Giovani: oltre 57mila giovani veneti si sono iscritti al progetto e 28mila hanno avuto occasioni di lavoro (dati al 31.12.2015).

La sfida successiva, ancor più ambiziosa, è la riforma della scuola, “perchè sia veramente un ponte verso il mondo del lavoro, con cui deve dialogare e confrontarsi” conclude la Martini.