Programma

               IL PROGRAMMA

     UN CASTELLO, UNA VILLA, UN’OFFICINA
         Poesie sulla porta di casa



             Venerdì 23 maggio, ore 21.00

           Armando nel cerchio di piombo

   Armando Romero legge da Il colore dell’Egeo (Sinopia, 2014)

         con Stefano Strazzabosco, Claudio Cinti

    e il Sestetto di pedaline diretto dal Maestro Giovanni Turria

         L’Officina arte contemporanea - Vicenza




             Venerdì 6 giugno, ore 18.00

                 Un altro Veneto

Antologia di poeti in dialetto tra Novecento e Duemila (Cofine, 2014)

         con Matteo Vercesi, Maurizio Casagrande

             e Patrizia Laquidara (voce)

      Villa Cordellina Lombardi – Montecchio Maggiore




             Venerdì 13 giugno, ore 21.00

                Castelli di carta

           con Luciano Caniato, Luigi Bressan

           e Michele Sguotti (viola, violino)

    Castello della Villa o di Romeo – Montecchio Maggiore*

*in caso di pioggia l’incontro si terrà presso la Chiesa Parrocchiale di Sovizzo Colle
                       I POETI


                               un poeta sta sempre / su la porta de casa
                                           Giacomo Noventa


ARMANDO ROMERO

“La poesia di Armando Romero – afferma il grande poeta colombiano Alvaro Mutis – non ha
antecedenti in qualsiasi scuola nota o gruppo. Nella sua poesia non sono mai riuscito a trovare
radici, testimonianze che riconducano ad altri, visioni riprese o rielaborate da altri. Nella poesia di
Armando Romero c’è un modo di narrare un mondo che è tutto suo, personalissimo e profondo.
Nelle sue poesie vivono storie di vita vissuta, c’è desolazione e amore, disordine e gioia, orme di un
uomo che cammina tra la gente”.
“È un fatto indiscutibile – scrive Martha L. Canfield nell’introduzione italiana a La radice delle
bestie, folgorante raccolta di piccoli racconti di Romero edita da Sinopia – della storia letteraria
ispanoamericana che il surrealismo, fra tutte le avanguardie storiche, è quello che ha lasciato
un’eredità più vasta e duratura. Ed è attraverso questa linea oscura ma costante dell’immaginario
ispanico che emerge la prosa sconvolgente e affascinante di Armando Romero. La lezione del
surrealismo lo porta con insolita irriguardosa fermezza all’incontro di quell’animalità profonda che
giace dentro di noi, schiacciata o rimossa dai principi della civiltà e della cultura. Il Cane andaluso
di Buñuel e il Minotauro di Picasso lo precedono; il Manuale di zoologia fantastica (1957) di Jorge
Luis Borges e il Bestiario (1959) del messicano Juan José Arreola lo accolgono festosamente in
quella dimensione in cui le forme incontrollabili del sogno sposano la perizia del gioco verbale.
Così, sogno e poesia, mito e gioco, realtà e astrazione dal reale producono pezzi di bravura che, una
volta superato l’incantesimo iniziale, ci lasciano a meditare a lungo”.

Romero è stato esponente del Gruppo Nadaista, movimento letterario di avanguardia sviluppatosi
negli anni Sessanta nel suo Paese, la Colombia. La vita lo ha poi portato a viaggiare e soggiornare
anche a lungo in persi paesi del continente americano, in Europa e in Asia. Da molti anni risiede
negli Stati Uniti, dove insegna all’Università. Molte le raccolte poetiche pubblicate a iniziare dal
1975 in persi Paesi del Sud America, alternate a romanzi e racconti. Il romanzo La rueda de
Chicago gli ha fatto ottenere il Premio per la miglior opera d’avventura al Latino Book Festival di
New York del 2005.
Le sue opere sono tradotte in numerose lingue: inglese, italiano, francese, portoghese, greco, arabo,
rumeno, tedesco. In Italia i suoi libri sono editi dalla casa editrice veneziana Sinopia.
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MAURIZIO CASAGRANDE

(Padova 1961) insegna Lettere nelle scuole superiori. Dopo la laurea in filosofia ha maturato
interesse per la letteratura e la poesia occupandosi, in sede critica, di poeti e scrittori contemporanei
attraverso la collaborazione con riviste quali “ Atelier”, “La Battana”, “Tratti”, “La Clessidra”. Per
Il Ponte del Sale ha curato nel 2006 il volume di interviste In un gorgo di fedeltà. Dialoghi con
venti poeti italiani, fotografie di Arcangelo Piai. Nel 2011 ha pubblicato il libro di poesie Sofegòn
carogna (Il Ponte del Sale).
MATTEO VERCESI

Dottore di ricerca in Italianistica e Filologia classico–medievale, è docente a contratto all’Università
di Trieste e cultore della materia presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università “Ca’
Foscari” di Venezia.Segretario di redazione della rivista internazionale «Letteratura e dialetti» e
redattore di «Studi Mariniani», ha al suo attivo pubblicazioni in opere collettive e in varie riviste
riguardanti la letteratura in volgare del Due e del Trecento e la poesia novecentesca e
contemporanea. Ha studiato prevalentemente la riscrittura letteraria di figure e tòpoi della mitologia
classica e della tradizione biblica, la figura di Alessandro Magno nella letteratura medievale e la
poesia in dialetto, con particolare attenzione agli autori di area veneta. Nel 2007 ha vinto il Premio
Nazionale “Biagio Marin” per la sezione dedicata alla saggistica ed è pentato socio dell’omonimo
Centro Studi di Grado. Fa parte della giuria del Premio Antonio Fogazzaro “Poesia edita in lingua e
in dialetto”.

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LUIGI BRESSAN

E' nato ad Agna (Pd) nel 1941 e vive a Codroipo (Ud), dove ha insegnato Materie letterarie e Latino
nel Liceo scientifico. Ha pubblicato alcune opere di poesia nel dialetto del suo paese d’origine: El
canto del tilio (Campanotto, 1986 – Premio S.Vito al Tagliamento); El zharvelo e le mosche (Boetti
& C., 1990; pref. di Giovanni Tesio); Che‘fa la vita fadiga (Edizioni del Leone, 1992); Maraeja
(Grafiche Campioli, 1992); Data (Biblioteca Cominiana, 1994; pref. Di Luciana Borsetto); Vose par
S. (Collana “La barca di Babele”, 2000; pref. di Franco Loi – Premio Lanciano). In italiano è autore
della raccolta Quando sarà stato l’addio? (Il Ponte del Sale, 2007).
E’ presente in varie antologie, tra cui Nuovi Poeti Italiani, a cura di Franco Loi, Einaudi, Torino,
2004. Ha fatto parte della redazione della rivista di letterature dialettali “Diverse Lingue” e ha
diretto la collana di poesia “La Barca di Babele” per il Circolo culturale di Meduno, in Friuli.


LUCIANO CANIATO

E' nato a Pontecchio Polesine (Rovigo) nel 1946 e vive a Conegliano. Ha insegnato Materie
Letterarie nella scuola pubblica e ha collaborato a molti periodici scrivendo perlopiù di storia e di
letteratura. Tra le sue raccolte poetiche, ricordiamo E maledetto il frutto (Bertani, 1980); La siora
nostra morte corporale (Campanotto, 1992; Premio San Vito al Tagliamento); 1998. Ictus; Via ‘zo,
(poemetti in dialetto; in In forma di parole, a cura di Gianni Scalia, 1998); Medaiún et alia
(Marsilio, 2002); Maliborghi (Il Ponte del Sale, 2010). Presente in numerose antologie, Caniato è
anche autore di testi teatrali, soprattutto per le scuole,e curatore di mostre documentarie e
fotografiche.