Quello che fino a qualche tempo fa poteva sembrare catastrofismo di maniera è oggi uno scenario purtroppo reale. A confermarlo gli studio sulle variazioni climatiche degli ultimi decenni e pure la cronaca giornalistica, che anche alle nostre latitudini (vedi la frana dello scorso anno a Recoaro Terme) non manca di registrare episodi e fenomeni preoccupanti.
“E' uno scenario – sottolinea l'Assessore Provinciale alle Risorse Idriche Paolo Pellizzari – con il quale dobbiamo imparare a convivere dal momento che il surriscaldamento degli Oceani, e del Mediterraneo in particolare, sta determinando conseguenze imprevedibili ma decisive, come ad esempio lo spostamento più a nord dell'anticiclone delle Azzorre con conseguente inserimento di quello libico, che porta quel caldo insopportabile,e, quando questo perde di intensità, delle correnti fredde dell'Atlantico, portatrici di piogge”.
Dati e studi che venerdì 9 aprile, a partire dalle ore 15, verranno illustrati a villa Cordellina Lombardi di Montecchio Maggiore da Giampiero Maracchi, ordinario della Facoltà di Agraria di Firenze, che in un convegno organizzato dalla Provincia di Vicenza ed in collaborazione con l'Accademia Olimpica spiegherà i cambiamenti climatici su scala globale e nazionale.
“Maracchi e non a caso – continua Pellizzari – trattandosi di uno degli esperti più preparati e rigorosi del settore. Il fulcro, però, è proprio l'argomento. I cambiamenti climatici ci toccano sempre più da vicino. La modifica nella composizione dell'atmosfera causata dall'immissione di gas che trattengono la radiazione terrestre, comporta una variazione del clima a vari livelli. Le conseguenze sono l'innalzamento delle temperature, la modifica della piovosità con siccità invernale e rovesci fortissimi, vere e proprie bombe d'acqua, anticipazione delle primavera biologica ed altro”.
Occasione per un quadro scientifico completo, il convegno fornirà anche alcuni “consigli pratici” per evitare di ritrovarsi quanto meno al centro della cronaca. “Dal punta di vista pratico – conclude l'Assessore – dobbiamo cominciare a prendere atto che dobbiamo rapportarci con questa realtà nella costruzione di opere di contenimento, per quanto riguarda la stessa dimensione standard delle sezioni delle tubature che, pur a fronte di una riduzione dei giorni di precipitazioni, debbono sopportare un maggiore volume di acqua quando queste si verificano, nella prevenzione dei rischi ambientali – e quanto successo in Sicilia o in Calabria si è già verificato a Recoaro dove è venuta giù una montagna solo che qui non c'erano case - ed anche per la ricarica delle falde”.
Informare per prevenire, curare sarebbe già tardi.
]]>Continua l'azione di sensibilizzazione sull'uso intelligente della grande ricchezza idrica vicentina da parte dell'Assessorato Provinciale alle Risorse Idriche sulla grande ricchezza idrica vicentina. Dopo piazza dei Signori a Vicenza, stavolta sarà il lago di Fimon ad ospitare, nella Domenica delle Palme, l'intera manifestazione. Non a caso, visto il grande impegno di palazzo Nievo nel recuperare e valorizzare al meglio questo sito sotto il profilo ambientale, ittico, turistico e associativo.
“Volevamo proporla – sottolinea l'Assessore Paolo Pellizzari – il 22 Marzo, in occasione della Giornata Mondiale dell'Acqua, invece per motivi meteorologici l'abbiamo spostata a domenica. Sarà una grande kermesse per spiegare cosa significa per noi Vicentini questo bene, quali sono le criticità, quali i comportamenti, anche privati, da adottare, e che tipo di politiche stiamo mettendo in atto per assicurarne la piena fruizione anche nel futuro. Per questo siamo debitori di un grosso grazie al comune di Arcugnano nelle persone del Sindaco Paolo Gozzi, del Vice-sindaco Federico Bedin e dell'Assessore all'ambiente Giovanni Reato per la sensibilità dimostrata e la collaborazione decisiva”.
Organizzata assieme ai Gestori dei Servizi Idrici Etra, AVS, Acque Vicentine, agli AATO Brenta e Bacchiglione, al Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta, al gruppo speleologico Proteo ed al gruppo grotte Trevisiol, al CAI di Vicenza, a Vi.Energia, al CONI e alla Lega Navale sezione di Vicenza, la giornata vedrà la presenza attiva della municipalità arcugnanese attraverso amministratori e associazionismo, tra cui Pro Loco, Protezione Civile ed Alpini.
“Ad ognuno il suo compito. Per quanto riguarda la Provincia la nostra è un'esigenza di divulgazione. Su questo ognuno interverrà curando un aspetto particolare”.
Si va dai bicchieri d'acqua distribuiti dall'azienda di casa AIM, alla ricognizione affascinante ma per certi versi sconfortante del gruppo Proteo sulle oltre 4000 grotte naturali del Vicentino, all'impegno intelligente dei pescatori del Bacino B che mostreranno al pubblico esemplari di oltre 1,50 metri di siluro catturati nello specchio lacustre - “recentemente abbiamo tirato su qualcosa come 7 tonnellate di esemplari di questa specie” - e l'avannotteria creata in luogo del depuratore, primo caso in Italia; alla gita in barca a vela offerta dai soci della Lega Navale che coglierà l'occasione, come conferma il presidente Giorgio Xodo, per offrire anche una piccola mostra delle barche nautiche più significative: dal kayak al tridentino ad un Sandolo Veneziano interamente costruito da un associato.
Ancora, nei vari stand si potrà ammirare un casetta con pannelli fotovoltaici (Vi.Energia), avere gratuitamente riduttori di flusso per i rubinetti (Provincia), ammirare il modello idraulico del ciclo dell'acqua in scala (Alta Pianura Veneta).
I punti di ristoro sono affidati ai giovani della Pro Loco, presenti nel lato sud (torte, focacce e dolci pasquali) e alle penne nere che prepareranno panini con sopressa, forse una porchetta, e sicuramente proporranno una farmacia alpina a base de quel bon.
Si potrà arrivare in auto e parcheggiare, per la simbolica cifra di un euro per tutto il giorno, nei 3 parcheggi creati per l'occasione.
Per i bambini anche giostre gonfiabili offerte dal Cai e per tutti la possibilità di una gita panoramica sul trenino messo a disposizione gratuitamente dalla Provincia di Vicenza.
Saranno montati anche dei pannelli con alcuni slogan. Perché in ogni gita fuori porta non deve mancare la consapevolezza di quello che si trova e si rischia anche di perdere. Dunque tutti al lago di Fimon, per una domenica spensierata e responsabile. “E il prossimo anno – conclude l'Assessore Pellizzari – vorrei portarla nella zona delle sorgenti del Bacchiglione. C'è davvero tanto da conoscere e da vedere nella nostra bella provincia”.
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Nella foto, da sinistra: Roberto Pedron, Vincenzo Restaino, Antonio Mondardo, Alberto Piccoli
A fare gli onori di casa l’Assessore Provinciale ai Beni Ambientali Paolo Pellizzari: “Il prossimo aprile –ha esordito l’Assessore- attendiamo la visita dei Commissari Europei che verranno a controllare in che modo stiamo impegnando il contributo che ci hanno assegnato. Per loro, ma anche e soprattutto per i vicentini e per il nostro territorio, è necessario che ci mettiamo al lavoro quanto prima”.
Così, per razionalizzare al meglio gli interventi, già stamattina i partner si sono divisi i compiti. A partire da aprile la Provincia di Vicenza, a cui spetta il coordinamento dell’intero progetto, darà il via alle indagini ambientali, necessarie perché gli interventi abbiano maggiore efficacia. Veneto Agricoltura e Servizio Forestale Regionale si occuperanno della salvaguardia dei prati aridi, ossia quelle macchie di terreno che conservano una biodiversità particolare. I prati aridi sono minacciati dall’invasione del bosco, per cui la prima cosa da fare è ripulirli. E, visto che si tratta di aree di pregio ambientale, si è scelto un metodo “verde”, cioè le capre, che si nutriranno di tutte quelle specie arboree non originarie di questi luoghi. A cura del Servizio Forestale sarà anche la manutenzione degli acerofrassineti, mentre Veneto Agricoltura si occuperà di produrre in serra la saxifraga berica, una pianta erbacea dal fiore bianco che cresce solo nei colli Berici. L’obiettivo è ripopolare i colli di una specie verde originaria oggi in via d’estinzione.
Il Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta sarà impegnato nel recupero delle pozze d’acqua, usate un tempo a fini agricoli, per abbeverare gli animali, oggi importanti per la fauna (anfibi, uccelli). A suo carico sarà anche la naturalizzazione di corsi d’acqua artificiali nella val Liona, nei territori di Orgiano e Grancona.
La prima azione che verrà realizzata riguarda però la sistemazione dei 130 km di sentieristica nei colli. L’intervento sarà a cura del Servizio Forestale, su tracciati indicati dai Comuni interessati che la settimana prossima saranno invitati ad apposita riunione operativa. In particolare, si tratta dei Comuni di Altavilla Vicentina, Arcugnano, Brendola, Castegnero, Grancona, Longare, Nanto, Orgiano, San Germano dei Berici, Villaga e Zovencedo.
“Si tratta di un progetto vasto –conclude l’Assessore Pellizzari- con cui ci proponiamo non solo di salvaguardare un territorio rimasto perlopiù integro, ma anche di recuperarne le tipicità sia per quanto riguarda le specie arboree che la fauna. L’impegno è notevole, ma la collaborazione di enti e organismi che bene conoscono i nostri colli è garanzia di un buon risultato.”
]]>L'Assessore alle Risorse Idriche ed Energetiche Paolo Pellizzari ribadisce l'obiettivo della Provincia di Vicenza di anticipare le indicazioni di Kyoto per arrivare in pochi anni all'autosufficienza energetica da fonti rinnovabili del proprio patrimonio e alleggerire in maniera sostanziosa la bolletta di un milione di euro annua ad oggi pagata dall'Ente, fra scuole, edifici e illuminazione pubblica.
Parole sostanziate dai fatti, come la firma, questa mattina nella Sala Giunta di palazzo Nievo, dell'accordo con Vi.Energia per la progettazione, installazione e gestione di un impianto fotovoltaico su 6 istituti superiori del territorio vicentino. Si tratta dell'Einaudi di Bassano del Grappa, del De Fabris di Nove, del Garbin di Schio, del Boscardin e del Da Schio di Vicenza ed infine del Masotto di Noventa Vicentina.
“Si tratta di strutture con una potenza di picco di 19.32 kW, formato da 84 pannelli da 230 W ciascuno e che occupa una superficie di 300 metri quadrati circa con una produzione energetica di oltre 20.000 kWh all'anno. Ogni impianto eviterà l'emissione di oltre 10.000 kg di anidride carbonica all'anno. L'amministrazione provinciale non dovrà sostenere alcun onere finanziario, mentre godrà da subito del minor assorbimento elettrico della rete. Si parte subito dopo la firma e si consegneranno gli impianti in autunno”.
A rendere ciò possibile l'intervento delle 10 banche territoriali vicentine, in gran parte presenti alla sottoscrizione dell'accordo siglato dall'Assessore Pellizzari e dal Presidente di Vi.Energia Franco Miranda. Dalle banche di credito cooperativo di Romano d'Ezzelino, del Centro Veneto, di Quinto Vicentino, di Campiglia, di Pojana – presenti i presidenti Umberto Martini, Flavio Stecca, Franco Forte, Gabriele Ferrari e Giancarlo Bersan – e dalla Cassa Rurale di Brendola, rappresentata da Silvano Godi, alla Bcc di Pedemonte, alla Banca dell'Alto Vicentino di Schio, alla Banca di S.Giorgio e Valle Agno ed alla Cassa Rurale di Roana. A loro, attraverso Vi.Energia, saranno trasferiti i proventi del Conto Energia fino all'ammortizzamento dell'investimento, calcolato in circa 500mila euro.
Soddisfatto anche l'Assessore all'Edilizia Scolastica Nereo Galvanin, che ha ricordato gli interventi svolti nell'ampliamento della Ceccato di Montecchio Maggiore e per il teleriscaldamento all'interno del Polo Universitario e la sensibilità manifestata sull'argomento dagli Studenti Vicentini. Del resto sono proprio quest'ultimi, attraverso le strumentazioni di controllo installate negli istituti,a rendersi per primi conto cosa significhi un impianto fotovoltaico in termini di produzione e risparmio.
Da Franco Miranda l'assicurazione di un intervento di qualità su tutta la componentistica, fondamentale per la durata e la resa di ogni impianto. "E se i dirigenti bancari – per tutti ha parlato il dottor Umberto Martini – plaudono anche all'aspetto educativo, per i dirigenti scolastici, rappresentati dai professori Enrico Delle Femmine e Mauro Maria Perrot, la speranza che questo accordo costituisca un buon viatico per continuare ad investire risparmiando nelle Scuole”.
]]>L’Assessore Provinciale all’Ambiente Antonio Mondardo interviene in merito al recente protocollo per l’acqua minerale sottoscritto da alcuni sindaci vicentini e veneti.
Apprendo dalla stampa che un comune vicentino si è fatto promotore di una campagna a difesa dell’acqua minerale che sta interessando tutto il Veneto.
Pregevole, se così si intende difendere la nostra acqua e i nostri lavoratori.
Meno pregevole se l’operazione si traduce in difesa di una lobby. Perché di questo, alla fine, si tratta. Una lobby di imprenditori, neppure locali, che trovano pubbliche amministrazioni pronte a spendersi in prima persona per i loro interessi. Che, ricordiamolo, sono anche e soprattutto interessi privati ed economici, per quanto la fortuna del singolo si ripercuota positivamente anche nella comunità.
Per lo stesso motivo, però, si potrebbe abbracciare la causa di altre aziende locali, privilegiando, magari, quelle di proprietà di imprenditori vicentini o veneti. Non serve cercare tanto per trovarle, con lo stesso indotto e con le stesse lavorazioni “pulite”, e magari con la stessa o con maggiore esigenza di avere al proprio fianco un ente pubblico disposto a “sponsorizzarle” in un momento in cui pochi se la passano bene, almeno dal punto di vista economico. Per non parlare di chi coltiva la terra, alleva animali, gestisce agriturismi, conduce malghe, produce formaggi o salumi o uno dei tanti cibi tipici del nostro territorio: non sono forse tutti questi imprenditori eccellenze locali, fonte di occupazione e volano di immagine naturalistica del vicentino?
Certo, la nostra acqua è buona, nasce in ambienti protetti e incontaminati ed è una preziosa risorsa per il nostro territorio e per la nostra comunità. Ma se questo discorso è vero per l’acqua che viene imbottigliata, nondimeno è valido per l’acqua che esce dai nostri rubinetti. Viva l’acqua del Sindaco, allora, che è costantemente monitorata, arriva diretta nelle nostre case e costa poco, che di questi tempi è un pregio da non sottovalutare.
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Sulla richiesta di una ditta privata di realizzare una centrale idroelettrica da 3.650.000 KWh/anno, sul tratto terminale del torrente Civetta e con restituzione sul torrente Astico a circa 1.3 Km più a valle, l'Assessore Provinciale alle Risorse Idriche Paolo Pellizzari esprime più di una perplessità. Detto che l’impianto è del tipo ad acqua fluente e prevede in sintesi uno sbarramento d’alveo del torrente val Civetta, un'opera di presa costituita dal canale adduttore, sghiaiatore e dissabbiatore, va sottolineato come ad una ventina di metri più a valle dell’opera di presa hanno inizio le cascate della Val Civetta, che verrebbero pertanto “chiuse” con conseguenze importanti, se non addirittura pesanti sotto il profilo paesaggistico ambientale.
“Il torrente Civetta – sottolinea Pellizzari - scende dall’Altopiano dei Fiorentini e confluisce nell’Astico, di cui è il principale affluente, subito a valle dell’abitato di Lastebasse, alimentandolo nei periodi di magra. La presenza di fauna ittica è significativa (trota fario, scazzone, rari esemplari di trota marmorata) e nel Civetta si attuano importanti attività ittiogeniche”.
Una premessa necessaria alle osservazioni, ben 19!, che motivano la riserva dell'Assessorato riguardo all'opera e alle motivazioni addotte. Nel mirino la mancanza della valutazione dell'impatto cumulativo con altri elementi di pressione ambientale già attivi sul territorio in oggetto (ed esempio la cava al termine della Val Civetta e la strada di fondovalle), l'inattendibilità scientifica dei dati idraulici di portata, risalenti a 10 anni fa e proposti da un privato, la mancanza dei dati di evapotraspirazione e dell'analisi circostanziata delle curve di durata che sintetizzano le disponibilità idriche presenti nel bacino.
“Non c'è, inoltre, una valutazione adeguata relativa all’impatto della diminuzione di portata sull' Astico che per giunta in periodi di magra resterebbe praticamente in secca per tutto questo tratto. Questo lede anche il diritto dei pescatori di esercitare la propria passione in quella sezione di fiume in pratica per tutto l'anno. Non c'è poi un'analisi costi-benefici ma solo costi, manca ogni riferimento ai fabbisogni energetici che determinano la necessità dell’impianto e la valutazione di alternative strategiche, non si tiene conto dell’impatto che il progetto può avere in primis sul corso d’acqua”.
Per non parlare della riduzione del valore paesaggistico dell'area, che oggi esercita un sicuro richiamo turistico come dimostrano diverse pubblicazioni. Le cascate della Val Civetta, tra le poche presenti in Provincia di Vicenza (altra molto frequentata cascata è la “Montagna spaccata” a Recoaro), costituiscono un sito di particolare fascino turistico, ma una cascata senza acqua è solo una parete rocciosa come tante, priva di grande interesse.
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Mondardo ne è così convinto che sottoporrà queste riflessioni anche al Ministro dell'Agricoltura Luca Zaia, atteso nella prestigiosa sede di rappresentanza della Provincia di Vicenza. “Gli enti locali hanno un grande peso nella promozione della politica energetica in favore delle fonti rinnovabili. Si è detto anche durante l’ultimo vertice sull’ambiente a Copenaghen lo scorso dicembre: oggi il 50% dei consumi energetici gravita nelle competenze dell’ente territoriale. Significa che il nostro peso si misura nell’uso concreto che facciamo dell’energia prima ancora che in termini di sensibilizzazione dei privati. Va da sé che combinando questo anche con una politica dei trasporti diversa, quello che oggi è un punto di debolezza del sistema Veneto potrebbe diventare a breve un momento qualificante di forza”.
]]>Quest’ultimo aspetto, in particolare, è stato sviluppato nel corso di quattro laboratori realizzati con l’ausilio della società Utilya Srl di Lonigo e della cooperativa Atlante di Montecchio Maggiore. I Comuni si sono confrontati in merito a temi specifici di carattere particolarmente ostico:
- l'assimilazione dei rifiuti speciali agli urbani e le ricadute sull'applicazione della tassa/tariffa;
- la gestione della raccolta differenziata in occasione di grandi eventi, mercati e sagre;
- la gestione della multiculturalità nell'ambito del servizio di raccolta rifiuti comunale
- l'ecocentro: costo economico o risorsa di bilancio?
“Ciò che chiaramente è emerso da questi incontri – sottolinea l’Assessore Provinciale all’Ambiente Antonio Mondardo - è l’esigenza che i Comuni hanno a non essere lasciati soli nella gestione della raccolta dei rifiuti, consapevoli delle imponenti ricadute ambientali che una buona, o cattiva, amministrazione può comportare. E’ fondamentale un continuo confronto, lo scambio di buone pratiche, ma anche la ricerca condivisa di risposte omogenee a problematiche che tutti i Comuni si trovano ad affrontare e che, spesso, solo se gestite in maniera unitaria possono portare risultati significativi.”
Di qui la volontà della Provincia di mettersi a disposizione per un coordinamento e un continuo aggiornamento.
Il prossimo appuntamento è già fissato per giugno a Villa Cordellina Lombardi di Montecchio Maggiore, sede di rappresentanza della Provincia, per un convegno con esperti del settore e con una testimonial d’eccezione, la campionessa mondiale di ciclismo Tatiana Guderzo, che consegnerà l’attestato di merito a tutti i corsisti che hanno superato l’esame finale. Ma non mancheranno, nei prossimi mesi e anni, altre giornate di confronto e approfondimento. “Una seria e concertata organizzazione della raccolta dei rifiuti –conclude l’Assessore Mondardo- è molto più utile all’ambiente di sporadiche prese di posizione contro il traffico o contro lo spreco di energia. Certo, iniziative d’impatto possono essere uno stimolo per i cittadini, ma il rispetto per l’ambiente va costruito giorno per giorno”.
]]>L’Assessorato alla Viabilità della Provincia di Vicenza ha programmato questo appuntamento, coinvolgendo la Federazione Italiana Amici della Bicicletta – FIAB Onlus, per tenere a battesimo il primo progetto del Masterplan della Ciclabilità provinciale, desiderando condividerne i propositi e le finalità con amministratori comunali del territorio vicentino, rappresentanti delle forze dell’ordine e delle associazioni di categoria, e con altri stakeholders presenti tra il pubblico.
Anticipato dal saluto di Massimo Derai, dirigente della Direzione Mobilità e Infrastrutture della Regione del Veneto, e moderato dal direttore di Studio Centro Veneto Toni Brunello, il convegno si è aperto con gli inteventi dell’Assessore alla Viabilità Costantino Toniolo e del Presidente di Fiab Antonio Dalla Venezia.
“Questa Amministrazione – ha affermato Toniolo - ha inserito fra i suoi obiettivi di mandato lo sviluppo della ciclabilità su scala provinciale, fermamente convinta della necessità di stimolare la crescita di una cultura diffusa della mobilità alternativa e sostenibile. Il Masterplan, ufficializzato in questi giorni con la pubblicazione del bando atto ad individuare i professionisti cui affidare l’incarico, intende proporsi quale prezioso strumento di pianficazione e di coordinamento per mettere in rete differenti livelli di ciclabilità. L’obiettivo è di programmare gli sviluppi futuri della rete ciclabile provinciale, integrandola ed armonizzandola con i percorsi ciclabili urbani in un’ottica di compartecipazione e di sinergia tra attori diversi”.
Dalla Venezia, Presidente della Federazione Italiana Amici della Bicicletta, ha ricordato il ruolo fondamentale che hanno le Province nello sviluppo della ciclabilità: “un buon piano provinciale di percorsi ciclabili non è mai fine a se stesso ma integra tutti i livelli, da quello locale con i piani dei singoli comuni a quello a più ampio respiro dei piani regionali o delle grandi reti nazionali ed europee, come Bicitalia ed Eurovelo. La ricaduta positiva più evidente di un masterplan provinciale è il coordinamento che una provincia può attivare nei confronti dei collegamenti intercomunali, che spesso rischiano di essere lasciati alla buona volontà dei comuni e quindi risultare frazionati e scollegati se non organizzati da un piano”.
Alle relazioni di Marco Passigato, esperto di pianficazione ciclabile e mobility manager dell’Università di Verona, e di Francesco Seneci, esperto in ciclabilità e moderazione del traffico (NetMobility), il compito di entrare concretamente nel merito delle riflessioni preliminari che devono sottendere un biciplan territoriale e di sviscerare conseguentemente i contenuti e gli obiettivi essenziali su cui strutturarlo. Mentre Passigato ha precisato l’importanza di definire in modo chiaro, sin dalla prima fase progettuale, la funzione demandata alla futura rete ciclabile provinciale – trasportistica, cicloturistica, o piuttosto un equilibrato mix di entrambe – tenendo a mente i diversi target di utilizzatori, Seneci ha individuato nella concertazione tra le parti e nella stesura di un progetto coordinato di comunicazione (sia sotto il profilo della segnaletica che del marketing) alcuni elementi chiave per la buona riuscita del piano.
Sulla sfera della socialità, ed in particolar modo sulle positive ricadute in termini di differenziazione e di crescita turistica del territorio di pertinenza, si è invece soffermato il contributo di Pierpaolo Romio. Il responsabile programmazione di Girolibero, tour operator con base a Vicenza specializzatosi in vacanze sulle due ruote in tutta Europa, ha testimoniato come la bicicletta ben rappresenti un mezzo per riscoprire e valorizzare il territorio e, qualora abbinata ad una rete ciclabile estesa e ben progettata, un elemento su cui poter fondare una valida offerta turistica.
In conclusione, prima di lasciare spazio al dibattito finale, il convegno di Villa Cordellina ha ospitato Annarosa Rizzo dell’Ufficio Ciclabili - Provincia di Mantova. La provincia lombarda, già al lavoro su una pianificazione ciclabile provinciale attenta a mettere in rete i singoli progetti comunali, può rappresentare di fatto un caso virtuoso, neppure troppo lontano, a cui il nascente Masterplan berico può guardare per lo sviluppo delle infrastrutture e degli orizzonti futuri.
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