piano-protezione-civile-crespadoro-def-feb21.pdf
Percorso di redazione del Piano
Raccolta informazioni, interpellando i numerosi detentori di informazioni utili: dalla
Regione al Genio Civile passando per Arpav, Acque del Chiampo, Ulss, Enel,
Camera di Commercio e tanti altri;
Organizzazione dei dati classificati e ordinati seguendo le indicazioni della
Provincia di Vicenza. I dati sono stati inseriti in un database regionale, dove il
Comune è pentato un “tassello” del grande puzzle regionale;
Sintesi dei dati, inpiduando 14 “scenari di rischio”. Questa parte può pentare
uno speciale “manuale di istruzioni” di autoprotezione della popolazione;
Redazione di cartografie dettagliate per conoscere la corretta dislocazione di
chiese, aziende, scuole, vie, torrenti, ma anche luoghi sicuri dove la popolazione
può trovare supporto o ricovero;
Elaborazione di 14 tabelle, chiamate “modelli di intervento”, una per ogni
scenario di crisi prevedibile, a disposizione del COC.
2
3
4
Cos’è la protezione civile
5
Gravità degli eventi: A – B - C
6
Valutazione del rischio: grado di
a
pericolosità a Crespadoro (1 parte)
●
Rischio sismico: rilevante
●
Rischio blackout: bassa/media
●
Rischio meteo (neve e ghiaccio): media
●
Rischio meteo (grandinate e trombe d’aria): bassa
●
Rischio incidenti stradali: bassa
●
Rischio incidenti rilevanti e industriale: bassa
●
Rischio da trasporto merci pericolose: bassa
●
Rischio allagamenti da fiumi maggiori: per nessun cittadino
●
Rischio allagamenti da pioggia intensa: medio-bassa
7
Valutazione del rischio: grado di
a
pericolosità a Crespadoro (2 parte)
●
Rischio interruzione servizi a rete: bassa
●
Rischio incendi: bassa
●
Rischio ordigni bellici: incerta
●
Rischio sanitario: di difficile valutazione
●
Rischi chimici e ambientali: bassa
●
Rischio incendi boschivi: medio-alta
●
Rischio frane: bassa
●
Rischio da valanga: bassa
8
Sede del Coc: Municipio di Crespadoro
9
10
Modello
di
intervento:
chi fa cosa
e come
11
Informati e formati
Perché il sistema penti efficace occorre che i
soggetti coinvolti (dipendenti, volontari,
popolazione) siano IN-FORMATI (con la
pulgazione, la messa a disposizione di pieghevoli
per ogni famiglia, l’installazione di segnaletica-
guida nelle piazze, la predisposizione di una
sezione sul sito comunale, l’educazione nelle
scuole…) e poi FORMATI (con esercitazioni).
12
Autoprotezione
e principio di solidarietà
Se è vero che le Istituzioni devono essere pronte
all’azione, altrettanto vero è che ogni cittadino deve
essere consapevole che il rischio è una componente non
eliminabile della vita quotidiana, con cui convivere, e
deve conoscere quali sono i rischi previsti sul suo
territorio, in modo da poterli fronteggiare (autoprotezione).
In caso di bisogno ogni cittadino sarà chiamato a
proteggere se stesso (seguendo le indicazioni del Piano e
del COC) e aiutare gli altri, specie i più fragili, nel principio
della solidarietà.
13