Glossario di genere_F. Lazzari

Francesca Lazzari Glossario di genere




Glossario di Genere (a cura di Francesca Lazzari)

Una precondizione fondamentale per la realizzazione di effettive condizioni di parità e Pari
Opportunità tra donne e uomini è la conpisione di un linguaggio comune, di termini e di
riferimenti tematici.
Il glossario di Genere è stato costruito, attraverso la sistemazione dinamica e non
enciclopedica dei flussi di conoscenza e delle autorappresentazioni maturate dal confronto
tra esperienze e percorsi professionali e culturali differenti. Ha scopo orientativo e non di
approfondimento tematico, il contesto di riferimento dei concetti proposti è prioritariamente
sociale e giuridico- economico. E’una bussola per tracciare la mappa dei significati utilizzati
in corsi di formazione rivolti a gruppi di donne perse ( Commissioni Pari Opportunità,
donne delle istituzioni, studentesse, lavoratrici, insegnanti, sindacaliste, imprenditrici,
associazioni femminili...).


“A”

         Analisi comparativa delle prestazioni
         La definizione di un criterio, di uno standard o di un riferimento in base al quale
         fissare obiettivi e misurare i progressi compiuti.


         Analisi comparativa di Genere
         Lo studio delle differenze in materia di condizioni, bisogni, tassi di partecipazione,
         accesso alle risorse e allo sviluppo, gestione del patrimonio, reddito, poteri
         decisionali, e di immagine tra donne e uomini nei ruoli tradizionalmente assegnati
         loro in base al Genere.

         Analisi di Genere
         Analisi dei ruoli, delle relazioni e dei processi, focalizzata sulle disuguaglianze tra
         uomini e donne, nel reddito, nel lavoro, nel potere, ecc..

         Azione positiva
         Misura indirizzata ad un gruppo specifico mirata e finalizzata ad eliminare e
         prevenire ogni discriminazione o a compensare gli svantaggi derivanti dagli
         atteggiamenti, dai comportamenti e dalle strutture esistenti.
         Talvolta è detta anche discriminazione positiva.
         In ambito aziendale è da intendersi quale metodo per inpiduare ostacoli occulti
         nei meccanismi di assunzione, promozione, formazione che impediscono
         l’effettiva parità. Su questa base l’azione positiva tende a introdurre delle
         forzature a favore delle donne per ristabilire l’equilibrio di trattamento reale
         usufruito dai due sessi.

         Il concetto di Azione Positiva compare nell’ Affirmative Action Plan ,nel 1965,
         negli Stati Uniti. E lo schema legislativo per la politica delle Pari Opportunità è
         stato definito dall’ Equal Pay Act del 1963 e dal Titolo VII del Civil Rights Act
         del 1964. Il decreto presidenziale Civil Rights Plan, richiedeva alle imprese con
         più di 50 addetti, che avevano consistenti commesse pubbliche, di predisporre
         programmi di azioni positive, partendo dall’analisi della struttura occupazionale e
         dai contenuti professionali richiesti per l’esplicazione delle perse mansioni,
         disaggregate per gruppo etnico e sesso. Nate per intervenire sulle discriminazioni

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         razziali sul lavoro, le Azioni Positive sono servite a correggere le discriminazioni
         basate sul sesso. Da allora il cammino delle Azioni Positive negli Stati Uniti è
         stato lungo e tortuoso. Solo nel marzo 1987 una sentenza della Corte suprema
         degli Stati Uniti ha sancito, definitivamente, la legittimità dell’assunzione e
         promozione preferenziale delle donne per correggere uno squilibrio nelle
         posizioni lavorative e nelle professioni da cui le donne sono state escluse.
         Anche l’Unione Europea, fin dalle sue origini, ha svolto un ruolo essenziale di
         promozione della parità tra le donne.
         Il concetto di azione positiva è stato introdotto per la prima volta a livello europeo
         negli anni Ottanta quale strumento operativo per la realizzazione delle Pari
         Opportunità, con l'obiettivo di contrastare gli effetti negativi derivanti dalla
         tradizionale pisione dei ruoli sociali ed economici e di promuovere la
         partecipazione femminile a tutti i livelli e settori dell'attività lavorativa.
         A livello nazionale italiano, l'attuazione delle Azioni Positive è stata regolata
         dalla normativa negli anni Novanta , con successive modifiche, riprendendo
         indicazioni già espresse negli anni Settanta , con le finalità esplicite di:
            - eliminare la discriminazione e la segregazione,
            - realizzare le Pari Opportunità,
            - riequilibrare le posizioni professionali femminili e maschili,
            - riequilibrare i ruoli sociali delle donne e degli uomini in ambito
              familiare.

         Tipologie di Azioni positive:
           - azioni di natura promozionale: per superare la posizione di svantaggio
             delle donne nel mondo del lavoro;
           - azioni di natura risarcitoria: per porre soluzioni alle discriminazioni
             femminili nel mondo del lavoro, particolarmente in riferimento alle
             retribuzioni e alla carriera;
           - azioni verticali: per promuovere l'avanzamento delle donne nelle
             gerarchie aziendali e a ruoli di responsabilità;
           - azioni orizzontali: per favorire la creazione di occupazione mista ed
             equilibrata fra tutti i settori:
           - azioni miste: per raggiungere gli obiettivi delle azioni verticali e
             orizzontali;
           - azioni strategiche: per produrre un mutamento effettivo e
             immediatamente percepibile nella realtà aziendale, modificando i
             processi gestionali e organizzativi tradizionalmente limitanti per le
             donne;
           - azioni simboliche: per inserire le donne a livelli di responsabilità o a
             lavori storicamente loro preclusi;
           - azioni di sensibilizzazione: per diffondere la politica di promozione della
             figura e del ruolo femminile nell'azienda e combattere incisivamente le
             discriminazioni indirette, mediante attività di formazione e informazione



“B”

         Barriere invisibili
         Atteggiamenti e mentalità tradizionali, norme e valori apparentemente neutri che
         frenano l’accesso delle donne alle risorse e allo sviluppo e ne impediscono la
         piena partecipazione alla società.


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“C”
         Categorie della differenza sessuale e di genere
         La differenza sessuale è un dato biologicamente o metafisicamente originario; la
         differenza di genere è frutto di un'elaborazione culturale e sociale, è dunque
         storica e soggetta alla critica e al cambiamento; la differenza sessuale è la
         modalità originaria dell'identità umana, e va distinta dalla differenza di genere,
         come sua modalità storica, variabile e criticabile

         Conciliazione di vita professionale e vita familiare
         L’introduzione di sistemi che prendono in considerazione le esigenze della
         famiglia, di congedi parentali, di soluzioni per la cura dei bambini e degli anziani,
         e lo sviluppo di un contesto e di un’organizzazione lavorativi tali da agevolare la
         Conciliazione delle responsabilità lavorative e di quelle familiari per le donne e
         gli uomini.


         Conferimento di responsabilità
         Processo avente lo scopo di dare e sviluppare le proprie capacità al fine di
         configurare attivamente la propria vita e quella della propria comunità in termini
         economici, sociali e politici.

         Congedo
         Diritto che spetta per la nascita, adozione o responsabilità di cura di un figlio, per
         pressanti ragioni familiari che richiedono la presenza personale.


         Congedo per motivi familiari
         Diritto al congedo per “pressanti ragioni familiari” che richiedono la presenza
         personale (es. malattia di un figlio o del partner e altri tipi di responsabilità di cura
         nei riguardi di anziani o disabili, ecc.)


        Congedo di maternità
        Congedo cui una donna ha diritto per un periodo continuativo concesso prima e/o
        dopo il parto conformemente alla legislazione e alle prassi nazionali (direttiva del
        Consiglio 92/85/CEE del 19/10/92, G.U. L. 348/1 - Legge 53/2000).


         Congedo di paternità
         Congedo limitato nel tempo di cui può fruire il padre di un bambino al momento
         della nascita oppure periodi di congedo di cui si può avvalere un padre alla cura
         dei figli su base annuale o pluriannuale (Legge 53/2000).


        Congedo parentale
         Il diritto inpiduale, in linea di principio su base non trasferibile, a fruire di un
         congedo per tutti i lavoratori e le lavoratrici dopo la nascita o l’adozione di un
         bambino per consentire loro di prendersene cura (direttiva del Consiglio
         96/34/CEE, del 19/06/96 - Legge 53/2000).

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         Considerazione della specificità di Genere
         L’ attenta valutazione e l’attenzione per le differenze legate al Genere in qualsiasi
         ambito e attività.




“D”

         Desegregazione del mercato del lavoro
         Politiche mirate a ridurre o ad eliminare la segregazione occupazionale
         (verticale/orizzontale) di Genere ovvero la concentrazione esclusiva sia di donne
         che di uomini in particolari settori e inquadramenti del mercato del lavoro.

         Dibattito sociologico e culturale sulla differenza sessuale e di genere
         Negli ultimi decenni si è incentrato e interrogato su quanto ci sia di naturale e
         quanto di appreso nella sudpisione sessuale dei ruoli, e su questo aspetto si
         pide anche chi aderisce rispettivamente alla scuola del gender e alla teoria della
         differenza.
         Le studiose della scuola del gender affermano che il ruolo femminile non
         dipende da dati biologici, ma piuttosto da caratteristiche sociali e socialmente
         costruite, e indirizzano le loro ricerche nella dimostrazione di questa teoria
         Le teoriche della differenza partono invece da un altro punto di vista, rivolgendo
         la propria attenzione alla ricerca di quelle nozioni che definiscono la cultura
         femminile, in virtù del fatto che gli uomini e le donne sono, per natura, persi. La
         femminilità viene così intesa come fonte autonoma di conoscenza, altra rispetto
         alle epistemologie dominanti maschili. Focalizzano l'attenzione sul fatto che il
         soggetto della conoscenza non è un essere neutro, ma sessuato. Le teoriche della
         differenza, infatti, ritengono che la specificità femminile sia legata principalmente
         al sesso e che sia loro compito difendere e valorizzare questa specificità da coloro
         che, a loro parere, intendono ridurla ad una semplice costruzione dovuta alla
         socializzazione. Il pensiero della differenza sessuale è una impostazione che tiene
         conto anzitutto delle pratiche femminili sul lavoro, dell'attraversamento delle
         relazioni madre-figlia e oggi anche di uno sguardo rivolto al sesso maschile
         quando vuole interrogarsi sulle differenze fra i sessi. Le donne che fanno
         riferimento al pensiero femminile come differenza hanno costruito un percorso
         che apre nuove strade di conoscenza: filosofia, storia, cinema, arte, diritto,
         psicologia, pedagogia, storia della scienza possiedono nuovi punti di vista.
         Queste conoscenze sono entrate nella vita quotidiana cambiando molte modalità
         di trasmissione delle conoscenze e di interazione sociale, delle quali non sempre
         la società è cosciente. É quindi una ricostruzione del sapere umano che non
         dimentica di avere un'origine nella politica, nella vita quotidiana e nel suo
         concreto impiego nel tempo storico ( Women’s Studies) che comporta
         un’esplosione culturale riguardante quasi tutte le discipline. Sono tre gli
         orientamenti seguiti dai nuovi movimenti delle donne: la ricostruzione della storia
         delle donne, le somiglianze delle condizioni femminili in contesti persi e la
         nascita della differenziazione dei ruoli. Il clima culturale dagli anni Novanta ad
         oggi vede la donna occupare, non senza difficoltà, gli Spazi della conoscenza.
         Tuttavia, la presenza politica delle donne sembra perdere incisività come se
         l’occupazione femminile degli spazi del sapere avesse coinciso paradossalmente
         con una perdita di visibilità politica, accontentandosi quasi, e ancora una volta, di

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         una compatibilità/omologante con gli assetti esistenti. L’impossibilità di tradurre
         la consapevolezza in cittadinanza compiuta è il nodo del dibattito di questo inizio
         millennio.


         Differenze di Genere
         Le differenze tra uomini e donne che fanno capo al Genere, per esempio
         nell’approccio al lavoro, l’utilizzo di capacità perse (di controllo, ascolto,
         comando, relazione, direzione, comunicazione…).


         Differenziale/pario retributivo fra i sessi
         Differenza tra la retribuzione media degli uomini e quella delle donne a seguito di
         segregazione delle mansioni e di discriminazione diretta.


         Dignità sul lavoro
         Il diritto al rispetto e, in particolare, la libertà da molestie sessuali o di altra natura
         sul luogo di lavoro.


         Disaggregazione perGenere
         Raccolta e classificazione di dati e informazioni statistiche in base al sesso al fine
         di consentire un'analisi comparativa di Genere.


         Discriminazione di Genere
         Trattamento che privilegia fortemente gli appartenenti ad un sesso a discapito
         dell’altro (può essere discriminazione diretta o indiretta, cioè apparentemente
         neutrale).
         La discriminazione diretta si intende quando una persona è trattata meno
         favorevolmente in ragione del suo sesso mentre la discriminazione indiretta
         quando una legge, un regolamento, una politica o una prassi, apparentemente
         neutri, hanno un impatto sproporzionatamente avverso sui rappresentanti di un
         unico sesso a meno che la differenza di trattamento possa essere giustificata da
         fattori oggettivi.
         Le discriminazioni indirette sono frutto di pratiche sociali, atteggiamenti,
         pregiudizi culturali difficili da modificare perché radicati nella cultura e nella
         società.


         Disparità di Genere
         Situazione significativamente persa riscontrabile in qualsiasi ambito tra donne e
         uomini, relativamente ai livelli di partecipazione, condizioni di accesso alle
         risorse, diritti, retribuzione o prestazioni e benefici di altroGenere.




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“E”

         Eguaglianza di Genere
         Trattamento equo in base al Genere, inteso come eguaglianza di trattamento o
         trattamento differente ma equivalente in termini di diritti, benefici, obblighi,
         opportunità. Ne deriva che comportamenti, aspirazioni ed esigenze di donne e
         uomini vengono considerati, valutati e favoriti in modo egualitario senza
         limitazione alcuna dovuta a ruoli di Genere.


         Empowerment
         Processo che permette l’acquisizione di poteri e responsabilità, l’accesso alle
         risorse e lo sviluppo delle capacità inpiduali per partecipare attivamente al
         mondo economico, sociale, politico.
         L'empowerment è un processo che dal punto di vista di chi lo esperisce, significa
         "sentire di avere potere" o "sentire di essere in grado di fare".
         Il soggetto accresce il proprio potere rispetto ad un oggetto, ha un maggior
         sviluppo del senso di sé, maggiori abilità nella comprensione delle forze che
         impattano sulla propria società quotidiana,sviluppa un maggior senso di sé,
         sviluppa strategie per il raggiungimento di scopi personali.
         Esitono vari empowerment come quello psicologico, che riguarda le capacità
         inpiduali delle persone, quello delle organizzazioni, che riguarda la capacità
         degli attori presenti in queste nel responsabilizzarsi e nel coinvolgersi, e quello
         delle comunità relativamente alla capacità di offrire occasioni di partecipazione
         finalizzate al benessere dell’inpiduo e ad una migliore qualità della vita.
         In ambito sociale l’empowerment costituisce una modalità dell'operatore sociale
         di accostarsi a chi ha un problema o a coloro che gli sono vicini e fare in modo
         che questi possano aiutarsi più di quanto potrebbero fare se fossero lasciati da soli,
         sopraffatti dalle difficoltà e in preda all'impotenza. È alla base del lavoro di rete in
         quanto mira ad attribuire o a riattribuire potere d'azione al sociale cioè ad una
         pluralità di persone in connessione.
         Un problema legato al concetto di empowerment è la sua misurazione, essendo
         soggettivo e perso nei vari contesti degli inpidui, è un costrutto dinamico e
         non stabile della personalità.
         Relativamente alle politiche per le Pari Opportunità il concetto di empowerment
         stabilisce che l’attribuzione di potere e responsabilità alle donne, promuovendone
         la presenza nei centri decisionali della vita sociale, politica, economica e
         sollecitandole ad accrescere e valorizzare le proprie abilità e competenze.
         L'obiettivo di una partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini ai
         processi decisionali è settore chiave della politica relativa alle Pari Opportunità
         perseguita dall'Unione Europea, che giudica la sottorappresentazione femminile ai
         livelli decisionali come elemento in grado di inficiare i risultati concreti
         dell'integrazione orizzontale, dal momento che agisce contro l'inserimento delle
         esigenze e degli interessi delle donne nell'intero spettro della vita politica,
         culturale, economica. L'empowerment considera la rappresentanza femminile
         nella sua interezza, come "rappresentanza formale" (elettiva) e come
         "rappresentanza sostanziale" (messa in atto di azioni politiche), che devono
         rafforzarsi reciprocamente, giacché senza riconoscimento normativo non si ha
         azione politica e questa è tanto più possibile o facile quanto maggiore sono
         l'attenzione e lo sforzo per avere una rappresentanza formale consistente.




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“F”

         Family friendly
         Politiche e misure che si propongono di favorire la Conciliazione tra
         responsabilità professionali e familiari.

         Femminilizzazione del mercato del lavoro
         E’ intesa come aumento di offerta lavorativa da parte delle donne,
         incremento concretizzato soprattutto nel terziario e nelle mansioni
         impiegatizie (anche se con dinamiche di crescita meno accentuate degli
         altri paesi europei). E’ espressione di un mutamento nei comportamenti e nelle
         strategie delle donne nei confronti del lavoro e del modello familiare ( segnata
         dalla doppia presenza nel lavoro familiare e per il mercato, presenza alternata in
         varie fasi del ciclo vitale ). Fenomeni quali la riduzione della natalità,
         l'invecchiamento della popolazione, la riduzione delle dimensioni familiari
         sembrano influenzati, da nuovi modelli di comportamento legati allo sviluppo
         economico e urbano del territorio. La segregazione orizzontale e verticale della
         formazione e dell'occupazione femminile discriminano ancora le donne verso
         ruoli propri nel lavoro e nelle professioni. La femminilizzazione del mercato del
         lavoro si caratterizza:
            - in considerazione alla maggior tendenza al controllo ed alla riduzione
              della fecondità
            - con l’aumento del livello di istruzione
            - con l’aumento della partecipazione femminile alle occupazioni di
              mercato, con forme di lavoro a tempo ridotto
            - con l'introduzione di strumenti di flessibilità e servizi di sostegno volti a
              rendere meno conflittuale il rapporto tra attività professionali e vita
              familiare (conciliazione)
            - nella sfera privata, con l’ attivazione di risorse aggiuntive (offerta di
              lavoro di servizio alle famiglie a prezzo contenuto da parte di donne
              inoccupate con minori risorse culturali o professionali, da studentesse,
              da reti di solidarietà intrafamiliare e intergenerazionale, da lavoratrici
              straniere)


         Femminismo/femminismi
         Con il termine femminismo, in modo semplificativo, si può indicare
         - la posizione di chi afferma la parità politica, sociale ed economica tra i sessi,
         partendo dalla constatazione che le donne sono state e tuttora sono, in varie
         misure, discriminate rispetto agli uomini;
         - la convinzione che il sesso biologico non dovrebbe essere il fattore pre-
         determinante che modella l'identità sociale o i diritti sociopolitici o economici
         della persona;
         - il movimento politico che ha rivendicato e rivendica pari diritti e dignità
         tra donne e uomini e che,con modalità e forme perse, si interessa alla
         comprensione delle dinamiche di segregazione e discriminazione di genere.
         Il femminismo è un concetto complesso ed eterogeneo, che si è sviluppato con
         caratteristiche peculiari in ogni paese ed epoca. Molti fattori contribuiscono a
         definire e ri-definire il concetto di femminismo e le pratiche politiche ad esso
         connesse ( ad esempio le categorie di classe, etnia, orientamento sessuale). Al suo
         interno ci sono quindi perse posizioni e approcci teorici, tant’è che ad oggi
         alcune studiose, teoriche e/o militanti femministe parlano di femminismi. Il

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         femminismo, dopo gli anni Settanta, in Francia e in Italia acquista la connotazione
         teorico-politica di pensiero della differenza sessuale. Creando luoghi di
         discussione e di impegno, come sono le librerie delle donne, i centri di
         documentazione, le associazioni collegate alla ricerca del pensiero e della storia
         femminile, il pensiero della differenza femminile ha avuto modo di esprimersi e
         pentare conosciuto.


         Flessibilità dell’orario di lavoro
         Formule di orario che offrono perse possibilità in relazione al numero di ore
         lavorate e soluzioni quali rotazioni, turni o organizzazioni del lavoro in base alla
         giornata, alla settimana, al mese o all'anno.


“G”
         Genere
         "Con la parola "genere" non s'intende il sesso biologico, bensì il modo in cui
         questo viene elaborato e riconosciuto socialmente, storicamente e culturalmente.
         Il termine genere (mutuazione dell'anglosassone gender) indica una categoria di
         analisi che sta a significare che non basta la sessualità in quanto tale a
         caratterizzare il maschile ed il femminile, ma anche la formazione culturale e la
         socializzazione all'essere uomo o donna che non ha necessariamente a che fare col
         sesso.
         Il genere è pentato una categoria sociale che rappresenta gruppi omogenei sulla
         base della distinzione tra i sessi e, nella ricerca sociologica in particolare, si è
         caratterizzato quale dimensione classificatoria per descrivere categorie di persone
         sulla base di caratteristiche comuni, come già accade per altre variabili come l’età,
         la classe sociale, le differenze etniche.
         La dimensione del genere si propone quale area semantica in cui singoli e singole
         si percepiscono e si rapportano “disegnando i percorsi delle soggettività
         contemporanee”. La re-visione dello status ontologico della maschilità e della
         femminilità, dei modi in cui i sessi si percepiscono e si rapportano, dei mezzi con
         cui le persone si relazionano con il genere, modifica la dialettica maschile e
         femminile, emancipandola dalla dicotomia sessuale.


         Gender Gap
         Differenza nella scelta del procedimento da seguire pur applicando le stesse
         metodologie alle donne e agli uomini .



“I”
         Impresa Donna
         Impresa a gestione femminile che mira a promuovere lo sviluppo
         dell’imprenditoria femminile sostenendone l’affermazione negli ambiti sociali e
         istituzionali ed agendo direttamente per l’adeguamento delle politiche
         economiche e sociali alle necessità delle imprenditrici.
         Gli obiettivi che tale tipologia di impresa si prefigge sono inoltre quelli di operare
         nell’ottica della promozione della cultura di impresa femminile sostenendo
         attività di informazione e formazione progettate per rispondere ai fabbisogni
         specifici delle imprenditrici e delle aspiranti imprenditrici, lo scambio di


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         esperienze fra imprenditrici sia a livelllo nazionale che europeo nonché
         assicurando l’effettiva partecipazione delle donne alle scelte e all’azione sindacale.

“L”

         Lavoro di cura


         Il lavoro di cura è un lavoro multiplo, connotato dalla complessità. È il lavoro
         materiale della cura della casa; è un lavoro di consumo (le donne come mediatrici
         tra mercato privato e bisogni della famiglia); è un lavoro di rapporto (attenzione,
         risoluzione dei conflitti interni alla famiglia e con l’esterno), è un lavoro di
         manutenzione dell’apparato tecnologico domestico; è un lavoro di mediazione
         con le istituzioni e le agenzie del welfare (nidi, scuole, ospedali, ecc.), è un lavoro
         di amministrazione, è un lavoro soprattutto di organizzazione complessiva delle
         perse voci che lo compongono.
         E’ un lavoro che ritaglia le sue continue ridefinizioni sui cambiamenti
         demografici e quindi ha a che fare sia con il ciclo di vita delle famiglie che degli
         inpidui. Prendiamo le due punte: i bambini e gli anziani. I bambini sono sempre
         di meno, gli anziani sempre di più e tuttavia c’è un taglio comune a queste due
         cure: la tematizzazione che se ne fa, il senso di ansia che provocano. Oggi nella
         nostra società non è più legittimato il fatto che un bambino, proprio perché è un
         figlio unico, non sia molto amato, molto curato, molto seguito. Ma – per fare
         questo – ci vuole molto lavoro. Specularmente, l’altro grande evento demografico
         – l’aumento esponenziale della durata della vita – espone gli anziani (soprattutto
         le anziane, che vivono mediamente di più) a un’ultima fase di vita ad alto rischio
         di non autosufficienza e quindi a richieste di cura costanti, ineludibili, totalizzanti.
         E inoltre : le difficoltà relazionali e di scambi comunicativi con i figli adolescenti
         prima e poi giovani uomini e giovani donne, la caduta verticale della figura del
         padre in quanto rappresentante dell’indiscussa autorevolezza nella trasmissione
         degli stili cognitivi e comportamentali e quindi il sommarsi nella figura della
         madre dei compiti sia di sollecitudine affettiva che di esercizio dell’autorità e
         dell’imposizione delle regole, ecc., ecc.
         E’ un lavoro asimmetrico a sfavore delle donne. Infatti, sul fronte della
         conpisione del lavoro di cura, i dati non sono confortanti. Il dato forse più
         impressionante è il permanere per le donne italiane di una straordinaria quantità di
         ore di lavoro (tra lavoro familiare e lavoro per il mercato più della metà lavora 60
         ore alla settimana, più di un terzo 70 ore, mentre solo il 15% degli uomini lavora
         60 o più ore la settimana). L’attenzione va in particolare focalizzata sul fatto che
         le donne si avvantaggiano dell’assenza del marito, perché le madri sole hanno due
         ore in meno di lavoro familiare al giorno rispetto alle donne coniugate con figli.
         Non solo dunque i mariti non fanno la loro parte nel lavoro di cura, ma
         impegnano le loro mogli a per spendere due ore al giorno per curare loro.
         E’ aumentata la cultura (oltre che la realtà) della privatizzazione del tempo.
         Dunque il lavoro di cura è pentato più complesso, più difficile, si potrebbe
         persino dire più professionalizzato e nello stesso tempo si stanno affievolendo una
         serie di ammortizzatori privati e sociali che hanno aiutato le donne a entrare e
         rimanere nel mercato del lavoro in anni precedenti. Infatti si affievoliscono le reti
         di sostegno parentali forti e a tutto campo




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“M”

         Madrinaggio
         Nella creazione d'impresa, operazione di affidamento di una neo-imprenditrice ad
         una anziana/esperta che assume il ruolo di guida, consigliera, per superare il senso
         di solitudine e il sovraccarico di responsabilità dei momenti decisionali cruciali.


         Mainstreaming di Genere
         Collocazione centrale dell’ottica della differenza di Genere nell'ambito di
         un'azione di governo.
         Studio ed integrazione sistematica di esigenze femminili e maschili nelle perse
         situazioni per evitare effetti distorsivi ed ottenere la piena uguaglianza tra i generi,
         tenendo sensibilmente conto, nella fase di pianificazione, sia del perso impatto
         che una politica, una decisione, una scelta hanno rispetto a donne e uomini, sia del
         differente approccio che donne e uomini hanno nell'ambiente lavorativo.
         Il metodo di mainstreaming di Genere introduce elementi di sostanziale novità e
         di rottura rispetto ai precedenti Programmi comunitari, che si limitavano a
         declinare il principio delle Pari Opportunità nell’ambito delle azioni ad esse
         dedicate.
         L’attuazione del mainstreaming impone la necessità di sviluppare azioni di
         sistema sulle Pari Opportunità, attraverso la messa a punto di strumenti e
         metodologie di interventi originali. Mainstreaming di Genere è metodo di lavoro e,
         insieme, risultato, per raggiungere il quale non basta richiamare la correttezza
         politica dei principi, ma occorre anche adottare sofisticate strategie di
         comunicazione e ragionare in modo approfondito di volta in volta su quali siano
         le alleanze più utili da costruire. L'applicazione della strategia del mainstreaming
         di Genere nelle politiche, nei programmi e nei progetti generali costituisce dunque
         un processo complesso, che pone nuove questioni in ogni fase della elaborazione
         di una politica, dalla progettazione alla attuazione, sino alla valutazione e alla
         revisione.

         Nel Glossario della Commissione Europea
         “L’integrazione sistematica delle situazioni, delle priorità e dei bisogni rispettivi
         delle donne e degli uomini in tutte le politiche al fine di promuovere la parità tra
         le donne e gli uomini e mobilitare tutte le politiche e le misure d’ordine generale
         sensibilizzandole alle necessità di raggiungere la parità tenendo attivamente e
         apertamente conto, nella fase di pianificazione, dei loro effetti sulle rispettive
         situazioni delle donne e degli uomini all’atto della loro attuazione, del loro
         monitoraggio e della loro valutazione”

         Managing persity
         Le donne sono più scolarizzate e più qualificate degli uomini, quindi il mercato
         di settori e posizioni tradizionalmente maschili si apre cautamente alla presenza
         femminile nelle posizioni medio alte e soprattutto nei settori innovativi,
         richiedendo un impegno fino a ieri riservato agli uomini . Ci sono stati alcuni
         cambiamenti, non ancora completamente definiti, ma potenzialmente forti,
         nell’atteggiamento delle aziende verso gli apporti delle donne che vi lavorano,
         che sono passati attraverso la definizione della persity, del managing persity.
         Non sono scaturiti dalle politiche di pari opportunità, sono stati il frutto di una
         persa organizzazione del lavoro, basata fondamentalmente sul riconoscimento
         dell’importanza strategica del cliente e quindi sulla necessità dell’inserimento di
         un punto di vista femminile nella progettazione del prodotto e sul riconoscimento

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Francesca Lazzari Glossario di genere




         dell’importanza nell’organizzazione aziendale del lavorare in gruppo, di saper
         mediare i conflitti, di saper relazionarsi, dell’attenzione all’ascolto, ecc., tutte
         competenze trasversali che gli uomini stessi riconoscono essere più presenti nelle
         donne. Quindi sempre più donne si spostano verso carriere incompatibili con il
         lavoro di cura.


        Mobbing
        Violenza psicologica e vessazioni sul luogo di lavoro attraverso attacchi
        sistematici, abusi, oltraggi, persecuzioni, ostracizzazioni o soprusi esercitati da
        superiori gerarchici o colleghi contro una lavoratrice isolata o un lavoratore
        isolato. Questa pratica è spesso condotta con il fine di indurre la vittima ad
        abbandonare da sè il lavoro, senza quindi ricorrere al licenziamento (che potrebbe
        causare imbarazzo all'azienda) o per ritorsione a seguito di comportamenti non
        conpisi (ad esempio, denuncia ai superiori o all'esterno di irregolarità sul posto di
        lavoro), o ancora per il rifiuto della vittima di sottostare a proposte immorali (ad
        esempio, offerte sessuali o richiesta di eseguire operazioni contrarie a pieti
        deontologici o etici) o illegali (ad esempio, richiesta di fare, o di omettere di fare,
        in violazione di norme). Si distingue, nella prassi, fra un mobbing gerarchico o
        verticale ed un mobbing cosiddetto ambientale o orizzontale. Nel primo caso gli
        abusi sono commessi dai superiori gerarchici della vittima, che viene destinata a
        mansioni punitive od umilianti, nel secondo caso sono i colleghi della vittima ad
        isolarla, a privarla apertamente della ordinaria collaborazione, dell'usuale dialogo e
        del rispetto. Si parla di mobbing verticale quindi quando un superiore mira a
        licenziare un dipendente in particolare perchè poco competente e produttivo e di
        mobbing orizzontale quando in ufficio un collega non è accettato per i persi
        interessi o idee oppure perché persamente abile. In alcuni casi il mobbing è nei
        confronti del datore di lavoro che è minacciato di denunce per molestie sessuali o
        morali da personale con mire carrieristiche. In questi casi la reazione col
        licenziamento è legittima e la Cassazione ha stabilito che l'onere della prova è a
        carico del lavoratore denunziante.

         Molestia sessuale
         Ogni condotta o comportamento indesiderato a connotazione sessuale o qualsiasi
         altro tipo di comportamento basato sul sesso, compiuto da superiori e/o colleghi
         sul posto di lavoro, che reca offesa e pregiudizio alla dignità delle donne e degli
         uomini.

“O”

         Onere della prova
         Regola enunciata dall'articolo 2697 del Codice Civile, e che può trovare sintetica
         formulazione nel brocardo onus probandi incumbit ei qui dicit : chi chiede il
         giudizio su un diritto di cui "dice" o "afferma" i fatti costitutivi, deve assumere
         l'impegno implicito di provare ciò che afferma, con la conseguente responsabilità
         dell'eventuale difetto o insuccesso di quella prova. Per cui chi intraprende
         un’azione legale in caso di discriminazione, deve portare le prove della sua
         accusa. Nel campo della parità di trattamento tra uomini e donne l’onere della
         prova è spostato dall’accusa alla difesa, che deve provare di non aver
         discriminato. In pratica, è la persona accusata di azioni discriminanti a dover
         dimostrare di non aver trasgredito al principio.



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Francesca Lazzari Glossario di genere




        Ottica di Genere
        Metodo applicato agli studi sociali per indagare i fenomeni disaggregando i dati
        per sesso e proponendo una lettura con l’ottica della valorizzazione delle
        differenze e della promozione di, sostanziali e non solo formali, opportunità per
        tutti/e .



“P”


         Parità di retribuzione per lavoro di pari valore
         Eguaglianza di retribuzione (relativa a tutti gli aspetti salariali e a tutte le
         condizioni di retribuzione) per lavori ai quali si attribuisce eguale valore senza
         alcuna discriminazione in base al sesso o allo stato civile.
         Il trattato di Amsterdam ha sancito nel 1957 il principio della parità tra uomini e
         donne e l'articolo 141 stabilisce parità di retribuzione per lo stesso lavoro tra
         uomini e donne. Successivamente, a partire dal 1975, perse direttive hanno
         esteso il principio della parità di trattamento all'accesso al lavoro, alla formazione
         e alla promozione professionali al fine di rimuovere qualsiasi discriminazione nel
         mondo del lavoro in materia di sicurezza sociale, regimi legali e regimi
         professionali.
         La Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, approvata nel dicembre
         2000 e destinata ad essere integrata nella Costituzione europea in via di ratifica,
         ribadisce che "la parità tra uomini e donne deve essere garantita in tutti i campi,
         tra cui l'occupazione, il lavoro e la retribuzione".
         La Costituzione prevede di aggiungere il principio della parità tra uomini e donne
         ai valori sui quali si fonda l'Unione e di considerarlo alla stregua di una
         disposizione di carattere generale di cui l'Unione deve tener conto in tutte le sue
         azioni.


         Pari Opportunità per donne e uomini o parità di trattamento per donne e
         uomini
         Assenza di ostacoli o barriere alla partecipazione economica, politica e sociale in
         base al sesso di appartenenza.
         Quello delle Pari Opportunità è un principio di carattere generale le cui principali
         componenti sono il pieto di qualsiasi discriminazione basata sulla nazionalità e
         la parità tra uomini e donne. Tale principio è applicabile in tutti i campi,
         segnatamente nella vita economica, sociale, culturale e familiare. Nel trattato di
         Amsterdam è stata inserita una nuova disposizione al fine di rafforzare il principio
         di non discriminazione in stretto rapporto con le Pari Opportunità. Vi si stabilisce
         che il Consiglio può adottare tutti i provvedimenti ritenuti necessari per
         combattere qualsiasi forma di discriminazione fondata sul sesso, la razza o
         l'origine etnica, la religione o le credenze, la disabilità, l'età o l'orientamento
         sessuale. Grazie al suo programma di azione e di lotta contro tutte le
         discriminazioni l'Unione europea incoraggia e affianca inoltre le azioni degli Stati
         membri volte a combattere qualsiasi forma di discriminazione. Adottata nel
         dicembre 2000 e in attesa di essere integrata nella Costituzione Europea in via di
         ratifica, la Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea comprende un
         capitolo intitolato "Parità" che riprende i principi di non discriminazione, parità
         tra uomini e donne, persità culturale, religiosa e linguistica. Il capitolo affronta
         ugualmente il tema dei diritti dei bambini, degli anziani e dei disabili. La

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Francesca Lazzari Glossario di genere




         Costituzione aggiunge esplicitamente i principi di parità e non discriminazione ai
         valori sui quali si fonda l'Unione. Il testo li considera alla stregua di disposizioni
         di carattere generale che l'Unione è obbligata a promuovere all'atto di definire e
         attuare le sue politiche e azioni.

         Principio di non-discriminazione
         Il principio di non-discriminazione è volto a garantire la parità di trattamento tra
         le persone, quali che siano la nazionalità, il sesso, la razza o l'origine etnica, la
         religione o le credenze, un handicap, l'età o l'orientamento sessuale. Il pieto di
         qualsiasi discriminazione a causa della nazionalità è enunciato dall'articolo 12 (ex
         articolo 6) del trattato che istituisce la Comunità europea. Con il trattato di
         Amsterdam è stato introdotto un nuovo articolo 13 al duplice fine di rafforzare la
         garanzia di non discriminazione prevista dai trattati e di estenderla agli altri casi
         summenzionati. Per la lotta contro le discriminazioni, la Costituzione europea, in
         via di ratifica, prevede che le competenze dell'Unione siano allargate alla
         definizione dei "principi di base" delle misure di incentivazione da avviare in
         questo settore.

        Prospettiva di Genere
        Metodo che, avvalendosi di una piattaforma conoscitiva, ne fa un punto di forza
        per modificare programmi e strategie politiche non limitandosi ad una mera
        analisi sui ruoli o sulle professioni più tradizionali normalmente legate
        all’universo femminile

"Q"

         Quota o partecipazione equilibrata di donne e uomini
         Proporzione o quantità stabilita di posti o risorse riservati a un gruppo specifico,
         generalmente sulla base di determinate regole o criteri volti a correggere un
         precedente squilibrio, solitamente in posizioni di responsabilità o nell’accesso a
         opportunità formative di lavoro. La distribuzione equilibrata di potere e di
         posizioni in ruoli decisionali, stabilita nella misura percentuale che va dal 40% al
         60% per ciascun sesso, rappresenta un’importante condizione per l’eguaglianza
         tra donne e uomini. (Raccomandazione del Consiglio 96/694/CE del 2 Dicembre
         1996. GIUCE L 319,10.12.1996)

“R”

         Responsabilità Sociale di Genere
         Include   la prospettiva della valorizzazione del lavoro femminile e la
         valorizzazione della cultura di Genere come logiche integranti della più ampia
         categoria della qualità totale e della Responsabilità Sociale d’impresa. La
         promozione della Responsabilità Sociale di Genere intende collegare il benessere
         inpiduale di donne e uomini al più ampio ambiente sociale, economico e
         politico sostenendo che le persone hanno bisogno di opportunità per penire
         attive nel prendere decisioni per migliorare la propria vita.

         Riconciliazione tra vita lavorativa e vita professionale
         Nuovi schemi di congedo familiare o parentale, per contribuire alla creazione di
         un ambiente organizzativo e lavorativo in grado di armonizzare le responsabilità
         familiari e professionali.



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Francesca Lazzari Glossario di genere




         Ruoli di Genere
         Insieme di modelli d'azione e di comportamento inculcati rispettivamente alle
         donne e agli uomini e che si perpetuano secondo i meccanismi descritti dal
         contratto sociale in base al sesso.



“S”

         Segregazione
         Concentrazione di donne e di uomini in determinati settori e occupazioni che
         produce disparità in termini di carriera, pensione, benefici accessori, ecc.
         (segregazione orizzontale) o in determinati gradi, livelli di responsabilità o
         posizioni che produce una disparità retributiva (segregazione verticale) o
         maggiore concentrazione di donne o di uomini in determinati tipi o livelli di
         attività lavorativa, con presenza femminile in una gamma di occupazioni più
         ristretta e a livelli di responsabilità più bassi (segregazione occupazionale/del
         mercato del lavoro).
         Le politiche per le Pari Opportunità avviate in Italia a seguito della Legge
         125/1991 hanno coinvolto i modelli organizzativi aziendali e le politiche del
         personale, con l’obiettivo della Conciliazione ruolo lavorativo/ruolo familiare e le
         politiche dell’occupazione per la valorizzazione delle risorse umane. L’obiettivo è
         la de-segregazione e il superamento della discriminazione nelle carriere, nelle
         mansioni, nelle retribuzioni.

         Nel Glossario della Commissione Europea
         “Concentrazione di donne e uomini in persi tipi e livelli di attività e
         occupazione che vede le donne confinate in una gamma più ristretta di
         occupazioni – segregazione orizzontale -; rispetto agli uomini e ai livelli più bassi
         – segregazione verticale


         Soffitto di cristallo o tetto di vetro (Glass Ceiling)
         Barriera invisibile composta da strutture ed organizzazioni a forte presenza
         maschile che impedisce alle donne l’accesso alle posizioni più elevate.
         La prima donna ad entrare in una professione, in Parlamento, in magistratura, ad
         assumere una carica elevata, “rompe il tetto di cristallo”.


“V”

         Valutazione dell’impatto di Genere
         Esame delle proposte politiche, per valutarne la potenziale persità di impatto su
         donne e uomini e in caso di necessità, introdurre correttivi per neutralizzare
         possibili effetti discriminatori e promuovere l’uguaglianza di Genere.
         La valutazione rispetto al sesso si fonda sulla verifica dell'integrazione della
         dimensione di Genere (analisi e valutazione di politiche, programmi, istituzioni,
         interventi in relazione alle modalità di applicazione del principio di Pari
         Opportunità) e sulla verifica in base al Genere (verifica delle proposte politiche
         per assicurare che siano stati evitati eventuali effetti discriminatori in base al
         Genere a seguito di tale politica e che sia promossa l'uguaglianza dei sessi).
         Il modello V.I.S.P.O. (Valutazione di Impatto Strategico delle Pari Opportunità)
         propone quattro indicatori di valutazione, volti a incorporare la dimensione delle

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Francesca Lazzari Glossario di genere




         Pari Opportunità nel complesso delle azioni e delle politiche di intervento e di
         influenzare globalmente le strategie di programmazione, in particolare in
         connessione all'utilizzo dei Fondi Strutturali: miglioramento delle condizioni di
         vita al fine di rispondere meglio ai bisogni delle donne, miglioramento
         dell'accessibilità delle donne alla formazione e al lavoro, miglioramento della
         situazione lavorativa delle donne sul luogo di lavoro e redistribuzione del lavoro
         di cura, promozione della partecipazione delle donne alla creazione di attività
         socio-economiche. L'intento è quello di rendere la valutazione un elemento di
         caratterizzazione del mainstreaming di Genere, integrare la misurazione
         quantitativa con quella qualitativa, per rendere l'obiettivo di Pari Opportunità
         elemento strategico al centro dei meccanismi di governo e di programmazione,
         costruendo una rete di relazioni con interlocutori persi in riferimento alle
         problematiche da affrontare: l'impatto di Genere e la sua valutazione come fattori
         rilevanti e obiettivi strategici per la competitività del territorio, nell'ambito della
         definizione degli elementi chiave di sviluppo come contenuti all'interno dei
         documenti della programmazione e di pianificazione dei finanziamenti
         (Programmi Operativi Regionali, Complementi di Programmazione, Direttive,
         Bandi), tenendo conto che i processi di programmazione e di progettazione
         sostenuti attraverso i Fondi Strutturali - in particolare il Fondo Sociale Europeo -
         a essere cruciali non sono soltanto le risorse finanziarie, ma soprattutto le risorse
         umane.




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