lettera_consigliera-di-parita-provincia-di-vicenza.pdf

                   CONSIGLIERA DI PARITÀ
                   DELLA PROVINCIA DI VICENZA



Prot. 295                                Vicenza, 30 marzo 2021



                          Gentili / Egregi

                          Presidente Regione del Veneto LUCA ZAIA

                          Assessore alle PP.OO. Regione del Veneto
                          ELENA DONAZZAN

                          Presidente Consiglio Regionale Veneto
                          ROBERTO CIAMBETTI

                          Capigruppo Regione del Veneto

                          Consigliera di Parità Regionale
                          SANDRA MIOTTO

                          Commissione  Pari    Opportunità   della
                          Regione Veneto

                          Sindaci e Referenti per le PP.OO. dei
                          Comuni della Provincia di Vicenza



OGGETTO: RICHIESTE PER UN PNRR REGIONALE MENO DISEGUALE


    Nel mio ruolo istituzionale di Consigliera di Parità della Provincia di Vicenza, ho avuto
modo di confrontarmi con le organizzazioni sindacali, la rete provinciale degli sportelli donna,
con molte associazioni di donne e organismi di parità che, in un momento drammatico come
questo, hanno espresso forte preoccupazione per l’aumento di situazioni difficili nel MdL,
soprattutto femminile e giovanile, nel nostro territorio. Questa inequivocabile indicazione arriva
da chiunque operi a contatto con le donne nella nostra Provincia.
    La crisi sanitaria lascerà un profondo impatto economico e sociale sulla vita di tutti e
tutte se non si perseguirà con determinazione un ribilanciamento delle disuguaglianze e se
non si offriranno concrete opportunità per chi è escluso dai circuiti visibili del benessere
economico, ridefinendo un efficiente welfare pubblico affiancato da un welfare di comunità e
da una rete diffusa di infrastrutture sociali.
     In altre parole, la sfida epocale è coniugare politiche più efficaci, altamente
capacitanti, creando processi virtuosi tali per cui il welfare non rappresenti più solo un costo
per il territorio, per l’economia e la società nel suo insieme, ma l’opportunità per ridisegnare il
futuro a partire dalla sanità di prossimità e territoriale di base, dal sistema scolastico e
formativo, dall’inversione della dinamica demografica incentivata da misure di sostegno alla
natalità, dalle proposte per contrastare le povertà educative, dalle politiche di aggregazione
più capillarmente diffuse, dalle politiche attive e degli ammortizzatori sociali.
     Bisogna agire subito, affinché l'esclusione economica e sociale e l'assenza di
prospettive non penti condizione permanente per migliaia di donne e di giovani nel nostro
Paese e nella nostra Regione.

   Nel fare sintesi delle molte riflessioni e sollecitazioni ricevute, invio questo
appello e lo indirizzo alla Vostra attenzione:

- Si chiede al Governo della Regione di coinvolgere i territori nell’attuazione del PNRR e di
identificare la responsabilità della realizzazione del Piano, assicurando la presenza di donne
nella governance. In tal senso sarà necessario e doveroso responsabilizzare i Sindaci che
sono i principali rappresentanti delle urgenze e delle necessità delle comunità. Le donne
dovranno essere maggiormente coinvolte nel processo e più rappresentate negli organi
istituzionali che gestiranno le risorse nei territori, altrimenti il Recovery Plan rischia di non
raggiungere tutte.
- Si chiede una celere pianificazione e una previsione dei tempi di attuazione e di
avanzamento dei progetti che tenga conto delle priorità di intervento nel Mercato del Lavoro
femminile, ribadite sia a livello europeo e sia a livello di Governo nazionale. Si raccomanda
attenzione alla gestione, alla trasparenza nelle procedure e nei processi di affidamento di
progetti e interventi.
- Si chiede di definire qualitativamente e quantitativamente i risultati attesi, soprattutto per
quanto riguarda la crescita e la qualità dell’occupazione in generale e dell’occupazione
giovanile e femminile nello specifico. Si chiede di conoscere i criteri e le modalità di
monitoraggio e di valutazione d’impatto.
- Si chiede che la Regione Veneto faccia pressione presso il Governo nazionale e gli organi
competenti per una riduzione dei contributi previdenziali per le lavoratrici autonome
(compatibilmente con le esigenze di spesa pubblica e deficit) e per il riconoscimento del diritto
alla maternità e alla malattia per tutte le categorie professionali autonome, per gli ordini
professionali e non, per l’ attivazione di politiche di conpisione del lavoro di cura, che vadano
oltre il concetto di conciliazione, e mirino alla redistribuzione equa dei carichi familiari e ad una
autentica genitorialità conpisa, prolungando il congedo di paternità, ponendo a carico
dell’INPS l’anticipo dell’ indennità obbligatoria di maternità per incentivare e sostenere le
piccole e medie imprese; per l’aggiornamento del Codice delle pari opportunità con la
definizione di chiari parametri di rispetto della parità salariale e delle pari opportunità sul luogo
di lavoro, e l’introduzione di un meccanismo premiante per i datori di lavoro che rispettano
questi principi attraverso sgravi contributivi e/o fiscali.

In particolare auspichiamo:

- che vengano implementati gli interventi strutturali per i servizi di cura della persona,
dall’infanzia alla terza età (anziani, persamente abili e non autosufficienti):
1. contribuendo ad aumentare la disponibilità dei nidi pubblici e potenziando: i servizi per
l’infanzia 0-6, strutture e progetti per il supporto scolastico, per la gestione del tempo post-
scolastico, per il supporto ai bambini-ragazzi in difficoltà, per centri estivi in tutte le realtà
territoriali, per la creazione di strutture aziendali di assistenza all’infanzia, con stanziamenti
adeguati e in tempi certi. Si raccomanda attenzione particolare all’adeguamento della
sicurezza e degli spazi negli edifici scolastici di ogni ordine e grado;
2. contribuendo all’inclusione e coesione sociale e il contrasto alla povertà attraverso un
incremento degli interventi per il sostegno alla domiciliarità, per l’ autonomia e il “dopo di noi”
per i persi soggetti fragili, per la non autosufficienza in tutte le sue forme: sociali, fisiche,
economiche;
3. implementando la sanità e assistenza socio-sanitaria di prossimità territoriale per anziani,
disabili e non autosufficienti prevedendo investimenti aggiuntivi, senza ridurre il budget
sanitario attualmente previsto, anche attraverso la creazione di nuove infrastrutture di cura
dedicate da realizzarsi in tempi certi e potenziando l’esistente;

- un forte investimento nei territori per creare e rinforzare la rete dei consultori, inserendo la
medicina di genere nel sistema sanitario regionale dei centri antiviolenza, delle case rifugio,
degli sportelli antimolestia sui luoghi di lavoro, degli sportelli di sostegno e consulenza per le
donne e i giovani;

- l’istituzione, in tutti i livelli educativi, a partire dalla primaria e dalla secondaria di primo grado,
del modello del tempo pieno;

- l’attivazione di percorsi formativi strutturati, declinati per i persi livelli scolastici nelle ore di
educazione civica sui valori di uguaglianza e inclusività inseriti nella Costituzione italiana, per
sconfiggere stereotipi e diseguaglianze;

- l’introduzione obbligatoria dei bilanci di genere negli Enti pubblici;

- l’incremento di assunzioni nei servizi pubblici per donne e giovani, rinnovando e potenziando
i settori di contrasto alla povertà educativa nei quartieri e nei territori, dell’assistenza sanitaria,
della cura domiciliare in tutte le sue declinazioni, della ricerca, della cultura, assicurando
formazione specifica e formazione alla digitalizzazione e alla tecnologia;

- l’implementazione in modo capillare, anche attraverso nuovi strumenti digitali per contrastare
il digital pide di genere, di attività qualificata di orientamento e formazione al lavoro delle
donne (per la ricerca del lavoro, al rientro dalla maternità, per favorire la mobilità professionale
interna, la riqualificazione e la ricollocazione in caso di perdita del posto di lavoro, ecc. ) anche
a distanza, per l’ acquisizione di competenze tecnico-scientifiche o di indirizzo verso la
professionalizzazione del lavoro di cura e assistenza, competenze di cui già si prevede
crescerà il bisogno. Sarà importante inserire obiettivi di qualità nei Bandi regionali per favorire
la crescita di un lavoro femminile di qualità e non solo intermittente, precario, a termine;

- promuovere e valorizzare modelli organizzativi orizzontali, innovativi e sempre più necessari
alle trasformazioni del mondo del lavoro, basati sulla collaborazione, sulla cura, sulla
conpisione, sull’esercizio della delega, sulla fiducia, sull’autorevolezza, sull’intelligenza
sociale ed emotiva, sull’adattabilità e sulla creatività, sulla flessibilità della gestione oraria
(lavorando per progetto, risultato, obiettivi…). Tutte caratteristiche molto femminili. In questa
prospettiva le donne dovranno e potranno avere il giusto spazio;

- la creazione e promozione di luoghi/spazi di co-working per evitare che lo smart working, se
non regolamentato, possa pentare strumento di segregazione di genere, soprattutto per le
giovani donne;

- un forte sostegno all’imprenditorialità femminile, con affiancamento e formazione delle titolari
sia delle nuove imprese femminili nei primi anni di attività, sia delle titolari delle imprese che
più hanno sofferto la crisi pandemica (commercio, turismo, ristorazione, servizi alla persona,
palestre, imprese culturali…) per accompagnarle nella ripresa, nel rilancio e nell’innovazione;

- si sostengano, con risorse adeguate ai compiti richiesti, gli organismi di parità per permettere
concretamente lo svolgimento del loro importante ruolo di presidio di eguaglianza e crescita
culturale per le Pari Opportunità nel territorio (rete delle Consigliere di Parità e delle
Commissioni per le PP.OO.).

    Si invitano, pertanto, gli intestatari di questa lettera, ad adoperarsi, ognuno nel
proprio ruolo, affinché le risorse europee vengano indirizzate a contrastare con
coraggio e chiarezza le disuguaglianze di genere e orientate a far crescere
l’occupazione femminile, sia attraverso un riordino della spesa regionale e comunale,
sia creando nuove infrastrutture sociali e una vera economia della cura, indicando
misure di medio-lungo periodo e riforme immediate che rispondano alle richieste di
servizi delle donne e delle famiglie del nostro territorio.

    Grazie per l’attenzione, invio distinti saluti.




                           Francesca Lazzari

                  Consigliera di Parità della Provincia di Vicenza




Nominata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali di concerto con il Ministero
delle Pari Opportunità in data 22.12.2020 con D.M. n.154