comunicato stampa_violenza sulle donne_ 15 settembre 2021

15.03.2021
Comunicato stampa.
Due feminicidi nella nostra provincia in soli 5 giorni. Sono state uccise due giovani
donne.

La violenza basata sul genere è fondata sulla disparità di potere tra uomini e donne ed
è un fenomeno sociale strutturale che ha radici culturali profonde, riconducibili ad
un’organizzazione patriarcale della società che ancora oggi vive nelle pratiche e nella vita
quotidiana di molti uomini e donne in Italia. Dentro questa gabbia logica si riproduce la
struttura di genere gerarchica e tradizionale attraverso rappresentazioni collettive fondate
sugli stereotipi e il sessismo, i quali incidono nell’immaginario e nell’agire collettivo
creando le condizioni per una giustificazione e una perpetuazione della violenza maschile
sulle donne, presente ancora oggi nel nostro Paese e nel nostro territorio in maniera
assolutamente inaccettabile.
Vanno contrastati con forza quei tentativi di ridefinizione dei rapporti sociali in chiave
sessista che respingono le donne in una posizione di subordinazione ad un potere
maschile tossico, che tende a ristabilire il controllo pubblico sui rapporti tra le persone,
nelle famiglie attraverso violenze fisiche e morali, umiliazioni e persecuzioni.Viviamo
d’altronde in una fase storica che stiamo imparando a definire post-patriarcale o neo-
patriarcale nella quale sono presenti oltre agli elementi del patriarcato classico, anche
quelli di un patriarcato nuovo, moderno e apparentemente liberale. Un sistema sessista
che non opera più vistose ed evidenti discriminazioni, ma agisce in maniera ambigua,
subdola e non meno pervasiva.
Questo clima culturale, questo stereotipato pensiero è diffuso e occulta la violenza
domestica, la violenza sui luoghi di lavoro, fa leva sul pregiudizio infondato che le donne
denuncino falsamente maltrattamenti e altre forme di violenze nelle relazioni intime per
trarne vantaggio nei procedimenti in tema di separazione e affidamento dei minori,
sabotando l’efficacia di tutti gli strumenti di prevenzione e protezione ottenuti negli ultimi
trent’anni di impegno politico delle donne, è un condizionamento autoritario delle scelte
inpiduali in violazione delle garanzie costituzionali in tema di libertà personale e
uguaglianza anche nelle relazioni familiari.Tutto ciò non è più tollerabile. SI rende
necessario, urgente e non più rinviabile:
- monitorare la concreta attuazione della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla
prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica,
fatta a Istanbul l’11 maggio 2011 e ratificata ai sensi della legge 27 giugno 2013 n. 77, e di
ogni altro accordo sovranazionale e internazionale in materia . la Convenzione di Istanbul
del 2011, primo strumento internazionale giuridicamente vincolante in materia di
protezione dei diritti della donna contro ogni forma di violenza: ha riconosciuto in modo
palese che l’elemento fondamentale per prevenire la violenza contro le donne è il
raggiungimento dell’uguaglianza di genere, di fatto e di diritto. Nella Convenzione si legge:
«con l’espressione “violenza nei confronti delle donne” si intende designare una violazione
dei diritti umani e una forma di discriminazione contro le donne, comprendente tutti gli atti
di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o
sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di
compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita
pubblica che nella vita privata».
- contrastare le incongruità e carenze della normativa vigente rispetto al fine di tutelare la
vittima della violenza e gli eventuali minori coinvolti;

- pretendere un maggior livello di attenzione e la capacità d’intervento delle autorità e delle
pubbliche amministrazioni, centrali e periferiche, competenti a svolgere attività di
prevenzione e di assistenza;

- monitorare l’effettiva destinazione, alle strutture che si occupano della violenza di genere,
di risorse stanziate dalle leggi di stabilità e nel prossimo Recovery Found; monitorare
l’effettiva applicazione, da parte delle Regioni, del Piano antiviolenza e delle linee guida
nazionali per le aziende sanitarie e ospedaliere in tema di soccorso e assistenza socio-
sanitaria alle vittime di violenza; monitorare l’attività svolta dai centri antiviolenza operanti
sul territorio, quali interlocutori principali delle istituzioni nella costruzione delle politiche di
contrasto al fenomeno della violenza maschile sulle donne, attingendo dall’esperienza da
loro acquisita in oltre trent’anni di attività; proporre interventi normativi e finanziari per far sì
che tutta la rete dei centri antiviolenza e delle case rifugio presenti sul territorio nazionale
sia finanziata in modo certo, stabile e costante nel tempo, in modo da scongiurarne rischio
di chiusura e consentire l’organizzazione di percorsi strutturati per far riemergere le donne
dalla spirale delle violenze;
- verificare, come raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità, l’effettiva
realizzazione, da parte delle istituzioni, di progetti educativi nelle scuole di ogni ordine e
grado, finalizzati al rispetto delle persone tutte, all’accettazione e alla valorizzazione di
tutte le persità, a partire da quella di genere; promozione e incremento di ogni iniziativa
utile per aumentare la consapevolezza e la comprensione, da parte di tutti i cittadini, delle
varie manifestazioni di tutte le forme di violenza, nonché della necessità di prevenirle,
includendo nei programmi scolastici di ogni ordine e grado appropriati materiali didattici su
temi quali la parità tra i sessi, i ruoli di genere non stereotipati, il reciproco rispetto, la
soluzione non violenta dei conflitti nei rapporti interpersonali, la violenza contro le donne
basata sul genere e il diritto all’integrità personale; ecc.
- è necessaria la responsabilizzazione dei mezzi di comunicazione per rappresentare in
modo corretto la violenza di genere e per stigmatizzare stereotipi tuttora diffusi sul ruolo
della donna, come oggetto sessuale.

Francesca Lazzari
(Consigliera di Parità della Provincia di VIcenza)