CISL_FIM_intervento 8 marzo 2022

8 marzo 2022

Nel ringraziarvi per l’invito a presenziare al Vostro importante incontro, non potendo essere
presente, mi fa piacere conpidere questa riflessione.
La dimensione del superamento delle disuguaglianze appare oggi come una questione di primo
piano e rappresenta una delle sfide più importanti per l’avvenire delle giovani generazioni, perchè la
rarità delle donne nelle istanze decisionali è stata identificata come uno dei freni al cambiamento
sociale.
Proprio per la sua differenza, ogni persona deve poter realizzarsi ed espandersi in tutta la sua
originale pienezza, affermandosi come “differente” non solo dagli altri ma anche da se stessa, dai
propri limiti, dal proprio vissuto, dal proprio ambiente, deve coltivare le proprie doti, fare tesoro
delle proprie esperienze, costruire rapporti interpersonali arricchenti ed impegnarsi per migliorare la
propria comunità.
La valorizzazione delle risorse femminili e la diffusione della cultura di parità e pari opportunità si è
ormai affermata come importante principio trasversale delle politiche pubbliche.
Attraverso interventi non più isolati e occasionali, ma articolati e tarati su specifiche problematiche
di contesto, si può realizzare l'obiettivo di ridurre le disuguagliuanze nell’ottica del rispetto e
valorizzazione delle differenze tra i generi, oltre che esprimere opportunità di sviluppo dei territori.
Quello delle Pari Opportunità è un principio di carattere generale la cui principale componente è il
pieto di qualsiasi discriminazione. Tale principio è applicabile in tutti i campi della vita
economica, sociale, culturale e familiare.
L'Unione europea stabilisce il principio in base al quale la parità (gender perspective) deve essere
sistematicamente presa in considerazione in tutte le politiche e in tutte le azioni dei Paesi europei,
fin dal momento della loro concezione e in maniera attiva e visibile.
Le Pari Opportunità vanno intese come “opportunità pari” nella vita sociale, economica e civile,
come pari rappresentanza e partecipazione al processo decisionale, sul piano dei ruoli e della
valorizzazione delle differenze di Genere.
Promuovendo un'attenzione specifica ai percorsi di Pari Opportunità, trasferibili al sistema del
Mercato del lavoro privato e pubblico, si costruisce una conpisa cultura di riconoscimento del
valore e delle competenze femminili e cresce il grado di coerenza delle azioni degli attori
istituzionali in relazione alle modalità di organizzazione della realtà locale del lavoro e
dell’impresa, riducendo l’impatto sociale, i costi per i servizi e per la mobilità che l’intera
collettività deve sostenere.
Le politiche di pari opportunità non vanno intese come set di interventi rivolti specificatamente alla
sola popolazione femminile, ma devono realizzare l'integrazione sistematica dell'ottica di genere,
all'interno di tutte le politiche e di tutte le azioni.
Ciò significa organizzare, sviluppare, implementare e valutare i processi tenendo conto in ciascuna
fase, delle differenze e dei persi impatti che, le politiche producono sulle persone stesse.
Ciò che interessa sottolineare è che l’adozione di una tale prospettiva globale e trasversale
comporta uno sforzo di mobilitazione in particolare nei seguenti ambiti:
- economia e lavoro, in relazione al tema della segregazione occupazionale (verticale e
orizzontale) ma anche del mobbing, del gap salariale e contrattuale, delle discriminazioni dirette ed
indirette e delle molestie sul lavoro;
- cittadinanza e partecipazione, in relazione al tema della rappresentanza nelle realtà politiche,
amministrative, sindacali e categoriali;
- istruzione e formazione, in relazione al tema della segregazione educativa e quindi del sex-
typing educativo;
- armonizzazione famiglia-lavoro, in relazione alla gestione del personale (dimensione
pubblica) e alla pisione asimmetrica dei ruoli in base al Genere (dimensione privata), bisogna
incentivare e perfezionare gli strumenti contrattuali della conciliazione affinché siano
effettivamente utilizzati da tutti e tutte i lavoratori e le lavoratrici senza distinzione di genere nella
direzione di una conpisione del lavoro di cura. Nei Paesi in cui la conciliazione vita-lavoro ha
guidato le politiche per la famiglia, non come da noi dove è prevalsa, nonostante le norme, una
cultura paternalista e una visione maschilista, i tassi di occupazione femminile sono più alti così
come l'indice di fecondità. Questa esigenza si fa sempre più cogente anche alla luce della
composizione demografica della popolazione;
- salute, in relazione al riconoscimento dei diritti della donna-lavoratrice, della paternità e della
maternità;
- società e contesto, in relazione alle caratteristiche demografiche della popolazione (basti
pensare al tema dell’invecchiamento e della cura degli anziani) e alla qualità dei servizi. Tra i dati
che accompagnano il problematico quadro occupazionale ci sono la bassa natalità, la diminuzione
complessiva della popolazione e l’età mediana dei cittadini. Un nodo da affrontare seriamente è la
mancanza di un sistema di welfare che permetta alle donne di dedicare al loro percorso lavorativo le
stesse energie dei loro colleghi uomini, superando la scelta tra famiglia o lavoro.

È solo attraverso la costituzione di un sistema integrato di risorse, a partire dai territori, che può
nascere un’azione realmente “positiva” in termini di promozione delle Pari Opportunità per
collegare il benessere inpiduale di donne e uomini al più ampio ambiente sociale, economico e
politico.
Le persone hanno bisogno di opportunità per penire attive nel prendere decisioni e per migliorare
la propria vita e quella delle comunità.

Grazie per l’attenzione. Auguro a tutti e tutte buon lavoro. Buon 8 marzo.


                                   Francesca Lazzari
                           Consigliera di Parità della Provincia di Vicenza