determina
PROVINCIA DI VICENZA
Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243
DETERMINAZIONE N° 1197 DEL 28/12/2017
Servizio VIA VINCA
OGGETTO: DITTA FARRONATO ECOGEA SRL
ESCLUSIONE PROCEDURA DI VIA ART. 20 D.LGS. 152/2006 E S.M.E I. -
PROGETTO: IMPIANTO DI RECUPERO RIFIUTI INERTI NON PERICOLOSI
LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNE DI ROMANO D’EZZELINO
IL DIRIGENTE
Vista la documentazione presentata con nota prot. 46914 del 28 giugno 2017, da parte della ditta
Farronato Ecogea srl con sede legale e operativa in comune di Romano d’Ezzelino , via Nardi
n.140, relativa al progetto di un “ Impianto di recupero di rifiuti inerti non pericolosi”;
Dato atto che il progetto proposto rientra nella tipologia progettuale indicata al punto7. Progetti
di infrastrutture. Punto z.b) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità
complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9,
della parte quarta del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
Tenuto conto che la verifica per tali progetti rientra tra le competenze inpiduate in capo alla
Provincia dalla Legge Regionale n. 4/2016, con riferimento alla tipologia degli interventi, come
inpiduati negli allegati III e IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006;
Rilevato che nella documentazione trasmessa la ditta ha chiesto l'attivazione della procedura di
verifica di cui all'art. 20 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. ed è stata effettuata la pubblicazione sul sito
web della Provincia in data 04/07/2017;
Considerato che il citato art. 20 prevede che l'autorità competente, verificato che il progetto non
abbia possibili effetti negativi e significativi sull'ambiente, dispone l'esclusione dalla procedura di
valutazione ambientale e, se del caso, impartisce le necessarie prescrizioni, ovvero, se il progetto ha
possibili impatti negativi e significativi sull'ambiente, applica le disposizioni degli articoli da 21 a
28 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.;
Dato atto che il Comitato Tecnico Provinciale VIA, nella seduta del giorno 18/12/2017, ha
disposto l'esclusione dalla procedura di valutazione ambientale con le prescrizioni contenute nel
parere 30/2017 allegato al presente provvedimento per costituirne parte integrante e sostanziale;
Ritenuto di far proprie le citate prescrizioni al fine di mitigare gli impatti ambientali e monitorare
nel tempo la situazione aziendale;
Dato atto che non è oggetto della presente procedura la verifica della conformità
urbanistica/edilizia dell'intervento e tenuto conto che rimangono in capo alle autorità competenti il
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rilascio di eventuali pareri, nulla osta, autorizzazioni e assensi comunque denominati necessari per
l'autorizzazione dell'intervento;
Vista l’istruttoria del Comitato Tecnico Provinciale conservata agli atti;
Viste le norme di procedura di VIA di cui al D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.;
Visto che il presente provvedimento viene emanato nel rispetto della tempistica prevista dal
succitato D.Lgs. 152/2006 e dal Regolamento sui procedimenti amministrativi di competenza della
Provincia di Vicenza (Deliberazione di Consiglio n. 37/2013) che è di giorni 80 ID PROC 45;
Vista la Legge Regionale 4 del 18 febbraio 2016 “Disposizioni in materia di valutazione di impatto
ambientale e di competenze in materia di autorizzazione integrata ambientale”;
Visti gli artt. 151 comma 4 e 107 del D.Lgs. n. 267/2000;
Richiamata la Deliberazione del Consiglio Provinciale n.25 del 17/07/2017 con la quale è
stato approvato il Bilancio di Previsione 2017-2019;
Visto che con Decreto Presidenziale n. 65 del 01/08/2017 è stato approvato il Piano
Esecutivo di Gestione 2017/19;
DETERMINA
1. che il progetto della ditta Farronato Ecogea srl con sede legale e operativa in comune di
Romano d’Ezzelino , via Nardi n.140, relativa al progetto di un “ Impianto di recupero di
rifiuti inerti non pericolosi” è escluso dalla procedura di valutazione di impatto
ambientale di cui al D.Lgs. n. 152/06 e alla L.R. 4/2016 e s.m.i. con le prescrizioni riportate
nel parere n. 30/2017 allegato alla presente determinazione per costituirne parte integrante e
sostanziale.
2. Che il presente provvedimento non comporta spese, minori entrate, nè riflessi diretti o
indiretti sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai sensi art
49 del TUEL come modificato dal DL 174/12);
3. che il Responsabile del procedimento provvederà alla pubblicazione del presente
provvedimento sul sito di questa Provincia e, in modo sintetico, sul Bollettino Ufficiale della
Regione Veneto;
4. che il presente provvedimento verrà pubblicato ai sensi dell'art. 23 D.Lgs. 33/2013;
5. di dare atto che al presente provvedimento sarà data esecuzione ad avvenuta pubblicazione
all'albo pretorio on line
6. il presente provvedimento verrà inviato alla ditta e al consulente, ai comuni di Romano
d’Ezzelino e Cassola, ad ARPAV, all’ULSS n.7 ;
INFORMA CHE
avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso avanti al Tribunale Amministrativo Regionale
per il Veneto, nel termine di 60 giorni dalla data di ricevimento della comunicazione del presente
atto, ovvero in alternativa ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni dalla data di
ricevimento della comunicazione del presente atto.
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rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali ulteriori pareri, nulla osta,
autorizzazioni e assensi comunque denominati, necessari per l'attuazione dell'intervento.
Vicenza, 28/12/2017
Sottoscritta dal Dirigente
(MACCHIA ANGELO)
con firma digitale
---
Responsabile del Procedimento: Andrea BALDISSERI
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LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNE DI ROMANO D’EZZELINO
CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE
Si certifica che copia della presente determinazione è pubblicata all'albo pretorio di questa
Provincia per 15 giorni dal 29/12/2017.
Vicenza, 29/12/2017
Sottoscritto dall'addetto alla pubblicazione
(POLO PAOLA)
con firma digitale
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AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
SETTORE AMBIENTE - SERVIZIO VIA
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FARRONATO ECOGEA srl
PARERE N. 30/2017
Oggetto: Impianto di recupero rifiuti inerti non pericolosi (art. 13 L.R. 4/2016).
PROPONENTE: Farronato Ecogea srl
SEDE LEGALE: Via Nardi n.140 – Romano d’Ezzelino
SEDE INTERVENTO: Via Nardi n.140 – Romano d’Ezzelino
TIPOLOGIA ATTIVITÀ: Impianto di trattamento rifiuti inerti non pericolosi
PROCEDIMENTO: Verifica di assoggettabilità ex art.20 del D.Lgs. 152/2006.
MOTIVAZIONE V.I.A: ALLEGATO IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - 7. Progetti di
infrastrutture. Punto z.b) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non
pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante
operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del
Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
COMUNE INTERESSATO: Cassola
DATA DOMANDA: 28 giugno 2017
DATA PUBBLICAZIONE: 04 luglio 2017
DATA INTEGRAZIONI: 14 agosto, 30 ottobre e 01 dicembre 2017
DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
- Tav. 1 - Cartografia generale.
- Tav. 2 - Lay-out stato di fatto.
- Tav. 3 - Lay-out progetto.
- Tav. 4 - Layout scarichi.
- El. 1 - Progetto preliminare dell'impianto.
- El. 2 - Studio Preliminare di impatto ambientale.
- El. 3 - Valutazione impatto acustico.
- El. 4 - Rel. di escl. dalla Valutazione di incidenza.
- Dichiar. non nec. V.Inc.A bis.
PREMESSE ED UBICAZIONE
La Ditta FARRONATO ECOGEA Srl titolare dell’impianto di recupero rifiuti non pericolosi svolge l’attività
di recupero rifiuti in regime semplificato, regolarmente autorizzata dalla Provincia di Vicenza con n. Regi-
stro 60/Servizio Suolo Rifiuti/13 del 15 maggio 2013.
Al fine di ottemperare all' art. 13 della Legge Regionale n.4/2016 la ditta presenta domanda di verifica di as -
soggettabilità al VIA.
Al fine di ottimizzare la gestione interna dell’impianto, la ditta richiede alla Provincia di Vicenza un amplia -
mento areale di modeste dimensioni sfruttando una parte dell’area di cava chiusa; non è prevista alcuna va-
riazione di tipo impiantistico né variazioni di quanto ad oggi autorizzato.
L’impianto di recupero rifiuti è ubicato in Via Nardi n.140 nel Comune di Romano d’Ezzelino (VI).
L’area in cui ha sede l’impianto è inserita in un contesto prevalentemente industriale lungo la principale di -
rettrice stradale, già fortemente influenzata dalla presenza di numerose attività produttive anche del medesi-
mo genere.
I centri urbani maggiormente prossimi all’area di intervento sono:
• Il centro abitato di San Zeno posto ad ovest a circa 1.000 m lineari di distanza;
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• Il centro abitato di Sacro Cuore posto ad est a circa 1.000 m lineari di distanza.
L’area in cui ha sede l’impianto della Ditta Farronato Ecogea confina:
• A nord oltre la strada sono presenti delle attività industriali;
• Ad est la Strada Provinciale 57;
• A sud L’impianto di Produzione aggregati naturali presso la Cava Nardi;
• Ad ovest attività industriale.
La zona occupata dalla Ditta Farronato Ecogea S.r.l. è censita al N.C.T. del comune di Romano d’Ezzelino al
foglio 21 mappali 32, 33 e 34.
In base a quanto stabilito dallo strumento di pianificazione del Comune di Romano d’Ezzelino (Piano degli
Interventi), l’area su cui è insediato l’impianto di recupero rifiuti della ditta proponente è classificata come
“Zona E agricola con presenza di una discarica” normata dall’Art. 30 delle Norme Tecniche di Attuazione.
La viabilità di accesso all’impianto di recupero rifiuti per i mezzi pesanti avviene da Via Lughi direttamente
collegata con la Strada Statale 47 della Valsugana, in questo tratto a doppia carreggiata e quattro corsie.
In particolare l’impianto della Farronato Ecogea è localizzato in un’area di discarica per rifiuti inerti in fase
di chiusura, sita all’interno di un’area di cava estinta denominata “Cava Nardi”.
Ortofoto del sito
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ESAME ISTRUTTORIO
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
In riferimento alla procedura inpiduata dall'art. 13 della L.R. 4/2016, la DGR 1979/2016 definisce i
contenuti della relazione da allegarsi all'istanza , così come inpiduati nella DGR 1020/2016, indicando la
necessita di prevedere anche una descrizione degli impatti sulle matrici ambientali interessate connessi
all'esistenza dell'opera, all'utilizzazione delle risorse naturali, all'emissione di inquinanti, alla creazione di
sostanze nocive e allo smaltimento dei rifiuti, finalizzata all'inpiduazione delle eventuali misure di
mitigazione necessarie.
L’inpiduazione delle matrici ambientali interessate potrebbe essere utilmente integrata attraverso
l’approfondimento dell’analisi della strumentazione Programmatoria/Pianificatoria esaminata, mettendo in
relazione le perse criticità con le possibili proposte mitigative.
Il Piano di tutela delle acque identifica l’area all'interno di una zona con grado di vulnerabilità alta (valori
sintacs 50-70 - Fig. 2.2 - Carta della Vulnerabilità Intrinseca della falda freatica della Pianura Veneta), della
Zona della ricarica (Tav. 36 – Zone omogenee di protezione dall'inquinamento) e di una zona denominata
“Alta pianura veneta, zona di ricarica degli acquiferi (D.C.R. n. 62/2006)" (Fig. 2.3 - Zone vulnerabili da
nitrati di origine agricola);
Il PTCP identifica, alla tav. 2.3 – carta idrogeologica, tutta l'area interessata all'interno di due “aree di cattura
pozzi” relative a pozzi di attingimento idropotabile siti in comune di Cassola; inoltre, nelle vicinanze del
confine nord ovest dell’ impianto all'interno del territorio del comune di Romano d'Ezzelino inpidua un
pozzo acquedottistico la cui “aree di cattura pozzi” si spinge a nord e la cui fascia di rispetto interessa l'area
in questione.
L’impianto dovrebbe essere messo in relazione con le aree inpiduate nelle tavole del PAT sottoelencate:
- Tav. 1 (vincoli) presenza a) fascia di rispetto fluviale; a) vicinanza con area centro storico;
- Tav. 2 (invarianti) vicinanza con Villa Veneta e centro storico;
– Tav. 3 (fragilità) area inserita completamente all'interno di un area non idonea;
– Tav. 4 (trasformabilità) a confine dei lati ovest, nord ed est è presente una “infrastruttura principale”, a
confine del lato est è presente un “percorso ciclopedonale”.
Occorre altresi approfondire il fatto che una parte del progetto (deposito MPS) è all'interno del perimetro
che il PI inpidua come area di cava attiva (nello s.p.a. la si indica come cava chiusa).
Le criticità sopraelencate non venivano messe in relazione con l'impianto in questione.
Le integrazioni fornite hanno affrontato quanto sopra evidenziato ed è stata verificata la coerenza tra la
pratica in oggetto e l’attività di cava conclusa e non riprendibile (diniego alla proroga dell'attività) alla luce
del progetto di variante alla ricomposizione ambientale della cava depositato presso la Regione Veneto e in
corso di istruttoria ed il progetto dell’impianto trattamento rifiuti risulta compatibile con il progetto di
variante, per quanto riguarda la messa in sicurezza delle scarpate di cava che rimarranno esposte.
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
Il progetto si riferisce all’esercizio di un impianto di messa in riserva (R13) con recupero (R5) di alcune
particolari tipologie di rifiuti inerti non pericolosi (recuperabili).
Per quanto riguarda gli aspetti gestionali, nell’impianto potranno essere conferiti unicamente rifiuti non
pericolosi “inerti” corrispondenti, unicamente, alla tipologia 7.1 dell’Allegato 1 - Suballegato 1 al D.M.
05/02/98 e ss.mm.ii.; per questi rifiuti potranno essere effettuate le seguenti operazioni:
• operazioni di sola messa in riserva (R13);
• operazioni di messa in riserva (R13) con recupero (R5), finalizzate alla produzione di aggregati inerti
artificiali utilizzabili nel campo dell’edilizia e per la realizzazione di rilevati e sottofondi stradali, ferroviari,
aeroportuali, piazzali industriali oltreché per recuperi ambientali.
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Le operazioni di recupero (R5) saranno effettuate in una linea di trattamento automatizzata, mediante una
serie di fasi meccaniche (tecnologicamente interconnesse) di frantumazione/macinazione, separazione
magnetica (deferrizzazione) e selezione granulometrica (vagliatura a più stadi). I materiali in uscita dalla
linea sono quindi sostanzialmente riconducibili a:
− metalli ferrosi (separati mediante deferrizzazione), che verranno qualificati come rifiuti (codice C.E.R. 19
12 02) e stoccati, prima di essere avviati a recupero presso impianti terzi autorizzati,
− Rifiuti misti costituiti da plastica, nylon e talvolta legname separati dal rifiuto da demolizione durante la
cernita nell’area nell’area di stoccaggio provvisorio R13, verranno qualificati come rifiuti (codice C.E.R. 19 12
11) e stoccati, prima di essere smaltiti presso impianti terzi autorizzati.
Le dotazioni di progetto consentiranno di ottenere le seguenti pezzature:
• sabbia 0/8: aggregato inerte artificiale costituito da granuli di pezzatura compresa fra 0 e 8 mm;
• stabilizzato 0/30: aggregato inerte artificiale costituito da granuli di pezzatura compresa fra 0 e 30 mm;
• stabilizzato secco 15/30: aggregato inerte artificiale costituito da granuli di pezzatura compresa fra 15 e 30
mm;
• ciottolame 30/80: aggregato inerte artificiale costituito da granuli di pezzatura compresa fra 30 e 80 mm;
• frantumato 0/80: aggregato inerte artificiale costituito da granuli di pezzatura compresa fra 0 e 80 mm.
Le operazioni di recupero (R5) saranno effettuate su rifiuti non pericolosi appartenenti alla tipologia di cui al
capp. 7.1 dell’Allegato 1 - Suballegato 1 al D.M. 05/02/98 e ss.mm.ii.; queste operazioni, del tutto
riconducibili alle attività indicate nei paragrafi del cap. 7 dell’Allegato 1 - Suballegato 1 al D.M. 05/02/98 e
ss.mm.ii. e fra questi, in prevalenza, quelle di cui ai parr. 7.1.3, sono, come detto, finalizzate alla produzione
di aggregati inerti artificiali utilizzabili nel campo dell’edilizia e per la realizzazione di rilevati e sottofondi
stradali, ferroviari, aeroportuali, piazzali industriali oltreché per recuperi ambientali, come previsto nei citati
paragrafi dell’Allegato 1 - Suballegato 1 al D.M. 05/02/98 e ss.mm.ii.
L’attività di recupero (R5) è quindi subordinata ad una serie di verifiche di conformità da effettuarsi tanto
sui rifiuti “in ingresso” quanto sulle M.P.S. in uscita (aggregati inerti ottenuti dalle operazioni di recupero-
trasformazione); queste verifiche, puntualmente definite dalla D.G.R.V. 1773/2012, sono sudpise:
− per i rifiuti in ingresso, in funzione della tipologia di rifiuto (non pericoloso con oppure senza codice a
specchio), della tipologia di attività di demolizione che li ha generati (selettiva oppure non selettiva) e del
tipo di opera demolita (fabbricati industriali e artigianali oppure fabbricati civili - commerciali o parti di
fabbricati industriali destinati ad uso non produttivo);
− per le M.P.S. in uscita, in base alla rispondenza a determinate caratteristiche qualitative /ambientali
(qualificazione secondo Norma UNI EN 13285:2010 e caratteristiche indicate all’allegato C della Circolare
Ministeriale 15 luglio 2005, n. UL/2005/5205) e prestazionali (stabilite dalle specifiche norme UNI-EN per la
classificazione CE del prodotto).
Per poter dar corso a queste ultime verifiche, i materiali in uscita dalla linea di trattamento verranno ripresi e
depositati in apposite aree, dedicate, in attesa degli esiti dei controlli analitici. Ad esito favorevole, ovvero
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all’ottenimento della qualifica di M.P.S., i materiali potranno essere commercializzati ed utilizzati come tali;
in caso contrario i materiali potranno essere ulteriormente riprocessati (ricaricati in testa alla linea) nel caso
di non conformità alle specifiche prestazionali richieste, oppure allontanati ed avviati, come rifiuti, ad
impianti terzi autorizzati (di recupero o di smaltimento) nel caso di non conformità alle specifiche
qualitative / ambientali previste.
Per quanto riguarda le dotazioni infrastrutturali, l’impianto è realizzato in area esterna scoperta e risulta
sudpiso in tre porzioni di cui:
− una, impermeabilizzata con manto di conglomerato bituminoso, dedicata all’ingresso, alle operazioni di
verifica dei carichi ed alla pulizia preventiva dei pneumatici dei vettori in uscita, all’interno della quale è
alloggiato un box adibito ad uffici-servizi ed è installata la pesa e l’impianto lava-ruote;
− un’altra, pavimentata da uno strato di conglomerato bituminoso, sudpisa a sua volte in due aree
denominate “deposito R13” e “zona grigia”. La prima è dedicata alla messa in riserva dei rifiuti (non
pericolosi) conferiti e inoltre sono posizionati alcuni cassoni/container scarrabili destinati allo stoccaggio dei
rifiuti prodotti dalle operazioni di selezione/cernita manuale e separazione magnetica (nella linea di
trattamento).
Nella seconda zona denominata zona grigia vengono stoccati i prodotti risultanti dal trattamento dei rifiuti
R5 in attesa di poterne confermare le caratteristiche chimico-fisiche per classificarle come MPS;
− un’altra, dove avviene la lavorazione dei rifiuti e il deposito delle M.P.S. recuperate in attesa di essere
riutilizzate.
Per quant’altro, l’impianto è adeguatamente recintato e perimetrato, su tutti i lati, da una fascia verde
alberata di “protezione ambientale”. Il piazzale scoperto pavimentato è dotato di sistema di raccolta e
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collettamento delle acque meteoriche. L’area esterna (scoperta), infine, sarà dotata di un sistema di
bagnatura delle superfici di stoccaggio, deposito e movimentazione, realizzato mediante appositi erogatori
che utilizzeranno, prevalentemente, le acque meteoriche depositate nella vasca di accumulo a valle
dell’impianto di depurazione.
La Ditta Farronato Ecogea non prevede alcuna variazione di tipo impiantistico ma solamente un
ampliamento areale di modeste dimensioni sfruttando una ristretta parte dell’area della cava “Nardi”
chiusa. Nella Tavola 3 viene riportato lo stato di progetto dell’impianto di recupero. L’ampliamento sarà
adibito unicamente allo stoccaggio delle MPS prodotte.
L’area denominata “deposito R13” ha una superficie totale di 555 mq, la dimensione effettiva adibita a
stoccaggio, sottraendo l’area di manovra dei mezzi e l’area occupata dai cassoni scarrabili è circa 250 mq,
considerando un altezza media dei cumuli di 2 m si ha un volume max stoccabile di 500 mc, e quindi una
capacità massima di stoccaggio di 750 tonnellate.
Per le operazioni di recupero (R5) la produzione massima effettiva può raggiungere le 60 m3/h (potenzialità
massima di targa del frantoio) mentre, in linea generale, per la produzione di aggregati riciclati a grana
mista (pezzature 0 ÷ 80 mm), con una alimentazione costituita da rifiuti eterogenei mediamente resistenti
(con presenza di cemento armato, cordonate, pozzetti,...), la produzione media effettiva è dell’ordine delle 40
m3/h; considerando che per l’impianto in progetto si prevede un unico turno giornaliero (diurno) di 5 ore, si
ritiene che la potenzialità massima giornaliera di trattamento (recupero dei rifiuti non pericolosi inerti) possa
raggiungere le 450 t/giorno, corrispondenti ad un funzionamento di 5 ore/giorno ad un regime di 90 t/h.
Per quanto riguarda la potenzialità annua di trattamento, invece, per le ragioni anzidette, si prevede che in
un unico turno giornaliero di 8 ore si possa realisticamente prevedere un funzionamento per 4,5 ore/giorno;
pertanto, considerando un funzionamento di 220 giorni/anno, l’impianto può recuperare un quantitativo
annuo massimo di rifiuti non pericolosi pari a 60 t/h x 4,5 ore/giorno x 220 gg/anno = 59˙400 t/anno, che
vengono arrotondate a 59˙000 t/anno.
L’impianto è altresì dotato di un impianto di depurazione costituito da un separatore fanghi (vasca di
dimensioni cm. 200 x215 (H)) e da un separatore oli coalescente ns. Mod. DSL GN25, costituito da una vasca
di dimensioni cm. 150 x 215 (H), corredato di filtro a coalescenza; le acque vengono poi inviate ad un sistema
di smaltimento costituito da tubazioni drenanti, poste all’interno di una trincea realizzata in materiale
ghiaioso. Tra il sistema di trattamento e le trincee drenanti vi è posta una vasca di accumulo di 20 m3
QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
Aria
Le emissioni, provenienti dal recupero e lavorazione inerti, sono emissioni diffuse e sono stati inpiduati i
seguenti sistemi di contenimento delle polveri:
• bagnatura dei cumuli e della viabilità di transito soprattutto in caso di eventi eolici particolarmente rile -
vanti da produrre sollevamento di polveri. La natura del materiale che come sopra riportato non è tale da ge-
nerare quantitativi rilevanti di materiale polverulento non avrà necessità di ingenti quantitativi di acqua,
sarà sufficiente una semplice bagnatura superficiale che non andrà mai a formare percolati;
• presenza di un sistema di ugelli nell’impianto in particolare nel frantoio, in corrispondenza del nastro
brandeggiante verso il vaglio, e nei nastri trasportatori della sabbia e dello stabilizzato;
• copertura con teli del nastro trasportatore del frantumato;
• la piattaforma R13-R5 pavimentata è delimitata su tre lati, a meno del fronte di accesso, da setti pisori
realizzati mediante accostamento di massi di altezza pari a 2,00 m.
Acque
L’attività di recupero rifiuti svolta dalla ditta Farronato Ecogea S.r.l. non richiede l’utilizzo di acque di
processo e altre sostanze chimiche di lavaggio finalizzate allo svolgimento dell’attività di recupero rifiuti. Le
acque di dilavamento meteorico dei rifiuti vengono convogliate, dopo trattamento in impianto chimico-
fisico, in trincea disperdente nel sottosuolo. Le integrazioni richieste hanno portato ad una nuova
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configurazione, che prevede il reimpiego di tutte le acque meteoriche, con gestione come rifiuti nel caso di
eccedenze determinate da piovosità eccessiva, ed eliminazione dello scarico nel sottosuolo. Analogamente,
in caso di carenza di precipitazioni, si provvederà all’integrazione con approvvigionamento da acquedotto.
Suolo e sottosuolo
L’area in cui sorge l’impianto è un’area di discarica per rifiuti inerti in fase di chiusura, sita all’interno di
un’area di cava estinta denominata “Cava Nardi”; l’ampliamento di progetto va ad interessare sempre una
parte dell’area di Cava “Nardi”, pertanto il progetto in esame tende a valorizzare la potenzialità già
installata sul territorio.
Il potenziale impatto sul suolo e sul sottosuolo è in genere connesso alla potenziale infiltrazione delle acque
meteoriche. Tuttavia, nel caso in esame tale impatto viene escluso proprio per l’adozione di accorgimenti
tecnici in fase progettuale:
• impermeabilizzazione della superficie adibita a messa in riserva R13 dei rifiuti in ingresso e a deposito
delle MPS in attesa di poterne confermare le caratteristiche chimico - fisiche per il successivo riutilizzo;
• rete di raccolta delle acque meteoriche di dilavamento piazzali e successivo trattamento delle acque
raccolte;
• conferimenti presso l’impianto di rifiuti non pericolosi;
• conferimenti presso l’impianto di rifiuti solidi che non portano alla produzione di effluenti fluidi;
• la ditta esegue un controllo periodico dello stato di usura della pavimentazione e nel caso in cui se ne
verifichi la necessità provvede all’immediato ripristino delle condizioni di sicurezza.
Per quanto concerne le acque di falda si evidenzia come la superficie funzionale dell’impianto di recupero
rifiuti si trova ad una quota di circa -15 m dal p.c., il livello di falda, dall’analisi della Carta Idrogeologica
dell’AltaPianura, è a circa 60 m s.m.m. equivalente ad una profondità rispetto al p.c. di circa 50 m, pertanto
la falda si attesta ad una profondità di circa 35 m, profondità tale da non interferire con il sistema di scarico
delle trincee drenanti e di altri eventuali scarichi accidentali.
In aggiunta, con effetto positivo sulla componente ambiente idrico in termini di consumo di risorse, è stato
predisposto un sistema di recupero delle acque meteoriche tramite vasca di accumulo da 20 m3. Come
accennato nel paragrafo Acque, risulta eliminato lo scarico nel sottosuolo, in quanto le acque meteoriche
verranno integralmente riutilizzate per l’alimentazione della riserva idrica dell’impianto di recupero,
utilizzato dal sistema di bagnatura delle aree di stoccaggio/deposito e movimentazione e dal sistema di
bagnatura durante la fase di frantumazione/vagliatura.
Rumore
La rumorosità generata dall’impianto in oggetto, per quanto riguarda la valutazione del rispetto del limite di
emissione, è stata stimata in corrispondenza del ricettore R1.
Per quanto riguarda la “Valutazione delle emissioni” al punto R1, che si colloca in direzione Est rispetto
all’impianto all’interno di un area classificatacome zona V (valore limite di emissione (65 dB(A)), si
evidenzia il rispetto del valore limite di emissione previsto per una zona di classe III in periodo diurno in
corrispondenza del ricettore R1.
In relazione alla “Valutazione delle immissioni”, invece, il punto di valutazione ricettore sensibile R1 si
colloca lungo Via Nardi S.P. 57 strada di traffico rilevante, per cui il rumore immesso è determinato dalle
due componenti: traffico locale e impianto di frantumazione/selezione; assunto come sopra che l’impianto
funzioni per 5 ore al giorno ( valore cautelativo) e “spalmati”all’interno dell’intero periodo di riferimento (10
ore) si ottiene il valore da confrontarsi con i valori limite ai sensi del DPCM. 14/11/1997, da cui si deduce il
rispetto del valore limite di immissione in corrispondenza di R1.
Infine la valutazione della conformità del criterio differenziale è stata condotta attraverso un analisi dei
livelli di pressione sonora equivalente presso il ricettore più prossimo all’area interessata dall’attività
denominato R1, ma non è stato possibile effettuare le misure fonometriche all’interno degli edifici.
Al fine di effettuare comunque una valutazione il più realistica possibile del criterio differenziale tutte le
relative considerazioni vengono fatte in corrispondenza della facciata di R1.
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Il rumore residuo in corrispondenza di R1 dipende esclusivamente dal traffico veicolare di Via Nardi.
Al fine di valutare realisticamente il rumore ambientale in corrispondenza di R1 è stato effettuato un rilievo
fonometrico in prossimità del confine di proprietà dello stesso con la sorgente di rumore attiva (impianto
funzionante).
Il rumore residuo, costituito esclusivamente dal traffico veicolare, è risultato pari a 70,7 dB(A) con criterio
differenziale risultante come < 5 dB(A); ne segue che il criterio differenziale nel periodo di riferimento
diurno è rispettato in corrispondenza del ricettore R1.
Si conclude pertanto che in relazione ai valori ottenuti e ai ricettori più sensibili presi in considerazione si è
dimostrato come l’attività in oggetto rispetti i limiti previsti dalla normativa vigente. L’attività di recupero in
essere e quella di progetto è la stessa così come le ore lavorative dell’impianto, pertanto dal punto di vista
acustico non vi è alcuna differenza tra lo stato di fatto e quello di progetto.
Il rumore residuo, costituito esclusivamente dal traffico veicolare, è risultato pari a 70,7 dB(A) con criterio
differenziale risultante come < 5 dB(A); ne segue che il criterio differenziale nel periodo di riferimento
diurno è rispettato in corrispondenza del ricettore R1.
Si conclude pertanto che in relazione ai valori ottenuti e ai ricettori presi in considerazione nella valutazione
d’impatto acustico si è verificato come l’attività in oggetto rispetti i limiti previsti dalla normativa vigente.
L’attività di recupero in essere e quella di progetto è la stessa così come le ore lavorative dell’impianto,
pertanto dal punto di vista acustico non vi è alcuna differenza tra lo stato di fatto e quello di progetto.
La ditta ha poi prodotto specifiche integrazioni a riguardo dei ricettori posti a nord-est e a sud-est posti in III
classe nel Piano di Zonizzazione Acustica Comunale, con valutazione circa le emissioni prodotte dal traffico
indotto dall’attività.
Paesaggio
Per quanto riguarda l’impatto sul paesaggio sarà molto limitato in quanto la superficie funzionale
dell’impianto di recupero rifiuti si trova ad una quota di circa -15 m dal p.c., a ridurre ulteriormente la
visibilità dell’impianto è inoltre la piantumazione di una siepe e un filare alberato lungo il perimetro il cui
scopo è appunto quello di creare un mascheramento dell’area verso l’esterno.
Viabilità
L’area in cui è localizzato l’impianto di recupero è compresa tra una viabilità di secondo livello
(S.S.Valsugana) e una viabilità di terzo livello (S.P. 57).
La rete stradale principale di secondo livello garantisce i collegamenti sia interprovinciali sia intraprovinciali
e di collegamento con la rete di primo livello, mentre la rete di terzo livello identifica il sistema della
mobilità di collegamento intercomunale di interesse provinciale a supporto delle attività e di valorizzazione
dei sistemi economici locali e di collegamento con il secondo livello.
Il traffico indotto dall’attività non ha particolare rilevanza sulle infrastrutture esistenti. Si stima infatti che il
numero di mezzi che giornalmente accedono all’impianto sarà pari a circa 4 automezzi pesanti e 2 mezzi
leggeri. Si evidenzia che l’ingresso all’impianto per i mezzi adibiti a carico e scarico è da Via Lughi
direttamente collegata alla Strada Statale “Valsugana”, il cui imbocco si trova a circa 150 m dall’impianto.
Pertanto considerata la capacità di carico delle infrastrutture viarie presenti intorno all’area in esame e delle
infrastrutture in fase di realizzazione, si ritiene che il traffico indotto dall’impianto di recupero rifiuti avrà
un impatto trascurabile o poco significativo sulla viabilità esistente.
Risorse naturali, Flora, Fauna
L’impianto di recupero rifiuti oggetto di valutazione si inserisce in un’area già fortemente caratterizzata
dalla presenza di impatto antropico, in quanto è collocato all’interno di un’area industriale con presenza di
numerosi stabilimenti, tra i quali un impianto di produzione aggregati; inoltre, l’area si trova tra una
viabilità di secondo livello (SS. Valsugana) e una viabilità di terzo livello (S.P.57).
Anche i siti della Rete Natura 2000 si trovano ad oltre 5 km di distanza e si escludono quindi interferenze
con i siti protetti dovuti al funzionamento dell’impianto.
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Inoltre, il consumo di suolo è valutato come impatto positivo in termini di occupazione in quanto l’area in
cui sorge l’impianto di recupero rifiuti e l’area oggetto di ampliamento sono localizzate in un’area di
discarica per rifiuti inerti in fase di chiusura, sita all’interno di un’area di cava estinta denominata “Cava
Nardi”, dunque l’attività viene effettuata su un’area il cui uso è già compromesso.
Si ritiene pertanto che le influenze dell’impianto sull’ecosistema saranno praticamente nulle e sicuramente
trascurabili, mentre un corretto trattamento dei rifiuti si configura come un intervento di tutela ambientale,
sociale ed economica (i rifiuti potrebbero infatti venire abbandonati lungo le strade e/o gestiti in modo non
conforme alla normativa).
Salute dei Lavoratori e delle persone
Generalmente gli impatti sulla qualità della vita si qualificano come impatti indiretti che hanno delle
ripercussioni sullo stato di benessere e confort della popolazione limitrofa all’area di progetto. In particolare
i fattori che possono arrecare disturbo alla qualità della vita sono identificabili nelle emissioni in atmosfera,
in termini di cambiamento della qualità dell’aria; nelle emissioni sonore, con fastidi dovuti ad alti livelli
acustici che causano rumore; alla viabilità che, oltre a contribuire ai due precedenti fattori, può aggravare lo
stato di confort degli utilizzatori delle arterie stradali.
I rifiuti trattati ed i prodotti ottenuti non sono combustibili e non possono produrre esplosioni.
L’attività dell’impianto prevede l’impiego di macchine operatrici e macchinari che funzionano a gasolio. Le
macchine e le attrezzature utilizzate sono sottoposte a revisione e manutenzione periodica come previsto
dalla normativa. L’attività svolta non rientra fra le categorie oggetto di visita e controllo ai fini del rilascio
del "Certificato di Prevenzione Incendi" C.P.I. ai sensi del D.M. 16 febbraio 1982.
MISURE MITIGATIVE PROPOSTE
Gli apprestamenti implementati dalla ditta fin dal suo insediamento si rilevano indubbiamente a tutt’oggi
efficaci sotto il profilo ambientale e, data l’assenza di criticità e anche considerata la concreta modesta
consistenza dell’impianto in questione, non risulterebbe necessaria l’implementazione di ulteriori interventi
di mitigazione.
In relazione alle possibili misure mitigative richieste dalla nuova procedura di verifica introdotta dall’art.13
della L.R. n.04/2016, tuttavia, la ditta non ha proposto dettagliate ipotesi progettuali. A tal proposito la
misura proposta di completamento dell’inerbimento delle scarpate al fine di migliorarne la stabilità e
contenere la polverosità è stata integrata prevedendo anche l’utilizzo di specifiche geostuoie o stuoie
preseminate o la tecnica della idrosemina, comunque impiegando adeguati miscuglio con prevalenza di
Graminacee (soprattutto Festuca arundinacea), completando con Leguminose e altre specie.
VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
CONCLUSIONI
La presente procedura riguarda un’attività esistente in fase di rinnovo dell’autorizzazione all’esercizio,
secondo quanto introdotto dall’art.13 della L.R. n.04/2016.
Il progetto in esame non si pone in contrasto ovvero in condizioni di interferenze rispetto ad altri piani,
progetti o interventi in zone limitrofe, né questi ultimi possono interagire con l’intervento oggetto del
parere.
Non si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti.
Il grado di approfondimento documentale, la tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi
riportati possono essere considerati adeguati alle finalità che il proponente intende conseguire e conformi a
quanto previsto dalla DGRV 1020/2016.
Non sussistono osservazioni contrarie alla prosecuzione dell’attività.
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La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a ritenere come il
progetto non comporta pressioni o effetti/impatti significativi sull'ambiente determinati dall’esercizio
dell’impianto ovvero la possibilità di interventi mitigativi particolari rispetto alla realtà esistente consolidata.
Il progetto non determina, inoltre, alcun impatto aggiuntivo e/o significativo rispetto all’esercizio corrente.
Rispetto al territorio circostante l’iniziativa in esame va interpretata positivamente, sussistendo un’assenza
di rischi ambientali, sanitari ed ecologici.
Alla luce di quanto analizzato si esprime
PARERE FAVOREVOLE
al non assoggettamento alla V.I.A. con le prescrizioni di seguito citate.
1. L’azienda è comunque impegnata ad acquisire dalla Provincia di Vicenza il rinnovo dell’autorizzazione
all’esercizio dell’attività di recupero rifiuti; in considerazione della cessazione dello scarico idrico, tale
aspetto non sarà più oggetto di autorizzazione.
2. Entro 180 giorni dall’approvazione del progetto di sistemazione della cava, si dovrà procedere con
l’inerbimento delle scarpate, così come da progetto presentato e successivamente integrato.
3. L’azienda è inoltre impegnata ad effettuare un monitoraggio periodico dell’impatto acustico, nell’ambito
dell’esercizio dell’attività di recupero.
Di quanto realizzato rispetto al punto 2 dovrà essere dato idoneo riscontro fotografico ..
Vicenza, 18 dicembre 2017
F.to Il Segretario F.to Il Presidente
Dott.ssa Silvia Chierchia Andrea Baldisseri
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