determina
PROVINCIA DI VICENZA
Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243
DETERMINAZIONE N° 594 DEL 07/07/2017
Servizio VIA VINCA
OGGETTO: ESCLUSIONE PROCEDURA DI VIA ART. 20, D.LGS. N. 152/2006 E SMEI
DITTA: BRUNELCARS S.A.S. DI MARCO BRUNELLO & C.
TIPOLOGIA ATTIVITÀ: IMPIANTO DI AUTODEMOLIZIONE
LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNE DI SCHIO, VIA VENETO N. 1
IL DIRIGENTE
Vista la documentazione presentata in data 24/03/17 , prot. n. 22231, da parte della ditta
BRUNELCARS S.A.S. DI MARCO BRUNELLO & C., con sede legale in via Veneto n. 1 in
Comune di Schio (VI), relativa al progetto di un “Rinnovo dell’autorizzazione all’esercizio di un
impianto di autodemolizione”, nel sito di via Veneto n. 1 , in Comune di Schio;
Dato atto che il progetto proposto rientra nella tipologia progettuale indicata nell'allegato IV della
parte seconda del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. - Punto 7. “Progetti di infrastrutture: z.a) Impianti di
recupero di rifiuti pericolosi, mediante operazioni di cui all'allegato C, lettere da R2 a R9, della
parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152”.;
Tenuto conto che la verifica per tali impianti rientra tra le competenze inpiduate in capo alla
Provincia dalla Legge Regionale n. 4/2016, con riferimento alla tipologia degli interventi, come
inpiduati negli allegati III e IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006;
Rilevato che nella documentazione trasmessa la ditta ha chiesto l'attivazione della procedura di
verifica di cui all'art. 20 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. ed è stata effettuata la pubblicazione sul sito
web della Provincia in data 05/04/17 ;
Considerato che il citato art. 20 prevede che l'autorità competente, verificato che il progetto non
abbia possibili effetti negativi e significativi sull'ambiente, dispone l'esclusione dalla procedura di
valutazione ambientale e, se del caso, impartisce le necessarie prescrizioni, ovvero, se il progetto ha
possibili impatti negativi e significativi sull'ambiente, applica le disposizioni degli articoli da 21 a
28 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.;
Dato atto che la Comitato Tecnico Provinciale VIA, nella seduta del giorno 05/07/2017, ha disposto
l'esclusione dalla procedura di valutazione ambientale con le prescrizioni contenute nel parere n.
18/2017 allegato al presente provvedimento per costituirne parte integrante e sostanziale;
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Ritenuto di far proprie le citate prescrizioni al fine di mitigare gli impatti ambientali e monitorare
nel tempo la situazione aziendale;
Dato atto che non è oggetto della presente procedura la verifica della conformità urbanistica/edilizia
dell'intervento e tenuto conto che rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali
pareri, nulla osta, autorizzazioni e assensi comunque denominati necessari per l'autorizzazione
dell'intervento;
Vista l’istruttoria del Comitato tecnico conservata agli atti;
Viste le norme di procedura di VIA di cui al D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.;
Visto che il presente provvedimento viene emanato nel rispetto della tempistica prevista dal
succitato D.Lgs. 152/2006 e dal Regolamento sui procedimenti amministrativi di competenza della
Provincia di Vicenza (Deliberazione di Consiglio n. 37/2013) che è di giorni 80 ID PROC 45;
Vista la Legge Regionale 4 del 18 febbraio 2016 “Disposizioni in materia di valutazione di impatto
ambientale e di competenze in materia di autorizzazione integrata ambientale”;
Visti gli artt. 151 comma 4 e 107 del D.Lgs. n. 267/2000;
Vista la Deliberazione del Consiglio Provinciale n.27 del 28/07/2016 con la quale è stato approvato
il Bilancio di Previsione 2016;
Visto che con Decreto del Presidente n.8 del 20/01/2017 è stato approvato il PEG provvisorio
dell'anno 2017;
DETERMINA
1. che il progetto della ditta BRUNELCARS S.A.S. DI MARCO BRUNELLO & C., con sede
legale in via Veneto n. 1, nel comune di Schio, relativo al “Rinnovo dell’autorizzazione
all’esercizio di un impianto di autodemolizione” situato in comune di Schio, via Veneto n. 1,
è escluso dalla procedura di valutazione di impatto ambientale di cui al D.Lgs. n. 152/06
e alla L.R. 4/2016 e s.m.i. con le prescrizioni riportate nel parere n. 18/2017 allegato alla
presente determinazione per costituirne parte integrante e sostanziale;
2. di attestare che il presente provvedimento non comporta spese, minori entrate, nè riflessi
diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai
sensi art 49 del TUEL come modificato dal DL 174/12);
3. che il Responsabile del procedimento provvederà alla pubblicazione del presente
provvedimento sul sito di questa Provincia e, in modo sintetico, sul Bollettino Ufficiale della
Regione Veneto;
4. che il presente provvedimento verrà pubblicato ai sensi dell'art. 23 D.Lgs. 33/2013;
5. di dare atto che al presente provvedimento sarà data esecuzione ad avvenuta pubblicazione
all'albo pretorio on line;
6. di trasmettere il presente provvedimento alla ditta BRUNELCARS S.A.S. DI MARCO
BRUNELLO & C. e allo studio di progettazione, al Comune di Schio, all'ARPAV ed
all'ULSS n.7 e ad Alto Vicentino Servizi spa;
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INFORMA
Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso avanti al Tribunale Amministrativo
Regionale per il Veneto, nel termine di 60 giorni dalla data di ricevimento della comunicazione
del presente atto, ovvero in alternativa ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni
dalla data di ricevimento della comunicazione del presente atto.
Rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali ulteriori pareri, nulla osta,
autorizzazioni e assensi comunque denominati, necessari per l'attuazione dell'intervento.
Vicenza, 07/07/2017
Sottoscritta dal Dirigente
(MACCHIA ANGELO)
con firma digitale
---
Responsabile del Procedimento: Andrea BALDISSERI
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DETERMINAZIONE N° 594 DEL 07/07/2017
OGGETTO: ESCLUSIONE PROCEDURA DI VIA ART. 20, D.LGS. N. 152/2006 E S. M. E
I..
DITTA: BRUNELCARS S.A.S. DI MARCO BRUNELLO & C.
TIPOLOGIA ATTIVITÀ: IMPIANTO DI AUTODEMOLIZIONE
LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNE DI SCHIO, VIA VENETO N. 1
CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE
Si certifica che copia della presente determinazione è pubblicata all'albo pretorio di questa
Provincia per 15 giorni dal 07/07/2017.
Vicenza, 07/07/2017
Sottoscritto dall'addetto alla pubblicazione
(POLO PAOLA)
con firma digitale
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AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
SETTORE AMBIENTE - SERVIZIO VIA
Partita IVA e Codice Fiscale: 00496080243
Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA
BRUNELCARS sas
PARERE N. 18/2017
Oggetto: Rinnovo dell’autorizzazione all’esercizio di impianto di autodemolizione (art. 13 L.R. 4/2016).
PROPONENTE: Brunelcars sas
SEDE LEGALE: Via Veneto n.1 – Schio
SEDE INTERVENTO: Via Veneto n.1 – Schio
TIPOLOGIA ATTIVITÀ: Impianto di autodemolizione
PROCEDIMENTO: Verifica di assoggettabilità ex art.20 del D.Lgs. 152/2006.
MOTIVAZIONE V.I.A: ALLEGATO IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - 7. Progetti di
infrastrutture: z.a) Impianti di recupero di rifiuti pericolosi, mediante
operazioni di cui all'allegato C, lettere da R2 a R9, della parte quarta del
decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 .
COMUNE INTERESSATO: \\\
DATA DOMANDA: 24 marzo 2017
DATA PUBBLICAZIONE: 05 aprile 2017
DATA INTEGRAZIONI: 19 giugno 2017
DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
- Elaborato A RELAZIONE : Descrizione delle attività e dell’impianto. Valutazione degli impatti
- Elaborato B VERIFICA DELL ’ IMPATTO ACUSTICO ESTERNO
- Tavola C1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE C1
- Tavola C2 LAY - OUT DELL’IMPIANTO
- Tavola C3 DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
- Elaborato D ATTESTAZIONE DI NON NECESSITÀ DELLA V.INC .A.
PREMESSE ED UBICAZIONE
La ditta BRUNELCARS s.a.s. di Marco Brunello & C. è titolare di un impianto di autodemolizione sito in Via
Veneto, n. 1 in Comune di Schio, autorizzato all’esercizio con provvedimento della Provincia di Vicenza N°
Registro 20/Suolo Rifiuti/2009 del 27/01/2009 in scadenza al 30/09/2017.
L’impianto di autodemolizione occupa un immobile di altra proprietà, concesso in locazione alla ditta, la cui
area pertinenziale esterna è completamente recintata (con rete metallica plastificata / pannelli grigliati) e pe -
rimetrata (sui lati sud, est e ovest) da una siepe arbustiva e comprende un’area operativa scoperta complessi-
va di circa 2˙450 mq (integralmente pavimentata con massetto in c.a.) e un capannone monopiano avente su -
perficie coperta pari a circa 1˙050 mq, a cui è annessa l’abitazione del custode (proprietario dell’immobile).
Nella situazione attuale l’impianto ha una potenzialità massima di conferimento pari a 6 autoveicoli/giorno e
a 1˙200 autoveicoli/anno e la capacità di messa in riserva di autoveicoli (C.E.R. 16 01 04*) in ingresso (settore
conferimento) corrisponde a n. 15 autoveicoli (approssimativamente 12˙000 kg). Il settore conferimento è in -
piduato in un’area pavimentata scoperta nei pressi dell’ingresso all’impianto.
L’attività di Marco Brunello & C. si trova nella Z.A.I. scledense a circa 2 km dal centro di Schio e si colloca in
un’area produttiva e ricade in Z.T.O. D2.1 “per attività produttive”.
In corrispondenza del limite sud-orientale dell’area dell’impianto insiste la fascia di rispetto stradale riferita
a Viale dell’Industria / Via Veneto si evidenzia tuttavia come il capannone dell’impianto di autodemolizione
sia pre-esistente alla suddetta fascia di rispetto stradale e come l’area che separa l’impianto dalla carreggiata
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sia stata correttamente sistemata a verde e piantumata con alberature ad alto fusto, conformemente a quanto
prescritto dal P.R.G. del Comune di Schio.
Ortofoto del sito
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ESAME ISTRUTTORIO
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
In riferimento alla procedura inpiduata dall'art. 13 della L.R. 4/2016, la DGR 1979/2016 definisce i
contenuti della relazione da allegarsi all'istanza , così come inpiduati nella DGR 1020/2016, indicando la
necessita di prevedere anche una descrizione degli impatti sulle matrici ambientali interessate connessi
all'esistenza dell'opera, all'utilizzazione delle risorse naturali, all'emissione di inquinanti, alla creazione di
sostanze nocive e allo smaltimento dei rifiuti, finalizzata all'inpiduazione delle eventuali misure di
mitigazione necessarie.
L’inpiduazione delle matrici ambientali interessate potrebbe essere utilmente integrata attraverso l’analisi
della strumentazione Programmatoria/Pianificatoria che in prima istanza, visto il contesto, a livello
istruttorio è stata considerata per PTRC, PTCP e PATI.
Le sensibilità territoriali che emergono da tale esame preliminare sono relative all’insistenza su un’area di
ricarica della falda ed all’essere a ridosso di una zona interessata da corridoi ecologici principali.
Si ritiene tuttavia che le mitigazioni ambientali già proposte dall’azienda, vista anche l’assenza di specifiche
osservazioni in merito, siano sufficienti ed adeguatamente inpiduate.
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
Le attività svolte nell’impianto di autodemolizione sono: ricezione e dismissione dell’autoveicolo, bonifica,
recupero, stoccaggio, compattazione, commercializzazione delle parti riutilizzabili e avvio a
recupero/smaltimento dei materiali derivanti dallo smontaggio.
In particolare:
1) Ricezione: i veicoli da demolire vengono stoccati in apposite aree, in attesa che si concludano le pratiche
di cancellazione dal Pubblico Registro Automobilistico;
2) Bonifica: nell’apposita area di smontaggio le vetture vengono private, prima di ogni altra operazione, dei
materiali pericolosi, quali oli, liquidi refrigeranti, batterie, ecc;
3) Stoccaggio dei materiali pericolosi: i rifiuti pericolosi provenienti dalle operazioni di bonifica degli
autoveicoli vengono stoccati all’interno di contenitori dedicati in aree pavimentate e dotate delle adeguate
misure di sicurezza. Le aree sono adeguatamente dotate dell’opportuna segnaletica contenente le
informazioni per una corretta gestione del rifiuto (istruzioni operative, segnaletica, sensibilizzazione);
4) Smontaggio delle parti recuperabili: lo smontaggio delle parti recuperabili avviene nella stessa area in cui
vengono smontate le parti pericolose, ma in una fase temporale successiva, così da operare in condizioni di
maggiore sicurezza;
5) Stoccaggio dei materiali riutilizzabili: i materiali che possono essere riutilizzati vengono stoccati in
magazzini in cui i clienti possono prenderne visione prima dell’acquisto;
6) Stoccaggio dei materiali recuperabili: i materiali recuperati ma che non possono essere rivenduti sono
stoccati in appositi contenitori, specifici per ogni tipo di materiale (vetro, plastica, ferro, …), o in apposite
aree, in attesa di essere prelevati ed avviati a recupero.
7) Compattazione: operazione di pressatura delle carcasse bonificate e smontate;
8) Asporto: vendita delle parti riutilizzabili, avvio a recupero dei materiali recuperabili e a smaltimento delle
parti non recuperabili, pericolose e non.
Nella situazione attuale, che rispecchia quella autorizzata, l’impianto di ha una potenzialità massima di
conferimento pari a 6 autoveicoli/giorno e a 1˙200 autoveicoli/anno.
La capacità di messa in riserva di autoveicoli (C.E.R. 16 01 04*) in ingresso (settore conferimento)
corrisponde a n. 15 autoveicoli (approssimativamente 12˙000 kg). Il settore conferimento è inpiduato in
un’area pavimentata scoperta nei pressi dell’ingresso all’impianto.
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La capacità di stoccaggio dei veicoli messi in sicurezza e trattati (C.E.R. 16 01 06) ascende a n. 250 unità
(approssimativamente 175˙000 kg), con disposizione su un massimo di 3 livelli sull’area pavimentata
scoperta e a ulteriori 30˙000 kg di carcasse (bonificate) di autoveicoli pressate (“pacchi” pure contraddistinti
dal codice C.E.R. 16 01 06).
Considerando la messa in riserva di rifiuti in ingresso e tutti i depositi di rifiuti prodotti dall’attività di
autodemolizione, la capacità massima di stoccaggio dell’impianto ascende complessivamente a 330˙643 kg di
rifiuti, di cui 24˙493 Kg di rifiuti pericolosi.
L’impianto di autodemolizione di BRUNELCARS s.a.s. è costituito da:
• un’area esterna (asfaltata) adibita a parcheggio / accettazione di circa 740 mq;
• un’area operativa scoperta dell’impianto (pavimentata in c.a.) di circa 2˙450 mq;
• un capannone (monopiano), all’interno del quale viene esercitata l’attività di autodemolizione, avente
superficie coperta di circa 1˙050 mq.
L’infrastruttura edilizia (capannone) è adibita a:
• ufficio ricezione, vendita al dettaglio dei ricambi, amministrazione;
• servizi per il personale;
• “messa in sicurezza” e “trattamento” degli autoveicoli;
• magazzino ricambi nuovi e usati;
• deposito di alcuni rifiuti,
mentre l’area operativa pavimentata scoperta è destinata a: movimentazione, conferimento, deposito di
veicoli “messi in sicurezza / trattati”, deposito rifiuti e comprende anche una piazzola “rottamazione” (in
prossimità dell’accesso all’impianto da Via Piemonte) in cui si effettua la pressatura (mediante apposita
pressa compattatrice) delle carcasse bonificate e lo stoccaggio dei “pacchi” (carcasse pressate).
All’impianto vengono conferiti rifiuti costituiti da veicoli fuori uso da bonificare (C.E.R. 16 01 04*) che
vengono messi in riserva su un unico livello nel “settore conferimento”, che occupa una superficie di circa
200 mq dell’area operativa scoperta pavimentata in c.a.
I veicoli fuori uso da bonificare vengono messi in sicurezza all’interno del capannone, nell’apposita area
attrezzata (area di “messa in sicurezza” nel lay-out argomento della Tavola C2), con l’utilizzo di n. 2 ponti
elevatori su apposito grigliato portante con sottostante vasca di raccolta a tenuta di eventuali colaticci. I
colaticci raccolti nella vasca grigliata vengono convogliati in un disoleatore statico, con il quale si ottiene la
separazione per gravità degli oli eventualmente presenti dai reflui più pesanti (essenzialmente liquidi
antigelo). Dalla superficie, gli oli separati possono essere sfiorati (tramite apertura di una valvola manuale),
in un’apposita vasca ad essi destinata dalla quale una pompa ad ingranaggi li solleva al relativo serbatoio di
stoccaggio (in area esterna) dotato di bacino di contenimento con copertura. I reflui disoleati sono ripresi da
una pompa centrifuga pescante nel pozzetto terminale della vasca di disoleazione e sollevati al relativo
serbatoio di stoccaggio. Un regolatore di livello attiva automaticamente la pompa e un dispositivo di
sicurezza attiva un allarme acustico-visivo all’eventuale raggiungimento del livello massimo nel pozzetto
terminale.
La messa in sicurezza degli autoveicoli fuori uso consiste sostanzialmente nella rimozione delle componenti
pericolose, in particolare della batteria e delle sostanze liquide, queste ultime estratte mediante specifiche
attrezzature di spillaggio. I rifiuti liquidi prodotti dalle operazioni di messa in sicurezza, stoccati
separatamente in appositi contenitori, sono i seguenti:
• liquidi antigelo (C.E.R. 16 01 14*) e colaticci disoleati (nell’apposita vasca da 1˙750 lt) stoccati in apposito
serbatoio a doppia camicia da 3˙250 lt all’interno del capannone;
• oli esausti (C.E.R. 13 02 05*), raccolti in una cisterna in acciaio della capacità di 1˙575 lt dotata di bacino di
contenimento con copertura dislocata in area esterna in prossimità dell’accesso al magazzino (angolo sud-
ovest) del capannone;
• liquidi freni (C.E.R. 16 01 13*), raccolti in apposito contenitore metallico da circa 100 lt collocato nel settore
di “messa in sicurezza” all’interno del capannone;
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• liquidi tergivetro (C.E.R. 16 10 02), raccolti in apposito contenitore metallico da circa 100 lt posizionato nel
settore di “messa in sicurezza” all’interno del capannone;
• benzine (C.E.R. 13 07 03*), stoccate in un serbatoio omologato in acciaio da circa 260 lt dislocato in area
esterna in prossimità dell’accesso al magazzino (angolo sud-ovest) del capannone.
I contenitori di stoccaggio dei rifiuti liquidi sono tutti muniti di indicatore di livello e di idonea
cartellonistica / etichettatura di sicurezza.
I filtri dell’olio (C.E.R. 16 01 07*) rimossi e preventivamente scolati vengono stoccati in un contenitore
metallico posizionato nel settore di “messa in sicurezza” all’interno del capannone (capacità massima: 400
kg).
Le batterie al piombo (C.E.R. 16 06 01*) vengono stoccate in n. 2 cargopallets omologati a tenuta, dislocati
nell’area di “messa in sicurezza” all’interno del capannone, per una capacità massima complessiva di
stoccaggio pari a 2˙000 kg.
Gli autoveicoli messi in sicurezza vengono sottoposti ad operazioni di smontaggio (“trattamento”), al fine di
ricavare pezzi di ricambio commercializzabili e rifiuti economicamente valorizzabili, all’interno del
capannone, nell’apposito settore di “demolizione/smontaggio” (così indicato nella Tavola C2), con l’ausilio
di un ponte elevatore su apposito grigliato portante con sottostante vasca di raccolta a tenuta di eventuali
colaticci. I colaticci raccolti nella vasca grigliata vengono agevolmente aspirati da un pozzetto di fondo
mediante i gruppi a vuoto carrellati (“gruppi di spillaggio”) utilizzati per le operazioni di messa in sicurezza
dei veicoli.
Nei pressi del settore di “demolizione/smontaggio” trovasi un punto di deposito di materiali oleoassorbenti
da utilizzare in caso di spandimenti accidentali.
Preliminarmente allo smontaggio, si provvede all’inertizzazione degli airbag a bordo dei veicoli mediante
apposita attrezzatura omologata portatile. L’operazione viene svolta all’aperto, su apposita piazzola che
viene utilizzata anche per le operazioni di estrazione dei carburanti gassosi (metano - GPL) e di bonifica
delle bombole con l’ausilio di un’apparecchiatura carrellata omologata (“Easy-Gas”).
Dalle operazioni di smontaggio si ricavano pezzi di ricambio usati commercializzabili (paraurti, avantreni,
retrotreni, cerchi, pneumatici e parti meccaniche) stoccati a magazzino ed esitano ulteriori rifiuti:
• catalizzatori esausti (C.E.R. 16 08 01), stoccati in un contenitore dislocato nell’area di “messa in sicurezza”
(capacità massima: 150 kg);
• pastiglie freni non contenenti amianto (C.E.R. 16 01 12), stoccate in un fusto metallico dislocato nell’area di
“messa in sicurezza” (capacità massima: 400 kg);
• eventuali (se rinvenute) pastiglie freni contenenti amianto (C.E.R. 16 01 11*), stoccate in un fusto metallico
a bagno d’acqua dislocato nel settore di “demolizione/smontaggio” (capacità massima: 50 kg);
• eventuali (se rinvenuti) componenti pericolosi contenenti PCB (C.E.R. 16 01 09*) e contenenti mercurio
(C.E.R. 16 01 08*), stoccati in contenitori dislocati a lato dell’area di “messa in sicurezza” (capacità massima:
10 kg/cad.);
• vetri e parabrezza (C.E.R. 16 01 20), stoccati in un contenitore all’interno e in un container all’esterno
(capacità massima complessiva: 6˙000 kg);
• rifiuti di plastica (C.E.R. 16 01 19), accatastati sul piazzale esterno (pavimentato) nell’angolo nord-ovest
dell’impianto e a lato della piazzola “rottamazione” (capacità massima complessiva: 6˙000 kg);
• rottami ferrosi (C.E.R. 16 01 17), stoccati in due container scarrabili con copertura sul piazzale esterno
(pavimentato) in prossimità dell’angolo nordovest dell’impianto (capacità massima complessiva: 20˙000 kg);
• pezzi contaminati da oli (C.E.R. 16 01 22), stoccati in un container a tenuta con copertura dislocato sul
piazzale esterno (pavimentato) antistante il capannone (lato nord) (capacità massima: 60˙000 kg);
• rottami non ferrosi, prevalentemente di alluminio (C.E.R. 17 04 02), stoccati in due contenitori dislocati
nell’area di “messa in sicurezza” (capacità massima complessiva: 1˙000 kg);
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• pneumatici fuori uso (C.E.R. 16 01 03), stoccati in un container scarrabile con copertura dislocato sul
piazzale esterno (pavimentato) in prossimità dell’angolo sud-ovest dell’impianto (capacità massima: 5˙000
kg);
• serbatoi GPL bonificati (C.E.R. 16 01 16), stoccati in un contenitore dislocato sul piazzale esterno
(pavimentato) in prossimità dell’angolo sud-ovest dell’impianto (capacità massima: 1˙000 kg);
• assorbenti, filtri, stracci e indumenti protettivi contaminati da oli (C.E.R.15 02 02*), raccolti in un
contenitore dislocato nell’area di “messa in sicurezza”(capacità massima di stoccaggio: 100 kg);
• legno, esitato dalle operazioni di smontaggio/demolizione dei furgoni (C.E.R. 19 12 07), accatastato in area
pavimentata esterna a lato della pressa (capacità massima di stoccaggio: 1˙500 kg).
Nell’area pavimentata scoperta di pertinenza dell’impianto, che ha una superficie
utile di circa 2˙450 mq, sono presenti:
• il settore “conferimento” dei veicoli fuori uso (da bonificare) (disposti su un unico livello);
• il settore di deposito di veicoli messi in sicurezza e trattati (carcasse bonificate) disposti al massimo su 3
livelli;
• i vari depositi di rifiuti esitati dalle operazioni di smontaggio/demolizione, stoccati prevalentemente
all’interno di contenitori / container scarrabili;
• la “piazzola rottamazione” in cui si effettua la pressatura delle carcasse bonificate con annesso stoccaggio
dei “pacchi” di carcasse pressate.
La “piazzola rottamazione”, occupante una porzione di circa 120 mq dell’areapavimentata esterna in
prossimità dell’ingresso da Via Piemonte (sul lato nord dell’insediamento), è sagomata ad impluvio
confluente in una canaletta grigliata di captazione sia di eventuali colaticci di pressatura che dell’acqua
meteorica (insistente sulla piazzola) afferente ad una coppia di pozzetti sifonati di disoleazione, prima della
loro immissione nella rete di raccolta delle acque di dilavamento dell’intero piazzale.
Per la pressatura delle carcasse bonificate viene utilizzata una pressa compattatrice oleodinamica (scarrabile)
“Bonfiglioli” - New Ecological Baler - Mod. “Ariete”, azionata da un motore diesel installato a bordo
macchina, con annesso caricatore a polipo di alimentazione e scarico. A ridosso della pressa (vedasi lay-out
argomento della Tavola C2), nella piazzola funzionale all’operazione di pressatura (per la movimentazione e
il deposito temporaneo dei veicoli da pressare), si trova l’area di stoccaggio delle carcasse pressate in pacchi
(per una capacità massima di 30˙000 kg). Le operazioni di pressatura producono un residuo eterogeneo
(sovvallo di pressatura) che viene periodicamente rimosso dalla piazzola mediante spazzatura e stoccato in
un container dislocato a lato della pressa, per essere infine alienato a rifiuto (con codice C.E.R. 19 12 11*).
Le carcasse pressate vengono vendute a grossisti (come rifiuti C.E.R. 16 01 06) per la successiva cessione
all’industria siderurgica.
Impianto di trattamento acque meteoriche
L’attività non dà luogo a scarichi di acque reflue industriali e gli unici scarichi idrici prodotti sono quelli dei
servizi igienici del capannone (reflui assimilati a domestici) e delle acque meteoriche di dilavamento del
piazzale esterno; eventuali colaticci provenienti dalle aree operative all’interno del capannone (settori di
“messa in sicurezza” e di “demolizione/smontaggio) vengono gestiti come rifiuti liquidi.
Tutta l’area operativa scoperta dell’impianto, pavimentata con un massetto di calcestruzzo (spessore 18 cm)
armato con rete elettrosaldata (calettato ai muri di recinzione e alle cordonate di contenimento perimetrali), è
sagomata con pendenze idonee a favorire lo sgrondo delle acque meteoriche (di dilavamento) verso
canalette grigliate baricentriche (una canaletta singola con giacitura nord-sud e una canaletta doppia con
giacitura est-ovest) afferenti ad un manufatto interrato in c.a. di decantazione-disoleazione (delle acque
meteoriche). Al manufatto di trattamento vengono anche prudenzialmente convogliate le acque meteoriche
insistenti sull’area (impermeabilizzata) di parcheggio captate dalla canaletta grigliata posata in
corrispondenza dell’accesso da Via Veneto.
L’impianto di trattamento è costituito nell’ordine dai seguenti comparti:
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• n°2 comparti di decantazione in serie aventi tirante d’acqua pari a 1,50 m e volume utile complessivo pari a
circa 12 mc;
• n° 2 comparti di disoleazione a gravità aventi tirante d’acqua pari a 1,50 m e volume utile complessivo pari
a circa 10 mc; i comparti di disoleazione sono muniti di valvole (manuali) di sfioro degli oli (flottati in
superficie) negli appositi comparti laterali di raccolta oli;
• n° 2 comparti di raccolta oli con volume utile complessivo pari a circa 2˙000 lt;
• filtro finale a carbone attivo contenuto in un involucro di tessuto - non tessuto con telaio di alloggiamento
a paratoia (per l’estrazione e la sostituzione del pannello filtrante).
L’impianto di trattamento è dotato di sistemi di controllo dei livelli e di segnalazione delle operazioni di
asportazione dell’olio dai comparti di disoleazione; in particolare:
– nei comparti di raccolta (accumulo) oli è installato un indicatore di livello massimo collegato ad un
dispositivo di allarme visivo (lampeggiante);
– in ciascun comparto di disoleazione è installato uno specifico indicatore di “scarto” di livello con
trasduttore di posizione a contatto “Reed” che lancia un impulso (ad un contaimpulsi a quadro)
ogniqualvolta si produce un abbassamento di livello rispetto alla soglia di scarico del comparto che può
essere determinato unicamente dall’apertura delle valvole di sfioro degli oli nel comparto di accumulo; in
questo modo vengono “contate” tutte le operazioni di apertura delle valvole in parola (operazioni di
“asportazione” dell’olio).
Le acque meteoriche trattate devono essere recapitate in fognatura con un ritardo prestabilito rispetto alla
cessazione dell’evento meteorico e con una portata controllata (costante), onde evitare il sovraccarico
idraulico del recettore fognario. A tal fine l’impianto è dotato di una batteria di n. 3 vasche “volano”
interrate in c.a.v. di accumulo delle acque trattate, aventi un volume utile complessivo di raccolta di 75 mc.
L’acqua raccolta nelle vasche di accumulo viene quindi convogliata allo scarico in fognatura (a portata
costante) mediante una pompa sommergibile avente le seguenti caratteristiche prestazionali:
- portata: 3 lt/s ; - prevalenza: 6 m c.a.; - potenza motore: 1 KW.
Al cessare della precipitazione meteorica, un apposito sensore di pioggia attiva un temporizzatore
programmabile che, a sua volta, attiva automaticamente la pompa di scarico (della pioggia trattata) nel
collettore fognario, trascorso il tempo (ritardo) preimpostato (pari a 10 ore).
Qualora, per precipitazioni eccezionali, si raggiungesse il livello massimo nelle vasche di accumulo (in
questo caso segnalato a quadro dall’accensione di apposita spia), un regolatore (di massimo livello)
provvede ad attivare la pompa di estrazione prioritariamente, a prescindere dall’intervento dei dispositivi
“sensore di pioggia - temporizzatore”.
Tutte le apparecchiature dell’impianto di trattamento delle acque sono collegate ad un apposito gruppo
elettrogeno allo scopo di garantire la continuità operativa anche in mancanza di alimentazione elettrica di
rete; il gruppo elettrogeno si inserisce automaticamente in “mancanza di rete”.
Sul collettore di mandata della pompa di estrazione (in pressione) DN 50 mm, è stato installato apposito
contatore per la contabilizzazione dei volumi scaricati in fognatura; il collettore di mandata in pressione
afferisce ad un pozzetto di ispezione terminale per il campionamento e la caratterizzazione qualitativa delle
acque scaricate che vengono infine convogliate, a gravità, nel pozzetto di allacciamento al collettore fognario
di Via Veneto, che raccoglie anche le acque nere dei servizi igienici del capannone e dell’abitazione annessa.
I controlli analitici effettuati allo scarico delle acque di dilavamento trattate hanno sempre evidenziato il
rispetto dei limiti tabellari prescritti dal Gestore della rete fognaria; in allegato 3 è riportato il rapporto di
prova relativo al controllo analitico più recente.
Le acque meteoriche pluviali (della copertura del capannone) sono collettate da una rete indipendente e
recapitate negli strati sub-superficiali del suolo mediante un pozzo disperdente.
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QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
Aria
L’attività di autodemolizione consta di operazioni manuali che non producono emissioni convogliate in at -
mosfera e comunque anche eventuali emissioni diffuse derivanti dalle attività di messa in sicurezza e di de-
molizione/smontaggio degli autoveicoli, effettuate a portoni aperti all’interno del capannone, sono da consi-
derarsi poco significative.
L’operazione di esaurimento/bonifica delle bombole di gas combustibile (metano, GPL) viene eseguita
all’aperto con l’ausilio di apparecchiatura omologata “Easy-Gas”, che determina un’esigua emissione di gas
di combustione che non può comportare alcun effetto significativo nei confronti dell’atmosfera.
Acque
L’attività non produce alcuno scarico industriale e anche le acque meteoriche di dilavamento del piazzale
vengono raccolte e recapitate nella pubblica fognatura gestita da A.V.S. S.p.A. nel rispetto dei limiti tabellari
prescritti, come si evince dagli esiti dei controlli analitici effettuati. Nelle vicinanze della ditta non sono
peraltro presenti corsi d’acqua superficiali; il corso d’acqua più vicino è il Torrente Timonchio che scorre a
circa 180 m ad ovest dell’impianto.
Suolo e sottosuolo
Tutte le operazioni vengono svolte manualmente dal personale della ditta con l’ausilio di ponti elevatori e
specifici dispositivi in aree presidiate da un grigliato portante con sottostante vasca di raccolta di eventuali
colaticci.
I colaticci dell’area operativa, preventivamente disoleati, vengono infatti raccolti in apposita cisterna e gestiti
come rifiuti presso Terzi autorizzati. Le benzine (C.E.R. 13 07 03*) e gli oli esausti (C.E.R. 13 02 05*) prodotti
dalla messa in sicurezza dei veicoli vengono stoccati all’esterno del fabbricato in serbatoi dotati di bacino di
contenimento e copertura, in conformità ad una specifica prescrizione antincendio impartita dal Comando
Provinciale dei VV.F. di Vicenza. Gli altri rifiuti liquidi prodotti dall’attività di autodemolizione (liquidi dei
freni e liquidi tergivetro) sono stoccati in idonei contenitori all’interno del fabbricato della ditta, in
prossimità della vasca grigliata che presidia l’area di “messa in sicurezza”.
L’area scoperta dell’impianto di autodemolizione, adibita allo stoccaggio degli autoveicoli fuori uso messi in
sicurezza e trattati, è pavimentata con massetto di calcestruzzo armato e sagomata con pendenze a confluire
in un sistema di canalette grigliate di captazione e convogliamento delle acque meteoriche di dilavamento ad
apposito impianto di trattamento; le acque trattate vengono infine scaricate nella fognatura industriale
gestita da A.V.S. S.p.A.. In fognatura viene recapitato anche lo scarico assimilato a domestico proveniente
dai servizi igienici della ditta e dell’abitazione del custode.
Le acque dei pluviali delle coperture, sicuramente incontaminate stante l’assenza di camini, vengono
recapitate nell’immediato sottosuolo mediante un pozzo disperdente.
Rumore
L’emissione di rumore è determinata prevalentemente dalle operazioni di movimentazione degli autoveicoli
con carrelli elevatori e dalle operazioni di pressatura delle carcasse bonificate effettuate con una pressa
compattatrice oleodinamica. L’attività di bonifica degli autoveicoli fuori uso non prevede l’uso di
apparecchiature rumorose – secondo il tecnico competente redattore del documento di impatto acustico -
(utilizzo di utensili manuali elettropneumatici).
La ditta è situata in un’area urbanizzata a destinazione produttiva e l’unico recettore –secondo quanto scrive
i tecnico competente - potenzialmente interessato dalle emissioni acustiche dell’impianto di autodemolizione
si inpidua in un fabbricato occupante il lotto sul lato ovest.
L’attività viene svolta in periodo diurno, nell’intervallo temporale compreso tra le 7.00 e le 18.00 dei giorni
feriali. Al fine di verificare l’impatto acustico dell’attività di BRUNELCARS s.a.s. è stata condotta
un’indagine fonometrica in ambiente esterno i cui risultati, riportati nel rapporto tecnico argomento
dell’elaborato B, attestano il rispetto dei limiti diurni di emissione e di immissione acustica stabiliti dal Piano
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di Zonizzazione Acustica comunale, il limite differenziale non è stato verificato come indicato dalla
normativa specifica di settore.
Si tenga presente comunque, che la verifica del traffico indotto deve riportare indicazioni riferibili sul
numero di mezzi aziendali, sui percorsi di collegamento alle strade principali usati dai mezzi di trasporto
del materiale in ingresso e in uscita dal lotto e sulle emissioni di traffico indotto (leggero e pesante) prodotte
dall’attività allo scopo di valutare l’effettiva incidenza dei livelli incrementali prodotti dai mezzi –
soprattutto pesanti – dell’attività. Si tengano presenti i limiti – indicandoli nella documentazione – della
classificazione delle infrastrutture stradali come da normativa specifica che saranno confrontati con i livelli
di emissione prodotti dal traffico indotto dell’attività.
Se in seguito ad aggiornamenti del piano comunale di Z.A., l’area dovesse presumibilmente assumere classe
e limiti più restrittivi, si ricorda l’obbligo di verificare il limite differenziale come da richiesta normativa.
Paesaggio
La ditta è collocata al margine meridionale della zona industriale che si sviluppa a nord di Viale dell’Indu-
stria in Comune di Schio e dal punto di vista paesaggistico non si riscontrano elementi di particolare pregio,
soprattutto in considerazione della destinazione produttiva dell’area. Ad ogni buon conto, l’impianto è peri -
metrato sui lati sud e ovest da una fitta siepe arborea e arbustiva che funge da efficace barriera di mitigazio -
ne ambientale/visiva nei confronti rispettivamente di Viale dell’Industria e dell’edificio (attualmente occupa -
to da uffici) insistente sul lotto confinante a ovest.
A parte una contenuta interferenza visuale “a corto raggio” (peraltro soltanto da nord /nord-est) determinata
dalla presenza di cataste di autoveicoli sul piazzale, comunque in nessun caso sovrapposti in numero mag-
giore di tre, l’elemento di maggior discontinuità rispetto al paesaggio “di contorno” è dovuto alla vetustà del
fabbricato esistente che necessiterebbe di un intervento di manutenzione straordinaria. Tale azione si pro-
spetta come miglioramento e quindi viene prevista come “misura di mitigazione” da realizzarsi però entro
un termine adeguato, ragionevolmente entro il prossimo biennio .
Viabilità
L’accesso alla ditta avviene attraverso il portone principale su Via Veneto, in prossimità della rotatoria di
innesto su Viale dell’Industria. La Z.A.I. di Schio si colloca a pochi km a nord-ovest del casello di Thiene –
Schio dell’Autostrada A31 “Valdastico”, che rappresenta la principale arteria stradale dell’Alto Vicentino.
L’impianto ha una potenzialità massima di conferimento pari a 6 veicoli/giorno, per un totale di 1˙200
veicoli/anno, che vengono conferiti direttamente dai proprietari o mediante carroattrezzi e furgonati. Il
traffico indotto determinato dal conferimento degli autoveicoli all’impianto è pertanto riconducibile in
misura principale alla componente di traffico “leggero” (vettori < 35 q.li). Per le operazioni di
allontanamento dei rifiuti prodotti, costituiti principalmente da carcasse di veicoli pressate, vengono
impiegati mezzi pesanti con una frequenza molto saltuaria e comunque con un unico trasporto giornaliero,
quando effettuato.
L’impianto di autodemolizione in questione esiste da persi decenni e il suo volume di traffico indotto
risulta già ricompreso all’interno del flusso veicolare attualmente insistente sulla viabilità locale, non
essendo previsto alcun incremento di potenzialità dell’impianto.
Il contributo del traffico indotto dalla ditta, assunto prudenzialmente pari ad un massimo di 6 conferimenti
di veicoli leggeri e un trasporto pesante al giorno, risulta oggettivamente irrilevante in raffronto all’intenso
traffico veicolare insistente sulla viabilità locale.
In ragione dell’esiguità del traffico veicolare indotto (limitato ad una decina di accessi al giorno, compresi i
Clienti), non si sono mai evidenziati inconvenienti di sorta seppure si riscontri una oggettiva difficoltà di
accesso da Via Veneto.
Risorse naturali, Flora, Fauna
Per quanto riguarda gli aspetti naturalistici, considerato che l’impianto si localizza nell’ambito di un contesto
fortemente antropizzato e a destinazione produttiva, nell’area non sono presenti biotipi pregiati o di
particolare interesse naturalistico e non sono nemmeno presenti specie protette da leggi nazionali, regionali
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e/o da convenzioni internazionali, com’è del tutto logico attendersi date le caratteristiche dell’area stessa. In
particolare, non si rilevano Siti di Importanza Comunitaria (S.I.C.) e/o Zone a Protezione Speciale (Z.P.S.)
nelle vicinanze dell’impianto, distante oltre 3 km a sud dal sito della Rete Natura 2000 più vicino, che risulta
essere il SIC/ZPS IT 3210040 “Monti Lessini - Pasubio - Piccole Dolomiti Vicentine”. Il sito in parola si trova
peraltro a monte idrografico e sopravento rispetto all’impianto, escludendosi pertanto che l’attività della
ditta possa comportare effetti significativi di sorta sul sito stesso, come risulta dalla “Attestazione della non
necessità di effettuare la V.Inc.A.”, argomento dell’elaborato D.
Salute dei Lavoratori e delle persone
Date le caratteristiche dei rifiuti gestiti, le modalità di trattamento ed i presidi ambientali in essere si può
ragionevolmente escludere qualsivoglia effetto negativo sulla salute pubblica legato alla presenza di
sostanze tossiche; per quanto concerne le radiazioni (ionizzanti e non), è esclusa la presenza di materiali
radioattivi ai sensi del D. Lgs. 17/03/95, N. 230 e la natura dei rifiuti gestiti è tale da escludere la presenza di
agenti patogeni.
La conformità antincendio dell’impianto è stata recentemente riconfermata presso il Comando Provinciale
dei VV.F. di Vicenza, come da attestazione di rinnovo periodico del 14/11/2014, riportata in allegato 4.
Viene tuttavia evidenziato come la ditta utilizzi un capannone (di altra proprietà) con copertura in
fibrocemento (Eternit). Nel 2007 è stata condotta una specifica indagine tecnica che ha attestato l’allora
buona condizione delle lastre di copertura e la non necessità di procedere (nell’immediato) alla bonifica,
ovvero alla sostituzione della copertura. A dieci anni di distanza, si ha motivo di ritenere che l’intervento di
manutenzione straordinaria dell’immobile anzi prospettato debba prudenzialmente prevedere anche la
rimozione della copertura in Eternit, se non altro per garantire maggiori condizioni di sicurezza
dell’ambiente di lavoro; anche questo intervento non può che rappresentare una ulteriore “misura di
mitigazione” e quindi, per le ragioni di ordine economico già esposte, essere realizzato nell’arco del
prossimo biennio. Su tale aspetto il Comune di Schio ha prodotto una specifica osservazione, contenente la
richiesta di una nuova verifica sulla condizione della suddetta copertura.
La documentazione integrativa prodotta comporta una valutazione sullo stato di conservazione della
copertura definito come scadente e quindi, sulla base della DGRV 265/2011, da rimuovere entro 12 mesi.
MISURE MITIGATIVE PROPOSTE
Gli apprestamenti implementati dalla ditta fin dal suo insediamento si rilevano indubbiamente a tutt’oggi
efficaci sotto il profilo ambientale e, data l’assenza di criticità e anche considerata la concreta modesta
consistenza dell’impianto in questione, non risulterebbe necessaria l’implementazione di ulteriori interventi
di mitigazione.
In relazione alle possibili misure mitigative richieste dalla nuova procedura di verifica introdotta dall’art.13
della L.R. n.04/2016, tuttavia, la ditta ha proposto le seguenti specifiche iniziative/lavori:
interventi di manutenzione straordinaria sul fabbricato esistente attraverso la sostituzione della
copertura e, con l’occasione, anche di un intervento di pulizia e tinteggiatura delle facciate (visibili)
prospicienti Via Veneto e Via Piemonte. Questi lavori, oggettivamente inquadrabili come ulteriori
“INTERVENTI DI MITIGAZIONE”, sia sotto il profilo igienico-sanitario (dell’ambiente di lavoro) e
di salute pubblica (dell’abitato) con riferimento al “rischio amianto”, che “visivo” in relazione al
fattore estetico (copertura e facciate), presuppongono il reperimento di adeguate non indifferenti
risorse finanziarie, che vengono quantificato in oltre 100˙000 Euro, che portano quindi alla richiesta
di poter procedere alla realizzazione entro il termine del 31/12/18;
sostituzione dell’impianto di illuminazione esistente con dispositivi a LED.
Considerata l’integrazione pervenuta, la mitigazione relativa alla manutenzione straordinaria del fabbricato
esistente viene presa in considerazione unicamente per ciò che riguarda l’impatto visivo.
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VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
CONCLUSIONI
La presente procedura riguarda un’attività esistente in fase di rinnovo dell’autorizzazione all’esercizio,
secondo quanto introdotto dall’art.13 della L.R. n.04/2016.
Il progetto in esame non si pone in contrasto ovvero in condizioni di interferenze rispetto ad altri piani,
progetti o interventi in zone limitrofe, né questi ultimi possono interagire con l’intervento oggetto del
parere.
Non si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti.
Il grado di approfondimento documentale, la tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi
riportati possono essere considerati adeguati alle finalità che il proponente intende conseguire e conformi a
quanto previsto dalla DGRV 1020/2016.
Non sussistono osservazioni contrarie alla prosecuzione dell’attività.
La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a ritenere come il
progetto non comporta pressioni o effetti/impatti significativi sull'ambiente determinati dall’esercizio
dell’impianto ovvero la possibilità di interventi mitigativi particolari rispetto alla realtà esistente consolidata.
Il progetto non determina, inoltre, alcun impatto aggiuntivo e/o significativo rispetto all’esercizio corrente.
Rispetto al territorio circostante l’iniziativa in esame va interpretata positivamente, sussistendo un’assenza
di rischi ambientali, sanitari ed ecologici.
Tutto ciò premesso si esprime
PARERE FAVOREVOLE
al non assoggettamento alla V.I.A. con le prescrizioni di seguito citate .
1. L’azienda è comunque impegnata ad acquisire dalla Provincia di Vicenza il rinnovo dell’autorizzazione
all’esercizio dell’attività di autodemolizione, comprensiva dell’autorizzazione allo scarico.
2.Entro il 31.12.2018 dovrà essere realizzata la proposta di manutenzione straordinaria dell’edificio,
presentando preliminarmente al Comitato le soluzioni adottate per la mitigazione dell’impatto visivo.
3. In via preliminare al rilascio dell’autorizzazione la ditta dovrà provvedere:
a) alla ristrutturazione del sistema di illuminazione interno ed esterno della ditta mediante sostituzione dei
dispositivi illuminanti tradizionali con lampade e fari a LED, nel rispetto delle direttive della Legge
Regionale n.17/2009 riguardante l'inquinamento luminoso;
b) alla predisposizione di una procedura di gestione atta a garantire nel tempo l’integrità della
pavimentazione esterna, fissando criteri valutativi che, partendo dall’analisi della situazione attuale,
consentano di prevenire e/o intervenire nelle fasi di deterioramento delle superfici.
4. Al fine di promuovere l’ottimizzazione e massimizzazione delle operazioni di riciclaggio si dovrà
provvedere alla rimozione dei seguenti componenti: catalizzatori, componenti in vetro, componenti metallici
(contenenti rame, alluminio, magnesio), pneumatici, grandi componenti in plastica (qualora tali materiali
non vengano separati nel processo di frantumazione), centraline elettroniche, cablaggi e autoradio / lettori
musicali – video; nel caso gli autoveicoli vengano sottoposti a pressatura si dovranno altresì rimuovere:
motore, cambio, trasmissione, dispositivi idroguida e radiatore.
5. In tema di lotta alle zanzare si prescrive di:
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a) conservare gli pneumatici in aree rigorosamente coperte o, in alternativa, disporli a piramide, dopo averli
svuotati da eventuale acqua, ricoprendoli con telo impermeabile fisso e teso, assicurandosi che non formi
pieghe o cavità dove possa raccogliersi acqua piovana;
b) eliminare o stoccare in luoghi chiusi gli pneumatici fuori uso e non più utilizzabili, dopo averli svuotati
da ogni contenuto di acqua;
c) procedere ad una periodica disinfestazione larvicida, da effettuare tra aprile e ottobre, delle aree interessate
da dette attività;
d) avere cura nell'evitare la formazione di tutti ristagni d'acqua occasionali, comprese le pieghe di eventuali
teloni di copertura, e provvedere alla loro eliminazione nel caso essi comunque abbiano a formarsi.
Di quanto realizzato rispetto al punto 3 lettera a) dovrà essere dato idoneo riscontro fotografico.
Si ritiene opportuno indicare all’Amministrazione Comunale di valutare l’aggiornamento del Piano di
Classificazione Acustica, relativamente alle zone inpiduate dal suddetto Piano in classe VI, considerando
che queste aree, destinate dagli strumenti attuativi a zone industriali D, non escludono la possibile presenza
di abitazioni nell’area, di conseguenza l’assegnazione della classe V a tali aree sarebbe indicativamente più
appropriata.
Vicenza, 05 luglio 2017
F.to Il Segretario F.to Il Presidente
Dott.ssa Silvia Chierchia Andrea Baldisseri
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