Parere

       Protocollo p_vi/aooprovi GE/2023/0004777 del 02/02/2023 - Pag. 1 di 18



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   VERBALE DELLA COMITATO TECNICO PROVINCIALE VIA
           DEL 19/01/2023
L'anno 2023, il giorno 19 del mese di GENNAIO alle ore 16:15 il Comitato Tecnico Provinciale di V.I.A si è
riunito nella sede provinciale, a seguito di regolare convocazione, per trattare il seguente argomento: VF
S.p.A.. – Incremento della capacità massima di trattamento dell’impianto di recupero rifiuti.

All'appello risultano:

SQUARCINA FILIPPO               Presidente               Assente


BALDISSERI ANDREA           Responsabile servizio             Presente


CORTESI ANGELO               Commissario               Assente


DE MARCHI ROBERTO              Commissario               Presente


MONTANARI RICCARDO             Commissario               Presente


MURARO TERESA                Commissario               Presente


OSTOICH MARCO                Commissario               Presente


ROSSI STEFANO                Commissario               Presente


SALVIATI STEFANO              Commissario               Presente


SVEGLIADO GIULIA              Commissario               Presente


VALVASSORI RIMSKY              Commissario               Presente


VICENTIN ALBERTO              Commissario               Presente


La Commissione viene presieduta da Andrea Baldisseri, giusta delega del Presidente del 19/01/2023, che
riconosciuta legale l’adunanza in conformità dell’art. 7 del Regolamento per il funzionamento del Comitato
Tecnico Provincia VIA, udita la relazione istruttoria, accertata la completezza delle informazioni e preso atto
della proposta progettuale contenuta nella documentazione tecnica presentata, esprime congiuntamente al
CTP VIA parere unanime, per la pratica in oggetto, nel parere sotto riportato.




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                            VF S.p.A.
                          PARERE N. 01/2023

Oggetto: Incremento della capacità massima di trattamento dell’impianto di recupero rifiuti.
PROPONENTE:              VF S.p.A.
SEDE LEGALE:             Via Massimo d’Azeglio n. 22/24 – Altavilla Vicentina
SEDE INTERVENTO:           Via Mazzini n.42/A – Altavilla Vicentina
TIPOLOGIA ATTIVITÀ:          Impianti di recupero di rifiuti non pericolosi
PROCEDIMENTO:             Verifica di assoggettabilità a VIA ai sensi dell'art. 19 del D.Lgs 152/06
MOTIVAZIONE V.I.A:          ALLEGATO IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - 7. Progetti di
                   infrastrutture - z.b) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non
                   pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante
                   operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del
                   decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
COMUNE INTERESSATO:          \\\
DATA DOMANDA:             11 novembre 2022
DATA PUBBLICAZIONE:          16 novembre 2022
DATA INTEGRAZIONI:          \\\

DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
   Num.               Titolo                    Nome file

    1  Progetto Preliminare e Studio Preliminare Ambientale     Relazione_PP_SPA.pdf

    2  Tavola 1 - Inquadramento territoriale            Tav01_Inquadramento.pdf

    3  Tavola 2 - Planimetria e lay-out dell’impanto        Tav02_lay-out.pdf

    4  Tavola 3 – Documentazione fotografica            Tav03_doc_fotografica.pdf


                        PREMESSE ED UBICAZIONE
LVF S.p.A. è titolare di un impianto di recupero rifiuti speciali non pericolosi (identificato come “pisione
cavi”) sito in Comune di Altavilla Vicentina, in Via Mazzini, n. 42/A, il cui esercizio è stato autorizzato con
Determinazione Dirigenziale della Provincia di Vicenza N°1601 del 21/12/2020, per l’effettuazione di opera-
zioni di messa in riserva (R13) e recupero (R12 - R4) di rifiuti speciali non pericolosi (principalmente cavi
elettrici) con i seguenti “parametri quantitativi”:
• quantità massima annua di rifiuti in ingresso e trattati: 6˙500 t/anno
• quantità massima giornaliera di rifiuti trattati: 30 t/giorno
• quantità complessiva massima (istantanea) di rifiuti in ingresso stoccabili nell’impianto: 1˙000 t
• quantità massima (istantanea) di rifiuti prodotti stoccabili nell’impianto: 362 t (di cui 1t di rifiuti pericolosi)
Con le esistenti dotazioni impiantistiche, l’impianto di VF - pisione cavi può raggiungere una capacità di
recupero pari a 6 t/h di rifiuti in ingresso.
VF si trova nella necessità di portare a regime il proprio impianto “pisione cavi”, circostanza che motiva la
richiesta di incremento della capacità di recupero dalle attuali 30 t/giorno fino a 48 t/giorno (11.000 t/anno)
cui si riferisce la presente richiesta di screening.
La “modifica” prospettata, rispetto alla situazione in essere/autorizzata, non comporta:
- ampliamento dell’impianto e variazioni delle strutture e delle apparecchiature di cui è dotato;

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- alcuna modifica delle operazioni di recupero già autorizzate,
- alcuna modifica delle tipologie e codici C.E.R. dei rifiuti già autorizzati.
L’impianto insiste su un’area di circa 10˙000 mq catastalmente censita in Comune di Altavilla Vicentina al fo-
glio n. 5, mappale n. 819; l’area operativa coperta (delle strutture edilizie) dell’impianto ha una superficie
complessiva di circa 4˙380 mq, mentre l’area scoperta risulta essere in parte pavimentata con massetto di cal-
cestruzzo armato per una superficie di circa 3˙700 mq e in parte restante (circa 1˙700 mq, non interessata
dall’attività) è stata mantenuta drenante.
Con riferimento al P.I. del Comune di Altavilla Vicentina, l’impianto si colloca in area classificata parte come
Zona D1.1 – “produttiva/artigianale e industriale di completamento riservata all’ampliamento di attività esi-
stenti” e parte restante come Zona agricola – sotto zona E2.2. .




                          Ortofoto del sito




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            QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO

STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
• Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
• Piano Territoriale Provinciale di Coordinamento (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
• Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di Altavilla Vicentina;
• Piano degli Interventi (P.I.) del Comune di Altavilla Vicentina;
• Piano Regionale di Tutela delle Acque (P.T.A.);
• Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Urbani e Speciali;
• Rete Natura 2000.
Il Quadro Programmatico presenta un’adeguata inpiduazione ed analisi degli strumenti di pianificazione
territoriale che interessano l’area, anche se non sono stati affrontati i seguenti specifici approfondimenti;
tuttavia, considerato la verifica di assoggettabilità già intrapresa nel corso del 2019 ed il fatto che non vi sono
variazioni modifiche impiantistiche e/o strutturali non si ritiene necessario richiedere integrazioni.
PIANO TERRITORIALE REGIONALE DI COORDINAMENTO (P.T.R.C.)
Tavola 1b - Uso del suolo / Acqua
- area di primaria tutela degli acquiferi;
Tavola 03 - Energia e ambiente
- Inquinamento da fonti diffuse: area con possibili livelli eccedenti di radon;
- Inquinamento da NOx t/a 3-300.
PIANO TERRITORIALE PROVINCIALE DI COORDINAMENTO (P.T.C.P.)
Tav. 3.1A – Sistema Ambientale
- è all’interno delle “Aree Carsiche (Art. 14)”.
PAT DEL COMUNE DI ALTAVILLA VICENTINA
Elaborato 2 – Carta delle Invarianti:
- l’area dell’impianto, relativamente alle “Invarianti di natura paesaggistica” è, in parte, interessata da
“Elementi lineari: a) formazioni lineari vegetali ” (art. 25);
- l’innesto della strada di servizio che collega l’impianto con via G. Mazzini relativamente alle “Invarianti di
natura geologica” è interessata da “Elementi lineari di natura idraulica: (e) fiumi di 1^ categioria; (f) canali.
Elaborato 3 – Carta delle Fragilità:
- l’area dell’impianto, relativamente alla “Compatibilità geologica ai fini urbanistici” è, in parte, all’interno
dell’”Area idonea a condizione” sottoclasse A-1 “Mediocri/scadenti caratteristiche geotecniche dei terreni,
limitati o assenti fenomeni di esondazione, falda a profondità > 4 m” (art. 27).
Elaborato 4 – Carta della Trasformabilità:
- l’area dell’impianto:
- è all’interno dell’ATO 5 (art. 28) ( l’Ato è caratterizzato dalla presenza di aree industriali e aree agricole
comprese tra la S.r. 11 e l’autostrada; le politiche insediative sono volte al contenimento delle aree industriali,
alla ricerca di compatibilità tra funzioni, alla tutela delle aree agricole libere intercluse con funzione di
mitigazione ambientale. );
- é, in parte, all’interno di “Aree di urbanizzazione consolidata – Attività economiche non integrabili con la
residenza” (art. 32);
- l’area ai margini dell’impianto è interessata da “Aree idonee per interventi diretti al miglioramento della
qualità urbana e territoriale” (art. 35).




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- la strada di servizio che collega l’impianto con via G. Mazzini è inpiduata, all’interno delle
“infrastrutture ed attrezzature di maggiore rilevanza” come VL “Viabilità locale” e, relativamente alla “Rete
ecologica”, all’interno di un “Area di connessione naturalistica (Buffer zone)” (art. 42).
- l’innesto della strada di servizio che collega l’impianto con via G. Mazzini è interessata da “Percorsi
territoriali“ (art. 43) e da “Ambiti/Fascie per interventi di riqualificazione e mitigazione ambientale“(art. 40).
PIANO DEGLI INTERVENTI DEL COMUNE DI ALTAVILLA VICENTINA
Tav. 13.3.4:
- l’area interessata dall’impianto è, in parte, all’interno della “Zona D1 artigianale ed industriale riservata
all’ampliamento delle attività esistenti” ed in parte, all’interno di “Sottozona E2.2 area di primaria
importanza per la funzione agricola-produttiva”;
-- l’innesto della strada di servizio che collega l’impianto con via G. Mazzini è interessata da “Percorsi
ciclabili dell’anello delle risorgive”
PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE
A riguardo non è stato indicato il fatto che l’area interessata è all’interno di una zona con “Grado di
vulnerabilità ‘A’ Alto (Valore Sintacs 50-70)” (Fig. 2.2 relativa alla “Carta della Vulnerabilità Intrinseca della
falda freatica della Pianura Veneta”) e occorrerebbe che nello studio presentato sia messa in relazione con
l’impianto la sopra indicata tematica riguardanti il PTA.
Sarebbe opportuno che le integrazioni che la ditta presenterà relativamente a quanto sopra indicato vengano
direttamente inserite nel Quadro Ambientale nella parte relativa alla “Caratterizzazione dell’ambiente
idrico” e “Caratterizzazione del suolo e del sottosuolo”.
                         Valutazione
Considerato la verifica di assoggettabilità già intrapresa nel corso del 2019 ed il fatto che non vi sono
variazioni modifiche impiantistiche e/o strutturali non si ritiene necessario richiedere integrazioni.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.


             QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
L’impianto insiste su un’area di circa 10˙000 mq catastalmente censita in Comune di Altavilla Vicentina al
foglio n. 5, mappale n. 819 (vedasi estratto catastale compreso nella Tavola 01). L’impianto dista circa 150 m
dall’Autostrada A4 “Brescia-Padova”, confina sui lati nord e nord-ovest con altri stabilimenti e aree
produttive e sui restanti lati con aree agricole. Nel raggio di un chilometro dall’impianto non sono presenti
corsi d’acqua superficiali, né si ritrovano pozzi acquedottistici per uso idropotabile. L’area dell’impianto è
completamente recintata, con recinzione metallica sui lati sud ed est e con pannelli ciechi in calcestruzzo sui
restanti lati nord ed ovest. All’impianto di VF - pisione cavi si accede da Via Mazzini attraverso un ampio
passaggio carraio con cancello metallico scorrevole, oltrepassato il quale tramite una strada privata (in area
di proprietà), si raggiunge l’area dell’impianto.
L’area operativa coperta (delle strutture edilizie) dell’impianto ha una superficie complessiva di circa4˙380
mq, mentre l’area scoperta risulta essere in parte pavimentata con massetto di calcestruzzo armato per una
superficie di circa 3˙700 mq e in parte restante (circa 1˙700 mq, non interessata dall’attività) è stata mantenuta
drenante. Di seguito lo schema del lay-out aziendale.




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Le strutture edilizie dell’impianto di VF - pisione cavi comprendono:
• un capannone (originario) asservito all’attività di recupero vera e propria, oltreché alla messa in riserva di
rifiuti in ingresso, al deposito dei rifiuti prodotti e delle materie prime secondarie prodotte, avente una
superficie coperta pari a circa 3˙380 mq, sviluppato su un unico piano fuori terra;
• un fabbricato di più recente costruzione (recepito con provvedimento provinciale Prot. n. 40398 del
06/06/2017) avente una superficie coperta pari a circa 830 mq, sviluppato su un unico piano fuori terra,
adibito sostanzialmente alla messa in riserva dei rifiuti in ingresso e dei rifiuti di plastica prodotti dalle
operazioni di recupero.
DESCRIZIONE DEL CICLO DI PRODUZIONE
L’impianto di VF – pisione cavi è specializzato nel recupero di metalli (in particolare Rame metallo
principalmente e Alluminio metallo) da rifiuti costituiti da cavi elettrici e telefonici ricoperti da materiale
plastico e da materiale isolante in genere (e secondariamente anche da radiatori/batterie alettate); per questo
motivo l’impianto in parola è anche denominato “pisione cavi”.
I cavi da trattare provengono dalla dismissione di linee, da attività di produzione (cavi nuovi fuori
specifica/che non hanno superato le verifiche di collaudo) e dalla dismissione di apparecchiature elettriche
e/o componenti elettrici mentre i radiatori/batterie alettate sono principalmente prodotti fuori
specifica/difettosi.
I rifiuti conferiti in impianto (preliminarmente verificati e valutati accettabili) vengono messi in riserva (R13)
in cumuli all’interno dei capannoni ed eventualmente, all’occorrenza, anche in container dotati di copertura
dislocati su area pavimentata scoperta. Tutti i rifiuti, sia quelli in ingresso che quelli prodotti dall’attività,


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vengono stoccati in aree ben definite (vedasi lay-out argomento della Tavola 2). Tutte le aree di deposito e i
contenitori dei rifiuti sono opportunamente segnalati ed identificati con idonea cartellonistica.
Le operazioni di recupero (R12-R4) vengono svolte esclusivamente in area pavimentata coperta; dalle
operazioni di recupero si ottengono materie prime secondarie metalliche (End of Waste), conformi a quanto
previsto dai Regolamenti (UE) N. 333/2011 (per l’Alluminio) e N. 715/2013 (per il Rame) e ulteriori rifiuti
(principalmente rifiuti di plastica/gomma) che vengono conferiti ad altri impianti autorizzati.
I rifiuti in ingresso all’impianto vengono sottoposti alle operazioni di pesatura, presso la stazione di pesa, e
di verifica radiometrica tramite il portale fisso di controllo radioattività. Contestualmente si procede alla
verifica documentale (controlli f.i.r. e documenti di trasporto) e al controllo visivo del carico in ingresso. I
carichi di rifiuti giudicati idonei, che hanno cioè superato positivamente le fasi preliminari di verifica e
controllo, vengono accettati e messi in riserva nelle aree dedicate; eventuali carichi giudicati non idonei
vengono invece respinti al mittente rifiuti in ingresso vengono messi in riserva all’interno dei capannoni in
aree identificate da apposita cartellonistica e, soltanto in via eccezionale e comunque per un quantitativo
residuale, possono all’occorrenza essere utilizzati anche dei container (con copertura) dislocati in area
esterna.
L’attività di recupero si esplica attraverso una sequenza di operazioni fisiche-meccaniche che, in sintesi, si
possono raggruppare nelle seguenti fasi:
1) cesoiatura/“pinzatura” per cavi di grossa sezione (come i cavi marini) o per alcuni cavi di alluminio, al
fine di ottenere corti “spezzoni”;
2) pre-triturazione grossolana (opzionale) con un trituratore lento monoalbero al fine di ottenere una
pezzatura idonea (inferiore a 50 mm) alla successiva fase di macinazione;
3) macinazione dei rifiuti (eventualmente pre-ridotti col trituratore “grossolano”) con apposito mulino, fino
ad ottenere una pezzatura inferiore a 16 mm;
4) deferrizzazione del materiale misto (metallo-plastica), macinato col mulino, mediante nastro magnetico;
5) ripresa del macinato deferrizzato con n°3 coclee funzionanti in parallelo e dosaggio ai successivi
trattamenti;
6) macinazione fine (fino alla pezzatura di 8 mm) del materiale dosato dalle coclee nei rispettivi n°3 mulini a
lame abbinati ad altrettanti separatori “zig-zag” funzionanti in parallelo (come i mulini di macinazione);
7) polverizzazione della frazione leggera (plastica/isolanti) separata dai “zig-zag” con n°3 turbine
polverizzatrici funzionanti in parallelo (come le linee che le precedono);
8) separazione metallo-plastica dalla frazione leggera mediante n°3 tavole densimetriche (funzionanti in
parallelo);
9) separazione delle particelle di plastica grossolane dalla frazione fine mediante vibrovaglio rettangolare;
10) “ripasso” della frazione fine, per il recupero (ultimo) delle residue frazioni metalliche (dalla plastica fine)
mediante tavola densimetrica (finale).
Nella figura seguente viene rappresentato lo schema di funzionamento dell’impianto.




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                          VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
                              111
              QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
Va anzitutto annotato che, per quanto riguarda le sorgenti di effluenti gassosi ed i relativi sistemi di
captazione, aspirazione, convogliamento, filtrazione e rilascio in atmosfera, lo stato di progetto coincide con
lo stato di fatto, attualmente autorizzato ed in esercizio. L’unica variazione consiste nel maggior regime di
utilizzo degli impianti, correlato all’aumento di produzione oggetto di istanza (da 6.500 t/anno e 30 t/giorno
a 11.000 t/anno e 48 t/g).
Tutti i flussi d’aria di trasporto pneumatico, prelevati alla sommità dei cicloni dosatori, che veicolano fini
particelle di plastica (polveri), tutti i flussi d’aria di aspirazione dei separatori densimetrici (pure caratteriz-
zati dalla presenza di polveri fini di plastica) e il flusso d’aria di aspirazione del segmento iniziale di macina-
zione vengono convogliati ad un filtro a maniche autopulente centralizzato. I flussi d’aria di aspirazione dei
separatori densimetrici vengono prudenzialmente pretrattati con un ciclone, prima di essere immessi nel fil -
tro a maniche, al fine di rimuovere le particelle più pesanti ed alleggerire così il carico del depolveratore.
Le polveri che si raccolgono nella tramoggia di fondo dei depolveratori (ciclone e filtro a maniche) vengono
estratte attraverso apposite rotocelle e rilanciate, con un propulsore pneumatico, ad appositi container di rac-
colta (l’aria di trasporto pneumatico viene ricircolata attraverso il filtro a maniche), mentre il flusso d’aria
depolverato viene scaricato all’atmosfera attraverso il camino E1.
Di seguito si riportano le caratteristiche dell’emissione al camino E1 e, a seguire, le caratteristiche tecnico-
funzionali del filtro a maniche installato:



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Alla documentazione di progetto sono allegati gli esiti degli autocontrolli delle emissioni al camino E1 effet-
tuati nell’ultimo triennio, da cui emerge il rispetto del limite prescritto a camino (10 mg/Nmc) con un margi -
ne di due ordini di grandezza.
                          Valutazione
Considerata la tipologia di materiali lavorati nel sito (soprattutto cavi elettrici di scarto) e la possibile presen-
za nei residui, eventualmente in tracce, di perse specie chimiche potenzialmente utilizzate nei processi di
produzione dei cavi stessi (tra cui metalli ed ossidi di metalli), si ritiene opportuno prevedere, nella successi -
va fase di approvazione progetto, una caratterizzazione delle specie chimiche nelle polveri in uscita, benché
le medesime polveri, intese come parametro “grezzo” (cioè indifferenziato per specie chimica), rispettino con
ampi margini di sicurezza i limiti imposti a camini. Tale caratterizzazione con lo scopo di escludere, in via
cautelativa, che l’emissione in atmosfera proveniente dal sito presenti, per caratteristiche di pericolo e per
concentrazione, criticità in termini di impatto sull’ambiente e di tossicità per le persone.

                          VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento, prevedendo una specifica integrazione per una miglior caratterizzazione delle emissioni in atmosfera.

CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
L’impianto di recupero in esame non dà luogo ad alcuno scarico di acque industriali. L’attuale processo di
recupero non richiede infatti l’utilizzo della risorsa idrica. Gli unici scarichi dello stabilimento sono quelli dei
servizi igienici (scarico assimilato a domestico) e delle acque meteoriche dei pluviali delle coperture e scolan-
ti dai piazzali pavimentati.


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L’area dello stabilimento non è servita da pubblica fognatura e, nel raggio di 1 km dal sito, non si rinvengono
corsi d’acqua superficiali; pertanto l’unico recapito disponibile per qualsivoglia effluente liquido è rappre-
sentato dal suolo (in concreto l’immediato sottosuolo).
I reflui dei servizi igienici di fabbrica sono convogliati in una vasca Imhoff e vengono infine smaltiti, median-
te subirrigazione, negli strati sub-superficiali del suolo.
Le acque meteoriche dei pluviali delle coperture dei fabbricati vengono smaltite nell’immediato sottosuolo
mediante un sistema di due pozzi disperdenti (posizionati agli angoli nord-est e sud-est del fabbricato prin-
cipale), tra loro collegati; le acque meteoriche scolanti dalle coperture sono da considerarsi concretamente in-
contaminate stante l’assenza di significative ricadute determinate dall’unica emissione (camino E1).
L’area pertinenziale scoperta dell’impianto, per una estensione di 3˙700 m 2 interessata dall’attività, risulta es-
sere pavimentata con massetto di calcestruzzo armato; l’area pavimentata in parola è sagomata con penden-
ze idonee a favorire lo sgrondo delle acque meteoriche insistenti verso caditoie grigliate (di captazione) affe-
renti ad un sistema di collettori di convogliamento (a gravità) ad un impianto di raccolta e trattamento della
1^ pioggia composto da:
- una vasca di raccolta avente un volume di circa 20 m3;
- un disoleatore con filtro a coalescenza avente un volume di circa 8 m3;
- una sezione di trattamento (raffinazione) finale, composta da tre stadi sequenziali di filtrazione a pressione
su quarzite, carbone attivo e resine a scambio ionico, implementata, quale “intervento di mitigazione”, a con-
clusione della precedente procedura di screening.
L’acqua meteorica viene convogliata alla vasca di raccolta, attraverso un pozzetto scolmatore (della 2^ piog-
gia), con una tubazione la cui generatrice superiore trovasi alla quota della generatrice inferiore del collettore
di sfioro della 2^ pioggia; in questo modo, lo sfioro (della 2^ pioggia) interviene soltanto dopo il completo
riempimento della vasca di raccolta (della 1^ pioggia) e soltanto qualora, per l’intensità della precipitazione,
la portata afferente risulti contestualmente superiore alla portata della pompa di estrazione (della 1^ piog-
gia).
La vasca di raccolta è dimensionata per raccogliere un volume di 1^ pioggia corrispondente a una altezza di
precipitazione pari a 5 mm insistente sulla superficie impermeabilizzata presidiata, mentre il disoleatore è
dimensionato per trattare una portata continua pari a 5 lt/s, corrispondente ad un’intensità di precipitazione
(insistente sull’area pavimentata scoperta presidiata) pari a circa 5 mm/h.
Nella vasca di raccolta della 1^ pioggia trovasi installata una elettropompa sommergibile, avente una portata
di 5 lt/s, che rilancia l’acqua meteorica al disoleatore (con filtro a coalescenza). Le acque di prima pioggia di-
soleate vengono quindi raccolte in una vasca dalla quale una pompa sommergibile le solleva e le pressurizza
alla batteria di filtrazione recentemente implementata, dimensionata per trattare (in continuo) una portata di
4 mc/h. La taratura della portata d’acqua da filtrare si ottiene mediante una valvola la cui apertura viene re-
golata con l’ausilio di apposito flussimetro a lettura diretta che trovasi installato sulla mandata della pompa
di pressurizzazione.
La batteria di filtrazione è composta da: un filtro rapido a pressione contenente un letto di quarzite; un filtro
rapido a pressione contenente un letto di carbone attivo granulare per la rimozione di eventuali sostanze or-
ganiche polari (come gli idrocarburi) e a protezione del filtro a scambio ionico; un filtro rapido a pressione
contenente un letto di resine a scambio cationico selettive per la captazione di metalli pesanti (come il Rame),
la rimozione spinta dei quali è l’obiettivo specifico dell’intervento realizzato.
Tutti i filtri sono stati accessoriati per poter effettuare opportune operazioni di “controlavaggio” (con acqua
pulita) al fine di rimuovere eventuali solidi trattenuti e risolvere così eventuali fenomeni di intasamento ov -
vero prevenire la formazione di “cammini preferenziali” che comprometterebbero progressivamente l’effica-
cia del trattamento. Le operazioni di controlavaggio dei filtri vengono effettuate periodicamente con periodi-
cità dipendente dall’andamento delle precipitazioni meteoriche, ovvero ogni qualvolta si rilevi un’eccessiva

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caduta di pressione indicata da apposti manometri di controllo di cui è dotata la batteria di filtrazione. Per il
controlavaggio dei filtri viene utilizzata acqua filtrata all’uopo. Le acque filtrate rabboccano
il suddetto serbatoio, sfiorano alla sommità del medesimo ed afferiscono al pozzetto di ispezione e campio-
namento, mentre i reflui di controlavaggio vengono riportati nella vasca di raccolta iniziale.
Dal pozzetto di ispezione si diparte il sistema di scarico negli strati sub-superficiali del suolo, costituito da un
tubo drenante (forato) avente uno sviluppo lineare di circa 100 m affogato in un vespaio drenante. Al sistema
di scarico suddetto afferisce anche un collettore di “troppo-pieno” del pozzo disperdente delle acque dei plu-
viali della copertura (angolo sud-est).
Le acque meteoriche trattate presentano caratteristiche ampiamente conformi ai limiti di accettabilità della ta-
bella 2 dell’Allegato C all’allegato D della D.G.R.V. N. 842 del 15/05/12, come confermano gli esiti dei con -
trolli analitici effettuati allo scarico anche successivamente al collaudo.
A seguire si riporta lo schema a blocchi del processo di trattamento acque meteoriche:




                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.



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CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
L’attività di recupero rifiuti di VF - pisione cavi consta esclusivamente di operazioni di messa in riserva e
di trattamento meccanico “a secco”, finalizzato al recupero di metalli (Rame e Alluminio), effettuato con
specifiche apparecchiature ad elevato livello di automazione all’interno di un capannone con
pavimentazione impermeabile e resistente. In quanto “a secco”, le operazioni di recupero non richiedono
l’impiego della risorsa idrica e non producono alcun refluo industriale. I rifiuti trattati sono solidi non
gocciolanti e nemmeno umidi e pertanto non possono dar luogo a spanti liquidi e/o colaticci.
La porzione di area scoperta asservita all’attività della ditta (essenzialmente per la movimentazione) è
impermeabilizzata con massetto di calcestruzzo armato, idraulicamente compartimentata e sagomata con
pendenze idonee a garantire lo sgrondo delle acque meteoriche verso caditoie grigliate afferenti ad un
sistema di collettori di convogliamento (a gravità) ad un impianto di raccolta e trattamento della 1^ pioggia
che viene infine scaricata (unitamente alla 2^ pioggia) negli strati sub-superficiali del suolo, non essendo
nelle vicinanze disponibili recapiti alternativi quali la pubblica fognatura e/o corsi d’acqua superficiali.
Poiché in area esterna non vengono effettuate ne sono previste operazioni di trattamento rifiuti, essendo
(l’area stessa) sostanzialmente utilizzata per la manovra dei vettori e solo marginalmente interessata dallo
stoccaggio di rifiuti, in particolare quelli prodotti, entro container con copertura, e poiché il progetto non
prevede alcuna modifica della situazione esistente (per quanto concerne organizzazione, operazioni,
stoccaggi interni ed esterni, estensione delle superfici impermeabilizzate soggette a potenziale dilavamento
meteorico), non si prefigura alcuna variazione degli scarichi idrici rispetto a quanto a suo tempo giudicato
accettabile e già autorizzato. In ogni caso il processo depurativo adottato, potenziato nel 2020 con
l’implementazione di una sezione di “raffinazione finale” costituita da una batteria di filtri rapidi a pressione
contenenti, nell’ordine, un letto di quarzite selezionata, un letto di carbone attivo ad alto potere adsorbente,
un letto di resine a scambio ionico (altamente selettive nei confronti degli ioni metallici), garantisce con
ampio margine l’affidabile conseguimento dei limiti tabellari prescritti per lo scarico delle acque meteoriche
(negli strati sub-superficiali del suolo), come risulta dagli esiti di tutti gli autocontrolli finora effettuati sulle
acque scaricate.
È da escludersi qualsivoglia impatto aggiuntivo su suolo-sottosuolo dovuto ad eventuali deposizioni di
polveri e altre sostanze all’esterno del sito, stante l’invarianza delle emissioni residue (e quindi delle possibili
ricadute), comunque irrilevanti, rispetto alla situazione autorizzata.
Per quanto sopra il proponente afferma che l’esercizio dell’impianto con l’incremento richiesto non può pro-
durre alcun effetto peggiorativo della qualità della componente ambientale in esame sulla quale tuttavia,
stante la presenza di uno scarico idrico (ancorché di acque meteoriche) negli strati sub-superficiali del suolo,
si conferma un impatto non nullo, sia pure di lieve entità.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
L’impianto di VF - pisione cavi si colloca a margine della lottizzazione industriale di Via Massimo
D’Azeglio a circa 200 m (a nord) dell’autostrada A4 (Brescia- Padova), confina a nord/nord-ovest con altri
stabilimenti e aree produttive e sui restanti lati con aree agricole (scoperte). Le unità abitative più vicine si
trovano a sud-est e a sud-ovest a distanza non inferiore a 150 m dal gruppo aspiro-filtrante esterno.
L’impianto ricade in area inpiduata in Classe V^ (“aree prevalentemente industriali”) dal Piano di
Zonizzazione Acustica del Comune di Altavilla Vicentina e confina:
- sui lati nord e ovest con aree di Classe V^,


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- sui lati sud ed est con aree di Classe III^ (“aree di tipo misto”), con interposta fascia di transizione acustica
di 50 m.
Il clima acustico dell’area comprendente l’impianto (e anche i recettori abitativi più prossimi) risulta essere
significativamente influenzato dall’intenso traffico veicolare insistente sull’autostrada A4; in particolare, sia
l’impianto di VF che i recettori abitativi più vicini risultano compresi nella fascia B di pertinenza
autostradale.
Tutta l’attività di VF - pisione cavi, comprese le operazioni di carico-scarico, viene e verrà svolta all’interno
dei fabbricati, esclusivamente in periodo diurno.
L’incremento di potenzialità richiesto non comporta l’utilizzo di macchinari e/o apparecchiature né fissi né
mobili persi o ulteriori rispetto a quelli attualmente utilizzati.
L’aumento richiesto di capacità di trattamento è supportato dunque dall’impiantistica esistente che non
necessita di essere potenziata in quanto già in origine dimensionata per la potenzialità ora richiesta; non è
nemmeno necessario prevedere una maggior persistenza temporale di funzionamento dell’impianto di
trattamento (e quindi delle correlate sorgenti di rumore) nell’ambito del periodo di riferimento (TR) diurno.
Le emissioni di rumore nello stato di fatto (e dunque anche nello stato di progetto) sono dovute alla
propagazione del rumore dall’interno all’esterno, tramite essenzialmente i portoni (lasciati prevalentemente
aperti o chiusi da telone in pvc) e agli impianti collocati esternamente.
Per quel che riguarda il rumore interno esso è dovuto alle operazioni fisiche-meccaniche che prevedono
l’utilizzo di macchine frantumatrici (trituratori, mulini e polverizzatori) e alle operazioni di movimentazione
e di carico /scarico con caricatori idraulici a polipo e carrelli elevatori.
Al fine di ridurre l’esposizione al rumore dei lavoratori, i mulini e i polverizzatori sono stati compartimentati
all’interno di una struttura fonoisolante. È stato stimato dal tecnico che il livello medio all’interno è
dell’ordine degli 81 dBA
Per quel che riguarda le sorgenti esterne si hanno il gruppo aspiro-filtrante (tributario dell’unico camino E1 e
addossato alla parete sud del fabbricato principale), caratterizzato dalla presenza di 2 ventilatori con potenza
acustica stimata di 95 e 98 dBA e le pompe dell’impianto idraulico di azionamento del trituratore (dislocate
all’interno di un container posto sotto tettoia lungo la parete nord del capannone principale), con potenza
acustica stimata di 109 dBA.
In aggiunta si tiene conto del traffico indotto stimato mediamente pari a n°10 autocarri/giorno oltre a n°20
autovetture/giorno (dei dipendenti); detti valori sono stati considerati cautelativi per la situazione esistente e
allineati alla previsione di cui al progetto in esame, ossia all’incremento richiesto.
In adempimento a quanto prescritto dal provvedimento di autorizzazione all’esercizio (che prevede la
ripetizione dell’indagine fonometrica con cadenza triennale), nel mese di aprile di quest’anno è stata
effettuata una campagna di misure del rumore ai fini della verifica dell’impatto acustico esterno.
I risultati della suddetta verifica, di cui alla relazione tecnica del 09/05/2022 argomento dell’Allegato 7, hanno
evidenziato che:
- al perimetro dell’area di pertinenza dell’impianto di VF - pisione cavi, i livelli di rumore risultano essere
compatibili con il limite assoluto di immissione della Classe V^ (aree prevalentemente industriali) previsto
dal Piano di Zonizzazione Acustica del Comune di Altavilla Vicentina;
- i livelli di immissione acustica attribuibili all’attività di VF in facciata ai recettori abitativi più prossimi (a
sud-est e a sud-ovest dell’impianto stesso) risultano compatibili con il limite assoluto di immissione stabilito
per la Classe III^ (aree di tipo misto);
- i livelli differenziali di rumore in corrispondenza delle facciate dei suddetti recettori, più esposti alle
emissioni acustiche dell’attività in esame, valutati nella situazione più restrittiva ai sensi dell’art. 4, co. 1 del
D.P.C.M. 14/11/97 (considerando i massimi livelli di rumore delle sorgenti acustiche), risultano modesti e
comunque ampiamente inferiori al limite diurno (5 dB) di cui all’art. 4 del D.P.C.M. 14/11/97.

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Da quanto argomentato il tecnico ribadisce che:
- poiché tutte le condizioni assunte a base delle valutazioni acustiche effettuate sono confacenti alla
situazione di progetto, il recente documento di “verifica” di impatto acustico può considerarsi a tutti gli
effetti anche un documento “previsionale” dell’impatto acustico atteso a seguito dell’incremento di
potenzialità richiesto;
e che pertanto:
- l’incremento di potenzialità prospettato non può produrre alcun significativo peggioramento della qualità
della componente ambientale in esame sulla quale pertanto si conferma un impatto di lieve entità.
In conclusione, il proponente afferma che il progetto in esame non introduce alcun impatto aggiuntivo
significativo sulla componente ambientale “Clima acustico”.
                           Valutazione
Sulla base di quanto riportato si chiede di effettuare la verifica post operam di rispetto dei limiti anche con
misure ai ricettori critici (R1, R2 ed eventuali uffici presenti nella zona artigianale). La verifica verrà effettuata
entro 90 giorni dalla messa in esercizio e successivamente ogni 3 anni.

                          VALUTAZIONE
Si ravvisano aspetti di criticità e quindi si passa a proporre le prescrizioni/raccomandazioni che si ritengono utili o
necessari per una corretta gestione della problematica emersa.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI
Date le caratteristiche dei rifiuti gestiti, le modalità di trattamento ed i presidi ambientali implementati si può
ragionevolmente escludere qualsivoglia effetto negativo sulla salute pubblica legato alla presenza di sostanze
tossiche. I rifiuti trattati nell’impianto di VF sono cavi di Rame o Alluminio con conduttore isolato; si tratta
quindi evidentemente di rifiuti solidi chimicamente e biologicamente stabili, sostanzialmente “puliti” che
non contengono agenti patogeni e il cui trattamento (meccanico) non può dar luogo a formazione di gas o
odori.
I rifiuti conferiti, prima della loro accettazione, vengono sottoposti a controllo radiometrico mediante portale
fisso, al fine di escludere la presenza di materiali radioattivi.
Per quanto già argomentato, l’impianto non può dar luogo ad emissioni aeriformi significative tali da
comportare impatti di sorta nei confronti dell’ambiente circostante.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
L’impianto di VF - pisione cavi si trova al margine meridionale della lottizzazione produttiva di Via
D’Azeglio in posizione defilata rispetto al centro abitato e separata dalle pendici dei Colli Berici dal tracciato
della Autostrada A4 (Brescia-Padova) che caratterizza la zona anche da un punto di vista paesaggistico.
Nella zona a nord del tracciato autostradale, in cui si trova l’impianto in esame, che comprende anche la
lottizzazione produttiva di Via D’Azeglio, non si riscontrano elementi paesaggistici di particolare pregio. La
veduta da sud (dall’autostrada) è connotata indubbiamente dall’interferenza visiva determinata in primo
piano dai capannoni di VF S.p.A. (come si riscontra dalla documentazione fotografica argomento della
Tavola 03) ma, a prescindere dalla presenza dell’impianto in esame, più o meno la medesima interferenza
visiva rimarrebbe determinata dagli altri fabbricati della lottizzazione produttiva di Via D’Azeglio, ragion
per cui si ritiene che l’impatto “specifico” determinato dalla presenza dell’impianto di VF sulla componente
Paesaggio possa considerarsi di lieve entità.


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In ogni caso la modifica richiesta (unicamente funzionale) non prevede alcuna modifica delle strutture e delle
infrastrutture dell’impianto e quindi non può comportare alcuna persa percezione del paesaggio rispetto
all’esistente.
In conclusione, il progetto in esame non introduce alcun impatto aggiuntivo sulla componente ambientale
“Paesaggio”.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
L’impianto di VF in esame è raggiungibile unicamente da Via Mazzini che, tramite Via Cavour, è collegata
alla SP34 del Melaro e quindi alla stazione autostradale di Montecchio Maggiore in direzione ovest e alla Z.I.
di Vicenza e alla stazione autostradale VI-OVEST in direzione est.
L’impianto VF - pisione cavi è attivo da una dozzina d’anni e pertanto il suo volume di traffico indotto
risulta già ricompreso all’interno del flusso veicolare complessivo attualmente insistente sulla viabilità locale
che comprende un’arteria stradale di per sé stessa congestionata (al mattino e alla sera) come la SP34. In
merito a Via Cavour, si evidenzia come questa strada sia interessata dal passaggio dei mezzi (anche pesanti)
afferenti all’Ecocentro comunale di Via Mazzini. All’impianto si accede attraverso una strada privata lunga
un centinaio di metri che si stacca da Via Mazzini.
Il traffico veicolare determinato dall’attività di VF - pisione cavi è circoscritto alla fascia feriale diurna (dal
lunedì al venerdì, dalle ore 7.00 alle ore 19.00). Seppure la potenzialità autorizzata dell’impianto di recupero
sia pari a 30 t/giorno, per la valutazione del massimo volume di traffico derivante dall’esercizio
dell’impianto, in occasione della precedente procedura di screening (del 2020), è stata considerata una
potenzialità nominale massima di conferimento pari a 48 t/giorno di rifiuti in ingresso (quella ora richiesta),
arrivando così a quantificare un traffico complessivo massimo indotto dall’esercizio dell’attività pari a 8
passaggi di mezzi pesanti al giorno.
Allo stato, secondo una stima più conservativa che tiene conto di una minore densità “a parente” dei rifiuti
in ingresso (propria dei rifiuti persi dai cavi, come le batterie alettate attualmente trattate), si possono
cautelativamente considerare fino ad un massimo di 3 (anziché 2) accessi giornalieri di vettori
(autocarri/autotreni) per il conferimento dei rifiuti, mentre rimane ancora realistica la stima di 2
vettori/giorno per l’allontanamento di EoW e rifiuti prodotti stante la maggiore (e costante) densità di questi
ultimi.
Il numero massimo giornaliero di passaggi (volume massimo di traffico indotto dall’attività di VF - pisione
cavi) viene pertanto così determinato:
3 vettori/giorno per conferimento rifiuti + 2 vettori/giorno per allontanamento M.P.S. e rifiuti
TOTALE = 5 vettori/giorno
5 vettori/giorno x 2 passaggi/vettore (ingresso e uscita) = 10 passaggi/giorno di mezzi pesanti
(volume di traffico già prudenzialmente assunto in occasione della più recente verifica dell’impatto acustico
esterno effettuata nel mese di aprile 2022)
In definitiva, a fronte dell’aumento di potenzialità richiesto corrisponderebbe un flusso veicolare pesante “di
punta” di una decina di passaggi/giorno, più o meno uniformemente spalmato nell’arco dell’orario di
apertura dell’impianto e quindi con una media di 1 passaggio/ora; l’incremento del traffico indotto (rispetto
all’attuale situazione), che si stima al massimo pari a 4 passaggi/giorno di mezzi pesanti, costituisce un
esiguo contributo aggiuntivo al traffico veicolare circolante.
Per quanto sopra, il proponente afferma che l’esercizio dell’impianto con l’incremento richiesto non può
produrre alcun significativo peggioramento sulla componente ambientale del sistema viabilità e trasporti.

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                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI ED AGRONOMICHE (de Marchi)
Analogamente a quanto esposto nella matrice sul Paesaggio, la modifica richiesta (unicamente funzionale)
non prevede alcuna modifica delle strutture e delle infrastrutture dell’impianto e quindi non può comportare
alcuna persa percezione del paesaggio rispetto all’esistente e si ritiene che il progetto in esame non
introduca alcun impatto aggiuntivo sulla presente componente ambientale.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELLA FLORA E FAUNA
Per quanto riguarda gli aspetti naturalistici, l’impianto di VF - pisione cavi si localizza a margine della
lottizzazione produttiva di Via D’Azeglio, a sud della quale si estendono terreni agricoli con abitazioni
sparse ricadenti nella fascia di rispetto autostradale in cui non sono evidentemente presenti biotipi pregiati o
di particolare interesse naturalistico; in particolare, non sono presenti specie protette da leggi nazionali,
regionali e/o da convenzioni internazionali. Più a sud, oltre l’autostrada, hanno inizio le pendici dei Colli
Berici di particolare interesse naturalistico. Si ritiene tuttavia che l’attività dell’impianto in esame non possa
comportare alcuna incidenza significativa nei confronti dell’ambito naturalistico suddetto sia in ragione della
distanza, sia soprattutto per l’interposizione di una importante e molto trafficata arteria viabilistica quale
l’autostrada Brescia-Padova, i cui fattori di impatto (emissioni aeriformi e acustiche) sono sicuramente di
almeno un ordine di grandezza superiori a quelle dell’impianto di VF.
Il progetto in discussione non prevede l’implementazione di nuovi macchinari e/o apparecchiature e
nemmeno di operazioni che non siano già attualmente effettuate; l’aumento di capacità richiesto non
introduce in definitiva fattori additivi di interferenza su un’area già connotata dalla presenza dell’impianto e
rientrante in un ambito produttivo consolidato.
In conclusione, il progetto in esame non introduce alcun impatto aggiuntivo sulla componente ambientale
“Vegetazione -flora-fauna”.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE PER LA TUTELA DEI SITI S.I.C./Z.P.S PER LA V.INC.A.
Il sito di Importanza Comunitaria (S.I.C.) più vicino all’impianto risulta appunto essere il SIC IT3220037
“Colli Berici”, il cui limite (settentrionale) dista circa 350 m dal perimetro dell’area di pertinenza
dell’impianto. Il sito inpiduato non è interessato da scarichi e da altri contributi non irrilevanti riconducibili
all’attività in esame, escludendosi pertanto che l’esercizio dell’impianto di recupero rifiuti di VF – pisione
cavi possa comportare effetti significativi di sorta sul sito stesso, come risulta dalla “Attestazione della non
necessità di effettuare la V.Inc.A.”, argomento dell’Allegato 6.
Il progetto in discussione non prevede l’implementazione di nuovi macchinari e/o apparecchiature e
nemmeno di operazioni che non siano già attualmente effettuate; l’aumento di capacità richiesto non
introduce in definitiva fattori additivi di interferenza su un’area già connotata dalla presenza dell’impianto e
rientrante in un ambito produttivo consolidato.

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                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
Per quanto riguarda la salute pubblica, i possibili impatti di qualsivoglia impianto di gestione rifiuti sono
riconducibili in generale alla presenza di:
- sostanze tossiche,
- agenti patogeni,
- radiazioni (ionizzanti e non),
- emissioni di gas, polveri, odori,
- rumore.
Date le caratteristiche dei rifiuti gestiti, le modalità di trattamento ed i presidi ambientali implementati si può
ragionevolmente escludere qualsivoglia effetto negativo sulla salute pubblica legato alla presenza di sostanze
tossiche. I rifiuti trattati nell’impianto di VF sono cavi di Rame o Alluminio con conduttore isolato; si tratta
quindi evidentemente di rifiuti solidi chimicamente e biologicamente stabili, sostanzialmente “puliti” che
non contengono agenti patogeni e il cui trattamento (meccanico) non può dar luogo a formazione di gas o
odori.
I rifiuti conferiti, prima della loro accettazione, vengono sottoposti a controllo radiometrico mediante portale
fisso, al fine di escludere la presenza di materiali radioattivi.
Per quanto già argomentato, l’impianto non può dar luogo ad emissioni aeriformi significative tali da
comportare impatti di sorta nei confronti dell’ambiente circostante.
In merito al rumore, i livelli acustici misurati risultano compatibili con i limiti assoluti stabiliti dalla
zonizzazione acustica comunale e il livello di rumore differenziale valutato presso i recettori più vicini risulta
ampiamente inferiore al rispettivo limite diurno.
La problematica del rischio incendio (importante sotto il profilo della sicurezza) è stata affrontata
realizzando un impianto antincendio fisso con idranti in numero e in posizioni tali da presidiare
integralmente l’area di impianto.
La conformità antincendio dell’impianto è stata attestata dal Comando Provinciale dei VV.F. di Vicenza che
ha accettato la S.C.I.A. presentata dalla ditta ed ha attestato il rispetto delle prescrizioni previste dalla vigente
normativa di prevenzione incendi e la sussistenza dei requisiti di sicurezza antincendio col rilascio del
pertinente Certificato di Prevenzione Incendi (C.P.I.) avvenuto in data 13/03/2019 (S.C.I.A. e C.P.I. riprodotti
in Allegato 4).
Considerati la natura dei rifiuti trattati, la tipologia di operazioni previste ed i presidi ambientali e di
sicurezza adottati e considerato che l’incremento di capacità massima prospettato non ha alcuna incidenza
sulle emissioni aeriformi (invariate) e sul clima acustico (invariato), si possono ragionevolmente escludere
impatti significativi sulla componente in discussione.
In conclusione, il progetto in esame non introduce alcun impatto aggiuntivo sulla componente ambientale
“Salute pubblica”.
Non vi sono segnalazioni da parte dell’Ulss competente per territorio.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.




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       Protocollo p_vi/aooprovi GE/2023/0004777 del 02/02/2023 - Pag. 18 di 18



               PROVINCIA DI VICENZA
                               AREA TECNICA
                         SERVIZIO VIA – VAS - RIFIUTI
                          Partita IVA e Codice Fiscale: 00496080243
               Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA




               VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
                            CONCLUSIONI
La presente procedura riguarda un’attività esistente in fase di rinnovo dell’autorizzazione all’esercizio, per le
quale vengono richieste alcune modifiche.
Il progetto in esame non si pone in contrasto ovvero in condizioni di interferenze rispetto ad altri piani,
progetti o interventi in zone limitrofe, né questi ultimi possono interagire con l’intervento oggetto del parere.
Non si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti.
Il grado di approfondimento documentale, la tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi
riportati possono essere considerati adeguati alle finalità che il proponente intende conseguire.
Non sussistono osservazioni contrarie alla prosecuzione dell’attività.
La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a ritenere come il
progetto non comporta pressioni o effetti/impatti significativi sull'ambiente determinati dall’esercizio
dell’impianto, salva la necessità di verifica dell’intervento di mitigazione acustica, ovvero di qualificazione
ulteriore delle emissioni in atmosfera.
Il progetto non determina, inoltre, alcun impatto aggiuntivo e/o significativo rispetto all’esercizio corrente.
Rispetto al territorio circostante l’iniziativa in esame va interpretata positivamente, sussistendo un’assenza di
rischi ambientali, sanitari ed ecologici.
                         Tutto ciò premesso si esprime
                              PARERE
              al non assoggettamento alla V.I.A. con le prescrizioni di seguito citate.
1. Contestualmente alla presentazione dell’istanza di autorizzazione ex art.208 del D.Lgs.n.152/2006 dovrà essere
presentata una caratterizzazione delle specie chimiche nelle polveri in uscita quali emissioni in atmosfera.
2. La compatibilità acustica dovrà essere allegata alla documentazione di collaudo, a seguito di indagine di verifica del
rispetto dei limiti ai ricettori critici verificando anche la situazione a portoni / finestre aperte se applicabile; si sottolinea
la necessità di verificare la presenza di fattori correttivi e di porsi per la verifica del differenziale - in condizione
cautelative di minimo residuo e di massima emissione. Le misure dovranno essere effettuate anche in prossimità dei
ricettori critici (R1, R2 ed eventuali uffici presenti nella zona artigianale)..
La verifica dovrà poi ripetersi con frequenza triennale, mirata ai ricettori presenti in prossimità dell’impianto.
a) le modalità di effettuazione delle misurazioni, sia con riguardo al campionamento spaziale (scelta dei punti di misu -
ra), sia con riguardo al campionamento temporale (scelta dei tempi di misura), saranno comunicate con congruo preav -
viso ad ARPAV;
b) nel caso i valori non siano rispettati, dovranno essere messi in opera i correttivi necessari, mediante una specifica pro-
gettazione da presentarsi all’Amministrazione comunale ed ARPAV, a cui, nel frattempo, saranno stati comunicati i ri -
sultati delle analisi;
c) l’indagine dovrà essere condotta da un soggetto qualificato terzo, rispetto all’estensore dello Studio Previsionale di
Impatto Acustico.

Vicenza, 19 gennaio 2023
  F.to Il Segretario                                      F.to Il Presidente
Arch. Benedetto De Santis                                    Andrea Baldisseri




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