parere_rossi.pdf

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   VERBALE DELLA COMITATO TECNICO PROVINCIALE VIA
           DEL 16/12/2021
L'anno 2021, il giorno 16 del mese di DICEMBRE alle ore 17:00 il Comitato Tecnico Provinciale di V.I.A si è
riunito nella sede provinciale, a seguito di regolare convocazione, per trattare il seguente argomento: Rossi srl
- Domanda di rinnovo iscrizione al Registro Provinciale delle Imprese che effettuano attività di recupero rifiuti in regime
semplificato al n. 438 – Impianto località Val Orcele” - comune di Monte di Malo
All'appello risultano:
SQUARCINA FILIPPO               Presidente               Assente


BALDISSERI ANDREA            Presidente delegato              Presente


CORTESI ANGELO               Commissario                Presente


DE MARCHI ROBERTO              Commissario                Presente


MONTANARI RICCARDO             Commissario          Presente in teleconferenza


MURARO TERESA                Commissario          Presente in teleconferenza


ROSSI STEFANO                Commissario                Assente


SALVIATI STEFANO              Commissario                Presente


SVEGLIADO GIULIA              Commissario          Presente in teleconferenza


VALVASSORI RIMSKY              Commissario          Presente in teleconferenza


VICENTIN ALBERTO              Commissario                Presente


MARIO SERRAIOTTO              Commissario          Presente in teleconferenza


La Commissione viene presieduta da Andrea Baldisseri, giusta delega del Presidente, che riconosciuta legale
l’adunanza in conformità dell’art. 7 del Regolamento per il funzionamento del Comitato Tecnico Provincia
VIA, udita la relazione istruttoria, accertata la completezza delle informazioni e preso atto della proposta
progettuale contenuta nella documentazione tecnica presentata, esprime congiuntamente al CTP VIA parere
unanime, per la pratica in oggetto, nel parere sotto riportato.




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                        Rossi S.R.L.
                        PARERE N.20/2021

Oggetto:Rinnovo autorizzazione al recupero di rifiuti speciali non pericolosi in regime semplificato (art.
13 L.R. 4/2016).
PROPONENTE:            Rossi S.R.L.
SEDE LEGALE:           Via Calcara n. 8 – Monte di Malo
SEDE INTERVENTO:         Via Calcara n. 8 – Monte di Malo
TIPOLOGIA ATTIVITÀ:        Impianti di recupero di rifiuti non pericolosi e pericolosi
PROCEDIMENTO:           Verifica di assoggettabilità ex art.19 del D.Lgs. 152/2006.
MOTIVAZIONE V.I.A:        ALLEGATO IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - 7. z.b)
                 Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità
                 complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante operazioni di cui all'allegato
                 C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006,
                 n. 152.
COMUNE INTERESSATO:        \\\
DATA DOMANDA:           30 giugno e 06 luglio 2021
DATA PUBBLICAZIONE:        12 luglio 2021
DATA INTEGRAZIONI:        \\\

DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
- Studio preliminare ambientale.
- Documentazione fotografica.
- Dichiarazione Non Necessità VINCA.
- Valutazione previsionale acustica.
- Planimetria generale con viabilità.
- Planimetria con layout dell'impianto attuale e di progetto;
- Schema di flusso a blocchi dell'attività dell'attività.

                             PREMESSE
La ditta ROSSI S.r.l. svolge attività di recupero rifiuti inerti da demolizione presso l’area di proprietà in
località Val Orcele a Monte di Malo (VI) e a questa attività affianca l’attività di costruzione e demolizione in
campo edile e stradale, e di movimentazione terre; l’attività di recupero consiste nella macinazione e
vagliatura di rifiuti inerti costituiti prevalentemente da mattonelle, cemento, calcinacci per produrre End of
Waste riutilizzabile per riempimenti e reinterri, o come rilevati nell’ambito delle proprie costruzioni.
Nel 2007 l’impianto è stato adeguato alle modifiche al D.M. 05/02/1998 intervenute con D.M. 186/2006, con
formazione di una pavimentazione impermeabile continua in cemento armato sotto tutta l’area adibita ad
accettazione del rifiuto, della messa in riserva e dello stoccaggio del materiale lavorato in attesa di verifica
delle caratteristiche da MPS, compresa l’area di lavorazione dei rifiuti inerti. La superficie coperta dalla
pavimentazione è di 1.668 metri quadrati.
L’impianto ROSSI Srl attualmente è autorizzato a compiere il recupero di materia in regime semplificato,
secondo le seguenti modalità di recupero:
1. l’Operazione R13, Messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei punti da R1 a
R12 (escluso il deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui sono prodotti),

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2. il recupero di materia con l’Operazione R5: Riciclaggio/recupero di altre sostanze inorganiche (è compresa
la pulizia risultante in un recupero del suolo e il riciclaggio dei materiali da costruzione inorganici).
Con il presente progetto la ditta intenda aumentare il quantitativo annuale di rifiuti trattati passando da
14.990 a 20.000 tonnellate, senza incrementare i quantitativi giornalieri e la potenzialità di trattamento, a
seguito dell’aumento dei giorni lavorativi di esercizio.

                         UBICAZIONE
IlIl sito in oggetto si trova nel territorio dell’alta pianura vicentina in località Val Orcele in Comune di Monte
di Malo, corrispondenza del versante orientale dei Monti Lessini. Il sito è posto sui versanti ad ovest
dell’abitato di Malo (VI), ed è delimitato a nord-est dalla zona industriale di Monte di Malo, ad est da Via
Calcara-S.P.XII, ad ovest dai versanti collinari e a sud-est dal torrente Orcele. L’area si trova, in prossimità
dell’omonima cava per la coltivazione di calcare per industria gestita da ROSSI Srl, ed interessa una
superficie piana ad una quota di circa 130 m slm, ad est del piazzale di cava.
L’impianto risulta interamente contornato da terreno agricolo o boscato, a parte isolate abitazioni e contrade
come Contrada Smetre Finozzi a 450 m a nord ovest, o Contrada Maruffa a 330 m a sud ovest.
Per quanto riguarda la viabilità, l’impianto è collegato attraverso una strada privata a Via Contrada Maruffa
e da questa alla Strada Provinciale XII posta nelle vicinanze, che costituisce di fatto la viabilità preferenziale
per raggiungere la viabilità principale.




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                          Ortofoto del sito

            QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO

STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
• Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
• Piano Territoriale Provinciale di Coordinamento (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
• Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di Monte di Malo;
• Piano degli Interventi (P.I.) del Comune di Monte di Malo;
• Piano Regionale di Tutela delle Acque (P.T.A.);
• Rete Natura 2000.
In riferimento alla procedura inpiduata dall'art. 13 della L.R. 4/2016, la DGR 1979/2016 definisce i contenuti
della relazione da allegarsi all'istanza , così come inpiduati nella DGR 1020/2016, indicando la necessita di
prevedere anche una descrizione degli impatti sulle matrici ambientali interessate connessi all'esistenza
dell'opera, all'utilizzazione delle risorse naturali, all'emissione di inquinanti, alla creazione di sostanze
nocive e allo smaltimento dei rifiuti, finalizzata all'inpiduazione delle eventuali misure di mitigazione
necessarie.
L’inpiduazione delle matrici ambientali interessate potrebbe essere utilmente integrata attraverso l’analisi
della strumentazione Programmatoria/Pianificatoria che in prima istanza, visto il contesto, potrebbe essere
rappresentata dalle sensibilità evidenziabili dall’esame dei successivi piani.
P.T.R.C. 2020 VIGENTE
Tav 01a – Uso del Suolo _Terra
Contrariamente a quanto affermato nello S.P.A. a riguardo (che indica che la “foresta ad alto valore
naturalistico” ed il “Sistema del territorio rurale: Agricoltura mista a naturalità diffusa” sono situati “ai
limite dell’area di interesse”) all’interno dell’area interessata dall’impianto è presente, in parte, sia “ foresta
ad alto valore naturalistico” che ““Sistema del territorio rurale: Agricoltura mista a naturalità diffusa”.
Lo S.P.A. inoltre non indica il fatto che a ridosso dell’area interessata dall’impianto sono presenti “Prati
stabili”.
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Le integrazioni andranno coordinate nel Quadro Ambientale con “Caratterizzazione delle risorse naturali ed
agronomiche” e “Caratterizzazione della flora e fauna”.
Tav 01b – Uso del Suolo_Acqua
Lo S.P.A. non indica il fatto che a ridosso dell’area interessata dall’impianto è presente “Rete idrografica
regionale: Elementi Idrici codice PTA 4” e le integrazioni andranno coordinate nel Quadro Ambientale con
“Caratterizzazione dell’ambiente idrico” e “Caratterizzazione del suolo e del sottosuolo”.
Tavola n. 02 – Biopersità
In sede di analisi del Quadro Ambientale “Caratterizzazione delle risorse naturali ed agronomiche” e
“Caratterizzazione della flora e fauna” si dovrà verificare quanto affermato in sede di S.P.A. a riguardo e cioè
che gli interventi non interrompono i corridoi ecologici presenti in vicinanza del sito.
Tavola n. 09 – Sistema del Territorio Rurale e della Rete Ecologica
Contrariamente a quanto affermato nello S.P.A. a riguardo (che indica che il “Sistema del territorio rurale:
Agricoltura mista a naturalità diffusa” è situata “ai limite dell’area di interesse”), all’interno dell’area
interessata dall’impianto è presente, in parte, “Sistema del territorio rurale: Agricoltura mista a naturalità
diffusa” e non si indica che nelle vicinanze del sito interessato dall’impianto è presente di un “Corridoio
ecologico” e sono presenti “Prati stabili”.
Le integrazioni andranno coordinate nel Quadro Ambientale con “Caratterizzazione delle risorse naturali ed
agronomiche” e “Caratterizzazione della flora e fauna”.
Tavola n. 03 – Energia e ambiente
- Area con possibili livelli eccedenti di radon.
- Inquinamento da NOx t/a. (3-300)
Le integrazioni andranno coordinate nel Quadro Ambientale con “Caratterizzazione d dell’impatto da agenti
fisici”.
Tav. 5a – Sviluppo economico produttivo
Lo S.P.A. non ha analizzato il documento per la valorizzazione del paesaggio veneto “4. Atlante ricognitivo”
ed al fine di inpiduare le possibili mitigazioni occorre che l’attività venga messa analiticamente in rapporto
con i pertinenti obiettivi e indirizzi di qualità paesaggistica preliminari ai PPRA relativi a:
- 14 Prealpi vicentine;
- 23 Alta pianura vicentina.
Sarebbe opportuno che, in sede di analisi del Quadro Ambientale “Caratterizzazione dell’impatto paesaggistico”,
si prendano in considerazione le integrazioni che la ditta presenterà a riguardo.
P.T.C.P.
Tavola 1.1.A “Carta dei Vincoli e della pianificazione territoriale”
Occorre che venga stabilita con certezza la presenza, nell’area interessata dall’impianto, del vincolo
paesaggistico: corsi d’acqua e zone boscate.
Tavola 2.1.A “Carta della fragilità”
Occorre che sia dimostrato il fatto che l’attività sia “non in contrasto” con le indicazione normative del PTCP
relative alle cave attive.
PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE
Lo S.P.A. non ha indicato il fatto che l’area interessata dall’intervento è sita all’interno della seguente zona:
Tav. 36 “Zone omogenee di protezione dall'inquinamento”:
- Zone omogenee di protezione, Zona della ricarica;.
Le integrazioni andranno coordinate nel Quadro Ambientale con “Caratterizzazione dell’ambiente idrico” e
“Caratterizzazione del suolo e del sottosuolo”
PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO (P.A.T.) DI MONTE DI MALO
- “Elaborato n. 5 - Planimetria generale con viabilità”;

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- “Elaborato n. 6 – Planimetria con Layout dell'impianto attuale e di progetto; schema di flusso a blocchi
dell’attività”;
si rapporti con il perimetro inpiduato con la dizione:
Elaborato 1 – Carta dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale
- “Cave attive – art. 14”;
- “Vincolo paesaggistico D.Lgs. 42/2004 - Aree boscate – art. 8”;
- “Vincolo paesaggistico D.Lgs. 42/2004 - Corsi d’acqua – art. 8”;
- “Idrografia/Fasce di rispetto di 10 m - art. 96 lett. f) r.d. 25 luglio 1904 n. 523 – art. 14”;
- “Ambito di interesse naturalistico e paesaggistico da tutelare e valorizzare (art. 59 norme PTCP) – art. 16”
Tavola 2 – Carta delle Invarianti
- “Ambiti – tipo 04: Corridoi ecologici PTRC – artt. 27-45””;
- “Ambiti aree carsiche (art. 14 Norme PTCP) – art. 24”
Elaborato 3 - Carta delle Fragilità
- “Area idonea a condizione di tipo F – area di cava attiva e/o estinta – art. 28”
- “Area idonea a condizione di tipo A – substrato roccioso carbonatico molto permeabile con sviluppo di
carsismo, rischio caduta massi alla base delle pareti – art. 28”
- “Area idonea a condizione di tipo C – depositi sciolti ricchi di matrice compressibili e con permeabilità
molto bassa/nulla, deflusso superficiale difficoltoso, rischio di dissesti da corticali a profondi dei versanti –
qart. 28”
- “Area di cava attiva e/o estinta – art. 29”
- “Aree boschive o destinate a rimboschimento – artt. 8-10”
- “Corsi d’Acqua /Zone di tutela di 30 m ai sensi dell’art. 41, comma 3 delle LR 11/2004”.
Carta della Trasformabilità
- “Aree idonee per interventi diretti al miglioramento della qualità urbana e territoriale – art. 38”
- “Edificazione diffusa – residenza e servizi per la residenza – art. 40”
- “ATO n. 4 – pianura – art. 31”
Nello specifico occorre dimostrare analiticamente se l’area interessata dall’impianto come sopra inpiduata,
sia, in tutto o in parte, all’interno delle aree indicate nelle tavole/elaborati succitati, rapportandosi, nel caso,
con le relative norme.
Occorre che lo S.P.A. prenda in considerazione gli elaborati:
- Elaborato c050.20 - Carta idrogeologica (una parte dell’area interessata viene inpiduata come “Area a
deflusso difficoltoso”);
- Elaborato c050.30 - Carta geomorfologica (una parte dell’area interessata viene inpiduata come “Forme
artificiali”: - “Cava di piccole dimensioni abbandonata o dismessa”; - “Discarica, terrapieno”.).
Occorre che il comune indichi se per l'attività in questione occorra una specifica variante urbanistica.
PIANO DEGLI INTERVENTI (P.I.) DI MONTE DI MALO
- “Elaborato n. 5 - Planimetria generale con viabilità”;
- “Elaborato n. 6 – Planimetria con Layout dell'impianto attuale e di progetto; schema di flusso a blocchi
dell’attività”;
si rapporti:
1) con il perimetro inpiduato con la dizione:
- “Cave attive” della tavola del PI, “Elaborato 2.2 (Tavola della Zonizzazione (sud))”;
- “Cantieri estrattivi attivi o estinti” della tavola del PI, “Elaborato 1.2 (Tavola dei Vincoli e delle Tutele
(sud)”;
2) con il perimetro inpiduato, nella tavola del PI, “Elaborato 1.2 (Tavola dei Vincoli e delle Tutele (sud))”,
relativo a:
- “Vincolo paesaggistico D.Lgs. 42/2004 - Aree boscate”;
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- “Vincolo paesaggistico D.Lgs. 42/2004 - Corsi d’acqua”;
- “Corridoio ecologico PTRC”;
- “Idrografia/Fasce di rispetto di 10 m - art. 96 lett. f) r.d. 25 luglio 1904 n. 523”;
- “Idrografia / Fascia di tutela di 30 m ai sensi dell’art. 41, comma 3 delle LR 11/2004”.
Nello specifico occorre dimostrare analiticamente se l’area interessata dall’impianto come sopra inpiduata,
sia, in tutto o in parte, all’interno di dette aree, rapportandosi, nel caso, con le relative norme.
Occorre che il comune indichi se per l'attività in questione occorra una specifica variante urbanistica.
Si rimanda, relativamente alla presenza della cava, anche alle eventuali considerazioni della “Regione del
Veneto - Area Tutela e sviluppo del territorio - Direzione Difesa del Suolo”; si rileva, tuttavia, come l’attuale
scadenza dell’autorizzazione di cava sia fissata al 31.12.2022, data in cui dovrà essere completata la
ricomposizione. La suddetta scadenza comporta il ritorno dell’area alla classificazione urbanistica di zona
agricola, con conseguente impedimento all’esercizio dell’attività di recupero rifiuti in regime semplificato.
                      Valutazione delle integrazioni
Da quanto riportato nelle integrazioni, si rileva che tutti i limiti vincolistici e i tematismi riportati negli
elaborati grafici e negli estratti cartografici sono stati desunti da file SHP georeferenziati reperiti presso le
amministrazioni competenti (Regione Veneto, Provincia di Vicenza, Comune di Monte di Malo) per il
trattamento in ambiente GIS Open. Si evidenzia che, soprattutto per quanto concerne i limiti autorizzati di
cava Val Orcele, all’interno del cui perimetro si situa l’impianto di recupero di Rossi srl, si sono riscontrate
delle discordanze tra il file SHP degli strumenti territoriali urbanistici e il limite di cava così come definito
dai capisaldi georeferenziati dell’ambito autorizzato.
Per quanto riguarda l’attività svolta in regime semplificato (art. 216 D. lgs. 152/06) questa cesserà di essere
conforme allo strumento urbanistico all’estinzione dell’attività di cava (31/12/2022), verrà ovviamente meno
anche l’attività correlata. La ditta riferisce di essere alla ricerca di un’area con i requisiti urbanistici e logistici
necessari per un trasferimento dell’attività e, una volta inpiduato il nuovo sito, la ditta Rossi srl provvederà
a presentare una nuova richiesta di autorizzazione.

                            VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento, si rileva tuttavia come l’attività, nella configurazione attuale, non possa proseguire oltre il 31.12.2022.

              QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
Stato attuale
All’interno dell’impianto il layout è organizzato come segue:
A. area di conferimento dei rifiuti in ingresso:
area di circa 100 mq in cui vengono accolti i rifiuti in ingresso per le verifiche visive della corrispondenza del
carico ai criteri di accettabilità, all’interno dell’area pavimentata in cemento, prima dello scarico nella
piazzola “B”.
B. area di deposito dei rifiuti da trattare:
i rifiuti prodotti dalla demolizione dei fabbricati o altre attività con Tipologia 7.1 D.M. 05/02/1998 sono
stoccati, in attesa di trattamento, in n. 1 area di deposito di circa 460 mq. L’area è pavimentata con cemento. I
cumuli di rifiuti non superano i 4,0 metri di altezza al colmo.
C. area di lavorazione e deposito del materiale in attesa di caratterizzazione:
in tale area pavimentata di circa 480 mq pavimentata, All’interno di quest’area pavimentata viene posto il
frantoio ed eventualmente il vaglio mobile . In quest’area avviene anche la separazione merceologica dei
rifiuti prodotti, e il loro stoccaggio nei cassoni seguenti.
D. area di deposito delle materie secondarie prodotte:
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ad ottenimento della verifica delle caratteristiche di MPS dei materiali lavorati, i cumuli in area “C” vengono
o avviati subito a utilizzo nei cantieri della ditta, o spostati nelle zone adibite al deposito di M.P.S., nell’area
pavimentata contro il versante, in attesa di riutilizzo da parte dello stesso ROSSI Srl o venduti a terzi.
E. area deposito rifiuti prodotti da lavorazione:
zona dei cassoni per la raccolta dei rifiuti ferrosi prodotti (CER 19.12.02) e dei rifiuti misti (imballaggi misti
CER 19.12.12), in un’angolo dell’area pavimentata delle MPS denominata “D”.
L’area completamente pavimentata dove si trovano le zone da A a D è di totali 1.668 mq, ed è stata costruita
con uno spessore di 15 cm, su uno strato di base di 20 cm in ghiaia e uno strato di fondazione di 40 cm di
pietrisco vulcanico, proveniente dalla Cava Val Orcele.
La platea di cemento è stata costruita più alta ai bordi e con una pendenza minima del 1%, da ovest a est per
convogliare le acque meteoriche di dilavamento in un pozzettone in cls da 1,0x1,0 m con griglia in ghisa e da
questo, dopo una prima sedimentazione dei granuli più grossolani, ad una vasca di raccolta e trattamento
delle acque di dilavamento nell’angolo sud est, come spiegato in seguito.
Tutta l’acqua di dilavamento del piazzale di messa in riserva R13 (B) e l’acqua di dilavamento della piazzola
di stoccaggio temporaneo del materiale lavorato (C) viene trattata per l’abbattimento del carico sospeso
mediante sedimentazione. La decantazione nel pozzetto sedimentatore e nella vasca di invaso avviene
naturalmente, senza l’utilizzo di reagenti o additivi. Le acque depurate vengono riutilizzate per le operazioni
di bagnatura dei cumuli di rifiuti di demolizione, e sulla viabilità di accesso per l’abbattimento delle
emissioni polverulente, che sono comunque contenute.
La Vasca di raccolta e trattamento per sedimentazione (per decantazione naturale) è costruita a pelo libero
con pianta trapezoidale, in un’area di circa 320 mq e profondità in origine di 4,0 metri (attualmente ridotta a
3,5 m). L’acqua decantata non utilizzata per nebulizzare i cumuli in lavorazione è soggetta ad evaporazione.
La vasca è stata dimensionata dai consulenti della ditta in base al volume di due giorni di massima piovosità
con un tempo di ritorno di 30 anni.
In un angolo della vasca è presente un gancio per la posa della pompa sommersa che alimenta l’impianto di
nebulizzazione dei cumuli sulla piazzola pavimentata e lungo la viabilità di accesso.
Le due aree, di cava e di impianto sono separate tra loro da una recinzione pur avendo la strada di accesso in
comune.
Tutto il ciglio settentrionale dell’impianto è provvisto sul bordo di siepi d’impianto arboreo, ben accestiti, che
mascherano dall’esterno gli impianti. Lungo questo lato non c’è necessità di recinzione. I bordi sono formati
dal versante con muro di scogli alla base di altezza variabile. Lungo i limiti a sud si ha: ad est l’area della
vasca di raccolta e sedimentazione a fondo impermeabile che è recintata su tutti i lati e contornata da una
siepe arbustiva e arborea, mentre verso ovest i limiti sono fissati da muri di blocchi di calcarei e da una
recinzione bassa (circa 1,0 m).
Tipologia rifiuti 7.1 del D.M. 05.02.98 all. 1, suball. 1
Q.tà max di messa in riserva per tipologia):     3.000 tonnellate
Q.ta max. annua di rifiuti trattati nell’impianto: 14.990 tonnellate
Q.ta max. giornaliera di rifiuti trattati nell’impianto: 420 tonnellate
Attività di recupero di cui al paragrafo 7.1.3. a)
Sigla R (allegato C parte IV D.Lgs. 152/06): R13 - R5
Codice E.E.R.: 101311, 170101, 170102, 170103, 170802, 170107, 170904, 200301
Modifiche di progetto in fase di rinnovo
La ditta ROSSI Srl ha valutato di richiedere contestualmente allo sceening di VIA l’aumento del quantitativo
di rifiuti sottoposti a recupero, passando da 14.990 a 20.000 tonnellate annue, pur mantenendo inalterate la
quantità di messa in riserva e le modalità di recupero già autorizzate ed il layout dell’impianto non verrà
modificato rispetto alla situazione attuale, non ostante l’aumento di potenzialità annua di attività.
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Verranno effettuati solo degli interventi di mitigazione delle emissioni sonore dell’impianto, mediante la
costruzione di un terrapieno in terreni da scavo, che possono essere riutilizzati come sottoprodotto (art. 184
bis D. lgs. 152/06 e s.m.i.).
Si prevede inoltre, quale miglioramento gestionale dell’impianto, l’utilizzo di un disoleatore statico posto
sulla linea di condotta dal pozzettone sedimentatore alla vasca di raccolta e depurazione, allo scopo di
prevenire eventuali inquinamenti delle acque nella vasca di raccolta e trattamento, in caso di incidenti. Non
sono previste ulteriori modifiche.
DESCRIZIONE DEL CICLO DI PRODUZIONE
Impianto di frantumazione e vagliatura
L’impianto viene collocato in posizione intermedia tra l’area di messa in riserva R13 e l’area di stoccaggio del
materiale lavorato, al di sopra della platea pavimentata in cemento.
L’alimentazione del frantoio è effettuata mediante carico con escavatrice o pala caricatrice.
Nel frantoio a mascelle il materiale viene ridotto di pezzatura, con granulometria determinata dalla
regolazione delle ganasce, secondo le dimensioni desiderate. Difficilmente i rifiuti conferiti superano le
dimensioni idonee al carico della tramoggia, in quanto vengono preventivamente ridotti di dimensioni con i
mezzi meccanici dotati di martinetto o ganasce all’interno del cantiere di demolizione di produzione.
Prima di immettere il materiale grezzo nel frantoio e di iniziare le operazioni di macinazione , la fase di
recupero inizia con una prima fase di separazione manuale o con mezzo meccanico delle frazioni estranee
eventualmente presenti, principalmente carta, plastica, legno, raccolti in un unico cassone con coperchio di
rifiuti misti (CER 19.12.12 – area “E”) e oggetti metallici asportabili (tondini, ferri sporgenti, etc.).
Durante il funzionamento della macchina viene attivato l’impianto di nebulizzazione dell’acqua, mediante
idranti mobili, atto all’idratazione del materiale prima del trattamento (frantumazione) per il
contenimento/abbattimento delle polveri in fase di carico, scarico e lavorazione del materiale.




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L’impianto quando in funzione è operativo solamente in orario diurno per un massimo di 4 ore/giorno,
distribuite nella fascia oraria dalle 7:00 alle 12:00, e dalle 14:00 alle 17:00, pertanto la capacità di trattamento
giornaliera reale del frantoio è di circa 400 t/giorno. Si evidenzia che, visto il quantitativo di materiale
lavorato/anno, la funzionalità dell’impianto sarà discontinua.
Il gruppo semovente di frantumazione può essere accoppiato ad un gruppo di vaglio mobile a due piani con
separazione in cumuli pisi del sopravaglio e del sottovaglio, all’interno della piazzola pavimentata
predisposta.
Per l’operazione di vagliatura il vaglio è operativo solamente in orario diurno, per un massimo di 3 h/giorno
nella fascia oraria diurna del resto dell’impianto, e con potenzialità giornaliera massima di 400 t/giorno.
Il vaglio di ROSSI Srl viene utilizzato saltuariamente anche per il vaglio di materiale di cava al di fuori
dell’area dell’impianto.

                          VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
                           111
              QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
Aria
Per quanto riguarda la prosecuzione dell’attività di recupero rifiuti, la componente atmosfera e la qualità
dell’aria non subiranno interferenze dall’attuazione degli aumenti dei volumi di trattamento annuali (da
14.990 a 20.000 tonnellate/anno). Le emissioni di natura polverulenta prodotte dal trattamento
(frantumazione, vagliatura e selezione) si possono assumere trascurabili, in quanto l’impianto di
frantumazione è dotato di un sistema di bagnatura ad acqua dei materiali da trattare, con irrigatori a ugello
mobili, alimentati con l’acqua di recupero della vasca di decantazione, per bagnare i cumuli di materiale da
lavorare, e il piazzale in caso di presenza di vento e clima secco.
Le piste sia interne che esterne all’impianto vengono a bisogno bagnate con un impianto di irrigazione
alimentato dalla stessa vasca , in caso di condizioni meteorologiche sfavorevoli.


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L’attività si svolge in area circondata sul ciglio da boschetti e impianti di siepi di mascheramento, integrate in
progetto da un terrapieno in terra e di un muro in blocchi di cava di contenimento delle emissioni.
Negli anni di passata attività non si sono mai verificate situazioni problematiche in relazione alle emissioni
diffuse di polveri dai due impianti esistenti (di recupero rifiuti e di cava).
Le emissioni prodotte dai motori a scoppio dei macchinari in uso del cantiere sono contenute, trattandosi di
mezzi soggetti a revisione e controllo periodico dei gas prodotti, con utilizzo solo all’interno del cantiere. Le
manutenzioni dei mezzi sono regolarmente registrate in appositi libri di cantiere.
Acque
Le lavorazioni in progetto non interesseranno in alcun modo la qualità delle acque superficiali presenti, in
quanto le acque meteoriche di dilavamento dell’area di impianto, completamente pavimentata sono raccolte
ed inviate ad una vasca di raccolta e sedimentazione, per il riutilizzo in circolo delle acque depurate.
Non sono presenti scarichi in acque superficiali.
Suolo e sottosuolo
L’impianto è fornito di piazzola pavimentata in cemento di messa in riserva dei rifiuti e di stoccaggio
temporaneo del frantumato, con rete di raccolta e trattamento di tutte le acque di dilavamento (prima e
seconda pioggia), pertanto il sito di lavorazione si può definire “impermeabilizzato” e, considerata la quota
sul piano campagna, isolato da eventuali risalite del la falda freatica. Le acque meteoriche di versante, che
non vengono mai a contato con le acque di dilavamento, defluiscono naturalmente verso le aree basse della
pianura e le rogge e vallecole presenti.
L’utilizzo dell’impianto e la presenza di rifiuti di demolizione già caratterizzati prima dell’accettazione, non
costituisce in alcun modo un elemento di perturbazione o inquinamento del suolo presente.
La materia prima secondaria rispetta i limiti normativi nell’eluato (All. 3 D.M. 05/02/1998 e s.m.i) e non è
fonte di acque di dilavamento.
Rumore
In base alla cartografia del Piano di Classificazione Acustica del territorio comunale vigente nel Comune di
Monte di Malo (tavola grafica n°1/2 “Classificazione acustica del territorio) il sito interessato dall’attività di
recupero e l’area posta nel suo immediato intorno ricadono in area classificata in Classe III -“aree di tipo
misto”. Valgono i limiti fissati dal D.P.C.M. 14/11/97 limitatamente al periodo diurno in quanto non viene
svolta attività in periodo notturno.
Come ricettori critici in cui verificare l’impatto sono state inpiduate 6 abitazioni, di cui 2 di proprietà del
titolare, in direzione nord e nord ovest (A,B), 1 a sud (C) e 3 in direzione est e sud est (E,F,G). Al ricettore D
non è stato verificato l’impatto. Sono state trascurate inoltre le abitazioni poste a nord est che vengono
evidenziate aggiungendo nella fotografia sottostante (ricavata dalla Elaborato 4) i 2 cerchi rossi.




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Per la verifica nello stato di fatto sono state effettuate misurazioni ad impianto attivo, con funzionamento di
frantoio, pala ed escavatore; non era in funzione il vaglio seppur in uso alla ditta e caratterizzato da un dato
elevato di potenza sonora. Non sono state considerate le fasi di scarico / carico dei materiali; l’impatto
dovuto al transito mezzi nelle strade (pari a 7 transiti/giorno calcolati su una media di base annua) è stato
considerato trascurabile.
In data precedente sono state effettuate anche misure di rumore residuo.
La durata delle misure di rumore ambientale e residuo è stata dell’ordine dei 15/20 minuti.
Ai fini del confronto con i limiti assoluti è stato considerato un tempo di funzionamento dell’impianto di 0.97
h/giorno ottenuto dalla media annuale; con la riduzione per tempo di funzionamento (circa -12 dB) si è avuto
il rispetto sia del limite di emissione che del limite assoluto di immissione.
Si ritiene opportuno verificare il livello di emissione nel punto di controllo M4 che risulta non in linea con gli
altri livelli.
Per quel che riguarda invece il limite differenziale, sulla base delle misure effettuate esternamente è stato
riscontrato a finestre aperte (situazione peggiore) il superamento in 4 casi su 6; nei 2 restanti il limite è stato
considerato non applicabile ma con livelli prossimi alla soglia di applicabilità di 50 dB.
Si ritiene di non escludere l’applicabilità in quanto il margine di sicurezza è basso, considerate poi le
attenuazioni indicative applicate al foro finestra.


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Un altro fattore di incertezza è legato all’esclusione dell’applicazione della penalizzazione per componente
impulsiva, non adeguatamente motivata.
Visti i superamenti nello stato di fatto, lo studio dello stato di progetto considera già la realizzazione di 2
interventi di bonifica acustica:
    la costruzione di un terrapieno alto 6,5 m in terreni da scavo lungo il limite sud dell’area dell’impianto di
     recupero. Tale rilevato quindi costituirà una barriera per le emissioni di rumorosità, generata dai macchinari
     utilizzati per il trattamento del rifiuto, verso i due edifici abitativi posti a sud;
    l’innalzamento del muro di massi da cava sul lato est fino ad un’altezza di 3,0 m, per contenere le emissioni di
     rumorosità verso i due edifici sul lato est.
Nella valutazione modellistica è stato inserito anche il vaglio sulla base dei dati di letteratura, sebbene si
sarebbe potuto misurare nello stato di fatto.
Considerato l’aumentare della potenzialità ai fini del confronto con i limiti assoluti è stato considerato un
tempo di funzionamento dell’impianto di 1.3 h/giorno ottenuto dalla media annuale. Sono stati considerati
trascurabili in termini di emissione i transiti dei mezzi pari ad una media su base annua di 9 transiti/giorno.
Nelle conclusioni della valutazione si riporta che:
    Con le mitigazioni previste in progetto si rispetteranno i limiti di emissione ed immissione assoluta previsti dal
     Piano di Classificazione Acustica del Comune di Monte di Malo per tutti i ricettori considerati.
    Il limite differenziale diurno risulta sempre rispettato per tutti i ricettori (abitazioni) non di proprietà
     considerati.
    Il limite differenziale diurno non risulta rispettato per due edifici abitativi che risultano di proprietà del sig.
     Rossi Italo, titolare della Rossi srl (a finestre aperte). Si evidenzia pertanto che qualora tali edifici (A e B) posti
     a monte dell’impianto venissero ceduti o venduti a terzi con l’attività in essere, la ditta provvederà a mettere in
     opera gli opportuni interventi di mitigazione acustica.
E’ da evidenziare che nello stato di progetto (così come nello stato di fatto) il rispetto del limite di emissione e
del limite assoluto di immissione è vincolato ad un tempo di funzionamento poco superiore all’ora, pur
considerando gli interventi d bonifica.
Per quel che riguarda il limite differenziale, sulla base delle misure effettuate esternamente, si rileva la non
applicabilità per i 4 ricettori considerati non di proprietà. I livelli ambientali sono però prossimi alla soglia
dei 50 dB, con un margine di sicurezza che si ritiene non sufficiente a garantire l’effettiva non applicabilità
del limite in fase di collaudo. Sono da considerare infatti, ad esempio, le incertezze legate necessariamente
alle valutazioni previsionali e l’effetto non conosciuto del foro finestra sul rumore residuo e sulle emissioni;
non si esclude poi la presenza di componenti impulsive. In aggiunta è da considerare che per la valutazione
del differenziale deve essere valutata la situazione nel massimo disturbo (lo scarico del materiale per
esempio non è stato valutato).
Su questa base si chiede di:
    Verificare l’impatto acustico anche ai ricettori posti a nord est, in quanto non risultano schermature
     in detta direzione e più in generale l’effetto delle schermature è differenziato a seconda della
     direzione;
    Valutare l’impatto dovuto all’ingresso dei mezzi nell’area di progetto e alle successive attività di
     carico / scarico e più in generale la situazione nel massimo disturbo;
    Motivare l’esclusione delle componenti impulsive in tutte le misure di livello ambientale;
    Rivalutare se necessario l’impatto acustico sulla base delle indicazioni sopra riportate, nell’ottica di
     progettare degli interventi di limitazione delle emissioni che garantiscano il rispetto dei limiti in via
     previsionale senza dover intervenire a seguito di collaudo. Da valutare l’effettiva efficacia delle
     schermature progettate in funzione dell’altezza del punto di controllo (8 m in caso dei ricettori F e D).



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Si evidenzia, infine, che, salvo variazioni nello stato di progetto, da quanto riportato nella relazione
l’impianto potrà essere utilizzato per 1.3 h/giorno e non per 4 ore/giorno come indicato nelle relazioni di
progetto.
                       Valutazione delle integrazioni
La relazione presentata aumenta gli interventi di schermatura attenuando di fatto le emissioni in tutti i lati di
propagazione utili ed integra i ricettori considerati nei quali effettivamente sono stati riscontrati superamenti
nello stato attuale; dall'analisi risulta il rispetto dei limiti.
Per quel che riguarda il tempo di funzionamento viene detto che per macinare quel quantitativo risulta
necessaria poco più di un'ora, ma poi si dice che la simulazione è fatta considerando 8 ore e, quindi risulta
una parziale incongruenza.
In caso di prosieguo dell’attività andranno effettuate verifiche periodiche sul rispetto dei limiti assoluti e
differenziali presso tutti i ricettori, valutando anche il periodo effettivo massimo di funzionamento
dell'impianto.
Paesaggio
L’area è inserita in un contesto di fondovalle, stretta a sud dalle pendici boscate del Monte Pian e a nord
dalle pendici collinari di Monte di Malo. Il comprensorio ha subito nel corso degli ultimi decenni una intensa
urbanizzazione che ha interessato principalmente il fondovalle, a ridosso delle fasce pedecollinari.
Essa è avvenuta con un processo edificatorio graduale, attraverso interventi prevalentemente residenziali,
industriali, e più recentemente commerciali.
A seguito di questa urbanizzazione il paesaggio agrario e quello forestale, nel settore collinare
immediatamente a ridosso dell’ambito vallivo, risultano ormai compromessi e ridotti, spesso a limitati
frammenti di territorio non ancora assorbiti dalle perse attività produttive e residenziali. Gli insediamenti
storici di maggior pregio sono localizzati nei centri abitati di Monte di Malo e Priabona. Si evidenzia che
l’attività di recupero rifiuti è condotta in ambito di cava in ricomposizione ambientale, contornata da siepi
arborate e nella posizione più bassa del piazzale, e non va in alcun modo a modificare il paesaggio esistente.
Agenti fisici
La presente matrice ambientale non è stata considerata all’interno dello Studio Preliminare Ambientale, ma
le integrazioni hanno fornito adeguato riscontro.
Viabilità
La ditta ROSSI srl, e le ditte che conferiscono il materiale da demolizione, utilizzano automezzi pesanti con
portata a pieno carico di circa 40 ton. Il traffico veicolare in entrata/uscita dal sito estrattivo non viene
valutato in quanto l’attività estrattiva è ultimata e il sito è nelle fasi finali di ripristino ambientale.
Di seguito si riportano i dati del traffico pesante indotto dall’attività di recupero di materiale da demolizione,
considerando il trattamento di circa 20.000 t/anno.
- Portata a pieno carico= 20 t;
- Viaggi mezzi pesanti/anno= 1000 viaggi/anno;
- Giorni lavorativi/anno=220 giorni
- Viaggi mezzi pesanti/giorno= 4,5 viaggi/giorno
- Ore lavorative:= 8 ore/giorno
Impianto recupero rifiuti demolizione
1000 Viaggi/anno 4,5 Viaggi/giorno 9,0 Passaggi mezzi/giorno pari a 1,1 Passaggi/ora
Il numero di Passaggi mezzi al giorno all’impianto sono eseguiti negli intervalli temporali della mattina dalle
8:30 alle 12:30, e nel pomeriggio dalle 13:30 alle 17:30.
Il traffico veicolare pesante indotto dall’attività di Rossi srl interessa prevalentemente elementi viari di rango
provinciale (SP), idoneamente strutturati e dimensionati per supportare il passaggio di automezzi pesanti.


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In particolare i mezzi in uscita si immettono, dopo aver percorso circa 30 m di strada Maruffa, sulla SP124
per poi viaggiare in direzione di Malo o di Priabona. La strada Provinciale risulta dimensionate e utilizzata
quotidianamente a servizio delle attività industriali e commerciali dell’Alto Vicentino.
I dati rilevati evidenziano un flusso di mazzi pesanti importante nell’intervallo 7:15-9:15, che si dimezza nelle
periodo di rilievo pomeridiano 16:45-18:45 e si possono assumere indicativamente le seguenti medie orarie:
- Fascia 8:00-12:00= 105 mezzi/ora;
- Fascia 14:00-18:00= 44 mezzi/ora.
L’attività di recupero dei rifiuti di demolizione in esame comporta un flusso di circa 1,1 passaggi/ora lungo la
viabilità, tale valore può essere considerato trascurabile rispetto ai valori di traffico che attualmente
interessano la SP 124.
Si tratta comunque di medie che hanno un’indicazione di confronto, in quanto l’attività di per se è
discontinua, con periodi di maggiore o minore affluenza di rifiuti inerti, secondo l’andamento della richiesta
per cantieri in appalto. Per quanto riguarda il traffico presente si può affermare che tale aspetto non subirà
aggravi in seguito alla prosecuzione dell’attività di trattamento inerti, in quanto verrà mantenuta, non solo la
stessa viabilità, ma l’incremento di volume di materiale lavorato non è tale da comportare criticità sulla
viabilità.
A seguito dell’esame della documentazione di progetto è pervenuto il seguente contributo istruttorio
da parte di Vi.Abilità srl:
“Considerato che l’accesso carraio all’area oggetto della presente procedura di V.I.A., avviene da tempo sulla
strada comunale denominata via Maruffa, la quale si innesta sulla S.P. 124 “Priabona” dopo alcune decine di
metri;
Verificato che detta intersezione risulta appena sufficiente a garantire il contestuale passaggio dei soli autoveicoli,
ma non idoneo per il passaggio di veicoli aventi massa a pieno carico superiore anche a 7,5 t;
Considerato che in fase di sopralluogo congiunto, è stata verificata la possibilità di migliorare detta intersezione,
modificando il raggio di curvatura nel solo lato ad est di via Maruffa, in quanto sul lato ad ovest è presente un
fabbricato a confine con detta strada;
Tutto ciò premesso ed in relazione alla normativa statale vigente, si propone a codesta Spettabile Commissione,
di richiedere la modifica dell’intersezione, al fine di migliorare l’accessibilità ai veicoli che utilizzano detta strada
comunale (ingresso ed egresso) e garantire maggior sicurezza al traffico veicolare ordinario presente sulla S.P. 124
“Priabona”.
Risorse naturali, Flora, Fauna
Dal punto di vista vegetazionale, l’area interessata dal progetto è inserita in un contesto nel quale le
caratteristiche vegetazionali, floristiche e faunistiche risultano già da tempo modificate per la presenza delle
attività umane.
La vegetazione forestale presente è ascrivibile alla formazione del castagneti-rovereti, anche se, questa risulta
essere compromessa dall’abbondante presenza della Robinia.
Visto il contesto di cava in cui è ubicato l’impianto, si ritiene che le componenti vegetazionali e la flora non
avranno elementi di disturbo.
Per quanto riguarda la fauna, invece, la progressiva antropizzazione del territorio, unitamente alle attività
agricole di tipo intensivo hanno portato ad un suo generale impoverimento. La campagna che caratterizza
l’abito vallivo è soprattutto popolata da piccoli mammiferi, si incontrano comunemente il riccio (Erinaceus
europeaeus), la talpa (Talpa europea), il ratto (Rattus norvegicus), l’arvicola campestre (Microtus arvalis), la
lepre (Lepus eurpopaeus), la volpe (Vulpes vulpes) e la donnola (Mustela nivalis).
L’avifauna è per lo più rappresentata da specie passeriformi e svernanti tra le quali citiamo: il fringuello
(Fringilla coelbs), il passero (Passer domesticus), la tortora (Strepotela turtur), l’assiolo (Ortus scops), il merlo


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(Turdus merula), il barbagianni (Tyto alba), lo sparviere (Accipiter nisus), la civetta (Athene noctua), il
fagiano (Phasianus colchicus) e l’allocco (Strix aluco).
Per quanto riguarda invece gli anfibi e i rettili possiamo citare: il rospo comune (Bufo bufo), raganenna
italiana (Hyla arborea), la lucertola campestre, il ramarro (Lacerta bilineta).
Nel complesso, si è visto che la maggior parte delle specie presenti risultano comuni e di ridotto pregio
conservazionistico; grazie alle loro spiccate capacità adattative riescono a sfruttare differenti tipi d’ambiente
ed anche quelli antropizzati. Dato il contesto in cui si inserisce l’attività di recupero, si può ragionevolmente
presumere che la fauna ha già da tempo assimilato la presenza antropica nell’area e comunque non si
prevedono ulteriori o perse interferenze con le componenti biotiche e la fauna rispetto allo stato attuale.
In caso di valutazione positiva della proposta formulata in tema di impatto acustico, sarebbe opportuno
“sfruttare” il terrapieno realizzato a Sud, anche per ospitare della vegetazione arboreo-arbustiva creando
una macchia boscata – almeno sul fronte esterno, con superficie di circa 300-350 mq– utilizzando le specie
tipiche dei boschi contermini. L’intervento contribuirebbe a migliorare l’impatto dal punto di vista
ecologico-paesaggistico, ollite ad aumentare l’efficacia della schermatura su polveri, visuali e rumore.
                     Valutazione delle integrazioni
La relazione prevede una mitigazione con un’adeguata componente arbustiva, ma priva di una componente
arborea che, prevedendo un numero adeguato di soggetti di specie locali e di altezza adeguata, costituisca un
effettivo intervento di mitigazione.
Rete Natura 2000
Una Rete Ecologica è un’infrastruttura naturale e ambientale che persegue il fine di interrelazionare e di
connettere ambiti territoriali dotati di una maggiore presenza di naturalità, quali corridoi ecologici, buffer
zone, ecc.
L’attività di recupero rifiuti è ubicata all’interno di un’area estrattiva esistente, esterna ad elementi compresi
nella rete ecologica del Comune di Monte di Malo.
Inoltre l’area, come già indicato in precedenza non ricade all’interno di aree SIC e/o ZPS appartenenti alla
rete Natura 2000.
Salute dei Lavoratori e delle persone
La presente matrice ambientale non è stata considerata all’interno dello Studio Preliminare Ambientale, ma
le integrazioni hanno fornito adeguato riscontro.

MISURE MITIGATIVE PROPOSTE
In relazione alle possibili misure mitigative richieste dalla nuova procedura di verifica introdotta dall’art.13
della L.R. n.04/2016 la ditta non ha proposto, in prima istanza, specifiche iniziative/lavori e quanto descritto
può essere riconducibile ad adeguamento a normative ambientali e/o prescrizioni autorizzative.
Su tale aspetto sono state richieste specifiche integrazioni che risultano valutate all’interno delle suddette
matrici ambientali.




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               VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
                           CONCLUSIONI
La presente procedura riguarda un’attività esistente in fase di rinnovo dell’autorizzazione all’esercizio,
secondo quanto introdotto dall’art.13 della L.R. n.04/2016.
Il progetto in esame si pone in contrasto ovvero in condizioni di interferenze rispetto ad altri piani, progetti o
interventi in zone limitrofe e vi sono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti;
trattasi in particolare della legittimazione alla prosecuzione dell’attività in regime semplificato oltre il
termine del 21/12/2022, momento in cui cesserà l’attività di cava (ricomposizione).
Il grado di approfondimento documentale, la tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi
riportati non possono essere considerati adeguati rispetto alla necessità di definire specifiche misure
mitigative, considerato che quanto proposto circa l’impatto acustico e la presenza di polverosità diffusa deve
intendersi come necessario al rispetto/adeguamento a normative ambientali e/o prescrizioni autorizzative; la
proposta presentata in tema di impatto paesaggistico non risulta esaustiva e si presenta efficacie solo
parzialmente .
Sussistono osservazioni contrarie alla prosecuzione dell’attività ed all’incremento richiesto, con particolare
riferimento agli aspetti viabilistici, rumore ed impatto sulla componente atmosfera.
La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a ritenere come il
progetto non comporta pressioni o effetti/impatti significativi sull'ambiente determinati dall’esercizio
dell’impianto nella sua configurazione attuale, senza quindi gli incrementi dimensionali richiesti, salva la
necessità di attuare gli interventi di mitigazione acustica proposta.
Il progetto non determina, inoltre, alcun impatto aggiuntivo e/o significativo rispetto all’esercizio corrente,
solo nel caso di mantenimento della sua configurazione attuale.

      Alla luce di quanto analizzato si ritiene l’intervento compatibile pertanto, si propone al Comitato
                              PARERE
             al non assoggettamento alla V.I.A. con le prescrizioni di seguito citate.
1) Il quantitativo annuo di rifiuti trattati rimanga immutato rispetto ai quantitativi attuali e cioè pari a 14.990
tonnellate.
2) L’attività, nella sua forma attuale di legittimazione, non potrà proseguire oltre il termine del 31/12/2022.
3) Entro 60 giorni dovranno comunque essere realizzati gli interventi di mitigazione acustica, con successiva verifica
attraverso:
- l’effettuazione di una mirata ed accurata indagine acustica di verifica del rispetto del criterio differenziale e del limite di
emissione e mirata ai ricettori presenti in prossimità dell’impianto con modalità di effettuazione delle misurazioni, sia
con riguardo al campionamento spaziale (scelta dei punti di misura), sia con riguardo al campionamento temporale
(scelta dei tempi di misura), comunicate con congruo preavviso ad Arpav;
- nel caso i valori non siano rispettati, dovranno essere messi in opera i correttivi necessari, mediante una specifica
progettazione da presentarsi all’Amministrazione comunale ed ARPAV, a cui, nel frattempo, saranno stati comunicati i
risultati delle analisi;
- l’indagine dovrà essere condotta da un soggetto qualificato terzo, rispetto all’estensore dello Studio Previsionale di
Impatto Acustico.

Vicenza, 16 dicembre 2021
                                          Il Responsabile Servizio V.I.A.
                                          Andrea Baldisseri


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