Parere

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   VERBALE DELLA COMITATO TECNICO PROVINCIALE VIA
           DEL 19/01/2023
L'anno 2023, il giorno 19 del mese di GENNAIO alle ore 16:40 il Comitato Tecnico Provinciale di V.I.A si è
riunito nella sede provinciale, a seguito di regolare convocazione, per trattare il seguente argomento: Mattiel-
lo Bruno Scavi S.N.C.. – Nuovo impianto di stoccaggio e trattamento di rifiuti speciali.

All'appello risultano:

SQUARCINA FILIPPO               Presidente               Assente


BALDISSERI ANDREA           Responsabile servizio             Presente


CORTESI ANGELO               Commissario               Assente


DE MARCHI ROBERTO              Commissario               Presente


MONTANARI RICCARDO             Commissario               Presente


MURARO TERESA                Commissario               Presente


OSTOICH MARCO                Commissario               Presente


ROSSI STEFANO                Commissario               Presente


SALVIATI STEFANO              Commissario               Presente


SVEGLIADO GIULIA              Commissario               Presente


VALVASSORI RIMSKY              Commissario               Presente


VICENTIN ALBERTO              Commissario               Presente


La Commissione viene presieduta da Andrea Baldisseri, giusta delega del Presidente del 19/01/2023, che
riconosciuta legale l’adunanza in conformità dell’art. 7 del Regolamento per il funzionamento del Comitato
Tecnico Provincia VIA, udita la relazione istruttoria, accertata la completezza delle informazioni e preso atto
della proposta progettuale contenuta nella documentazione tecnica presentata, esprime congiuntamente al
CTP VIA parere unanime, per la pratica in oggetto, nel parere sotto riportato.




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               Mattiello Bruno Scavi S.N.C.
                        PARERE N. 02/2023

Oggetto: Nuovo impianto di stoccaggio e trattamento di rifiuti speciali.
PROPONENTE:              Mattiello Bruno Scavi S.N.C.
SEDE LEGALE:             Via Longara n. 105– Vicenza
SEDE INTERVENTO:           Viale dell’Artigianato snc – Longare
TIPOLOGIA ATTIVITÀ:          Impianto di di recupero di rifiuti non pericolosi.
PROCEDIMENTO:             Verifica di assoggettabilità a VIA ai sensi dell'art. 19 del D.Lgs 152/06
MOTIVAZIONE V.I.A:          ALLEGATO IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - 7. Progetti di
                   infrastrutture z.b) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non
                   pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante
                   operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del
                   decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
COMUNE INTERESSATO:          \\\
DATA DOMANDA:             15, 18 e 19 maggio luglio 2022
DATA PUBBLICAZIONE:          25 luglio 2022
DATA INTEGRAZIONI:          22 dicembre 2022

DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
Numero                   Titolo                            Nome file
  1   Deliberazione di giunta n. 54 del 16/05/2022                All. 1.1 - D.G. 549022
  2   Relazione del Tecnico Comunale prot. 6428 del 16/05/2022          All. 1.2 - Prot. 6428-2022
  3   Iscrizione all'Albo Nazionale Gestori Ambientali n. VE/017254        All. 1.3 - VE017254
  4   LAY-OUT IMPIANTO                              All. 2.1 - LAYOUT impianto
  5   LAY-OUT PERCORSI                              All. 2.2 - LAYOUT percorsi
  6   Relazione idraulica abbattimento polveri                  All. 3.1 - Relazione acque
  7   Planimetria progetto acque                         All. 3.2 - Plan. Progetto acque
  8   Valutazione Immissioni in Atmosfera                     All. 4 - Valutaz Atmosfera
  9   Valutazione Compatibilità Idraulica e suoi Allegati             All. 5.1 - VCI
  10   VCI Planimetria                               All. 5.2 - VCI Planimetria
  11   VCI Profili longitudinali                          All. 5.3 - VCI Profili longitudinali
  12   VCI Particolari Idraulici                          All. 5.4 - VCI Particolari idraulici
  13   Valutazione Previsionale Impatto Acustico e suoi Allegati          All. 6 - VP Impatto Acustico
  14   Studio di Impatto Viabilistico                       All. 7 - S. Impatto Viabilistico
  15   Relazione Paesaggistica                           All. 8 - Paesaggistica
  16   Progetto Illuminotecnico                          All. 9 - Prog. Illuminotecnico
  17   Relazione tecnica all. E                          Relazione tecnica all. E
  18   Studio Preliminare Ambientale                        Studio Preliminare Ambientale Mattiello


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                      PREMESSE ED UBICAZIONE
La ditta Mattiello Bruno Scavi S.N.C. intende attivare un nuovo impianto per il recupero di inerti ed il depo-
sito di materie prime, con operazioni di recupero da rifiuti derivanti da operazioni di costruzione e demoli -
zione di immobili e strutture..
Il ciclo di lavorazione prevede le seguenti fasi:
1) ritiro e messa in riserva;
2) recupero;
3) stoccaggio EoW
La ditta intende insediare su un terreno sito in zona produttiva del Comune di Longare (VI) in via dell’Arti-
gianato, un impianto produttivo per il recupero di inerti ed il deposito di materie prime.
La zona interessata dall’intervento risulta strategica sotto il profilo logistico, in quanto è vicina alla sede lega-
le situata a Vicenza e la sede operativa della ditta a Lumignano di Longare, ed è ben collegata alla viabilità.
Nell’area corre la strada statale n° 247 della Riviera Berica, che lambisce il fronte est della zona interessata
dall’intervento in oggetto
L’area oggetto della richiesta di variante è classificata dal vigente P.I. in ZTO “D4/1”, disciplinata dagli artt.
55 e 15 delle NTO, destinata all’insediamento di edifici e impianti di attività artigianali e industriali, per la
quale il PI prevedeva l’attuazione attraverso Piano Urbanistico Attuativo (PUA).
L’azienda ha presentato richiesta di provvedimento unico attraverso SUAP in variante urbanistica ai sensi
dell’art. 4 della LR 55 del 2012 (vedere a riguardo pag. 10 e 11 dello SPA).




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                          Ortofoto del sito

            QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO

STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
• Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
• Piano Territoriale Provinciale di Coordinamento (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
• Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di Longare;
• Piano degli Interventi (P.I.) del Comune di Longare;
• Piano Regionale di Tutela delle Acque (P.T.A.);
• Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Urbani e Speciali;
• Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.);
• Piano di Gestione dei Rischi Alluvionali;
• Piano di Area dei Monti Berici;
• Rete Natura 2000.
Il Quadro Programmatico presenta un’adeguata inpiduazione ed analisi degli strumenti di pianificazione
territoriale che interessano l’area, ma si ritiene di chiedere specifici approfondimenti, considerata la necessità
di rapportare analiticamente il progetto con le sotto elencate sensibilità ambientali, coordinando le stesse,
eventualmente, con il Quadro Progettuale e/o le matrici di riferimento del Quadro Ambientale, anche al fine
di inpiduare possibili mitigazioni.
PIANO TERRITORIALE REGIONALE DI COORDINAMENTO (P.T.R.C.)
Tav. 01b – Uso del suolo – acqua, area primaria tutela quantitativa degli acquiferi.
Tav. 01c – Uso del suolo – Idrogeologia e rischio sismico, superficie irrigua.
Tav. 3 – Energia e Ambiente area con probabili livelli eccedenti di radon.
Tav. 6 – Crescita sociale e culturale (Riviera Berica e Itinerario principale di valore storico-ambientale).
PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE (P.T.C.P.)
Tav. 3.1b - Sistema Ambientale, - Buffer zone/Zone di ammortizzazione o transizione (Art. 38).
Tav. 5.1b - Sistema del paesaggio, contesti figurativi di ville venete.
PAT DI LONGARE
Carta dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale
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L’area è interessata parzialmente da
   vincolo paesaggistico – D.Lgs. 42/2004, Corsi d’acqua – art. 7, comma 2 lettera c) delle NT:
   una fascia di rispetto dovuta alla presenza del depuratore art. 10 NT “depuratori;
   un elemento generatore di vincolo: Impianti di comunicazione per la telefonia mobile art. 10 NT.
Inoltre, la risoluzione della Carta dei Vincoli e la sovrapposizione con un altro tematismo non permette
di capire se il sito è interessato anche da un vincolo idrografico/ Rispetto idraulico – Servitù Idraulica –
R.D. 368/1904 – R.D. 523/1904. Art 10 NT.
Carta delle Fragilità
Presenza di area idonea a condizione per problematiche di tipo idrogeologico. Art. 17.1 - Aree idonee, idonee
a condizione e non idonee.
Carta delle Trasformabilità
A circa 200 metri verso Nord dal sito in studio, è presente un corridoio ecologico secondario.
PIANO DEGLI INTERVENTI DEL COMUNE DI LONGARE
Il sito ricade, in toto od in parte:
- in area di compatibilità geologica ed idraulica “Aree idonee a condizione per problematiche di tipo
idrogeologico ;
- all’interno del P.A.MB.B. “Martin Pescatore” art. 32;
- nelle zone “depuratori e relativo rispetto” art. 33 delle NT.
PIANO DI AREA DEI MONTI BERICI
Tav. 1.4 – sistema floro - faunistico, Areali “Martin pescatore”.
Tav. 3.7 – Carta delle valenze storico - ambientali, Sistema delle aree di interesse naturalistico ambientale
- cono visuale.
PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE
Carta della vulnerabilità intrinseca della falda freatica.
                        Valutazione
Si ritiene necessario prevedere specifici approfondimenti che andranno affrontati nell’ambito del Quadro
Progettuale e nel Quadro Ambientale.
Vincoli
In relazione a quanto riportato negli strumenti di pianificazione comunale ( PAT e PI di Longare ), si ritiene
necessario approfondire i seguenti aspetti, anche in relazione alle eventuali modifiche rispetto al Quadro
Progettuale.
a) P.A.T. del comune di Longare
Carta dei Vincoli e della Pianificazione Territoriale, in quanto l’area è interessata da:
  • vincolo paesaggistico – D.Lgs. 42/2004, Corsi d’acqua – art. 7, comma 2 lettera c) delle NT:
  • una fascia di rispetto dovuta alla presenza del depuratore art. 10 NT “depuratori;
  • un elemento generatore di vincolo: Impianti di comunicazione per la telefonia mobile art. 10 NT.
Inoltre, la risoluzione della Carta dei Vincoli e la sovrapposizione con un altro tematismo non permette di
capire se il sito è interessato anche da un vincolo idrografico/ Rispetto idraulico – Servitù Idraulica – R.D.
368/1904 – R.D. 523/1904. Art 10 NT.
b) P.I. del comune di Longare
Il sito ricade in zona “depuratori e relativo rispetto” art. 33 delle NT.
Sensibilità ambientali
a) In relazione alle sopra riportate sensibilità emerse dalla valutazione, del Piano Territoriale Regionale di
Coordinamento (Tav. 01b – Uso del suolo e Tav. 01c – Uso del suolo – Idrogeologia e rischio sismico ), PAT di Longare
(Carta delle Fragilità), Piano degli Interventi di Longare ( Aree idonee a condizione) e del Piano di Tutela delle


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Acque (Carta della vulnerabilità intrinseca della falda freatica ), si ritiene di approfondire l’aspetto all’interno del
Quadro Ambientale, nella sezione di “Caratterizzazione dell’Ambiente Idrico, del Suolo e del Sottosuolo”.
b) In relazione alle sopra riportate sensibilità emerse dalla valutazione, del Piano Territoriale Regionale di
Coordinamento (Tav. 6 – Crescita sociale e culturale ), del Piano Territoriale Provinciale di Coordinamento ( Tav. 3.1b
- Sistema Ambientale - Tav. 5.1b - Sistema del paesaggio, ) si ritiene di approfondire l’aspetto all’interno del Quadro
Ambientale, nella sezione di “Caratterizzazione dell’impatto paesaggistico e sulle risorse naturali ed agronomiche””.
c) In relazione alle sopra riportate sensibilità emerse dalla valutazione, del Piano Territoriale Regionale di
Coordinamento (Tavola 03 – Energia e Ambiente ), si ritiene di approfondire l’aspetto all’interno del Quadro
Ambientale, nella sezione di “Caratterizzazione dell’impatto da agenti fisici ”.
d) In relazione alle sopra riportate sensibilità emerse dalla valutazione, del Piano Territoriale Regionale di
Coordinamento (Tav. 01b – Uso del suolo e Tav. 01c – Uso del suolo – Idrogeologia e rischio sismico ), PATdi Longare (Carta
delle Trasformabilità), Piano degli Interventi di Longare ( P.A.MB.B. “Martin Pescatore” art. 32 ) e del Piano di Area dei
Monti Berici (Tav. 1.4 – sistema floro/faunistico e Tav. 3.7 – Carta delle valenze storico/ambientali ), si ritiene di
approfondire l’aspetto all’interno del Quadro Ambientale, nella sezione di “Caratterizzazione dell’impatto su
flora, fauna ed habitat”.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

              QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
L’azienda svolge le attività di sbancamento, scavo, ripristino di terreni opere di urbanizzazione e
demolizioni; quindi ha intenzione di avviare un’attività di gestione di rifiuti da demolizione e di inerti in
generale, fra cui inerti da demolizione, asfalto, pietrisco tolto d’opera e inerti da cava, e di terre e rocce da
scavo, classificate come rifiuti e come sottoprodotti. I rifiuti da demolizione, così come le terre, saranno
prodotti dall’attività dell’azienda stessa e da terzi.
Per ogni codice CER, identificativo del rifiuto, viene chiesto di effettuare: la messa in riserva (R13), la cernita
di sostanze estranee, la selezione e il raggruppamento per tipologie affini (R12). A valle di queste operazioni
si avranno solo rifiuti in uscita dall’impianto di trattamento.
Il recupero (R5) dei rifiuti in modo da ottenere materiale che ha cessato la qualifica di rifiuto, si identifica nel
recupero degli inerti da demolizione, degli inerti da cava, del pietrisco tolto d’opera, dell’asfalto e delle terre
e rocce, classificate come rifiuto.
L’attività sarà organizzata in un’area che ospita un ingresso con pesa e uffici, impianto lavaggio pneumatici,
strade interne per la logistica, una tettoia, una piattaforma in calcestruzzo, un piazzale non pavimentato e un
impianto di abbattimento polveri. La tettoia sarà pisa in due parti: da un lato è prevista una zona di
selezione e cernita, completa di cassoni per i rifiuti risultanti da tali operazioni e una zona di sola messa in
riserva per alcune tipologie di rifiuti, nel secondo lato saranno installati due box per stoccare le terre e rocce
da scavo entranti come rifiuto non pericoloso e accompagnate da analisi, che identificano l’appartenenza alla
colonna A o B.
A ridosso della tettoia vi sarà un muro oltre al quale si svilupperà la piattaforma in calcestruzzo, che ospiterà
lo stoccaggio (messa in riserva) di inerti da sottoporre a recupero, le attività di recupero e il cumulo di
materiale da sottoporre a verifica fisica/analitica per cessare la qualifica di rifiuto, in base ai dettami del D.M
5 febbraio 1998 e s.m.i.
L’area pavimentata sarà dotata di una rete di raccolta acque meteoriche, che, una volta depurate, saranno
accumulate nel bacino di accumulo dedicato.
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DESCRIZIONE DEL CICLO DI PRODUZIONE
Le attività di gestione rifiuti che l’attività ha intenzione di sviluppare nel sito indicato sono:
Attività di recupero:
1) Recupero inerti da demolizione ai sensi del DM 5/02/1998, tipologia 7.1;
2) Recupero pietrisco tolto d’opera;
3) Recupero inerti da cava;
4) Recupero asfalto: recupero conglomerato bituminoso ai sensi del DM 69/2018;
5) Recupero terre e rocce entranti con analisi in tabella A o B.
Attività trasversali per ogni rifiuto:
1) Messa in riserva di tutte le tipologie di rifiuti;
2) Selezione, cernita e raggruppamento.
L’attività di recupero inerti da demolizione, si applica per i codici CER riportati in tabella:




Il recupero del pietrisco tolto d’opera, inpiduato dal codice EER 17 05 08, segue le regole del D.M.
05/02/1998, tipologia 7.11.
Il recupero degli inerti da cava, è inpiduato dalla tipologia 7.2 del DM 5 febbraio 1998, in particolare
l’azienda ha intenzione di recuperare i seguenti codici EER:




Il recupero degli sfridi e scarti di prodotti ceramici crudi smaltati e cotti, è inpiduato dalla tipologia 7.3 del
DM 5 febbraio 1998, in particolare l’azienda ha intenzione di recuperare il seguente codice CER:



Il recupero dell’asfalto, inpiduato dal codice 17 03 02, segue le regole del D.M. 69/2018.
1. Verifiche del rifiuto in ingresso, denominato conglomerato bituminoso, (DM 69/18, Allegato 1, parte b)
punto b.1). Vedi Procedura di accettazione del rifiuto.
2. Messa in riserva dedicata (con identificazione nella piattaforma rifiuti)
3. Operazioni di recupero: fasi interconnesse di macinazione e vagliatura, ottenibili con lo stesso impianto,
che può essere bonificato prima di utilizzi persi.
4. Verifiche sul materiale in uscita, denominato granulato di conglomerato bituminoso.
L’azienda non è in possesso di un Sistema di Gestione Ambientale ISO 14001 (art. 5 D.M. 69/2018), quindi, in
sede di iter autorizzativo, ai sensi del DM 69/2018 art. 4 comma 3, inpiduerà un’area all’interno del
capannone dove conserverà per cinque anni i campioni di conglomerato bituminoso prelevati, al termine del
processo di recupero di ciascun lotto in conformità alla norma UNI 10802:2013, ai fini della verifica di
sussistenza dei requisiti sopradescritti.
Le terre e rocce da scavo che entrano come rifiuti, speciali non pericolosi, identificate dai codici 17 05 04 e 20
02 02 provengono da attività di scavo e sono materiale inerte vario costituito da terra con presenza di ciottoli,
sabbia, ghiaia, anche con origine antropica. Oltre all’analisi di classificazione di non pericolosità del rifiuto, la
terra entra accompagnata da analisi che identificano se appartiene alla colonna A “Siti ad uso Verde
pubblico, privato e residenziale” o B “Siti ad uso Commerciale e Industriale”, della Tabella 1

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“Concentrazione soglia di contaminazione nel suolo e nel sottosuolo riferiti alla specifica destinazione d'uso
dei siti da bonificare”, dell’Allegato 5 “Concentrazione soglia di contaminazione nel suolo, nel sottosuolo e
nelle acque sotterranee in relazione alla specifica destinazione d'uso dei siti”, Titolo V della Parte IV del D.
Lgs. 152/06 e s.m.i. I rifiuti, terre e rocce da scavo, vengono stoccati in area dedicata sotto alla tettoia, pisi
per colonna A e colonna B. Il recupero avviene solo quando le condizioni meteo lo permettono, in assenza di
precipitazioni, e il recupero consiste in una vagliatura della terra, tramite impianto mobile. La terra vagliata
viene posizionata in area scoperta, pavimentata, di fronte alla tettoia, in attesa di conformità alla Circolare
5205 del luglio 2005. Il sopravaglio, in sostanza il materiale lapideo di dimensione superiore a 6/8 mm, viene
accumulato con i rifiuti da inviare all’attività di recupero inerti.
Le attività trasversali, effettuate per ogni codice CER, sono la messa in riserva e la selezione e cernita.
I rifiuti entranti hanno due macro aree di stoccaggio: la platea da dove poi saranno lavorati e sotto la tettoia,
dove sono depositati i rifiuti che necessitano di operazioni di cernita e selezione (Allegato 2.1 – Lay out
impianto).
Nella platea sono depositati i rifiuti inerti, derivanti da operazioni di demolizione eseguite sia dall’attività
stessa che da terzi. Dalla platea i rifiuti vengono sottoposti alle operazioni di recupero di
frantumazione/deferrizzazione e vagliatura. La platea è organizzata con dei new jersey e può ospitare, in
alternativa: il cumulo formato da rifiuti inerti appartenenti alla tipologia 7.1, il pietrisco tolto d’opera, i rifiuti
provenienti da cave, scarti di ceramica (mattoni, mattonelle e materiali da costruzione) sottoposti a
trattamento termico, o residui dalla pulizia stradale per il quantitativo totale indicato in tabella sottostante
Nella platea è anche ricavato un box dove è depositato il conglomerato bituminoso.
L’impianto di frantumazione sarà composto da:
    escavatore Kobelco SK240 con benna frantoio BF 90.3 S4;
    la benna frantoio scarica su un convogliatore;
    dal convogliatore parte un nastro trasportatore, completo di magnete per deferizzazione,
     abbattimento polveri;
    vaglio.
Al bisogno, per ridurre i pezzi derivanti dalla demolizione ad una dimensione corretta per la benna
frantumatrice, si utilizza escavatore Benati 3.26 con benna o con pinza frantumatrice FR 20HS.
Per selezione terre/rocce: vaglio semovente completo di sistema di abbattimento.
Per l’attività in generale:
    1 Pala Caricatrice: Pala Komatsu WA 320
    1 Escavatore Piccolo (Sotto Tettoia) con pinza selezionatrice (per movimentazione materiali leggeri)
Gli aspetti ambientali da gestire, oltre al ritiro, con conseguente stoccaggio e recupero, di rifiuti, che è stato
ampiamente illustrato nei paragrafi precedenti, sono principalmente:
    emissioni in atmosfera;
    acque meteoriche e di processo;
    impatto acustico;
    traffico indotto.
Per ogni aspetto sono state predisposte delle modalità gestionali e degli studi specifici per valutarne gli
impatti.




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                          Valutazione
Si richiede inoltre una valutazione rispetto alla produzione di EoW a seguito della recente stesura del nuovo
regolamento nazionale in materia di recupero di rifiuti inerti da costruzioni e demolizioni; l’impostazione del
nuovo provvedimento potrebbe comportare la necessità di una procedura “caso per caso” ovvero la rinuncia
ad alcune tipologie di rifiuto.

                            VALUTAZIONE
Si sospende il giudizio per richiesta di integrazioni e lo si riprenderà all’arrivo delle stesse.
                                111
                QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
Per quanto riguarda la fase di esercizio è stato eseguito uno studio sulla dispersione in atmosfera di due
inquinanti maggiormente significativi e si considera che:
   l’impianto è dotato di una rete di ugelli nebulizzatori per l’abbattimento delle polveri;
   il sito è contornato da un filare alberato di mitigazione lungo tutto il perimetro dell’area composto
    prevalentemente da arbusti e alberatura di medio-alto fusto.
Lo studio conclude circa la scarsa significatività delle concentrazioni di polveri e di ossidi di azoto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.




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CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
Per quanto riguarda la trattazione relativa alla componente AMBIENTE IDRICO si ritiene necessario
analizzare anche i contenuti del P.A.I., ovvero del Piano di Assetto Idrogeologico, redatto relativamente ai
Bacini dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Piave e Brenta - Bacchiglione, da parte delle Autorità Competenti e
delle Autorità di Bacino.
Dalla consultazione della cartografia della pericolosità idraulica allegata al PAI, com’è possibile vedere
dall’estratto del Foglio 55 della Carta della pericolosità idraulica, aggiornata al 2012, sotto riportata, si
verifica che l’intero territorio del Comune di Longare, in particolare il territorio della frazione di Costozza, è
esterno alle aree classificate a pericolosità idraulica.
È necessario precisare che i contenuti del P.A.I. sono stati recepiti e aggiornati all’interno del PGRA, ovvero
del Piano di Gestione del Rischio Alluvioni 2021-2027, adottato a partire dal 21 dicembre 2021 dalla
Conferenza Istituzionale Permanente dell’Autorità di bacino distrettuale delle Alpi Orientali ai sensi degli
articoli 65 e 66 del D.lgs n. 152/2006. Dall’analisi della nuova cartografia viene confermato che né il sito
oggetto di studio, né il suo circondario, presentano rischio idraulico o sono suscettibili di allagamenti nel
corso dei tre persi scenari di probabilità. A dimostrazione di quanto affermato, viene di seguito riportato
un estratto del Foglio AF18 della Carta delle altezze idriche scenario di bassa probabilità - TR 300 anni del
PGRA 2021-2027, che mostra l’assenza di tiranti nell’intera zona artigianale del Comune di Longare (VI).




Al fine di limitare l’impatto idraulico dell’intervento è stata redatta una valutazione di compatibilità
idraulica per il dimensionamento della rete di raccolta e laminazione delle acque meteoriche, a firma del
dott. ing. Giovanni Crosara e del dott. ing. Riccardo Ballerini, riportata in Allegato 5. Come citato all’interno
della suddetta valutazione, l’intervento di progetto dovrà essere accompagnato dalla realizzazione di misure
compensative dell’impatto idraulico in grado di invasare un volume complessivo minimo, il quale è stato
stimato dover essere pari a circa 620 m3.La capacità di invaso temporaneo richiesta sarà ricavata mediante la
realizzazione di un bacino di invaso a cielo aperto e un sistema di condotte sovradimensionate.
Il volume di invaso temporaneo necessario alla mitigazione idraulica sarà posizionato su un’area a verde
ribassata a cielo aperto in grado di accumulare 401 mc, mentre il sistema di condotte collocate lungo la nuova
viabilità sarà in grado di immagazzinare 220 mc. Una volta raccolte nel bacino e nelle condotte, le acque
provenienti dalla superficie impermeabilizzata e dalla nuova rete meteorica saranno reimmesse, previa
laminazione, nel fosso di scolo privato e poi confluiranno nel vicino canale Bisatto. In seguito alle analisi
sopra riportate, è possibile affermare che gli impatti derivanti dalla realizzazione del progetto sulla

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componente sono stati dettagliatamente valutati e saranno opportunamente contenuti dalle misure di
mitigazione previste.
                          Valutazione
Si ritiene comunque opportuno integrare lo S.P.A. con quanto segue:
    sulla base di specifiche indagini in sito, si dovranno mettere in relazione le opere di mitigazione
     idraulica con la permeabilità dei terreni e con la profondità massima del livello della falda freatica;
    allo stesso modo si dovranno verificare le quote di scarico del bacino di invaso con i livelli di
     massima piena del recettore finale, ovvero il Canale Bisatto;
    dovranno essere valutate le eventuali interferenze e/o effetti cumulativi con gli scarichi del
     depuratore in gestione a Viacqua.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
Per quanto attiene alla componente geologia, in riferimento al sito inpiduato per l’insediamento dello
stabilimento, la figura sottostante riporta un estratto della Carta Geolitologica del Piano Territoriale di
Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza, approvato con D.G.R. 708 del 2012. Il
cerchio inpidua il sito in oggetto, che si trova in un’area indicata in legenda come “Materiali alluvionali,
fluvioglaciali, morenici o lacustri a tessitura prevalentemente limo-argillosa”.
Secondo quanto riportato dall’approfondimento tematico “Aspetti Geologici”, allegato alla relazione del
PTCP, i materiali alluvionali, fluvioglaciali, morenici, o lacustri a tessitura prevalentemente limo argillosa
(identificati anche in legenda dal dominio L-ALL-05) sono così definibili:
“[…] Depositi alluvionali di pianura sono costituiti da potenti sequenze di materiali alluvionali derivati
soprattutto dall’erosione degli accumuli morenici durante le perse glaciazioni quaternarie. La loro
rappresentazione cartografica tende ad evidenziarne i caratteri superficiali, sino alla profondità di circa 30 m
(sulla base di stratigrafie di pozzi), con indicazione della granulometria e sulla permeabilità. […]”
Un ulteriore aspetto da considerare relativamente alla componente oggetto del presente paragrafo è la
compatibilità geologica dei suoli agli interventi di edificazione, di norma analizzata dalla Tavola 3 – Carta
delle Fragilità del Piano di Assetto del Territorio comunale, la quale definisce l’idoneità del territorio alla
trasformazione urbanistica, mediante la sua classificazione in terreni Idonei, terreni Idonei a condizione e
terreni non Idonei, indicando le aree in cui sono attivi fenomeni geologici, idraulici e sismici (sulla base della
risposta sismica locale e della classificazione sismica di riferimento) tali da condizionarne la trasformabilità
urbanistica



.




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Relativamente al la componente idrogeologia, in riferimento al sito inpiduato per l’insediamento dello
stabilimento, la figura sottostante riporta un estratto della Carta Idrogeologica del P.T.C.P. della Provincia di
Vicenza, approvato con D.G.R. 708 del 2012. Com’è possibile osservare dall’estratto cartografico riportato,
l’idrografia superficiale dell’ambito territoriale in esame è caratterizzata dalla presenza del Canale Bisatto.
Questo corso d’acqua è vincolato ai sensi dell’art. 142 del D.lgs. n. 42/2004, che inpidua pertanto una fascia
di rispetto paesaggistico di 150 m rispetto al piede dell’argine. Tale fascia interessa una porzione molto
limitata dell’area di intervento, per la quale è stato necessario redigere un’apposita relazione paesaggistica,
allegata al presente studio. Inoltre, si ritiene opportuno precisare che poco più ad ovest dell’ambito il
territorio è attraversato da uno dei limiti delle aree carsiche presenti.
La presenza della fascia di rispetto del Canale Bisatto su una piccola parte a sud-ovest del sito inpiduato
per l’insediamento dell’attività della ditta, è evidenziata anche dalla Tavola 1 del PAT del Comune di
Longare, ovvero all’interno della Carta dei vincoli e della pianificazione Territoriale di cui si riporta di
seguito un estratto.




Relativamente alla componente in oggetto al presente paragrafo, si ritiene opportuno riportare un estratto
del rapporto ARPAV “Qualità delle Acque Sotterranee – 2019”. Il sito in studio ricade nel corpo idrico
sotterraneo n. 30, la cui sigla è IT05BPSB, ed il cui nome è Bassa Pianura Settore Brenta.
Di seguito si riporta una sintesi della tabella 8 dell’Appendice A del Rapporto “Elenco dei punti monitorati”
e della tabella 11 dell’Appendice C del Rapporto “Qualità chimica”. Si rileva che è stato monitorato un solo
punto nel corpo idrico sotterraneo BPSB, il punto identificato dal numero 155 della stazione di monitoraggio
di Torri di Quartesolo (VI), il quale presenta qualità buona e non presenta sostanze con superamento dei
valori limite/di soglia.




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Come riportato nello SPA, con riferimento alla componente precedentemente analizzata, si ritiene necessario,
relativamente alla realizzazione del progetto precisare che:
 con riferimento al nuovo impianto previsto, ai fini dell’ottenimento dei titoli edilizi, sono state effettuate
  delle indagini geologiche, idrogeologiche e geotecniche con la classificazione sismica del sottosuolo;
 nel progetto non vi sono ipotesi di costruzioni di piani interrati/scantinati dove è possibile la presenza
  costante di persone;
 la zona in cui verrà realizzato l’impianto produttivo non è interessata dal vincolo idrogeologico;
 in fase di esercizio dell’impianto, non risultano attività che possano influire sull'assetto idrogeologico
  dell'area;
 sono previsti interventi migliorativi per la gestione delle acque meteoriche con l’introduzione di un
  sistema di captazione, laminazione e corretto trattamento delle acque di prima e seconda pioggia.
                         Valutazione
Sulla base di quanto sopra descritto, si ritiene opportuno e necessario integrare il quadro geologico ed
idrogeologico con una specifica indagine in sito, che risulta comunque necessaria ai sensi delle norme vigenti
(ex NTC 2018), che metta in diretta relazione le opere in progetto con il contesto stratigrafico del sito,
analizzando le possibili interazioni.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
Il sito in oggetto è situato all’interno della zona artigianale (zona D4/1), secondo il P.I. aggiornato con D.C.C
n. 14 del 18/05/2015 e secondo il Piano di Classificazione Acustica l’area rientra in classe VI.
Il clima acustico della zona è determinato dalla presenza di attività industriali / produttive, traffico veicolare
soprattutto sulla SP247 e attività agricole.
I ricettori sono i seguenti:
R1 – Ecocentro (classe VI), R2 - Complesso di abitazioni (classe IV), R3 – Attività produttiva (classe VI), R4 –
Complesso di attività produttive (classe VI), R5 – Complesso edifici residenziali (classe VI), R6 – Complesso
edificio residenziale rurale (classe III), RF1 – Attività produttiva di futura costruzione (classe VI).
Da quanto riportato nella valutazione di impatto acustico a firma del dott. Ravagnan le sorgenti di rumore
analizzate sono le seguenti: gruppo di frantumazione, pala gommata, impianto di lavaggio e traffico indotto.
Sulla base delle analisi condotte, attraverso misure fonometriche e calcoli di propagazione, il tecnico
conclude con il rispetto del limite di emissione, del limite assoluto di immissione e del limite di immissione
differenziale, quando applicabile.




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                           Valutazione
Analizzata la documentazione si chiede di valutare tutte le sorgenti riportate nel SIA che possono causare
emissioni sonore significative, quali ad esempio gli escavatori (uno con pinza), il vaglio, nonché le fasi di
scarico da autocarro e il carico con pala del materiale, considerati i 30 veicoli/giorno in conferimento.
Non viene inoltre verificata – anche in via cautelativa - l’applicabilità dei fattori correttivi per presenza di
componenti impulsive e/o tonali.
Si evidenzia che per la verifica del limite di emissione deve essere sommato il contributo di tutte le sorgenti
di pertinenza.
Per quel che riguarda il limite di immissione differenziale al ricettore R6 il livello ambientale risulta prossimo
alla soglia di applicabilità e tenendo conto dell’incertezza di calcolo intrinseca si può configurare una
situazione di potenziale criticità. Si evidenzia che le valutazioni sul differenziale devono riferirsi alla
situazione di massimo disturbo (massima emissione e minimo residuo).
Da ultimo, sulla base degli esiti dell’analisi effettuata e considerate le problematicità tipiche di questo tipo di
impianti si dà indicazione di prevedere già in fase previsionale eventuali opere di mitigazione che potranno
essere messe in atto in caso i limiti non siano rispettati.
In fase di presentazione delle integrazioni è stata rivista l’intera valutazione aggiornando le sorgenti sonore
che sono risultate maggiormente numerose ed articolate. E’ stata aggiunta la valutazione nei confronti di un
altro ricettore presente nell’area industriale. Da quanto riportato i limiti risultano rispettati anche ponendosi
in ipotesi molto cautelative.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto: si prescrive una verifica post operam dei livelli
differenziali nelle condizioni di massima gravosità (massime emissioni e minimo residuo) in prossimità di
tutti i ricettori non inseriti in classe VI e in particolare presso R2 ed , R6 e alle propaggini est dell’area SIC e,
in caso di superamenti, dovranno essere valutati idonei interventi di mitigazione.

                          VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento; si prevede, tuttavia, un monitoraggio post operam allo scopo di validare le valutazioni previsionali.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI
Dalle analisi condotte si ritiene che l’impianto in progetto non possa causare livelli di vibrazioni significative
se non eventualmente in fase di cantiere.
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Per quel che riguarda le radiazioni non ionizzanti all’angolo orientale del suo perimetro, è presente un
impianto di telecomunicazioni gestito da Iliad Italia S.p.a., e a nord-est della zona industriale in cui ricade il
sito in oggetto è presente un ulteriore impianto, nelle vicinanze del cimitero comunale, gestito però da Wind
Tre S.p.a. Non vi sono invece linee elettriche di alta tensione in prossimità. La gestione e le attività dello
stabilimento non produrranno onde elettromagnetiche o altre forme di radiazioni non ionizzanti.
Per quel che riguarda l’inquinamento luminoso il Comune di Longare rientra nella fascia di protezione
relativa agli osservatori professionali. E’ stato dunque predisposto un progetto illuminotecnico, da quale si
evince che non ci sarà un’alterazione dell’equilibrio luminoso in quanto gli impianto rispetteranno la
normativa di settore.
In tema di radiazioni ionizzanti il Comune di Longare non rientra nell’elenco dei Comuni definiti a rischio
radon.
                          Valutazione
Da quanto riportato nel PTRC Tav. 3 – Energia e Ambiente l’area è indicata come “con probabili livelli
eccedenti di radon”; dovrà dunque essere dato riscontro di questo aspetto.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
L’area d’indagine, com’è possibile desumere dall’Atlante Ricognitivo del Paesaggio del PTRC del Veneto,
s’inserisce all’interno dell’ambito di paesaggio n.17 “Gruppo collinare dei Berici”, in particolare nella
porzione nord-orientale del medesimo, al confine con l’ambito di paesaggio n. 29 “Pianura tra Padova e
Vicenza”. L’area dell’ambito n.17, in cui ricade il sito oggetto di studio, si caratterizza per la presenza del
rilievo collinare dei Berici e delle valli ad esso afferenti.
La zona, oggetto della modifica in progetto, si colloca nella porzione meridionale del Comune di Longare, in
viale dell’Artigianato, all’interno della Zona Industriale di Costozza, ed è parzialmente visibile dalla Strada
Statale della “Riviera Berica”. L’uso attuale del suolo delle aree in cui si inserisce il progetto è agricolo per
una porzione della zona interessata dall’intervento e per la restante parte si tratta di terreni incolti. Il sistema
paesaggistico in cui si inserisce l’opera in progetto è un paesaggio di pianura ove l’agricoltura e gli
insediamenti si sono sviluppati approfittando delle superfici piane e dei terreni fertili. Sono inoltre presenti
attività artigianali di perso tipo collocate nella zona artigianale che lambisce anche l’area di progetto. Il
contesto è complessivamente consolidato e le opere di progetto si inseriscono in una porzione di ambito
antropico già consolidato. Come evinto dall’analisi degli elaborati del PAT del Comune di Longare, ed in
particolare dell’estratto della Carta della Trasformabilità del medesimo, l’area in cui andrà ad insediarsi la
committente è identificata come ambito di urbanizzazione consolidata, e più precisamente in ATO I.3 –
Produttivo. Tale ambito è collocato nell'area pedecollinare, ad ovest della “Riviera Berica”, accoglie la zona
produttiva artigianale del Comune di Longare, nonché impianti di depurazione delle acque e raccolta rifiuti
(ecocentro). È attualmente sguarnito di attrezzature di servizio specifiche ed i servizi a supporto delle
imprese risultano carenti. La presenza dell’ecocentro, inoltre, ha contribuito al forte stato di degrado
dell’area, che vede al suo interno la presenza diffusa di rifiuti a cielo aperto, in particolare localizzate nelle
porzioni di terreno non coltivate e abbandonate.
Dal punto di vista paesaggistico è necessario sottolineare che:
  non sono localizzabili nell’area di intervento elementi di particolare pregio geomorfologico;



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  Non si segnalano elementi di rarità paesaggistica particolari poiché, per quanto concerne la componente
   vegetazionale, gli esemplari arborei interessati dall’intervento non sono elementi di particolare pregio:
   tra questi non si segnalano esemplari di alberi monumentali.
  In riferimento ai valori storico-architettonici si esclude la presenza di elementi di pregio vincolati o
   manufatti di particolare valore locale nell’area;
  L’idrografia superficiale dell’ambito territoriale in esame è caratterizzata dalla presenza del Canale
   Bisatto. Questo corso d’acqua è vincolato ai sensi dell’art. 142 del D.lgs. n. 42/2004, che inpidua
   pertanto una fascia di rispetto paesaggistico di 150 m rispetto al piede dell’argine. Tale fascia interessa
   una porzione molto limitata dell’area di intervento. A tal proposito è stata redatta una relazione
   paesaggistica, la cui valutazione ha dimostrato che la realizzazione dell’intervento consente di
   mantenere la qualità paesaggistica, essendo concentrato su un ambito già destinato ad attività produttiva
   ed essendo state adottate le mitigazioni possibili (abbassamento quote di costruzione rispetto alla quota
   dei piazzali per ridurre le altezze, adozione di cromatismi e rafforzamento del verde), e che esso può
   essere considerato compatibile.
Secondo quanto riportato, lo S.P.A. afferma che l’intervento in esame non interesserà o intaccherà elementi
significativi del paesaggio e/o del patrimonio ambientale e culturale, andandosi ad integrare perfettamente
con strutture e manufatti già presenti da anni e permettendo la sistemazione di un’area fonte di evidente
degrado. Per quanto riguarda il progetto, relativamente alla componente in oggetto, gli spazi esterni privati
verranno pavimentati e/o sistemati a ghiaia, mentre l’area di cernita verrà coperta da un manufatto composto
da una copertura a due falde in lamiera grecata sorretta da una struttura verticale in pilastri in acciaio e setti
in calcestruzzo, verniciato con toni caldi, vicini a quelli del cotto, in maniera da diminuire l’impatto visivo
dell’edificio all’interno del contesto.
Per concludere, al fine di rappresentare adeguatamente le condizioni di futura visibilità del complesso si è
proceduto a realizzare foto simulazioni di inserimento paesaggistico delle opere rispetto ad alcuni punti di
vista, ritenuti maggiormente significativi ai fini della presente analisi. Gli elaborati rappresentativi della
proposta progettuale evidenziano che gli interventi in oggetto non contribuiranno all’abbassamento della
qualità paesaggistica dei luoghi, poiché si inseriranno con la maggior coerenza possibile nello stato attuale
dell’ambito; dai fotoinserimenti forniti si evince che l’intrusione visiva delle opere è di livello medio basso in
quanto si inserisce in un contesto antropizzato per la presenza del depuratore e dell’ecocentro comunali,
oltre che della zona artigianale limitrofa.




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                          Valutazione
Si vedano, in proposito, le integrazioni richieste per la matrice risorse naturali ed agronomiche.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
Per analizzare la matrice è stato condotto uno Studio di Impatto Viabilistico a firma dell’arch. Patt finalizzato
a definire il livello di servizio delle infrastrutture viarie di afferenza all’attività produttiva.
Per la ricostruzione del quadro conoscitivo attuale è stata organizzata una campagna di rilievi sulla viabilità
oggetto di verifica. Nello specifico sono state effettuate rilevazioni di traffico prendendo in esame un giorno
infrasettimanale tipo in cui l’attività oggetto di studio dovrebbe essere operativa.
La verifica comparativa effettuata tra i due scenari analizzati (attuale e futuro) ha permesso di stabilire che
l’impatto derivante dall’intervento di insediamento dell’attività produttiva sia da considerarsi marginale e
tale da non generare criticità sul sistema infrastrutturale limitrofo alla zona produttiva posta in fregio alla SP
247 “Riviera Berica” nel comune di Longare (VI). I risultati ottenuti dallo studio hanno dimostrato come
nell’ora di punta rilevata nella mattinata della giornata tipo del giovedì, dalle ore 07:30 alle ore 08:30, la
situazione viabile dell’intersezione e della rete stradale analizzate sia sostanzialmente fluida: ciò vale sia allo
stato attuale che nelle condizioni di simulazione futura. Infatti, sia i livelli di servizio che i coefficienti di
utilizzo dell’intersezione oggetto di verifica hanno dimostrato come il traffico veicolare rimarrà pressoché
invariato anche dopo l’insediamento dell’attività produttiva. In conclusione, la rete viabile non subirà alcun
aggravio e i livelli di servizio della stessa rete rimarranno atti a soddisfare la domanda di mobilità.
Lo studio conclude che l’impatto derivante dall’intervento di insediamento dell’attività produttiva è “da
considerarsi marginale e tale da non generare criticità sul sistema infrastrutturale limitrofo alla zona produttiva posta in
fregio alla SP 247 “Riviera Berica” nel comune di Longare (VI).
I risultati ottenuti dallo studio hanno dimostrato come nell’ora di punta rilevata nella mattinata della giornata tipo del
giovedì, dalle ore 07:30 alle ore 08:30, la situazione viabile dell’intersezione e della rete stradale analizzate sia
sostanzialmente fluida: ciò vale sia allo stato attuale che nelle condizioni di simulazione futura. Infatti sia i livelli di
servizio che i coefficienti di utilizzo dell’intersezione oggetto di verifica hanno dimostrato come il traffico veicolare
rimarrà pressoché invariato anche dopo l’insediamento dell’attività produttiva. In conclusione la rete viabile non subirà
alcun aggravio e i livelli di servizio della stessa rete rimarranno atti a soddisfare la domanda di mobilità”.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI ED AGRONOMICHE
Il paesaggio agroforestale si presenta articolato in numerose e persificate tipologie, ora più termofile, ora
più microterme: dai versanti ripidi dell’altopiano coperti da ceduo o da formazioni termofile (come sulle
scarpate orientali), ai prati e seminativi alternati a lembi di bosco delle zone dorsali e sommitali (dove il
mosaico degli appezzamenti segue l’alternarsi di conche e dossi, tipici dell’altopiano carsico), ai versanti
collinari sud-occidentali con vigneti specializzati. Lungo il versante orientale i vigneti si estendono fino al
piede delle pareti verticali delle scarpate sovrastanti; frequentemente sono affiancati da olivi piantati su
antichi terrazzamenti o piccole incisioni vallive. Nelle aree di pianura ai piedi dei colli si nota l’elevata
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presenza di seminativi. La copertura vegetale mostra caratteristiche naturalistiche di un certo pregio, a causa
delle perse condizioni ambientali che si riscontrano a breve distanza, e/o in corrispondenza di alcune
situazioni ambientali particolari (ad es. il Lago di Fimon, o le pareti in roccia del versante orientale).
L’ambito è quasi interamente occupato dal sito Natura 2000 denominato Colli Berici, che comprende svariate
tipologie di habitat di persa importanza e ruolo ecologico. Numerose sono anche le aree naturalistiche
minori, tra le quali vanno citate: l’alta Valle Bassona,
modesto altopiano che mostra la presenza di boschi di querco-carpineto; la Valle dei Calvi, campagna
coltivata caratterizzata da una abbondanza d'acqua che contribuisce allo sviluppo di un suolo torboso a cui si
associano cenosi vegetali caratteristiche di questi ambienti; i Palù e l'invaso della Val Liona, ambiente di
campagna parzialmente incolta e quasi perennemente inondato. Altre aree che presentano un certo interesse
dal punto di vista naturalistico sono le numerose grotte e le pareti calcaree di Lumignano - alte pareti
rocciose formate da calcare massiccio di barriera corallina - su cui si scorgono nicchie rupestri. Interessanti
sono anche le emergenze botaniche e la presenza di prati aridi steppici ricchi di elementi a distribuzione
mediterranea. Nell'ambito sono presenti numerose località occupate da polle di risorgiva contornate dalla
vegetazione caratteristica di questi habitat e da campagna incolta delimitata da siepi arborate. Da ricordare
anche il Lago di Fimon, formazione lacustre che occupa l'omonima vallata; poco profondo e tendente
all'impaludamento, conserva interessanti caratteri botanici e faunistici.
La presenza del vasto sito Natura 2000 e delle numerose aree naturalistiche assicurano un'attenzione
particolare al mantenimento dell'integrità naturalistica. Le variazioni di assetto colturale di molti
appezzamenti agricoli posti soprattutto nelle aree al piede dei colli a favore di coltivazioni intensive a
seminativo e a vigneto hanno causato l'aumento della frammentazione paesaggistica e la banalizzazione
delle aree di pianura e pedecollinari, Anche nelle aree collinari si osserva l'aumento del vigneto, spesso
legato ad una modificazione profonda degli appezzamenti, tramite profondi sbancamenti e movimenti di
terra e, riduzione dei terrazzamenti. Più in generale si evidenzia come i modelli attuali e le tipologie edilizie
proposte negli ultimi decenni abbiano a reso meno riconoscibile il sistema storico-insediativo tradizionale .
Nella realizzazione delle opere di progetto, non si prevede nessuna riduzione di superficie boscata o verde
d’interesse.
Con riferimento alle mappe Corine Land Cover, redatte negli anni 2012 e 2018, nell’area di progetto non si
evidenziano variazioni nell’utilizzo del suolo della medesima, classificata in entrambi i casi come terreno
seminativo in area non irrigua. A prescindere dalle classificazioni derivanti dagli strumenti di pianificazione,
l’uso attuale del suolo delle aree in cui si inserisce il progetto è agricolo per una porzione della zona
interessata dall’intervento, e per la restante parte si tratta di terreni incolti.
La richiesta dell’istanza rispetta la c.d. Legge sul contenimento del consumo del suolo LR 14/2017.
La presenza del vicino ecocentro comunale ha contribuito ad uno stato di degrado dell’area, che vede al suo
interno la presenza diffusa di rifiuti a cielo aperto, in particolare localizzate nelle porzioni di terreno non
coltivate e abbandonate. L’intervento in esame andrà quindi ad integrarsi con strutture e manufatti già
presenti da anni e permetterà la sistemazione di un’area fonte di evidente degrado.
Per quanto riguarda la componente in oggetto al precedente paragrafo, il progetto:
    non determinerà la sudpisione di sistemi agricoli o urbani, andando invece a collegare spazi
    pubblici attualmente privi di collegamento e tali da migliorare sensibilmente l’attuale viabilità;
    non prevede una progressiva introduzione di elementi estranei nell’ambito in cui si inserisce;
    non comporterà l’interruzione di processi ecologici ed ambientali.
                          Valutazione
Per gli aspetti di inserimento paesaggistico-ambientale, in merito sostanzialmente alla sistemazione a Verde
si chiedono le seguenti integrazioni:
• bacino di laminazione: prevedere la creazione di un’area completamente boscata in maniera naturaliforme,
impiegando specie opportune sia dal punto di vista botanico (alberi ed arbusti) che delle dimensioni;
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• fascia di vegetazione perimetrale: prevedere l’uso di specie autoctone, a formare una fascia di vegetazione
boscata naturaliforme e non lineare che sia connessa con l’ambito boscato del bacino di laminazione.
Per entrambe va sviluppata la documentazione progettuale specifica: planimetria di SDF e progetto, sezioni
tipo, dettagli, indicando sesti di impianto e tipologie della vegetazione; cme delle opere a verde
considerando anche la manutenzione/gestione per almeno i primi tre anni.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELLA FLORA E FAUNA E LA TUTELA DEGLI HABITAT
Il valore naturalistico-ambientale dell’ambito è identificabile nell’elevata presenza di boschi di latifoglie di
tipologia varia e nell’elevata persità di habitat dovuta alla varietà delle condizioni morfologiche. Nel
complesso il paesaggio naturale si presenta vario con alternanza di perse tipologie naturalistiche ed
ecologiche tra cui boschi, zone umide, aree di risorgiva, anfratti e grotte, prati aridi. Da segnalare l’elevata
superficie occupata da seminativi, uliveti e vigneti.
Da quanto riportato nel SIA, le formazioni vegetali interessate dalle opere sono riconducibili ad arbusti
sviluppatisi in un’area lasciata incolta ed abbandonata, gli esemplari arborei interessati dall’intervento non
sono elementi di particolare pregio e non si segnalano esemplari di alberi monumentali.
Si reputa che la componente biopersità non risenta in modo tangibile dell'attuazione delle richieste del sito
in studio, visto che non vi sono interferenze con corridoi ecologici, soppressione o modifica di habitat,
riduzione di superfici vegetate o disturbi alla fauna.
Il territorio comunale di Longare, inoltre, ricade ampiamente all'interno del SIC IT3220037 – Colli Berici ed è
marginalmente interessato dal SIC IT3220040 – Bosco di Dueville e risorgive limitrofe.
Per quel che riguarda l’area di progetto essa si trova a circa 0.38 km dal più vicino SIC, IT3220037 “Colli
Berici”. Da quanto riportato nella relazione tecnica All.E e DGRV 1400 sono esclusi effetti significativi del
progetto. L’area è inserita nella zona industriale di Longare in prossimità della connessione con la Riviera
Berica ed il collegamento autostradale sulla A31. In aggiunta tra area di progetto e ZSC sono presenti arterie
viabili, aree urbane, siti industriali. Non è prevista inoltre alcuna azione tra quelle che determinano la
vulnerabilità dei siti.
A circa 200 m dal sito in oggetto il territorio comunale è attraversato dal passaggio di un corridoio ecologico
secondario; La distanza dal medesimo e la coerenza con le previsioni della pianificazione comunale,
garantisce la legittimità dell’intervento.
                          Valutazione
Si ritiene necessario prevedere specifici approfondimenti:
- procedere con una valutazione previsionale dell'impatto acustico sulle componenti animali nella ZSC Colli
Berici in particolare per quanto riguarda le macchine operatrici (gruppo frantumazione );
- prevedere una proiezione verso il basso dei fasci illuminanti delle lampade del sistema di illuminazione
esterno; l'illuminazione negli orari extra-lavorativi, inoltre, dovrebbe essere eliminata o ridotta al minimo
necessario per le norme di sicurezza, al fine di evitare di produrre ulteriore inquinamento luminoso.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.



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CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
Come impatto rilevante sulla componente Popolazione e salute umana, per l’intervento richiesto la
proponente ha ritenuto di valutare l’incidenza del traffico e degli aspetti viabilistici.
Altri potenziali fattori possono essere determinati dalla presenza di emissioni diffuse di polveri e dalla
componete rumore.
In merito al presente aspetto non vi sono rilievi e/o osservazioni da parte dell’Ulss competente per territorio.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.


              VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
                          CONCLUSIONI
Il progetto in esame non si pone in contrasto ovvero in condizioni di interferenze rispetto ad altri piani,
progetti o interventi in zone limitrofe, né questi ultimi possono interagire con l’intervento oggetto del parere.
Non si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti.
Il grado di approfondimento documentale, la tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi
riportati possono essere considerati adeguati alle finalità che il proponente intende conseguire.
Non sussistono osservazioni contrarie alla prosecuzione dell’attività.
La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a ritenere come il
progetto non comporta pressioni o effetti/impatti significativi sull'ambiente determinati dall’esercizio
dell’impianto, salva la necessità di verifica dell’intervento di mitigazione acustica, ovvero di qualificazione
ulteriore delle emissioni in atmosfera.
Il progetto non determina, inoltre, alcun impatto aggiuntivo e/o significativo rispetto all’esercizio corrente.
Rispetto al territorio circostante l’iniziativa in esame va interpretata positivamente, sussistendo un’assenza di
rischi ambientali, sanitari ed ecologici.

                      Tutto ciò premesso si esprime
                            PARERE
          al non assoggettamento alla V.I.A. con le prescrizioni di seguito citate.
In sede di collaudo si dovrà procedere con i seguenti adempimenti/obblighi.
1. EoW
Ai fini del riconoscimento dell’EoW si dovrà adempiere a quanto previsto dal DM 152/2022, avendo partico-
lare cura di definire in modo univoco le necessarie operazioni di recupero quali, ad esempio, quelle legate al
rifiuto EER 200202, che configurerebbe una procedura “caso per caso” ovvero al rifiuto EER 170302 per il
quale si potrebbe fare riferimento anche al DM 69/2018.
2. Impatto acustico
La compatibilità acustica mediante indagine di verifica del rispetto del criterio differenziale dovrà essere alle -
gata alla documentazione di collaudo, da ripetersi poi con frequenza triennale,mirata ai ricettori presenti in
prossimità dell’impianto:
a) le modalità di effettuazione delle misurazioni, sia con riguardo al campionamento spaziale (scelta dei pun -
ti di misura), sia con riguardo al campionamento temporale (scelta dei tempi di misura), saranno comunica -
te con congruo preavviso ad Arpav;

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b) nel caso i valori non siano rispettati, dovranno essere messi in opera i correttivi necessari, mediante una
specifica progettazione da presentarsi all’Amministrazione comunale ed ARPAV, a cui, nel frattempo, sa-
ranno stati comunicati i risultati delle analisi;
c) l’indagine dovrà essere condotta da un soggetto qualificato terzo, rispetto all’estensore dello Studio Previ -
sionale di Impatto Acustico
In sede di comunicazione di avvio dei lavori si dovrà procedere a:
3. Dare evidenza:
- del rispetto delle condizioni e prescrizioni di cui al parere del Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta
(allegato 1);
- dell’avvenuta conpisione del piano di scavi archeologici con la competente Soprintendenza.
4. L’azienda dovrà procedere ad inpiduare ed attuare un’idonea procedura di formazione del personale ad -
detto al ricevimento-selezione-trattamento dei rifiuti, tenendo conto degli aspetti ambientali e di sicurezza/
rischio segnalati (chimico e rumore); di tale definizione dovrà essere dato riscontro in occasione della presen-
tazione del certificato di collaudo finalizzato all’ottenimento dell’autorizzazione all’esercizio.

Vicenza, 19 gennaio 2023
  F.to Il Segretario                                    F.to Il Presidente
Arch. Benedetto De Santis                                  Andrea Baldisseri




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