Parere

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   VERBALE DELLA COMITATO TECNICO PROVINCIALE VIA
           DEL 11/05/2023
L'anno 2023, il giorno 11 del mese di MAGGIO alle ore 16:30 il Comitato Tecnico Provinciale di V.I.A si è riunito nella
sede provinciale, a seguito di regolare convocazione, per trattare il seguente argomento: Geo Scavi srl Verifica di assogget-
tabilità alla Valutazione di Impatto Ambientale per nuovo impianto di recupero rifiuti inerti non pericolosi. Localizzazione – comune
di Montecchio Maggiore, località Pontesello

All'appello risultano:

SQUARCINA FILIPPO                 Presidente              Assente


BALDISSERI ANDREA               Responsabile servizio           Presente


CORTESI ANGELO                  Commissario              Assente


DE MARCHI ROBERTO                 Commissario              Presente


FERRARI CARLO                   Commissario          Presente in collegamento


MONTANARI RICCARDO                Commissario              Presente


MURARO TERESA                   Commissario              Presente


ROSSI STEFANO                   Commissario              Presente


SALVIATI STEFANO                 Commissario          Presente in collegamento


SERRAIOTTO MARIO                 Commissario          Presente in collegamento


SVEGLIADO GIULIA                 Commissario          Presente in collegamento


VALVASSORI RIMSKY                 Commissario              Assente


VICENTIN ALBERTO                 Commissario              Assente


La Commissione viene presieduta da Andrea Baldisseri, giusta delega del Presidente prot. 20599 del 11/05/2023, che
riconosciuta legale l’adunanza in conformità dell’art. 7 del Regolamento per il funzionamento del Comitato Tecnico Pro-
vincia VIA, udita la relazione istruttoria, accertata la completezza delle informazioni e preso atto della proposta pro -
gettuale contenuta nella documentazione tecnica presentata, esprime congiuntamente al CTP VIA parere unanime, per
la pratica in oggetto, nel parere sotto riportato.




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                          Geo Scavi S.R.L.
                            PARERE N. 10/2023

Oggetto: Nuovo impianto di recupero rifiuti inerti non pericolosi.
PROPONENTE:               Geo Scavi S.R.L..
SEDE LEGALE:              Strada di Bisortole n. 3 – Sovizzo
SEDE INTERVENTO:            Località Pontesello – Montecchio Maggiore
TIPOLOGIA ATTIVITÀ:           Impianti di recupero di rifiuti non pericolosi
PROCEDIMENTO:              Verifica di assoggettabilità a VIA ai sensi dell'art. 19 del D.Lgs 152/06
MOTIVAZIONE V.I.A:           ALLEGATO IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - 7. Progetti di
                    infrastrutture - z.b) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non
                    pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante
                    operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del
                    decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
COMUNE INTERESSATO:           \\\
DATA DOMANDA:              12, 18, 20 e 26 gennaio 2023
DATA PUBBLICAZIONE:           07 febbraio 2023
DATA INTEGRAZIONI:           26 aprile 2023

DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
Titolo                            Nome file

Relazione Illustrativa                    Relazione Illustrativa Geo Scavi.pdf.

Preventivo di spesa                     Preventivo di spesa Geo Scavi.pdf.

Studio Preliminare Ambientale                Studio Preliminare Ambientale Geo Scavi.pdf.

Dichiarazione di non necessità VINCA e Relazione Allegata Dichiarazione di non necessità VINCA e Relazione Allegata Geo Scavi.pdf.

Valutazione previsionale impatto acustico          Valutazione previsionale impatto acustico Geo Scavi Montecchio Maggiore.pdf.

TAV.1- Inquadramento Generale                TAV 01 Inquadramento Geo Scavi.pdf.

TAV.2 – Viabilità di accesso: planimetria generale      TAV 02 Viabilità accesso Geo Scavi.pdf.

TAV.3 – Stato di fatto: planimetria generale         TAV 03 SF planimetria generale Geo Scavi.pdf.

TAV.4 – Capannone - Stato di fatto: prospetti e sezioni   TAV 04 SF prospetti e sezioni Geo Scavi.pdf.

TAV.5 – Stato di progetto: planimetria generale       TAV 05 SP planimetria generale Geo Scavi.pdf.

TAV.6 – Capannone - Stato di progetto: prospetti e sezioni  TAV 06 SP prospetti e sezioni Geo Scavi.pdf.

TAV.7 – Stato di progetto: planimetria di layout       TAV 07 SP planimetria layout Geo Scavi.pdf.

TAV.8 – Stato di fatto: planimetria rete fognaria      TAV 08 SF Rete fognaria Geo Scavi.pdf.

TAV.9 – Stato di progetto: planimetria rete fognaria     TAV 09 SP Rete fognaria Geo Scavi.pdf.




                          PREMESSE ED UBICAZIONE
La ditta intende avviare un’attività di recupero rifiuti inerti non pericolosi in procedura ordinaria con le se-
guenti modalità:
• R13 - “Messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei punti da R1 a R12
• R12 - “Scambio di rifiuti per sottoporli ad una delle operazioni indicate da R1 a R11
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• R5 - “Riciclo/recupero di sostanze inorganiche”.
A tale fine la Ditta ha acquisito la disponibilità del capannone esistente presso l’ex-discarica di loc. Pontesello
in Comune di Montecchio Maggiore, che ricade sui mappali comunali censiti nel Catasto Terreni al Foglio 14
mappali n. 57-138 e porzione dei mappali n. 58-61 (Determina Dirigenziale n. 535 del 31.08.2022).
Le quantità massime di rifiuti che verranno gestite nell’impianto, stimate sul numero massimo di conferi-
menti previsti al giorno, sono le seguenti:
a) quantità massima annua di rifiuti in stoccaggio (in ingresso): 190.000 ton/anno
b) quantità massima istantanea di rifiuti in stoccaggio (in ingresso): 4.200 tonnellate
c) quantità massima di rifiuti in stoccaggio (prodotti dall’attività) 100 tonnellate
d) quantità massima giornaliera di rifiuti sottoposti a trattamento: 800 tonnellate
e) quantità massima annua di rifiuti sottoposti a trattamento: 180.000 tonnellate
Si tratta di un impianto di recupero rifiuti inerti non pericolosi finalizzato alla produzione di aggregati rici -
clati da utilizzare principalmente come sottofondi stradali e di terre e rocce da scavo da utilizzare per ripri -
stini ambientali e per la formazione di giardini.
L’impianto viene realizzato all’interno del capannone a servizio dell’ex-discarica per rifiuti urbani di località
Pontesello.
L'area in cui sorge il capannone è situata in Comune di Montecchio Maggiore, in località Pontesello, circa 700
m ad E del confine comunale con Arzignano con i nuclei principali degli abitati di Montecchio ed Arzignano
che distano rispettivamente 1 km verso E ed oltre 3 km verso W; l’accesso avviene da via Ponte Guà (S.P. 33).
Il sito ricade territorialmente nella parte occidentale della Provincia di Vicenza, nel fondovalle compreso tra
le propaggini meridionali dei Lessini, in prossimità dello sbocco in pianura della Valle dell'Agno-Guà.
Tutti gli accessi all’impianto sono dotati di cancello per impedire l'ingresso alle persone non autorizzate.
L’abitazione più vicina è posta a nord-ovest e dista circa 200 m dal capannone.
Nell’area di intervento il PAT inpidua la presenza del vincolo sismico zona 3 (art. 13 delle NTA) presente
su tutto il territorio comunale e di una piccola parte della fascia di rispetto per vincolo paesaggistico – corsi
d’acqua (art. 9 delle NTA).
Il P.R.G., nella Variante Generale di Assestamento approvata con le delibere di G.R.V. n° 2121 del 2007 e
D.G.R.V. n°815 del 2008, classifica l’area di interesse come area per progetti speciali extra standard, art.33.




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                          Ortofoto del sito

            QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO

STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
• Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
• Piano Territoriale Provinciale di Coordinamento (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
• Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di Montecchio Maggiore;
• Piano degli Interventi (P.I.) del Comune di Montecchio Maggiore;
• Piano Regionale di Tutela delle Acque (P.T.A.);
• Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera;
• Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Urbani e Speciali;
• Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.);
• Piano di Gestione dei Rischi Alluvionali;
• Piano Faunistico Venatorio Regionale;
• Rete Natura 2000.
Il Quadro Programmatico presenta un’adeguata inpiduazione ed analisi degli strumenti di pianificazione
territoriale che interessano l’area, ma si ritiene di chiedere specifici approfondimenti, considerata la necessità
di rapportare analiticamente il progetto con le sotto elencate sensibilità ambientali, coordinando le stesse,
eventualmente, con il Quadro Progettuale e/o le matrici di riferimento del Quadro Ambientale, anche al fine
di inpiduare possibili mitigazioni.
                          Valutazioni
PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE
Non è stato indicato il fatto che l’area interessata è all’interno:
- di una zona con “Grado di vulnerabilità ‘A’ alto (Valore Sintacs 50-70)” (Fig. 2.2 relativa alla “Carta della
Vulnerabilità Intrinseca della falda freatica della Pianura Veneta”).
- di “Zone vulnerabili - Alta pianura - zona di ricarica degli acquiferi” (Deliberazione del Consiglio regionale
n. 62 del 17 maggio 2006) (Fig. 2.3 relativa alle “Zone vulnerabili da nitrati di origine agricola”)


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- di “Zone omogenee di protezione - Zona della ricarica” (Tav. 36 ralativa a “Zone omogenee di protezione
dall'inquinamento”).
Tali sensibilità dovranno essere messe in relazione con l’impianto e le integrazioni a riguardo dovranno
essere valutata all’interno del Quadro Ambientale “Caratterizzazione dell’ambiente idrico” e “Caratterizzazione
del suolo e del sottosuolo”.
Inoltre, si evidenzia come per quanto riguarda il vincolo paesaggistico (cfr. P.T.C.P., P.A.T., P.I. ), ci si limiti
a dichiarare di prevedere che il progetto di sistemazione del capannone esistente verrà sottoposto alla
Soprintendenza ai Beni Paesaggistici per il necessario parere.
Infine, si segnala che per quanto riguarda la presenza di un corridoio ecologico (cfr. P.T.R.C., P.T.C.P.), ci si
limiti a dichiarare che nel progetto verrà mantenuta una fascia alberata di circa 15 m di spessore verso il
corridoio ecologico secondario.
Si chiede, altresì, di esplicitare se in sede di successivo procedimento di autorizzazione alla gestione rifiuti, si
renda necessario operare la variante urbanistica ai sensi dell’art. 208, comma 6, del D.Lgs. 152/2006 e ss. mm.
e ii.. e, in caso affermativo occorre che vengano specificate le norme incoerenti con il progetto e che il comune
di Montecchio Maggiore si esprima relativamente alla variante succitata.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

             QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
La GeoScavi S.r.l., con determina dirigenziale del Comune di Montecchio Maggiore n. 535 del 31.08.2022, si Ł
aggiudicata la locazione del capannone ex discarica di località Pontesello insistente sui mappali comunali
censiti nel Catasto Terreni di questo Comune al Foglio 14 mappali n. 57-138 e porzione dei mappali n. 58-61.




La pavimentazione interna del capannone è realizzata in cls, mentre quella esterna, limitrofa al capannone
esistente, sempre realizzata in cls, è dotata di rete di raccolta delle acque meteoriche.
Il capannone verrà dotato di idonei uffici e servizi igienici a servizio del personale addetto all’impianto; è
prevista inoltre la realizzazione di una tettoia in metallo sul lato est del capannone.


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Il lay-out dell’impianto è organizzato in:
- N.4 aree per lo stoccaggio dei rifiuti in ingresso;
- N.4 aree per lo stoccaggio dei materiali trattati in attesa di certificazione;
- N.2 aree per lo stoccaggio delle EoW;
- N.4 container per lo stoccaggio dei rifiuti in ingresso;
- N.4 container per lo stoccaggio dei rifiuti prodotti.




DESCRIZIONE DEL CICLO DI PRODUZIONE
L’attività prevista riguarda il recupero di materiali inerti non pericolosi, a partire da terre e rocce da scavo,
materiali inerti provenienti da costruzioni e demolizioni, scarti da lavorazioni della pietra e della ceramica,
minerali. Le operazioni di recupero previste sono le seguenti:
   R5 Riciclaggio/recupero di altre sostanze inorganiche


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    R12 Scambio di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate da R1 a R11; il D. Lgs. 205/2010
     ha aggiunto una nota esplicativa secondo la quale nella attività R12 ricadono le operazioni
     preliminari precedenti al recupero, in mancanza di un altro codice R appropriato, come, tra l’altro, la
     cernita, la frammentazione, la compattazione, la pellettizzazione, l’essicazione, la triturazione, il
     condizionamento, il ricondizionamento, la separazione, il raggruppamento prima di una delle
     operazioni indicate da R1 a R11;
   R13 Messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei punti da R1 a R12
     (escluso il deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui sono prodotti).
In particolare, le operazioni di tipo R12 che verranno effettuate presso l’impianto sono le seguenti:
- Accorpamento, che consiste nell’accumulo con commistione di partite di rifiuti, caratterizzate dall’essere
identificabili con lo stesso codice CER ma provenienti da Produttori persi, finalizzata all’ottimizzazione
della logistica. Il rifiuto sottoposto a questa operazione, che mantiene il codice CER originario, viene poi
avviato al recupero nelle modalità indicate nei paragrafi seguenti;
- R12mix, che riguarda l’accumulo misto di rifiuti costituiti dallo stesso materiale ed aventi le stesse
caratteristiche fisiche.
L’impianto di recupero rifiuti inerti non pericolosi produrrà le seguenti tipologie di materiali:
• materiali ottenuti come EoW ai sensi del Decreto 27 settembre 2022, n. 152:
     o EoW1: Aggregato riciclato, dai codici EER 01.04.08, 01.04.10, 01.04.13, 10.12.08, 10.13.11, 17.01.01,
     17.01.02, 17.01.03, 17.01.07, 17.03.02, 17.05.08 e 17.09.04;
• materiali ottenuti come EoW “caso per caso” secondo procedure tecnico-gestionali in conformità alle “Linee
Guida per l’applicazione della disciplina End of Waste di cui all’art.184 ter comma 3 ter del D.Lgs.152/2006 –
Revisione gennaio 2022”:
         EoW2: Terreno vagliato (colonna A), dai codici EER 17.05.04 e 20.02.02;
         EoW3: Terreno vagliato (colonna B), dai codici EER 17.05.04 e 20.02.02.
Per l’EoW 1 il riferimento è agli aggregati riciclati previsti dal Decreto 152/2022, mentre per quanto riguarda
le EoW 2 e 3, considerato che si tratta di “attività di recupero autorizzate caso per caso”, si è proceduto,
secondo quanto previsto dalla nuova normativa in materia di EoW, predisponendo specifiche schede
tecniche riportanti le procedure tecnico-gestionali in conformità alle Linee Guida SNPA del gennaio 2022.
Le quantità massime di rifiuti che verranno gestite nell’impianto, stimate sul numero massimo di
conferimenti previsti al giorno, sono le seguenti:
a) quantità massima annua di rifiuti in stoccaggio (in ingresso): 190.080 ton/anno;
b) quantità massima istantanea di rifiuti in stoccaggio (in ingresso): 4.200 tonnellate;
c) quantità massima di rifiuti in stoccaggio (prodotti dall’attività) 100 tonnellate;
d) quantità massima giornaliera di rifiuti sottoposti a trattamento: 800 tonnellate;
e) quantità massima annua di rifiuti sottoposti a trattamento: 180.000 tonnellate.
La quantità massima istantanea di EoW in stoccaggio presso l’impianto è la seguente:




L’EoW n. 2 (terreno vagliato colonna A), una volta ottenuta la necessaria caratterizzazione verrà conferita
direttamente nel sito dei Laghetti oggetto di ripristino ambientale.
Per quanto riguarda il cumulo con altri progetti, l’intervento in oggetto si affianca a quello denominato
“Progetto di ricomposizione ambientale con consolidamento scarpate e riqualificazione del terreno denominato laghetti


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di Giulietta e Romeo”, che ha ottenuto il provvedimento di esclusione dalla procedura di Valutazione di
Impatto Ambientale con Determina n.278 del 3/03/2021 della Provincia di Vicenza.
Il presente progetto risulta integrato con quello di ricomposizione dei laghetti di Giulietta e Romeo in quanto
parte della fornitura di terra che verrà utilizzata per la ricomposizione ambientale sarà proveniente proprio
dal nuovo impianto di recupero.
I due progetti, di ricomposizione ambientale e dell’impianto di recupero rifiuti inerti, pertanto non risultano
in contrasto, ma si integrano l’un l’altro, dato che i materiali utilizzati per il modellamento dell’area dei
laghetti passerebbero prima, quando utile, dall’impianto di recupero.
                           Valutazione
In relazione all’intervento strutturale si rileva:
    l’assenza di una chiara indicazione dell’area adibita al parcheggio mezzi (pala gommata,
     escavatori ..) e della logistica interna dei conferimenti all’impianto; si chiede pertanto la
     presentazione di una planimetria di progetto dedicata alla rappresentazione:
     ◦ dell’area adibita a parcheggio mezzi,
     ◦ dell’area di sosta per le operazioni di carico e scarico,
     ◦ della viabilità interna dei mezzi, con volumi di ingombro, differenziata tra percorsi in ingresso e
       uscita;
    la mancanza di una descrizione delle caratteristiche strutturali della nuova tettoia lungo il lato est del
     capannone esistente; pertanto si chiede un approfondimento sulla progettazione del nuovo
     fabbricato in relazione alle: verifiche sull’analisi di stabilità laterale delle pareti al carico di rifiuti, alla
     funzione di contenimento delle emissioni diffuse in atmosfera, alla funzione di copertura dei rifiuti
     conferiti dalle acque meteoriche e alla funzione di mitigazione degli impatti acustici.
In relazione alla gestione si richiede un approfondimento:
     ◦ sulla provenienza dei rifiuti conferibili appartenenti al Capitolo 20 dell’Allegato D, Parte IV,
       D.Lgs. 152/2006, in considerazione del fatto che la raccolta ed il trasporto rifiuti risulta essere in
       privativa dei Comuni o dei Consigli di Bacino;
     ◦ sulle procedure gestionali interne e l’organizzazione impiantistica della ditta in funzione di un
       duplice scenario di esercizio dell’attività: 1) attività in esercizio dell’impianto a tempo e funzione
       della produzione di materiale EoW (es. terre recuperate colonna A), indirizzate alla
       riqualificazione dell’adiacente area “laghetti di Giulietta e Romeo”, e 2) attività in esercizio
       ordinaria di produzione di materiale EoW a chiusura della riqualificazione ambientale del sito
       sopracitato;
     ◦ sulle motivazioni per cui nella planimetria di progetto Tavola 07 è previsto di stoccare in R13 il
       codice EER 170302 (miscele bituminose perse da quelle di cui alla voce 170301) sia nel dedicato
       BOX 7 che nell’AREA 1;
     ◦ sulla gestione interna e tipologia delle frazioni merceologiche di rifiuti derivanti dalle operazioni
       di recupero R12 previste sugli imballaggi misti (EER 150106), considerata l’assenza di previsione
       di stoccaggio del codice EER 191201, 191204 e 191205;
     ◦ dimensionamento (espresso in mc e ton) dei cumuli di rifiuti conferiti, trattati e del materiale
       EoW, tenendo in considerazione la natura sciolta del rifiuto/materiale in questione (angolo di
       riposo) e in coerenza con le aree inpiduate in planimetria.
Le integrazioni fornite hanno parzialmente soddisfatto quanto richiesto, si reputa pertanto necessario
procedere con specifiche prescrizioni atte a sopperire le attuali carenze documentali nella successiva fase di
presentazione dell’istanza ai sensi dell’art.208 del D.Lgs. 152/2006.




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                          VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento, si ritiene tuttavia necessario prevedere specifiche prescrizioni per la successiva fase di approvazione
progetto ex art.208 del D.Lgs. 152/2006.
                              111
              QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
Il principale fattore di impatto che può avere delle ripercussioni sul bersaglio “atmosfera” è identificabile
nelle emissioni in atmosfera.
Queste comprendono sia le emissioni da traffico, ossia dai mezzi di trasporto utilizzati per trasportare i
materiali da e per l’impianto, sia le emissioni di polveri durante la fase di frantumazione. Le emissioni di
inquinanti atmosferici dovute ai mezzi di trasporto apporteranno un lieve contributo alle emissioni da
traffico già presenti nell’area.
Per ridurre la dispersione di polveri verranno adottate le seguenti azioni di mitigazione:
• realizzazione di un impianto di nebulizzazione delle aree di lavoro (frantumatore, nastri e vaglio);
• bagnatura dei cumuli con sistema di nebulizzazione;
• contenimento della velocità di transito all’interno delle aree di lavorazione;
• copertura dei cassoni dei camion mediante teloni.
Sulla base delle valutazioni effettuate in merito agli impatti sulla componente atmosfera, derivanti per lo più
dalle emissioni di polveri, a parere degli estensori dello Studio Preliminare Ambientale, complessivamente,
la significatività degli impatti sull’atmosfera può considerarsi “negativo trascurabile”.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
in fase di progettazione dell’impianto si è previsto di limitare i possibili impatti derivanti dal dilavamento
dei rifiuti attraverso l’utilizzo del capannone esistente e di una nuova tettoia, all’interno del quale vengono
effettuate le attività di recupero; inoltre, è già operante una rete fognaria per la raccolta delle acque
meteoriche.
I possibili impatti sull’ambiente idrico derivanti dagli scarichi idrici provenienti dall’impianto in progetto
possono quindi essere considerati molto limitati. Entrambi gli impatti sono da considerarsi negativi
trascurabili, dato che in fase di progettazione già vengono previsti tutti gli accorgimenti tecnici e progettuali
per ridurre l’impatto sulle risorse idriche.
Si ritiene opportuno valutare la realizzazione di una muretta di recinzione con altezza minima da evitare
l’afflusso di acque di ruscellamento superficiali provenienti dai terreni limitrofi, che si segnala essere
rappresentati da una discarica.
                         Valutazione
Non risulta presente una descrizione puntuale della rete di raccolta delle acque meteoriche di dilavamento
dei piazzali e dei pluviali e la relativa gestione degli scarichi; si chiede di presentare un approfondimento
anche con riferimento alla commistione presente con la rete in capo al gestore della discarica Agno Chiampo
Ambiente s.r.l.., chiarendo altresì la funzione dei pozzetti di raccolta interni che non sembrano essere
congruenti con il tipo di rifiuti in gestione.

                                                         Pag. 9 di 21
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Le integrazioni fornite hanno parzialmente soddisfatto quanto richiesto, si reputa pertanto necessario
prescrivere che l’istanza da presentare ai sensi dell’art.208 del D.Lgs. 152/2006, sia previsto che i pozzetti
interni al capannone relativi alla raccolta di eventuali colaticci/acque di spazzamento del piazzale interno al
capannone non debbano essere raccordati alla rete dei pluviali e gestiti separatamente, al fine di evitare
potenziali commistioni.
                          VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento, si ritiene tuttavia necessario prevedere specifiche prescrizioni per la successiva fase di approvazione
progetto ex art.208 del D.Lgs. 152/2006.

CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
Dal punto di vista geomorfologico, il sito ove sorge il capannone si trova nell’ampio fondovalle: qui il terreno
si presenta pianeggiante, con una leggera pendenza verso SE e quote del piano campagna originario intorno
ai 75 m slm. Elemento morfologico naturale è il T. Poscola, un modesto corso d’acqua, tributario del F. Guà,
che rappresenta il drenaggio principale della zona: un suo argine golenale lambisce la parte sud-occidentale
dell’area in esame. Elementi morfologici antropici sono le numerose depressioni originate dall’attività
estrattiva di materiale ghiaioso, che raggiungono profondità anche sensibili, le discariche, le arginature del
Guà e le infrastrutture viarie.
I materiali costituenti il materasso sono ghiaie in matrice sabbiosa, con presenza di frazione sottile e di livelli
di materiale coerente, senza soluzione di continuità. Le analisi granulometriche rilevano la netta prevalenza
di ghiaie (65-70%) e sabbie (15-20%), con ciottoli e frazioni fini in subordine (rispettivamente 5-7% e 6-10%).
Il materasso alluvionale, poggiante su un substrato roccioso di natura prevalentemente vulcanica, presenta
spessori variabili, passando dai 120 m della zona di Trissino, ai 180 m nei pressi del Cimitero di Arzignano,
ai 320 m di Montebello Vicentino.
Nell’area in esame la Carta Geolitologica del PAT indica la presenza di materiali granulari più o meno
addensati dei terrazzi fluviali e/o fluvioglaciali antichi a tessitura prevalentemente ghiaiosa e sabbiosa e di
materiali di riporto (ex discariche).




Per quanto riguarda gli aspetti idrogeologici, vale a dire delle acque sotterranee, il sottosuolo ghiaioso ospita
un acquifero permeabile ed idraulicamente ancora indifferenziato, per la mancanza di orizzonti
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impermeabili continui, con una ricca falda freatica. L’alimentazione Ł assicurata soprattutto dalle forti
dispersioni del corso d’acqua maggiore, in questo caso l’Agno, specie nel tratto più montano, a N di Cornedo
Vic.; in subordine dalle precipitazioni meteoriche dirette, dall’irrigazione, dal ruscellamento di versante e dai
corsi d’acqua minori.
Il regime della falda evidenzia la stretta correlazione con quello fluviale: due periodi di piena, uno
primaverile ed uno autunnale, due di magra, uno tardo-invernale ed uno estivo. Eventi critici sono da
considerarsi i periodi di piena, che raggiungono i massimi livelli freatici generalmente nei mesi di maggio e
dicembre. La profondità della superficie freatica varia secondo l’andamento stagionale delle precipitazioni
atmosferiche e dei periodi di piena fluviali, con valori anche di – 6 m. Nell’area in esame, secondo la Carta
Idrogeologica del PAT, la superficie freatica si trova a circa 12 m dal piano di campagna.




La direzione del deflusso sotterraneo è mediamente NW-SE, sviluppandosi parallelamente all’asse vallivo; il
gradiente idraulico è variabile, generalmente compreso tra lo 0,5 e lo 0,8% nella zona in esame.
La velocità effettiva o reale della falda costituisce un importante parametro idrogeologico, direttamente
proporzionale alla permeabilità ed al gradiente ed inversamente proporzionale alla porosità efficace.
Essa è spesso assai variabile, in quanto si instaurano percorsi preferenziali, specie lungo i paleoalvei.
Determinazioni dirette ed indirette concordano nell’assegnare a depositi alluvionali grossolani valori medi
dell’ordine di 2 - 3 metri al giorno. La vulnerabilità della falda, cioè la sua esposizione ad eventuali
contaminanti, è legata essenzialmente all’alta permeabilità del sottosuolo, anche se la sua discreta profondità
assicura una certa autodepurazione nell’attraversamento dell’insaturo e la copertura eluviocolluviale di
natura argillosa è un ulteriore fattore di protezione dell’acquifero. La vulnerabilità è comunque da
considerarsi “elevata” in quanto la forte urbanizzazione ha portato al progressivo smantellamento della
coltre per la costruzione di fondazioni, manufatti, cave, pozzi disperdenti e pozzi di approvvigionamento.
Il potenziale impatto sul suolo e sul sottosuolo è in genere connesso alla potenziale infiltrazione delle acque
meteoriche arricchite di sostanze inquinanti. Tuttavia, nel caso in esame, tale impatto viene escluso proprio
per l’adozione di accorgimenti tecnici, in particolare l’impermeabilizzazione delle superfici di lavorazione e
deposito rifiuti e materie recuperate e la presenza di un sistema di raccolta delle acque meteoriche.

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                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
Il clima acustico della zona è stato rilevato dal dott. Ravagnan nelle misurazioni effettuate nel novembre del
2022 durante il periodo diurno. Dalla sua relazione, allegata al presente studio, si possono ricavare le
seguenti informazioni. E’ stata condotta una campagna fonometrica con campionamenti del clima acustico
localizzati nella seguente figura:




La valutazione previsionale di impatto acustico, generato dall’attività di progetto, ha concluso che:
- il valore limite di emissione assoluto diurno sarà rispettato;
- il valore limite di immissione assoluta diurna sarà rispettato;
- il valore limite di immissione assoluta diurno inerente al traffico veicolare indotto a servizio dello
stabilimento della ditta Geo Scavi S.r.l. sarà rispettato;
- in relazione al valore di immissione valutato con criterio differenziale, una potenziale criticità non trova
conferma se si considera la simulazione di una reale misura strumentale presso i punti di campionamento
(confine di pertinenza del recettore).
In definitiva, viene concluso che: “non si assiste ad un reale superamento dei valori limite”.
Per quanto attiene il disturbo arrecato dal rumore e dalla viabilità, la localizzazione, la lontananza dalle
abitazioni ed il fatto che la maggior parte delle attività venga svolta all’interno di un capannone permette
infatti di considerare limitati gli impatti sulla qualità della vita. In particolare, per quanto riguarda il rumore,
dalla Valutazione di impatto acustico predisposta per l’impianto in progetto (e a cui si rimanda per maggiori
dettagli), è emerso che sono conformi ai valori limite previsti dai regolamenti vigenti le emissioni acustiche
assolute, le immissioni acustiche assolute e le immissioni acustiche differenziali presso i ricettori.
                          Valutazione
L’approccio seguito nella valutazione risulta alquanto articolato e con dati di dettaglio per i quali non è
possibile una verifica puntuale; considerato, da una parte l’approccio poco cautelativo in merito alla
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definizione dei livelli di pressione sonora dovuti alle sorgenti e dall’altra invece ipotesi cautelative
relativamente al funzionamento di dette sorgenti e alla fase di confronto con i limiti, si rimanda ad una
campagna approfondita in fase di post operam da effettuare a ricettore.
Sulla base dei risultati si potrà valutare la necessità di evitare il funzionamento contestuale di alcune sorgenti
sonore (in particolare quelle maggiormente disturbanti in termini di emissioni sonore) e di intervenire con
barriere al fine di proteggere ricettori o biotopi vicini.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI
L’insieme di tutte le onde elettromagnetiche, distinte in base alla loro frequenza, viene detto spettro
elettromagnetico.
Lo spettro può essere piso in due parti, a seconda che le onde siano dotate o meno di energia sufficiente a
ionizzare gli atomi della materia con la quale interagiscono:
• radiazioni non ionizzanti (NIR = Non Ionizing Radiations), che comprendono le radiazioni fino alla luce
visibile;
• radiazioni ionizzanti (IR = Ionizing Radiations), che coprono la parte dello spettro dalla luce ultravioletta ai
raggi gamma.
L’inquinamento elettromagnetico o elettrosmog è prodotto da radiazioni non ionizzanti con frequenza
inferiore a quella della luce infrarossa. Le radiazioni non ionizzanti d’interesse ambientale si pidono in:
• radiazioni a bassa frequenza (ELF), con frequenza pari a 50 Hz, generate dagli elettrodotti;
• radiazioni a radio frequenza (RF), con frequenza compresa tra 100 kHz e 300 GHz, generate da impianti
radiotelevisivi, ponti radio, stazioni radio base per la telefonia mobile, ecc.
I due gruppi di onde elettromagnetiche interagiscono in modo differente con gli organismi viventi e
comportano rischi persi per la salute umana, vanno quindi trattati separatamente. Il Comune di
Montecchio Maggiore Ł attraversato da tre linee elettriche ad alta tensione, che passano lontano dall’area in
esame. Per quanto riguarda gli impianti delle reti di telefonia mobile, il più vicino si trova circa 250 m a
NNW.
Le radiazioni ionizzanti sono particelle e onde elettromagnetiche dotate di elevato contenuto energetico, in
grado di rompere i legami atomici del corpo urtato e caricare elettricamente atomi e molecole neutri - con un
uguale numero di protoni e di elettroni – ionizzandoli: è il fenomeno della radioattività.
Il radon è un gas radioattivo naturale, incolore e inodore, prodotto dal decadimento radioattivo del radio,
generato a sua volta dal decadimento dell’uranio, elementi che sono presenti, in quantità variabile, ovunque
nella crosta terrestre. La principale fonte di immissione di radon nell’ambiente è il suolo, insieme ad alcuni
materiali di costruzione –p.es. il tufo vulcanico- e, in qualche caso, all’acqua. Il radon fuoriesce dal terreno,
dai materiali da costruzione e dall’acqua: se all’aperto si disperde in atmosfera, negli ambienti chiusi si può
accumulare, raggiungendo concentrazioni elevate.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
Dall’esame dell’Atlante ricognitivo del PTRC, la porzione del Comune di Montecchio Maggiore in cui si
colloca l’area in esame ricade nell’ambito paesaggistico n. 14 “Prealpi Vicentine”, ambito in parte montano

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ed in parte collinare, comprendendo la parte occidentale delle Prealpi vicentine, caratterizzato dall’alternarsi
dei rilievi prealpini e di ampie valli che si aprono nell’alta pianura.
L’ambito è incentrato sulle propaggini orientali dei Lessini, dove si aprono le lunghe valli che lo connotano
(Valle dell’Agno e del Chiampo) ed è caratterizzato da litologie carbonatiche (calcareniti) tipicamente
prealpine, che si alternano a rocce basaltiche, legate ad effusioni terziarie.
Il territorio comunale ha visto, come già osservato, un forte sviluppo delle aree artigianali, industriali e
residenziali a discapito di quelle agricole, che nella relazione ambientale del PAT vengono sudpise in tre
parti:
1. una parte centro-settentrionale, con aziende condotte per lo più part-time su estensioni limitate ed in un
contesto di elevato frazionamento fondiario; le colture prevalenti sono la vite, l’ulivo, il prato ed il prato-
pascolo;
2. una parte di pianura orientale, con presenza di aziende vitali ad indirizzo zootecnico e colture soprattutto
cerealicole e foraggere, in un contesto naturale abbastanza integro;
3. una parte di pianura occidentale, con un tipo di conduzione aziendale e colture simili alla parte orientale,
ma con minori allevamenti zootecnici.
Nel territorio comunale vi sono una trentina di aree di interesse archeologico, nelle quali, anche se non
sottoposte a vincolo effettivo, potrebbero effettuarsi rinvenimenti di un qualche interesse; a loro tutela, è stata
introdotta una norma che prevede la verifica preventiva da parte della Soprintendenza.
Nell’area in esame e nelle sue vicinanze non vi sono aree di tutela archeologica.
Il patrimonio architettonico presente nel Comune viene descritto nel PAT a tre livelli di importanza.
1. Immobili sottoposti a vincolo ex legge 1089/1939: Villa Cordellina-Lombardi, Palazzo Fin-Schiavo e Villa
Gualda; Castelli di Giulietta e Romeo, situati in ampia area sotto vincolo ex legge 1479/1939.
2. Borghi rurali, recentemente schedati dal Comune.
3. Aggregazioni edilizie più recenti, con caratteri tipologici ed architettonici di pregio, circa 410, e fontane,
tutte oggetto di schedatura.
Dall’esame delle tavole riportanti le aree significative comunali (31, 32 e 33 della Relazione Ambientale del
PAT) si osserva che non ve ne sono nelle vicinanze dell’area in esame.
Al termine dell’analisi il proponente riporta che il capannone è già esistente e la tettoia avrà un impatto
visivo trascurabile sul paesaggio, affiancandosi al capannone.
Infine, il progettato impianto di recupero inerti è funzionale al progetto di sistemazione ambientale dei
laghetti di Giulietta e Romeo.
I valori assegnati agli impatti relativamente all’ambiente biotico e al paesaggio nelle fasi di vita dell’impianto
sono riportati nelle matrici di correlazione.
                          Valutazione
Si ritiene necessario prevedere uno specifico intervento di mitigazione sul lato della nuova tettoia posto verso
l’area dei laghetti, che si raccordi in modo organico con la componente vegetale già presente a confine; si
veda nel dettaglio quanto richiesto nella matrice relativa alle risorse naturali.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
Come evidenziato nello studio ambientale, l’area dove si effettuerà l’attività di recupero rifiuti risulta
collegata alla viabilità principale, in particolare con la SP33 che collega Montecchio Maggiore a Montorso e
da questa alla SP 246.


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Rispetto alla situazione esistente, che tiene conto dell’attuazione del Progetto di Ricomposizione Ambientale
dei Laghetti di Giulietta e Romeo, si può ipotizzare un incremento complessivo giornaliero di 44 mezzi
pesanti (22 in ingresso e 22 in uscita) e di 10 autoveicoli.
Va evidenziato che tale incremento, definito considerando che altri 44 mezzi pesanti (22 in ingresso e 22 in
uscita) saranno relativi a rifiuti di terre e rocce da scavo già considerati nello studio <Verifica di
assoggettabilità a VIA= del citato progetto di Ricomposizione Ambientale dei Laghetti di Giulietta e Romeo,
sarà relativo al solo periodo di esecuzione dei lavori di sistemazione (previsti in 5 anni), dopodiché si tornerà
alla situazione considerata dall’esistente.
Tabella di raffronto flussi attuali/indotti:




Al fine di mitigare gli effetti sui flussi che percorrono la SP 33 è previsto un intervento di mitigazione
riguardante la sistemazione dell’accesso sulla SP 33 Montorsina, che prevede la realizzazione di un ingresso
perpendicolare a via Ponte Guà con corsie distinte per i persi sensi di marcia.




                 Planimetria di progetto accesso carraio lungo la SP 33


                          Valutazione
In occasione del sopralluogo effettuato si è potuto rilevare che il posizionamento dell’accesso attuale alla
proprietà risulta adiacente alla rampa (lato ovest) della SP 33, con evidenti problematiche di visibilità, tenuto
conto della movimentazione dei mezzi pesanti e della velocità di percorrenza della strada provinciale.
La viabilità interna di avvicinamento al sito (tra la strada provinciale e l’area in oggetto) presenta una sezione
non idonea all’incrocio di due mezzi pesanti, in particolare nel tratto inziale adiacente al rilevato della SP 33.
In relazione a tali aspetti risulta necessario un approfondimento predisponendo un idoneo progetto di
sistemazione dell’accesso definitivo da sottoporre a Vi.abilita per opportuna valutazione e approvazione

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preliminare: planimetria stato di fatto (rilievo plano-altimetrico “allargato” ad est e ovest), sezioni stato di
fatto, planimetria di progetto e raffronto, analisi dei triangoli di visibilità e delle distanze di arresto.
Dovranno essere altresì verificati e garantiti gli ingombri dei mezzi pesanti in ingresso e uscita, sia in
relazione all’area di intersezione posta a nord della SP 33 (area interna), sia in relazione alla sezione stradale
della SP 33 (es. svolta a destra in uscita dal lotto) al fine di non ingombrare le corsie di marcia opposte.
La documentazione di cui sopra dovrà essere sottoposta e approvata da Vi.abilita anche in ragione di una
eventuale “trasformazione” momentanea dell’accesso al fine di consentire a SNAM di procedere con la
protezione delle tubazioni di proprietà.
In riferimento alla viabilità interna dovranno essere necessariamente progettate e previste piazzole di
scambio per agevolare l’eventuale incrocio dei mezzi pesanti in ingresso uscita.
Le integrazioni fornite hanno parzialmente soddisfatto quanto richiesto.
In particolare si ritiene necessario prevedere specifiche prescrizioni per le tematiche sotto riportate:
   per quanto riguarda l’”Accesso carraio” si rileva che lo stesso, sia nell’attuale fase transitoria di cui
     non è dato conoscere la durata che per la soluzione futura definitiva, visto il cambio di destinazione
     d’uso e l’utilizzo dello stesso a seguito della attività prevista, dovrà essere preventivamente
     sottoposto al vaglio di Vi.abilità per tutte le valutazioni del caso, ai sensi dell’art. 45 c.6 del
     Regolamento di attuazione del Codice della Strada, sottoponendo al gestore il progetto completo
     delle documentazione necessaria e sopra evidenziata;
   per quanto riguarda la ”Strada interne”, in particolare al secondo tratto della strada interna, dalla
     abitazione all’edificio di progetto, si rileva una prima problematica in relazione alla stabilità della
     scarpata/rilevato, per cui risulta necessaria una verificare la stabilità complessiva dello/a stesso/a
     seguito del carico di mezzi pesanti applicato in sommità; un secondo aspetto riguarda invece la
     protezione dei veicoli dalla possibile fuoriuscita di strada verso la scarpata sottostante, da affrontare
     con installazione di barriere stradali lungo il margine stradale ai sensi dei decreti ministeriali vigenti
     in relazione ai dislivelli e alle pendenze rilevate.

                          VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento, si ritiene tuttavia necessario prevedere specifiche prescrizioni per la successiva fase di approvazione
progetto ex art.208 del D.Lgs. 152/2006.

CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI ED AGRONOMICHE, FLORA E FAUNA
Il territorio comunale di Montecchio Maggiore presenta due realtà orografiche distinte: la zona di pianura e
la zona di collina. La zona di collina rappresenta un importante ponte biogeografico tra la flora dei Berici,
con spiccate caratteristiche mediterranee e termofile e quella più prettamente prealpina, legata ad ambienti
più freschi e umidi. La zona di pianura, nella quale si colloca anche l’area di interesse, è invece fortemente
interessata dall’azione antropica, essendo attraversata da varie ed impattanti arterie di comunicazione, tra
cui anche autostrada e ferrovia, essendo intensamente urbanizzata ed essendo sede di un’estesa zona
industriale. Sono presenti infine aree riservate all’agricoltura intensiva e all’attività estrattiva.
Nel contesto territoriale esistono tre significativi biotopi di cui uno, i Laghetti di Giulietta e Romeo, in
prossimità del sito di interesse. I laghetti rappresentano l’unica zona umida di tutto il territorio castellano e
hanno un’elevata valenza ambientale-paesaggistica, fornendo l’habitat per numerose specie vegetali e
animali. L’ambiente naturale della parte di pianura, comunque, è sensibilmente compromesso dall’intervento
umano, e non solo per le opere strutturali ed infrastrutturali realizzate, ma anche per le trasformazioni delle
aree agricole, impoverite della loro originaria naturalità e persità dall’affermarsi di una meccanizzazione
ed industrializzazione delle colture.


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Il paesaggio del Comune di Montecchio Maggiore si è notevolmente trasformato negli ultimi decenni, a
causa dello sviluppo economico che ha portato sempre più alla riduzione del terreno agricolo disponibile a
Fronte di un aumento sostanziale delle aree artigianali/industriali e residenziali.
Se il paesaggio edificato ha subito un parziale miglioramento in relazione a ristrutturazione edilizie sempre
più di qualità elevata la zona agricola è stata pisa in tre parti distinte.
L’area di interesse si colloca in quella che viene chiamata parte di pianura occidentale, cioè in quell’area
delimitata dagli assi costruiti dal corso del torrente Guà a ovest, dalla SS. 24 a nord-est e dalla SS. 11 a sud-
est.; va segnalata, in prossimità dell’area oggetto di interesse, la presenza di aree degradate quali cave in
attività ed esaurite, discariche e aree abbandonate o mal coltivate.
                           Valutazione
Quanto richiesto alla componente sull’impatto paesaggistico dovrà essere coordinata con valutazioni relative
alle risorse naturali, flora e fauna, in virtù delle particolari caratteristiche del sito confinante.
Ciò tenendo conto della destinazione dell'area limitrofa denominata "Laghetti di Giuietta e Romeo", per il
quale i rilievi vegetazionali eseguiti mettono in evidenza formazioni in cui nel piano dominante abbiamo
Populus nigra, Populus alba, Salix sp.,Robinia pseudoacacia, Ulmus carpinifolia e Fraxinus ornus. Nel piano
dominato sono presenti formazioni di rovo (Rubus sp.), edera (Hedera elix), corniolo (Cornus mas),
biancospino (Crataegus monogyna), prugnolo (Prunus spinosa), sanguinella (Cornus sanguinea), vitalba
(Clematis vitalba) e che, secondo quanto riportato nell'indagine faunistica, l'area risulta idonea per ospitare
specie di interesse comunitario. La ricomposizione ambientale mira a riproporre habitat e habitat di specie
funzionali alle specie richiamate nell'indagine faunistica, in quanto verranno riproposti gli stessi elementi
strutturali degli ecosistemi lacustri. Verrà pertanto riproposto l'ecosistema tipico delle zone umide di
pianura, idoneo per ospitare specie faunistiche anche di interesse comunitario.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto e si prescrive che:
    relativamente alla barriera antirumore, per massimizzare l'efficacia sia dal punto di vista ecologico-
     paesaggistico che della riduzione del rumore, essa dovrà avere le seguenti caratteristiche: pendenza
     1/1 sul lato esterno con vegetazione arbustiva in senso naturaliforme; sul lato interno la pendenza
     potrà essere più dolce (1/2) con la vegetazione arboreo-arbustiva più rada e su prato polifica
     naturale;
    la fascia arboreo-arbustiva sul lato Ovest, dovrà assumere caratteristiche naturali e non di filare di
     piante, quindi dovrà alternare alberi ed arbusti, con sesti di impianto non costanti.

                          VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento, si ritiene tuttavia necessario prevedere specifiche prescrizioni per la successiva fase di approvazione
progetto ex art.208 del D.Lgs. 152/2006.

CARATTERIZZAZIONE PER LA TUTELA DEI SITI S.I.C./Z.P.S PER LA V.INC.A.
Tra i siti della <Rete Natura 2000= della Regione Veneto, il più vicino all'area oggetto di studio è il Sito di
Importanza Comunitario IT3220037 <Colli Berici=, a circa 5,2 km.
A maggior distanza sono invece presenti il Sito di Importanza Comunitario IT3220038 “Torrente Valdiezza",
a circa 5,9 km a nord est.
I siti della Rete Natura 2000 si trovano quindi ad oltre 5 km di distanza e si escludono quindi interferenze
con i siti protetti dovuti alla realizzazione dell’impianto.
                          Valutazione
Quanto richiesto alla componente sull’impatto paesaggistico dovrà essere coordinata con valutazioni relative
all’impatto paesaggistico, risorse naturali, flora e fauna, in virtù delle particolari caratteristiche del sito
confinante e del corridoio ecologico limitrofo al capannone.
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In particolare, sarà necessario coordinare la proposta con quanto già in precedenza valutato ed assentito nel
corso della procedura di screening svoltasi in precedenza per il sito “Laghetti di Giulietta e Romeo,
considerando la necessità di un ragionamento complessivo su le "fasce tampone" arboree.
A tal proposito, quanto proposto nella relazione di esonero alla V.Inc.A. si indica che "L’area si presenta
completamente mascherata dalle alberature esistenti sia verso i Laghetti di Giulietta e Romeo che verso l’ex-discarica.
Sono inoltre presenti alberature di mascheramento lungo il confine ovest", mentre dalle ortofoto attorno al
capannone tali fasce non sono presenti; ciò a meno che non si intendano le alberature dei laghetti.
Infine, si segnala che per quanto riguarda la presenza di un corridoio ecologico (cfr. P.T.R.C., P.T.C.P.), ci si
limiti a dichiarare che nel progetto verrà mantenuta una fascia alberata di circa 15 m di spessore verso il
corridoio ecologico secondario.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
Per la descrizione della componente <popolazione e salute umana= si è fatto riferimento alla qualità della
vita in termini di stato di benessere e comfort della popolazione limitrofa all’area di progetto.
In particolare, i fattori che possono arrecare disturbo alla qualità della vita sono identificabili nelle emissioni
in atmosfera, in termini di cambiamento della qualità dell’aria; nelle emissioni sonore, con fastidi dovuti a
livelli acustici prima non presenti; alla viabilità che, oltre a contribuire ai due precedenti fattori, può
aggravare lo stato di confort degli utilizzatori delle arterie stradali.
Per quanto riguarda la qualità dell’aria, si rimanda a quanto già espresso al precedente paragrafo 6.8.1. In
generale, dato che la qualità dell’aria nella zona presenta criticità tipiche delle aree urbanizzate
(superamento dei limiti per alcuni inquinanti come descritto al paragrafo 5.1.1.2), si ritiene che l’impatto sulla
qualità della vita sia da considerarsi limitato.
Tale assunzione deriva, oltre che dal fatto che l’area in cui si collocherà l’impianto è lontana da zone
residenziali, e dal fatto che l’attività di recupero verrà svolta, per la maggior parte all’interno di un
capannone; anche per quanto attiene il disturbo arrecato dal rumore e dalla viabilità, valgono le stesse
considerazioni espresse per le emissioni atmosferiche. La localizzazione, la lontananza dalle abitazioni ed il
fatto che la maggior parte delle attività venga svolta all’interno di un capannone permette infatti di
considerare limitati gli impatti sulla qualità della vita.
In particolare, per quanto riguarda il rumore, dalla Valutazione di impatto acustico predisposta per
l’impianto in progetto (e a cui si rimanda per maggiori dettagli), è emerso che sono conformi ai valori limite
previsti dai regolamenti vigenti le emissioni acustiche assolute, le immissioni acustiche assolute e le
immissioni acustiche differenziali presso i ricettori.
Per quanto attiene il traffico indotto, valgono le considerazioni esposte al paragrafo precedente, relativo alla
viabilità. Complessivamente si può evidenziare che le strutture viarie esistenti saranno in grado di
supportare l’aggravio di traffico dovuto alla presenza dell’impianto, senza causare particolari alterazioni ai
flussi attuali e, di conseguenza, alla qualità della vita.
Non vi sono segnalazioni da parte dell’Ulss competente per territorio.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.




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              VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
                          CONCLUSIONI
Il progetto in esame non si pone in contrasto ovvero in condizioni di interferenze rispetto ad altri piani,
progetti o interventi in zone limitrofe, né questi ultimi possono interagire con l’intervento oggetto del parere.
Non si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti.
Il grado di approfondimento documentale, la tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi
riportati possono essere considerati adeguati alle finalità che il proponente intende conseguire.
Non sussistono osservazioni contrarie alla prosecuzione dell’attività.
La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a ritenere come il
progetto non comporta pressioni o effetti/impatti significativi sull'ambiente determinati dall’esercizio
dell’impianto, salva la necessità di verifica della componente acustica, ai fini della tutela del biotopo
confinante ovvero di qualificazione ulteriore naturalistica.
Il progetto non determina, inoltre, alcun impatto aggiuntivo e/o significativo rispetto all’esercizio corrente.
Rispetto al territorio circostante l’iniziativa in esame va interpretata positivamente, sussistendo un’assenza di
rischi ambientali, sanitari ed ecologici.

                      Tutto ciò premesso si esprime
                             PARERE
          al non assoggettamento alla V.I.A. con le prescrizioni di seguito citate.
In sede di presentazione della richiesta di approvazione progetto si dovranno integrare i seguenti
aspetti.
1.Gestione Rifiuti
Presentare una relazione tecnica descrittiva dell'attività di recupero in conformità alla vigente normativa e
le relative planimetrie di layout (gestione rifiuti e scarichi idrici). In particolare, la documentazione tecnica
deve essere redatta in aderenza al Decreto Ministeriale n. 152 del 27/09/2022 “Regolamento che disciplina
la cessazione della qualifica di rifiuto dei rifiuti inerti da costruzione e demolizione e di altri rifiuti inerti di
origine minerale, ai sensi dell'articolo 184-ter, comma 2, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152”, ap -
profondendo i seguenti aspetti:
a) modalità di adeguamento ai criteri e alle disposizioni specificate dal sopracitato decreto (es. documenta-
zione a corredo dei rifiuti in ingresso (es. DGRV 1773/2012), definizione del lotto calato sulla reale capa -
cità dell’impianto, piano di automonitoraggio, procedure di campionamento dei rifiuti lavorati in attesa di
qualifica EoW, modalità di stoccaggio dell’EoW … );
b) descrizione delle tipologie e caratteristiche del materiale EoW prodotto dall’impianto, definendo even -
tuali situazioni al di fuori dell’ambito di applicazione del DM 152/2022 e quindi riconducibili alla fattispe-
cie End of Waste “caso per caso” (o altri Regolamenti europei e/o Decreti Ministeriali). Nei casi di pre -
senza di EoW "caso per caso" dovranno essere presenti le specifiche procedure tecnico-gestionali, in con -
formità alle Linee Guida SNPA 41/2022. In particolare, in caso di recupero delle “terre e rocce” (EER
170504 e EER 200202), dovranno anche essere fornite indicazioni attinenti: 1) la gestione dell’eventuale
sopravaglio antropico, 2) la gestione del sopravaglio naturale, qualora destinato alla realizzazione di ag-
gregati riciclati;
c) descrizione del processo di recupero dei rifiuti inerti per lotti anche con l’ausilio di schemi a blocchi e le
relative azioni previste di monitoraggio dei parametri di processo;
d) descrizione della gestione dei possibili scenari di non conformità, distinguendo tra non conformità pre -
stazionali ed ambientali;

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e) verifica dei criteri dimensionali dell’impianto e quantità massima istantanea del materiale EoW in stoc-
caggio, in considerazione della natura sciolta del materiale (naturale angolo di declivio), con particolare
riferimento a:
- quantità massima annua di rifiuti in stoccaggio (in ingresso): XXX tonnellate di cui XXX tonnellate di ri -
fiuti pericolosi,
- quantità massima istantanea di rifiuti in stoccaggio (in ingresso): XXX tonnellate di cui XXX tonnellate di
rifiuti pericolosi,
- quantità massima di rifiuti in stoccaggio (prodotti dall’attività) XXX tonnellate di cui XXX tonnellate di ri-
fiuti pericolosi,
- quantità massima giornaliera di rifiuti sottoposti a trattamento: XXX tonnellate di cui XXX tonnellate di
rifiuti pericolosi,
- quantità massima annua di rifiuti sottoposti a trattamento: XXX tonnellate di cui XXX tonnellate di rifiuti
pericolosi,
- quantità massima istantanea di EoW in stoccaggio, specificando la quantità per ogni tipologia di materia -
le recuperato;
f) verifica della sussistenza dei requisiti tecnici dettagliati nell’Allegato A della D.G.R.V. n. 119 del
07/02/2018 e nel caso presentare i documenti previsti al punto 4.2 della Delibera sopracitata;
g) il Piano di Gestione Operativa (PGO) dell’impianto di recupero rifiuti aggiornato con riferimento
all’entrata in vigore del Decreto Ministeriale n. 152 del 27/09/2022. Il PGO deve fornire la descrizione del
sistema di gestione adottato per certificare la cessazione della qualifica di rifiuto. Il documento deve essere
redatto avendo a riferimento le Linee Guida SNPA n. 41/2022, in particolare la tabella 4.1 per quanto ri -
guarda i criteri e tabella 4.3 per quanto riguarda le condizioni;
h) dare evidenza dell’ottemperanza a quanto richiesto dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco (alle-
gato 1)
2. Aspetti strutturali
a) presentare un’idonea procedura per il mantenimento dello stato di integrità delle superfici, in modo da
evitare possibili inquinamenti al terreno sottostante;
b) la scheda tecnica con i dati dimensionali dei new-jersey posti a contenimento dei rifiuti inerti lungo il pe-
rimetro della nuova tettoia;
c) dimostrazione dell’interruzione del raccordo previsto tra i pozzetti interni al capannone relativi alla rac -
colta di eventuali colaticci/acque di spazzamento del piazzale interno al capannone e la rette dei pluviali, al
fine di evitare potenziali commistioni;
d) per quanto riguarda la strada di accesso, in particolare al secondo tratto della strada interna dall’abita -
zione all’edificio di progetto, la verifica della stabilità complessiva di scarpata/rilevatoa seguito del carico
applicato in sommità;
e) per quanto riguarda le mitigazioni per l’impatto naturalistico-paesaggisticosi prescrive che:
  • relativamente alla barriera antirumore, per massimizzare l'efficacia sia dal punto di vista ecologico-
paesaggistico che della riduzione del rumore, essa dovrà avere le seguenti caratteristiche: pendenza 1/1 sul
lato esterno con vegetazione arbustiva in senso naturaliforme; sul lato interno la pendenza potrà essere più
dolce (1/2) con la vegetazione arboreo-arbustiva più rada e su prato polifica naturale;
  • la fascia arboreo-arbustiva sul lato Ovest, dovrà assumere caratteristiche naturali e non di filare di
piante, quindi dovrà alternare alberi ed arbusti, con sesti di impianto non costanti.
In sede di comunicazione di avvio dei lavori si dovrà procedere a:
3. Dare evidenza dell’avvenuto assenso da parte di Vi.abilità per quanto riguarda la soluzione relativa
all’accesso carraio, sia per la prima fase transitoria che per la futura soluzione definitiva.


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un secondo aspetto riguarda invece la protezione dei veicoli dalla possibile fuoriuscita di strada, da affron-
tare con installazione di barriere stradali a margine della strada.
4. Dare evidenza del rispetto delle prescrizioni di cui al parere SNAM (allegato 2)
5. Inpiduare ed attuare un’idonea procedura di formazione del personale addetto al ricevimento-selezione-
trattamento dei rifiuti, tenendo conto degli aspetti ambientali e di sicurezza/rischio segnalati (chimico e ru -
more); di tale definizione dovrà essere dato riscontro in occasione della presentazione del certificato di col -
laudo finalizzato all’ottenimento dell’autorizzazione all’esercizio .
In sede di collaudo si dovrà procedere con i seguenti adempimenti/obblighi .
6. EoW
Presentazione del certificato di collaudo finalizzato all’ottenimento dell’autorizzazione all’esercizio la ditta
dovrà disporre della certificazione UNI EN ISO 9001 con espresso riferimento alla cessazione della qualifica
di rifiuto dei rifiuti inerti del DM 152/2022, rilasciata da organismo accreditato.
7. Impatto acustico
La compatibilità acustica mediante indagine di verifica del rispetto dei limiti dovrà essere allegata alla docu-
mentazione di collaudo, da ripetersi poi con frequenza triennale, mirata ai ricettori presenti in prossimità
dell’impianto:
a) le modalità di effettuazione delle misurazioni, sia con riguardo al campionamento spaziale (scelta dei pun -
ti di misura), sia con riguardo al campionamento temporale (scelta dei tempi di misura), saranno comunica -
te con congruo preavviso ad Arpav;
b) nel caso i valori non siano rispettati, dovranno essere messi in opera i correttivi necessari, mediante una
specifica progettazione da presentarsi all’Amministrazione comunale ed ARPAV, a cui, nel frattempo, sa-
ranno stati comunicati i risultati delle analisi;
c) l’indagine dovrà essere condotta da un soggetto qualificato terzo, rispetto all’estensore dello Studio Previ -
sionale di Impatto Acustico;
d) sulla base dei risultati, inoltre, si potrà valutare la necessità di evitare il funzionamento contestuale di al -
cune sorgenti sonore (in particolare quelle maggiormente disturbanti in termini di emissioni sonore) e di in-
tervenire con barriere al fine di proteggere ricettori o biotopi vicini.



Vicenza, 11 maggio 2023
  F.to Il Segretario                                      F.to Il Presidente
dott.ssa Silvia Chierchia                                    Andrea Baldisseri




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