Parere

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   VERBALE DELLA COMITATO TECNICO PROVINCIALE VIA
            DEL 08/06/2023
L'anno 2023, il giorno 08 del mese di GIUGNO alle ore 17:10 il Comitato Tecnico Provinciale di V.I.A si è riunito nella
sede provinciale, a seguito di regolare convocazione, per trattare il seguente argomento: F.lli Fava srl - Verifica di assog-
gettabilità alla Valutazione di Impatto Ambientale per l’aumento di potenzialità ed il passaggio in regime ordinario di un impianto
esistente di recupero rifiuti inerti non pericolosi. Localizzazione – comune di Vicenza, Via Riviera berica n.362

All'appello risultano:

SQUARCINA FILIPPO                 Presidente               Assente


BALDISSERI ANDREA              Responsabile servizio             Presente


CORTESI ANGELO                  Commissario               Presente


DE MARCHI ROBERTO                 Commissario               Presente


FERRARI CARLO                   Commissario           Presente in collegamento


MONTANARI RICCARDO                Commissario               Presente


MURARO TERESA                   Commissario           Presente in collegamento


ROSSI STEFANO                   Commissario               Assente


SALVIATI STEFANO                 Commissario           Presente in collegamento


SERRAIOTTO MARIO                 Commissario           Presente in collegamento


SVEGLIADO GIULIA                 Commissario               Presente


VALVASSORI RIMSKY                 Commissario               Presente


VICENTIN ALBERTO                 Commissario               Assente


La Commissione viene presieduta da Andrea Baldisseri che riconosciuta legale l’adunanza in conformità dell’art. 7 del
Regolamento per il funzionamento del Comitato Tecnico Provincia VIA, udita la relazione istruttoria, accertata la com-
pletezza delle informazioni e preso atto della proposta progettuale contenuta nella documentazione tecnica presentata,
esprime congiuntamente al CTP VIA parere unanime, per la pratica in oggetto, nel parere sotto riportato.




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                       F.lli Fava S.R.L.
                        PARERE N. 12/2023

Oggetto: Recupero inerti, aumento quantitativo rifiuti e richiesta regime ordinario.
PROPONENTE:            F.lli Fava S.R.L..
SEDE LEGALE:           Strada di Bisortole n. 3 – Vicenza
SEDE INTERVENTO:         Via Riviera Berica n. 632 – Vicenza
TIPOLOGIA ATTIVITÀ:        Impianti di recupero di rifiuti non pericolosi
PROCEDIMENTO:           Verifica di assoggettabilità a VIA ai sensi dell'art. 19 del D.Lgs 152/06
MOTIVAZIONE V.I.A:        ALLEGATO IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - 7. Progetti di
                 infrastrutture z.b) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non
                 pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante
                 operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del
                 decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
COMUNE INTERESSATO:        \\\
DATA DOMANDA:           28 e 29 dicembre 2022, 09 gennaio 2023
DATA PUBBLICAZIONE:        09 gennaio 2023
DATA INTEGRAZIONI:        15 maggio 2023

DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
Numero               Titolo                             Nome file
  1   Studio Preliminare Ambientale                 Studio Preliminare Ambientale
  2   Allegato 1 – Autorizzazioni in essere             Allegato 1 – Autorizzazioni in essere
  3   Allegato 2.1 – Inquadramento                 Allegato 2.1 – Inquadramento
  4   Allegato 2.2 – Lay- out Impianto               Allegato 2.2 – Lay- out Impianto
     Allegato 3.1 – Progetto Acque Meteo – Relazione Tecnica
  5                               Allegato 3.1 – Progetto Acque Meteo RT
     Descrittiva
  6   Allegato 3.1A – Progetto Acque Meteo – Nota Viacqua      Allegato 3.1A - Progetto Acque Meteo Nota Viacqua
     Allegato 3.1B – Progetto Acque meteo – Planimetria      Allegato 3.1B – Progetto Acque meteo – Planimetria generale
  7
     generale Impianto                       Impianto
     Allegato 3.1C - Progetto Acque meteo – Pianta e Sezione    Allegato 3.1C - Progetto Acque meteo – Pianta e Sezione
  8
     sistemi di laminazione                    sistemi di laminazione
  9   Allegato 3.2 – Valutazione Compatibilità Idraulica      Allegato 3.2 – Valutazione Compatibilità Idraulica
  10   Allegato 4 – Valutazione Immissioni in Atmosfera       Allegato 4 – Valutazione Immissioni in Atmosfera
     Allegato 5 – Valutazione Previsionale di Impatto
  11                                  Allegato 5 – Valutazione Previsionale di Impatto Acustico
     Acustico
  12   Allegato 6 – Studio Impatto Viabilistico           Allegato 6 – Studio Impatto Viabilistico
  13   Allegato 7 – Relazione Geotecnica               Allegato 7 – Relazione Geotecnica
  14   VINCA _All_E                         VINCA _All_E
  15   VINCA _All_E – Relazione                   VINCA _All_E – Relazione


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                             PREMESSE
La ditta F.lli Fava S.r.l. ha sede legale nel Comune di Vicenza (VI), in Via Bisortole, n. 3, e sede operativa nel
Comune di Vicenza (VI), in Via Riviera Berica, n. 632; l’oggetto principale dell’attività è “autotrasporto di
merci per conto di terzi, sbancamento, scavo e ripristino di terreni, demolizioni, opere edili e stradali in gene-
re e affini, (…) recupero, lavorazione, commercio e trasporto di rifiuti riutilizzabili e non (…)”.
In particolare, nel sito di Via Riviera Berica, n. 632, la ditta effettua l’attività di recupero di rifiuti inerti, pro-
venienti dai propri cantieri e da terzi, classificati speciali non pericolosi, per un massimo di 14.999,99 ton/
anno, attività di sola messa in riserva per le terre e rocce da scavo, identificate come rifiuto speciale non peri -
coloso, per una quantità di 3.000 ton/anno.
Il rinnovo dell’attività di recupero ha obbligato la ditta a presentare una domanda di verifica di assoggettabi -
lità alla V.I.A., ai sensi dell’art. 13 della Legge Regionale n. 4 del 18 febbraio 2016, conclusasi con un giudizio
di non assoggettabilità alla V.I.A..
Non essendo riuscita a reperire altri siti rispetto all’attuale, necessari per fare fronte alle necessità di espan -
sione la F.lli Fava intende ampliare l’attività esistente di recupero rifiuti inerti per avviarli al recupero e di ge-
stire altri codici EER per operare uno stoccaggio e una selezione/cernita, il tutto sino ad un massimo di 60.000
tonnellate/anno di rifiuti classificati speciali non pericolosi e per una quantità stoccata massima in messa in
riserva di rifiuti entranti, di 2.107 tonnellate; inoltre, si vuole passare da regime semplificato all’autorizzazio-
ne in regime ordinario.
Nell’area di Via Riviera Berica n. 632, sono effettuate le operazioni di recupero dei rifiuti appartenenti alle ti -
pologie (inerti) 7.1 e 7.31-bis (terra e rocce da scavo) ai sensi del D.M. 5 febbraio 1998 e s.m.i e il deposito del -
le terre e rocce da scavo gestite ai sensi del DPR 120/2017 e s.m.i. (non rifiuti) ed i rifiuti appartenenti alla ti-
pologia 7.1 sono recuperati attraverso il ciclo consueto di recupero degli inerti, mentre le terre classificate
come rifiuto, appartenenti alla tipologia 7.31-bis sono solo messe in riserva.
Il progetto della F.lli Fava S.r.l. consiste nella riorganizzazione del sito e nell’ampliamento dell’attività che
prevede la demolizione dello stabile degli edifici attuale, la costruzione di un nuovo capannone, la costruzio-
ne di una nuova tettoia, l’asfaltatura di tutto il piazzale, una nuova disposizione degli impianti, un nuovo se-
paratore aeraulico, un impianto di raccolta e trattamento delle acque meteoriche, la predisposizione di bar-
riere fonometriche per rispettare i limiti di zona.
L’ampliamento dell’attività di gestione rifiuti comporterà l’aumento delle tonnellate da trattare da 17.999 a
60.000 ton/anno, l’aumento della quantità di rifiuti in messa in riserva da 902,49 tonnellate a 2.142 tonnellate
di cui 35 di rifiuti prodotti, l’incremento dei codici EER da ricevere e recuperare; tutto ciò con il il passaggio
da regime semplificato a regime ordinario.
Questo comporta l’incremento delle giornate in cui avviene l’attività di recupero dei rifiuti da 100 a 220
all’anno e dell’utilizzo sincrono di tutti i macchinari.

                          UBICAZIONE
La zona in cui insiste l’attività è una zona Industriale, è priva di vincoli ed è situata al limite di una zona bo-
scata e la porzione collinare adiacente è evidenziata dal vincolo paesaggistico forestale e dal vincolo per le
zone boscate; il canale di Debba è vincolato dal punto di vista paesaggistico.
Nessuno di questi vincoli condiziona l'area industriale in modo diretto.
Secondo il Piano di Assetto del Territorio del Comune di Vicenza il sito è inserito all’interno del tessuto urba-
no consolidato, in zona industriale, in area priva di peculiarità ambientali.




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                         Ortofoto del sito

           QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO

STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
• Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
• Piano Territoriale Provinciale di Coordinamento (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
• Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di Vicenza;
• Piano degli Interventi (P.I.) del Comune di Vicenza;
• Piano Regionale di Tutela delle Acque (P.T.A.);
• Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera ;
• Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Urbani e Speciali;
• Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.);

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• Piano di Gestione dei Rischi Alluvionali;
• Piano d’Area dei Monti Berici;
• Rete Natura 2000.
Il Quadro Programmatico presenta un’adeguata inpiduazione ed analisi degli strumenti di pianificazione
territoriale che interessano l’area e delle sensibilità ambientali presenti; risultano tuttavia necessarie le
seguenti integrazioni.
PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE
non è stato indicato il fatto che l’area interessata è all’interno.
- di una zona con “Grado di vulnerabilità ‘M’ medio (Valore Sintacs 35-50)” (Fig. 2.2 relativa alla “Carta della
Vulnerabilità Intrinseca della falda freatica della Pianura Veneta”);
- dei “Comuni con acquiferi confinati pregiati da sottoporre a tutela” (Fig. 3.19 relativa alla “Carta dei
territori comunali con acquiferi confinati pregiati da sottoporre a tutela”).
Le suddette sensibilità dovranno essere messe in relazione con l’impianto e le integrazioni dovranno essere
evidenziate all’interno del Quadro Ambientale nella parte relativa alla “Caratterizzazione dell’ambiente idrico” e
“Caratterizzazione del suolo e del sottosuolo”.
Inoltre, sulla base del SITVI (Sistema informativio territoriale del comune di Vicenza):
- una parte dei mappali 289 e 299 sono interessati da “Compatibilità geologica - Aree idonee a condizione
(04)” (- PAT - Elab. 3 – Fragilità) e sono al di fuori della zona D completamento e sono compresi nella zona E
Rurale collinare (PI – Elab. 3 – Zonizzazione);
- una piccola parte del mappale 625 è interessato da Fasce di rispetto - ossigenodotto (PI – Elab. 2 – Vincoli e
tutele);
- dalla sovrapposizione del catasto terreni con le ortofoto non è escluso che l’attività in questione vada ad
interessare, in piccola parte, anche i mappali 296 e 298 (interessati soprattutto da bosco).
Detta sensibilità non sono state analizzate ed occorre che lo S.P.A. approfondisca tali tematiche, così come si
chiede di chiarire se, nella fase successiva del procedimento ex art. 208 del D.Lgs. n.152/206, sia necessario
usufruire della variante urbanistica ai sensi dell’art. 208, comma 6, del D.Lgs. 152/2006 e ss. mm. e ii.; in tal
caso, andranno specificate le norme incoerenti con il progetto, al fine di consentire al comune di Vicenza di
esprimersi in merito.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

             QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
La ditta F.lli Fava S.r.l., nel sito attuale di Via Riviera Berica, n. 632, si occupa di scavi, demolizioni,
movimento terra, opere fognarie ed acquedottistiche, nonché del recupero di rifiuti inerti in procedura
semplificata. Le operazioni di recupero dei rifiuti appartengono alle tipologie (inerti) 7.1 e 7.31-bis (terra e
rocce da scavo) ai sensi del D.M. 5 febbraio 1998 e s.m.i e il deposito delle terre e rocce da scavo gestite ai
sensi del DPR 120/2017 e s.m.i. (non rifiuti). I rifiuti appartenenti alla tipologia 7.1 sono recuperati attraverso
il ciclo consueto di recupero degli inerti, mentre le terre classificate come rifiuto, appartenenti alla tipologia
7.31-bis sono solo messe in riserva.
DESCRIZIONE DEL CICLO DI PRODUZIONE.
                          Stato di fatto
Il processo di recupero inerti si sviluppa nelle seguenti fasi:
   1. messa in riserva in due cumuli, in area apposita, inpiduati in planimetria con la dicitura “A” e “B”;
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  2.  lavorazione nel Trituratore TRI1611FP, inpiduato in figura seguente con la sigla P1, dove
     avvengono le perse fasi;
   3. scarico del materiale su un nastro trasportatore lungo 25 m e deposito su un cumulo, inpiduato in
     planimetria con la sigla “C”;
   4. attività analitica chimica e fisica per conseguire la conformità del materiale ai sensi della Circolare
     Ministeriale del 15 luglio 2005, n. UL/2005/5205;
   5. per non interrompere l’attività durante l’attività analitica di conformità alla Circolare Ministeriale
     sopracitata, si predispone, in lay-out, un altro cumulo inpiduato in planimetria con la sigla “D”;
   6. il materiale che ha cessato la qualifica di rifiuto viene spostato, attraverso pale e/o escavatori nei
     cumuli inpiduati con le sigle “E” ed “F”.
Dopo aver cessato la qualifica di rifiuto, il materiale può essere sottoposto ad ulteriore macinazione, tramite
il frantoio secondario 70 crs, inpiduato in planimetria con sigla P2, per ridurlo a materiale di pezzatura 0-
40 mm, stoccato nel cumulo inpiduato con la sigla “H” in planimetria.
Il materiale che ha cessato la qualifica di rifiuto può essere sottoposto anche ad ulteriore vagliatura, tramite il
vaglio KEESTRACK, NOVUM, inpiduato con la sigla P3 in planimetria.
Nella planimetria, è identificato un cumulo di materiale vagliato, denominato con la lettera “G” (sabbia). In
ogni caso, i cumuli dei materiali vagliati non sono tutti evidenziati nel lay out, in quanto non rappresentano
delle conformazioni fisse, ma variabili a seconda del materiale richiesto dalla clientela. Si ricorda che sono
materiali che hanno cessato la qualifica di rifiuto.
L’attività attuale è svolta per 100 giorni anno e il trituratore e il frantoio secondario non funzionano
contemporaneamente.
Recupero terre (7.31-bis) - Le terre e rocce da scavo, che arrivano all’impianto classificate rifiuto speciale non
pericoloso, identificate dal codice EER 170405, sono sottoposte alla sola operazione di messa in riserva,
quindi il processo di recupero si sviluppa nelle seguenti fasi:
   1. arrivo dei rifiuti presso il sito di Via Riviera Berica, 623;
   2. sosta presso il settore di conferimento per la verifica documentale e visiva degli stessi;
   3. messa in riserva in cumulo, in area apposita, inpiduata in planimetria con la dicitura “tipologia 7.1
     oppure tipologia 7.31-bis (2)”;
   4. avvio dei rifiuti ad altra destinazione.
Nella figura seguente è riportata la disposizione dell’attività attuale dell’impianto di recupero rifiuti.




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Stoccaggio rifiuti - L’area di deposito rifiuti è situata in posizione rilevata rispetto al piano campagna, i
rifiuti lì depositati sono pisi in due cumuli (indicati in planimetria con le sigle “A” e “B”), entrambi i
cumuli sono dedicati alla tipologia 7.1., il cumulo “A” è dedicato o alla tipologia 7.1 o alla tipologia 7.31-bis,
in alternativa. Ogni cumulo ha un volume massimo di 301 m 3, per un volume massimo di entrambi di 602 m 3
e per un quantitativo massimo di messa in riserva di 902,49 tonnellate. Per evitare il dilavamento meteorico
dei cumuli, tutti i rifiuti sono coperti.
Materiale trattato in attesa di conformità analitica - Il materiale trattato a valle del nastro trasportatore, è
stoccato in due cumuli, inpiduati con sigla “C” e “D”, che rimane coperto sino all’esito della conformità
analitica.
Materiale recuperato - Dopo aver conseguito la conformità analitica i materiali vengono spostati, tramite
pala nei cumuli inpiduati con sigla “E” e “F”.
Deposito terre - Un’area, identificata nel lay-out allegato, è destinata a deposito delle terre e rocce da scavo
provenienti da cantieri edili. I carichi di terre sono accompagnati dalla documentazione prevista dal DPR
120/2017. Il deposito delle TRS in questione è inpiduato con retino rosso quadrettato nell’estratto
planimetrico sopra riportato (area sud impianto vicino il limite della zona boscata); tale deposito è
classificato come intermedio ai sensi della L. 98/2013 art. 41-bis. L’applicazione dell’art. 41bis della Legge
98/13 per le TRS era previsto in tutti gli altri casi, quindi non solo per i cantieri inferiori a 6.000 mc, ma per
tutte le casistiche che non ricadono nel DM 161/2012.
Attrezzature utilizzate
Il Trituratore TRI1611 è stato fornito dalla ditta Franzoi Metalmeccanica di Scorzè (VE), ha n° di matricola
1076 ed è del 2010 ed è destinato al riciclaggio inerti, con potenzialità di 50 ÷ 150 ton/h.
L’impianto è utilizzato solo per il recupero dei rifiuti solidi inerti, mentre il frantoio secondario 70 crs ed il
vaglio sono utilizzati solo su materiale che ha cessato la qualifica di rifiuto. Il frantoio secondario 70 crs può
prendere materiale di pezzatura media (fino a circa 25 cm) e può avere regolazione di scarico largamente
variabile. L’impianto è completato da un alimentatore vibrante, serie AV, modello 70, matricola AV0094,
anno 1994, ditta Pozzato di Sandrigo (VI) e da un trasportatore a nastro, tipo orizzontale, interasse 10 m e
larghezza 500 mm, matricola n. 93627, anno 1993, ditta Pizzato Elettrica di Marostica (VI). I frantoi
funzionano in modo alternato.
Il Vaglio KEESTTRACK, NOVUM è stato fornito dalla ditta KEESTRACK di Musterbilzen, Belgio, è una
macchina tipo 4215 del 2011, con n° di matricola 21-N 507, ed è conforme alla Direttiva Macchine
(2006/42/CE), alla Direttiva Compatibilità Elettromagnetica (2004/108/CE) e alla direttiva Bassa Tensione
(2006/95/CE).
GESTIONE RIFIUTI
Di seguito i quantitativi dei rifiuti gestiti negli ultimi tre anni:
Rifiuti ricevuti da terzi - Nella tabella sottostante, sono indicati i quantitativi dei rifiuti ricevuti da terzi.




Rifiuti recuperati - Nella tabella sottostante, sono indicati i quantitativi dei rifiuti recuperati, avviati ad
operazioni R5, dedotti dai MUD relativi al 2019, al 2020 e al 2021.

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Materiale recuperato - Materie prime secondarie per l’edilizia derivanti dal recupero (tipologia 7.1) L’area a
disposizione del materiale risultante dal trattamento dei rifiuti, appartenenti alla tipologia 7.1, in attesa della
conformità alla Circolare del luglio 2005, è rappresentata dai cumuli C e D. Come già citato, le materie prime
secondarie per l'edilizia devono avere caratteristiche conformi alla Circolare del Ministero dell'ambiente e
della tutela del territorio 15 luglio 2005, n. UL/2005/5205, in particolare, secondo gli allegati C1, C2, C3, C4 e
C5 della Circolare stessa, le materie prime secondarie devono possedere, per essere ritenute tali, le
caratteristiche chimiche fissate dal test di cessione (Allegato 3 del DM 5/2/98) e le specifiche caratteristiche
fisiche determinate da analisi merceologiche e granulometriche o da prove fisiche a seconda del riutilizzo.
Con la periodicità indicata dalle norme, la Ditta fa eseguire questo tipo di verifiche di conformità.
Rifiuti in sola messa in riserva tipologia 7.31-bis - La tabella sottostante indica i quantitativi rifiuti della
tipologia 7.31-bis che sono stati sottoposti alla sola messa in riserva.




Rifiuti prodotti - I rifiuti da recuperare sono già selezionati da frazioni estranee in cantiere; per cui,
generalmente, non sono prodotti altri rifiuti dall’attività di recupero. Per ogni necessità o emergenza, un
settore dell’area di deposito temporaneo dei rifiuti, derivanti dalla propria attività di cantiere, è
specificatamente dedicato a rifiuti derivanti dall’attività di recupero, inpiduati genericamente con codice
EER 1912XX.




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Dall’attività di selezione, prima di ogni altra operazione di recupero, è possibile che si producano rifiuti
solidi di qualità come il 17 04 01 (Rame, bronzo e ottone). Per tali rifiuti, come per il cartongesso e la guaina si
chiede di mantenere lo stesso codice (17 08 02 per il cartongesso e 17 06 04 per la guaina), in quanto la
semplice selezione non ne modifica le caratteristiche chimico-fisiche ed, inoltre, la qualifica con codice EER 19
12 XX rende estremamente complicato, nella pratica, il loro ulteriore recupero in altro impianto autorizzato.
                          Stato di progetto
Il progetto della F.lli Fava S.r.l. consiste nella riorganizzazione del sito e nell’ampliamento dell’attività.
La riorganizzazione del sito prevede:
   1. la demolizione dello stabile degli edifici attuale;
   2. la costruzione di un nuovo capannone;
   3. la costruzione di una nuova tettoia;
   4. l’asfaltatura di tutto il piazzale;
   5. una nuova disposizione degli impianti;
   6. un nuovo separatore aeraulico;
   7. un impianto di raccolta e trattamento delle acque meteoriche;
   8. la predisposizione di barriere fonometriche per rispettare i limiti di zona.
L’ampliamento dell’attività consiste:
   1. nell’aumento delle tonnellate da trattare da 17.999 ton a 60.000 ton/anno;
   2. nell’aumento della quantità di rifiuti in messa in riserva da 902,49 tonnellate a 2.142 tonnellate di cui
     35 di rifiuti prodotti;
   3. l’incremento dei codici EER da ricevere e recuperare;
   4. il passaggio da regime semplificato a regime ordinario.
L’ampliamento comporta l’incremento delle giornate in cui avviene l’attività di recupero dei rifiuti da 100 a
220 all’anno e dell’utilizzo sincrono di tutti i macchinari.
A servizio dell’attività si prevede un progetto di raccolta e trattamento delle acque meteoriche, con loro
riutilizzo per la bagnatura dei cumuli/piazzale al fine di ridurre i fenomeni di dispersione delle polveri.
Inoltre, nella Previsione di Impatto Acustico sono indicate delle predisposizioni per delle barriere
fonometriche al fine di rispettare i limiti acustici di zona. Si riporta un estratto dell’Allegato 2.2 - layout
dell’impianto.




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Il sito sarà così organizzato:
    tutta l’area è completamente pavimentata;
    una pesa all’ingresso impianto;
    sulla destra dell’ingresso sorge una tettoia dove avviene la messa in riserva e l’R12 (inpiduata
     come accorpamento di rifiuti, selezione e cernita) di rifiuti per i quali non si prevedono attività di
     recupero che implichino la cessazione di qualifica di rifiuto;
    sulla sinistra dell’ingresso è previsto un edificio dedicato a uffici, spogliatoi e magazzino.
La parte restante del lay-out (verso sinistra) è completamente dedicata all’attività di stoccaggio e di recupero
rifiuti inerti, attraverso selezione, cernita, frantumazione, deferizzazione e vagliatura, del tutto simile a
quella già in essere, e con l’introduzione di un separatore aeraulico si otterrà un materiale maggiormente
raffinato e privo il più possibile di elementi estranei; sono previste due aree di stoccaggio rettangolari, pise
da new jersey, dove staziona il materiale lavorato in attesa di analisi ed il materiale conforme può essere
rilavorato attraverso il frantoio secondario. La terra e roccia da scavo è stoccata in box dedicati e pisa per
tipologia di analisi (se colonna A o colonna B).
I mezzi che escono dall’impianto passano attraverso un impianto di lavaggio ruote.
L’attività di gestione rifiuti prevede anche, oltre alla messa in riserva, la possibilità di svolgere le operazioni
R12 di selezione cernita e accorpamento di rifiuti.
Le operazioni di recupero R12 previste sui rifiuti conferiti sono:
- accorpamento di rifiuti aventi lo stesso codice EER in ingresso, mantenendo lo stesso codice EER in uscita;
- accorpamento di rifiuti aventi codici EER persi, ma di matrice comune (legno, plastica); → si tratta
dell’operazione di miscelazione non in deroga di rifiuti non pericolosi, aventi codice EER persi ma
analoghe caratteristiche merceologiche al fine di produrre frazioni merceologiche omogenee di rifiuti
destinate a successivo recupero presso impianti terzi; il flusso di rifiuti esitanti deve essere classificato con il
codice più opportuno appartenente al capitolo 1912XX;
- cernita di rifiuti in modo da effettuare la separazione di più matrici;
- selezione di rifiuti in modo da isolare la frazione recuperabile (inerti).
Queste attività possono avvenire sul piazzale o sotto la tettoia.
Spazio B dedicato alla ricezione di materiali misti
I codici EER, identificativi dei rifiuti, stoccati in alternativa (uno dei tre codici) nello spazio B sono:
17 09 04 Rifiuti misti dell’attività di costruzione e demolizione, persi da quelli di cui alle voci 17 09 01, 17 09
02 e 17 09 03
15 01 06 Imballaggi in materiali misti
20 03 07 Rifiuti ingombranti
La ditta ai rifiuti inerti di risulta dalla selezione/cernita del codice 170904 che codice intende attribuire?Come
intende gestire i rifiuti ingombranti della raccolta urbana?
Spazio C dedicato a rifiuti aventi la stessa matrice “legno”
I codici EER, identificativi dei rifiuti, stoccati nello spazio C sono:
15 01 03 Imballaggi in legno
17 02 01 Legno
20 01 38 Legno perso da quello di cui alla voce 20 01 37
Spazio D dedicato a rifiuti aventi la stessa matrice “plastica”
I codici EER, identificativi dei rifiuti, stoccati nello spazio D sono:
15 01 02 Imballaggi di plastica
17 02 03 Plastica
20 01 39 Plastica



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Spazio E – dedicato a più tipologie di rifiuti
Lo spazio E è dedicato ad ospitare più tipologie di rifiuti, i quali saranno tenuti separati e correttamente
identificati. I codici EER sono:
15 01 01 Imballaggi in carta e cartone
15 01 05 Imballaggi in materiali compositi
15 01 07 Imballaggi in vetro
17 02 02 Vetro
20 01 01 Carta e cartone
20 01 01 Vetro
Per questi rifiuti si chiede la possibilità di cernita/selezione e l’accorpamento solo di rifiuti identificati dal
medesimo codice e non da codici persi.
Spazio F – dedicato al cartongesso
Lo spazio F è dedicato ad ospitare il cartongesso, identificato dal codice 17 08 02.
Tettoia – Casse e cassoni
Sotto alla tettoia trovano spazio tre cassoni dedicati ai seguenti codici EER:




Trovano spazio anche le seguenti casse:




Tettoia – spazio dedicato al 17 03 02
Sotto alla tettoia è predisposto uno spazio dedicato al rifiuto entrante identificato con il codice EER 17 03 02
“miscele bituminose perse da quelle di cui alla voce 17 03 01”, specificatamente asfalto.
Attività Recupero Inerti
Lo svolgimento dell’attività recupero inerti, prevede l’adeguamento al D.M. 152/2022, secondo le seguenti
fasi:
    verifica sui rifiuti in ingresso (vedere paragrafo Gestione Materiale);
    processo di lavorazione minimo;
    deposito presso il produttore;
    requisiti di qualità dell’aggregato recuperato (vedere paragrafo Gestione Materiale).
L’attività di recupero, nella sua completezza è svolta da:
    un trituratore mobile, TRI1611FP, dotato di deferizzatore;
    un vaglio, KEESTRACK, NOVUM, macchina tipo 4215 del 2011;
    un separatore aeraulico.
Caratteristiche del Separatore aeraulico, Gruppo tornado Serie S: Semimobile – Compatto – Indipendente .
La produzione di questa macchina si attesta dalle 25 alle 40 tonnellate/ora e la pezzatura massima di
alimentazione in mm è da 15 ai 120; questa macchina può essere utilizzata in serie al processo di
macinazione e vagliatura e se il materiale di partenza risulta particolarmente pulito si può evitare questo
passaggio.




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                            Valutazioni
Per quanto concerne il Quadro progettuale si ritiene sia carente per i seguenti aspetti.
  1. Non è fornita una descrizione in merito alle modalità operative e organizzative di realizzazione dei
    piazzali (realizzazione impermeabilizzazione), tenuto conto altresì della rimodellazione planimetrica
    del sito.
  2. Manca una descrizione delle procedure interne previste dalla ditta nella gestione dell’impianto di
    recupero rifiuti durante la fase transitoria cantieristica di realizzazione delle opere di progetto
    (piazzali, tettoia, nuovi fabbricati, impianto di depurazione delle acque meteoriche e di
    dilavamento..); valutazione delle interferenze cantieristiche rispetto all’ordinaria gestione impianto.
  3. A seguito dell’entrata in vigore del recente Decreto Ministeriale n. 152/2022 “Regolamento che
    disciplina la cessazione della qualifica di rifiuto dei rifiuti inerti da costruzione e demolizione e di altri rifiuti
    inerti di origine minerale, ai sensi dell'articolo 184-ter, comma 2, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152” ,
    si avvisa che la documentazione tecnica di progetto deve essere redatta in aderenza alle nuove
    previsioni normative. In particolare, la relazione tecnico descrittiva dell’impianto deve approfondire
    i seguenti aspetti:
    ◦ descrizione della riorganizzazione delle aree di stoccaggio, lavorazione, caratterizzazione e
      deposito EoW dei rifiuti in impianto, differenziando chiaramente i flussi di recupero delle
      miscele bituminose, degli aggregati riciclati e delle terre recuperate;
    ◦ descrizione della riorganizzazione delle aree di deposito/lavorazione dei “sottoprodotti”,
      differenziando chiaramente il flusso di gestione del “sottoprodotto” dal flusso di recupero di
      rifiuti, con riferimento anche alle quantità stoccabili nelle singole aree;
    ◦ descrizione delle tipologie e caratteristiche del materiale EoW prodotto dall’impianto, definendo
      eventuali situazioni al di fuori dell’ambito di applicazione del DM 152/2022 e quindi
      riconducibili alla fattispecie End of Waste “caso per caso”;
    ◦ descrizione della gestione dei possibili scenari di non conformità, distinguendo tra non
      conformità prestazionali ed ambientali;
    ◦ piano di automonitoraggio dell’impianto;
    ◦ procedure di campionamento dei rifiuti lavorati in attesa di qualifica EoW.
  4. Approfondimento sulla provenienza dei rifiuti conferibili appartenenti al Capitolo 20 dell’Allegato
    D, Parte IV, D.Lgs. 152/2006, in considerazione del fatto che la raccolta ed il trasporto rifiuti risulta
    essere in privativa dei Comuni o dei Consigli di Bacino.
  5. Approfondimento sulla gestione interna delle frazioni merceologiche di rifiuti vetrosi esitate dalle
    operazioni di recupero R12, considerata l’assenza di previsione di stoccaggio del codice EER 191205.
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  6.  Presentazione di un elaborato planimetrico che riporti per ogni settore dell’impianto la tipologia di
     superficie impermeabilizzata prevista nello stato di progetto, con relativi dati dimensionali,
     predisponendo una procedura gestionale per il controllo ed il mantenimento di un adeguato stato di
     integrità delle pavimentazioni.
Si comunica fin d’ora che, come previsto nelle prescrizioni della Determinazione n. 1940 del 29/12/202, ai
rifiuti prodotti dall’attività di recupero deve essere attribuito un codice EER del Capitolo 19 dell’Allegato D,
Parte IV, D.Lgs. 152/2006, cioè come “rifiuti prodotti da impianti di trattamento dei rifiuti”. La richiesta di
assegnare il codice EER 17 04 01 per il rame bronzo e ottone, EER 17 08 02 per il cartongesso ed EER 17 06 04
per la guaina ai rifiuti di risulta dall’operazione R12 di selezione e cernita non è autorizzabile.
                    Valutazione post integrazioni
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto in generale quanto richiesto; si ritiene necessario, tuttavia,
prevedere alcune prescrizioni a cui adempiere nella successiva fase di autorizzazione.

                          VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento, si ritiene tuttavia necessario prevedere specifiche prescrizioni per la successiva fase di approvazione
progetto ex art.208 del D.Lgs. 152/2006.
                              111
              QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
Non sono presenti/previsti camini di emissioni aeriformi convogliate e le emissioni di polveri diffuse in
atmosfera vengono contenute mediante sistemi di abbattimento ad umido. L’impianto di frantumazione è
dotato di un sistema di abbattimento delle polveri costituito da una linea di ugelli, posti lungo i nastri
trasportatori, che nebulizzano acqua sul materiale in lavorazione per evitare al generazione di polveri
aerodisperse. La quantità di acqua spruzzata sui materiali è dosata in modo da ottenere l’umidificazione,
senza causare ruscellamenti.
La Proponente ha predisposto uno studio sugli impatti ambientali sull’atmosfera originati dall’esercizio
dell’impianto di trattamento rifiuti in termini di:
- polveri in sospensione (PM10), che potranno essere prodotte dalle attività di trattamento rifiuti inerti;
- immissioni in atmosfera degli inquinanti prodotti dagli scarichi dei mezzi pesanti adibiti al trasporto dei
 rifiuti e dei prodotti dell’impianto.
Quanto sopra considerato, si ritiene ragionevole che non emergano impatti significativi sulla presente com-
ponente.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
Acque di Processo: Nell’attività di recupero rifiuti non si impiegano acque per la lavorazione in quanto non
si eseguono trattamenti ad umido ma esclusivamente trattamenti a secco; pertanto non risulta presente uno
scarico di acque di lavorazione. Le acque prelevate dall’acquedotto sono utilizzate esclusivamente per
evitare fenomeni di polverosità diffusa (con dispersione al suolo) ed il consumo d’acqua si attesta su un
valore annuo di circa 600 metri cubi.


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Acque Meteoriche: Lo stoccaggio dei rifiuti (che consiste in: messa in riserva funzionale al recupero -
esclusiva messa in riserva o deposito temporaneo dei rifiuti prodotti) e lo stoccaggio dei materiali trattati (che
non hanno ancora cessato la qualifica di rifiuto) risultano soggetti a copertura mediante teli impermeabili;
pertanto le acque meteoriche vengono disperse al suolo. La Ditta dichiara che le lavorazioni non vengono
condotte durante eventi meteorici intensi.
Per la gestione delle acque meteoriche la Proponente ha elaborato un progetto di captazione/trattamento
acque meteoriche nel quale si considera che:
   l’intera area di pertinenza sarà superficialmente impermeabilizzata con massetto in calcestruzzo
    armato e presidiata da una canaletta semi-permeabile di captazione/collegamento delle acque
    meteoriche;
   le acque meteoriche insistenti sui tetti dell’attività (comprensiva della nuova struttura edilizia e
    tettoia) verranno scaricate sulla superficie pavimentata per essere captate dalla canaletta sopra citata;
   le acque a seguito trattamento (volume utile di laminazione è garantito dal dimensionamento della
    vasca di laminazione pari a 610 m3 ) verranno scaricate in corso d’acqua superficiale;
   presenza di una vasca di riserva idrica pari a 370 m3 la cui acqua potrà essere utilizzata per
    l’impianto di bagnatura predisposto per ridurre la polverosità diffusa con dispersione al suolo;
   in relazione alla richiesta della Proponente a VIACQUA, di poter procedere allo scarico in Pubblica
    Fognatura delle acque meteoriche qualora la vasca di riserva idrica risulti colma, si segnala che in
    merito l’Ente ha espresso parere negativo.
Quanto sopra considerato, valutate le tipologie dei materiali trattati e le modalità di protezione degli stessi
dal dilavamento meteorico, si ritiene ragionevole che non emergano impatti significativi sulla presente
componente.
Dall’analisi della documentazione presentata dalla ditta si ravvisa la necessità di richiedere le seguenti
integrazioni:
   disponibilità della ditta di un atto di assenso allo scarico su “corpo superficiale” privato (non di
    proprietà);
   valutazione e approfondimento sulla corretta classificazione come “corpo d’acqua superficiale” del
    fossato inpiduato per lo scarico in area non di proprietà.
                    Valutazione post integrazioni
Le integrazioni fornite hanno parzialmente soddisfatto quanto richiesto; si ritiene necessario, pertanto,
prevedere alcune prescrizioni a cui adempiere nella successiva fase di autorizzazione.

                          VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento, si ritiene tuttavia necessario prevedere specifiche prescrizioni per la successiva fase di approvazione
progetto ex art.208 del D.Lgs. 152/2006.

CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
Il sito presenta una geologia formata da substrati di materiali alluvionali, morenici o lacustri di natura
prevalentemente argillosa e sabbiosa, mentre la falda è ad una profondità compresa fra 2-5 m dal p.c..
Dalla documentazione presentata risulta che:
    nel Piano di Assetto del Territorio del Comune di Vicenza il sito è inserito all’interno del tessuto
     urbano consolidato in zona industriale, in area priva di peculiarità ambientali. Nel dettaglio, l'area
     oggetto di studio nel sistema insediativo infrastrutturale del P.T.C.P. di Vicenza, è identificata come
     area produttiva (art. 66 – art. 71), in fregio a viabilità di secondo livello che funge anche come
     direttrice del trasporto pubblico locale;
    l’area risulta appartenere ad “aree di primaria tutela degli acquiferi” Tav. 01b PTRC;
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    nella “Carta dei Suoli” si insedia in “Pianura alluvionale del fiume Brenta a sedimenti fortemente
     calcarei”;
    nella “Carta sull’Uso del Suolo” il sito si insedia in Classe II 4. Dalla Tavola 5b del PTRC e risulta al
     di fuori dal “Parco agroalimentare dei sapori”.
Il progetto prevede l’impermeabilizzazione dell’intera area per una migliore gestione delle acque meteoriche
e dell’attività in genere e la Ditta dichiara che la matrice ambientale suolo/sottosuolo non risulta interessata
dall’attività di processo in quanto i rifiuti e le lavorazioni afferenti risultano su superfici impermeabilizzate e
non sussistono particolari elementi d’impianto al di sotto del piano campagna.
Considerata la tipologia dei materiali trattata nel Sito (materiali inerti classificati come rifiuti speciali non
pericolosi), nonché lo stato dei luoghi gestito secondo le autorizzazioni rilasciate, non si riscontrano impatti
significativi sulla presente componente.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
In base alla cartografia del Piano Acustico vigente l’area dell’impianto risulta ricadente in classe IV.
La caratterizzazione della situazione acustica attuale dell’area è stata basata su misure effettuate a
Novembre 2020 e su utilizzo del metodo di calcolo definito dalla norma ISO 9613, tramite software di
simulazione acustica Cadna A.




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Per la valutazione dello stato di progetto sono state inserite le caratteristiche acustiche delle sorgenti esistenti
e per quanto riguardo la nuova sorgente sonora (separatore aeraulico, Gruppo tornado Serie S) sono state
stimate le emissioni mancando dati di caratterizzazione acustica.
Sono state inoltre previste 3 barriere acustiche, 2 a confine e 1 posta presso gli impianti come risulta visibile
nel lay out dell’impianto, allegato allo studio Preliminare ambientale.
Da quanto riportato dal tecnico i limiti assoluti di immissione e i limiti di emissione saranno rispettati.




Il limite critico risulta essere il limite differenziale che è rispettato sebbene con margine inferiore.




                           Valutazione
Dall’analisi della relazione non viene chiarito quali attività siano state attivate ed analizzate durante le
misure del 2020 (sorgenti denominate: vaglio, mulino, mulino1, attività1, attività2) e si annota una
discrepanza fra i livelli riportati in tabella e quelli riportati nelle schede di misura.
Si evidenzia che le sorgenti sonore citate sono parecchie (frantumatore cingolato, vaglio cingolato,
frantumatore fisso, pala, escavatore, nuovo impianto).e non tutte sembrano essere considerate per la
valutazione dei livelli ambientali.
Particolare attenzione deve essere posta nella valutazione del limite differenziale che deve considerare la
situazione di massimo disturbo, oltre al minimo residuo. Sembra invece che il livello di immissione
considerato per la verifica del limite assoluto sia analogo a quello considerato per la verifica del differenziale.
Non è stata verificata l’applicabilità di penalizzazioni per presenza di componenti impulsive o tonali.

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SI chiedono inoltre delucidazioni in merito alle caratteristiche delle barriere previste.
                    Valutazione post integrazioni
Le integrazioni fornite hanno parzialmente soddisfatto quanto richiesto; si ritiene necessario, pertanto,
prevedere alcune prescrizioni a cui adempiere nella successiva fase di autorizzazione.

                          VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento, si ritiene tuttavia necessario prevedere specifiche prescrizioni per la successiva fase di approvazione
progetto ex art.208 del D.Lgs. 152/2006.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI
In relazione alla tipologia delle lavorazioni dell’insediamento, la valutazione per la componente in esame in
termini di emissione di “radiazioni ionizzanti e non ionizzanti e/o rischio Radon“ non è applicabile.
Nella documentazione presentata non si riscontrano elementi specifici in merito alla presente componente
ambientale, in ogni caso in relazione allo stato d’impianto non si evidenziano aspetti critici inerenti potenziali
impatti e si ritiene non significativo l’impatto da agenti fisici.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
L’area d’indagine, com’è possibile desumere dall’Atlante Ricognitivo del Paesaggio del PTRC del Veneto,
s’inserisce all’interno dell’ambito di paesaggio n.23 “Alta Pianura Vicentina”, in particolare nella porzione
più a Sud del medesimo, al confine con l’ambito di paesaggio n. 17 “Gruppo Collinare dei Berici”. L’area
dell’ambito n. 23, in cui ricade il sito oggetto di studio, interessa il sistema insediativo pedecollinare di Schio
e Thiene fino a comprendere, verso sud, la città di Vicenza.




                          Valutazione
Si ritiene che debbano essere maggiormente approfonditi nel progetto gli aspetti di inserimento
paesaggistico e, a tal proposito, si veda quanto richiesto nella componente tutela delle risorse naturali.
                    Valutazione post integrazioni
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
Lo specifico Studio di Impatto Viabilistico redatto a corredo del progetto ha permesso di analizzare l’impatto
viabilistico generato dall’aumento della capacità produttiva della sede operativa dell’azienda F.lli Fava S.r.l.,
nel territorio comunale del capoluogo di Vicenza (VI), stabilimento in cui s’intende passare da un regime
autorizzativo semplificato di 17.999,99 ton/anno ad uno ordinario di 60.000 ton/anno.




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La    verifica    della
compatibilità viabilistica
dell’intervento è stata
condotta partendo dalla
quantificazione     della
domanda di trasporto
attuale che impegna il
comparto viario oggetto
dello studio, prevedendo
i          seguenti
approfondimenti:
    descrizione delle
     principali tratte
     stradali limitrofe all’ambito di intervento;
    definizione della geometria delle tratte stradali interessate dall’attività produttiva;
    indagine e rappresentazione dei flussi di traffico durante l’ora di punta (07:30-08:30) in un giorno
     infrasettimanale tipo;
    stima dei veicoli indotti attuali e generati dall’intervento;
    studio, analisi e verifica funzionale dettagliata dei nodi e delle intersezioni eseguita secondo i
     principi della “Teoria e Tecnica della Circolazione”.
La verifica comparativa effettuata tra i due scenari analizzati (attuale e futuro) ha permesso di stabilire che
l’impatto derivante dall’aumento della capacità produttiva della ditta F.lli Fava S.r.l., sia da considerarsi
marginale e tale da non generare criticità sul sistema infrastrutturale limitrofo.
I risultati ottenuti dallo studio hanno dimostrato come, nell’ora di punta della giornata “tipo” del giovedì,
dalle ore 07:30 alle ore 08:30, l’immissione e la rete viabile analizzate mantengano praticamente inalterate,
nelle condizioni di simulazione futura, le loro condizioni di utilizzo.
Infatti, sia i livelli di servizio che i coefficienti di utilizzo delle intersezioni oggetto di verifica hanno
dimostrato come il traffico veicolare rimarrà pressoché invariato anche dopo il possibile accoglimento delle
richieste avanzate dall’istanza.
In conclusione, la rete viabile non subirà alcun aggravio e i livelli di servizio della stessa rete rimarranno atti
a soddisfare la domanda di mobilità.




                       VALUTAZIONE
Non ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI ED AGRONOMICHE
L'area di progetto è inserita nell'ambito urbano di Vicenza, all'interno della piccola Z.I. di Riviera Berica.
Il sito più prossimo risulta essere IT3220040 “Bosco di Dueville e risorgive limitrofe” - S.I.C. - a 0,41 km dalla
committente. Tutti gli altri siti risultano essere a distanze maggiori. La distanza risulta quindi la principale
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discriminante che permette di escludere effetti significativi negativi del progetto sulla Rete Natura2000. Tra
area di progetto e siti S.I.C. e Z.P.S. sono presenti, inoltre: → la SP 247 → tessuto urbano industriale,
artigianale e commerciale con le relative infrastrutture → aree ad elevata utilizzazione agricola. Il sistema
infrastrutturale, insieme al tessuto antropico diffuso, costituiscono un insieme di barriere ecologiche
condizionanti la mobilità di specie sia faunistiche che floristiche.
SUOLO, USO DEL SUOLO E PATRIMONIO AGROALIMENTARE
Caratterizzazione programmatica della componente “Suolo, uso del suolo e patrimonio agroalimentare” Per
inquadrare l’area nella componente suolo e uso del suolo, analizziamo la Tavola.01a - Uso del suolo – Terra
(un estratto).




Come già descritto l’attività fa parte di una zona a vocazione industriale, commerciale. Al confine Sud Ovest
con l’attività si trovano i Colli Berici, dove insistono i seguenti tematismi:




Carta capacità d’uso dei suoli: nella classificazione della capacità d’uso, i suoli vengono classificati in
funzione di proprietà che ne consentono, con persi gradi di limitazione, l’utilizzazione in campo agricolo o
forestale, valutando la capacità di produrre biomassa, la possibilità di riferirsi a un largo spettro colturale e il
ridotto rischio di degradazione del suolo




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Dall’estratto si evince che l’area ricade in classe II “suoli con limitazioni moderate”, nello specifico “I suoli
hanno limitazioni moderate che riducono la scelta delle colture oppure richiedono moderate pratiche di
conservazione”. A monte dell’area di intervento è situata una fascia boscata che collega l’area con l'ambito
collinare dei Monti Berici.
                          Valutazione
Si ritiene che debbano essere maggiormente approfonditi nel progetto gli aspetti di inserimento ambientale
e paesaggistico, prevedendo ad esempio filari arboreo-arbustivi a confine con le altre proprietà, con funzione
anche di connessione ecologica con l’ambito boscato (di proprietà).
Anche i parcheggi possono essere occasione di miglioramento dell’assetto paesaggistico e ambientale:
parcheggi permeabili e alberati, infatti, oltre ad offrire comfort d'ombra e raffrescamento per la sosta,
consentono di incrementare la presenza un positivo aumento della biopersità.
Si richiedono pertanto opportune integrazioni in tal senso, con elaborati di stato di fatto di progetto:
planimetrie, relazioni e computi metrici estimativi comprendenti anche la fase di gestione e manutenzione.
                    Valutazione post integrazioni
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELLA FLORA E FAUNA
Tale aspetto non risulta esaminato e se ne richiede la trattazione, con approfondimento delle caratteristiche
faunistiche dell'area e la valutazione dell'impatto acustico sulla fauna in fase di esercizio data la presenza di
un corridoio ecologico interessante.
                    Valutazione post integrazioni
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE PER LA TUTELA DEI SITI S.I.C./Z.P.S PER LA V.INC.A.
L'intervento in progetto ricade all'esterno di confini siti afferenti alla Rete Natura 2000.
Nello specifico, le specifiche elaborazioni GIS evidenziano la localizzazione del sito produttivo in oggetto, in
Zona Industriale, e le distanze con i siti della Rete Natura2000 più prossimi. Sono presenti due siti della Rete
Natura2000 entro il raggio di 5 km, distanza indicata da I.S.P.R.A. come discriminante di analisi in
“Elementi per l'aggiornamento delle norme tecniche in materia di valutazione ambientale” (109/2014):
IT3220037 “Colli Berici” - Z.S.C. - a 1,72 km nel punto più prossimo e IT3220040 “Bosco di Dueville e
risorgive limitrofe” - Z.S.C. - a circa 0,41 km nel punto più prossimo.
La distanza risulta quindi la principale discriminante che permette di escludere effetti significativi negativi
del progetto sulla Rete Natura2000. Tra area di progetto e siti S.I.C. e Z.P.S. sono presenti, inoltre: la SP 247;
tessuto urbano industriale, artigianale e commerciale con le relative infrastrutture; aree ad elevata
utilizzazione agricola.
Il sistema infrastrutturale, insieme al tessuto antropico diffuso, costituiscono un insieme di barriere
ecologiche condizionanti la mobilità di specie sia faunistiche che floristiche.


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L'impianto di trattamento rifiuti oggetto del presente studio è esistente ed autorizzato, nonché confinante con
altri impianti produttivi all'interno della Zona Industriale Riviera Berica di Vicenza. L'elemento di rilievo, dal
punto di vista naturalistico, risulta essere l'area collinare che si inerpica a partire dal confine ovest della zona
industriale: si rimarca la coesistenza di un abitato sparso servito da viabilità locale con aree boschive.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
L’esercizio dell’attività e le attività di cantiere per la realizzazione della riorganizzazione del sito possono
produrre effetti ambientali negativi dovuti alle emissioni in atmosfera delle polveri, al rumore e al traffico.
Per quel che riguarda il cantiere non si prevede un traffico intenso mentre per le eventuali emissioni in
atmosfera e il rumore si adotteranno tutti gli accorgimenti necessari per ridurli, in ogni caso è possibile
ricorrere a delle deroghe apposite. Per quel che riguarda l’esercizio dell’attività sono stati condotti degli studi
appositi per valutare e ridurre le emissioni in atmosfera e le emissioni acustiche, i cui risultati e valutazioni
sono riportate nei capitoli dedicati. Adottando le conclusioni degli studi e sottoponendo poi l’attività a
monitoraggio ambientale si può concludere che gli impatti delle emissioni in atmosfera e acustiche siano
trascurabili.
Non risultano pervenute osservazioni da parte del’Ulss competente per territorio.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.


              VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
                          CONCLUSIONI
Il progetto in esame non si pone in contrasto ovvero in condizioni di interferenze rispetto ad altri piani,
progetti o interventi in zone limitrofe, né questi ultimi possono interagire con l’intervento oggetto del parere.
Non si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti.
Il grado di approfondimento documentale, la tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi
riportati possono essere considerati adeguati alle finalità che il proponente intende conseguire.
Non sussistono osservazioni contrarie alla prosecuzione dell’attività.
La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a ritenere come il
progetto non comporta pressioni o effetti/impatti significativi sull'ambiente determinati dall’esercizio
dell’impianto, salva la necessità di verifica puntuale della componente acustica.
Il progetto non determina, inoltre, alcun impatto aggiuntivo e/o significativo rispetto all’esercizio corrente.
Rispetto al territorio circostante l’iniziativa in esame va interpretata positivamente, sussistendo un’assenza di
rischi ambientali, sanitari ed ecologici.

                      Tutto ciò premesso si esprime
                            PARERE
          al non assoggettamento alla V.I.A. con le prescrizioni di seguito citate.
In sede di presentazione della richiesta di approvazione progetto si dovranno integrare i seguenti
aspetti.

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1.Gestione Rifiuti
Nell’ambito della relazione tecnica descrittiva dell'attività di recupero dovranno essere definiti e/o approfon -
diti i seguenti aspetti:
a) verifica del rispetto dei requisiti dell’art. 4, Titolo II del D.P.R. 120/2017 per quanto concerne i volumi di
scavo di progetto per la realizzazione della rimodellazione planimetrica del sito e degli impianti di tratta -
mento delle acque meteoriche di dilavamento, garantendo l’assenza di commistione tra le attività cantieristi -
che con produzione di TRS ai sensi Titolo II, D.P.R. 120/2017 e l’attività ordinaria di recupero rifiuti inerti
della ditta;
b) in caso di presenza di EoW “caso per caso”, ovvero terra fine (EER 170504 e EER 200202), devono essere
presenti le specifiche procedure tecnico-gestionali, in conformità alle linee Guida SNPA n. 41/2022, le quali
devono esaminare anche la gestione dell’eventuale sopravaglio antropico e di quello naturale, qualora desti -
nato alla realizzazione di aggregati riciclati;
c) presentazione della scheda del produttore del rifiuto integrata con le seguenti voci:
- tipologia di produttore (a scelta): produttore iniziale, nuovo produttore, detentore (gestore di impianti),
pubblica amministrazione,
- modalità di confezionamento del rifiuto;
d) la verifica dei requisiti di qualità dell’aggregato recuperato ai sensi del D.M. 152/2022 dovrà avvenire per
ogni lotto di aggregato recuperato prodotto (lotto chiuso) ed il dimensionamento del lotto di aggregato recu-
perato deve dunque essere calato sulla realtà impiantistica e spaziale del sito e deve essere conforme al layout
gestionale depositato;
e) la miscela di aggregato riciclato non può essere addizionata, durante l’intera linea di recupero, con altri
rifiuti non ricompresi nel D.M. 152/2022.
2. Scarichi
Presentare l’atto di assenso del proprietario del fondo, per quanto concerne il punto di scarico delle acque
meteoriche non accumulabili nella riserva idrica, ovvero delle acque meteoriche, comunque controllate/trat -
tate, in eccesso rispetto alla capacità di raccolta dell’impianto stesso.
3. Altre prescrizioni
Si dovrà dare conto dell’adempimento alle condizioni del Consorzio di Bonifica ( allegato 1).
In sede di collaudo si dovrà procedere con i seguenti adempimenti/obblighi .
4. EoW
Presentazione del certificato di collaudo finalizzato all’ottenimento dell’autorizzazione all’esercizio la ditta
dovrà disporre della certificazione UNI EN ISO 9001 con espresso riferimento alla cessazione della qualifica
di rifiuto dei rifiuti inerti del DM 152/2022, rilasciata da organismo accreditato.
5. Impatto acustico
La compatibilità acustica mediante indagine di verifica del rispetto dei limiti dovrà essere allegata alla docu -
mentazione di collaudo, da ripetersi poi con frequenza triennale, mirata ai ricettori presenti in prossimità
dell’impianto:
a) nella verifica del rispetto del limite differenziale, ponendosi nelle condizioni di massimo disturbo, dovrà
essere valutata la contemporaneità delle sorgenti sonore, intendendo sia il funzionamento degli impianti che
attività di carico / scarico materiale;

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b) le modalità di effettuazione delle misurazioni, sia con riguardo al campionamento spaziale (scelta dei pun -
ti di misura), sia con riguardo al campionamento temporale (scelta dei tempi di misura), saranno comunica -
te con congruo preavviso ad Arpav;
c) nel caso i valori non siano rispettati, dovranno essere messi in opera ulteriori interventi di bonifica in gra-
do di ridurre il disturbo nelle perse condizioni di operatività dell'impianto, mediante una specifica proget -
tazione da presentarsi all’Amministrazione comunale ed ARPAV, a cui, nel frattempo, saranno stati comu-
nicati i risultati delle analisi;
d) l’indagine dovrà essere condotta da un soggetto qualificato terzo, rispetto all’estensore dello Studio Previ -
sionale di Impatto Acustico;
e) sulla base dei risultati, inoltre, si potrà valutare la necessità di evitare il funzionamento contestuale di al -
cune sorgenti sonore (in particolare quelle maggiormente disturbanti in termini di emissioni sonore.

Vicenza, 08 giugno 2023
  F.to Il Segretario                                     F.to Il Presidente
arch. Benedetto De Santis                                   Andrea Baldisseri




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