determina
PROVINCIA DI VICENZA
Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243
DETERMINAZIONE N° 769 DEL 16/07/2018
Servizio VIA VINCA
OGGETTO: ESCLUSIONE PROCEDURA DI VIA ART. 19 D.LGS. 152/2006 E S.M.E I. -
DITTA:EPOL SRL
PROGETTO: RINNOVO COMUNICAZIONE DI MESSA IN RISERVA/RECUPERO
RIFIUTI CON PROCEDURA SEMPLIFICATA (ISCRIZIONE AL REGISTRO DELLE
ATTIVITA’ DI RECUPERO N.112/2013) RIFIUTI PLASTICI SPECIALI NON
PERICOLOSI IN PROCEDURA AUA CON AUMENTO CAPACITA’ ANNUA.
LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNE DI PIOVENE ROCCHETTE
IL DIRIGENTE
Vista la documentazione presentata con nota prot. 16646 del 11-03-2018, da parte della ditta Epol
srl con sede legale e operativa in comune di Piovene Rocchette, via della Tecnica n.14, relativa al
progetto di un “ Rinnovo comunicazione di messa in riserva/recupero rifiuti con procedura
semplificata (iscrizione al registro provinciale delle attività di recupero nr. 112/2013) rifiuti plastici
speciali non pericolosi in procedura AUA con aumento capacità annua” richiedendo,
contestualmente, l’attivazione della procedura di verifica ai sensi dell’art.19 del D.Lgs. 152/2006.
Dato atto che il progetto proposto rientra nella tipologia progettuale indicata al punto 7. progetti di
infrastrutture, lettera z.b) “Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità
complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9,
della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.” dell'allegato IV della parte seconda
del D.Lgs. 152/2006 e s.m.e i..
Tenuto conto che la verifica per tali progetti rientra tra le competenze inpiduate in capo alla
Provincia dalla Legge Regionale n. 4/2016 (Allegato A), con riferimento alla tipologia degli
interventi, come inpiduati negli allegati III e IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006.
Dato atto che, ai sensi dell’art. 19 c.2 del D.Lgs 152/2006, è stata effettuata tempestiva
pubblicazione sul sito provinciale dello studio preliminare ambientale e che ne è stata data
informativa al pubblico sul sito web della Provincia in data 26-03-2018 , contestualmente alla
comunicazione di avvio procedimento alle amministrazioni e agli enti interessati per le opportune
valutazioni di competenza.
Considerato che il citato art. 19 prevede che l'autorità competente, verificato che il progetto non
abbia possibili effetti negativi e significativi sull'ambiente, dispone l'esclusione dalla procedura di
valutazione ambientale e, se del caso, impartisce le necessarie prescrizioni, ovvero, se il progetto ha
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possibili impatti negativi e significativi sull'ambiente, applica le disposizioni del comma 9 del
presente articolo.
Tenuto conto che non sono pervenute, ai sensi dell'art.19 c.4 del D.Lgs. n. 152/2006, osservazioni.
Dato atto che il Comitato tecnico provinciale VIA, nella seduta del giorno 04-07-2018, ha disposto
l'esclusione dalla procedura di valutazione ambientale con le prescrizioni contenute nel parere
14/2018 allegato al presente provvedimento per costituirne parte integrante e sostanziale.
Ritenuto di far proprie le citate prescrizioni al fine di mitigare gli impatti ambientali e monitorare
nel tempo la situazione aziendale.
Dato atto che non è oggetto della presente procedura la verifica della conformità urbanistica/edilizia
dell'intervento e tenuto conto che rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali
pareri, nulla osta, autorizzazioni e assensi comunque denominati necessari per l'autorizzazione
dell'intervento.
Vista l’istruttoria del Comitato tecnico provinciale VIA conservata agli atti.
Viste le norme di procedura di VIA di cui al D.Lgs. 152/2006 e s.m.i..
Visto che il presente provvedimento viene emanato nel rispetto della tempistica prevista dal
succitato D.Lgs. 152/2006 e dal Regolamento sui procedimenti amministrativi di competenza della
Provincia di Vicenza (Deliberazione di Consiglio n. 37/2013) che è di giorni 80 ID PROC 45.
Vista la Legge Regionale 4 del 18 febbraio 2016 “Disposizioni in materia di valutazione di impatto
ambientale e di competenze in materia di autorizzazione integrata ambientale”.
Visti gli artt. 151 comma 4 e 107 del D.Lgs. n. 267/2000.
Richiamata la Deliberazione del Consiglio Provinciale n.11 del 29/03/2018 con la quale è stato
approvato il Bilancio di Previsione 2018-2020.
Visto che con Decreto del Presidente n. 41 del 27/04/2018 è stato approvato il Piano Esecutivo di
Gestione 2018/2020 ed il Piano Performance anni 2018/2019;
DETERMINA
1. che il progetto della ditta ditta Epol srl con sede legale e operativa in comune di Piovene
Rocchette, via della Tecnica n.14, relativa al progetto di un “ Rinnovo comunicazione di
messa in riserva/recupero rifiuti con procedura semplificata (iscrizione al registro
provinciale delle attività di recupero nr. 112/2013) rifiuti plastici speciali non pericolosi in
procedura AUA con aumento capacità annua” è escluso dalla procedura di valutazione di
impatto ambientale di cui al D.Lgs. n. 152/06 e alla L.R. 4/2016 e s.m.i. con le prescrizioni
riportate nel parere 14/2018 allegato alla presente determinazione per costituirne parte
integrante e sostanziale;
2. che il Responsabile del procedimento provvederà alla pubblicazione del presente
provvedimento sul sito di questa Provincia e, in modo sintetico, sul Bollettino Ufficiale della
Regione Veneto;
3. che il presente provvedimento verrà pubblicato ai sensi dell'art. 23 D.Lgs. 33/2013;
4. di trasmettere il presente provvedimento alla ditta e consulente, al comune di Piovene
Rocchette, ad ARPAV, all’ULSS n.7 Pedemontana;
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INFORMA
Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso avanti al Tribunale Amministrativo
Regionale per il Veneto, nel termine di 60 giorni dalla data di ricevimento della comunicazione
del presente atto, ovvero in alternativa ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni
dalla data di ricevimento della comunicazione del presente atto.
Rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali ulteriori pareri, nulla osta,
autorizzazioni e assensi comunque denominati, necessari per l'attuazione dell'intervento.
Vicenza, 16/07/2018
Sottoscritta dal Dirigente
(MACCHIA ANGELO)
con firma digitale
---
Responsabile del Procedimento: Andrea BALDISSERI
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PERICOLOSI IN PROCEDURA AUA CON AUMENTO CAPACITA’ ANNUA
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CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE
Si certifica che copia della presente determinazione è pubblicata all'albo pretorio di questa
Provincia per 15 giorni dal 17/07/2018.
Vicenza, 17/07/2018
Sottoscritto dall'addetto alla pubblicazione
(BERTACCHE CRISTINA)
con firma digitale
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AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
SETTORE AMBIENTE - SERVIZIO VIA
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Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA
EPOL S.R.L.
PARERE N. 14/2018
Oggetto: Rinnovo comunicazione di messa in riserva/recupero rifiuti con procedura semplificata (iscri-
zione al registro provinciale delle attività di recupero nr. 112/2013) rifiuti plastici speciali non pericolosi
in procedura AUA con aumento capacità annua.
PROPONENTE: EPOL srl
SEDE LEGALE: Via della Tecnica n. 14 – Piovene Rocchette
SEDE INTERVENTO: Via della Tecnica n. 14 – Piovene Rocchette
TIPOLOGIA ATTIVITÀ: Impianto di recupero rifiuti.
PROCEDIMENTO: Verifica di assoggettabilità a V.I.A..
MOTIVAZIONE V.I.A: ALLEGATO IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - 7. Progetti di
infrastrutture - z.b) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non
pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante
operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del
decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
COMUNE INTERESSATO: Carrè
DATA DOMANDA: 11 marzo 2018
DATA PUBBLICAZIONE: 26 marzo 2018
DATA INTEGRAZIONI: 27 giugno 2018
DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
- Elaborato 1 - comunicazione di rinnovo;
- Elaborato 2 - previsione impatto acustico;
- Elaborato 3 - Studio Preliminare Ambientale;
- Elaborato 4 - Valutazione Incidenza Ambientale;
- Elaborato 5 - verifica PTA;
- Elaborato 6 - Piano di sicurezza.
PREMESSE
La ditta EPOL s.r.l., con sede in Comune di Piovene Rocchette (VI) in Via della Tecnica 14, opera nel settore
del recupero di rifiuti non pericolosi di tipo plastico, secondo le modalità contenute nell’autorizzazione n.
112 del 24/07/2013 “Rinnovo iscrizione al Registro Provinciale delle Imprese che effettuano attività di recu-
pero rifiuti in procedura semplificata al numero 87”.
La ditta intende avviare l’iter il rinnovo dell’iscrizione in essere, richiedendo, contestualmente, l’aumento
dei quantitativi di rifiuti in stoccaggio (R13) e in trattamento (R3), mantenendo comunque invariate le relati -
ve tipologie; trattasi di un rinnovo di un impianto esistente finalizzato al recupero di rifiuti speciali non peri -
colosi.
Nello specifico, la ditta effettua operazioni di messa in riserva (R13) e trattamento (R3) finalizzate al recupe-
ro del rifiuto plastico per la produzione di MPS, così come previsto dalle tipologie 6.1 e 6.2 del DM 05/02/98.
In particolare il rinnovo in parola prevede:
• l’aumento della capacità annua di rifiuti in trattamento (R3) da 6.000 ton/anno a 8.000 ton/anno (modifica
sostanziale);
• l’aumento della capacità di rifiuti in messa in riserva funzionali all’attività di recupero da 200 ton a 240 ton
(modifica non sostanziale);
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• la sostituzione dell’attuale sistema di abbattimento delle emissioni a servizio del camino n. 2 (densificato -
re) con un abbattitore ad umido.
L’istanza in analisi non prevede modifiche relative alla tipologia di operazioni di recupero, alle tipologie di
rifiuti accettabili dall’impianto, alle tipologie di lavorazioni attualmente autorizzate e condotte presso il sito
aziendale; non sono previsti nuovi interventi edilizi internamente ed esternamente allo stabile.
UBICAZIONE
L’impianto di recupero rifiuti speciali autorizzato è ubicato all’interno del lotto produttivo aziendale di via
Della Tecnica in Comune di Piovene Rocchette; il sito aziendale in parola ricade nell’ambito della zona pro -
duttiva di Piovene Rocchette, classificata come Zona Territoriale Omogenea D1 (produttiva industriale ed ar-
tigianale di espansione) dallo strumento urbanistico vigente comunale (Piano degli Interventi).
L’area aziendale, lungo il lato Sud, dista circa 30 m dal limite amministrativo con il Comune di Carrè,
L’immobile aziendale ricade ad una quota di circa 225 m s.l.m., e risulta direttamente confinante con:
• a Sud con un’area a verde di proprietà del Comune di Piovene Rocchette con destinazione a servizi (aree a
parco ed attrezzature sportive);
• e Nord e ad Ovest con un azienda per la realizzazione di automazioni (porte, cancelli, ecc.);
• a Est con fabbricato ad uso stoccaggio rifiuti plastici;
• a Sud-Est con una falegnameria.
L’area industriale di appartenenza è direttamente servita dalla S.P. 349, che attraversa il territorio ammini-
strativo di Piovene Rocchette da Est a Ovest sulla direttrice Thiene – Piovene Rocchette, direttamente con -
nessa all’autostrada A4 (casello di Piovene Rocchette posto a 6 km dal sito aziendale).
Il contesto territoriale circostante il sito aziendale, presenta lineamenti urbanistici complessi, in linea con i
connotati dell’ambito territoriale dell’Alto vicentino: le zone edificate consolidate dei centri municipali si al-
ternano alle estese zone industriali, relegando a lembi ormai frammentati di territorio le zone agricole.
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Ortofoto del sito
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
• Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
• Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di Piovene Rocchette;
• Piano degli Interventi (P.I.) del Comune di Piovene Rocchette;
• Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti urbani e Speciali;
• Piano Regionale di Tutela delle Acque;
• Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera;
• Piano di Gestione dei Rischi Alluvionali;
• Piano di Assetto Idroeologico (P.A.I.)
• Rete Natura 2000.
I riferimenti programmatici sopra indicati rappresentano un quadro generale sufficientemente descritto, ad
eccezione del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani e Speciali, che non viene analizzato.
Risulta necessario richiedere quanto segue:
- approfondire il rapporto con la “strada di progetto”, adiacente alla parte sud dell’impianto, indicata in vari
strumenti pianificatori (PAT ( tav. 4A della Trasformabilità), PI (tav.le 2 relative alla zonizzazione);
- raffrontare, per le opere mitigative, con quanto indicato nelle NTA del PAT all’art Art. 56 (ATO 3 contesto
produttivo-tecnologico (ATO 3/1 e 3/2)) nella parte dedicata agli obiettivi (l'obiettivo principale da
perseguire all’interno di questi ATO è quello di mitigare l’impatto delle aree preposte alla attività produttiva
secondaria sulle contermini aree rurali e residenziali, attraverso aree di ammortizzazione, percorsi ecologici,
interventi di ingegneria ambientale.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.
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VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
La ditta EPOL srl svolge l’attività di recupero di rifiuti speciali non pericolosi di natura plastica, sulla base
dell’iscrizione n.112/2013 del Servizio Acqua Suolo e Rifiuti della Provincia di Vicenza.
La ditta risulta iscritta al Registro Provinciale delle Imprese che effettuano attività di recupero rifiuti in
procedura semplificata al numero 87 per la seguente attività.
Tabella 1 - Quantitativi autorizzati e relativi codici CER
Il quantitativo massimo dei rifiuti di tutte le tipologie in messa in riserva, funzionale all’attività di recupero
condotta nello stesso impianto, è pari a 200 tonnellate (tipologie 6.1 e 6.2).
La capacità massima di rifiuti prodotti dall'attività e gestiti in “deposito temporaneo” ai sensi dell'art. 183
lett. bb) del D.lgs 152/2006 e s.m.i. è pari a 13 tonnellate di rifiuti non pericolosi.
L’attività aziendale di trattamento dei rifiuti si svolge esclusivamente in orario diurno, dalle ore 06.00 alle
ore 22.00, mentre l’attività di estrusione (lavorazioni su MPS) viene condotta anche in orario notturno.
Rifiuti prodotti
L’attività di recupero rifiuti plastici comporta, a sua volta, la produzione di rifiuti nel corso del ciclo
produttivo aziendale. In particolare si producono le seguenti tipologie di rifiuto:
· scarti prodotti dal trattamento dei rifiuti (CER 19 12 12);
· imballaggi in legno (CER 15 01 03);
· imballaggi in carta e cartone (CER 15 01 01);
· ferro (CER 19 12 02).
Attualmente i rifiuti prodotti in stoccaggio ammontano a 13 ton.
Gli imballaggi di carta sono stoccati all’interno del capannone, mentre le altre tipologie di rifiuti prodotti
sono stoccate sui piazzali, all’interno di cassoni chiusi, sudpisi per tipologia, in attesa di recupero o
smaltimento da parte di ditta esterna.
Macchinari ed apparecchiature utilizzati
Gli impianti e i macchinari utilizzati sono nel seguito elencati e distinti a seconda dell’utilizzo per l’attività
recupero rifiuti o per la lavorazione delle MPS. Si precisa che gli impianto sono ubicati all’interno del
fabbricato aziendale, su superfici coperte e dotate di sistema di raccolta di eventuali spanti o colaticci.
L’attività di recupero rifiuti prevede l’utilizzo dei seguenti macchinari ed attrezzature:
· carrello elevatore elettrico per la movimentazione dei rifiuti:
· impianto di macinazione (mulino 1 e mulino 2) dei rifiuti;
· impianto di densificazione dei rifiuti (per macinazione dei rifiuti in film).
L’attività di lavorazione delle MPS prevede l’utilizzo dei seguenti macchinari ed attrezzature:
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· carrello elevatore elettrico per la movimentazione delle MPS:
· impianto di estrusione a caldo, vagliatura e taglio;
· impianto di miscelazione e stoccaggio in silos.
La potenzialità dei macchinari non è costante e dipende dal tipo di materiale in lavorazione, ma può essere
stimata come segue:
· mulino 1 = 2.800 Kg/h
· mulino 2 = 800 Kg/h
· densificatore = 1.200 Kg/h
Il mulino 2 viene utilizzato sporadicamente e solamente per particolari colori di plastica e non è previsto
l’utilizzo in contemporanea dei due mulini.
I rifiuti in ingresso vengono stoccati su superficie coperte e il settore di conferimento risulta parzialmente
aperto verso i piazzali, ma idraulicamente separato da questi attraverso caditoie dedicate; gli eventuali
spanti rilasciati dai rifiuti in ingresso vengono, pertanto, intercettati dalle caditoie e convogliati all’interno di
una vasca di raccolta dedicata. Il contenuto della vasca viene successivamente smaltito come rifiuto.
DESCRIZIONE DEL CICLO DI PRODUZIONE
Rispetto all’attività esistente si sono inpiduati i seguenti miglioramenti:
· la sostituzione del sistema di abbattimento a servizio del Camino 2 (densificatore); il nuovo abbattitore di
tipo “ad umido” consentirà di diminuire a valori inferiori a 5 mg/Nmc la concentrazione di polveri in uscita
dal camino per mezzo di un ciclone separatore;
· il progetto propone che il recapito della seconda pioggia venga mantenuto sul suolo presso l’attuale pozzo
perdente, prevedendo, prima del conferimento, l’installazione di un trattamento di sedimentazione-
disoleazione “veloce in continuo” (i materiali eventualmente trascinati con la seconda pioggia possono
essere solamente solidi -plastiche dai vari stoccaggi);
· il progetto prevede una campagna di analisi delle acque di dilavamento dei tetti (pluviali), caratterizzata da
n.3 campionamenti quadrimestrali, al fine di dare evidenza analitica della non contaminazione delle acque
di dilavamento. Nel caso in cui la campagna analitica risulti positiva (presenza di sostanze inquinanti
pregiudizievoli per l’ambiente nelle acque di dilavamento delle coperture), si provvederà alla separazione
delle acque di prima pioggia anche per le coperture, che risulteranno sottoposte ai medesimi trattamenti
delle acque di dilavamento dei piazzali.
Quantitativi di progetto e codici CER
La ditta EPOL srl intende svolgere l’attività di recupero di rifiuti speciali non pericolosi di natura plastica
con le stesse modalità rispetto all’attuale configurazione impiantistica e strutturale, aumentando i
quantitativi di rifiuti per la messa in riserva (R13) e per il trattamento (R3).
In particolare si prevede un aumento da 200 t a 240 t per l’attività di messa in riserva (R13), mentre per
l’attività di trattamento si prevede un incremento da 6.000 t/anno a 8.000 t/anno.
Le tipologie di rifiuto in ingrasso rimangono, invece, invariate rispetto all’attuale iscrizione.
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Gli orari di funzionamento dell’impianto, le tipologie di rifiuto ed i macchinari ed apparecchiature utilizzati,
rimangono invariati; il progetto prevede unicamente un aumento dell’utilizzo orario dei macchinari,
mantenendo invariata l’attuale capacità oraria di trattamento.
Si richiede di integrare il progetto con le evidenze analitiche di caratterizzazione delle acque meteoriche di
dilavamento, al fine di determinare, in via preventiva, la forma di recapito finale più adeguata.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto e, in particolare, sono state proposte le seguenti
modifiche rispetto al progetto originario:
- trattamento di tutte le acque di prima pioggia su tutta l’area scoperta;
- aumento della capacità di accumulo della prima pioggia, corrispondente a 25 mm;
- scarico della seconda pioggia in pozzo perdente previo trattamento in continuo di sedimentazione.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
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QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
L’impianto di recupero rifiuti di progetto prevede l’utilizzo dei seguenti camini:
- camino n. 1 con emissioni di polveri generate dall’impianto per la riduzione volumetrica con mulino;
- camino n. 2 con emissioni di polveri generate dall’impianto di abbattimento delle polveri del densificatore;
- camino n. 3 con emissioni di polveri e COT dal sistema di aspirazione localizzato sugli estrusori delle MPS.
In sede di rinnovo dell’iscrizione si prevede la sostituzione del sistema di abbattimento a servizio del camino
2 (densificatore), con un nuovo abbattitore di tipo “ad umido”, che consentirà di diminuire a valori inferiori
a 5 mg/Nmc la concentrazione di polveri in uscita dal camino; restano invariate le emissioni prodotte dai ca-
mini 1 e 3.
La modifica dell’abbattitore, dovrebbe comportare una riduzione, seppur non direttamente quantificabile,
anche delle emissioni di COT, che andranno verificate in fase di avvio dell’impianto.
Le analisi prodotte evidenziano un sostanziale rispetto dei limiti alle emissione stabiliti in autorizzazione.
In occasione delle integrazioni, viene segnalata la modifica del sistema di abbattimento del camino n.2, con
previsione di installare un sistema ad umido in luogo dell’attuale ciclone separatore.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
Il ciclo produttivo aziendale non dà origine a scarichi idrici di processo (di tipo produttivo) e l’impianto di
degassificazione utilizza un sistema di ricircolo chiuso dell’acqua, che periodicamente viene smaltita come
rifiuto. La ditta utilizza inoltre acqua per il raffreddamento degli estrusori mediante torri evaporative,
utilizzando possibilmente acque piovana proveniente dai tetti, preventivamente raccolte in una vasca
dedicata.
L’attività aziendale risulta ricadere all’interno del comma 3, Art. 39 del Piano di Tutela delle Acque (PTA) e
all’esterno sono stoccati esclusivamente i rifiuti prodotti dall’attività aziendale, vale a dire scarti (CER 19 12
12), imballaggi in legno (CER 15 01 03) e ferro (CER 19 12 02); tali rifiuti sono stoccati all’interno di cassoni
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chiusi; le MPS prodotte vengono stoccate all’esterno, all’interno di apposite cuffie (sacconi), in modo tale da
impedire qualsiasi forma di dilavamento.
Il rischio di un potenziale dilavamento di sostanze potenzialmente pregiudizievoli per l’ambiente sussiste,
pertanto, solo a fronte della movimentazione dei rifiuti, e che lo stesso si esaurisca con la prima pioggia; il
piazzale ove si attua raccolta, separazione e trattamento delle acque di prima pioggia è pertanto quello lato
Sud-Ovest ove insiste lo stoccaggio rifiuti, idraulicamente separato dal resto dei piazzali per naturale pen-
denza.
Il trattamento della prima pioggia consiste in grigliatura, sedimentazione/disoleatura e passaggio finale in
filtro a coalescenza, dove si effettua anche il campionamento per il controllo prima dello scarico in fognatu -
ra. Lo scarico presso la fognatura è autorizzato con nota n. 4378 del 02.10.2015 rilasciata da AVS.
Per quanto riguarda la seconda pioggia, questa viene conferita in pozzo perdente.
Le acque di dilavamento del piazzale lato Nord-Est (viabilità interna dedicata alla movimentazione e stoc-
caggio MPS), ove si ritiene non sussista potenziale pericolo di dilavamento, vengono raccolte e convogliate
in pozzo perdente attraverso condutture dedicate.
Le acque di dilavamento dei tetti (pluviali) vengono raccolte all’interno di vasche di accumulo ed utilizzate
per il sistema antincendio e per il sistema di raffreddamento dell’impiantistica aziendale. Le acque in ecce-
denza vengono conferite in pozzo perdente.
Le acque civili sono inviate presso la fognatura pubblica.
La configurazione attuale prevede la raccolta, separazione e trattamento delle acque di prima pioggia per il
solo piazzale Sud- Ovest ove insiste lo stoccaggio rifiuti, idraulicamente separato dal resto dei piazzali per
naturale pendenza. Le acque di seconda pioggia del piazzale Sud-Ovest e le acque del piazzale Nord-Est
(stoccaggio MPS) vengono attualmente recapitate presso il pozzo perdente aziendale.
Il progetto in esame ha valutato la fattibilità tecnico-economica di realizzare un sistema a “trincea disperden -
te” per lo smaltimento delle acque di seconda pioggia, posto che la lottizzazione produttiva non risulta ser -
vita da rete idrica superficiale. L’esito dello studio di progetto ha, in ultima analisi, escluso la fattibilità
dell’intervento, evidenziando, a fronte di costi rilevanti, l’impossibilità tecnica di realizzare l’impianto
all’interno dell’ambito aziendale (piazzali) in quanto:
· comporterebbe la rottura ed il rifacimento della pavimentazione dei piazzali;
· la presenza nel sottosuolo dei piazzali dei vari servizi aziendali (acquedotto, fognature, cavidotti, rete di di-
stribuzione del gas, ecc.) rende sostanzialmente impraticabile la possibilità di realizzare qualsiasi opera, sen-
za la riorganizzazione degli stessi servizi.
A fronte di tale evidenza, il progetto in esame propone che il recapito della seconda pioggia venga mantenu-
to sul suolo presso l’attuale pozzo perdente, prevedendo, prima del conferimento, l’installazione di un trat-
tamento di sedimentazione-disoleazione “veloce in continuo” (i materiali eventualmente trascinati con la se-
conda pioggia possono essere solamente solidi -plastiche- dai vari stoccaggi).
La gestione delle acque di dilavamento delle coperture rimarrà pressoché invariata rispetto allo stato attuale;
in particolare, le acque di dilavamento dei tetti (pluviali) vengono raccolte all’interno di vasche di accumulo
ed utilizzate per il sistema antincendio e per il sistema di raffreddamento dell’impiantistica aziendale.
Sulle coperture del fabbricato aziendale sono presenti n. 3 camini a servizio dell’impiantistica. Tali camini
non rappresentano una fonte di possibile dilavamento di sostanze pregiudizievoli per l’ambiente. Al fine di
dare evidenza analitica della non contaminazione delle acque di dilavamento, in sede di rinnovo dell’iscri -
zione, il progetto in esame prevede una campagna di analisi delle acque di dilavamento dei tetti (pluviali),
caratterizzata da n.3 campionamenti quadrimestrali. I parametri analitici proposti sono: pH, conducibilità,
COD e SST. Nel caso in cui la campagna analitica risulti negativa, le acque continueranno ad essere conferite
in pozzo perdente, con le stesse modalità dello stato attuale. Al contrario, nel caso in cui la campagna analiti -
ca risulti positiva (presenza di sostanze inquinanti pregiudizievoli per l’ambiente nelle acque di dilavamento
delle coperture), si provvederà alla separazione delle acque di prima pioggia anche per le coperture, che ri-
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sulteranno sottoposte ai medesimi trattamenti delle acque di dilavamento dei piazzali; parimenti, le acque di
seconda pioggia saranno conferite presso il pozzo perdente aziendale.
Le integrazioni fornite per il quadro progettuale verranno analizzate anche in relazione alla presente matrice.
Inoltre, si richiedono le seguenti specificazioni rispetto alla gestione delle acque meteoriche:
A) Piazzali
Dall'ortofoto a pag 5 dello studio preliminare ambientale si nota che gli spazi scoperti possono essere suddi-
visi nel seguente modo: [zona NordEst -> MPS], [ zona Est → arrivo e movimentazione rifiuti + cassoni con
rifiuti di attività], [ zona SudOvest --> MPS], il proponente dettagli per ciascuna zona la captazione, il tratta-
mento ed il destino delle acque meteoriche di prima e seconda pioggia attuale e quello previsto.
B) Coperture (con riferimento al paragrafo "Coperture" a pag. 18 dello studio preliminare ambientale)
Dall'esame del paragrafo citato non risulta chiaro se la destinazione delle acque raccolte sia costituita dalle
le vasche di accumulo o dalla dispersione in pozzo perdente.
Il proponente approfondisca e motivi l'asserzione che "Tali camini non rappresentano una fonte di possibile
dilavamento di sostanze pregiudizievoli per l'ambiente" e dettagli le modalità ed i criteri dell'esposto studio
analitico sulle acque meteoriche da copertura. In particolare, indichi ed argomenti i valori dei parametri in -
dicati ai quali corrisponderebbe una valutazione di "una campagna analitica negativa".
C) Coperture
In alternativa al punto B) il proponente valuti la fattibilità di una modalità di utilizzo e trattamento delle ac -
que meteoriche del seguente tipo: [1° pioggia da piazzali e coperture --> rete fognaria nera], [2° pioggia da
piazzali e coperture --> vasche di accumulo per l'impiego interno (servizi industriali, antincendio, ecc) - trop-
po pieno vasche di accumulo --> trattamento (sedimentazione, flottazione, disoleazione) --> pozzo disper-
dente. Tale schema di trattamento è coerente con la localizzazione della ditta in area di primaria tutela quan-
titativa degli acquiferi.
A seguito delle modifiche progettuali proposte, risulta ottenuto un aggiornamento della portata di prima
pioggia conferibile al collettore fognario, che passa da 15 a 100 metri cubi/giorno.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
Relativamente al comparto geologico ed idrogeologico, negli atti di progetto (SIA) si legge quanto segue:
· al punto di vista geomorfologico … la zona di pianura del territorio comunale è costituita depositi detritici
con litologie prevalentemente grossolane e poco mature, a quote variabili tra circa 200 e 250 metri sul livello
medio del mare;
· dal punto di vista stratigrafico …i Depositi di conoide e di versante della zona in esame sono caratterizzati
da elementi grossolani quali ciottoli e ghiaie, immersi in matrice prevalentemente sabbiosa. A valle, dove
peraltro maggiore è stata l'urbanizzazione, l'area comunale è caratterizzata da una forte variabilità;
· la Carta della permeabilità dei suoli del Veneto – ARPAV 2016 mostra la permeabilità dei suoli dell’ambito
territoriale in cui ricade il sito aziendale: essa risulta alta in corrispondenza a suoli caratterizzati da di ghiaie
e sabbie, che nel caso specifico si rinvengono nel settore di pianura interessato da depositi detritici;
· la carta idrogeologica allegata al RA del PAT comunale riporta un marcatissimo asse di drenaggio
impostato nelle antiche conoidi ghiaiose dell’Astico che partendo dalla zona di Piovene - Chiuppano scende
con direzione NNO-SSE;
· su questo asse di drenaggio convergono le direzioni di deflusso dell’intera zona conferendo a
quest’elemento una rilevante importanza: infatti dalla sua azione derivano le abbondanti risorse idriche
sotterranee esistenti a Nord di Vicenza.
In altre parti del SIA si legge altresì che:
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· i rifiuti in ingresso vengono stoccati su superficie coperte;
· il ciclo produttivo aziendale non dà origine a scarichi idrici di processo (di tipo produttivo);
· il settore di conferimento risulta parzialmente aperto verso i piazzali, ma idraulicamente separato da questi
attraverso caditoie dedicate;
· gli eventuali spanti rilasciati dai rifiuti in ingresso vengono, pertanto, intercettati dalle caditoie e
convogliati all’interno di una vasca di raccolta dedicata;
· il contenuto della vasca viene successivamente smaltito come rifiuto.
Con tali premesse:
1. considerato che sulla base di quanto riportato nella TAV. 2.3 “Carta idrogeologica” del PTCP, la distanza
da “pozzi di attingi mento idropotabile” ovvero “aree di cattura dei pozzi” più prossimi al sito aziendale è
assai modesta e pari a circa 270 m; quest’ultimo risulta ubicato in Comune di Carrè (figura 9 PTCP in testo
SIA);
2. precisato fin da subito che il criterio geometrico dei 200 m di raggio non garantisce in senso assoluto la
tutela della risorsa idrica e che pertanto un approfondimento nei riguardi del potenziale impatto
riconducibile alla adiacenza tra impianto e pozzo è meritevole di attenzione;
3. atteso che la direttrice di scorrimento (fig. 22 in SIA) potrebbe interessare il pozzo di Carrè;
4. stante il fatto che L’impianto ricade all’interno rispetto alla fascia di ricarica degli acquiferi;
5. valutato che il proponente afferma che "Il rischio di un potenziale dilavamento di sostanze potenzialmente
pregiudizievoli per l’ambiente sussiste … a fronte della movimentazione dei rifiuti" …e che … durante la
fase di esercizio dell’impianto le azioni in grado di produrre possibili interferenze ne confronti delle acque,
sotto-superficiali sono le seguenti: movimentazione dei rifiuti in ingresso e stoccaggio dei rifiuti prodotti nei
piazzali esterni soggetti a dilavamento meteorico; stoccaggio delle MPS prodotte nei piazzali esterni soggetti
a dilavamento meteorico; presenza di emissioni convogliate in corrispondenza delle coperture dei fabbricati
soggette a dilavamento meteorico;
6. considerato che è comunque previsto all’interno della pertinenza un “pozzo perdente”, che si configura
come struttura delicata in accezione ambientale per i presupposti sopra enunciati (ad esempio in caso di
incendio o di altro evento accidentale con veicolazione di reflui nel sottosuolo molto permeabile),
Si richiede un approfondimento idrogeologico specifico a firma di tecnico specializzato (i.e. velocità di
deflusso, tempi di arrivo, altre procedure straordinarie di gestione delle emergenze, etc.) delle possibili
relazioni tra il vicino pozzo idropotabile (i.e. gestore, portate, abitanti serviti, possibilità di alternative alla
fornitura di rete, …) e l’impianto di trattamento rifiuti, inteso come potenziale sorgente di inquinamento
nella sua accezione più ampia e cautelativa, motivata dalle premesse sopra citate.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
Al fine di verificare il rispetto della normativa in materia di emissione di rumore, alla luce delle modifiche
introdotte in sede di domanda di rinnovo, la ditta ha provveduto alla redazione di uno studio previsionale
di impatto acustico ai sensi dell’art. 8 del D.Lgs. 447/95, al fine di verificare il rispetto con la normativa in
materia. In particolare la domanda di rinnovo dell’iscrizione prevede l’inserimento di un nuovo sistema di
abbattimento (lavaggio) delle emissioni del camino n. 2 in grado di produrre nuove emissioni di rumore. Si
precisa, inoltre, che la Ditta risulta attiva in normale regime di attività per il periodo diurno, mentre per il
periodo notturno risultano in funzione soltanto gli estrusori (lavorazione delle MPS) in modalità di
funzionamento automatico.
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Da un punto di vista acustico, per l’inpiduazione dell’area di appartenenza su cui la ditta è insediata, si è
fatto riferimento alla zonizzazione acustica del territorio, realizzata dal Comune di Piovene Rocchette, la
classe di appartenenza dell’area su cui è insediata la Ditta viene definita come “Classe V – Aree
prevalentemente industriali” che prevede, per il periodo diurno, un Valore limite assoluto di immissione di
Leq(A) pari a 70 dB(A), un Valore limite assoluto di emissione di Leq(A) pari a 65 dB(A) ed un limite
differenziale di immissione pari a 5 dB(A) e per il periodo notturno un valore limite assoluto di immissione
di Leq(A) pari a 60 dB(A), un Valore limite assoluto di emissione di Leq(A) pari a 55 dB(A) ed un limite
differenziale di immissione pari a 3 dB(A).
Considerando che l’area è direttamente confinante con il Comune di Carrè, è stata fatto riferimento anche
alla zonizzazione acustica del territorio, realizzata dallo stesso, con la classe di appartenenza dell’area
confinante con quella su cui sarà insediata la nuova sede operativa della Ditta, definita come “Classe III –
Aree di tipo misto” che prevede, per il periodo diurno, un valore limite assoluto di immissione diLeq(A)
pari a 60 dB(A), un valore limite assoluto di emissione di Leq(A) pari a 55 dB(A), ed un limite differenziale
di immissione pari a 5 dB(A).
I ricettori sensibili si possono identificare con le abitazioni civili più vicine all’area aziendale della Ditta che
(come visibile in allegato 4) si trovano ad una distanza di circa 200 m sul lato Est (Classe V del Comune di
Piovene Rocchette), 210 m sul lato Sud Est m sul lato Sud (N. 2 case site in Classe III del Comune di Carrè) e
a 140 metri a Sud-Ovest (Classe V del Comune di Carrè).
Considerando i livelli di rumore misurati presso i ricettori sensibili (abitazioni) con l’attività aziendale in
funzione, emerge che il rumore ambientale a finestre aperte è inferiore alla soglia limite di applicabilità del
criterio differenziale (40 dB(A) per il periodo notturno.
Il tecnico redattore della valutazione di impatto acustico, a seguito della messa in funzione del nuovo
impianto di aspirazione e aumento del materiale in lavorazione, accerta il rispetto dei limiti di immissione
ed emissione previsti nel periodo diurno e Notturno, verificati presso i ricettori considerati in analisi.
Si ritiene che il grado di approfondimento del documento di Valutazione Previsionale di Impatto Acustico
sia sufficiente viste le finalità emerse; l’argomento e’stato trattato relativamente agli impatti acustici
determinati dagli impianti dell’azienda per il periodo diurno e notturno, così come richiesto dalla normativa
di settore (ai sensi dell’art. 8 della Legge Quadro n.447 del 26.10.1995 e successive norme attuative nonchè
DDG ARPAV n. 3 del 29/01/2008).
Riscontrando comunque tempi di monitoraggio brevi, si indica per i futuri monitoraggi di adottare
tempistiche di verifica fonometrica più adeguate alla caratterizzazione dei livelli medi residuali e ambientali,
utili alla verifica dei limiti assoluti di immissione e differenziali, per evitare eventuali errori nella stima dei
livelli suddetti.
VALUTAZIONE
Si ritiene che l’impatto sia da considerarsi non significativo per quanto riguarda la componente inquinamento acustico,
prescrivendo tuttavia un monitoraggio post operam.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI
Radiazioni ionizzanti
Il Comune di Piovene Rocchette risulta censito, secondo l’ARPAV (Anno di aggiornamento dell’elenco: 2002,
Fonte: DGRV n. 79 del 18/01/2002), all’interno degli ambiti a rischio radon.
Il radon è un gas radioattivo naturale, incolore e inodore, prodotto dal decadimento radioattivo del radio,
generato a sua volta dal decadimento dell’uranio, elementi che sono presenti, in quantità variabile, ovunque
nella crosta terrestre. La principale fonte di immissione di radon nell’ambiente è il suolo, insieme ad alcuni
materiali di costruzione –p.es. il tufo vulcanico- e, in qualche caso, all’acqua. Il radon fuoriesce dal terreno,
dai materiali da costruzione e dall’acqua: se all’aperto si disperde in atmosfera, negli ambienti chiusi si può
accumulare, raggiungendo concentrazioni elevate. In queste situazioni, quando inalato per lungo tempo, il
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radon è pericoloso ed è considerato la seconda causa di tumore polmonare dopo il fumo di sigaretta (più
propriamente sono i prodotti di decadimento del radon che determinano il rischio sanitario).
Il progetto in esame non prevede la realizzazione o l’utilizzo di locali chiusi ritenuti a rischio radon
(interrati, seminterrati), ma la fruizione di ambienti esterni (piazzale) e di fabbricati aperti dove
ragionevolmente non può sussistere il rischio radon. Si esclude pertanto la possibilità che il progetto in
esame possa determinare possibili criticità con riferimento al rischio di esposizione all’inquinante citato.
Radiazioni non ionizzanti
L’attività di messa in riserva, selezione preliminare e trattamento di rifiuti speciali non pericolosi in esame
non prevede la generazione di radiazioni non ionizzanti (es. campi elettromagnetici).
Inquinamento luminoso
La Regione del Veneto con LR n. 17 del 2009 “Nuove norme per il contenimento dell’inquinamento
luminoso, il risparmio energetico nell’illuminazione per esterni e per la tutela dell’ambiente e dell’attività
svolta dagli osservatori astronomici” ha inpiduato disposizioni in materia di:
· riduzione dell'inquinamento luminoso e ottico in tutto il territorio regionale;
· riduzione dei consumi energetici da esso derivanti;
· uniformità dei criteri di progettazione per il miglioramento della qualità luminosa degli impianti per la
sicurezza della circolazione stradale;
· protezione dall'inquinamento luminoso dell'attività di ricerca scientifica e pulgativa svolta dagli
osservatori astronomici;
· protezione dall'inquinamento luminoso dei beni paesistici;
· salvaguardia della visione del cielo stellato;
· diffusione al pubblico della tematica e la formazione di tecnici competenti in materia.
In particolare la legge ha come oggetto gli impianti di illuminazione pubblici e privati presenti in tutto il
territorio regionale, sia in termini di adeguamento di impianti esistenti sia in termini di progettazione e
realizzazione di nuovi.
La configurazione aziendale prevista dal progetto, al fine di non determinare potenziali interferenze
significative negative nei confronti della componente ambientale in analisi, sulla base di quanto indicato
dall’art. 9 dalla LR 17/2009:
· non farà uso di apparecchi illuminanti rivolti verso l’alto;
· durante le ore notturne saranno attivi dispositivi per la regolazione dell’intensità luminosa, di accensione e
spegnimento automatico in funzione delle necessità di utilizzo.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
L’impianto di progetto non comporta la realizzazione di nuove opere o volumi edilizi in quanto si utilizze-
ranno le aree aziendali in disponibilità alla ditta proponente e le relative pertinenze esterne.
Non si preventiva quindi la possibilità di determinare variazioni allo stato attuale dei luoghi; si richiama
inoltre il contesto produttivo – industriale di appartenenza, caratterizzato dalla presenza di fabbricati pro -
duttivi e di strutture ed opere di servizio, all’interno del quale non sono riconoscibili elementi architettonici
relazionabili con aspetti storico – monumentali e culturali riconosciuti.
Si precisa che, in sede di iscrizione, lungo il lato sud dell’impianto aziendale, all’interno della fascia a “verde
pubblico” posta lungo Via Pilastri, è stato messo a dimora un filare alberato al fine di migliorare l’inserimen-
to paesaggistico e la qualità delle infrastrutture afferenti la zona produttiva.
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VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
Per quanto riguarda la viabilità, il sito aziendale si trova all’interno della zona produttiva di Piovene
Rocchette, collegata alla Strada Provinciale 349 tramite la viabilità interna della zona industriale,
dimensionata per sostenere il traffico veicolare commerciale indotto dagli impianti produttivi che insistono
nell’ambito territoriale. Non si prevede l’interessamento di ambiti residenziali.
L’attività di recupero rifiuti determina la generazione di traffico indotto per:
· mezzi commerciali pesanti per il conferimento dei rifiuti da trattare;
· mezzi commerciali pesanti per il trasporto in uscita delle MPS.
Per la determinazione dei transiti indotti dalla configurazione aziendale di progetto si è fatto riferimento al
quantitativo massimo di rifiuti trattabili previsti annualmente dall’impianto pari a 8.000 ton.
La ditta utilizzerà automezzi commerciali pesanti sia per il conferimento dei rifiuti da trattare (portata media
15 ton), sia per l’alienazione delle MPS prodotte (portata media 22 ton). Ne deriva che la capacità media di
trattamento giornaliera risulterà di circa 36 ton/giorno, tenuto conto che la ditta opererà mediamente per 220
giorni lavorativi all’anno.
Ciò premesso si stimano i seguenti flussi nell’ipotesi dell’assetto di progetto:
· n. 3 veicoli commerciali pesanti al giorno per il conferimento dei rifiuti, pari a 6 passaggi giorno in entrata
ed uscita dall’impianto;
· n. 2 veicoli commerciali pesanti al giorno per l’alienazione delle MPS prodotte, pari a 4 passaggi giorno in
entrata ed uscita dall’impianto;
Ne deriva che, in totale, i flussi di automezzi pesanti in entrata ed uscita dall’impianto aziendale si
attesteranno sui 10 passaggi di veicoli commerciali pesanti al giorno.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI, FLORA, FAUNA
L’esercizio dell’impiantistica aziendale non comporta la sottrazione di ricchezze relative. L’impiantistica è,
infatti, ubicata all’interno di un’area produttiva esistente e il rinnovo dell’iscrizione non prevede sottrazione
di nuove superfici naturali o seminaturali in quanto l’azienda continuerà la propria attività utilizzando le
attuali strutture. L’esercizio dell’impianto non comporterà l’utilizzo di significativi quantitativi di gasolio,
acqua, gas metano ed energia elettrica.
Il sito aziendale non ricade all’interno di ambienti naturali o in aree caratterizzate da una significativa
sensibilità a perturbazioni ambientali.
Dal punto di vista ecosistemico, il sito aziendale è ubicato all’interno di ambiti produttivi (ZTO D), ove la
presenza antropica e i relativi fattori di pressione hanno determinato una significativa riduzione della
complessità bio-ecologica locale; ne deriva un ambiente già compromesso, ove le ulteriori pressioni
antropiche possono portare ad una marginale riduzione della biopersità residua senza, comunque,
compromettere la stabilità dei veri e propri ambienti naturali, comunque non presenti all’interno od in
prossimità dell’area aziendale.
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Il rinnovo dell’iscrizione non determina sottrazione significativa o frammentazione di habitat faunistici, non
interessa direttamente o indirettamente gli elementi della rete ecologica locale, provinciale e regionale, in
quanto insisterà su un ambito produttivo dove l’urbanizzazione risulta storicamente consolidata.
L’attività di recupero rifiuti speciali non determina, inoltre, la produzione di livelli di emissioni in grado di
modificare in modo significativo gli attuali livelli di qualità dell’aria del sistema locale.
Il proseguimento dell’attività di recupero rifiuti speciali non pericolosi, non prefigura pertanto impatti
potenziali nei confronti di aree di particolare valenza naturalistica o l’aumento dei fattori perturbativi in
contesti territoriali fortemente urbanizzati a destinazione produttiva.
L’area aziendale ricade all’esterno dei siti della rete Natura 2000.
I siti più prossimi all’area sono:
- SIC e ZPS IT3210040 “Monti Lessini - Pasubio - Piccole DolomitiVicentine” – Distanza 2,1 km;
- SIC IT3220040 “Bosco di Dueville e risorgive limitrofe” – Distanza 11 km.
L’area aziendale ricade all’interno di un ambito produttivo e urbanizzato consolidato (zona industriale) e
non vengono interessati elementi della rete ecologica regionale.
Gli elementi della rete ecologica provinciali più prossimi al sito aziendale sono:
- Area cuscinetto relativa al SIC “Monti Lessini - Pasubio - Piccole Dolomiti Vicentine” – Distanza 1,5 km;
- Nodo “Colline delle Beregonze” – Distanza 1,5 km.
Ad una distanza di circa 1,5 km m in direzione Ovest è presente un “Area di connessione naturalistica”
relativa all’area cuscinetto inpiduata dal PTCP per il SIC “Monti Lessini - Pasubio - Piccole Dolomiti
Vicentine”.
In sintesi, l’area aziendale si pone all’esterno degli elementi della rete ecologica sia locale che sovraordinata,
così come inpiduati dagli strumenti di pianificazione.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
Non vengono evidenziati aspetti di problematicità/criticità per quanto riguarda l’impatto sulla salute delle
persone o dei lavoratori.
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L’attività, tuttavia, risulta essere classificata nella categoria C rispetto al DPR 151/2011 e, quindi, si
richiedono informazioni a riguardo del previsto Certificato Prevenzione Incendi.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
CONCLUSIONI
Il progetto in esame non si pone in contrasto ovvero in condizioni di interferenze rispetto ad altri piani,
progetti o interventi in zone limitrofe, né questi ultimi possono interagire con l’intervento oggetto del
parere.
Non si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti.
Il grado di approfondimento documentale, anche dopo l’invio delle specifiche integrazioni richieste, la
tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi riportati possono essere considerati adeguati alle
finalità che il proponente intende conseguire.
Non si ritiene di richiedere ulteriori integrazioni, approfondimenti o chiarimenti di sorta.
Non sussistono osservazioni contrarie alla realizzazione del progetto.
La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a ritenere come il
progetto non comporta pressioni o effetti significativi per l’ambiente.
Parimenti il progetto non determina alcun impatto aggiuntivo significativo rispetto all’esercizio delle altre
attività in atto, necessitando tuttavia di alcune specifiche prescrizioni al fine di consentire un adeguato
monitoraggio post-operam finalizzato alla verifica dei dati progettuali proposti, in tema di rispetto dei limiti
concernenti l’inquinamento acustico.
Rispetto al territorio circostante l’iniziativa in esame va interpretata positivamente, sussistendo un’assenza
di rischi ambientali, sanitari ed ecologici.
Tutto ciò premesso si esprime
PARERE FAVOREVOLE
al non assoggettamento alla V.I.A. con le prescrizioni di seguito citate.
1) L’azienda è impegnata ad acquisire dalle autorità competenti le autorizzazioni necessarie per l’esercizio dell’attività,
in particolare per quanto riguarda la gestione/recupero dei rifiuti.
2) Preliminarmente al rilascio dell’autorizzazione, la ditta dovrà:
- riportare utili informazioni aggiuntive alla descrizione del rifiuto oggetto di generica definizione del CER (16.02.16,
16.03.06);
- presentare la scheda per il calcolo della polizza fideiussoria e di adeguare l'importo delle garanzie finanziarie ai nuovi
quantitativi di messa in riserva istantanea.
3) Successivamente al rilascio del provvedimento autorizzativo, l’azienda dovrà:
a) per l’impatto acustico
- effettuare una mirata ed accurata indagine acustica di verifica del rispetto del criterio differenzial e e del limite di
emissione, da ripetersi poi con frequenza triennale, e mirata ai ricettori presenti in prossimità dell’impianto con
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modalità di effettuazione delle misurazioni, sia con riguardo al campionamento spaziale (scelta dei punti di misura), sia
con riguardo al campionamento temporale (scelta dei tempi di misura), comunicate con congruo preavviso ad Arpav;
- nel caso i valori non siano rispettati, dovranno essere messi in opera i correttivi necessari, mediante una specifica
progettazione da presentarsi all’Amministrazione comunale ed ARPAV, a cui, nel frattempo, saranno stati comunicati i
risultati delle analisi;
- l’indagine dovrà essere condotta da un soggetto qualificato terzo, rispetto all’estensore dello Studio Previsionale di
Impatto Acustico.
b) Eseguire le seguenti indagini periodiche sulle acque meteoriche:
- sulla seconda pioggia da piazzale dopo sedimentatore veloce (pozzetto) per i soli SST e CH;
- sulle meteoriche da tetto per i soli CH;
presso quel laboratorio che permette l'utilizzo di metodica di misura di CH con il migliore LOQ.
c) Verifica analitica sull’efficienza del nuovo sistema di abbattimento ad umido a servizio del camino n.2.
4) L’azienda dovrà procedere ad inpiduare ed attuare un’idonea procedura di formazione del personale addetto al
ricevimento-selezione-trattamento dei rifiuti, tenendo conto degli aspetti ambientali e di sicurezza/rischio segnalati
(chimico e rumore); di tale definizione dovrà essere dato riscontro in occasione della presentazione del certificato di
collaudo finalizzato all’ottenimento dell’autorizzazione all’esercizio.
Vicenza, 04 luglio 2018
F.to Il Segretario F.to Il Presidente
Dott.ssa Silvia Chierchia Andrea Baldisseri
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