determina
PROVINCIA DI VICENZA
Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243
DETERMINAZIONE N° 899 DEL 14/08/2018
Servizio VIA VINCA
OGGETTO: ESCLUSIONE PROCEDURA DI VIA ART. 19 D.LGS. 152/2006 E S.M.E I. -
DITTA: CSP GROUP SRL
PROGETTO: IMPIANTO GALVANICO DI OSSIDAZIONE ANODICA
LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNE DI AGUGLIARO
IL DIRIGENTE
Vista la documentazione presentata con nota prot. 36280 del 31-05-2018, da parte della ditta CSP
GROUP SRL con sede legale in via Riviera Berica n.4 in comune di Nanto e operativa via
Ponticelli n.37 in comune di Agugliaro, relativa al progetto di un “Impianto (galvanico) di
ossidazione anodica.” richiedendo, contestualmente, l’attivazione della procedura di verifica ai
sensi dell’art.19 del D.Lgs. 152/2006 ;
Dato atto che il progetto proposto rientra nella tipologia progettuale indicata al punto 3.
Lavorazione dei metalli e dei prodotti minerali f) impianti per il trattamento di superficie di
metalli e materia plastiche mediante processi elettrolitici o chimici qualora le vasche destinate al
trattamento abbiano un volume superiore a 30 mc dell'allegato IV della parte seconda del D.Lgs.
152/2006 e s.m.e i.;
Tenuto conto che la verifica per tali progetti rientra tra le competenze inpiduate in capo alla
Provincia dalla Legge Regionale n. 4/2016 (Allegato A), con riferimento alla tipologia degli
interventi, come inpiduati negli allegati III e IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006;
Dato atto che, ai sensi dell’art. 19 c.2 del D.Lgs 152/2006, è stata effettuata tempestiva
pubblicazione sul sito provinciale dello studio preliminare ambientale e che ne è stata data
informativa al pubblico sul sito web della Provincia in data 12-06-2018 , contestualmente alla
comunicazione di avvio procedimento alle amministrazioni e agli enti interessati per le opportune
valutazioni di competenza;
Considerato che il citato art. 19 prevede che l'autorità competente, verificato che il progetto non
abbia possibili effetti negativi e significativi sull'ambiente, dispone l'esclusione dalla procedura di
valutazione ambientale e, se del caso, impartisce le necessarie prescrizioni, ovvero, se il progetto ha
possibili impatti negativi e significativi sull'ambiente, applica le disposizioni del comma 9 del
presente articolo;
Tenuto conto che non sono pervenute osservazioni, ai sensi dell'art.19 c.4 del D.Lgs. n. 152/2006;
Dato atto che il Comitato tecnico provinciale VIA, nella seduta del giorno 01-08-2018, ha disposto
l'esclusione dalla procedura di valutazione ambientale con le prescrizioni contenute nel parere
copia informatica per consultazione
15/2018 allegato al presente provvedimento per costituirne parte integrante e sostanziale;
Ritenuto di far proprie le citate prescrizioni e raccomandazioni al fine di mitigare gli impatti
ambientali e monitorare nel tempo la situazione aziendale;
Dato atto che non è oggetto della presente procedura la verifica della conformità urbanistica/edilizia
dell'intervento e tenuto conto che rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali
pareri, nulla osta, autorizzazioni e assensi comunque denominati necessari per l'autorizzazione
dell'intervento;
Vista l’istruttoria del Comitato tecnico provinciale VIA conservata agli atti;
Viste le norme di procedura di VIA di cui al D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.;
Visto che il presente provvedimento viene emanato nel rispetto della tempistica prevista dal
succitato D.Lgs. 152/2006 e dal Regolamento sui procedimenti amministrativi di competenza della
Provincia di Vicenza (Deliberazione di Consiglio n. 37/2013) che è di giorni 80 ID PROC 45;
Vista la Legge Regionale 4 del 18 febbraio 2016 “Disposizioni in materia di valutazione di impatto
ambientale e di competenze in materia di autorizzazione integrata ambientale”;
Visti gli artt. 151 comma 4 e 107 del D.Lgs. n. 267/2000;
Richiamata la Deliberazione del Consiglio Provinciale n.11 del 29/03/2018 con la quale è stato
approvato il Bilancio di Previsione 2018-2020;
Visto che con Decreto del Presidente n. 41 del 27/04/2018 è stato approvato il Piano Esecutivo di
Gestione 2018/2020 ed il Piano Performance anni 2018/2019;
DETERMINA
1. che il progetto della ditta CSP GROUP SRL con sede legale in via Riviera Berica n.4 in
comune di Nanto e operativa via Ponticelli n.37 in comune di Agugliaro, relativa al progetto
di un “Impianto (galvanico) di ossidazione anodica.” è escluso dalla procedura di
valutazione di impatto ambientale di cui al D.Lgs. n. 152/06 e alla L.R. 4/2016 e s.m.i.
con le prescrizioni riportate nel parere 15/2018 allegato alla presente determinazione per
costituirne parte integrante e sostanziale;
2. che il Responsabile del procedimento provvederà alla pubblicazione del presente
provvedimento sul sito di questa Provincia e, in modo sintetico, sul Bollettino Ufficiale della
Regione Veneto;
3. che il presente provvedimento verrà pubblicato ai sensi dell'art. 23 D.Lgs. 33/2013;
4. di trasmettere il presente provvedimento alla ditta e consulente, al comune di Agugliaro, ad
ARPAV, all’ULSS n.8 ;
5. Di attestare che il presente provvedimento non comporta spese, minori entrate, nè riflessi
diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai
sensi art 49 del TUEL come modificato dalla Legge 213/2012).
6. di dare atto che al presente provvedimento sarà data esecuzione ad avvenuta pubblicazione
all'albo pretorio on line.
INFORMA
Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso avanti al Tribunale Amministrativo
Regionale per il Veneto, nel termine di 60 giorni dalla data di ricevimento della comunicazione
del presente atto, ovvero in alternativa ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni
dalla data di ricevimento della comunicazione del presente atto.
copia informatica per consultazione
Rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali ulteriori pareri, nulla osta,
autorizzazioni e assensi comunque denominati, necessari per l'attuazione dell'intervento.
Vicenza, 14/08/2018
Sottoscritta dal Dirigente
(BAZZAN CATERINA)
con firma digitale
---
Responsabile del Procedimento: Andrea BALDISSERI
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DITTA: CSP GROUP SRL
PROGETTO: IMPIANTO GALVANICO DI OSSIDAZIONE ANODICA
LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNE DI AGUGLIARO
CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE
Si certifica che copia della presente determinazione è pubblicata all'albo pretorio di questa
Provincia per 15 giorni dal 14/08/2018.
Vicenza, 14/08/2018
Sottoscritto dall'addetto alla pubblicazione
(BERTACCHE CRISTINA)
con firma digitale
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AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
SETTORE AMBIENTE - SERVIZIO VIA
Partita IVA e Codice Fiscale: 00496080243
Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA
CSP GROUP S.R.L.
PARERE N. 15/2018
Oggetto: Impianto galvanico di ossidazione anodica.
PROPONENTE: CSP GROUP srl
SEDE LEGALE: Via Riviera Berica n.4 – Nanto
SEDE INTERVENTO: Via Ponticelli n.37 – Agugliaro
TIPOLOGIA ATTIVITÀ: Impianto galvanico
PROCEDIMENTO: Verifica di assoggettabilità a V.I.A..
MOTIVAZIONE V.I.A: ALLEGATO IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - 3.
Lavorazione dei metalli e dei prodotti minerali f) impianti per il trattamento
di superficie di metalli e materia plastiche mediante processi elettrolitici o
chimici qualora le vasche destinate al trattamento abbiano un volume
superiore a 30 mc.
COMUNE INTERESSATO: Agugliaro
DATA DOMANDA: 31 maggio 2018
DATA PUBBLICAZIONE: 12 giugno 2018
DATA INTEGRAZIONI: 23 luglio 2018
DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
- Progetto Preliminare
- A1 Relazione Tecnica Descrittiva del Progetto
Allegati:
- A1.1 Documentazione comprovante la proprietà dell'immobile
- A1.2 Certificazione di agibilità dell'immobile
- A1.3 Certificato di Destinazione Urbanistica dell'area
- A1.4 Diagramma di flusso / bilancio idrico
- A1.5 Schede di sicurezza delle materie prime / sostanze utilizzate
- A2 Elaborati grafici
- A2.1 Inquadramento territoriale
- Estratto C.T.R. Scala 1:10.000
- Planimetria catastale Scala 1:2.000
- Ortofoto satellitare
- Estratto P.R.G. Scala 1:2.500
- Planimetria generale Scala 1:500
- A2.2 Sistemazioni esterne Planimetria Scala 1:400
- A2.3 Strutture edilizie (piante, prospetti e sezioni) Piante, prospetti e sezioni Scala 1:200
- A2.4 Lay-out impianto Lay-out Scala 1:100
- Studio Preliminare Ambientale
- B1 Relazione dello Studio Preliminare Ambientale
- B2 Valutazione previsionale dell'impatto acustico
- B3 Raccolte cartografiche
PIANI TERRITORIALI
- B3.1 Piano Territoriale Regionale di Coordinamento - vigente - Stralci cartografici Scala 1:700.000
- B3.2 Piano Territoriale Regionale di Coordinamento - adottato - Stralci cartografici Scala 1:500.000
- B3.3 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Vicenza Stralci cartografici Scala 1:50.000
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AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
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- B3.4 Piano di Assetto del Territorio del Comune di Agugliaro Estratti cartografici Scala 1:10.000
- P.R.G. - Piano Regolatore Generale del Comune di Agugliaro Estratto cartografico Scala 1:2.500
- B4 Documentazione fotografica
- B5 Verifica di assoggettabilità al D.Lgs. N. 334/99 come modificato dal D.Lgs. N. 105/15
- B6 Attestazione della non necessità della V.Inc.A.
PREMESSE
CSP Group s.r.l. è un’industria metalmeccanica attiva da quasi tre decenni che ha sede a Nanto (VI) e stabili -
menti a Nanto e a Barbarano Vicentino. L’azienda, inizialmente specializzata nella progettazione e nella co-
struzione di stampi progressivi, si occupa oggi prevalentemente della produzione di minuterie metalliche di
precisione destinate, come componentistica, a svariati settori fra cui quello automobilistico. In particolare,
nello stabilimento di Barbarano Vicentino, vengono prodotti profili di alluminio per modanature con elevati
requisiti estetici, destinate a primarie case automobilistiche fra cui principalmente quelle tedesche.
I profili in alluminio necessitano di un trattamento (superficiale) di ossidazione anodica al fine di garantirne
la qualità estetica e la durabilità.
Attualmente il trattamento di ossidazione anodica dei profili in alluminio prodotti da CSP viene effettuato
presso terzi. Per assicurarsi sia una dovuta autonomia, sia un affidabile conseguimento degli elevati stan -
dard qualitativi richiesti dai propri clienti, CSP intende svolgere direttamente anche questa attività (di ossi-
dazione anodica) ed ha allo scopo acquistato un impianto di trattamento completo ed un immobile produtti-
vo nella Z.A.I. di Agugliaro.
Il progetto di CSP prevede quindi l’installazione, nel capannone sito ad Agugliaro in Via Ponticelli, n. 37, di
una linea completa di ossidazione anodica di profili di Alluminio per modanature destinate al settore auto -
motive.
Le vasche della linea galvanica saranno presidiate da un "catino" monolitico rivestito con guaina in PVC per
la raccolta di eventuali spanti e colaticci.
I serbatoi fissi di stoccaggio delle materie prime liquide e dei rifiuti liquidi saranno tutti a doppio contenito -
re con indicatore di livello mentre i contenitori mobili saranno presidiati da bacino di contenimento.
L'impianto non produrrà alcuno scarico idrico e le emissioni in atmosfera saranno trattate con opportuni si-
stemi di abbattimento conformi alle MTD. Nei piazzali esterni non sarà presente alcun deposito o lavorazio -
ne
Il progetto prevede l’installazione di un impianto tecnologico all’interno di un capannone esistente, senza so-
stanziali ulteriori interventi edilizi, in quanto le infrastrutture edili e di servizio già esistono e risultano ade -
guate.
UBICAZIONE
Il sito di progetto si colloca all’interno della zona industriale di Via Ponticelli a circa 600 m a sud del casello
autostradale della A31 di Agugliaro. La posizione molto prossima all’uscita autostradale è strategica sotto il
profilo viabilistico, in quanto permette ai mezzi afferenti all’impianto di impegnare marginalmente la viabili-
tà locale per i trasporti di materiali in ingresso ed in uscita dall’azienda. Il sito di progetto risulta inoltre rela -
tivamente prossimo agli altri stabilimenti di CSP Group, a Nanto e Barbarano Vicentino, che possono essere
raggiunti mediante l’autostrada oppure attraverso la S.P. 247 “Riviera Berica”.
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Ortofoto del sito
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QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
• Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
• Piano Territoriale Provinciale di Coordinamento (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
• Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di Agugliaro;
• Piano Regolatore Generale (P.R.G.) del Comune di Agugliaro;
• Piano Regionale di Tutela delle Acque (P.T.A.);
• Rete Natura 2000.
I riferimenti programmatici sopra indicati rappresentano un quadro generale sufficientemente descritto,
senza rilevare criticità tali da ritenere il progetto come assoggettabile a V.I.A..
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
L’impianto in progetto sarà installato (completamente) all’interno di un capannone industriale nella zona in-
dustriale di Agugliaro.
Il capannone ricade in area catastalmente inpiduata al N.C.E.U. del Comune di Agugliaro al Foglio 12,
mappale n. 268.
Il capannone in parola, che include gli uffici e i servizi per il personale, è stato realizzato con scheletro por-
tante e copertura in elementi prefabbricati in c.a.p..
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Lo stabilimento in esame sarà sudpiso in tre zone principali:
– una zona in cui vengono effettuate lavorazioni di tipo meccanico (pretrattamento “a secco” delle su -
perfici);
– l’impianto di anodizzazione;
– la zona adibita agli impianti ausiliari e di servizio e, in particolare, agli impianti di
riscaldamento/raffreddamento, agli impianti di trattamento delle acque di lavaggio in circuito chiu-
so, ai sistemi di stoccaggio dei prodotti e dei concentrati (rifiuti smaltiti fuori sito) e agli impianti di
aspirazione/trattamento delle emissioni.
Per quanto riguarda specificamente l’impianto di anodizzazione, esso sarà costituito da una serie di vasche,
ognuna con una sua specifica funzione, poste in sequenza secondo l’ordine di utilizzo in modo da poter rag-
giungere un elevato livello di automazione e prevenire inutili perdite di tempo.
I processi che si svolgono nelle varie vasche (descritti nello schema seguente e ulteriormente trattati nel suc-
cessivo paragrafo, inerente il ciclo d produzione) si possono sudpidere in tre gruppi principali:
– trattamenti pre-anodizzazione,
– anodizzazione,
– post-processing.
La movimentazione dei manufatti e l’immersione nelle vasche saranno gestite automaticamente tramite PLC:
una volta inserito il codice del prodotto, il software gestirà autonomamente ogni passaggio del ciclo, tempi
di immersione compresi.
Il riscaldamento delle vasche, ove previsto, sarà realizzato mediante circolazione di vapore (vettore termico)
entro apposite serpentine, realizzate con materiali idonei resistenti all’aggressività delle soluzioni di tratta-
mento. Il riscaldamento, così come il raffreddamento (tramite scambiatore di calore – impianto frigorifero),
verranno controllati automaticamente tramite sistemi di regolazione gestiti da PLC.
Tutte le vasche attive saranno dotate di indicatori di livello.
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Lungo il perimetro di sedime di ciascun gruppo omogeneo di vasche attive viene prevista la posa di una cor-
donatura realizzata con profilo metallico dell’altezza di 150 mm reso solidale mediante tassellatura al pavi-
mento in calcestruzzo; il cordolo metallico e la pavimentazione saranno rivestiti, senza soluzione di continui -
tà, con una guaina in PVC flessibile dello spessore di 2 mm, applicata ad incollaggio, in modo da formare
tanti bacini di contenimento quanti sono i settori di vasche presidiate (con separazione dei bagni acidi dai
bagni alcalini), ciascuno dotato di propria stazione di sollevamento indipendente.
Il complesso dei bacini di contenimento renderà un volume totale di circa 30 mc per la raccolta di eventuali
spanti e colaticci; questi ultimi saranno ripresi da una pompa alloggiata nel pozzetto di sollevamento di cia -
scun bacino (anch’esso rivestito con la guaina in PVC e quindi monolitico col bacino di contenimento) e sol -
levati ad una vasca di accumulo delle acque (acida o alcaline a seconda della tipologia di vasche presidiate)
da avviare a smaltimento fuori sito.
Tutte le vasche attive saranno presidiate da cappe di aspirazione localizzate prudenzialmente collettate a si-
stemi di abbattimento (scrubbers).
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Per quanto riguarda i depositi di materie prime e ausiliari, essi sono tutti previsti in area pavimentata
coperta (area presidiata). I serbatoi fissi saranno tutti a doppio contenitore con indicatore di livello. I
contenitori mobili (fusti/cisternette) saranno tutti presidiati da bacino di contenimento.
Il prelievo e il travaso di tutti i prodotti avverranno con tubazioni fisse in polipropilene e pompe che pesche-
ranno direttamente dai serbatoi e dai contenitori di stoccaggio.
DESCRIZIONE DEL CICLO DI PRODUZIONE
CSP intende realizzare un impianto di protezione superficiale, mediante ossidazione anodica, di profili in
Alluminio per modanature destinate al settore dell’automotive.
L’ossidazione anodica (o anodizzazione) è un trattamento elettrochimico con il quale si ottiene un film su-
perficiale protettivo (perfettamente legato al metallo sottostante), noto come “strato di passivazione”, parti-
colarmente resistente alla corrosione, all’abrasione, di elevata resistenza elettrica e di ottime qualità estetiche.
Si ricorre al processo di anodizzazione per la passivazione dell’Alluminio in quanto lo strato di ossido
d’alluminio che si forma spontaneamente a contatto con l’atmosfera è di limitato spessore, la sua resistenza
alla corrosione è debole e inoltre possiede caratteristiche estetiche disuniformi, a causa della scarsa aderenza
del film ossidato al metallo sottostante; persamente, con l’anodizzazione, si ottiene una passivazione acce-
lerata profonda con uno spessore di ossido consistente e perfettamente adeso, di elevata capacità protettiva e
avente una durezza prossima a quella del corindone, al nono posto della scala di Mohs.
Come per qualsiasi altro processo elettrochimico, la riuscita e l’efficacia del trattamento di anodizzazione
dipende dalla preparazione della superficie metallica che assume pertanto una notevole importanza, in
primo luogo per garantire la massima aderenza del film di ossido al metallo base. Il processo di
anodizzazione deve essere preceduto da opportuni trattamenti (preliminari) che sono essenzialmente di due
tipi:
1) la “pulimentatura” meccanica (a secco), atta ad eliminare dalla superficie le imperfezioni fisiche che
non possono essere eliminate mediante trattamenti chimici/elettrochimici;
2) i pretrattamenti “a umido” (come la sgrassatura e il decapaggio), in testa alla linea di anodizzazione,
finalizzati a rimuovere sporco e ossidi (che possono interferire con la formazione del film anodico),
rendendo una superficie uniformemente reattiva adatta a ricevere il trattamento di anodizzazione.
I pretrattamenti meccanici si possono effettuare con persi tipi di macchine (manuali, semiautomatiche, ro-
botizzate) ma comunque si basano sullo “sfregamento” (della superficie dell’Alluminio) ottenuto con oppor -
tuni dischi, nastri o spazzole rotanti con o senza ausilio di paste lucidanti.
Nel caso di progetto si prevede di utilizzare un impianto di lucidatura robotizzato a tavola rotante dotato di
n°7 unità di lavoro (spazzole) con 6 assi controllati. La macchina sarà completamente robotizzata e
compartimentata all’interno di una cabina realizzata con pannelli fonoassorbenti.
I profili verranno lucidati da una serie di spazzole che ruotano contrapposte o affacciate. Il profilo entrerà da
una parte, viaggerà orizzontalmente trascinato dalle spazzole e da opportuni rulli guida e, dopo trattamento,
uscirà dalla parte opposta della macchina. Ogni unità di lavoro della lucidatrice sarà presidiata da una
bocchetta aspirante, per un totale di n° 7 bocchette aspiranti tutte collettate ad un gruppo aspirofiltrante
centralizzato (al Camino n° 1).
L’impianto di anodizzazione (che comprende anche le sezioni di pretrattamento a umido) sarà costituito da
una linea automatica (sequenziale), dimensionata per una potenzialità massima di trattamento di 40 mq/h
(10 barre/h); considerando l’operatività dell’impianto limitata ad un unico turno giornaliero di 8 ore, la mas-
sima capacità produttiva giornaliera risulta pertanto pari a 320 mq/giorno (80 barre/giorno) e quella annuale
pari a 70˙000 mq/anno, adeguata a soddisfare le migliori prospettive aziendali a lungo termine. Inizialmente
il Proponente considera sufficiente una capacità di produzione compresa fra 15˙000 e 20˙000 mq/anno e quin-
di l’impianto verrà fatto funzionare a regime ridotto (rispetto alla sua potenzialità nominale), corrispondente
ad una produzione di 80 mq/giorno (20 barre in 8 ore), utilizzando allo scopo un minor numero (quello ne -
cessario) di vasche attive.
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Tuttavia ai fini dello screening, vengono considerate le condizioni nominali di progetto, che sono le seguenti:
– potenzialità massima oraria: 40 mq/h (10 barre/h);
– operatività dell’impianto: unico turno giornaliero di 8 h;
– capacità produttiva giornaliera: 320 mq/giorno (80 barre/giorno);
– produzione annua: 320 x 220 @ 70˙000 mq/anno.
Il ciclo di lavoro della linea automatica si articolerà nelle seguenti fasi di trattamento (sequenziali):
1) Sgrassatura (debolmente alcalina)
2) Strippaggio telai (in bagno acido)
3) Satinatura (alcalina)
4) Neutralizzazione (in bagno acido)
5) Brillantatura (in bagno acido)
6) Sbianca (alcalina)
7) Neutralizzazione (in bagno acido)
8) Ossidazione anodica: questo processo consiste nella ossidazione superficiale dell’Alluminio mediante
immersione del pezzo da trattare in un bagno acido in cui avviene un passaggio di corrente elettrica (con una
densità di corrente di circa 1,5 A/dm 2) che, in presenza di ossigeno, produce una patina superficiale (film di
ossido).
9) Sigillatura (fissaggio a caldo)
10) Anaforesi protettiva
11) Polimerizzazione della resina (in forno)
Dopo ogni step di processo sono previsti dei lavaggi al fine di prevenire la contaminazione di bagni persi a
causa del drag-out, ovvero per rimuovere dai manufatti in trattamento i residui dei bagni precedenti. Nelle
fasi di pretrattamento si ricorrerà alla tecnica del risciacquo in bagno statico (anche spray) con recupero in
controcorrente e rabbocchi/ripristino livelli con acqua di rete; prima e alla fine della sequenza di brillantatu-
ra e previsto un lavaggio dinamico con acqua demineralizzata in circuito chiuso, usata anche per il ripristi -
no/ricambio dei risciacqui statici intercalati a perse sezioni di brillantatura; la sbianca sarà seguita da un ri-
sciacquo (con recupero in controcorrente) rabboccato con acqua di rete, prima del lavaggio dinamico con ac -
qua demineralizzata a circuito chiuso; l’ossidazione anodica sarà seguita sia da un risciacquo statico sia da
un lavaggio dinamico, entrambi con acqua demineralizzata in circuito chiuso.
Si prevede pertanto di minimizzare i consumi idrici e al tempo stesso i consumi di prodotti chimici (grazie ai
“recuperi” in controcorrente).
La documentazione di progetto comprende un dettagliato diagramma di flusso/bilancio idrico, che riporta la
sequenza dei processi e dei rispettivi risciacqui/lavaggi e le portate stimate/previste dei rabbocchi, delle ac-
que di lavaggio a circuito chiuso e dei concentrati (da smaltire fuori sito).
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
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QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
Per quanto riguarda le emissioni prodotte dalle operazioni di pre-trattamento meccanico delle superfici (lu -
cidatura), il flusso d’aria avrà una portata di 12˙000 mc/h, sarà depolverato con filtro a maniche autopulente,
verrà ripreso da un elettroventilatore (a valle del filtro) e sarà emesso in atmosfera attraverso il camino n. 1,
avente un diametro di 550 mm ed uno sbocco tipo FIAT portato ad una quota di almeno 1 m soprastante
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l’estradosso della copertura e qualsiasi altro ostacolo presente nel raggio di 10 m, onde garantire la migliore
dispersione del particolato residuo (inf. 10 mg/Nmc).
Per quanto i trattamenti a umido, le emissioni saranno determinate dalla necessità di prevenire la diffusione
di gas inquinanti nell’ambiente di lavoro mediante sistemi di captazione localizzata sulle vasche di tratta -
mento.
Poichè le vasche di trattamento conterranno prevalentemente bagni caldi, alla loro superficie si potranno li-
berare:
– aerosol alcalini (vasche di sgrassatura, satinatura e sbianca),
– aerosol acidi (vasche di neutralizzazione, brillantatura e ossidazione anodica),
Si prevede l’installazione di apposite cappe aspiranti a flusso tangenziale a bordo vasche, dimensionate es-
senzialmente sulla base dell’estensione delle superfici evaporanti e di una determinata velocità di captazio -
ne, collegate (mediante canalizzazioni in materiale adeguato) a sistemi di aspirazione e abbattimento (degli
aerosol veicolati).
I condotti di aspirazione, che raggruppano assieme flussi acidi e flussi alcalini (determinando anche fra loro
un’azione di neutralizzazione), saranno aerei con adeguate pendenze in modo da poter raccogliere eventuali
liquidi di condensa in appositi pozzetti di drenaggio.
Per consentire un’agevole regolazione (bilanciamento) dei flussi d’aria aspirati e garantire la massima flessi-
bilità di esercizio sono stati previsti tre circuiti di aspirazione indipendenti ciascuno afferente ad un proprio
abbattitore, ed un proprio ventilatore (con motore controllato da inverter per regolare la portata a seconda
della necessità) e ad in proprio camino di emissione (del flusso d’aria aspirato e trattato).
Per la captazione dei vapori che esalano dai bagni di trattamento si prevede di utilizzare un sistema di aspi-
razione a cappe catturanti laterali disposte lungo entrambi i lati maggiori delle vasche attive. Il dimensiona-
mento dei sistemi aspiranti presuppone la definizione della velocità di cattura, che dipende principalmente
dal tipo di inquinante da rimuovere e dalla distanza (massima) sorgente-apertura della cappa. Nel ns. caso,
trattandosi di presidiare delle superfici evaporanti in aria calma, il progetto prevede una velocità di cattura
(assunta costante su tutta la superficie evaporante) compresa fra 0,30 e 0,75 m/s (con un valore medio pari a
0,50 m/s); secondo un criterio di sicurezza, il valore più alto (0,75 m/s) dovrà essere assicurato per i dispositi -
vi aspiranti che presidiano i bagni caldi che possono sviluppare vapori acidi, e quelli più profondi, come i
bagni di brillantatura, mentre il valore più basso (0,30 m/s) potrà essere applicato per il dimensionamento
dei sistemi di aspirazione dei bagni “meno problematici” (come i bagni di fissaggio dai quali può liberarsi in
buona sostanza soltanto vapor d’acqua).
Risultano in definitiva le seguenti portate di aspirazione:
– circa 42˙000 mc/h per l’impianto di aspirazione identificato con 1 nello schema soprastante;
– circa 49˙000 mc/h per l’impianto di aspirazione identificato con 2 nello schema soprastante,
– circa 45˙000 mc/h per l’impianto di aspirazione identificato con 3 nello schema soprastante.
Per l’abbattimento degli aerosol si prevedono scrubber ad acqua con terminale separatore di gocce. Si preve-
de di installare per ciascun impianto di aspirazione uno scrubber autonomo del tipo orizzontale, a flusso or -
togonale fra corrente gassosa (da trattare) e corrente liquida (liquido di lavaggio), schematizzato di seguito:
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I flussi d’aria trattati nei tre scrubber, ripresi dai relativi ventilatori di aspirazione, verranno convogliati ai ri-
spettivi camini di emissione (all’atmosfera), del diametro di 1˙000 mm, indicati con i nn. 2a, 2b, 2c.
I parametri caratteristici delle emissioni sono riportati nel prospetto a seguire.
Lo sbocco dei tre camini, tipo FIAT, sara portato ad una quota di almeno 1 m soprastante l’estradosso della
copertura e qualsiasi altro ostacolo presente nel raggio di 10 m, onde garantire la migliore dispersione degli
inquinanti residui.
Per la produzione di vapore ad uso tecnologico (per il riscaldamento dei bagni) viene prevista l’installazione
di un generatore di calore con bruciatore a gas metano avente una potenza termica nominale di 775 KW, in
grado di produrre fino a 1˙000 kg/h di vapore saturo. La portata di fumi derivanti dalla combustione del me-
tano sara approssimativamente pari a 1˙000 Nmc/h. I fumi di combustione (di gas metano) saranno emessi
all’atmosfera, con una temperatura di 130÷140°C, attraverso il camino (del diametro di 300 mm) identificato
col n. 3.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
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CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
L’idroesigenza “produttiva” dello stabilimento (per sostituzione/reintegro bagni di trattamento e risciacqui,
rigenerazione impianti di demineralizzazione a circuito chiuso, produzione vapore, reintegro acqua evapo-
rata negli scrubber) sarà sostenuta tramite prelievo da pubblico acquedotto, cosi come il fabbisogno idrico
dei servizi igienici per il personale.
I prelievi necessari per il funzionamento dell’impianto in progetto sono stati così stimati (con congruo coeffi -
ciente di sicurezza):
– uso produttivo: 2˙000 mc/anno
– uso assimilato e domestico (considerando un organico di 20÷25 Addetti): 500 mc/anno
La documentazione di progetto comprende un dettagliato diagramma di flusso/bilancio idrico, che riporta la
sequenza dei processi e dei rispettivi risciacqui/lavaggi e le portate stimate/previste dei rabbocchi, delle ac-
que di lavaggio a circuito chiuso e dei concentrati (da smaltire fuori sito).
Il progetto opta per un impianto a “SCARICO ZERO”, scelta peraltro obbligata stante l’attuale indisponibili -
tà dell’Ente gestore del servizio di fognatura ad accettare qualsivoglia scarico produttivo nel collettore fo -
gnario della zona industriale di Agugliaro; ciò comporta di prevedere smaltimenti “fuori sito” dei reflui con-
centrati (come i bagni esausti e gli eluati) che non risulta possibile (ulteriormente) riciclare.
Le acque di raffreddamento vengono riciclate integralmente mediante l’adozione di scambiatori di calore as-
serviti ad impianti frigoriferi a pompa di calore (chiller) e ad assorbimento, mentre per consentire il riciclo
dell’acqua, che deve essere di ottima qualità (acqua demineralizzata) per le operazioni di lavaggio, si preve-
de il ricorso al trattamento cosiddetto a SCAMBIO IONICO.
Per assicurare un adeguato ciclo di lavoro ad un impianto a scambio ionico e necessario che le acque di la-
vaggio da trattare presentino una salinità non elevata (dell’ordine di 2 meq/l pari a 100 ppm come CaCO3);
per questa ragione si prevede l’inserimento di risciacqui statici a valle dei bagni di trattamento e a monte dei
lavaggi dinamici alimentati in continuo con l’acqua demineralizzata in circuito chiuso. L’adozione di risciac -
qui statici (con recuperi “in controcorrente” nei bagni che li precedono) prospetta, oltre all’economia della ri-
sorsa idrica, un risparmio di prodotti chimici:
Nel progetto si prevedono due impianti di demineralizzazione separati, dedicati rispettivamente:
1) al segmento comprendente i trattamenti di pre-anodizzazione e di anodizzazione;
2) al segmento post-processing di applicazione del protettivo.
Per garantire la massima affidabilità e flessibilità di utilizzo, i due impianti sono entrambi concepiti su due
linee di trattamento disposte in parallelo. Le due linee di demineralizzazione sono dimensionate con ampio
margine di sicurezza rispetto alle effettive necessita, in modo da poter rispondere ad una prospettiva di mas-
simo sfruttamento della capacita produttiva dell’impianto che, almeno teoricamente, potrebbe funzionare
anche a ciclo continuo (24 ore su 24); in altre parole, gli impianti di demineralizzazione sono stati dimensio -
nati per soddisfare una richiesta di trattamento (teorica) pari a 3 volte quella afferente alla capacita produtti-
va nominale su un unico turno giornaliero di 8 ore.
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Poiché il fabbisogno (medio orario) di acqua demineralizzata (“demi”), considerando un’operatività
dell’impianto di 8 ore/giorno per 22 giorni/mese, ascende approssimativamente a 8 mc/h, gli impianti di de-
mineralizzazione e sono stati dimensionati per portate (di trattamento) rispettivamente pari a 20 mc/h e 5
mc/h. Per i due impianti si prevede una durata di trattamento (ininterrotto) pari rispettivamente a circa 4
mesi e 3 mesi: trascorsi tali periodi si dovrà procedere alle operazioni di rigenerazione delle resine (e conte-
stualmente anche di controlavaggio dei filtri a carbone attivo).
Le resine cationiche verranno rigenerate in ciclo acido (con acido cloridrico 31÷33%) mentre le resine anioni-
che verranno rigenerate (in controcorrente) in ciclo basico (con soda caustica 28%); dalle operazioni di rige -
nerazione residueranno i cosiddetti eluati (acidi e alcalini) oltre ai reflui di controlavaggio dei filtri a carbo -
ne. I volumi approssimativi di reflui di rigenerazione per i due impianti di demineralizzazione sono stimati
rispettivamente in 40 mc/ciclo e 10 mc/ciclo di eluati acidi e alcalini, in frazioni circa uguali, tenendo conto
che i reflui di controlavaggio dei filtri a carbone possono essere computati nell’ambito del volume di eluati
acidi.
Gli eluati saranno accumulati e avviati a smaltimento fuori sito: per una corretta gestione di questi rifiuti si
prevede che gli eluati acidi e quelli alcalini vengano stoccati in due serbatoi separati, dedicati (in PE a dop -
pio contenitore) da 21 mc/cad.
Per quanto riguarda le acque meteoriche, benchè l’impianto rientri fra le tipologie di insediamenti elencati
nell’allegato F (punto 3) delle N.T.A. del PTA Veneto, la documentazione di progetto evidenzia che:
le aree in cui si effettuano lavorazioni nonché quelle di deposito di materie prime, ausiliari di pro -
cesso e rifiuti sono tutte coperte e protette dall’azione degli agenti atmosferici, in quanto dislocate
all’interno del fabbricato;
le sostanze liquide sono stoccate all’interno di contenitori presidiati da appositi bacini di conteni -
mento ovvero in serbatoi a doppio contenitore;
nei piazzali esterni non e presente alcun deposito o lavorazione e non ricorrono pertanto circostanze
che possano comportare il dilavamento meteorico di sostanze pericolose o pregiudizievoli per
l’ambiente;
non si ha la presenza di depositi di rifiuti, materie prime e prodotti non protetti dall’azione degli
agenti atmosferici, né si effettuano lavorazioni, né si ha la presenza di circostanza che possano
comportare il dilavamento non occasionale e fortuito delle sostanze pericolose di cui alle Tabelle 3/A
e 5 dell’Allegato 5 alla Parte Terza del D.Lgs. N. 152/06.
Non si ravvisa, quindi, la necessita di raccolta e trattamento delle acque meteoriche che, come già accade
(dato che il fabbricato e le aree impermeabilizzate scoperte sono esistenti e resteranno immutate) continue-
ranno ad essere recapitate nella fognatura “bianca” che serve la zona industriale.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
Si ritiene tuttavia di prescrivere, post operam e a regime lavorativo:
- un controllo della presenza di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nei prodotti in ingresso e nei rifiuti liquidi inviati a
smaltimento presso terzi;
- un monitoraggio sulle acque meteoriche di dilavamento, distintamente per coperture e piazzali, almeno in avvio per
una caratterizzazione ed eventualmente con cadenza periodica in base ai risultati iniziali.
CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
Sulla base delle della documentazione di progetto e di quanto emerso in sede di sopralluogo (tutti gli
impianti di produzione, le attività lavorative e gli stoccaggi di materie prime e ausiliarie e rifiuti sono
previsti all’interno dell’edificio industriale, con opportune misure d presidio ambientale), non si ravvisano
condizioni di potenziale significativo impatto ambientale per le matrici suolo e sottosuolo.
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VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
Il sito di progetto si colloca all’interno della Z.A.I. di Via Ponticelli, in un’area inpiduata in classe VI^ “aree
esclusivamente industriali” dal Piano Comunale di Zonizzazione Acustica di Agugliaro per cui sono applica-
bili i limiti acustici di emissione di 65 dB(A) diurni e notturni di cui alla tabella B del D.P.C.M. 14/11/97 e i li -
miti di immissione acustica di 70 dB(A) diurni e notturni di cui alla tabella C del D.P.C.M. 14/11/97.
Le aree circostanti lo stabilimento risultano inserite:
– per il lato nord ed il lato est: in classe III^ “aree di tipo misto” con fascia di transizione, per cui a 50
m dai confini risultano applicabili i limiti acustici di emissione di 55 dB(A) diurni e 45 dB(A) nottur -
ni e di immissione di 60 dB(A) diurni e 50 dB(A) notturni;
– per il lato sud: in classe VI^ e a distanza di circa 50 m in classe III^ “aree di tipo misto” con fascia di
transizione comprendente alcune unità residenziali per le quali si ritengono applicabili i limiti acu-
stici della classe IV^ con valori di emissione di 60 dB(A) diurni e 50 dB(A) notturni e di immissione
di 65 dB(A) diurni e 55 dB(A) notturni;
– per il confine lato ovest: in classe VI^ (per i recettori presenti non risultano quindi applicabili i limiti
acustici differenziali ai sensi dell’art. 4 comma 1 del DPCM 14.11.97).
Il clima acustico dell’area e attualmente caratterizzato dalla presenza di livelli di rumore modesti in relazione
alla limitata presenza di attività produttive attive nell’area industriale; pure modeste risultano le emissioni
derivanti dal traffico veicolare.
L’attività produttiva interesserà il periodo diurno; in periodo notturno non risulteranno in funzione impianti
o apparecchiature con emissioni acustiche significative.
Le sorgenti acustiche significative interne allo stabilimento risultano essere costituite dall’impianto di lucida-
tura robotizzato (compartimentato all’interno di una cabina fonoassorbente) e dai collettori dell’annesso si-
stema di aspirazione, dagli elettroventilatori degli scrubber e dai terminali degli impianti di aspirazione che
presidiano le vasche, dai compressori, dai gruppi frigoriferi e dal generatore di calore.
Le sorgenti acustiche fisse esterne allo stabilimento risultano essere costituite dal gruppo aspiro-filtrante as-
servito al robot di lucidatura e relativo camino, dai camini degli scrubber e dai gruppi di cogenerazione (con
marmitte silenziate) installati sul piazzale nell’angolo nord-ovest.
Le conclusioni della specifica “Valutazione previsionale dell’impatto acustico” (allegata alla documentazione
d progetto) evidenziano come i livelli di rumore determinati dall’esercizio dell’impianto in progetto rispetti-
no i rispettivi limiti stabiliti dal Piano di Zonizzazione Acustica Comunale. Si rileva inoltre come i livelli dif -
ferenziali di rumore attesi in corrispondenza dei recettori abitativi a est e a sud risultino inferiori ai limiti
differenziali stabiliti dalla normativa se non inferiori alla soglia di applicabilità del limite stesso.
In fase di presentazione della documentazione per il rilascio dell’AIA, la ditta dovrà produrre le seguenti
integrazioni:
- caratterizzazione delle emissioni acustiche prodotte dalle sorgenti interne ed esterne all’attività, i dati di
input al modello di calcolo mancano di riferibilità, valutando ed allegando le schede tecniche certificate con i
livelli di emissione acustica, specifici per singola sorgente, nonché le effettive certificazioni dei sistemi di
mitigazione previsti per gli impianti, così come indicato in relazione;
- specifiche tecniche e/o dati effettivamente riscontrati in loco tramite verifica dei requisiti acustici delle
suddette partizioni perimetrali del capannone;
- report di monitoraggio del clima residuo con tempi più adeguati per la definizione delle emissioni
acustiche che caratterizzano l’area di indagine. I report devono inoltre sempre riportare l’analisi del dato con
i valori percentili L95 e i livelli minimi, da usare per la verifica del criterio differenziale. Inoltre a riguardo si
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riscontra un’anomalia circa la verifica dei livelli differenziali calcolati ai ricettori posti a est e a sud del lotto;
nello specifico tale verifica non è prevista per le sorgenti di carattere mobile cioè traffico veicolare;
- la verifica dei livelli di traffico indotto deve essere effettuata previa classificazione delle infrastrutture
stradali afferenti all’area di progetto così come indicato da specifica norma DPR 142/2004 ; si indichi quindi
la tipologia di strada secondo tabella 2 del decreto specifico e i rispettivi limiti per il periodo diurno che
saranno confrontati con le effettive emissioni di rumore dovute al traffico indotto di cui sopra. A riguardo si
chiedono delle indicazione riferibili sul numero dei mezzi di trasporto dell’attività e sulle emissioni di
traffico indotto prodotte dall’attività allo scopo di valutare l’effettiva incidenza dei livelli incrementali
prodotti dai mezzi – soprattutto pesanti – dell’attività stessa. Tali livelli, anche come sommatoria degli effetti
del traffico esterno all’attività saranno confrontati con i limiti delle infrastrutture stradali afferenti l’area di
indagine, percorse dai mezzi di trasporto di cui sopra;
- se durante il periodo notturno l’azienda operasse con impianti (es.: aspirazione aria), funzionanti anche in
assenza di presidio e/o lavorazioni, tale situazione deve essere effettivamente dichiarata e verificata tramite
analisi delle emissioni delle specifiche sorgenti. La norma non ammette a riguardo dichiarazioni non
riferibili: “in periodo notturno non risulteranno in funzione impianti o apparecchiature con emissioni
acustiche significative.”.
VALUTAZIONE
Si ravvisano aspetti di criticità e quindi si passa a proporre le prescrizioni/raccomandazioni che si ritengono utili o ne-
cessari per una corretta gestione della problematica emersa.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI
Sulla base delle della documentazione di progetto e di quanto emerso in sede di sopralluogo, non si ravvisa-
no condizioni di potenziale significativo impatto ambientale derivante da agenti fisici.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
Sulla base delle della documentazione di progetto e di quanto emerso in sede di sopralluogo (l’edificio indu-
striale è esistente e non si prevedono modifiche nelle sue parti esterne), non si ravvisano condizioni di poten-
ziale significativo impatto ambientale per la matrice paesaggio.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
Il sito di progetto si colloca all’interno della zona industriale di Via Ponticelli a circa 600 m a sud del casello
autostradale della A31 di Agugliaro. La sezione di monitoraggio n° 6 del progetto S.I.R.S.E. sulla S.P. 8
“Berico Euganea” a Barbarano Vicentino (km 10÷600) risulta molto prossima alla S.P. 247 “Riviera Berica” e
rileva come, tra il 2001 e il 2008, il traffico diurno medio sia aumentato fino a raggiungere un valore di circa
6˙000 passaggi/giorno, con un’incidenza media del traffico commerciale pesante pari all’11% circa. Ancorché
non siano disponibili dati più recenti, i flussi veicolari rilevati in occasione dei monitoraggi del 2007 e del
2008 risultano sicuramente conservativi rispetto alla situazione attuale, in quanto attinenti ad un contesto
antecedente la crisi economica; inoltre i dati di monitoraggio risultano precedenti al completamento
dell’autostrada “Valdastico sud”, che negli anni ha contribuito sensibilmente a sgravare parte del traffico
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insistente sulla parallela S.P. 247 “Riviera Berica”. L’Allegato F - “Mobilità” del P.T.C.P. della Provincia di
Vicenza riporta i risultati di una modellazione del flusso veicolare equivalente e dei livelli di saturazione
della rete viaria vicentina al 2006. L’output della modellizzazione evidenzia come i volumi di traffico nel
Basso Vicentino risultino compatibili con l’infrastruttura stradale locale, con un livello di saturazione
inferiore al 40% su tutte le strade afferenti al sito di progetto. È stata effettuata anche un’analisi delle
variazioni dei flussi veicolari futuri, per un possibile scenario al 2020, applicando incrementi annui del 2%
per i mezzi leggeri e del 3,1% per i mezzi pesanti. Inoltre, secondo le previsioni della modellizzazione, il
completamento della Valdastico sud avrebbe comportato un alleggerimento del traffico a lunga percorrenza
insistente sulla S.P. 247 “Riviera Berica”, con una diminuzione del carico veicolare pari a circa il 30%.
Il traffico pesante medio indotto dall’esercizio dell’attività in progetto è costituito da un totale di 8
passaggi/giorno di mezzi pesanti. Al traffico pesante indotto dall’attività si dovrà soltanto aggiungere il
traffico leggero degli autoveicoli delle maestranze considerando circa una decina di occupati.
Per quanto sopra rappresentato, il traffico complessivo indotto dall’esercizio della nuova attività in progetto,
limitato alla sola fascia feriale diurna, non potrà ragionevolmente comportare alcun aggravio significativo
dei volumi di traffico locali.
La Ditta ha presentato in modo soddisfacente i dati disponibili in merito ai flussi di traffico prossimi all’area
di interesse e quantificato opportunamente i movimenti veicolari indotti dal progetto, fornendo successiva-
mente anche una rappresentazione grafica dei percorsi che i mezzi pesanti compiono all’interno della pro -
prietà, identificando anche eventuali stalli di carico/scarico.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI, FLORA, FAUNA
Sulla base delle della documentazione di progetto e di quanto emerso in sede di sopralluogo, non si
ravvisano condizioni di potenziale significativo impatto ambientale per le matrici in esame.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
Il processo di anodizzazione previsto nell’impianto in progetto utilizzerà prodotti chimici ausiliari, per i
quali è stata elaborata una verifica di assoggettabilità al campo di applicazione del D.Lgs. N. 105/2015 (Diret-
tiva Seveso).
Nella tabella seguente vengono riportate le sostanze che si intendono impiegare nel processo di anodizzazio -
ne in progetto, con le massime quantità in deposito previste e le relative categorie di pericolo (conformi al re-
golamento CE n. 1272/2008) ricavate dalle schede di sicurezza.
La documentazione di progetto conclude che nessuna delle sostanze che si prevede di utilizzare rientra nelle
categorie specificate di cui alle parti 1 e 2 dell’Allegato 1 al D.Lgs. N. 105/2015 e che pertanto l’impianto non
rientra nel campo di applicazione della Direttiva sugli incidenti rilevanti.
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VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari criticità, fatta salva la corretta, scrupolosa e costante applicazione delle misure di tutela
delle persone previste dalla vigente normativa sulla sicurezza e sulla salute nel lavoro (D.Lgs. 81/08) e sulla prevenzio -
ne incendi (D.P.R. 151/11).
VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
CONCLUSIONI
Il progetto in esame non si pone in contrasto ovvero in condizioni di interferenze rispetto ad altri piani,
progetti o interventi in zone limitrofe, né questi ultimi possono interagire con l’intervento oggetto del
parere.
Non si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti.
Il grado di approfondimento documentale, anche dopo l’invio delle specifiche integrazioni richieste, la
tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi riportati possono essere considerati adeguati alle
finalità che il proponente intende conseguire.
Non si ritiene di richiedere ulteriori integrazioni, approfondimenti o chiarimenti di sorta.
Non sussistono osservazioni contrarie alla realizzazione del progetto.
La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a ritenere come il
progetto non comporta pressioni o effetti significativi per l’ambiente.
Parimenti il progetto non determina alcun impatto aggiuntivo significativo rispetto all’esercizio delle altre
attività in atto, necessitando tuttavia di alcune specifiche prescrizioni al fine di consentire un adeguato
monitoraggio finalizzato alla verifica dei dati progettuali proposti, in tema di rispetto dei limiti concernenti
l’inquinamento acustico.
Rispetto al territorio circostante l’iniziativa in esame va interpretata positivamente, sussistendo un’assenza
di rischi ambientali, sanitari ed ecologici.
Tutto ciò premesso si esprime
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PARERE FAVOREVOLE
al non assoggettamento alla V.I.A. con le prescrizioni di seguito citate.
1) L’azienda è impegnata ad acquisire dalle autorità competenti le autorizzazioni necessarie per l’esercizio dell’attività,
in particolare per quanto riguarda l’Autorizzazione Integrata Ambientale.
2) La documentazione da inoltre per i rilascio della suddetta autorizzare dovrà contenere le seguenti
valutazioni/informazioni:
- caratterizzazione delle emissioni acustiche prodotte dalle sorgenti interne ed esterne all’attività, i dati di input al
modello di calcolo mancano di riferibilità, valutando ed allegando le schede tecniche certificate con i livelli di emissione
acustica, specifici per singola sorgente, nonché le effettive certificazioni dei sistemi di mitigazione previsti per gli
impianti, così come indicato in relazione;
- specifiche tecniche e/o dati effettivamente riscontrati in loco tramite verifica dei requisiti acustici delle suddette
partizioni perimetrali del capannone;
- report di monitoraggio del clima residuo con tempi più adeguati per la definizione delle emissioni acustiche che
caratterizzano l’area di indagine. I report devono inoltre sempre riportare l’analisi del dato con i valori percentili L95 e i
livelli minimi, da usare per la verifica del criterio differenziale. Inoltre a riguardo si riscontra un’anomalia circa la
verifica dei livelli differenziali calcolati ai ricettori posti a est e a sud del lotto; nello specifico tale verifica non è prevista
per le sorgenti di carattere mobile cioè traffico veicolare;
- la verifica dei livelli di traffico indotto deve essere effettuata previa classificazione delle infrastrutture stradali afferenti
all’area di progetto così come indicato da specifica norma DPR 142/2004 ; si indichi quindi la tipologia di strada
secondo tabella 2 del decreto specifico e i rispettivi limiti per il periodo diurno che saranno confrontati con le effettive
emissioni di rumore dovute al traffico indotto di cui sopra. A riguardo si chiedono delle indicazione riferibili sul numero
dei mezzi di trasporto dell’attività e sulle emissioni di traffico indotto prodotte dall’attività allo scopo di valutare
l’effettiva incidenza dei livelli incrementali prodotti dai mezzi – soprattutto pesanti – dell’attività stessa. Tali livelli,
anche come sommatoria degli effetti del traffico esterno all’attività saranno confrontati con i limiti delle infrastrutture
stradali afferenti l’area di indagine, percorse dai mezzi di trasporto di cui sopra;
- se durante il periodo notturno l’azienda operasse con impianti (es.: aspirazione aria), funzionanti anche in assenza di
presidio e/o lavorazioni, tale situazione deve essere effettivamente dichiarata e verificata tramite analisi delle emissioni
delle specifiche sorgenti. La norma non ammette a riguardo dichiarazioni non riferibili: “in periodo notturno non
risulteranno in funzione impianti o apparecchiature con emissioni acustiche significative.”.
3) Il PMC dovrà prevedere modalità di controllo della presenza di sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nei prodotti in
ingresso e nei rifiuti liquidi inviati a smaltimento presso terzi ed un monitoraggio sulle acque meteoriche di
dilavamento, distintamente per coperture e piazzali, almeno in avvio per una caratterizzazione ed eventualmente con
cadenza periodica in base ai risultati iniziali.
Si raccomanda, infine, al Comune di Agugliaro, nell’ambito degli aggiornamenti del piano comunale di Z.A., di
valutare una modifica della classificazione, ritenendo più appropriata, per un’area industriale D1/3 con presenza di
abitazioni, una classe V, con limiti di immissione ed emissione più restrittivi della classe VI.
Vicenza, 01 agosto 2018
F.to Il Segretario F.to Il Presidente
Dott.ssa Silvia Chierchia Andrea Baldisseri
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