Parere

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   VERBALE DELLA COMITATO TECNICO PROVINCIALE VIA
           DEL 11-11-2021
L'anno 2021, il giorno 11 del mese di NOVEMBRE alle ore 16:30 il Comitato Tecnico Provinciale di V.I.A si è
riunito nella sede provinciale, a seguito di regolare convocazione, per trattare il seguente argomento:
Consorzio di Bonifica Brenta – Progetto di trasformazione irrigua - Comuni di Cassola, Rosà, Rossano Veneto e Tezze
sul Brenta.

All'appello risultano:
SQUARCINA FILIPPO              Presidente               Assente


BALDISSERI ANDREA           Presidente delegato              Presente


CORTESI ANGELO              Commissario           Presente in collegamento


DE MARCHI ROBERTO             Commissario                Presente


MONTANARI RICCARDO            Commissario                Presente


MURARO TERESA               Commissario                Presente


ROSSI STEFANO               Commissario           Presente in collegamento


SALVIATI STEFANO             Commissario                Presente


SVEGLIADO GIULIA             Commissario           Presente in collegamento


VALVASSORI RIMSKY             Commissario           Presente in collegamento


VICENTIN ALBERTO             Commissario                Presente


MARIO SERRAIOTTO             Commissario           Presente in collegamento


La Commissione viene presieduta da Andrea Baldisseri, giusta delega del Presidente prot.48286 del
11/11/2021, che riconosciuta legale l’adunanza in conformità dell’art. 7 del Regolamento per il
funzionamento del Comitato Tecnico Provincia VIA, udita la relazione istruttoria, accertata la completezza
delle informazioni e preso atto della proposta progettuale contenuta nella documentazione tecnica
presentata, esprime congiuntamente al CTP VIA parere unanime, per la pratica in oggetto, nel parere sotto
riportato.


               Consorzio di Bonifica Brenta
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                       PARERE N. 19/2021

Oggetto: Trasformazione irrigua di 1300 ettari nei Comuni di Cassola, Rosà, Rossano Veneto, Tezze sul
Brenta.
PROPONENTE:           Consorzio di Bonifica Brenta
SEDE LEGALE:           Via Riva IV Novembre n.15 – Cittadella (PD)
SEDE INTERVENTO:         Cassola, Rosà, Rossano Veneto, Tezze sul Brenta.
TIPOLOGIA ATTIVITÀ:       Progetti di gestione delle risorse idriche.
PROCEDIMENTO:          Verifica di assoggettabilità a VIA ai sensi dell'art. 19 del D.Lgs. 152/2006.
MOTIVAZIONE V.I.A:        ALLEGATO IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - 1. Agricoltura
                 d) progetti di gestione delle risorse idriche per l'agricoltura, compresi i
                 progetti di irrigazione e di drenaggio delle terre, per una superficie
                 superiore ai 300 ettari.
COMUNE INTERESSATO:       Cittadella (PD)
DATA DOMANDA:          01 e 07 ottobre 2021
DATA PUBBLICAZIONE:       13 ottobre 2021
DATA INTEGRAZIONI:        \\\

DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
- Studio Preliminare Ambientale
- Dichiarazione non necessità VincA
- Relazione Illustrativa Generale
- Quadro economico
Elaborati Rete Pluvirrigua
- Documentazione fotografica
- Inquadramento territoriale C.T.R. 1:10.000 - Stato di fatto
- Inquadramento territoriale C.T.R. 1:10.000 - Stato di progetto
- Inquadramento territoriale ortofoto 1:10.000 – Stato di progetto
- Particolari attraversamenti: strade e sottoservizi
- Particolari Attraversamenti Corsi d’acqua
- Particolari attraversamenti: ferrovia
- Particolari Costruttivi
Elaborati centralina di pompaggio
- Documentazione fotografica
- Inquadramento generale
- Pianta piano terra
- Pianta piano interrato
- Pianta piano copertura
- Prospetti
- Sezione A-A e B-B
- Dettagli costruttivi
- Particolari prese Civrana e Munara.




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                             PREMESSE
L’area interessata dall’intervento si colloca nel territorio in sinistra Brenta, ricompreso tra Bassano del
Grappa e Cittadella, all’interno dei territori comunali di Cassola, Rosà, Rossano Veneto e Tezze sul Brenta in
Provincia di Vicenza, ad est rispetto al fiume Brenta
L’area è attraversata da nord a sud da corsi d’acqua di dimensione variabile, ma prevalentemente di
dimensioni contenute, di cui l’elemento caratterizzante, sia per la componente idraulica che morfologica, è il
corso del fiume Brenta che si trova ad ovest rispetto all’ambito di intervento.
La stazione di pompaggio sorgerà in Comune di Rosà ed è situata in posizione di facile accessibilità da via
dei Tigli e capace di alimentare la rete di distribuzione idrica a media pressione; tale ubicazione è stata
inpiduata sulla base della possibilità di prelevare acqua dall’adiacente roggia Munara e roggia Civrana in
grado di garantire la necessaria portata di esercizio.
Attualmente l’irrigazione viene effettuata con i tradizionali metodi a scorrimento, che comportano elevate
dotazioni idriche, e quindi alti consumi d’acqua; tali metodi, inoltre, possono provocare un forte
dilavamento dei suoli agricoli, con rischio di convogliare fattori inquinanti sia direttamente attraverso i già
citati corsi d’acqua superficiali, sia indirettamente, tramite percolazione nella falda freatica.
Rete pluvirrigua - soluzioni tecnologiche impiantistiche
La rete pluvirrigua di progetto si sviluppa come una maglia di condotte che a partire dalla centrale di
pompaggio distribuisce le acque all’interno del territorio limitrofo.
In linea generale si tratta di un sistema articolato su una rete di primo livello composta dalle dorsali di
distribuzione; connesse a queste dorsali si articola una rete di secondo livello che capillarmente raggiunge
tutti gli spazi del territorio servito.
Nella rete adduttrice dell’ambito A la portata iniziale è di circa 380 l/s ma la rete è dimensionata anche per
un futuro completamento a valle nella Provincia di Padova; nella rete adduttrice dell’ambito B la portata
iniziale nel tratto di estensione è di circa 130 l/s.
Le condotte saranno posizionate ad una profondità variabile ma mediamente comunque tra 1 e 1,5 m dal pc.
In corrispondenza degli attraversamenti stradali e dei corsi d’acqua le tubazioni potranno trovarsi a
maggiore profondità per evitare interferenze e avere un franco di sicurezza dall’elemento sottopassato.
Centralina di pompaggio - soluzioni tecnologiche impiantistiche
L’impianto avrà una portata complessiva massima di 700 l/s derivata dalla roggia Civrana, a sud, e dalla
roggia Munara ad ovest; tale portata, tramite la rete di distribuzione idrica di progetto a media pressione è
funzionale a soddisfare la richiesta relativa a tutta la superficie di 670 ettari.
Tale ubicazione inoltre è stata scelta in quanto tale da garantire la portata necessaria attraverso lo
sfruttamento dei due corsi d’acqua sopra indicati.

                         UBICAZIONE
L’area interessata dall’intervento si colloca nel territorio in sinistra Brenta, ricompreso tra Bassano del
Grappa e Cittadella, all’interno dei territori comunali di Cassola, Rosà, Rossano Veneto e Tezze sul Brenta in
Provincia di Vicenza, ad est rispetto al fiume Brenta
L’Ambito dell’intervento ha una estensione territoriale di circa 1.000 ettari. in parte urbanizzati in parte
agricoli.
Le superfici agricole servite dal nuovo sistema si estendono per circa 680 ettari.
Per quanto concerne il territorio, lo stesso si presenta pianeggiante e degrada da nord a sud; la sua natura è
caratterizzata da una prevalenza di terreno ghiaioso- sabbioso.
Detto territorio è attualmente caratterizzato dalla presenza prevalente di seminativi, e zone a prato stabile.
Centralina di pompaggio - soluzioni tecnologiche impiantistiche


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La Centrale di pompaggio sorgerà in Comune di Rosà Foglio 3 - Mappale n. 648, nella tratta della SP47 a sud
dell’abitato di Rosà centro.
Il lotto si colloca ad est dell’asse principale, in connessione con via dei Tigli, che corre parallelamente alla
provinciale..




      Ortofoto del sito


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            QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
• Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
• Piano Territoriale Provinciale di Coordinamento (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
• Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) dei Comuni di Cassola, Rosà, Rossano Veneto, Tezze sul Brenta;
• Piano degli Interventi (P.I.) dei Comuni di Cassola, Rosà, Rossano Veneto, Tezze sul Brenta;
• Piano Regionale di Tutela delle Acque (P.T.A.);
• Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.);
• Piano di Gestione del Rischio Alluvioni (P.G.R.A.);
• Programma di Sviluppo Rurale del Veneto (P.R.S.);
• Rete Natura 2000.
Il Quadro Programmatico risulta adeguato nell’inpiduazione degli strumenti di pianificazione da valutare,
rilevando, tuttavia, come non vi sia, generalmente, un rapporto analitico di raffronto tra il progetto e varie
sensibilità ambientali (vedi elenco di seguito), coordinando le stesse, eventualmente, tra il Quadro
Programmatico e/o le matrici di riferimento del Quadro Ambientale.
PTRC
Lo S.P.A. avrebbe dovuto affrontare almeno le sottoelencate tematiche, considerando che gli aspetti trattati
nelle tav.le 1 sono poi riprese dagli altri piani/programmi.
Tav. 2 Biopersità’
- Diversità dello spazio agrario
Tav. 3 energia e ambiente
- Area con possibili livelli eccedenti di radon.
Tav. 9 sistema del territorio rurale e della rete ecologica
- Corridoi ecologici. PTRC 2020
- Ville venete - punto. PTRC 2020 .
PTCP
Nella verifica effettuata sono indicati i rami che, in tutto o in parte, sono direttamente interessati, adiacenti,
nelle vicinanze o interessati dall’attraversamento, relativamente alle sottoelencate tematiche:
Tav. 1 (Rete ferroviaria);
Tav. 2 (Metanodotti, Rischio idraulico, Aree degradate per presenza storica di rifiuti 2.1);
Tav. 2.3 (Limite imbocco acquiferi in pressione, Aree di cattura dei pozzi;
Tav. 2.4 (Cave attive e non attive);
Tav. 2.5 (Rischio idraulico piano provinciale di emergenza);
Tav. 3 (Sistemi Ecorelazionali – corridoi PTRC);
Tav. 5 (Aree Agro centuriato, Prati stabili, Piste ciclabili, Contesti Figurativi Ville Venete, Aree ad elevata
utilizzazione agricola e Aree Agropolitane.
PIANI DI ASSETTO DEL TERRITORIO (P.A.T.) E PIANI DEGLI INTERVENTI (P.I.)
Lo S.P.A. inpidua, in modo generico, alcuni tematiche presenti nelle tavole dei PAT/PI ma, di fatto, non le
rapporta con la proposta in questione. Nella verifica effettuata sono indicati i rami che, in tutto o in parte,
sono direttamente interessati ovvero adiacenti, nelle vicinanze oppure interessati dall’attraversamento.

                          VALUTAZIONE
Pur rilevando alcune carenze nel rapportare l’intervento con le perse sensibilità ambientali espresse nei vari strumenti
di pianificazione, non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente
determinati dall’intervento.

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             QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
Il progetto si colloca su un’area in sinistra idrografica del fiume Brenta, in zona pedemontana nei comuni di
Cassola, Rosà, Rossano Veneto e Tezze sul Brenta in provincia di Vicenza. Nello specifico l’area in studio si
trova nella porzione apicale del megafan del Brenta a monte del limite superiore delle risorgive (figura
precedente). L’attuale struttura dell’area deriva dalla sovrapposizione di più cicli di sedimentazione
fluvioglaciali e alluvionali. Affiorano sia terreni costituiti da depositi fluvioglaciali, sia depositi alluvionali,
più o meno recenti, connessi con le pagazioni del F. Brenta con le imponenti correnti che si espandevano
nella pianura Trevigiana. Le varie direttrici hanno pertanto generato dei propri coni di sedimentazione che si
sono variamente sovrapposti e anastomizzati. La deposizione dei materiali, orizzontale e verticale, è stata
determinata dalla granulometria degli stessi, nonché dall’energia idraulica delle correnti di deposizione. Si è
venuto in tal modo a creare una classazione in senso Nord-Sud delle alluvioni: a Sud della zona collinare,
che limita l’alta pianura trevigiana, si sviluppa una estesa fascia (denominata alta pianura) in cui il
materasso alluvionale risulta costituito prevalentemente da ghiaie più o meno sabbiose. Spostandosi verso
Sud la percentuale della matrice fine aumenta sempre più evidenziata dalla formazione di lenti argillose che
via via pentano più consistenti formando livelli spessi e continui.
L’area di progetto, della superficie complessiva di 900 ettari, ad oggi risulta irrigata a scorrimento mediante
l’utilizzo di acque superficiali provenienti da canali derivati dal fiume Brenta. Tale sistema di irrigazione
richiede consistenti quantitativi d’acqua - circa 3-3,5 [l/(s ha)]; pertanto in una logica di ottimizzazione ai fini
del risparmio idrico il Consorzio ha deciso di intraprendere una trasformazione verso un sistema irriguo a
pioggia che consente un notevole risparmio idrico (superiore al 70%). Nel dettaglio l’intervento:
    superficie agricola servita: 680 ha (550 ambito A, 130 ambito B)
    portata complessiva alla stazione di pompaggio: 400 l/s (potenzialità massima(700 l/s)
    portata iniziale: ambito A 380 l/s, ambito B 130 l/s
    pressione all’idrante 5,3 atm. Gli interventi sono distinti in due ambiti principali:
- Nell’ambito A, di superficie complessiva di 670 ha di cui 550 ha agricoli, si prevede la realizzazione di una
nuova centrale di sollevamento alimentata dai canali Civrana e Munara a servizio della nuova rete tubata di
irrigazione;
- Nell’ambito B, di superficie complessiva pari a 230 ha di cui 130 ha agricoli, si prevede la sola realizzazione
dell’estensione della rete esistente dipendente dalla centrale “Sacro Cuore” sita in Comune di Romano
                                  Ezzelino.
                                  Il progetto prevede quindi in sintesi:
                                    1 La costruzione di una centrale di
                                      pompaggio     a   funzionamento
                                      automatico, da ubicare in Comune di
                                      Rosà, Foglio 3 - Mappale n. 648,
                                      capace di alimentare la rete di
                                      distribuzione idrica a media ed alta
                                      pressione,   con   una   portata
     complessiva di circa 400 l/sec, derivata dalle rogge Munara e Civrana mediante appositi manufatti
     di presa dotati di Passaggio artificiale per pesci. Si prevede qui la realizzazione di un idoneo
     fabbricato compresa la derivazione dalla roggia Munara e dalla roggia Civrana, adatto a contenere la
     cabina di arrivo ENEL per l’alimentazione elettrica dell’impianto, tutte le apparecchiature elettriche
     di M.T. nonché i quadri elettrici di B.T. di comando e protezione delle pompe e delle altre
     apparecchiature accessorie; Le tubazioni di derivazione, attraverso un apposito manufatto di presa
     in c.a. completo di paratoia, collegheranno la roggia Munara e la roggia Civrana alla vasca di

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  pompaggio interrata, delle dimensioni di 6,35 m x 14,95 m, alta 3.80 m, posta al di sotto del
  fabbricato della centrale. All’uscita della tubazione è prevista la costruzione di una vasca esterna in
  calcestruzzo delle dimensioni di circa 4,90 m x 6,35 m, dove verrà posizionato un filtro a tamburo
  idoneo per il filtraggio delle acque; l’acqua filtrata, quindi, dalla vasca interrata verrà pompata e
  immessa nella rete tubata pluvirrigua. Considerate le caratteristiche litologiche dei terreni che
  costituiscono il primo sottosuolo, ghiaie grossolane con matrice sabbiosa, e viste le caratteristiche
  progettuali dell’intervento, un edificio di piccole dimensioni, con un piano interrato che raggiungerà
  – 4,17 m dal p.c. attuale, che trasmetterà pertanto un modesto carico, si ritiene di poter adottare
  fondazioni superficiali. In fase esecutiva si provvederà ad una specifica indagine geognostica (prove
  penetrometriche dinamiche superpesanti) e sismica (HVSR e MASW).L'intervento prevede
  l'adeguamento alle norme di legge delle reti fognarie di raccolta e smaltimento, sia per quanto
  riguarda le acque nere che per quanto riguarda le acque meteoriche. Il servizio igienico (locale 5)
  verrà collegato alla nuova linea composta da pozzetti sifonati ispezionabili tipo “Firenze”, vasca di
  trattamento tipo “Imhoff”, pozzetto di cacciata e recapito finale nella linea di “sub- irrigazione”.
2  la                      posa                       in
                          completa di saracinesche, idranti con limitatori di
                          portata e apparecchiature varie quali scarichi di fondo e
                          sfiati automatici. Il progetto prevede la realizzazione di
                          circa 40 km di nuove condotte di cui circa 32 km per
                          l’ambito A e 8 km per l’ambito B. Le condotte saranno
                          posizionate ad una profondità variabile ma mediamente
                          comunque tra 1 e 1,5 m dal pc. Come detto l’area in
                          esame è attualmente irrigata con i tradizionali metodi a
                          scorrimento, che comportano elevate dotazioni idriche e
                          quindi altrettanto elevati consumi d’acqua. Tali metodi,
                          inoltre, possono provocare un forte dilavamento dei
                          suoli agricoli, con il rischio di convogliare fattori
                          inquinanti sia direttamente, attraverso i già citati corsi
                          d’acqua superficiali, sia indirettamente, tramite
                          percolazione nella falda freatica. Con la realizzazione
                          dell’impianto ad aspersione di Cassola, Rosà, Rossano
                          Veneto e Tezze sul Brenta i benefici sarebbero multipli:
                              1) risparmio idrico (con l’irrigazione per
                              aspersione, la dotazione specifica per ettaro è
                              pari a circa un terzo rispetto a quella con sistemi
                              ad espansione superficiale);
                              2) diminuzione di quantità importanti di azoto
                              immesse nella falda;
  3) minor dilavamento dei suoli (perverrebbero alle campagne solamente le quantità d’acqua
  necessarie alle colture, evitando così l’infiltrazione in falda di masse fluide contenenti fattori
  inquinanti);
  4) razionalizzazione della distribuzione idrica e possibilità di consentire lo sviluppo di colture
  agrarie specializzate, che incentiverebbero gli agricoltori a rimanere nelle campagne mantenendo
  così un’importante funzione di presidio e manutenzione del territorio.




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I risultati ottenuti nei territori limitrofi dove è già stata realizzata la riconversione irrigua, quali minor
dilavamento del suolo, recupero di superfici adibite a tare improduttive (scoline e canalette poderali),
possibilità di gestione delle colture in modo persificato, sicurezza dell'irrigazione, hanno tutti confermato
la validità della scelta. Il territorio si presenta pressoché pianeggiante, degradando da nord a sud con una
pendenza media di 0.05 [%]. La sua natura è caratterizzata da una prevalenza di terreno ghiaioso – sabbioso,
con intrusioni limose. La capacità idrica del suolo è buona, stante la notevole presenza di limo nella maggior
parte dei terreni. Lo spessore del suolo agrario è normalmente sufficiente e di natura poco variabile nei primi
80 [cm] di profondità. La falda freatica nella
zona soggiace mediamente, rispetto al piano
campagna, di 15 ÷ 20 [m].

La portata specifica effettiva con la quale
dimensionare l’impianto è pari a circa 7
l/s*ha. Dato che la distribuzione della
domanda, per usi irrigui non turnati non è
omogenea, si prevede di fornire una
dotazione aggiuntiva nei punti in cui
avviene il prelievo rispetto a quella
dell’irrigazione turnata.
Per il calcolo di tale portata, al fine di
limitare il costo dell’impianto, è stato
utilizzato   il   procedimento    semi-
probabilistico proposto da Marchetti-
Clement. L'approvvigionamento idrico ha
origine da un sistema di derivazione ed
adduzione con acqua fluente e portata
costante, e di conseguenza l'esercizio è
vincolato ad una distribuzione turnata
continua di 24 [h] su 24.
In   relazione   al  regime   fondiario
predominante, caratterizzato dalla piccola e
media proprietà, è stato deciso di
sudpidere le aree irrigabili in comizi con
superficie di circa 10 [ha] ciascuno. In questo
caso è stato adottato, per motivi economici e
funzionali, un sistema di irrigazione di tipo
semifisso, caratterizzato dal fatto di
presentare una rete idraulica fissa sul
territorio mentre la parte terminale è
costituita da tubazioni mobili (rotoloni), in
materiale plastico, svolti sul terreno e
collegati  agli  idranti   poderali.  La
distribuzione avverrà attraverso una rete di
adduttori dai quale si dipartiranno i vari
rami. Per il calcolo delle portate si è fatto
riferimento all'utilizzo di irrigatori a pioggia
mobili, ognuno dei quali eroga una portata
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da calibrare in base alla dimensione del comizio attraverso un irrigatore, in rotazione sul settore stesso. Gli
adduttori si pidono in adduttori primari ed adduttori secondari; gli adduttori primari collegano la centrale
di pompaggio con gli adduttori secondari che, attraversanti le proprietà lungo le capezzagne o fossi, danno
la possibilità agli utenti di collegare, tramite idranti sporgenti in superficie, i propri impianti d’irrigazione.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

              QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
I potenziali effetti connessi alle fasi di cantiere per la componente atmosfera e clima sono connessi alla
produzione di polveri e gas che possono essere immessi nell’aria durante le fasi attuative. Dati i contenuti
della proposta progettuale le operazioni che possono comportare maggiori produzioni di sostanze sono le
attività di scavo per la collocazione delle tubazioni, e successivo rinterro, e gli scavi necessari per realizzare
la nuova centrale. Oltre alle attività in sé, le emissioni sono dovute all’utilizzo di mezzi durante tali
lavorazioni, nonché lo spostamento di mezzi per l’approvvigionamento di materiali e movimentazione della
manovalanza.
Durante le fasi di lavorazione non si creeranno spazi impermeabilizzati o artificializzati tali da produrre
alterazioni del microclima, quali creazione di isole di calore.
Gli effetti più rilevanti riferite alle polveri possono riguardare le fasi di scavo e successive fasi di rinterro
delle condotte, e quindi della movimentazione delle terre. A queste si aggiungono le emissioni dovute ad
eventuali demolizioni di manufatti presenti lungo le tratte interessate dalle opere. Si tratta di effetti che
possono avere significatività nelle aree direttamente coinvolte dalle attività, e spazi immediatamente
limitrofi, dal momento che le particelle più pesanti possono essere trasportate per distanze ridotte, e pertanto
le maggiori concentrazioni si avranno entro un raggio limitato dall’area d’intervento.
Maggiore propagazione può riguardare le particelle più leggere, e in particolare quindi polveri sottili e gas.
Si tratta di inquinanti prodotti dai mezzi utilizzati all’interno delle aree di cantiere.
Considerando la tipologia di lavorazioni non risulta necessario l’impiego di un numero elevato di mezzi che
operano in contemporanea. Questo limita le concentrazioni di gas prodotte dai veicoli e macchine operatrici.
Trattandosi di sostanze di dimensione peso inferiore a quello delle polveri, l’areale di dispersione risulta
maggiore, tuttavia proprio la maggiore dispersione comporta minori concentrazioni, e pertanto minori rischi
per la salute pubblica e la qualità dell’aria.
Va inoltre evidenziato come tali effetti abbiano carattere transitorio e temporaneo; una volta completate le
attività gli effetti saranno rimossi.
Valutazione similare riguarda le attività connesse alla realizzazione della nuova centrale.
Le fasi potenzialmente più incidenti riguardano le opere di scavo e sistemazione dei terreni per la
collocazione della nuova struttura. L’edificio sarà realizzato con elementi prefabbricati, limitando quindi le
attività potenzialmente più incidenti, concorrendo anche alla riduzione dei tempi di attività.
In sintesi, in riferimento alla qualità dell’aria l’effetto risulta non significativo, tenendo conto di come il
contesto di riferimento non sia comunque caratterizzato da situazioni critiche allo stato attuale.
Durante le attività di cantiere è previsto comunque bagnatura della sede stradale interessata dalla
movimentazione dei mezzi, così come dei detriti risultato di demolizioni, quali accorgimenti utili a evitare la
propagazione di polveri, allo stesso modo sarà utile provvedere alla bagnatura dei mezzi di cantiere, nonché
eventuale copertura con teli di cumuli di terre risultato degli scavi nel caso di venti che possano trasportare
polveri.
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                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
Il territorio in oggetto si trova nell’Alta Pianura Veneta, all’interno del bacino idrografico definito del sistema
dai fiumi Brenta e Bacchiglione. Il comune ricade nell’area gestita dal Consorzio di Bonifica Brenta. In
riferimento al Piano Regionale Tutela delle Acque (2004) la porzione inferiore del territorio è ricompresa
nell’area di ricarica del bacino scolante ad interventi a tipologia limitata. Il sistema idrografico che
caratterizza il territorio in oggetto si sviluppa in sinistra Brenta, all’interno della fascia ricompresa tra il
Brenta e il Muson dei Sassi. Lo spazio è legato alla rete di corsi d’acqua che scendendo dai rilievi situati poco
più a nord attraversano il territorio in direzione nord-sud. Per quanto riguarda in dettaglio il contesto in
oggetto È qui presente una rete di rogge, canali e scoli definita sulla base di interventi di carattere antropico.
Al fine di definire comunque il quadro complessivo del contesto territoriale all’interno del
quale si opera si considerano i dati messi a disposizione di ARPAV in relazione al sistema
qualitativo della risorsa idrica.
La qualità complessiva dei corsi d’acqua è valutata prendendo in esame lo Stato Chimico e lo Stato
Ecologico. In riferimento allo stato chimico del triennio 2014-2016 il campionamento ha riguardato la sola
roggia Rosà, nella porzione più settentrionale del territorio comunale. Lo stato chimico della tratta in esame è
risultato “buono”. Per quanto riguarda lo stato ecologico si riporta come la roggia Munara, che attraversa
l’area in oggetto da nord a sud, rientri in classe “sufficiente”, mentre altri corsi d’acqua, tra i quali le rogge
Rosà e Vica sono classificate come in classe “buona”.
                                   Per quanto riguarda lo stato qualitativo
                                   delle acque sotterranee di analizzano i dati
                                   riguardanti il periodo 2000-2008 forniti da
                                   ARPAV riguardanti lo stato chimico delle
                                   acque sotterranee. Per quanto riguarda il
                                   territorio indagato si rileva la presenza di
                                   un significativo numero di pozzi esaminati,
                                   che si trovano all’interno dei territori
                                   comunali in oggetto e spazi limitrofi. Larga
                                   parte dei pozzi hanno riportato condizioni
                                   non particolarmente critiche, rientrando in
                                   classe 2. Si segnala la presenza di un punto
                                   che rientra in classe 5, oggetto pertanto a
                                   situazioni di carattere puntuale. Dal
momento che tutto il contesto non è soggetto a criticità, è possibile confermare come si tratti di un fenomeno
puntuale e circoscritto. Osservando quanto riportato da ARPAV in riferimento ai tipi di inquinanti si osserva
come la criticità emersa puntualmente sia imputabile alla presenza di ammoniaca. In riferimento alla
presenza di PFAS le analisi condotte hanno rilevato concentrazioni variabili all’interno dei pozzi campionati,
generalmente con livelli comunque contenuti al di sotto dei 5 ng/l. La tessitura dei suoli, che determinano
una buona permeabilità, fa si che la porzione meridionale sia potenzialmente soggetta a maggiori rischi per
infiltrazioni di sostanze inquinanti nelle acque sotterranee, come emerge anche dalla cartografia del PTA del
Veneto, che identifica la fascia di territorio ai piedi del sistema pedemontano, ricomprendendo gli ambiti
comunali di Rosà, Cassola e Rossano Veneto, come ad alta vulnerabilità. Scendendo più a sud i suoli
presentano una minore capacità di protezione; pertanto il grado di vulnerabilità nell’area più meridionale di
Rosà e in territorio comunale di Tezze sul Brenta rientrano in vulnerabilità elevata.
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Il PAT di Rosà indica potenziali rischi di carattere idraulico in riferimento a possibili fenomeni di rischio
idraulico per le fasce prossime alle rogge principali. Lo spazio destinato alla collocazione della centralina di
pompaggio rientra all’interno di questi ambiti. In sede di predisposizione del progetto di dettaglio è pertanto
necessario garantire la sicurezza e funzionalità del corpo idrico. Durante le operazioni di posa delle condotte
e manufatti di gestione delle acque le operazioni saranno condotte in modalità parziale rispetto all’intera
rete, assicurando la funzionalità dei canali e invasi presenti all’interno del territorio. Non si creeranno
pertanto situazioni di rischio dovute a riduzione delle capacità di deflusso della rete locale, o eventuali
accumuli a monte e valle delle tratte interessate dalle opere.
La rete distribuirà in modo capillare le acque all’interno dell’area agricola assicurando una più efficiente e
capillare consegna della risorsa all’interno del territorio. Viene così assicurato l’approvvigionamento idrico
di aree ad uso agricolo, evitando di dover attingere da altre fonti. Si riducono così i possibili carichi, ed
effetti, rispetto altre aree o fonti. La tipologia di rete di distribuzione della risorsa è finalizzata anche al
migliore e più razionale utilizzo delle acque, riducendo i consumi e disfunzioni che allo stato attuale
caratterizzano il sistema irriguo dell’area. La proposta progettuale prevede la realizzazione di un primo
punto derivazione sulla roggia Civranai, in prossimità del punto di attraversamento di questa su via dei
Tigli e della roggia Munara, e quindi una seconda derivazione proprio dalla roggia Munara. La tipologie di
derivazioni proposte non altera lo stato fisico e la morfologia dei corsi d’acqua interessati, e tanto più non
viene interrotta la continuità dei corpi idrici. Non si prevedono pertanto modifiche significative delle
dinamiche idriche della rete. Va inoltre ricordato che la migliore gestione del sistema di irrigazione, come già
asserito, possa limitare l’effetto di erosione dei suoli e conseguente contenimento dell’utilizzo di fertilizzante.
Questo può avere effetti positivi in riferimento alle acque superficiali e sotterranee, ricordando come
all’interno dei contesti agricoli della pianura veneta uno dei fattori di maggiore pressione dia proprio la
presenza di sostanze presenti nei fertilizzanti (azoto).
                          Valutazione
In sede di progetto definitivo dovrà essere presentata una relazione tecnica che analizzi con maggior
dettaglio i seguenti aspetti:
- specificare le modalità di calcolo ed i parametri utilizzati per definire la portata specifica effettiva con la
quale dimensionare l’impianto, pari a circa 7 l/s*ha;
- indicazione quantitativa, dato che la distribuzione della domanda per usi irrigui non turnati non è
omogenea, sulla dotazione aggiuntiva nei punti in cui avviene il prelievo rispetto a quella dell’irrigazione
turnata;
- approfondire il tema dell’effetto sulle falde/risorgive, eventualmente prospettando sistemi di mitigazione
(aree forestali di infiltrazione o simili), considerato che il progetto prevede un risparmio del 75% di acqua
che non verrebbe più utilizzata per aspersione sui terreni e pertanto non verrebbe più infiltrata in falda.

                          VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento; rilevando, tuttavia, qualche profilo di criticità si ritiene di imporre una specifica prescrizione per la
stesura del progetto definitivo.

CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
Secondo la classificazione contenuta all’interno della Carta dei Suoli del Veneto il territorio in esame si
colloca all’interno del sistema che ripercorre l’andamento della rete idrografica del contesto, in riferimento al
sistema del Brenta. Si tratta degli spazi dell’alta pianura antica, ghiaiosa e calcarea, costituita da depositi
fluvioglaciali localmente terrazzati e, secondariamente da piane alluvionali, con suoli tipici dei settori della
pianura ghiaiosa fluvioglaciale, con poche tracce di idrografia relitta, formatisi da sabbie e ghiaie, da
fortemente a estremamente calcaree.
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Nel contesto è stata evidenziata l’esistenza di una falda acquifera contenuta nelle sabbie e ghiaie più o meno
limose del terrazzo alluvionale recente.
La falda è freatica ma al di sopra del livello di saturazione, è stata riscontrata la presenza di sottili livelli
acquiferi sospesi. Il livello freatico degli spazi pedemontani si trova a profondità di 15-20 metri dal p.c.
mentre a valle si avvicina alla superficie con profondità inferiori ai 10 m.
In riferimento al territorio in oggetto si riporta come si opere in corrispondenza di spazi agricoli prossimi ad
aree urbanizzate con presenza di strutture insediative. Queste si concentrano sia in riferimento ai nuclei
abitati che in stretta relazione con gli assi viari, in particolare con l’asse della SP 47, che mette in
collegamento Cittadella con il centro di Rosà, e che più a nord si inserisce nel sistema viario di Bassano del
Grappa.
Durante le fasi di attuazione degli interventi saranno interessati in modo diretto principalmente aree ad uso
agricolo, o spazi periurbani. Si tratta di modifiche che non incidono rispetto alla stabilità e che non
compromettono l’uso delle aree limitrofe. Una volta ultimate le attività di cantiere saranno ripristinate le
situazioni ante operam, e in particolare i rinterri delle condotte avverranno con l’utilizzo del medesimo suolo
dello scavo, evitando così modifiche delle capacità produttiva dei suoli.
In tal senso a seguito della conclusione delle opere sarà ripristinato non solo l’attuale uso del suolo, ma verrà
anche garantito la continuazione degli usi attuali.
La posa delle tubazioni è prevista ad una profondità media che si attesta su 1 m, piano campagna, con tratte
poste a maggiori profondità in corrispondenza degli attraversamenti stradali e dei corsi d’acqua. Lo scavo
per la posa, avviene per lo più in terreno di campagna, la preparazione del letto di posa si esegue con sabbia,
il rinfianco e ricoprimento sempre in sabbia o altro materiale vagliato e costipato mentre il successivo
rinterro avviene con ricostruzione dello strato di terreno vegetale.
Gli scavi da eseguire per la realizzazione delle condotte interessano essenzialmente materiali sciolti granulari
in matrice limosa verso la superficie, già interessata dalle attività agricole qui svolte.
Tali materiali sono dotati di scarsa coesione per cui le pareti di scavo non garantiscono capacità di auto
sostentamento neppure a breve termine.
Dal punto di vista delle prevedibili interazioni opera-terreno, stante la profondità del livello di falda rispetto
alla quota della posa delle condotte, non potrà generare alcuna interferenza con il sistema geologico ed
idrogeologico locale né in fase d’opera, né in corso d’opera.
La gestione delle terre e rocce da scavo dovrà essere svolta in ottemperanza al DPR 120/2017.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
L’intervento si sviluppa in larga parte all’interno del territorio agricolo, interessando marginalmente alcuni
spazi ad uso insediativo, in modo più rilevante spazi di urbanizzazione diffusa e dispersa all’interno del
territorio agricolo. Si tratta di spazi che rientrano nella classe III – aree di tipo misto, con limiti di immissione
diurni stabiliti in 60 dB e notturni 50 dB. Si analizza in dettaglio l’area all’interno della quale verrà collocata
la centralina di pompaggio, quale elemento fuori terra e dove verranno condotte attività che potranno
produrre emissioni acustiche. La nuova centrale di pompaggio sorgerà all’interno di un’area classificata
come zona III - aree di tipo misto, in prossimità ad aree produttive che rientrano in zona IV, nonché a ridosso
della viabilità esistente, spazio pertanto già soggetto a emissioni dovute ad attività antropiche.
L’unica sorgente di rumore di progetto nella fase di esercizio è rappresentata dunque dalla centrale di
pompaggio


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Nello studio di impatto ambientale si riporta che: “All’interno degli studi condotti, in riferimento alla
tipologia di impianti previsti, del tutto omologhi a quelli in oggetto, è stato previsto che le fonti emissive
presenti nella struttura determinassero una pressione pari a circa 94 dB all’interno dell’edificio. In
considerazione della capacità di assorbimento della struttura le emissioni all’esterno, dovute agli impianti,
sono state calcolate come di poco superiore ai 20 dB. In tal senso il contributo della nuova struttura risulta
marginale e tale non compromettere il clima acustico del contesto”.
                          Valutazione
L’affermazione riportata non risulta supportata da calcoli di dettaglio che permettano di comprendere se è
stata approfondita l’effettiva trasmissione del rumore all’esterno, considerando gli alti livelli previsti
internamente. Come è noto, la trasmissione del rumore da dentro a fuori dipende dal rumore interno ma
anche dal potere fonoisolante della struttura (in particolare degli elementi deboli quali aree di passaggio
d’aria, infissi), dalla superficie trasmissiva nonché dalla distanza del ricettore. Le emissioni poi variano nelle
perse direzioni a causa della specificità delle singole facciate.
Si ritiene necessario, dunque, che nel progetto definitivo vengano dettagliate informazioni e relativi calcoli
previsionali che considerino le caratteristiche della struttura (porte, finestre, altre aperture), gli impianti
presenti e la posizione dei ricettori in modo da dimostrare che in fase operativa siano rispettati i limiti fissati
dalla normativa.

                          VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento; rilevando, tuttavia, qualche profilo di criticità si ritiene di imporre una specifica prescrizione per la
stesura del progetto definitivo.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
L’ambito di intervento è inserito in un paesaggio agrario tradizionale caratterizzato da compresenza di suoli
arabili e ampi prati stabili dove si osservano siepi e campi chiusi. Di interesse anche la presenza di persi
corsi d’acqua.
Il territorio è urbanizzato con una tipica struttura policentrica caratterizzata da centri urbani medio grandi
con nuclei storici di pregio e piccole realtà che mantengono ancora oggi evidenti i valori storici e tradizionali,
sia per quanto riguarda i nuclei storici che le emergenze puntuali sparse nel territorio.
Per quanto riguarda in particolare il contesto in oggetto si osserva la presenza di un tessuto urbano con
presenza di elementi puntuali di interesse storico che si susseguono lungo l’asse della SS47.
Durante le attività di realizzazione delle opere gli effetti sul paesaggio saranno legati alla presenza delle aree
di cantiere e dei mezzi operatori.
Le attività di scavo e posa dei manufatti avverrà all’interno degli spazi agricoli, con presenza di alcuni mezzi
e personale. Le lavorazioni saranno condotte in modo puntuale lungo i tracciati oggetto d’intervento,
modificando così la percezione degli spazi in modo limitato e tale da non alterare il quadro complessivo o i
riferimenti percettivi del contesto.
Le lavorazioni, inoltre, hanno carattere transitorio, spostandosi lungo le tratte oggetto d’intervento. Questo
accentua la transitorietà delle modifiche visive, ricordando come il progetto riguardi la realizzazione di
elementi interrati con previsione di ripristino dello stato ante opera.
La collocazione di pannelli o barriere visive che limitino la diretta percezione del cantiere limiterà gli effetti
più significativi.
Per quanto riguarda la realizzazione della centrale di pompaggio, dal momento che questa si colloca
all’interno della fascia di tutela paesaggistica definita sulla base dell’art. 142 comma 1 lett. c) del D.Lgs.
42/2004, il progetto è accompagnato da specifica documentazione prevista dall’iter di verifica della
compatibilità paesaggistica.

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Per riassumere la completa realizzazione della rete di adduzione e distribuzione non modifica lo stato dei
luoghi, dal momento che il progetto prevede la ricomposizione dello stato ante operam. Verranno pertanto
ricondotte le aree oggetto d’intervento alla situazione attuale, garantendo così il mantenimento dell’attuale
qualità paesaggistica del contesto agricolo più ampio che delle aree soggette a tutela.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI
Non sono attesi impatti da agenti fisici dall’attività della ditta.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
L’area di intervento si sviluppa in parte lungo il sistema della SS47 Valsugana di collegamento nord-sud
Bassano-Cittadella, e in parte all’interno del territorio rurale posto ad est dell’asse viario. È inoltre presente
una fitta rete viaria secondaria che attraversa il territorio agricolo ed è a servizio del tessuto sparso e dei
piccoli agglomerati abitativi. Questa consente inoltre l’accesso ai fondi agricoli.
I possibili effetti sul sistema della mobilità sono legati alla presenza di cantieri o lavorazioni all’interno della
sede stradale o lungo i margini della stessa.
Per gli attraversamenti della viabilità principale saranno risolti attraverso perforazione, evitando così di
interrompere la funzione dell’asse stradale. Si prevede di far correre le tubazioni all’interno di controtubi in
acciaio o c.a. al fine di sostenere il carico degli strati superiori garantendo la sicurezza della nuova condotta
ed evitando cedimenti della struttura stradale.
Le lavorazioni saranno così condotte esternamente alla sede stradale, o coinvolgendone i margini, senza
creare interruzioni prolungate o di porzioni significative della strada.
Le opere necessarie per gli attraversamenti della viabilità minore, o per interventi ai margini della sede
stradale, saranno condotte con cantieri mobili e coinvolgendo una sola corsi alla volta. La funzionalità e
sicurezza della mobilità sarà conseguita tramite apposizione di segnaletica, conformemente al codice della
strada, e nei punti più critici si potrà prevedere la presenza di moviere.
I disturbi saranno pertanto limitati spazialmente e temporalmente, e avranno effetto puntuale. Una volta
terminate le attività i disturbi saranno rimossi.
Non si prevedono interferenza con gli assi viari principali, mantenendo la connettività quindi sia su scala
locale che territoriale.
Gli effetti si potranno avere quindi all’interno della rete viaria secondaria, con peso comunque ridotto.
La movimentazione dei mezzi sarà definita in fase attuativa, dovendo privilegiare comunque assi che non
attraversano le parti centrali degli abitati e durante orari della giornata con flussi di traffico più contenuti.
L’area dove sarà realizzata la nuova centrale è direttamente servita dalla viabilità locale, che si relaziona in
modo diretto con l’asse principale della SP 47. Si tratta pertanto di uno spazio facilmente raggiungibile e che
può sostenere il flusso di mezzi connessi alla realizzazione della struttura.
Va comunque indicato come non si avranno spostamenti rilevanti in modo continuativo durante tutto il
periodo nel quale si sviluppa la fase di cantiere. I movimenti più rilevanti si avranno nei momenti di apporto
dei materiali e delle strutture. Si tratta pertanto di archi temporali ristretti che scadenzati su più momenti. Le
movimentazioni di maggiore frequenza riguarderanno il trasporto delle maestranze, con carichi pertanto
limitati e sostenibili dal sistema viario interessato.
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A seguito dell’entrata in funzione della rete di distribuzione non si avranno modifiche dei flussi viari, dal
momento che la tipologia d’intervento non ha relazioni con il sistema della mobilità.
Per quanto riguarda la nuova centrale, le unità movimentate saranno quelle legate alle fasi di controllo ed
eventuale manutenzione degli impianti. Si tratta di un’incidenza del tutto sporadica e marginale, tale da non
avere effetti sul sistema della mobilità, considerando come la viabilità di accesso alla centrale rientri
all’interno di un sistema in grado di sostenere flussi rilevanti.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI ED AGRONOMICHE, FLORA E FAUNA E PER
LA TUTELA DEI SITI S.I.C./Z.P.S
L’intervento proposto non interessa ne si colloca in prossimità di siti della Rete Natura 2000, l’elemento più
prossimi all’area in oggetto riguarda il sistema riferito al corso del Brenta, e nello specifico al ZSC IT3240026
“Grave e zone umide le Brenta”, che si localizza ad ovest dall’ambito d’intervento ad una distanza di circa 5
km.
Analizzando il quadro locale degli indirizzi di tutela e sviluppo del sistema naturalistico (PAT) non
emergono particolari previsioni di tutela o potenziamento delle valenze ambientali ed ecorelazionali. Gli
elementi di maggior significatività inpiduati degli strumenti comunali sono riferiti essenzialmente alla rete
di siepi e filari che accompagnano il territorio agricolo. In tal senso sarà necessario che le interferenze
rispetto a tali elementi sia limitato e non ne pregiudichi il futuro sviluppo e rafforzamento.
Va comunque ricordato come anche le aree agricole abbiano un potenziale interesse per la presenza di fauna
tipicamente associata a questi spazi, anche in riferimento a specie soggette a tutela.
Possono invece osservarsi in zona specie tipiche delle aree urbane, che si adattano alla presenza dell’abitato e
delle attività antropiche caratterizzati da buona mobilita, e che utilizzano anche i piccoli spazi verdi presenti
all’interno del tessuto urbano. Si tratta di specie di uccelli comunemente presenti in corrispondenza degli
spazi urbani, quali il merlo (Turdus merula), tordo (Turdus philomelos), storno (Sturnus vulgaris), gazza,
(Pica pica), cornacchia (Corvus corone). Si considera limitata la presenza di mammiferi o rettili in ragione
delle pressioni e attività antropiche, con maggiore possibilità di essere osservati in corrispondenza degli
spazi con maggiore estensione di siepi e filari.
L’intervento non coinvolge spazi di primario interesse ambientale o che ricadono all’interno del sistema
ecorelazionale di scala territoriale.
Sono interessati alcuni spazi agricoli che svolgono una funzione di supporto alla crescita dell’ambiente e
della biopersità, in ragione della loro integrità è limitata presenza abitativa. All’interno di questi spazi sono
presenti corsi d’acqua di livello secondario e siepi e filari che aumentano la potenzialità ambientale del
sistema.
Le lavorazioni qui condotte potranno avere relazioni dirette con tali elementi, in particolare con gli elementi
lineari verdi. Dovranno essere quindi inpiduate le specifiche collocazioni delle aree di cantiere che
minimizzino gli effetti con il patrimonio vegetale.
E’ possibile che vengano rimosse alcune porzioni di siepi e filari durante le lavorazioni, in questo caso tali
elementi dovranno comunque essere ripristinati al temine delle opere, privilegiando inserimenti di piante
autoctone a pronto effetto. I filari e le siepi potranno essere ricollocate anche su spazi limitrofi all’attuale
collocazione, al fine di evitare interferenze tra la rete e l’apparato radicale che può compromettere la tenuta e
stabilità delle condotte.
In definitiva si tratta di spazi a prevalente uso agricolo, dunque aree già soggette a pressioni antropiche, che
pertanto non risentono particolarmente delle attività che saranno condotte in fase di cantiere.

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Tuttavia dovranno comunque essere attuate tutte le precauzioni necessarie per assicurare il contenimento di
possibili incidenti o spandimenti accidentali, nonché accorgimenti per evitare la dispersione di sostanze
all’esterno dell’area di cantiere, nonché il ripristino della vegetazione arborea e arbustiva eventualmente
rimossa durante le lavorazioni con essenze autoctone.
Le attività rimozione delle alberature presenti lungo la roggia Civrana dovranno essere effettuate all’esterno
dei periodi riproduttivi dell’avifauna (primavera), riducendo i possibili effetti più significativi.
                             Valutazione
In sede di progetto definitivo dovrà essere presentata una specifica tavola di analisi relativa ai tratti di
interferenza del tracciato di progetto con le formazioni arboreo-arbustive lineari presenti (da cartografia
PTRC, PTCP, PAT/PI dei persi territori comunali e/o rilevate in loco), che specifichi quanto espresso in
Relazione:
“In riferimento allo spazio direttamente coinvolto si segnala come il piano consideri di interesse la presenza di siepi che
accompagnano il reticolo idrografico locale. In tal senso questi dovranno essere salvaguardati evitando per quanto
possibile le interferenze diretto e ripristinando gli elementi interferiti.”
Si dovrà, inoltre, prevedere che la vegetazione arboreo-arbustiva esistente ed eliminata (filari, piantate, fasce
boscate, alberi singoli) venga reimpiantata utilizzando unicamente specie autoctone, di dimensioni cospicue,
in modo da reintegrare velocemente le connessioni ecologiche legate alle condizioni della componente
vegetazionale dell’agro-ecosistema.
Si dovrà, inoltre, analizzare il tema del calcolo del Deflusso ecologico da rilasciare sulle rogge per le opere di
presa.

                          VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento; rilevando, tuttavia, qualche profilo di criticità si ritiene di imporre una specifica prescrizione per la
stesura del progetto definitivo.

CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
Il SIA riporta gli esiti di uno studio finalizzato ad approfondire i possibili impatti sulla popolazione derivanti
dall’emissione di inquinanti e odori.
In particolar modo, per quanto riguarda gli odori, nel complesso i livelli di esposizione media pesata della
popolazione sono bassi e lontani dai valori di riferimento per il disturbo olfattivo (1, 3 e 5 UO/ m 3) sia nello
scenario ante operam che in quello di progetto. Nello scenario di progetto si evidenzia un modesto
incremento dell’esposizione della popolazione agli odori; la quota di popolazione esposta a concentrazioni
di picco di odore superiori a 1 e 3 UO/m3 sale rispettivamente a 5.4% e 0.1%, mentre nessun residente è
esposto a concentrazioni superiori a 5 UO/m3.
Per gli aspetti relativi al rumore si rimanda alla sezione dedicata, ma i risultati dimostrano il rispetto di tutti i
limiti.
Non sono riportati dettagli in merito agli impatti sulla salute dei lavoratori.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.




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              VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
                          CONCLUSIONI
Il progetto in esame non si pone in contrasto ovvero in condizioni di interferenze rispetto ad altri piani,
progetti o interventi in zone limitrofe, né questi ultimi possono interagire con l’intervento oggetto del parere.
Non si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti.
Il grado di approfondimento documentale, la tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi
riportati possono essere considerati sufficienti per le finalità che il proponente intende conseguire, ritenendo
tuttavia necessari alcuni approfondimenti nella parte di stesura del progetto definitivo.
Non sussistono osservazioni contrarie alla realizzazione del progetto.
La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a ritenere come il
progetto non comporta pressioni o effetti significativi per l’ambiente.
Parimenti il progetto non determina alcun impatto aggiuntivo significativo rispetto all’esercizio delle altre
attività in atto, necessitando tuttavia di alcune specifiche prescrizioni al fine di consentire un’adeguata
predisposizione del progetto definitivo finalizzato alla verifica dei dati proposti nella presente procedura, in
tema di contenimento degli impatti in tema di inquinamento acustico e di paesaggio/risorse naturali.
Rispetto al territorio circostante l’iniziativa in esame va interpretata positivamente, sussistendo un’assenza
di rischi ambientali, sanitari ed ecologici
                      Tutto ciò premesso si esprime
                           PARERE
      di non assoggettamento dalla procedura V.I.A., subordinandolo alle prescrizioni di seguito citate.

1)  Il proponente è impegnaoa ad acquisire dalle autorità competenti le autorizzazioni necessarie per la
realizzazione del progetto.
2) Il progetto definitivo dovrà prevedere i seguenti approfondimenti.
a) In tema di impatto acustico, fornendo dettagliate informazioni e relativi calcoli che considerino le
caratteristiche della struttura (porte, finestre, altre aperture), gli impianti presenti e la posizione dei ricettori
(di modo che vengano considerate le facciate interessate maggiormente dalla trasmissione del rumore), in
modo da dimostrare no che in fase operativa saranno rispettati i limiti della zonizzazione acustica.
b) In tema di risorse idriche, specificare le modalità di calcolo ed i parametri utilizzati per definire la portata
specifica effettiva con la quale dimensionare l’impianto, pari a circa 7 l/s*ha, con indicazione quantitativa,
dato che la distribuzione della domanda per usi irrigui non turnati non è omogenea, sulla dotazione
aggiuntiva nei punti in cui avviene il prelievo rispetto a quella dell’irrigazione turnata; dovrà inoltre essere
approfondito il tema dell’effetto sulle falde/risorgive, eventualmente prospettando sistemi di mitigazione (aree
forestali di infiltrazione o simili), considerato che il progetto prevede un risparmio del 75% di acqua che non
verrebbe più utilizzata per aspersione sui terreni e pertanto non verrebbe più infiltrata in falda.
c) In tema di risorse naturali, presentare una tavola di analisi relativa ai tratti di interferenza del tracciato di
progetto con le formazioni arboreo-arbustive lineari presenti (da cartografia PTRC, PTCP, PAT/PI dei
persi territori comunali e/o rilevate in loco), che specifichi quanto espresso circa la presenza di siepi che
accompagnano il reticolo idrografico locale. In tal senso questi dovranno essere salvaguardati evitando per
quanto possibile le interferenze diretto e ripristinando gli elementi interferiti. Per la vegetazione arboreo-
arbustiva esistente ed eliminata (filari, piantate, fasce boscate, alberi singoli) venga reimpiantata utilizzando
unicamente specie autoctone, di dimensioni cospicue, si dovrà prevedere un rapido reintegro delle
connessioni ecologiche legate alle condizioni della componente vegetazionale dell’agro-ecosistema.

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Si dovrà, inoltre, analizzare il tema del calcolo del Deflusso ecologico da rilasciare sulle rogge per le opere di presa.
3) La documentazione di cui al punto 2) dovrà essere preventivamente esaminata e valutata dal Comitato
Provinciale VIA.
4) I rifiuti provenienti da operazioni di demolizione e costruzione vengano gestiti conformemente alla
normativa in atto (D.lgs 152/2006 e s.m.i , D.M. 05.02.1998 e s.m.i. D.G.R. 1773 del 28.08.2012) in quanto,
pur trattandosi di interventi in aree prevalentemente agricole, sussiste comunque la possibilità di intercettare
manufatti ed opere esistenti quali ad esempio recinzioni, canalette,sottoservizi, strade asfaltate ecc..
5) Il progetto definitivo dovrà inoltre essere conforme alla prescrizioni che i persi soggetti titolari delle
infrastrutture con cui l’iniziativa potenzialmente interferisce (strade, ferrovia, elettrodotto, metanodotto etc.)
vorranno porre a tutela del proprio interesse ed in particolare a…


Vicenza, 11 novembre 2021
  F.to Il Segretario                                 F.to Il Presidente
Dott.ssa Silvia Chierchia                               Andrea Baldisseri




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