su_1173_2019_dete.pdf
PROVINCIA DI VICENZA
Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243
DETERMINAZIONE N° 1173 DEL 02/08/2019
Servizio VIA VINCA
OGGETTO: ESCLUSIONE PROCEDURA DI VIA ART. 19 D.LGS. 152/2006 E S.M.E I. -
DITTA: CONSORZIO BONIFICA BRENTA
PROGETTO: IMPIANTO PLUVIRRIGUO MEDOACO “TRASFORMAZIONE IRRIGUA
SU 1.200 ETTARI- 1° LOTTO FUNZIONALE”
LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNI DI BASSANO DEL GRAPPA,
CARTIGLIANO, CASSOLA E ROSÀ.
IL DIRIGENTE
Vista la documentazione presentata con nota 18 marzo 2018 prot. n. 15491, da parte di Consorzio di
Bonifica brenta con sede legale in via Riva IV novembre n. 15 in comune di Cittadella (PD e
relativa al progetto di un “ Impianto pluvirriguo Medoaco “Trasformazione irrigua su 1.200
ettari- 1° lotto funzionale” nei comuni di Bassano del Grappa, Cartigliano, Cassola e Rosà e
richiedendo, contestualmente, l’attivazione della procedura di verifica ai sensi dell’art.19 del D.Lgs.
152/2006 .
Dato atto che il progetto proposto rientra nella tipologia progettuale indicata al punto 1. Agricoltura
d) i progetti di gestione delle risorse idriche per l'agricoltura, compresi i progetti di irrigazione e di
drenaggio delle terre, per una superficie superiore ai 300 ettari dell'allegato IV della parte seconda
del D.Lgs. 152/2006 e s.m.e i..
Tenuto conto che la verifica per tali progetti rientra tra le competenze inpiduate in capo alla
Provincia dalla Legge Regionale n. 4/2016 (Allegato A), con riferimento alla tipologia degli
interventi, come inpiduati negli allegati III e IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006.
Dato atto che, ai sensi dell’art. 19 c.2 del D.Lgs 152/2006, è stata effettuata tempestiva
pubblicazione sul sito provinciale dello studio preliminare ambientale e che ne è stata data
informativa al pubblico sul sito web della Provincia in data 28-03-2019, contestualmente alla
comunicazione di avvio procedimento alle amministrazioni e agli enti interessati per le opportune
valutazioni di competenza.
Considerato che il citato art. 19 prevede che l'autorità competente, verificato che il progetto non
abbia possibili effetti negativi e significativi sull'ambiente, dispone l'esclusione dalla procedura di
valutazione ambientale e, se del caso, impartisce le necessarie prescrizioni, ovvero, se il progetto ha
possibili impatti negativi e significativi sull'ambiente, applica le disposizioni del comma 9 del
presente articolo.
Tenuto conto che non sono pervenute, ai sensi dell'art.19 c.4 del D.Lgs. n. 152/2006, osservazioni.
Dato atto che il Comitato tecnico provinciale VIA, nella seduta del giorno 01-08-2019, ha disposto
copia informatica per consultazione
l'esclusione dalla procedura di valutazione ambientale con le prescrizioni contenute nel parere
n.21/2019 allegato al presente provvedimento per costituirne parte integrante e sostanziale.
Ritenuto di far proprie le citate prescrizioni/raccomandazioni al fine di mitigare gli impatti
ambientali e monitorare nel tempo la situazione aziendale.
Dato atto che non è oggetto della presente procedura la verifica della conformità urbanistica/edilizia
dell'intervento e tenuto conto che rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali
pareri, nulla osta, autorizzazioni e assensi comunque denominati necessari per l'autorizzazione
dell'intervento.
Vista l’istruttoria del Comitato tecnico provinciale VIA conservata agli atti.
Viste le norme di procedura di VIA di cui al D.Lgs. 152/2006 e s.m.i..
Visto che il presente provvedimento viene emanato nel rispetto della tempistica prevista dal
succitato D.Lgs. 152/2006 e dal Regolamento sui procedimenti amministrativi di competenza della
Provincia di Vicenza (Deliberazione di Consiglio n. 37/2013) che è di giorni 90 ID PROC 45.
Vista la Legge Regionale 4 del 18 febbra-o 2016 “Disposizioni in materia di valutazione di impatto
ambientale e di competenze in materia di autorizzazione integrata ambientale”.
Visti gli artt. 151 comma 4 e 107 del D.Lgs. n. 267/2000.
Richiamata la Deliberazione del Consiglio Provinciale n.2 del 10/01/2019 con la quale è stato
approvato il Bilancio di Previsione 2019-2021.
Richiamato altresì il Decreto Presidenziale n. 11 del 31/01/2019 con cui è stato approvato il Piano
Esecutivo di Gestione 2019/2021 e il Piano Performance 2019/2021;
DETERMINA
1. che il progetto di Consorzio di Bonifica brenta con sede legale in via Riva IV novembre n.
15 in comune di Cittadella (PD e relativa al progetto di un “ Impianto pluvirriguo Medoaco
“Trasformazione irrigua su 1.200 ettari- 1° lotto funzionale” è escluso dalla procedura di
valutazione di impatto ambientale di cui al D.Lgs. n. 152/06 e alla L.R. 4/2016 e s.m.i.
con le prescrizioni riportate nel parere n.21/2019 allegato alla presente determinazione per
costituirne parte integrante e sostanziale;
2. che il Responsabile del procedimento provvederà alla pubblicazione del presente
provvedimento sul sito di questa Provincia e, in modo sintetico, sul Bollettino Ufficiale della
Regione Veneto;
3. che il presente provvedimento verrà pubblicato ai sensi dell'art. 23 D.Lgs. 33/2013;
4. di trasmettere il presente provvedimento alla ditta e consulente, al comune di Bassano del
Grappa, Cartigliano, Cassola e Rosa’, ad ARPAV, all’ULSS n.7 pedemontana, al Genio
Civile, alla Regione del Veneto Segreteria Generale della Programmazione Struttura di
Progetto Superstrada Pedemontana Veneta, al Ministero per i Beni e le Attività Culturali e
del Turismo Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di
Verona, Rovigo e Vicenza ;
5. Di attestare che il presente provvedimento non comporta spese, minori entrate, nè riflessi
diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai
sensi art 49 del TUEL come modificato dalla Legge 213/2012).
6. di dare atto che al presente provvedimento sarà data esecuzione ad avvenuta pubblicazione
all'albo pretorio on line.
copia informatica per consultazione
INFORMA
Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso avanti al Tribunale Amministrativo
Regionale per il Veneto, nel termine di 60 giorni dalla data di ricevimento della comunicazione del
presente atto, ovvero in alternativa ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni dalla
data di ricevimento della comunicazione del presente atto.
Rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali ulteriori pareri, nulla osta,
autorizzazioni e assensi comunque denominati, necessari per l'attuazione dell'intervento.
Vicenza, 02/08/2019
Sottoscritta dal Dirigente
(BAZZAN CATERINA)
con firma digitale
---
Responsabile del Procedimento: Andrea BALDISSERI
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PROGETTO: IMPIANTO PLUVIRRIGUO MEDOACO “TRASFORMAZIONE IRRIGUA
SU 1.200 ETTARI- 1° LOTTO FUNZIONALE”
LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNI DI BASSANO DEL GRAPPA,
CARTIGLIANO, CASSOLA E ROSÀ.
CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE
Si certifica che copia della presente determinazione è pubblicata all'albo pretorio di questa
Provincia per 15 giorni dal 02/08/2019.
Vicenza, 02/08/2019
Sottoscritto dall'addetto alla pubblicazione
(BERTACCHE CRISTINA)
con firma digitale
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SETTORE AMBIENTE - SERVIZIO VIA
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Consorzio di Bonifica Brenta
PARERE N. 21/2019
Oggetto: Impianto pluvirriguo Medoaco “trasformazione irrigua su 1.200 ettari- 1° lotto funzionale”.
PROPONENTE: Consorzio di Bonifica Brenta
SEDE LEGALE: Riva IV novembre n. 15 – Cittadella (PD)
SEDE INTERVENTO: Comuni di Bassano del Grappa, Cartigliano, Cassola e Rosà
TIPOLOGIA ATTIVITÀ: Progetti di irrigazione
PROCEDIMENTO: Verifica di assoggettabilità ex art.19 del D.Lgs. 152/2006.
MOTIVAZIONE V.I.A: ALLEGATO IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. -1. Agricoltura
d) i progetti di gestione delle risorse idriche per l'agricoltura, compresi i
progetti di irrigazione e di drenaggio delle terre, per una superficie
superiore ai 300 ettari.
DATA DOMANDA: 18 e 21 marzo 2019
DATA PUBBLICAZIONE: 28 marzo 2019
DATA INTEGRAZIONI: 25 giugno e 22 luglio 2019
DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
- All.01 Studio Preliminare Ambientale
- All.02 Relazione tecnica di non necessità di procedura di valutazione di incidenza ambientale
- All.03 A: Relazione tecnica generale
- B: Rete pluvirrigua
- All. 04 B.1: Relazione tecnica rete tubata e calcoli idraulici
- All. 05 B.2: Relazione ambientale
- All. 06 B.3: Relazione geotecnica
- B.4: Disegni:
- All. 07 - Tav. B.4.1: Inquadramento territoriale-stato di fatto
- All. 08 - Tav. B.4.2: Inquadramento territoriale-stato di progetto
- All. 09 - Tav. B.4.3: Planimetria condotte 1:2000
- All. 10 - Tav. B.4.4: Planimetria condotte 1:2000
- All. 11 - Tav. B.4.5: Planimetria condotte 1:2000
- All. 12 - Tav. B.4.6: Planimetria condotte 1:2000
- All. 13 - Tav. B.4.7: Planimetria condotte 1:2000
- All. 14 - Tav. B.4.8: Particolari attraversamenti
- All. 15 - Tav. B.4.9: Particolari costruttivi
- All. 16 B.9: Computo metrico estimativo
- All. 17 B.11: Cronoprogramma
- C: Centrale di pompaggio
OPERE EDILI ARCHITETTONICO:
- All. 18 - All. CA-A Relazione tecnica;
- All. 19 - All. CA-B Documentazione fotografica;
- All. 20 - All. CA-C Relazione paesaggistica;
- All. 21 - All. CA-D Screening naturalistico per la valutazione di incidenza ambientale;
- All. 22 - All. CA-G Computo metrico estimativo;
- All. 23 - All. CA-L Cronoprogramma;
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- All. 24 - Tav. CA01 Inquadramento generale;
- All. 25 - Tav. CA02 Pianta piano terra;
- All. 26 - Tav. CA03 Pianta piano interrato;
- All. 27 - Tav. CA04 Pianta piano terra;
- All. 28 - Tav. CA05 Pianta piano copertura;
- All. 29 - Tav. CA06 Prospetti;
- All. 30 - Tav. CA07 Sezioni;
- All. 31 - Tav. CA08 Sezione passerella e presa Medoaco;
- All. 32 - Tav. CA12 Viste render.
OPERE EDILI STRUTTURALI:
- All. 33 - All. CS-A Relazione tecnico descrittiva e di calcolo sulle fondazioni e strutture in
elevazione;
- All. 34 - All. CS-C Relazione geologica geotecnica;
- All. 35 - Tav. CS01 Pianta fondazioni livello interrato;
- All. 36 - Tav. CA02 Pianta fondazioni superficiali e soletta P0;
- All. 37 - Tav. CA03 Pianta solai di copertura;
- All. 38 - Tav. CA04 Sezioni;
IMPIANTI MECCANICI:
- All. 39 - All. CM01 Relazione tecnica specialistica;
- All. 40 - Tav. CM06 Impianto di adduzione acqua;
- All. 41 - All. CM09 Computo metrico estimativo;
IMPIANTO ELETTRICO:
- All. 42 - All. CE01 Relazione tecnica specialistica;
- All. 43 - Tav. CE06 Mappe di rete planimetrie complessive;
- All. 44 - All. CE10 Computo metrico estimativo;
E: Espropri, servitù ed occupazione temporanea
E.1 Rete tubata pluvirrigua
- All. 45 - - E.1.1: Piano particellare servitù e occupazione temporanea – rete tubata principale
- All. 46 - - E.1.2: Piano particellare servitù e occupazione temporanea – rete tubata secondaria
- All. 47 - - E.2 Piano particellare di esproprio – Centrale di pompaggio
- All. 48 - F: Quadro economico.
PREMESSE
Il Consorzio di bonifica Brenta, ha predisposto il presente progetto esecutivo che prevede la riconversione
dell’esistente sistema di irrigazione a gravità, attuato tramite una vetusta rete di canali superficiali parte in
cemento e parte in terra, che si propone di sostituire con un più moderno sistema di irrigazione ad aspersio -
ne con metodo “a pioggia” da realizzare tramite una rete tubata in pressione con idranti di consegna alle sin -
gole proprietà agricole.
L’area complessiva del progetto di trasformazione irrigua è pari a 1200 ettari, dei quali 635 ettari sono ogget -
to del presente 1° Lotto Funzionale, mentre la restante zona di 565 ettari sarà oggetto di un futuro progetto
di completamento.
I risultati ottenuti nei territori limitrofi dove è già stata realizzata la riconversione irrigua, quali risparmio
idrico, maggiore efficienza irrigua, minor dilavamento del suolo, recupero di superfici adibite a tare impro -
duttive (scoline e canalette poderali), possibilità di gestione delle colture in modo persificato, sicurezza
dell'irrigazione, hanno tutti confermato la validità della scelta.
Le opere previste nel progetto sono state sudpise in due distinti appalti come di seguito specificato
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RETE TUBATA PLUVIRRIGUA
L’appalto del 1° Lotto Funzionale della rete tubata pluvirrigua interessa un’area che si colloca in sinistra
idrografica del fiume Brenta, in zona pedemontana, nei comuni di Bassano del Grappa e Rosà in provincia di
Vicenza.
Tale area, della superficie complessiva di 635 ettari, fino ad oggi risulta irrigata a scorrimento mediante l’uti -
lizzo di acque superficiali provenienti da canali derivati dal fiume Brenta ed è quella posta più ad est del
comprensorio complessivo. La stessa è prevalentemente pianeggiante, l’irrigazione è effettuata attualmente
tramite una ormai vetusta rete di canali parte in terra e parte con rivestimento in calcestruzzo.
CENTRALE DI POMPAGGIO
La stazione di pompaggio sorgerà in Comune di Bassano del Grappa in posizione di facile accessibilità e ca-
pace di alimentare la rete di distribuzione idrica a media pressione.
UBICAZIONE
L’area interessata dall’intervento è posta ad est del Fiume Brenta, e ricade per la gran parte in comune di
Bassano del Grappa e parte in comune di Rosà
L’Ambito dell’intervento del 1° Lotto Funzionale interessa l’area più a est del progetto di trasformazione irri-
gua, per una estensione di circa 635 ettari posta a sud del centro abitato di Bassano del Grappa. Nel dettaglio
tale estensione è pressoché pianeggiante ed è compresa tra la Roggia Rosà ad ovest, la Strada Statale 47 “Val-
sugana” ad est, la Strada Provinciale n. 58 che collega i comuni di Rosà e Nove a sud, nonché una piccola
zona posta al di sotto di quest’ultima.
Per quanto concerne il territorio, lo stesso si presenta pianeggiante e degrada da nord a sud; la sua natura è
caratterizzata da una prevalenza di terreno ghiaioso- sabbioso.
Tale sito inoltre è stato scelto in quanto l’area, di proprietà del comune di Bassano del Grappa, è posto nella
zona a nord-ovest del comprensorio oggetto di trasformazione irrigua nonché in prossimità del Canale Me-
doaco – Derivazione Roggia Rosà dalla quale verrà prelevata la portata d’acqua necessaria al funzionamento
dell’impianto; tale sito inoltre è confinante con le centrali di produzione idroelettriche di San Lazzaro, di
proprietà del Consorzio, dalle quali verrà derivata, con apposito collegamento in Media Tensione, l’energia
elettrica necessaria per il funzionamento dell’impianto con indubbio vantaggio sui costi di gestione
dell’impianto in quanto l’energia verrà autoprodotta.
Planimetria dell’intervento
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QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
• Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
• Piano Territoriale Provinciale di Coordinamento (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
• Programma di Sviluppo Rurale del Veneto (PSR) 2014-2020;
• Piano Regionale di Tutela delle Acque;
• Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.);
• Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni;
• Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) dei Comuni di Bassano e Rosà;
• Piano degli Interventi (P.I.) dei Comuni di Bassano e Rosà;
• Rete Natura 2000.
Il Quadro Programmatico evidenzia un’adeguata inpiduazione ed analisi degli strumenti di pianificazione
territoriale che interessano l’area, ma si ritengono necessari i seguenti approfondimenti.
Si fa cenno ad alcune sensibilità territoriali senza, di fatto, rapportale con il progetto presentato ed è pertanto
opportuno procedere ad integrare l’analisi del PAT/PATI, andando ad inpiduare nelle 4 tavole (Vincoli,
Invarianti, Fragilità e Trasformabilita) la rete pluvirrigua e gli altri interventi proposti analizzando il
rapporto del progetto con le sensibilità territoriali interessate.
Relativamente al rapporto con il PI/PRG, sarebbe opportuno che fosse inpiduata, nelle tavole del PI/PRG,
la rete pluvirrigua e gli altri interventi previsti andando ad analizzare il rapporto tra quanto proposto con le
zonizzazioni interessate indicate nei vari PI/PRG.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
Le caratteristiche tecniche dell'impianto relativo a tale ambito, collegato alla rete irrigua ed alla centrale
prevista dal progetto relativo all'area adiacente possono essere così riassunte:
• Superficie comprensorio del progetto ha 1.200
• Superficie comprensorio servito con il 1° Lotto Funzionale ha 635
• Completamento futuro progetto ha 565
• Portata complessiva alla stazione di pompaggio (1° Lotto funzionale) l/sec 445
• Portata complessiva alla stazione di pompaggio (con previsione futura) l/sec 840
• Carico al pompaggio per collettore principale m 56,00
• Quota piano di pompaggio m s.m. 102,50
• Rete di tubazione: Ghisa - P.R.F.V. (vetroresina) e P.V.C. PN 16/12.5
• Pressione all'idrante poderale atm 4,0
• Pressione all' irrigatore atm 3,5/4,0
La distribuzione avviene attraverso una rete di adduttori dalla quale si dipartono i vari rami. Il Consorzio
per il calcolo delle portate ha fatto riferimento all'utilizzo di ali mobili, ognuna delle quali eroga una portata
di 7 l/sec attraverso sette irrigatori, in rotazione su un territorio (comizio) di 10 ettari.
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Gli adduttori si pidono in primari e secondari; gli adduttori primari collegano la centrale di pompaggio
con gli adduttori secondari che, attraversanti le proprietà lungo le capezzagne o fossi, danno la possibilità
agli utenti di collegare, tramite idranti sporgenti in superficie, i propri impianti d'irrigazione.
La scelta del tipo di tubazione è stata effettuata in funzione del diametro utilizzato, della ubicazione prevista
per la condotta, e sulla scorta dell'esperienza maturata dal Consorzio di Bonifica Brenta a fronte di impianti
simili realizzati sia recentemente che da alcuni decenni, cercando di uniformare la tipologia di tubazioni
utilizzate. Nel dettaglio per le condotte ordinarie si possono distinguere tre tipologie di tubazioni che si
propone di utilizzare:
> Per i diametri maggiori, da DN 800 a DN 600, tubazioni in ghisa.
> Per i diametri compresi dal DN 400 a DN 500, tubazioni in P.V.R.F. (vetroresina), classe PN16, con
rigidezza trasversale minima pari a 10.000 N/m2
> Per i diametri minori, da DN 140 a DN 355, tubazioni in P.V.C., classe PN 12,5.
> Per le condotte ricadenti in corrispondenza di attraversamenti stradali o di canali sono stati previste
tubazioni in acciaio con adeguato tubo camicia.
> Per quanto concerne poi la derivazione a T per l'installazione degli idranti, in base all’esperienza maturata
dal Consorzio, si prevede di utilizzare pezzi speciali in ghisa per il collegamento alle tubazioni interrate,
provvedendo gli stessi di apposita flangia per il collegamento alla colonna verticale in acciaio sopra la quale
si prevede di montare un apposito limitatore di portata da 6 1/sec atto ad evitare furti d'acqua e la testa d'
idrante idonea per il collegamento degli impianti irrigui aziendali (ali mobili e/o rotoloni semoventi).
La posa delle tubazioni è prevista ad una profondità minima di 1 m dalla generatrice superiore. Si prevede
lo scavo, per lo più in terreno di campagna, la preparazione del letto di posa con sabbia, il rinfianco e
ricoprimento sempre in sabbia o altro materiale vagliato e costipato ed il successivo reinterro con
ricostruzione dello strato di terreno vegetale. Per gli attraversamenti su strade minori si prevede lo scavo in
sede stradale, la posa della condotta all'interno di un tubo camicia in e.a., con opportuno letto di posa,
rinfianco e ricoprimento, e reinterro con misto stabilizzato mescolato con calce idraulica.
Nel caso di attraversamenti di strade provinciale, statali, ove non è possibile riutilizzare attraversamenti già
esistenti, si prevede di procedere con il metodo della perforazione, ponendo in opera un tubo guaina in
acciaio, per l'alloggiamento all'interno della tubazione, prevista in questi casi sempre in acciaio, per garantire
una maggiore durabilità nel tempo. Per gli attraversamenti delle line ferroviarie elettrificate si prevede
invece l'inserimento sempre con il metodo della perforazione, di tubo camicia in polietilene e tubazione
passante sempre del medesimo materiale.
La dotazione unitaria è fissata in O,7 1/sec per ettaro. L'approvvigionamento idrico ha origine da un sistema
di derivazione ed adduzione con acqua fluente e portata costante, e di conseguenza l'esercizio è vincolato ad
una distribuzione turnata continua di 24 ore su 24. Il turno è fissato in 1O giorni. In relazione al regime
fondiario predominante, caratterizzato dalla piccola e media proprietà, si è accertata dall'esperienza
l'opportunità di sudpidere le aree irrigabili in comizi con superficie di circa 1O ettari ciascuno.
Ogni comizio può essere completamente servito da un'ala piovana mobile della lunghezza di 168 m, dotata
di 6 irrigatori capaci di erogare una portata complessiva di 6 l/sec alla pressione media di 3,5 atm e/o in
alternativa un irrigatore semovente con tubazione avvolgibile in polietilene dotato di un unico irrigatore con
ugello da 16 mm della medesima portata complessiva. In queste condizioni il volume d'acqua erogato nel
reparto del turno di 10 giorni è: 10 giorni x (86.400 sec/giorno x 10 ha x 0,71/sec/ha) = 6.048.000 litri. La
portata attualmente utilizzata per garantire l'irrigazione a gravità dell'area in esame, risulta pari a circa 1.450
1/sec; con il nuovo sistema irriguo, a pioggia, i consumi previsti sono pari a: 635 ettari x 0,7 1/sec/ha = 445
1/sec.
Centrale di pompaggio
Il progetto ha lo scopo di realizzare una nuova centrale di pompaggio ad uso irriguo per terreni sita nel
Comune di Bassano del Grappa in località SS. Fortunato e Lazzaro catastalmente censita al Foglio 11 Mapp.
253-254 e di proprietà del Consorzio di Bonifica Brenta. Tale centrale dovrà essere in grado di alimentare
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due reti di distribuzione per uso irriguo a servizio di due zone di trasformazione irrigua aventi superficie di
635 ha (I^ stralcio funzionale) e superficie di 565 ha (II^ stralcio funzionale).
I dati di progetto forniti dal Consorzio di Bonifica Brenta sono per una portata di 520 l/s con possibile
ampliamento sino a 910 l/s entrambe alla pressione di
esercizio di 549,13 kPa (56 m c.a.).
L’acqua sarà prelevata da una vasca di accumulo
interrata posta a valle di una derivazione dal canale di
irrigazione denominato “Medoaco”, con interposizione
di un filtro a tamburo rotante per la depurazione
grossolana dell’acqua, prima dell’immissione nella
vasca stessa. La centrale di pompaggio sarà costituita da
un collettore di mandata in acciaio inox alimentato da
numero nove elettropompe di cui:
• una pilota (EP_P) destinata al mantenimento della
pressione all’interno delle tubazioni (funzionamento con
inverter);
• una di base (EP_B) destinata alle piccole portate nei
momenti di minima richiesta (funzionamento con
inverter)
• quattro di spinta (EP_S4 – EP_S5 – EP_S6 – EP_S7) per
il funzionamento durante la richiesta nei periodi di
punta
• tre di spinta (EP_S1 – EP_S2 – EP_S3), delle medesime
caratteristiche della precedente, predisposte per futuri
progetti di ampliamento (ramo “B” ed altro) dell’area
servita dall’impianto.
La realizzazione delle opere si svilupperà
all’interno di un arco temporale stimato in
540 giorni lavorativi. Il cronoprogramma è
stato definito prevedendo la
sovrapposizione temporale, parziale,
delle lavorazioni che saranno condotte in
ambiti persi. In particolare durante le
attività di realizzazione della dorsale
ramo A principale può essere realizzato il ramo B,
successivamente dopo un fermo cantiere per
colture in atto di 5 mesi, saranno realizzati i rami C
e D ed infine contemporaneamente i rami E ed F.
Gli esiti risultanti dal quadro di riferimento
progettuale possono essere così riepilogati:
- la realizzazione della rete di distribuzione delle acque ad uso irriguo a servizio del sistema agricolo locale,
senza comportare trasformazioni del territorio o alterazioni dello stato in essere dei luoghi, dal momento che
i manufatti saranno collocati in interrato e si prevede la ricomposizione degli spazi interessati dalle opere;
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- la nuova centrale di progetto coinvolge spazi limitati, tutti gli impianti saranno collocati all’interno di una
nuova struttura edilizia realizzata utilizzando caratteri costruttivi e architettonici che richiamano l’edilizia
rurale del contesto;
- la funzione delle opere in oggetto è quella di garantire la maggiore compatibilità delle attività agricole,
tipiche del contesto, sfruttando le risorse già disponibili in prossimità dell’area con modalità ambientalmente
sostenibili;
- la rete potrà avere funzione di ricarica della falda, pertanto con funzione migliorativa rispetto le potenziali
criticità di carattere idrogeologiche dovute a fattori di antropizzazione presenti in aree esterne al sito
d’intervento.
La fase di cantierizzazione determinerà condizioni di disturbo per la durata dei lavori relativi alle sole opere.
I provvedimenti di mitigazione previsti risultano adeguati a contenerne gli effetti. Si ritiene tuttavia che nella
fase dei lavori dovrà essere posta molta attenzione soprattutto ai ricettori più prossimi ai fronti di lavoro.
Un’attenta gestione delle attività di cantiere opererà affinché la circolazione dei mezzi non interferisca con il
traffico ordinario nelle ore di punta.
DESCRIZIONE DEL CICLO DI PRODUZIONE
Il progetto prevede la realizzazione della rete tubata a servizio del territorio oggetto della trasformazione
irrigua del 1° Lotto Funzionale su un territorio della superficie complessiva di 635 ettari.
Attualmente l’irrigazione viene effettuata con i tradizionali metodi a scorrimento, che comportano elevate
dotazioni idriche, e quindi alti consumi d’acqua; tali metodi, inoltre, possono provocare un forte
dilavamento dei suoli agricoli, con rischio di convogliare fattori inquinanti sia direttamente attraverso i già
citati corsi d’acqua superficiali, sia indirettamente, tramite percolazione nella falda freatica.
I benefici di un intervento di trasformazione irrigua sarebbero multipli:
- risparmio idrico (con l’irrigazione per aspersione, la dotazione specifica per ettaro è pari a circa un terzo
rispetto a quella con sistemi ad espansione superficiale);
- diminuzione in quantità importante di azoto e di fosforo (specifici studi svolti dal Centro Agrochimico di
Castelfranco dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente del Veneto hanno valutato una
riduzione importante di azoto, prevista in 47 kg/ettaro/anno, e di fosforo, prevista in 0,4 kg/ettaro/anno; per
il caso specifico tali quantità si tradurrebbero in diminuzione di azoto di 32.900 kg/anno e di fosforo di 280
kg/anno);
- minor dilavamento dei suoli (perverrebbero alle campagne solamente le quantità d’acqua necessarie alle
colture, e si eviterebbe così che i superi dei campi pervengano alla rete scolante e/o che s’infiltrino in falda
volumi idrici contenenti fattori inquinanti);
- razionalizzazione della distribuzione idrica e possibilità di consentire lo sviluppo e miglioramento delle
colture agrarie specializzate già presenti, che incentiverebbero gli agricoltori a rimanere nelle campagne,
mantenendo così anche un’importante funzione di presidio e manutenzione del territorio.
- riduzione delle portate irrigue complessive.
Le operazioni necessarie per la realizzazione della rete non comportano la produzione di rifiuti o materiali
di scarto di particolare entità. Le terre movimentate durante gli scavi saranno riutilizzate per il rinterro delle
condotte e sistemazione dei fondi una volta concluse le lavorazioni. Eventuali manufatti che venissero
rivenuti o altri elementi ritrovati nel sottosuolo dovranno essere gettiti in modo appropriato, nel rispetto
della vigente normativa in materia, sia in fase di stoccaggio temporaneo che di conferimento a discarica. Allo
stesso modo tutti i materiali di scarto prodotti durante le lavorazioni potranno essere stoccati all’interno di
aree opportunamente confinate e attrezzate, prima di inviare i materiali a discarica, secondo quanto previsto
dalla normativa vigente. Per quanto riguarda le attività di realizzazione della struttura e impianti della
centrale, non si rilevano lavorazioni di particolare incidenza. Si utilizzeranno in larga parte elementi
prefabbricati; gli impianti stessi saranno assemblati in altra sede e qui installati. Anche in questo caso lo
stoccaggio di rifiuti e materiali di risulta dovrà avvenire secondo quanto previsto dalla vigente normativa,
all’interno di spazi confinati, evitando eventuali percolazioni o trasporto imprevisto di materiali nelle aree
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circostanti. La proposta in oggetto prevede comunque la rimozione quotidiana degli scarti delle lavorazioni
eseguite. Una volta completate le attività di cantiere per la realizzazione della rete non si rilevano elementi o
situazioni che comportano la produzione di rifiuti o materiale di scarto
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
Fase di cantiere
I potenziali effetti connessi alle fasi di cantiere per la componente atmosfera e clima sono connessi alla
produzione di polveri e gas che possono essere immessi nell’aria durante le fasi attuative. Dati i contenuti
della proposta progettuale le operazioni che possono comportare maggiori produzioni di sostanze sono le
attività di scavo per la collocazione delle tubazioni, e successivo rinterro, e gli scavi necessari per realizzare
la nuova centrale.
Oltre alle attività in sé le emissioni sono dovute all’utilizzo di mezzi durante tali lavorazioni, nonché lo
spostamento di mezzi per l’approvvigionamento di materiali e movimentazione della manovalanza.
Gli effetti più rilevanti riferite alle polveri possono riguardare le fasi di scavo e successive fasi di rinterro
delle condotte, e quindi della movimentazione delle terre. A queste si aggiungono le emissioni dovute ad
eventuali demolizioni di manufatti presenti lungo le tratte interessate dalle opere. Si tratta di effetti che
possono avere significatività nelle aree direttamente coinvolte dalle attività, e spazi immediatamente
limitrofi, dal momento che le particelle più pesanti possono essere trasportate per distanze ridotte, e
pertanto le maggiori concentrazioni si avranno entro un raggio limitato dall’area d’intervento. Maggiore
propagazione può riguardare le particelle più leggere, e in particolare quindi polveri sottili e gas. Si tratta di
inquinanti prodotti dai mezzi utilizzati all’interno delle aree di cantiere. Considerando la tipologia di
lavorazioni non risulta necessario l’impiego di un numero elevato di mezzi che operano in contemporanea.
Valutazione similare riguarda le attività connesse alla realizzazione della nuova centrale. Le fasi
potenzialmente più incidenti riguardano le opere di scavo e sistemazione dei terreni per la collocazione della
nuova struttura. Durante le attività di cantiere è previsto comunque bagnatura della sede stradale
interessata dalla movimentazione dei mezzi, così come dei detriti risultato di demolizioni, quali
accorgimenti utili a evitare la propagazione di polveri, allo stesso modo sarà utile provvedere alla bagnatura
dei mezzi di cantiere, nonché eventuale copertura con teli di cumuli di terre risultato degli scavi nel caso di
venti che possano trasportare polveri.
Fase di esercizio
Una volta ultimate le opere e con l’entrata in esercizio di quanto proposto, non si rilevano emissioni di
sostanze capaci di produrre effetti rispetto alle dinamiche microclimatiche, così come dei caratteri climatici
più ampi. Si stimano pertanto effetti nulli sulla componente clima.
Per quanto riguarda la qualità dell’aria, in riferimento al progetto proposto non si rilevano fonti di emissioni
di sostanze che possano avere sulla componente. Non sono infatti previsti impianti in grado di produrre
sostanze inquinanti di carattere gassoso nemmeno per la nuova centrale. Gli effetti si stimano pertanto nulli.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
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CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
Durante le operazioni di posa delle condotte e manufatti di gestione delle acque le operazioni saranno
condotte in modalità parziale rispetto all’intera rete, assicurando la funzionalità dei canali e invasi presenti
all’interno del territorio. Non si creeranno pertanto situazioni di rischio dovute a riduzione delle capacità di
deflusso della rete locale, o eventuali accumuli a monte e valle delle tratte interessate dalle opere. Data la
tipologia delle attività, non saranno utilizzati materiali o mezzi che costituiscano rischi per la qualità delle
acque, con particolare riferimento a sostanze nocive. In ragione dei caratteri dei suoli, e in particolare
dell’assenza falde in prossimità delle quote di scavo, non si stimano possibili interferenze dirette con il
sistema delle acque sotterranee. Anche in riferimento alle attività legate alla realizzazione della nuova
centrale non si rilevano possibili rischi di interferenza con il sistema delle acque sotterranee, coinvolgendo
gli strati superficiali dei suoli, dove non si riscontra presenza di falda. Complessivamente, pertanto, gli
effetti sulle acque superficiali e sotterranee risultano nulli.
In fase di esercizio la rete distribuirà in modo capillare le acque all’interno dell’area agricola assicurando una
più efficiente e capillare consegna della risorsa all’interno del territorio. In sintesi, coerentemente con gli
obiettivi del progetto, si stimano effetti positivi sia per le acque di superficie che per il sistema delle acque
sotterranee, in particolare per gli aspetti di carattere quantitativo. Non si rilevano variazioni significative per
gli aspetti di carattere qualitativo, se non in modo secondario e marginale, dal momento che la maggiore
disponibilità di acque permette una maggiore dispersione delle sostanze inquinanti, e quindi riduzione degli
effetti ambientali dovuti alle concentrazioni di inquinanti
Si fa cenno al beneficio a livello quantitativo della falda senza, di fatto, fare un bilancio tra la mancata
infiltrazione dell’esistente sistema di irrigazione a gravità e la eventuale chiusura di eventuali pozzi privati.
In particolare sarebbe opportuno calcolare l’effetto della mancata infiltrazione attraverso canalette terziarie e
la spagliatura nei campi, durante il periodo irriguo, e la quantità d’acqua non emunta attraverso la chiusura
di pozzi privati. Tale analisi penta anche funzionale alla valutazione dell’estensione di AFI necessaria per
compensare un eventuale bilancio negativo, bilancio che andrebbe calcolato tenendo conto anche dell’effetto
cumulativo prodotto dai vari stralci di pluvioirriguo già costruiti ed attivi nel territorio gestito dal
Consorzio. Il progetto presentato dal proponente prevede la riconversione dell’esistente sistema di
irrigazione a gravità, attuato tramite una vetusta rete di canali superficiali parte in cemento e parte in terra,
in un più moderno sistema di irrigazione ad aspersione con metodo a pioggia; risulta da valutare l'impatto
sulla falda sotterranea legato alla variazione dei quantitativi d'acqua dispersi nel sottosuolo mettendo a
confronto, a tale riguardo, la situazione attuale ante-operam con quella in fase di esercizio post-operam. Nel
confronto e nella successiva valutazione dell'impatto si considerino le persità ante-post di volumi, zone e
modalità di dispersione, la dipendenza stagionale, la riduzione di emungimento di eventuali pozzi utilizzati
a scopo irriguo ed eventuali mitigazioni necessarie.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
In riferimento all’uso del suolo si analizzano i dati messi a disposizione dalla Regione Veneto in riferimento
alla copertura del suolo (aggiornata al 2012). Larga parte del territorio coinvolto è ad uso agricolo, con
predominanza di terreni arabili, dove si presenta comunque una realtà abitativa sparsa che evidenzia una
significativa frammentarietà del tessuto rurale. La tratta della rete principale che si sviluppa in direzione est-
ovest, in comune di Bassano, corre in prossimità delle aree ad uso insediativo che strutturano il margine
urbano sud dell’abitato di Bassano. Qui sono presenti realtà residenziali, produttive e commerciali. Parti
rilevanti delle opere si sviluppano quindi in prossimità dell’area di realizzazione della Superstrada.
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Pedemontana Veneta, correndo in prossimità delle infrastrutture e delle realtà insediative prossime ad esse.
Le linee presenti in territorio comunale di Rosà attraversano aree
agricole dove risulta anche in questo caso una evidente presenza
di tessuto abitativo sparso. Si riporta la classificazione dei suoli
contenuta nella Carta dei Suoli del Veneto, riferita alle aree
interessate dall’intervento e spazi limitrofi, considerando in prima
istanza le informazioni dell’elaborato in scala 1:250.000, e quindi a
scala 1:50.000. Analizzando quanto contenuto nella carta dei Suoli
del Veneto emerge che la tipologia di suolo inpiduata nell’area
viene classificata come appartenente alla Pianura alluvionale del
Fiume Brenta, caratterizzata da sedimenti fortemente calcarei. In
particolare si tratta di suoli appartenenti alle aree dei terrazzi alluvionale (costituiti principalmente da sabbie
e ghiaie) e alle aree del conoide ghiaioso (costituite anch’esse da sabbie e ghiaie). La situazione idrogeologica
dell’area è caratterizzata dalla presenza dell’acquifero libero indifferenziato, pertanto si rileva la presenza di
un’unica falda acquifera freatica ubicata nel deposito di ghiaie e sabbie. Nella Carta Idrogeologica del PAT
del comune di Rosà, è stata indicata la soggiacenza della falda freatica in tutto il territorio comunale
maggiore a venti metri dal piano campagna, la quale conferma il precedente dato. L’area interessata dalla
posa della rete di tubazione è molto ampia, come visto si tratta di 635 ettari di terreno sudpisi tra il
comune di Bassano del Grappa e Rosà; dai dati stratigrafici reperiti e da precedenti studi eseguiti nell’area.
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Il primo strato di terreno (oltre al terreno vegetale), fino a circa -1,0/-1,5 m dal piano campagna, è
generalmente costituito da terreni granulari in matrice limosa più o meno abbondante, cui segue più in
profondità il deposito granulare ghiaioso-sabbioso di alta pianura. Il livello di terreno vegetale (20-30 cm) è
caratterizzato da limo-sabbioso, a tratti potrebbe presentarsi debolmente argilloso, talora con poca ghiaia e
ciottoli (solitamente la frazione grossolana viene rimossa nei terreni destinati ad uso agricolo).
La centrale di pompaggio sorgerà in un’area caratterizzata dalla presenza di terreno di riporto fino alla
profondità di circa 3,4 - 3,5 m dal piano campagna, tale materiale di riporto consiste in terreno avente una
matrice di limo-sabbioso con frammenti di materiale antropico (laterizi, calcestruzzo, asfalto) con
abbondante ghiaia e ciottoli anche di grandi dimensioni (diametro maggiore a 20 cm). Al di sotto di questo
strato di materiale di riporto è presente terreno naturale in posto di natura sabbiosa, debolmente limosa, con
abbondante ghiaia e ciottoli. Nell’area è stata eseguita un’indagine geofisica di tipo simico. Tale indagini
sono state svolte sul terreno naturale in posto presente nella porzione più sud-orientale dell’area. Ai fini
delle prescrizioni della vigente normativa in materia (O.P.C.M 3274/2003 e successive modifiche ed
integrazioni e D.M. 14.01.2008) e alla luce dell’indagine eseguita è stato possibile verificare che il suolo di
fondazione del sito, oggetto di studio, ricada nella classe B. Fase di cantiere
Rete pluvi irrigua
La posa delle tubazioni è prevista ad una profondità minima di 1 m, ma generalmente tra 1,5 e 3,0 m dal
piano campagna. Lo scavo per la posa, avviene per lo più in terreno di campagna, la preparazione del letto
di posa si esegue con sabbia, il rinfianco e ricoprimento sempre in sabbia o altro materiale vagliato e
costipato mentre il successivo rinterro avviene con ricostruzione dello strato di terreno vegetale. Dal punto
di vista delle prevedibili interazioni opera-terreno, stante la rilevante profondità del livello di falda la posa
delle condotte non potrà generare alcuna interferenza con il sistema geologico ed idrogeologico locale né in
fase d’opera, né in corso d’opera.
Centrale pompaggio
Le opere di fondazione sono poste a differente profondità rispetto al piano campagna: la massima profondità
di posa corrisponde alle vasche di accumulo e di alloggio delle pompe sommerse, tali fondazioni sono poste
ad una profondità corrispondente alla quota di circa 97,8 m s.l.m. (circa -4,5 m dal piano campagna attuale, il
quale presenta una quota pari a circa 102,3 m s.l.m. ). La condotta di collegamento tra la roggia Rosà e le
vasche hanno anch’esse fondazioni a platea in calcestruzzo armato poste alla quota di 99 m s.l.m.. Il livello di
falda locale, ancorché influenzabile da eventi di piena del Fiume Brenta è posto a profondità tali da non
interessare gli scavi.
Si consiglia di valutare, laddove le fondazioni poggino sul riporto, l’opportunità di stabilizzare il materiale
con iniezioni consolidanti e/o bonificare il terreno sostituendolo che materiale granulare di adeguata
rigidezza. Particolare cautela dovrà essere adottata in relazione agli scavi, in quanto il materiale presente non
garantisce stabilità delle scarpate neppure a breve termine, andranno pertanto adottati cautelativi angoli di
scarpa o realizzate adeguate opere di sostegno.
In base a quanto definito dalla relazione intermedia degli studi finalizzati alla realizzazione di uno
strumento funzionale alla gestione sostenibile della risorsa idrica sotterranea dei “Modelli matematici per la
tutela e la gestione delle risorse idriche sotterranee nell’ambito del territorio del Consiglio di Bacino
Bacchiglione” redatto dal Centro di Idrologia "Dino Tonini" dell’Università degli studi di Padova, il
contributo alla ricarica della falda da parte delle aree irrigate a scorrimento (per il sistema idrico Astico e
Brenta) è pari a 1.4 mc/s e di 4.3 mc/s da parte delle canalette terziarie (attivate solo nel periodo irriguo). Per
sopperire alla mancata infiltrazione del sistema pluvirriguo, il Consorzio ha predisposto lo stesso impianto
per la ricarica della falda di 50.284.800 m3, durante il periodo non irriguo. Va dunque definito un
cronoprogramma di attuazione dei relativi sistemi di infiltrazione (AFI o altra tipologia) garantendo, in fase
di attivazione del pluvirriguo, una adeguata superficie di ricarica (AFI o altro sistema di ricarica) pari
inizialmente ad almeno il 25% della portata stimata di 50.284.800 mc.
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VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
Stato di fatto
Il territorio oggetto di intervento è posto in zona - Classe III – Aree di tipo misto: “rientrano in questa classe
le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, con media densità di popolazione,
con presenza di attività commerciali, uffici, con limitata presenza di attività artigianali e assenza di attività
industriali; aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici.” Alcune tratte e ambiti
d’intervento si collocano in prossimità dell’abitato di Bassano, attraversando anche spazi di carattere
commerciale-produttivo. Per tali ambiti i limiti acustici ammessi sono maggiori, trattandosi di aree ricadenti
in classe IV e V, quali aree a prevalente uso produttivo e ad alta presenza antropica. Le aree prossime
all’abitato di Rosà, per la presenza di residenza e servizi, sono classificate in classe II. La centrale di
pompaggio sarà realizzata all’interno dello spazio prossimo al Brenta, che rientra in classe III.
Fase di cantiere
L’impatto acustico è originato dalla movimentazione e funzionamento delle macchine operative viste come
sorgenti puntiformi (per esempio nel flusso veicolare in cantiere e sulle arterie stradali). Le attività in cui
verranno svolti i lavori maggiormente impattanti dal punto di vista acustico mediante l’utilizzo dei
macchinari, risultano gli scavi, la movimentazione dei materiali (terre e materiali da costruzione) e ripristini
ambientali. Va evidenziato come le attività si svolgeranno nelle ore diurne esclusivamente nei giorni feriali
con l’utilizzo dei mezzi e macchinari più moderni a disposizione.
L’impatto sull’ambiente circostante sarà temporaneo. Al fine di limitare questa tipologia di impatto è
fondamentale che i macchinari impiegati siano in un buono stato di manutenzione e rispettino la vigente
normativa.
Si potranno avere disturbi concentrati in momenti e periodi dovuti alle lavorazioni più rumorose, che si
svilupperanno in archi temporali estremamente ridotti, e tali quindi da non rappresentare fenomeni di
incomodo temporanei, in grado di avere una significatività relativa. Analizzando la tipologia dei mezzi
operatori che potranno esser utilizzati si rilevano possibili picchi dovuti alla presenza di autocarri, escavatori
e pale meccaniche, con una pressione acustica stimata in 100 dB.
La potenza iniziale di 100 dB si riduce a meno di 50 dB ad una distanza di 200 m. L’areale di pressione
acustica del cantiere è stato così definito all’interno di uno spazio di 200 m, tenendo conto che si tratta di una
distanza cautelativa, dal momento che all’interno di tale spazio sono presenti elementi che abbattono
ulteriormente la propagazione del suono, quali edifici, zone alberate ecc. → EFFETTO NEGATIVO LIEVE
Fase di esercizio
Il livello sonoro all’interno dei locali in assenza di persone e con gli impianti in funzione non supererà i
limiti previsti dalle normative vigenti. In particolare le prescrizioni acustiche saranno conformi alla Legge
quadro sull’inquinamento acustico, Legge 447/95, ed al relativo Decreto attrattivo, D.P.C.M. 14 novembre
1997, che stabilisce i limiti di emissione di rumore.
Non vengono riportati studi previsionali acustici a supporto delle informazioni.
Di seguito si indica comunque alla Proponente, l’opportunità di chiedere alle Amministrazioni Comunali
coinvolte dal progetto specifica deroga ai limiti di legge per le attività di cantiere; con indicazioni nella
suddetta richiesta del:
- tipo attività in analisi con gli impianti, le macchine e le attrezzature nonché il numero di mezzi
pesanti che serviranno all’attività stessa,
- gli orari delle lavorazioni e i livelli di emissione acustica calcolati in facciata ai ricettori più coinvolti
dalle lavorazioni di progetto.
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Inoltre qualora ai Comuni dovessero pervenire lamentele o segnalazioni di disturbo ovvero se i Comuni, per
precauzione, lo ritenessero comunque opportuno durante la fase di cantiere e/o a fine opera, sarà richiesto al
Ente Gestore titolare del servizio di produrre adeguate verifiche fonometriche presso i ricettori più impattati
dalle emissioni di rumore prodotte dagli impianti. I risultati delle verifiche dovranno essere consegnati alla
l’Amministrazione Comunale entro breve tempo dalla suddetta richiesta, con indicazioni tecniche chiare e
riferibili delle modalità operative o/e degli interventi strutturali finalizzati alla limitazione delle criticità
laddove si potessero riscontrare livelli di emissione acustica superiori a quanto eventualmente indicato nei
limiti di norma.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI
ARPAV effettua il monitoraggio in continuo del campo elettromagnetico emesso dagli impianti di
telecomunicazione con particolare riferimento alle Stazioni Radio Base. Per il Comune di Bassano del
Grappa è stata condotta una campagna di monitoraggio dei campi elettromagnetici tra aprile e maggio 2013
in Via Rambolina, dalla quale non è emerso alcun superamento dei valori di attenzione, l’indicatore del
campo elettromagnetico si è attestato in media a 0,6 V/m con valori massimi di 0,9 V/m, considerando la
soglia del valore di attenzione 6 V/m. Nel Comune di Rosà le campagne di monitoraggio sono state
effettuate tutte nel 2005, la più vicina e significativa per l’ambito territoriale di riferimento è quella in Via
Monsignor n.5, condotta tra i mesi di aprile e maggio. Da tale campagna è stato rilevato un valore medio di
0,7 V/m e un valore massimo di 0,7 V/m. Le tipologie di lavorazioni che riguardano la realizzazione di
impianti di distribuzione idrica non richiedono opere o l’impiego di mezzi o strumenti tali da produrre
radiazioni o la produzione di campi elettromagnetici rilevanti.
I possibili effetti connessi all’entrata in esercizio dell’intervento proposto riguardano le potenziali emissioni
elettromagnetiche dovute alla presenza degli impianti della centrale di progetto. Non sono infatti presenti
fonti di emissioni elettromagnetiche lungo la rete di adduzione o distribuzione irrigua. Gli impianti utilizzati
saranno di nuova generazione e rispondenti alla normativa in materia di sicurezza e salute pubblica; in tal
senso le emissioni saranno contenute e non creeranno situazioni critiche per l’utenza. Si rileva, inoltre, che in
prossimità della nuova struttura non siano presenti recettori sensibili o popolazione potenzialmente esposta
in modo continuativo alle eventuali emissioni. Gli effetti stimabili sono pertanto nulli.
Per quanto riguarda l’inquinamento luminoso sia in fase di cantiere che in fase di esercizio non è previsto
l’utilizzo di impianti di illuminazione di particolare entità in quanto le attività si svolgeranno nel periodo
diurno. Si richiedono valutazioni di impatto relativamente a Rumori ed a CEM (DPCM 08/07/2003) generata
dalla progettata stazione di pompaggio.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
L’area in oggetto ricade all’interno dell’area “Alta Pianura tra Brenta e Piave”. Si tratta dell’ambito
pianeggiante compreso tra l’alveo del Piave a est, e quello del Brenta a ovest. Il limite nord è dato dal
margine delle colline trevigiane, ricomprendendo la fascia che si sviluppa tra Bassano e il sistema di Treviso,
arrivando a sud fino al limite settentrionale della fascia delle risorgive. L’area in oggetto si colloca all’interno
dello spazio agricolo che separa verso sud l’abitato di Bassano del Grappa dalle realtà urbane che gravitano
attorno al polo, e in particolare Rosà e Cartigliano. Il contesto è caratterizzato dalla presenza di un sistema
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agricolo articolato su una tessitura di dimensioni medio piccole, dove lo sviluppo dell’abitato sparso a
frammentato la continuità che all’oggi è osservabile in altre aree dell’ambito paesaggistico, ed in particolare
più ad est.
Si possono quindi identificare essenzialmente due ambiti di
riferimento paesaggistico riferiti agli spazi entro cui si opera.
Il primo è riferito al sistema del Brenta, il secondo all’area
agricola. Per quanto riguarda il primo gli elementi di
maggiore valenza e significatività sono connessi al corso
d’acqua in se, ed in particolare la morfologia del contesto, e e
alla componente naturalistica che accompagna il fiume Gli
elementi da considerare per analizzare la compatibilità delle
opere riguardano principalmente la visibilità del sistema
fluviale e la qualità esoteca delle aree limitrofe ad esso. In
relazione a questi aspetti va considerata la fruibilità dello
spazio. Si ricorda come questo sistema sia sottoposto a vincolo
in osservanza di quanto previsto dall’art. 142 comma 1 lett. c)
del D.Lgs 42/2004. In riferimento al contesto agricolo, gli elementi rappresentativi sono dati dalla morfologia
del contesto, nonché dalla presenza di corsi d’acqua minori e sistemi lineari verdi, seppur caratterizzati da
discontinuità e frammentarietà. La tutela della percezione del sistema è quindi connessa al mantenimento
della morfologia del territorio, evitando di inserire elementi “fuori scala” che possano interrompere e
alterare la percezione dei luoghi.
Lungo il corso del Brenta, poco più a monte dello spazio che sarà interessato dalla realizzazione della
centrale di pompaggio, si riporta la presenza del complesso di San Fortunato, ambito tutelato dal PAT di
Bassano del Grappa quale elemento di interesse paesaggistico e storico-culturale. In riferimento al quadro di
vincolistico paesaggistico definito dal quadro normativo vigente (D.Lgs 42/2004), all’interno dell’area
interessata dalle opere si indica la presenza degli spazi soggetti a tutela in riferimento ala rete idrografica.
Nello specifico i cosi d’acqua generatori di vincolo sono il fiume Brenta e la roggia Rosà. In riferimento al
patrimonio archeologico si analizzano le informazioni relative ai ritrovamenti avvenuti nel territorio, in
particolare si fa riferimento alla Carta Archeologica del Vento. I ritrovamenti documentati interessano in
modo significativo l’area di Bassano centro, con episodi che coinvolgono anche le campagne limitrofe. Sono
stati registrati rinvenimenti di materiale anche in prossimità dell’abitato di Rosà. Da evidenziare la presenza
di testimonianze storiche e archeologiche in prossimità dell’area in cui sarà realizzata al centrale di
pompaggio, in relazione all’area di San Fortunato. I reperti riguardano principalmente materiali di epoca
romana.
Sulla base delle informazioni assunte dalla Carta Archeologica del Veneto e del PAT di Rosà non si esclude
le possibilità di rinvenire materiale di interesse archeologico nell’area. Sarà necessario pertanto porre
particolare attenzione alle attività che comportano manomissione di suolo con profondità più significative,
prevedendo di condurre gli scavi con assistenza di personale competente in materia archeologica, secondo
quanto definito o concordato con la soprintendenza. Tale attenzione permette di ridurre i rischi di
manomissione, deterioramento o distruzione di eventuali reperti. Si precisa infine che per quanto riguarda la
realizzazione delle condotte, l’opera rientra nella fattispecie del punto 15 Allegato A del DPR 31/2017, per
cui è prevista l’esclusione dall’autorizzazione paesaggistica.
Si stimano in conclusione effetti negativi lievi in fase di cantiere e nulli in fase di esercizio.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
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CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
Il territorio che si estende lungo l’asse di Montebelluna, Bassano del Grappa e il polo di Thiene-Schio è
caratterizzato da un sistema infrastrutturale che integra la direttrice principale est-ovest con elementi
secondari nord-sud. La prima ha una funzione territoriale, all’interno del corridoio pedemontano veneto,
sviluppandosi in relazione alla viabilità storica della Gasparona verso ovest e la SS 248 verso est. Desta
seconda direttrice si articola anche tramite le provinciali che attraversano gli abitati di Cassola e Riese Pio X.
Le necessità di garantire veloci ed efficienti spostamenti lungo questa direttrice hanno portato alla
realizzazione della Superstrada Pedeomontana Veneta, che nell’area ripercorre il tracciato della nuova
Gasparona (SP 111) e della SP 47. Dal centro di Bassano si sviluppano quindi i collegamenti storici che
mettono in relazione il polo con l’area del veneziano, la SS 245 Catellana, e con il padovano, SS 47. La rete
secondaria ha una funzione di collegamento locale, strutturano una maglia articolate che mette in relazione i
vari nuclei minori che insistono all’interno del territorio. Il sistema è quindi completato da una serie di
viabilità di distribuzione interne, legata soprattutto al tessuto agricolo del contesto e all’accessibilità delle
abitazioni sparse. La rete infrastrutturale esistente serve in modo capillare tutto il contesto indagato, sia su
scala territoriale che locale.
In fase di cantiere i possibili effetti sul sistema della mobilità sono legati alla presenza di cantieri o
lavorazioni all’interno della sede stradale o lungo i margini della stessa. Per gli attraversamenti della
viabilità principale saranno risolti attraverso perforazione, evitando così di interrompere la funzione
dell’asse stradale. Si prevede di far correre le tubazioni all’interno di controtubi in acciaio o c.a. al fine di
sostenere il carico degli strati superiori garantendo la sicurezza della nuova condotta ed evitando cedimenti
della struttura stradale. Le lavorazioni saranno così condotte esternamente alla sede stradale, o
coinvolgendone i margini, senza creare interruzioni prolungate o di porzioni significative della strada. Le
opere necessarie per gli attraversamenti della viabilità minore, o per interventi ai margini della sede stradale,
saranno condotte con cantieri mobili e coinvolgendo una sola corsi alla volta. La funzionalità e sicurezza
della mobilità sarà conseguita tramite apposizione di segnaletica, conformemente al codice della strada, e nei
punti più critici si potrà prevedere la presenza di moviere. I disturbi saranno pertanto limitati spazialmente e
temporalmente, e avranno effetto puntuale. Una volta terminate le attività i disturbi saranno rimossi. Gli
effetti si potranno avere quindi all’interno della rete viaria secondaria, con peso comunque ridotto. L’area
dove sarà realizzata la nuova centrale è defilata rispetto al tessuto insediativo. Più in particolare lo spazio è
accessibile dalla viabilità di servizio della vicina centrale idroelettrica e abitazioni poste a valle della
viabilità, non verranno quindi coinvolti tratti stradali caricati da particolari flussi veicolari. In conclusione si
stimano quindi effetti negativi limitati.
In fase di esercizio il progetto prevede, in caso di interferenza con la viabilità, di realizzare condotte
interrate, garantendo così la funzionalità di entrambi i sistemi. Le tratta che si svilupperanno al di sotto della
piattaforma stradale saranno collocate a quote tali da non interferire con la presenza d eventuali sottoservizi,
né con la stabilità del pacchetto stradale stesso. Le tubazioni collocate al di sotto della piattaforma stradale
saranno realizzate in ghisa o correranno all’interno di un controtubo in acciaio o c.a.. Questo garantisce
maggiore tenuta e stabilità del manufatto limitando gli interventi di manutenzione. Il materiale di riporto e
copertura garantisce la tenuta dei suoli al fine di evitare fessurazioni o disassamenti del manto stradale. A
seguito dell’entrata in funzione della rete di distribuzione non si avranno modifiche dei flussi viari, dal
momento che la tipologia d’intervento non ha relazioni con il sistema della mobilità. Per quanto riguarda la
nuova centrale, le unità movimentate saranno quelle legate alle fasi di controllo ed eventuale manutenzione
degli impianti. Si tratta di un’incidenza del tutto sporadica e marginale, tale da non avere effetti sul sistema
della mobilità, considerando come la viabilità di accesso alla centrale serva solamente l’impianto in oggetto,
la limitrofa centrale idroelettrica e alcune abitazioni limitrofe. L’entrata in funzione delle opere di progetto
non producono effetti sulla componente.
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VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI, FLORA, FAUNA
Le superfici direttamente interessati dall’intervento, così come gli spazi limitrofi, non rientrino all’interno
del sistema ecorelazionale di scala territoriale. In riferimento agli elementi che possono strutturare la
naturalità del sistema, e definire un sistema di carattere ecorelazionale, si rileva che all’interno del contesto
in oggetto non siano presenti macchie alberate o elementi lineari strutturati e continui. L’uso agricolo, e la
presenza di abitato sparso determina un sistema ecologico frammentato. Si stima limitata la presenza in
modo stabile o continuativo di specie di maggiore sensibilità e pregio, o che necessitano di spazi naturali con
bassi disturbi antropici, con limitata mobilità. Possono invece osservarsi in zona specie tipiche delle aree
urbane, che si adattano alla presenza dell’abitato e delle attività antropiche caratterizzati da buona mobilità,
e che utilizzano anche i piccoli spazi verdi presenti all’interno del tessuto urbano. Si tratta di specie di uccelli
comunemente presenti in corrispondenza degli spazi urbani, quali il merlo (Turdus merula), tordo (Turdus
philomelos), storno (Sturnus vulgaris), gazza, (Pica pica), cornacchia (Corvus corone). Si considera limitata la
presenza di mammiferi o rettili in ragione delle pressioni e attività antropiche. La tratta del Brenta prossima
all’area dove sarà realizzata la nuova centrale di pompaggio rientra nella rete Natura 2000, è in particolare si
tratta del SIC/ZPS “Grave e Zone umide del Brenta. Il sito, in prossimità dell’area d’intervento, ricomprende
lo spazio occupato dal corso d’acqua e gli ambiti golenali direttamente connessi al corpo idrico. Le valenze
naturalistiche sono date dalla componente fluviale e ambienti igrofili tipici dei fiumi alpini. Sono così
ricomprese le anse e i greti del fiume soggetti a pagazioni del corpo principale, e pertanto parzialmente e
temporaneamente sommerse.
Fase di cantiere
I potenziali disturbi o alterazioni che possono essere prodotti dalle attività di lavoro riguardano
l’occupazione di spazi naturali o seminaturali e la produzione di disturbi fisici, in particolare produzione di
inquinanti atmosferici, alterazione qualitativa e quantitativa dei corsi d’acqua e variazione del clima acustico.
Per quanto riguarda il clima acustico, è stato stimato come l’alterazione dovuta alle lavorazioni potrà avere
picchi superiori ai 90dB. Si tratta di momenti specifici connessi ad alcune fasi di lavorazione, in particolare
demolizioni o impiego di macchinari specifici. Mediamente le emissioni saranno più contenute, e comunque
discontinue. Gli effetti più significativi avranno pertanto carattere episodico, nonché temporaneo. Gli effetti
più rilevanti si registreranno in prossimità dei siti di lavorazione. Dal momento che gli spazi coinvolti dalle
opere connesse alla realizzazione della rete non sono caratterizzati da evidente significatività o sensibilità
ambientale, si stima come i disturbi precedentemente indicati non comportino alterazioni significative e tali
da creare alterazioni delle dinamiche naturalistiche dell’area in oggetto, così come del contesto connesso. Va
inoltre ricordato che i disturbi saranno discontinui e saranno rimossi una volta ultimate le opere.
Fase di esercizio
Non vengono introdotti sistemi o elementi che alterano lo stato fisico dei luoghi o introducono fonti di
emissioni o disturbo per le componenti fisiche e biotiche del contesto. Si ricorda che non si prevedono
aumenti delle quantità derivate dal fiume Brenta rispetto quanto già concesso. Non si stimano pertanto
alterazioni dello stato ambientale futuro connesse all’entrata in esercizio della proposta in oggetto, stimando
pertanto effetti nulli riferiti alla componente.
VALUTAZIONE
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CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
In fase di cantiere le lavorazioni saranno condotte utilizzando materiali e strumenti conformi alla vigente
normativa in materia di sicurezza e salute. L’uso di materiali e sostanze potenzialmente inquinanti o
pericolose per la salute sarà condotto da personale abilitato e con attenzioni e misure di sicurezza conformi
alla normativa e PSC. Questo garantisce un adeguato livello di sicurezza. Nel caso di incidenti o spandimenti
accidentali saranno avviate le procedure di sicurezza e allerta per ridurre i possibili rischi. In riferimento alle
normali attività di cantiere, i potenziali fattori di incidenza per la salute pubblica possono essere riferiti
essenzialmente alla produzione di gas di scarico dei mezzi e polveri. È stato stimato come l’incremento di
concentrazioni di inquinanti atmosferici sarà ridotto e comunque temporaneo. Le emissioni in atmosfera,
anche in ragione della limitata temporaneità delle fasi di lavorazione e tipologia dei mezzi, non saranno in
grado di definire incrementi di concentrazioni tali da risultare significative per la salute pubblica. Durante le
attività di cantiere non si prevedono variazioni dello stato qualitativo e quantitativo della risorsa idrica che
possano definire rischi connessi all’utilizzo irriguo delle produzioni agricole, anche in considerazione delle
attenzioni sopra indicate. Non si rilevano pertanto situazioni di rischio significativo per la salute pubblica.
In fase di esercizio i possibili effetti sulla componente atmosferica risulteranno rimossi. In relazione alla
possibilità di alterazione della risorsa idrica, la proposta in oggetto non incide in termini di alterazioni della
componente qualitativa o quantitativa della componente. Non si creano effetti di potenziale alterazione ne in
relazione al sistema a monte del punto di presa ne a valle. Tenendo tuttavia in considerazione i possibili
rischi di contaminazione o inquinamento del corpo idrico principale, nel caso intervengano incidenti o
situazioni non previste a monte, il blocco del sistema di adduzione principale nella centrale di pompaggio
potrà garantire la riduzione di potenziali rischi. I caratteri del sistema, e il contesto in cui si inserisce
l’intervento, permette di stimare come nulli i rischi per la salute pubblica, grazie anche alla possibilità di
intervenire in modo tempestivo in caso di potenziali rischi.
Non vi sono in merito segnalazioni da parte dell’Ulss competente per territorio.
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dall’intervento.
VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
CONCLUSIONI
Il progetto in esame non si pone in contrasto ovvero in condizioni di interferenze rispetto ad altri piani,
progetti o interventi in zone limitrofe, né questi ultimi possono interagire con l’intervento oggetto del
parere.
Non si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti.
Il grado di approfondimento documentale, la tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi
riportati possono essere considerati adeguati alle finalità che il proponente intende conseguire.
Non si ritiene di richiedere ulteriori integrazioni, approfondimenti o chiarimenti di sorta.
Non sussistono osservazioni contrarie alla realizzazione del progetto.
La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a ritenere come il
progetto non comporta pressioni o effetti significativi per l’ambiente.
Parimenti il progetto non determina alcun impatto aggiuntivo significativo rispetto all’esercizio delle altre
attività in atto, necessitando tuttavia di alcune specifiche prescrizioni al fine di consentire un adeguato
monitoraggio finalizzato alla verifica dei dati progettuali proposti, in tema di contenimento degli impatti.
Rispetto al territorio circostante l’iniziativa in esame va interpretata positivamente, sussistendo un’assenza
di rischi ambientali, sanitari ed ecologici
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Tutto ciò premesso si esprime
PARERE FAVOREVOLE
Alla esclusione dalla procedura V.I.A., subordinandolo alle prescrizioni di seguito citate.
1. Entro 60 giorni dovrà essere definito ed inviato al Comitato VIA un cronoprogramma di attuazione dei relativi siste -
mi di infiltrazione (AFI o altra tipologia) garantendo, in fase di attivazione del pluvirriguo, una adeguata superficie di
ricarica (AFI o altro sistema di ricarica) pari inizialmente ad almeno il 25% della portata stimata di 50.284.800 mc.
Vicenza, 01 agosto 2019
F.to Il Segretario F.to Il Presidente
Dott.ssa Silvia Chierchia Andrea Baldisseri
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