Determina esclusione a VIA Compostella A. S.r.l.
PROVINCIA DI VICENZA
Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243
DETERMINAZIONE N° 1644 DEL 11/11/2019
Servizio SUOLO RIFIUTI ACQUA
OGGETTO: ESCLUSIONE PROCEDURA DI VIA ART. 19 D.LGS. 152/2006 E S.M. E I.
DITTA:COMPOSTELLA A. S.R.L.
PROGETTO: IMPIANTO DI RECUPERO RIFIUTI NON PERICOLOSI.
LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNE DI CARTIGLIANO, VIA DELLE
INDUSTRIE N. 70.
IL DIRIGENTE
Vista la documentazione trasmessa in data 5 luglio 2019 agli atti con prot. n. 36456 riguardante lo
Studio Preliminare Ambientale da parte della ditta Compostella A. S.r.l. con sede legale in viale
Lungo Brenta n. 21 e sede operativa in via delle Industrie n. 70 nel comune di Cartigliano, relativa
al progetto di “Impianto di recupero rifiuti non pericolosi” richiedendo, contestualmente,
l’attivazione della procedura di verifica ai sensi dell’art.19 del D.Lgs. 152/2006.
Vista la documentazione integrativa allo Studio Preliminare Ambientale già presentato trasmessa
dal consulente della ditta per conto della stessa in data 28 ottobre 2019 con prot. n. 56186, come
richiesto dalla Provincia con nota agli atti prot. n. 47476 del 9 settembre 2019.
Dato atto che il progetto proposto rientra nella tipologia progettuale indicata al punto 7. progetti di
infrastrutture, lettera z.b) “Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità
complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9,
della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.” dell’allegato IV della parte seconda
del D.Lgs. 152/2006 e s.m.e i..
Tenuto conto che la verifica per tali progetti rientra tra le competenze inpiduate in capo alla
Provincia dalla Legge Regionale n. 4/2016 (Allegato A), con riferimento alla tipologia degli
interventi, come inpiduati negli allegati III e IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006.
Dato atto che, ai sensi dell’art. 19 c.2 del D.Lgs 152/2006, è stata effettuata tempestiva
pubblicazione sul sito provinciale dello studio preliminare ambientale e che ne è stata data
informativa al pubblico sul sito web della Provincia in data 11/07/2019, contestualmente alla
comunicazione di avvio procedimento alle amministrazioni e agli enti interessati per le opportune
valutazioni di competenza.
Considerato che il citato art. 19 prevede che l’autorità competente, verificato che il progetto non
abbia possibili effetti negativi e significativi sull’ambiente, dispone l’esclusione dalla procedura di
valutazione ambientale e, se del caso, impartisce le necessarie prescrizioni, ovvero, se il progetto ha
possibili impatti negativi e significativi sull’ambiente, applica le disposizioni del comma 9 del
presente articolo.
Dato atto che il Comitato tecnico provinciale VIA, nella seduta del giorno 7 novembre 2019, ha
disposto l’esclusione dalla procedura di valutazione ambientale con le prescrizioni contenute nel
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parere n.28/2019 allegato al presente provvedimento per costituirne parte integrante e sostanziale.
Ritenuto di far proprie le citate prescrizioni al fine di mitigare gli impatti ambientali e monitorare
nel tempo la situazione aziendale.
Dato atto che non è oggetto della presente procedura la verifica della conformità urbanistica/edilizia
dell’intervento e tenuto conto che rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali
pareri, nulla osta, autorizzazioni e assensi comunque denominati necessari per l’autorizzazione
dell’intervento.
Vista l’istruttoria del Comitato tecnico provinciale VIA conservata agli atti.
Viste le norme di procedura di VIA di cui al D.Lgs. 152/2006 e s.m.i..
Visto che il presente provvedimento viene emanato nel rispetto della tempistica prevista dal
succitato D.Lgs. 152/2006 e dal Regolamento sui procedimenti amministrativi di competenza della
Provincia di Vicenza (Deliberazione di Consiglio n. 37/2013) che è di giorni 90 ID PROC 45.
Vista la Legge Regionale 4 del 18 febbraio 2016 “Disposizioni in materia di valutazione di impatto
ambientale e di competenze in materia di autorizzazione integrata ambientale”;
Richiamata la Deliberazione del Consiglio Provinciale n.2 del 10/01/2019 con la quale è stato
approvato il Bilancio di Previsione 2019-2021;
Richiamato altresì il Decreto Presidenziale n. 11 del 31/01/2019 con cui è stato approvato il Piano
Esecutivo di Gestione 2019/2021 e il Piano Performance 2019/2021;
DETERMINA
1. che il progetto della ditta Compostella A. S.r.l. con sede legale in viale Lungo Brenta n. 21 e
sede operativa in via delle Industrie n. 70 nel comune di Cartigliano, relativa al progetto di
“Impianto di recupero rifiuti non pericolosi” è escluso dalla procedura di valutazione di
impatto ambientale di cui al D.Lgs. n. 152/2006 e alla L.R. 4/2016 e s.m.i. con le
prescrizioni riportate nel parere n.28/2019 allegato alla presente determinazione per
costituirne parte integrante e sostanziale;
2. che il Responsabile del procedimento provvederà alla pubblicazione del presente
provvedimento sul sito di questa Provincia e, in modo sintetico, sul Bollettino Ufficiale della
Regione Veneto;
3. che il presente provvedimento verrà pubblicato ai sensi dell'art. 23 D.Lgs. 33/2013;
4. di trasmettere il presente provvedimento alla ditta e al consulente, al comune di Cartigliano,
ad A.R.P.A.V., all’Azienda ULSS n. 7 Pedemontana e al Consorzio di Bonifica Brenta e ad
Etra S.p.A..
5. Di attestare che il presente provvedimento non comporta spese, minori entrate, nè riflessi
diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai
sensi art 49 del TUEL come modificato dalla Legge 213/2012).
6. di dare atto che al presente provvedimento sarà data esecuzione ad avvenuta pubblicazione
all'albo pretorio on line.
INFORMA
Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso avanti al Tribunale Amministrativo
Regionale per il Veneto, nel termine di 60 giorni dalla data di ricevimento della comunicazione del
presente atto, ovvero in alternativa ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni dalla
data di ricevimento della comunicazione del presente atto.
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Rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali ulteriori pareri, nulla osta,
autorizzazioni e assensi comunque denominati, necessari per l'attuazione dell'intervento.
Vicenza, 11/11/2019
Sottoscritta dal Dirigente
(MACCHIA ANGELO)
con firma digitale
---
Responsabile del Procedimento: Andrea BALDISSERI
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DITTA:COMPOSTELLA A. S.R.L.
PROGETTO: IMPIANTO DI RECUPERO RIFIUTI NON PERICOLOSI.
LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNE DI CARTIGLIANO, VIA DELLE
INDUSTRIE N. 70.
CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE
Si certifica che copia della presente determinazione è pubblicata all'albo pretorio di questa
Provincia per 15 giorni dal 11/11/2019.
Vicenza, 11/11/2019
Sottoscritto dall'addetto alla pubblicazione
(BERTACCHE CRISTINA)
con firma digitale
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AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
SETTORE AMBIENTE - SERVIZIO VIA
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Compostella A. S.R.L.
PARERE N. 28/2019
Oggetto: Impianto di recupero rifiuti non pericolosi.
PROPONENTE: Compostella A. srl
SEDE LEGALE: Viale Lungo Brenta n. 21 – Cartigliano
SEDE INTERVENTO: Via delle Industrie n. 70 - Cartigliano
TIPOLOGIA ATTIVITÀ: Impianto di recupero rifiuti
PROCEDIMENTO: Verifica di assoggettabilità ex art.19 del D.Lgs. 152/2006.
MOTIVAZIONE V.I.A: ALLEGATO IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - 7. Progetti di
infrastrutture z.b) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non
pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante
operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del
decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
COMUNE INTERESSATO: \\\
DATA DOMANDA: 05 luglio 2019
DATA PUBBLICAZIONE: 11 luglio 2019
DATA INTEGRAZIONI: 28 ottobre 2019
DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
Progetto Preliminare
A1 Relazione Tecnica Descrittiva del Progetto
A1.1 Documentazione comprovante la proprietà dell'immobile
A1.2 Certificato di Destinazione Urbanistica dell'area
A1.3 Iscrizione Albo Gestori Ambientali
A1.4 Attestati Regolamenti UE n. 333/2011 e n. 715/2013
A1.5 Prospetto dei rifiuti in ingresso
A1.6 Prospetto dei quantitativi dei rifiuti in stoccaggio
A2 Elaborati grafici
A2.1 Inquadramento territoriale
Estratto C.T.R. Scala 1:10.000
Planimetria catastale Scala 1:2.000
Ortofoto satellitare
Estratti P.A.T. Scala 1:10.000
Estratto P.I. Scala 1:2.000
A2.2 Sistemazioni esterne
Planimetria Scala 1:400
A2.3 Strutture edilizie (pianta, sezioni e prospetti)
Piante, prospetti e sezioni scala 1:200
A2.4 Lay-out impianto Scala 1:100
A2.5 Planimetria rete scarichi e particolari costruttivi manufatti Scala 1:100
Studio Preliminare Ambientale
B1 Relazione dello Studio Preliminare Ambientale
B1.1 Richiesta di autorizzazione paesaggistica (ordinaria)
B2 Valutazione previsionale dell'impatto acustico
B3 Relazione geologica, geotecnica ed idrogeologica
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B4 Relazione di compatibilità idraulica
B5 Raccolte cartografiche
B6 Documentazione fotografica
B7 Attestazione della non necessità della V.Inc.A.
PREMESSE
La ditta svolge attività di recupero rifiuti speciali non pericolosi (costituiti da rottami metallici) in procedura
semplificata di comunicazione, (provvedimento di A.U.A. della Provincia di Vicenza n. 198 del 05/08/2014),
nel proprio impianto localizzato in Via Lungo Brenta, n. 21 in Comune di Cartigliano.
Al fine di riorganizzare al meglio la propria attività, la ditta ha acquisito in leasing un lotto di terreno (com-
prensivo di capannone industriale) al civico n. 70 di Via delle Industrie a Cartigliano, precedentemente occu-
pato da una centrale di betonaggio, e nel quale la ditta intende trasferire il proprio impianto di recupero; con
l’occasione del trasferimento, la ditta intende anche potenziare la propria attività, aumentando le tipologie di
rifiuti conferibili ed implementando anche l’operazione di selezione e cernita R12.
Il sito di progetto insiste su un lotto avente una superficie di circa 9˙350 mq, comprendente anche un capan-
none industriale (esistente) della superficie coperta di 820 mq.
La ditta ha presentato una pratica edilizia per la costruzione di un’ulteriore corpo di fabbrica di dimensioni
69 m x 49 m e con un’altezza media sottotrave di 15 m. Il nuovo fabbricato, previsto in aderenza al lato sud
del fabbricato esistente, occuperà buona parte del lotto ed il nuovo corpo di fabbrica sarà tamponato soltanto
parzialmente. Le pareti della facciata sud dell’edificio esistente saranno demolite.
A seguito dell’ampliamento edilizio previsto, la superficie coperta complessiva dell’impianto di recupero in
progetto ascenderà a circa 4˙380 mq.
L’area di pertinenza esterna dell’impianto sarà impermeabilizzata con massetto in calcestruzzo armato, a
meno di una fascia perimetrale di circa 850 mq che sarà mantenuta a verde.
Sui lati nord, sud ed ovest è prevista la piantumazione di una barriera arborea di mitigazione
ambientale/paesaggistica avente un larghezza di circa 2 m sui lati nord e sud, opportunamente raccordata e
aumentata fino a 5 m sul lato ovest a confine con l’area golenale del Fiume Brenta.
Nell’impianto di recupero in progetto saranno ancora conferiti e trattati prevalentemente rottami metallici
ma, in minor frazione, anche rifiuti di carta, legno, plastica e vetro
Per il nuovo impianto di recupero si prevede una potenzialità massima giornaliera di conferimento e tratta-
mento di rifiuti in ingresso pari a 400 t/giorno, corrispondente a una potenzialità massima annua di conferi-
mento e trattamento pari a 90˙000 t/anno di rifiuti non pericolosi.
La capacità di stoccaggio complessiva dell’impianto di recupero, intesa come somma della messa in riserva
dei rifiuti in ingresso e del deposito temporaneo dei rifiuti prodotti dall’attività di recupero, valutata in base
alle aree e ai sistemi di contenimento disponibili, ascenderà ad un quantitativo massimo di 1˙851 t di rifiuti.
UBICAZIONE
Il sito di progetto del nuovo impianto di recupero di Compostella A. S.r.l. Unipersonale è previsto nella
Z.A.I. del Comune di Cartigliano.
La Z.A.I. si estende a sud-ovest del centro abitato, per un tratto di circa un chilometro e mezzo lungo la
sponda sinistra del Fiume Brenta, che delimita naturalmente il confine occidentale del Comune di Cartiglia-
no. A est della Z.A.I. trovasi un’estesa area residenziale che si sviluppa lungo Via Rive – Via Vivaldi, la prin -
cipale arteria di comunicazione che collega il centro di Cartigliano con quello di Tezze sul Brenta.
L’area di progetto è classificata dallo strumento urbanistico comunale come D1.1/4b: “zona per insediamenti
produttivi artigianali ed industriali”.
Tutta l’area di pertinenza è recintata e dispone di tre accessi carrai da Via delle Industrie.
Il sito si colloca circa un chilometro a sud-ovest del centro abitato di Cartigliano.
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L’edificio “stabilmente occupato” più vicino è l’abitazione del custode della ditta Conceria Cervinia S.p.A.
che si colloca circa 90 m a nord-est del confine di proprietà del sito di progetto.
Nella fattispecie entro il raggio di 100 m dall’abitazione inpiduata ricadrebbero soltanto gli uffici del nuo-
vo impianto e l’accesso carraio più a nord e comunque un’area in cui non sono previsti depositi e men che
meno operazioni di selezione e recupero di rifiuti.
Ortofoto del sito
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QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
• Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
• Piano Territoriale Provinciale di Coordinamento (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
• Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di Cartigliano;
• Piano degli Interventi (P.I.) del Comune di Cartigliano;
• Piano Regionale di Tutela delle Acque (P.T.A.);
• Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Urbani e Speciali;
• Rete Natura 2000.
Il Quadro Programmatico evidenzia un’adeguata inpiduazione ed analisi degli strumenti di pianificazione
territoriale che interessano l’area, ad eccezione del Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico (PAI), di cui si
chiede la trattazione e la messa in relazione con la proposta progettuale.
Inoltre, si ritengono necessari i seguenti approfondimenti.
PIANO TERRITORIALE REGIONALE DI COORDINAMENTO (P.T.R.C.) VIGENTE: per il quale occorre che
l’impianto previsto sia messo in relazione con quanto indicato alle Tavole nn.1/2/5 e, per quanto riguarda gli
“ambiti per istituzione di parchi riserve naturali regionali (art. 33 N.d.A)” e le “zone umide (art. 21 N.d.A.)”,
con le norme di salvaguardia previste dalle Norme di attuazione del PTRC. Agli artt. 21 e 33.
PIANO TERRITORIALE REGIONALE DI COORDINAMENTO (P.T.R.C.) ADOTTATO: per il quale occorre
che l’impianto previsto sia messo in relazione con quanto indicato nell’elaborato “Ambiti di Paesaggi, atlante
ricognitivo” della variante al PTRC (adottato nel 2009), adottata con D.G.R. n. 427/2013, e,
conseguentemente, con gli “obiettivi e indirizzi di qualità paesaggistica” relativi all’ambito interessato “21-
Alta Pianura tra Brenta e Piave” (pag. 268), in particolare i punti 3, 5, 21, 26.
PIANO REGIONALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI E SPECIALI: per il quale occorre che l’impianto
previsto sia messo in relazione con quanto indicato con l’Allegato A alla DCR n. 30/2015indica che per le aree
tutelate ai sensi degli artt. 10, 11 e 134 del D.Lgs 42/2004 è esclusa la realizzazione di impianti appartenenti
ad ogni tipologia impiantistica.
PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO (P.A.T.) DI CARTIGLIANO
Lo S.P.A. non indica il fatto che l’area interessata dall’intervento:
- “Elaborato 1 del P.A.T. - Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale” è in parte, all’interno di
“Ambiti per l'istituzione di Parchi e riserve naturali ed archeologiche ed a tutela paesaggistica - "Parco del
Medio Corso del Brenta (art. 16)", “Aree a pericolosità Idraulica F - Area Fluviale in riferimento al PAI (art.
15)”, “Idrografia fasce di rispetto (art. 14)”;
- “Elaborato 2 del P.A.T. - Carta delle invarianti” è a ridosso di “Grave e Zone umide del Brenta (art. 20)”;
- “Elaborato 3 del P.A.T. - Carta delle fragilità” è a ridosso di “Zona di tutela – Corsi d’acqua (art. 23)“,
“Zona di tutela – Aree comprese fra gli argini maestri e il corso di acqua (art. 23)”, “Area non idonea (art.
22)”.
Occorre, pertanto, che l’impianto previsto sia messo in relazione con quanto sopra indicato, in particolare
con le ragioni che hanno portato ad inpiduare l’area come “idonea a condizione” e “Zona di tutela – Fascia
di profondità (art. 23)“.
Infine da chiarire se l’intervento proposto abbia bisogno, per essere realizzato, di variante urbanistica ai sensi
dell’art. 208, comma 6, del D.Lgs. 152/2006 e ss. mm. e ii.). In caso affermativo occorre specificare le norme
incoerenti con il progetto.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto, si rileva, tuttavia la necessità di verificare
puntualmente, nell’ambito della procedura di approvazione progetto, la conformità a quanto indicato
nell'all. A del piano regionale rifiuti (1.3.1 Vincolo paesaggistico - Allegato A DCR n. 30 del 29 APR. 2015
ELABORATO - D PROGRAMMI E LINEE GUIDA 1. CRITERI PER LA DEFINIZIONE DELLE AREE NON
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IDONEE ALLA LOCALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI DI RECUPERO E SMALTIMENTO DEI RIFIUTI)
che, per le aree tutelate ai sensi degli artt. 10, 11 e 134 del D.Lgs 42/2004, prevede l’esclusione della
realizzazione di impianti appartenenti ad ogni tipologia impiantistica.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento; si ritiene tuttavia di prevedere che nell’ambito della successiva procedura autorizzativa ex art.208 del
D.Lgs. n.152/2006 debba essere acquisito il parere della Regione Veneto di conformità al Piano Regionale di Gestione
dei Rifiuti Urbani e Speciali (P.R.G.R.U.S.).
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
Il sito di progetto insiste su un lotto avente una superficie di circa 9˙350 mq, comprendente anche un
capannone industriale (esistente) della superficie coperta di 820 mq, che veniva utilizzato dalla ditta
precedentemente insediata (Betonrossi S.p.A.) parte per uffici e servizi del personale e parte restante per il
rimessaggio dei vettori. Il fabbricato, con struttura prefabbricata e tamponato su tutti i lati, ha dimensioni (in
pianta) di 41 m x 15 m e un’altezza sottotrave di 8,5 m. Sul lato sud la copertura è prolungata con una tettoia
profonda 5 m, mentre sulla facciata sono ricavati n. 3 portoni di dimensioni 6 m x H 5 m e una porta di
accesso del personale agli uffici. Il Proponente ha presentato una pratica edilizia per la costruzione di
un’ulteriore corpo di fabbrica di dimensioni 69 m x 49 m e con un’altezza media sottotrave di 15 m. Il nuovo
fabbricato, previsto in aderenza al lato sud del fabbricato esistente, occuperà buona parte del lotto. Il nuovo
corpo di fabbrica sarà tamponato soltanto parzialmente e, in particolare, sul lato est da una parete in c.a.,
nella quale saranno ricavati n. 2 ampi accessi carrai della larghezza di 10 m. Il fabbricato esistente verrà
inoltre ampliato sul lato ovest con analogo corpo di fabbrica, a struttura prefabbricata, avente un sedime di
22 m x 15 m ed un’altezza sottotrave di 8,5 m; il fabbricato sarà tamponato con muratura in c.a. a meno del
lato ovest, che rimarrà aperto per consentire un agevole accesso ai vettori di conferimento rifiuti. A seguito
dell’ampliamento edilizio previsto, la superficie coperta complessiva dell’impianto di recupero in progetto
ascenderà a circa 4˙380 mq. L’area di pertinenza esterna dell’impianto sarà impermeabilizzata con massetto
in calcestruzzo armato,a meno di una fascia perimetrale di circa 850 mq che sarà mantenuta a verde. Sui lati
nord, sud ed ovest è prevista la piantumazione di una barriera arborea di mitigazione
ambientale/paesaggistica che verrà realizzata con una varietà mista di cespugli, alberi e arbusti, avente un
larghezza di circa 2 m sui lati nord e sud, opportunamente raccordata e aumentata fino a 5 m sul lato ovest a
confine con l’area golenale del Fiume Brenta.
DESCRIZIONE DEL CICLO DI PRODUZIONE
La ditta svolge attualmente l’attività di recupero rifiuti speciali non pericolosi (costituiti da rottami metallici)
in procedura (semplificata) nell’impianto di Via Lungo Brenta, n. 21 in Comune di Cartigliano e, con il
progetto proposto, si intende trasferire l’impianto di recupero al
fine di consolidare e riorganizzare al meglio la propria attività.
Nell’impianto in progetto saranno ancora conferiti e trattati
prevalentemente rottami metallici e, in minor misura, rifiuti di
carta, legno, plastica e vetro.
L’impianto sarà sostanzialmente strutturato in tre settori:
• nel nuovo corpo di fabbrica verranno conferiti e trattati i
rifiuti metallici ferrosi (settore “rottami ferrosi”),
• all’interno del fabbricato esistente verranno conferiti e trattati
i rifiuti metallici non ferrosi (settore “rottami non ferrosi”),
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• nel nuovo corpo di fabbrica in ampliamento (prolungamento) del fabbricato esistente verranno messi in
riserva i rifiuti di carta e cartone, legno, plastica e vetro (settore “altri rifiuti”).
Con il trasferimento, la ditta intende ampliare la gamma di codici C.E.R. dei rifiuti da conferire,
implementando anche l’operazione di selezione-cernita R12. In particolare, oltre ai rifiuti metallici, la ditta
intende ritirare anche altri rifiuti di vetro, plastica, cartongesso, carta e legno, al fine di offrire un servizio
completo ai propri Clienti.
Di seguito si riportano i codici C.E.R. dei rifiuti che si richiede di poter conferire
all’impianto di recupero in progetto:
• rifiuti di carta e cartone (tipologia 1.1): 15 01 01, 15 01 05, 15 01 06;
• rifiuti di vetro (tipologia 2.1): 15 01 07, 16 01 20, 17 02 02, 19 12 05;
• rifiuti di plastica (tipologie 6.1, 6.2): 07 02 13, 12 01 05, 15 01 02, 16 01 19, 17 02 03, 19 12 04;
• rifiuti di cartongesso (tipologia 7.1): 17 08 02;
• rifiuti di legno (tipologia 9.1): 15 01 03, 17 02 01, 19 12 07;
• rifiuti di metalli ferrosi (tipologia 3.1): 12 01 01, 12 01 02, 12 01 99, 15 01 04, 16 01 17, 17 04 05, 19 12 02, 20
01 40;
• rifiuti di metalli non ferrosi (tipologie 3.2, 3.3): 11 05 01, 12 01 03, 12 01 04, 15 01 04, 17 04 01, 17 04 02, 17 04
03, 17 04 04, 17 04 06, 17 04 07, 19 10 02, 19 12 03, 20 01 40;
• altri rifiuti contenenti metalli: 16 01 18, 16 02 14, 16 02 16, 17 04 11.
Per quanto riguarda i rifiuti contenenti metalli, oltre alla messa in riserva (R13) per codici C.E.R. o per
tipologia, si intendono effettuare le seguenti operazioni di recupero:
• recupero di metalli (R4) mediante operazioni di cernita manuale a terra con l’ausilio di caricatore a polipo
(selezione in cumulo), finalizzato all’ottenimento di metalli (EoW / M.P.S.) commercializzabili;
• selezione e cernita (R12) finalizzata alla rimozione di eventuali componenti indesiderate e alla
preparazione di partite omogenee di rifiuti da destinare ad impianti di recupero autorizzati;
• riduzione volumetrica (eventuale) mediante cesoiatura;
• cernita, riduzione volumetrica e trattamento (R12) di cavi elettrici mediante attrezzatura pelacavi.
Per il nuovo impianto di recupero si prevede una potenzialità massima giornaliera di conferimento e
trattamento di rifiuti in ingresso pari a 400 t/giorno, corrispondente a una potenzialità massima annua di
conferimento e trattamento pari a 90˙000 t/anno di rifiuti non pericolosi.
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Si richiede di specificare le modalità gestionali previste in tema di certificazioni EoW 333/2011 e 715/2013,
peraltro in scadenza a gennaio 2020, al fine del riconoscimento nel nuovo sito di produzione.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
111
QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
Dai risultati delle campagne di monitoraggio A.R.P.A.V., condotte nel 2018 nei Comuni di Rosà e Nove, la
situazione della qualità dell’aria locale risulta generalmente positiva, con le uniche criticità riscontrate in
merito a PM10 e benzo(a)pirene che riguardano prevalentemente il periodo invernale e sono causate
soprattutto dal riscaldamento domestico e dal traffico veicolare.
L’attività in oggetto tratta rifiuti prevalentemente metallici non pericolosi, per i quali sono previste
unicamente operazioni di messa in riserva e di selezione/cernita con eventuale riduzione volumetrica. Tutte
le operazioni verranno effettuate all’interno dei capannoni e non sono presenti emissioni convogliate di
sorta. La movimentazione dei rifiuti può tuttavia determinare la formazione e la dispersione di polveri
(emissioni diffuse), comunque di entità tale da non poter obiettivamente comportare alcuna variazione
significativa della qualità dell’aria dell’ambiente circostante. Infatti, date la tipologia di rifiuti trattati (non
pericolosi, pesanti e complessivamente compatti / non polverulenti) e le operazioni di recupero effettuate,
cioè l’assenza di sorgenti emissive (come trituratori / macinatori), la formazione di polverosità aerodispersa
(e conseguentemente di emissioni diffuse) rappresenta una circostanza occasionale / accidentale, la cui
incidenza è peraltro sicuramente trascurabile rispetto a quella attribuibile all’intenso traffico veicolare, anche
pesante, circolante sulla viabilità locale.
Sulla base delle considerazioni sopra esposte, si può considerare come trascurabile l’impatto determinato
dall’esercizio dell’attività in progetto sulla componente ambientale “atmosfera”.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
L’attività di recupero rifiuti in progetto non dà luogo a scarichi di acque reflue industriali. Gli unici scarichi
idrici previsti per l’attività sono quelli dei servizi igienici (reflui assimilati a domestici che saranno recapitati
in pubblica fognatura) e delle acque meteoriche di dilavamento del piazzale pavimentato scoperto. Le aree di
deposito dei trucioli/limatura (di metalli ferrosi e non ferrosi) saranno presidiate da canalette grigliate in
modo da corrivare eventuali colaticci oleosi in pozzettoni in c.a.v. a tenuta dedicati (uno per il settore “rifiuti
ferrosi” ed uno per il settore “rifiuti non ferrosi”). Anche il settore dei “rifiuti non ferrosi” verrà organizzato
con una rete interna di caditoie per raccogliere e corrivare eventuali spanti/colaticci al medesimo pozzetto di
raccolta che presidia il deposito dei trucioli. I colaticci raccolti vengono successivamente gestiti come rifiuti
liquidi da conferire ad impianti terzi autorizzati.
Tutti i depositi di rifiuti e le aree operative (di trattamento) sono previsti su superficie impermeabilizzata
coperta, al riparo dagli agenti atmosferici, mentre l’area di pertinenza esterna dell’impianto (pure
impermeabilizzata con massetto di calcestruzzo armato) sarà utilizzata esclusivamente per la logistica dei
trasporti afferenti all’impianto. Quantunque non sia previsto alcun deposito e nessuna operazione in area
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scoperta e non sussistendo quindi un concreto rischio di dilavamento meteorico di sostanze pericolose o
pregiudizievoli per l’ambiente, prudenzialmente si prevede la raccolta e il trattamento di un congruo volume
di pioggia insistente sull’area impermeabilizzata scoperta.
In particolare, si prevede di raccogliere e trattare un volume di acque meteoriche corrispondente ai primi 20
mm di precipitazione uniformemente distribuita sulla superficie impermeabilizzata scoperta dell’impianto
(pari a circa 4˙100 mq), considerato come “prima pioggia”, ancorché con questo termine si intenda un
volume significativamente inferiore (corrispondente ai pimi 5 mm di precipitazione).
Il volume di acque di “prima pioggia” risulta così pari a: 4˙100 mq x 0,020 m = 82 mc
L’impianto di raccolta e trattamento della “prima pioggia” sarà costituito, nell’ordine, dai seguenti manufatti
(interrati):
• n. 3 vasche in c.a.v. di raccolta-decantazione-disoleazione statica, in serie, tra loro collegate (nella parte
bassa), aventi pianta rettangolare e dimensioni interne (cadauna): 2,16 x 7,06 x H 2,15 m, con un tirante
d’acqua (utile) di 1,80 m, che assicurano un volume di raccolta complessivo di oltre 82 mc (circa 27,5 mc
cad.); nell’ultima vasca sarà ricavato un vano nel quale verrà installata una pompa sommergibile di
sollevamento al disoleatore finale;
• un disoleatore finale con filtro a coalescenza.
La superficie scoperta dell’impianto sarà sagomata con pendenze atte a favorire lo sgrondo delle acque
meteoriche insistenti sul piazzale verso canalette grigliate di raccolta e drenaggio, esternamente delimitate
da una cordonata di contenimento calettata alla pavimentazione in calcestruzzo, che risulterà pertanto
idraulicamente compartimentata. Il volume di acque
meteoriche corrispondenti alla “prima pioggia” verrà
convogliato, attraverso apposito pozzetto “scolmatore”, nella
prima vasca di raccolta. Le vasche di raccolta saranno
collegate l’una all’altra (nella parte bassa) e nell’ultima sarà
ricavato apposito vano di sollevamento, strutturato in modo
da assicurare il trattenimento sia dei solidi decantati che di
eventuali sostanze flottanti; in questo modo le vasche
svolgeranno anche una funzione di decantazione e di
predisoleazione “statica” delle acque raccolte. Nel vano di
sollevamento sarà installata una pompa sommergibile con
funzionamento controllato da un dispositivo sensore di
pioggia-temporizzatore oltreché da un regolatore di livello
(per arresto pompa al raggiungimento del livello minino).
L’acqua (decantata e pre-disoleata) verrà quindi sollevata ad
un disoleatore finale con filtro a coalescenza da cui si dipartirà
il collettore di scarico (dell’acqua meteorica trattata) nella
fognatura pubblica acque nere gestita da ETRA S.p.A.; a monte
del punto di allacciamento al collettore fognario è prevista la posa in opera di un pozzetto di ispezione. Per
non gravare idraulicamente la condotta fognaria pubblica durante ed immediatamente dopo la cessazione
dei singoli eventi meteorici e, soprattutto, per consentire la decantazione di eventuali corpi solidi e
l’affioramento di eventuali sostanze flottanti nelle vasche di raccolta, l’attivazione della pompa di
svuotamento deve avvenire con un congruo ritardo rispetto alla cessazione dell’evento meteorico. Qualora
l’intensità e/o il prolungarsi della precipitazione dovessero comportare il superamento del volume delle
vasche di raccolta, il volume eccedente di precipitazione (acque meteoriche ampiamente di “seconda
pioggia”) verrà scolmato, attraverso apposito collettore di sfioro, e avviato a smaltimento nell’immediato
sottosuolo attraverso apposita trincea drenante (disperdente) da realizzarsi nella fascia verde a ridosso del
confine sud dell’area pertinenziale dell’impianto.
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Le acque meteoriche dei pluviali delle coperture, sicuramente incontaminate stante l’assenza di emissioni
convogliate di sorta, verranno smaltite direttamente nel sottosuolo attraverso un sistema di pozzi
disperdenti.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
Il sottosuolo dell’alta pianura vicentina, è costituito da depositi ghiaiosi di origine alluvionale e
fluvioglaciale, sino al substrato roccioso, che costituiscono un materasso ghiaioso indifferenziato, a monte
della fascia delle risorgive, sede di un unico acquifero a superficie libera, con continuità laterale determinata
dal contatto diretto tra i materiali grossolani permeabili dei persi conoidi fluvioglaciali.
L’alimentazione del sistema idrogeologico dell’alta pianura del bacino del Brenta avviene in massima parte
per apporti sotterranei derivanti dalle dispersioni idriche di subalveo dei corsi d’acqua naturali
(segnatamente il fiume Brenta) e artificiali (canali di irrigazione), e solo secondariamente determinate
dall’infiltrazione degli afflussi meteorici.
Il Rapporto Ambientale della VAS del Comune di Cartigliano evidenzia come la direzione prevalente dei
deflussi sotterranei in sinistra idrografica del Fiume Brenta manifestino un’orientazione di tipo NNO-SSE,
mentre in destra idrografica la direttrice di scorrimento è all’incirca meridiana. Il gradiente idraulico medio
locale risulta pari a 1 ÷ 3 ‰, con i valori massimi nei pressi delle aree in fregio all’asta fluviale.
Sulla base dei dati bibliografici, il Rapporto Ambientale della VAS stima che localmente la superficie libera
della falda oscilli mediamente attorno a 10 ÷ 20 m di profondità dal p.c., con un regime freatico
contraddistinto in genere da una piena autunnale e da una magra tardo-invernale, con escursioni massime di
circa 8 ÷ 9 m.
Dalle misurazioni effettuate in alcuni pozzi della zona, il livello statico della faldanell’area in esame si
colloca mediamente a -10 m dal p.c. con escursioni massime tra le fasi di piena e di magra pari a 4 m
(inferiori a quelle stimate dal Rapporto Ambientale della VAS).
Per quanto attiene la qualità delle acque sotterranee si fa riferimento al rapporto tecnico di A.R.P.A.V. sullo
stato delle acque sotterranee del Veneto del 2017.
Dai risultati del monitoraggio di A.R.P.A.V. nel punto di misura di Cartigliano si evince come tutti i
parametri indagati risultino compatibili con gli standard di concentrazione previsti, concorrendo a definire
come “buona” la qualità dell’acquifero sotterraneo locale. I risultati analitici hanno comunque evidenziato
uno stato qualitativo delle acque sotterranee complessivamente buono per l’intera area del Bassanese, con
un’unica criticità in merito ai composti alogenati, il cui superamento dei limiti legge è stato accertato in
corrispondenza del punto di monitoraggio della falda freatica a Marostica, a circa 5 km a nord-ovest di
Cartigliano.
Il progetto di che trattasi prevede di movimentare, stoccare e trattare i rifiuti esclusivamente all’interno dei
capannoni, su superficie impermeabilizzata coperta e al riparo dagli agenti atmosferici, mentre le aree
pavimentate esterne saranno utilizzate unicamente per la logistica dei trasporti (circolazione dei mezzi
afferenti l’impianto). Per quanto riguarda la descrizione della gestione delle acque rispetto al suolo vedasi la
parte di “caratterizzazione dell’ambiente idrico”.
Non si rilevano criticità idrauliche in merito all’esaurimento delle acque meteoriche di seconda pioggia
mediante trincea disperdente, in ragione della matrice ghiaiosa del sottosuolo che è caratterizzata da un
elevato grado di permeabilità.
Il Comune di Cartigliano non era classificato sismico ai sensi del D.M.19.03.1982. In base alla OPCM 3274 del
20.03.03 che ha riclassificato l’intero territorio nazionale, il Comune è inserito in zona sismica di tipo 3.
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VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
Il sito di progetto si colloca all’interno della Z.A.I. di Cartigliano, in un’area inpiduata in classe V^ “aree
prevalentemente industriali” dal Piano Comunale di Zonizzazione Acustica, per cui sono applicabili i limiti
acustici di emissione di 65 dB(A) diurni e 55 dB(A) notturni di cui alla tabella B del D.P.C.M. 14/11/97 e i
limiti di immissione acustica di 70 dB(A) diurni e 60 dB(A) notturni di cui alla tabella C del D.P.C.M.
14/11/97. A ovest del sito di progetto, verso il Fiume Brenta, sono presenti a scalare una fascia in classe IV^
“aree di intensa attività umana” e successivamente una fascia inserita in classe III^ “aree di tipo misto”,
mentre sui rimanenti lati si estende la Z.A.I. di Cartigliano, ricadente interamente in classe V^.
L’attività della ditta verrà svolta esclusivamente in periodo diurno, con un’orario
di lavoro compreso tra le 7,30 e le 18,00 circa.
Le principali sorgenti acustiche significative per l’attività in
progetto riguardano:
• la circolazione dei vettori di conferimento;
• le operazioni di carico/scarico di rifiuti e M.P.S./EoW
mediante scarramento ovvero con l’ausilio di caricatore a
polipo;
• la selezione/cernita dei rifiuti mediante caricatore a
polipo;
• la circolazione interna dei carrelli elevatori;
• la riduzione volumetrica dei materiale metallici con pinza
pneumatica ovvero con pressa-cesoia.
E’ stata effettuata una modellizzazione acustica co apposito
programma prendendo come siti bersaglio i seguenti:
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Le conclusioni della specifica “Valutazione previsionale dell’impatto acustico” redatta dai tecnici
competenti, indicano come i livelli di rumore determinati dall’esercizio dell’impianto in progetto rispettino i
limiti stabiliti dal Piano di Zonizzazione Acustica Comunale. Inoltre in corrispondenza dell’area della Rete
Natura 2000 e dell’esistente area posta in classe I del Brenta si garantiscono livelli sonori compatibili con la
presenza della fauna selvatica e dei limiti di legge.
Si ritiene che il grado di approfondimento del documento di Valutazione Previsionale di Impatto Acustico
non sia sufficiente viste le finalità e le problematiche emerse; l’argomento non e’stato trattato, relativamente
agli impatti acustici determinati dalle future attività e impianti dell’azienda per il periodo diurno, così come
richiesto dalla normativa di settore (ai sensi dell’art. 8 della Legge Quadro n.447 del 26.10.1995 e successive
norme attuative).
Di seguito si chiede:
- La valutazione dell’analisi del traffico indotto, con indicazioni riferibili sui percorsi di collegamento alle
strade principali usati dai mezzi di trasporto del materiale in ingresso e in uscita dal lotto e sulle emissioni di
traffico indotto prodotte dall’attività sulle strade afferenti l’area in esame, allo scopo di valutare l’effettiva
incidenza dei livelli incrementali prodotti dai mezzi dell’attività in funzione dell’effettiva classificazione
secondo DPR n. 142/2004 delle infrastrutture stradali percorse dai mezzi aziendali e privati leggeri e pesanti.
Tali livelli, anche come sommatoria degli effetti del traffico esterno alla futura attività saranno confrontati
con i limiti delle infrastrutture stradali percorse dai mezzi di trasporto di cui sopra.
i) A riguardo si evidenziano anomalie relative ai livelli di rumore riscontrati nella documentazione e usati
per il confronto con i limiti normativi; non è opportuna la scelta di tempi di misura brevi, non adeguati alla
caratterizzazione dei livelli di rumore medi, con conseguenti possibili errori di stima dei livelli di emissione
delle infrastrutture stradali e dei livelli relativi alla caratterizzazione del clima acustico ante operam.
ii) Di seguito alle valutazioni effettuate con gli approfondimenti riguardanti la richiesta di integrazioni di cui
sopra, se si riscontrassero criticità legate all’attuale traffico caratterizzante l’area di indagine con conseguenti
alterazioni di tali livelli, dovute agli incrementi del traffico veicolare indotto dalla attività, si indica
l’opportunità di valutare delle possibili alternative concordate anche con le Amministrazioni Comunali
specifiche ai percorsi prevalenti di collegamento al lotto aziendale, anche come sistemi di mitigazione dei
livelli sonori prodotti dal traffico indotto, nei confronti dei ricettori impattati, a scopo di riportare nei limiti
di norma (tabella 2 del DPR 142/2004) i suddetti valori di emissione sonora.
- La verifica dei livelli di clima acustico e dei livelli di immissione ed emissione prodotti dalle attività e
impianti della futura azienda in progetto per l’area inserita in classe I relativa al prossimo sedime del fiume
Brenta.
- Nel caso di eventuali riscontri di potenziali o manifeste criticità acustiche si predisponga dei sistemi di
contenimento e di mitigazione delle emissioni di rumore impattanti, nei confronti dei ricettori e area
sensibili più prossimi alle attività, mezzi e impianti di progetto.
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Quindi:
Si verifichi con rilievo fonometrico, in periodo diurno, i livelli di rumore residuo scorporati dalle emissione
stradali e non, presso i ricettori indagati nella valutazione e presso l’area posta in classe I sita a ovest del lotto
aziendale dell’attività futura indagata; nonché i valori LeqA e L95 orari più bassi (essendo in fascia di
pertinenza stradale) riscontrati dal monitoraggio, che saranno usati per la verifica del livello differenziale
presso i suddetti ricettori.
Si presti attenzione alle adeguate tempistiche e posizioni di monitoraggio, considerando punti/ricettore di
misura effettivamente esposti (anche non di carattere abitativo ma commerciale/terziario) alle vere emissioni
di rumore prodotte dalla futura attività (monitoraggi effettuati in posizioni schermate da edifici e cortine
architettoniche non si considerano opportuni per il confronto con i limiti normativi così come da richiesta
normativa).
Si ponga inoltre, particolare attenzione alla verifica del criterio differenziale in funzione delle indicazioni
suddette; e si indica fin d’ora che dichiarazioni circa la verifica del criterio differenziale (da effettuare per
indicazione normativa in ambiente interno) relative ai livelli presunti, calcolati per il confronto con il limite
verificato a finestre chiuse non è accettato, bensì solo a finestre aperte che nel caso di effettiva impossibilità
di accesso ai vani del fabbricato, può essere assimilato al calcolo in facciata più esposta alle emissioni sonore.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto e non si riscontrano potenziali o manifeste criticità
a causa delle attività, anche manuali, degli impianti, dei mezzi e macchinari dell’azienda; si ritiene
opportuno prescrivere comunque un monitoraggio post operam.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento; si ritiene tuttavia di prescrivere un monitoraggio post operam.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI
L’argomento non è stato trattato nella relazione ambientale anche se, in virtù della attuale posizione del lotto
inserito in zona industriale esistente, è possibile prevedere una mancanza di tali interferenze. In
considerazione della vicinanza con il sito della Rete Natura 2000 si richiede un approfondimento sul sistema
di illuminazione dell’area esterna della ditta con indicazione delle mitigazioni previste.
La documentazione trasmessa cita la prevista installazione di portale fisso per la sorveglianza radiometrica.
Si richiedono dettagli tecnici sulla strumentazione che sarà installata (sensibilità, ecc.) e sul suo
posizionamento al fine di evidenziarne l'idoneità rispetto ai requisiti della norma tecnica di riferimento (UNI
10897:2016).
La sorveglianza radiometrica dei rottami metallici che dovrà essere effettuata dalla ditta Compostella ai sensi
del Dlgs 230/95 modificato dal Decreto Legislativo 100/2011, specifico, per il portale che si intende istallare,
quanto segue:
- il controllo radiometrico deve essere eseguito sia sul carico in ingresso che in uscita ( per quanto riguarda i
semilavorati metallici di provenienza extra-UE, il controllo va eseguito solo in ingresso);
- è necessario che sia conferito un incarico scritto ad un esperto qualificato di II o III grado dal parte della
ditta per tutto il periodo di attività;
- l’esperto qualificato deve redigere una procedura che descriva la gestione e le modalità con cui vengono
effettuati i controlli radiometrici in situazioni routinarie, nei casi in cui venga rilevata la presenza di una
anomalia radiometrica (falso allarme) e nei casi in cui tale anomalia venga confermata;
- la procedura deve contenere quanto previsto nella norma UNI 10897/2016 oltre che dai decreti
summenzionati.
Le integrazioni fornite hanno parzialmente soddisfatto quanto richiesto e si ritiene, pertanto, che la
documentazione da esaminare in fase di approvazione progetto debba:
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- specificare, nella istruzione operativa firmata dall’esperto qualificato (vedi pag.10 di 16), che il controllo
radiometrico deve essere effettuato anche sui carichi in uscita;
- inpiduare l’area di confinamento dei carichi con anomalia radiometrica, con relativa planimetria allegata;
- modificare la bozza di comunicazione di rilevamento delle anomalie radiometriche con l’elenco dei
destinatari in provincia di Vicenza.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento; si ritiene tuttavia necessario integrare la documentazione prodotta, nell’ambito della successiva
procedura di approvazione progetto.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
Gli ambiti locali più importanti dal punto di vista paesaggistico sono le formazioni boschive a lato dei corsi
d’acqua ancora presenti nel territorio comunale, ed in particolare nell’area golenale del Fiume Brenta, che il
P.R.T.C. inpidua come area per l’istituzione di un parco di importanza regionale. Il sito di progetto ricade
in area soggetta al vincolo paesaggistico “corsi d’acqua”, che è stato dovutamente considerato in sede di
progettazione edilizia dei nuovi corpi di fabbrica, oggetto di separata istanza presentata al Comune di
Cartigliano per il rilascio del relativo Permesso di Costruire. Sui lati nord, sud ed ovest è stata infatti prevista
la piantumazione di una barriera arborea di mitigazione ambientale/paesaggistica che verrà realizzata con
una varietà mista di cespugli, alberi e arbusti, avente un larghezza di circa 2 m sui lati nord e sud,
opportunamente raccordata e aumentata fino a 5 m sul lato ovest a confine con l’area golenale del Fiume
Brenta. Nello specifico si prevede la realizzazione di una siepe arborea di carpino bianco, costituita
inizialmente da esemplari di altezza non inferiore a 1,80 m, piantumati con un interasse di circa 1 m, che
saranno successivamente sottoposti a potatura di contenimento, in modo da privilegiarne lo sviluppo in
verticale. Sul lato ovest, verso il Fiume Brenta, la siepe arborea sarà rinforzata con la messa a dimora, in
posizione arretrata, di un filare di esemplari della stessa specie aventi un’altezza iniziale non inferiore a 3
metri, che saranno coltivati liberi, senza potatura, in modo da sviluppare una chioma espansa a tutto
vantaggio della mitigazione visiva. Per quanto rappresentato, si ritiene che, relativamente all’impatto sulla
componente ambientale “paesaggio”, il progetto sia da considerarsi positivamente in relazione alla
situazione “ex ante”, pure legittima, di cui alla Documentazione fotografica argomento dell’Elaborato B6. Si
evidenzia peraltro che il rilascio del Permesso di Costruire per gli interventi edilizi presuppone
l’autorizzazione paesaggistica (ordinaria) ai sensi dell’art. 146 del D.Lgs.N. 42/04 (previo parere della
Soprintendenza competente), la cui richiesta è già stata formalizzata nell’ambito della pratica comunale.
Si richiede di presentare il piano di manutenzione delle opere a verde ed un foto inserimento (integrazione
da coordinare con quanto indicato nel paragrafo “CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI ED
AGRONOMICHE”).
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto. In fase di approvazione progetto, considerate le
difformità (specie indicate e relative quantità) tra quanto indicato nella planimetria di progetto (Allegato 1.6)
e quanto riportato nella Relazione illustrativa (Allegato 1.4) e nel CME (Allegato 1.8), si chiede in fase di
esecuzione delle opere di fare riferimento alle specie vegetali, agli schemi di impianto ed alle dimensioni del
materiale vegetale indicato nell’All. 1.4 “MITIGAZIONI AMBIENTALI DI INSERIMENTO PAESISTICO –
AMBIENTALE, LINEE GUIDA PER LA REALIZZAZIONE E LA MANUTENZIONE DELLE OPERE A
VERDE” .
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
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CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
Il Comune di Cartigliano è raccordato alle principali arterie stradali del Bassanese attraverso la S.P. 58 “Ca’
Dolfin” che collega il Comune di Nove (a ovest) con il Comune di Rosà (a est). Il Comune di Nove è
costeggiato a nord dalla S.P. 111 “Nuova Gasparona” che, con direzione sud-ovest/nord-est, rappresenta il
principale asse viabilistico di collegamento tra l’Alto Vicentino e il Bassanese, almeno fino al completamento
della parallela Superstrada Pedemontana Veneta, attualmente in corso di realizzazione. Da Nove si dirama
inoltre, con direzione nord-sud, la S.P. 52 “Bassanese” che collega l’area con l’Hinterland Vicentino nei pressi
del confine con la Provincia di Padova. L’altro capo della S.P. 58 (a est) si innesta invece sulla S.S. 47 “della
Valsugana”, l’arteria viabilistica più importante del Bassanese che si estende a sud fino a Padova e a nord
fino a Trento. Il sito di progetto si colloca all’interno della zona artigianale-industriale di Cartigliano, che si
sviluppa a lato della sponda sinistra del Fiume Brenta per circa 1,5 km lungo Via delle Industrie. Il
principale raccordo alla viabilità principale locale è Viale Lungo Brenta che collega la porzione settentrionale
della Z.A.I. alla S.P. 58 in corrispondenza del ponte sul Fiume Brenta tra Nove e Cartigliano. Un’altra strada
locale di interesse è Via Rive – Via Vivaldi, che si sviluppa sul lato orientale della Z.A.I. con direzione nord-
sud fino al territorio comunale di Tezze sul Brenta. Nell’analisi del traffico sono stati utilizzati i dati
estrapolati dallo studio SIRSE (2006-2008) della Provincia di Vicenza e le analisi dei flussi veicolari con
scenario al 2020 inseriti nell’allegato F del PTCP. I dati attualizzati sono riassunti nella tabella successiva.
Con riferimento all’impianto di recupero in progetto, sulla base del conferimento massimo giornaliero di
rifiuti in ingresso previsto, pari a 400 t/giorno, il traffico indotto corrisponderà al massimo a 64 passaggi di
mezzi pesanti al giorno così determinati:
16 vettori/giorno per conferimento rifiuti +
16 vettori/giorno per allontanamento M.P.S. e rifiuti +
________________________________________________________
32 vettori/giorno x
2 passaggi/vettore (ingresso e uscita) =
________________________________________________________
64 passaggi/giorno di mezzi pesanti.
Questa ipotesi è da considerarsi decisamente conservativa, in quanto buona parte dei mezzi afferenti
all’impianto per conferire i rifiuti in ingresso può essere realisticamente impiegata anche per trasportare
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M.P.S. e rifiuti prodotti (in uscita). L’attuale impianto di recupero di Compostella A. S.r.l. ha una potenzialità
dichiarata di circa 100 t/giorno, pertanto il 25% del traffico indotto dall’attività in progetto risulta già
ricompreso nei flussi di traffico in essere. L’incremento massimo del traffico dovuto all’esercizio dell’attività,
nell’ipotesi di progetto, risulta pertanto stimabile in 48 passaggi di mezzi pesanti al giorno, che corrisponde
a un incremento di circa il 7% del traffico pesante attualizzato circolante sulla S.P. 58. Anche considerando i
flussi di traffico attualizzati, la S.P. 58 non presenta particolari criticità legate al deflusso dei mezzi su di essa
circolanti. Eventuali problemi di traffico potrebbero riguardare solamente il tratto di S.S. 47 attorno
all’incrocio di Rosà, nei confronti del quale l’incremento del traffico indotto dall’attività in progetto avrebbe
tuttavia un’incidenza dell’1%, nell’ipotesi più conservativa (poco verosimile), che tutto il traffico indotto
dall’attività interessi questo tratto stradale. Per quanto sopra si ritiene di poter considerare l’impatto sulla
componente ambientale “sistema viario, traffico e trasporti” di lieve entità, se non finanche trascurabile.
Risulta però necessario definire i percorsi previsti dei mezzi (sia in ingresso che in uscita) in relazione alle
provenienze stimate e alla viabilità ordinaria, valutando le eventuali interferenze in corrispondenza delle
intersezioni tra Via delle Industrie e la viabilità principale costituita da Via Rive.
A tal fine si prescrive di prevedere un rilievo dei flussi lungo Via Rive della durata di almeno un giorno, al
fine di inpiduare l’entità dei veicoli giornalieri transitanti, da relazionare ai flussi in ingresso/uscita dalla
viabilità di lottizzazione.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI ED AGRONOMICHE
Il territorio comunale di Cartigliano si trova nell’alta pianura vicentina, a pochi chilometri dal limite con i
primi rilievi montuosi alpini. E’ completamente pianeggiante ed è caratterizzato dalla presenza dominante
del Fiume Brenta, che scorre nella parte occidentale del Comune. Nel territorio comunale, oltre al centro del
capoluogo, si ritrovano anche alcuni nuclei abitativi persificati per consistenza e variamente disposti in un
contesto fondamentalmente agricolo. La zona bassanese cui appartiene Cartigliano appare sudpisa in un
reticolo di vie e sentieri campestri, intersecatisi quasi sempre ad angolo retto nella forma caratteristica della
cosiddetta “centuriazione romana”. Il P.T.R.C. inpidua l’asta del fiume Brenta come un ambito per
l’istituzione di un parco, la cui delimitazione definitiva dovrà essere inpiduata al momento dell’istituzione
dello stesso e con la stesura del Piano Ambientale. L’ambiente è ricco di vegetazione e rappresenta un habitat
favorevole alla sosta e alla nidificazione di perse specie di uccelli. Per quanto riguarda la vegetazione, si
riscontrano formazioni boschive in corrispondenza dell’area golenale, la cui struttura risulta generalmente
poco evoluta. Queste zone sono caratterizzate da una vegetazione ripariale prevalentemente arborea-
arbustiva. Nella zona più settentrionale del territorio comunale si riscontra invece una predominanza di
vegetazione ripariale prevalentemente erbacea, che lascia spazio ad una vegetazione tipicamente prativo
arbustiva a nord-est del centro abitato. Nel complesso, la presenza di vegetazione nel territorio comunale è
in gran parte concentrata a lato delle sponde dei corsi d’acqua e degli specchi lacustri, in particolare per
quanto riguarda le specie arboree e le formazioni boschive. La formazione prevalentemente presente nel
territorio di Cartigliano è il saliceto, dislocata in prevalenza lungo l’area golenale del Fiume Brenta. A
margine delle zone agricole si riscontrano anche perse formazioni di robinia, quantunque sparse e di non
particolare pregio naturalistico. Altre specie arboree tipiche sono il gelso bianco, il bagolaro, il platano
ibrido, in genere presenti come ceppaie. Lo strato arbustivo di siepi e fasce boscate è importante dal punto di
vista naturalistico per l’ospitalità che garantisce alla fauna, in particolare quella avicola. Lo strato erbaceo è
costituito prevalentemente da specie provenienti dai seminativi, incolti e prati circostanti.
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Le attività di progetto si realizzano completamente in ZAI e non interferiscono con le risorse agronomiche e
naturali. A proposito della sistemazione a verde proposta, si prescrive la presentazione di un elaborato
planimetrico che specifichi la struttura della sistemazione stessa (“raccordata e aumentata fino a 5 m sul lato
ovest a confine con l’area golenale”), anche ad integrazione della planimetria A2.2; che riporti le specie
utilizzate e le distanze di impianto, l’utilizzo di pacciamatura , l’eventuale irrigazione, tempi e modalità di
messa dimora. Inoltre manca un computo metrico estimativo delle opere previste che precisi i costi
dell’intervento, comprensivi degli oneri della manutenzione da prevedere almeno per i primi tre anni
dall’impianto.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto (si veda in proposito quanto indicato nel
paragrafo sull’impatto paesaggistico).
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELLA FLORA E FAUNA
Il Rapporto Ambientale della VAS evidenza come la componente faunistica locale risulti essere quella tipica
degli ambienti in cui sono presenti le specie caratteristiche degli spazi aperti e dei campi coltivati e le specie
tipiche degli ambienti boscati. C’è una forte comunità ornitica nidificante, concentrata in particolare nelle
aree boschive a lato dei corsi d’acqua. L’espansione delle comunità di mammiferi invece è fortemente
limitata, in numero e qualità, dalla forte antropizzazione e frammentazione del territorio, oltre che dalla
lontananza dai biotopi naturali. In corrispondenza dei corsi d’acqua si riscontra pure la presenza di alcune
specie di anfibi e rettili. Il sito di progetto si colloca all’interno della zona industriale - artigianale di
Cartigliano, all’esterno del perimetro dell’ambito per l’istituzione di un parco regionale previsto dal P.T.R.C..
In sito non risultano presenti biotipi pregiati o di particolare interesse naturalistico e non sono nemmeno
presenti specie protette da leggi nazionali, regionali e/o da convenzioni internazionali, com’è del tutto logico
attendersi in ragione delle caratteristiche dell’area stessa, fortemente antropizzata e a destinazione
produttiva. Circa 20 m a ovest del sito di progetto, trovasi l’argine del Fiume Brenta, che in condizioni
ordinarie scorre a oltre 250 m di distanza. La golena e l’alveo del Fiume rientrano nel SIC/ZPS IT 3260018
“Grave e Zone umide della Brenta”. L’impianto in progetto non produrrà alcuno scarico produttivo in grado
di interessare il reticolo idrografico superficiale, che costituisce il principale corridoio ecologico del territorio
comunale. L’attività non produrrà alcuna emissione aeriforme che possa comportare una significativa
alterazione della qualità dell’aria dell’ambiente circostante, men che meno arrecare disturbo per la
vegetazione e la flora locali, soprattutto in ragione della localizzazione dell’impianto in un’area industriale
esistente. Le emissioni acustiche determinate dall’esercizio dell’attività non comporteranno disturbo
antropico significativo nei confronti degli habitat di specie presenti in prossimità della Z.A.I. di Cartigliano.
Come ricordato in premessa, si evidenzia che la sensibilità ambientale delle aree che possono risentire
dell’impatto dei progetti va considerata tenendo conto, prima di tutto, dell’utilizzazione del territorio
esistente e approvata, ciò valendo in particolare per gli ecosistemi interessati ma anche per l’aspetto
paesaggistico di cui al paragrafo che segue; secondo questo oggettivo criterio, posto che il sito in esame era
precedentemente occupato (legittimamente) da un impianto di betonaggio (produzione di calcestruzzi
preconfezionati) con rilevanti fattori di impatto (strutture in elevazione, polveri, rumore), la “conversione”
del sito conformemente al progetto proposto non può che essere considerata positiva per le componenti
ambientali in parola.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
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CARATTERIZZAZIONE PER LA TUTELA DEI SITI S.I.C./Z.P.S PER LA V.INC.A.
L’area d’intervento è sita in zona produttiva a confine con il SIC4 - ZPS5 “IT3260018 - Grave e Zone umide
della Brenta”. Nell’area in esame non è presente alcuna forma di vegetazione per le precedenti attività
industriali ed il progetto non interessa minimamente la vegetazione presente all’esterno della proprietà, anzi
prevede la realizzazione di una siepe perimetrale sui lati nord, sud ed ovest attualmente assente.
L’esame degli effetti sul SIC ha permesso di stabilire come il fattore maggiormente incisivo nell’ambiente sia
il rumore delle macchine operatrici.
Dalla stima dei valori di rumore previsionalmente, l’attività in progetto, non presenta sorgenti di rumore
significative per l’ambiente circostante al futuro fabbricato. Infatti la situazione previsionale dell’impatto
acustico è conforme ai valori limite assoluti di emissione e di immissione previsti per l’area classificata in
classe V e IV.
Le specie avifaunistiche più sensibili degli ambienti boschivi mostrano un declino in termini di densità a 35
dB, mentre le specie più sensibili, legate agli ambienti prativi, rispondono a 43 dB (Forman & Alexander
199812, Reijnen et al. 199513). Sulla base di questi studi, si ritiene che il livello di intensità sonora ≤ a 42 dB
non abbia più alcun effetto sulle specie ornitiche.
Nel caso specifico, il sito di Rete Natura 2000 è già sottoposto ad un rumore di fondo consolidato, dato dalla
zona industriale presente di circa 50,5 DB e le previsioni per la nuova attività, anche se paragonate con i
valori di legge previsti per la classe IV sono rispettati e si attestano ad un valore di immissione di 58 DB
rispetto al valore di 65 DB diurno di immissione. Le analisi acustiche previsionali effettuate, non hanno
preso in esame le misure di mitigazione ambientale che il progetto prevede, ovvero una fascia arborea
perimetrale di protezione arborea avente una larghezza di 2 m sui lati nord e sud, e una larghezza di 5 m sul
lato ovest. La letteratura tecnica indica che la presenza di ampie masse di vegetazione tra la sorgente sonora
e il ricettore permette l’attenuazione di 5 - 6 dBA per ogni 100 m di massa vegetale densa14. Le siepi in
progetto hanno una larghezza minore rispetto agli studi di letteratura, ma comunque efficaci se inseriti nel
contesto ambientale attuale, privo di vegetazione, e alla presenza di una fascia arborea a confine tra la
proprietà e gli habitat da tutelare del sito Rete Natura 2000.
Ai sensi dell’Allegato A, paragrafo 2.2 della D.G.R. n. 1400 del 29.08.2017 punto 23, gli interventi sono
riconducibili all’ipotesi di non necessità di valutazione di incidenza.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
In generale, nel caso di attività industriali, i possibili impatti sulla salute pubblica sono sostanzialmente
riconducibili:
• alla presenza di sostanze tossiche e radioattive;
• alla presenza di agenti patogeni biologici;
• all’emissione di gas, polveri, odori;
• all’emissione di rumori e vibrazioni.
I rifiuti che si prevede di trattare nell’impianto in progetto sono rifiuti non pericolosi costituiti
prevalentemente da rottami metallici; si tratta in ogni caso di solidi chimicamente e biologicamente stabili
che non contengono sostanze tossiche e agenti patogeni e la cui manipolazione non può dar luogo a
formazione di gas o odori. Cionondimeno, i rifiuti vengono analizzati al fine di attestarne la non pericolosità
e sottoposti a controllo radiometrico con metodica standardizzata, preliminarmente alla loro accettazione, al
fine di escludere la presenza di materiali radioattivi. Per quanto già argomentato, l’impianto non può dar
luogo ad emissioni aeriformi significative tali da comportare impatti di sorta nei confronti dell’ambiente
circostante. In merito al rumore, si ribadisce come i livelli acustici previsionali risultino compatibili con i
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limiti assoluti stabiliti dalla zonizzazione acustica comunale e il rumore ambientale risulti inferiore al limite
di applicabilità del livello differenziale in corrispondenza del recettore abitativo più prossimo. Si vuole
inoltre rimarcare come il trasferimento dell’attività di Compostella A. s.r.l. nel nuovo sito sia motivato e da
ritenersi migliorativo dal punto di vista dell’impatto acustico, con particolare riferimento alle aree
residenziali presenti a est dell’attuale impianto di Via Lungo Brenta. Gli unici materiali combustibili sono i
rifiuti non metallici di carta, plastica e legno messi in riserva nel settore “altri rifiuti” o prodotti e stoccati nei
container dislocati sul lato sud del capannone principale, i cui quantitativi massimi previsti sono tuttavia
modesti, tanto che l’attività non risulta soggetta al controllo di prevenzione incendi di cui al D.P.R. 151/11.
Non vi sono osservazioni in merito provenienti dall’Ulss competente per territorio.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
CONCLUSIONI
Il progetto in esame non si pone in contrasto ovvero in condizioni di interferenze rispetto ad altri piani,
progetti o interventi in zone limitrofe, né questi ultimi possono interagire con l’intervento oggetto del parere;
risulta tuttavia necessario verificare, in fase di approvazione progetto, la conformità al Piano Regionale di
Gestione dei Rifiuti Urbani e Speciali (P.R.G.R.U.S.).
Non si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti.
Il grado di approfondimento documentale, anche dopo l’invio delle specifiche integrazioni richieste, la
tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi riportati possono essere considerati adeguati alle
finalità che il proponente intende conseguire.
Non si ritiene di richiedere ulteriori integrazioni, approfondimenti o chiarimenti di sorta, prescrivendo,
tuttavia, l’acquisizione di specifici dati nella successiva fase di approvazione del progetto.
Non sussistono osservazioni contrarie alla realizzazione del progetto.
La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a ritenere come il
progetto non comporta pressioni o effetti significativi per l’ambiente.
Parimenti il progetto non determina alcun impatto aggiuntivo significativo rispetto all’esercizio delle altre
attività in atto, necessitando tuttavia di alcune specifiche prescrizioni al fine di consentire un adeguato
monitoraggio post-operam finalizzato alla verifica dei dati progettuali proposti, in tema di rispetto dei limiti
concernenti l’inquinamento acustico.
Rispetto al territorio circostante l’iniziativa in esame va interpretata positivamente, sussistendo un’assenza di
rischi ambientali, sanitari ed ecologici.
Tutto ciò premesso si esprime
PARERE FAVOREVOLE
al non assoggettamento alla V.I.A. con le prescrizioni di seguito citate.
1) L’azienda è impegnata ad acquisire dalle autorità competenti le autorizzazioni necessarie per l’esercizio dell’attività,
in particolare per quanto riguarda la gestione/recupero dei rifiuti, le emissioni in atmosfera e lo scarico dei reflui.
2) Nella presentazione dell’istanza di approvazione progetto la ditta dovrà presentare una documentazione aggiornata
sui seguenti aspetti:
a) Impatto da agenti fisici
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- specificare, nella istruzione operativa firmata dall’esperto qualificato (vedi pag.10 di 16), che il controllo radiometrico
deve essere effettuato anche sui carichi in uscita;
- inpiduare l’area di confinamento dei carichi con anomalia radiometrica, con relativa planimetria allegata;
- modificare la bozza di comunicazione di rilevamento delle anomalie radiometriche con l’elenco dei destinatari in
provincia di Vicenza.
b) Impatto paesaggistico
- presentare il progetto esecutivo delle opere a verde facendo riferimento alle specie vegetali, agli schemi di impianto ed
alle dimensioni del materiale vegetale indicato nell’All. 1.4 “MITIGAZIONI AMBIENTALI DI INSERIMENTO
PAESISTICO – AMBIENTALE, LINEE GUIDA PER LA REALIZZAZIONE E LA MANUTENZIONE DELLE
OPERE A VERDE” .
3) Successivamente al rilascio del provvedimento autorizzativo, in fase di collaudo, l’azienda dovrà:
- effettuare una mirata ed accurata indagine acustica di verifica del rispetto del criterio differenzial e e del limite di
emissione, da ripetersi poi con frequenza triennale, e mirata ai ricettori presenti in prossimità dell’impianto con
modalità di effettuazione delle misurazioni, sia con riguardo al campionamento spaziale (scelta dei punti di misura), sia
con riguardo al campionamento temporale (scelta dei tempi di misura), comunicate con congruo preavviso ad Arpav;
- nel caso i valori non siano rispettati, dovranno essere messi in opera i correttivi necessari, mediante una specifica
progettazione da presentarsi all’Amministrazione comunale ed ARPAV, a cui, nel frattempo, saranno stati comunicati i
risultati delle analisi;
- l’indagine dovrà essere condotta da un soggetto qualificato terzo, rispetto all’estensore dello Studio Previsionale di
Impatto Acustico.
4) L’azienda dovrà procedere ad inpiduare ed attuare un’idonea procedura di formazione del personale addetto al rice-
vimento-selezione-trattamento dei rifiuti, tenendo conto degli aspetti ambientali e di sicurezza/rischio segnalati (chimi -
co e rumore); di tale definizione dovrà essere dato riscontro in occasione della presentazione del certificato di collaudo fi-
nalizzato all’ottenimento dell’autorizzazione all’esercizio.
Vicenza, 07 novembre 2019
F.to Il Segretario F.to Il Presidente
Dott.ssa Alessandra Di Nardo Andrea Baldisseri
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