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PROVINCIA DI VICENZA
Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243
DETERMINAZIONE N° 1174 DEL 02/08/2019
Servizio VIA VINCA
OGGETTO: ESCLUSIONE PROCEDURA DI VIA ART. 19 D.LGS. 152/2006 E S.M.E I. -
DITTA: COMAC SRL
PROGETTO: ATTIVITÀ ESISTENTE DI RECUPERO RIFIUTI SPECIALI NON
PERICOLOSI (EX ART 13 LEGGE REGIONALE N. 4/2016)
LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNE DI ROMANO D’EZZELINO
IL DIRIGENTE
Vista la documentazione presentata con nota in data 18/11/16, prot. n. 77705, da parte della ditta
COMAC SRL con sede legale in Via Roma n. 62 in comune di Romano d’Ezzelino relativa al
progetto di un “ Attività esistente di recupero rifiuti speciali non pericolosi (ex art 13 Legge
Regionale n. 4/2016)” presso il sito di via Nardi in comune di Romano d’Ezzelino e richiedendo,
contestualmente, l’attivazione della procedura di verifica ai sensi dell’art.19 del D.Lgs. 152/2006 ed
in particolare dell’art.13 LR 4/2016.
Dato atto che il progetto proposto rientra nella tipologia progettuale indicata al punto 7. progetti di
infrastrutture, lettera z.b) “Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità
complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9,
della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.” dell'allegato IV della parte seconda
del D.Lgs. 152/2006 e s.m.e i..
Tenuto conto che la verifica per tali progetti rientra tra le competenze inpiduate in capo alla
Provincia dalla Legge Regionale n. 4/2016 (Allegato A), con riferimento alla tipologia degli
interventi, come inpiduati negli allegati III e IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006.
Dato atto che, ai sensi dell’art. 19 c.2 del D.Lgs 152/2006, è stata effettuata tempestiva
pubblicazione sul sito provinciale dello studio preliminare ambientale e che ne è stata data
informativa al pubblico sul sito web della Provincia in data 23-11-2016 , contestualmente alla
comunicazione di avvio procedimento alle amministrazioni e agli enti interessati per le opportune
valutazioni di competenza.
Considerato che il citato art. 19 prevede che l'autorità competente, verificato che il progetto non
abbia possibili effetti negativi e significativi sull'ambiente, dispone l'esclusione dalla procedura di
valutazione ambientale e, se del caso, impartisce le necessarie prescrizioni, ovvero, se il progetto ha
possibili impatti negativi e significativi sull'ambiente, applica le disposizioni del comma 9 del
presente articolo.
Tenuto conto che non sono pervenute, ai sensi dell'art.19 c.4 del D.Lgs. n. 152/2006, osservazioni.
Dato atto che il Comitato tecnico provinciale VIA, nella seduta del giorno 01-08-2019 , ha disposto
copia informatica per consultazione
l'esclusione dalla procedura di valutazione ambientale con le prescrizioni contenute nel parere
n.22/2019 allegato al presente provvedimento per costituirne parte integrante e sostanziale.
Ritenuto di far proprie le citate prescrizioni/raccomandazioni al fine di mitigare gli impatti
ambientali e monitorare nel tempo la situazione aziendale.
Dato atto che non è oggetto della presente procedura la verifica della conformità urbanistica/edilizia
dell'intervento e tenuto conto che rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali
pareri, nulla osta, autorizzazioni e assensi comunque denominati necessari per l'autorizzazione
dell'intervento.
Vista l’istruttoria del Comitato tecnico provinciale VIA conservata agli atti.
Viste le norme di procedura di VIA di cui al D.Lgs. 152/2006 e s.m.i..
Visto che il presente provvedimento viene emanato nel rispetto della tempistica prevista dal
succitato D.Lgs. 152/2006 e dal Regolamento sui procedimenti amministrativi di competenza della
Provincia di Vicenza (Deliberazione di Consiglio n. 37/2013) che è di giorni 90 ID PROC 45.
Vista la Legge Regionale 4 del 18 febbraio 2016 “Disposizioni in materia di valutazione di impatto
ambientale e di competenze in materia di autorizzazione integrata ambientale”.
Visti gli artt. 151 comma 4 e 107 del D.Lgs. n. 267/2000.
Richiamata la Deliberazione del Consiglio Provinciale n.2 del 10/01/2019 con la quale è stato
approvato il Bilancio di Previsione 2019-2021.
Richiamato altresì il Decreto Presidenziale n. 11 del 31/01/2019 con cui è stato approvato il Piano
Esecutivo di Gestione 2019/2021 e il Piano Performance 2019/2021;
DETERMINA
1. che il progetto della ditta COMAC SRL con sede legale in Via Roma n. 62 in comune di
Romano d’Ezzelino relativa al progetto di un “ Attività esistente di recupero rifiuti speciali
non pericolosi (ex art 13 Legge Regionale n. 4/2016)” presso il sito di via Nardi in comune
di Romano d’Ezzelino è escluso dalla procedura di valutazione di impatto ambientale di
cui al D.Lgs. n. 152/06 e alla L.R. 4/2016 e s.m.i. con le prescrizioni riportate nel parere
n.22/2019 allegato alla presente determinazione per costituirne parte integrante e
sostanziale;
2. che il Responsabile del procedimento provvederà alla pubblicazione del presente
provvedimento sul sito di questa Provincia e, in modo sintetico, sul Bollettino Ufficiale della
Regione Veneto;
3. che il presente provvedimento verrà pubblicato ai sensi dell'art. 23 D.Lgs. 33/2013;
4. di trasmettere il presente provvedimento alla ditta e consulente, al comune di Romano
d’Ezzelino e Cassola, ad Arpav, all’Ulss 7 Pedemontana
5. Di attestare che il presente provvedimento non comporta spese, minori entrate, nè riflessi
diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai
sensi art 49 del TUEL come modificato dalla Legge 213/2012).
6. di dare atto che al presente provvedimento sarà data esecuzione ad avvenuta pubblicazione
all'albo pretorio on line.
copia informatica per consultazione
INFORMA
Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso avanti al Tribunale Amministrativo
Regionale per il Veneto, nel termine di 60 giorni dalla data di ricevimento della comunicazione del
presente atto, ovvero in alternativa ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni dalla
data di ricevimento della comunicazione del presente atto.
Rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali ulteriori pareri, nulla osta,
autorizzazioni e assensi comunque denominati, necessari per l'attuazione dell'intervento.
Vicenza, 02/08/2019
Sottoscritta dal Dirigente
(BAZZAN CATERINA)
con firma digitale
---
Responsabile del Procedimento: Andrea BALDISSERI
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PERICOLOSI (EX ART 13 LEGGE REGIONALE N. 4/2016)
LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNE DI ROMANO D’EZZELINO
CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE
Si certifica che copia della presente determinazione è pubblicata all'albo pretorio di questa
Provincia per 15 giorni dal 02/08/2019.
Vicenza, 02/08/2019
Sottoscritto dall'addetto alla pubblicazione
(BERTACCHE CRISTINA)
con firma digitale
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AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
SETTORE AMBIENTE - SERVIZIO VIA
Partita IVA e Codice Fiscale: 00496080243
Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA
CO.MA.C. srl
PARERE N. 22/2019
Oggetto: Attività esistente di recupero rifiuti speciali non pericolosi (art. 13 L.R. 4/2016).
PROPONENTE: CO.MA.C. srl
SEDE LEGALE: Via Roma n. 62 – Romano d’Ezzelino
SEDE INTERVENTO: Via Nardi – Romano d’Ezzelino
TIPOLOGIA ATTIVITÀ: Impianti di recupero di rifiuti non pericolosi.
PROCEDIMENTO: Verifica di assoggettabilità ex art.19 del D.Lgs. 152/2006.
MOTIVAZIONE V.I.A: ALLEGATO IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - 7. Progetti di
infrastrutture z.b) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non
pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante
operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del
decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
COMUNE INTERESSATO: Cassola
DATA DOMANDA: 18 novembre 2016
DATA PUBBLICAZIONE: 23 novembre 2016
DATA INTEGRAZIONI: 01 luglio 2019
DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
- RELAZIONE
- ALLEGATO 1 - Autorizzazioni
Cava D.G.R.V. n. 9003 del 28 dicembre 1988
D.G.R.V. n. 334 del 14 novembre 2005
Produzione Inerti – Concessione comunale n. 7856 del 10/02/1998,
Emissioni in atmosfera – Decreto n. 103/ARIA/05 del 18 aprile 2005
Recupero Rifiuti - Provvedimento N° Registro 153/Servizio Suolo Rifiuti/11 del 2 novembre 2011,
Prot. n. 75606, prorogata con prot. PEC 2016-PRVICLE-0047082, dell’11 luglio 2016
Discarica per inerti - N° Registro 88/Suolo Rifiuti/2007 del 31/05/2007, Prot. n. 37.076/AMB
Concessione derivazione acqua da pozzo.
- ALLEGATO 2 - Elaborati Grafici
Estratto catastale;
Planimetria
- ALLEGATO 3 - Gestione Limi
Relazione sulla Gestione dei materiali fini derivanti dalla vagliatura ad umido degli inerti presso la
cava nardi
- ALLEGATO 4 - Relazioni geologiche
Progetto per l’ampliamento e la ricomposizione ambientale della cava “Nardi” 29 marzo 2005
Definizione e certificazione delle aree di provenienza dei materiali
- ALLEGATO 5 - Studio Viabile
- ALLEGATO 6 – Scheda tecnica flocculante
- ALLEGATO 7 – Valutazione di Impatto Acustico.
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AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
SETTORE AMBIENTE - SERVIZIO VIA
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PREMESSE ED UBICAZIONE
La CO.MA.C. S.r.l. ha sede legale nel Comune di Romano d'Ezzelino in via Roma, 62, dove si trovano gli
uffici amministrativi e gestionali ed un magazzino mezzi ed attrezzature, sede operativa di Via Nardi,
località Sacro Cuore, del Comune di Romano d'Ezzelino ed effettua le attività di produzione di inerti,
movimentazione terre, recupero di rifiuti inerti, classificati speciali non pericolosi, per un massimo di 2.990
ton/anno; il rinnovo di questa ultima attività, tramite richiesta di Autorizzazione Unica Ambientale, inoltrata
al SUAP di Romano d'Ezzelino in dicembre 2015, obbliga la ditta a presentare una domanda alla verifica di
assoggettabilità alla V.I.A. ai sensi dell'art 13 "Rinnovo di autorizzazioni o concessione' della Legge
Regionale n. 4 del 18 febbraio 2016.
Le attività nel sito di Via Nardi non subiscono alcun ampliamento od incremento, la situazione descritta nel
seguito corrisponde alla situazione attuale.
Il sito di via Nardi nasce come cava, autorizzata dalla Regione Veneto nel 1988, attività ad oggi sospesa, cui è
seguita, negli anni 2002/2003, l’attività discarica di rifiuti inerti di tipo A.
Il progetto è inserito al margine della Zona Industriale di Sacro Cuore di Romano d'Ezzelino, in via Nardi.
Ortofoto del sito
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AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
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ESAME ISTRUTTORIO
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
In riferimento alla procedura inpiduata dall'art. 13 della L.R. 4/2016, la DGR 1979/2016 definisce i
contenuti della relazione da allegarsi all'istanza , così come inpiduati nella DGR 1020/2016, indicando la
necessita di prevedere anche una descrizione degli impatti sulle matrici ambientali interessate connessi
all'esistenza dell'opera, all'utilizzazione delle risorse naturali, all'emissione di inquinanti, alla creazione di
sostanze nocive e allo smaltimento dei rifiuti, finalizzata all'inpiduazione delle eventuali misure di
mitigazione necessarie.
Risulta pertanto opportuno definire in modo compiuto la situazione di conformità dell’area agli strumenti
urbanistici ed alle autorizzazioni ambientali, considerato che presso il sito insistono attività di cava, di
discarica, di recupero rifiuti, di gestione e lavorazione di inerti; andrà inoltre chiarita la situazione di rispetto
legata alla presenza vicinale di due pozzi di approvvigionamento della rete acquedottistica.
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
La ditta è autorizzata con il provvedimento N° Registro 153/Servizio Suolo Rifiuti/11 del2 novembre 2011,
prot. n. 75606, che iscrive la ditta CO.MA.C. S.r.l. al Registro Provinciale delle Imprese che effettuano
attività di recupero rifiuti, classificati speciali non pericolosi, in regime semplificato al numero 19/2011.
La tipologia di recupero rifiuti è la 7.1 ed i codici CER autorizzati sono i seguenti: 17 01 01 cemento, 17 01 07
miscugli o frazioni separate di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, perse da quelle di cui alla voce
170106, 17 09 04 rifiuti misti dell’attività di costruzione e demolizione, persi da quelli di cui alle
voci 170901, 170902 e 170903.
La classe di appartenenza è la numero 6: < 3000 ton/anno; dal provvedimento di iscrizione, la massima
quantità annua che la ditta può movimentare è di 2990 tonnellate e la quantità massima di messa in riserva
per tipologia autorizzata è di 160 tonnellate. La ditta non chiede alcuna modifica di queste quantità.
L’iscrizione scadeva il 25 luglio 2016 e la ditta ha presentato domanda di Autorizzazione Unica
Ambientale, attraverso SUAP il 07/12/2015, per il rinnovo dell’iscrizione al regime semplificato dei rifiuti e
per le emissioni in atmosfera ai sensi dell’art. 281 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.. Durante il procedimento
istruttorio, è stata pubblicata la Legge Regionale n. 4/16, di cui in premessasi è riportato l’art. 13.
Nella planimetria di Allegato 2, è puntualmente indicata l’area di messa in riserva e di stoccaggio delle
materie prime.
I mezzi di trasporto rifiuti della ditta conferiscono il loro carico alla zona destinata alla messa in riserva dei
rifiuti. (linea viola vedi Planimetria). Questa è separata dagli altri depositi di materiale, presenti nel sito.
L’area di messa in riserva è a ridosso della parete della cava ed è stata attrezzata con materiale stabilizzato (7
m x 10 m, spessore 15 cm), posto sopra ad un telo impermeabile. L’area prevede un’unica piazzola per i
rifiuti, in quanto i rifiuti trattati dalla ditta appartengono tutti alla stessa tipologia. Nella piazzola i rifiuti
sono disposti a cumulo
Dall’area di messa in riserva, i rifiuti sono trasportati con ruspe o mezzi interni all’area di lavorazione,
costituita dal gruppo monolitico di frantumazione – vagliatura primaria; il materiale risultante dal
trattamento dei rifiuti è stoccato in una piazzola dedicata, visibile in planimetria, in modo tale da poter
verificare e confermare le caratteristiche chimico - fisiche per il riutilizzo; sui materiali, al termine
dell’attività di recupero, sono effettuati, per lotti, il test di cessione previsto dall’Allegato 3 al D.M. citato e le
analisi granulometriche. Secondo la circolare citata, in particolare secondo gli allegati C1, C2 e C3, le materie
prime secondarie devono possedere, per essere ritenute tali, delle specifiche caratteristiche fisiche
determinate da analisi granulometriche o da prove fisiche a seconda del riutilizzo.
Nel sito è presente una cisterna fuori terra di stoccaggio idrocarburi, dotata di bacino di contenimento, per il
rifornimento dei mezzi.
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I rifiuti prodotti I rifiuti ottenuti dalle lavorazioni e dal ciclo di recuperosono allo stato solido e sono i
materiali ferrosi separati dalla calamita; questi materiali sono raccolti in un apposito cassone e avviati al
recupero in centro esterno.
GESTIONE ACQUE DI LAVORAZIONE
Le acque di lavorazione sono gestite prevalentemente a ciclo semichiuso, nel senso che sono effettuati dei
rabbocchi con acque di pozzo; dal chiarificatore, le acque chiarificate sono convogliate in una vasca, da lì ad
una batteria di pompe che, attraverso tubazioni aeree vanno alle lavorazioni dell’impianto di produzione
inerti, che necessitano di acqua, come il vaglio di lavaggio, il separatore idraulico a nastro e l’idrociclone;
parte dell’acqua rimane nel materiale, mentre l’eccesso di acqua torna, attraverso una pompa centrifuga, nel
chiarificatore. In caso di necessità di reintegro dell’acqua, la ditta può utilizzare acqua di pozzo autorizzato.
L’attività di produzione inerti non prevede lo scarico di acque di lavorazione. Le acque impiegate restano
inglobate all’interno del materiale o riutilizzate a ciclo semi chiuso, come da schema riportato più sotto. La
profondità del pozzo dal piano campagna è di 78,5 m e il prelievo annuo massimo concesso è di 1700 m3;
mediamente, il consumo d’acqua si attesta sui 1200 m3 annui.
L’attività di recupero rifiuti non necessita di acqua di lavorazione.
Dal chiarificatore, dove è aggiunto il flocculante (scheda tecnica in Allegato 6), i fanghi sono avviati ad una
vasca di ispessimento, da dove, tramite coclee, sono introdotti in una nastropressa; dalla nastropressa, il
fango esce tramite nastro trasportatore per l’accumulo in sito. Il fango non è considerato un rifiuto
dell’attività, bensì un sottoprodotto (vedi Allegato 3), rientrante nella categoria dei limi, accumulato e
utilizzato come materia prima per l’edilizia.
Integrazioni da richiedere alla Ditta in materia di rifiuti: verificare l’idoneità dell'attuale approccio rispetto
all’effettuazione del test di cessione considerato che il materiale di prova derivante dai rifiuti difficilmente
può essere rappresentativo dell'intero cumulo soprattutto quando i rifiuti sono costituiti da pezzi di grosse
dimensioni e la zona è fortemente permeabile alle acque meteoriche. A tal proposito dovrà essere presentato
un progetto di ripristino e manutenzione della canaletta di captazione delle acque meteoriche derivante dal
cumulo dei rifiuti in entrata.
QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
Aria
Le emissioni, provenienti da un impianto di lavorazione inerti, sono emissioni diffuse. L’impianto di abbat-
timento delle polveri consiste in una linea di ugelli, posti lungo i nastri trasportatori dell’impianto, che nebu-
lizzano acqua sul materiale in lavorazione, in modo che non si generi polvere. Alcune zone dell’area dove in -
sistono le lavorazioni sono periodicamente bagnate da ugelli, indicati in planimetria.
Il piano di lavorazione del sito in questione è a meno quindici metri (-15 m) dal piano campagna, si può
quindi ragionevolmente considerare che le emissioni diffuse di polveri siano contenute all’interno dell’area
lavorativa. Inoltre, quali ulteriori interventi di mitigazione delle polveri sono già stati imposti, e realizzati, la
piantumazione al perimetro di una barriera vegetale e l’adozione di una vasca per il lavaggio delle gomme
dei mezzi in uscita dall’impianto
Acque
Le attività, in essere nel sito, sono lavorazione di inerti e movimento terra, che, ai sensi dell’art. 39 comma 3,
lettera d), delle Norme Tecniche Piano di Tutela delle Acque, così come modificato dalla DGRV 1534 del
3.11.2015, sono escluse dall’obbligo di gestione delle acque meteoriche di dilavamento. Per quanto
riguarda l’attività di recupero rifiuti, si precisa che le analisi chimiche (test di cessione) previste per la
conformità al punto 7.1.4 del D.M. 5 febbraio 1998 e s.m.i., sono effettuate prima dei trattamenti, quando il
rifiuto entra nel settore di conferimento, per cui i rifiuti hanno già caratteristiche chimiche idonee a
considerarli Materie Prime. Inoltre, la ditta adotta un sistema di copertura dei cumuli di rifiuti nella
messa in riserva con teliimpermeabili, le due piazzole esistenti (una destinata alla messa in riserva
dei rifiuti in arrivo all’impianto, l’altra destinata all’accumulo del materiale trattato in attesa di
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verifica di conformità fisica) sono dotate di una impermeabilizzazione del fondo e di un sistema che
raccoglie le acque meteoriche e le fa confluire ad un pozzetto di raccolta. Da questo, una pompa, azionata
automaticamente da galleggiante, le invia al bacino di raccolta delle acque impiegate nel ciclo dell’acqua, per
compensare le perdite.
Integrazioni
- definire un dettagliato documento di bilancio idrico e di sistema dei flussi delle perse di tipologie di
acqua interessate, comprensivo di valutazioni quali-quantitative ed eventuali proposte di adeguamento,
considerato che dall’esame istruttorio sembra emergere quanto segue:
- le superfici utilizzate per il deposito rifiuti, del materiale trattato in attesa di idoneità del test di cessione e
delle MPS, devono essere coperte dato che le loro acque di dilavamento vengono inviate all’impianto di
depurazione a servizio dell’attività di vagliatura inerti naturali. Le acque dell’impianto di depurazione
vengono riutilizzate per la bagnatura dei cumuli di inerti naturali e il troppo pieno viene scaricato sul suolo;-
in tal caso le acque meteoriche dell’area rifiuti non rientrano nell’art. 39 del PTA e quindi possono essere
scaricate senza depurazione e, non risultando contaminate, il loro invio ad un impianto di depurazione si
configura come una diluizione tra acque di processo da depurare e acque meteoriche da non depurare;
- nel trattamento depurativo delle acque di processo (vagliatura ad umido) viene utilizzato flocculante e
quindi lo scarico del depuratore è uno scarico industriale. Prima del riutilizzo per la bagnatura dei cumuli e
per l’aspersione nelle piste di cantiere si ritiene debba essere posto un pozzetto per il campionamento dei
reflui;
- il troppo piano dell’impianto dovrà essere gestito come rifiuto oppure, per essere scaricato sul suolo dovrà
avere un pozzetto di campionamento per la verifica dei limiti allo scarico..
Suolo e sottosuolo
Il sito sorge in area di ex cava ed ospita l’impianto di produzione inerti, che, in modo non sequenziale e non
contestuale, tratta anche i rifiuti, che derivano dall’attività della ditta stessa o da attività similari.
La ditta prevede in futuro di adempiere alla ricomposizione della cava stessa, mantenendo le attività in
essere nell’immediato.Dal punto di vista idrogeologico, la zona è ubicata nella parte apicale della
conoide alluvionale e fluvioglaciale del Brenta, costituita da alluvioni ghiaioso sabbiose, caratterizzate da
una permeabilità medio-alta; tenendo conto infatti delle caratteristiche granulometriche di massima,
descritte nei paragrafi precedenti, si può stimare il coefficiente K di permeabilità attorno ai 0.2 - 0.5 cm/sec.
L'area si trova nella zona di ricarica naturale dell’acquifero freatico indifferenziato ospitato nel
sottosuolo della fascia pedemontana dell’alta pianura veneta Tale acquifero, che come si può constatare
dall’esame della carta delle isofreatiche, si trova nella zona alla profondità media di una cinquantina di
metri dal piano campagna, viene alimentato sostanzialmente dalle dispersioni in alveo del fiume Brenta
ed in misura subordinata (meno del 20 - 30 %) dalle infiltrazioni delle precipitazioni dirette.
Rumore
La rumorosità delle lavorazioni è data dai macchinari e dalla movimentazione mezzi. I frantumatori sono
insonorizzati. Il clima acustico in cui si inserisce l’attività è definito dalla zonizzazione acustica
comunale, il Consiglio Comunale di Romano d’Ezzelino, con deliberazione n. 5 del 05.04.2008,
penuta esecutiva il 27.06.2008, ha approvato il Piano di Zonizzazione Acustica ed il Regolamento
Comunale ai sensi della Legge n. 447 del 26 ottobre 1995 e della Legge Regionale n. 21 del 10 maggio 1999.
L’esito della valutazione di impatto acustico, Allegato 7, riporta che la ditta CO.MA.C. S.r.l., è
insediata in “area prevalentemente industriale” posta in classe V, con limiti di emissione di 65 dBA in
periodo diurno. I limiti di emissione, immissione ed i limiti di immissione del criterio differenziale sono
rispettati.
Paesaggio
Il presente aspetto ambientale non risulta modificato nell’ambito del presente procedimento.
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Viabilità
I mezzi che insistono nel sito, con una portata superiore alle 15 tonnellate, sono mediamente 20 al giorno
lavorativo nell’anno, con possibili picchi di 5 mezzi all’ora. L’area in cui sorge il sito di Via Nardi è posto
all’interno del Comune di Romano d’Ezzelino, in fregio alla SS47. La Strada Statale 47 della Valsugana (SS
47), Strada Provinciale 47 della Valsugana (SP 47) è una strada statale e provinciale italiana, il cui
percorso si sviluppa in Veneto e in Trentino-Alto Adige.Inizia a Padova e termina a Trento, dopo avere
attraversato parte della pianura veneta e percorso la Valsugana.Il risultato dello Studio Viabile, Allegato 5,
ha evidenziato che l’incidenza dei mezzi indotti/generati dall’attività della ditta sul traffico circolante è
trascurabile. Per lo studio sono stati considerati tutti i mezzi operanti nel sito di Via Nardi e non solo quelli
dedicati all’attività di recupero rifiuti.
Integrazioni:
- fornire le indicazione riferibili ai percorsi di collegamento alle strade principali usati dai mezzi di trasporto
del materiale in ingresso e in uscita dal lotto e sulle emissioni di traffico indotto (sopratutto pesante)
prodotte dall’attività sulle strade afferenti l’area in esame allo scopo di valutare l’effettiva incidenza dei
livelli incrementali prodotti dai mezzi dell’attività;
- dettagliare il calcolo dei mezzi in arrivo e in partenza dall’impianto sulla base del quantitativo di materiali
in entrata e uscita.
Risorse naturali, Flora, Fauna, V.Inc.A.
Il presente aspetto ambientale non risulta modificato nell’ambito del presente procedimento.
Salute dei Lavoratori e delle persone
Il presente aspetto ambientale non risulta modificato nell’ambito del presente procedimento.
MISURE MITIGATIVE PROPOSTE
Gli apprestamenti implementati dalla ditta fin dal suo insediamento si rilevano indubbiamente a tutt’oggi
efficaci sotto il profilo ambientale e, data l’assenza di criticità e anche considerata la concreta modesta
consistenza dell’impianto in questione, non risulterebbe necessaria l’implementazione di ulteriori interventi
di mitigazione.
In relazione alle possibili misure mitigative richieste dalla nuova procedura di verifica introdotta dall’art.13
della L.R. n.04/2016, tuttavia, la ditta non ha redatto una proposta di merito.
La proposta mitigativa presentata successivamente prevede, nell'ambito dei cantieri che la ditta andrà ad
operare, la realizzazione di n.10 passaggi per anfibi e microfauna nell'ambito territoriale dei comuni di
Romano d'Ezzelino, Cassola e Bassano del Grappa. Tali strutture di connettività ecologica saranno realizzate
in quei tratti stradali che attraversino aree agricole, naturali o seminaturali almeno su un lato della
carreggiata, evitando i tratti compresi tra ambiti edificati su entrambi i lati. Saranno realizzati anche in caso
di presenza di fossi o rogge su entrambi i lati della carreggiata.
Le altre integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.
VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
CONCLUSIONI
La presente procedura riguarda un’attività esistente in fase di rinnovo dell’autorizzazione all’esercizio,
secondo quanto introdotto dall’art.13 della L.R. n.04/2016.
Non si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti.
Il grado di approfondimento documentale, la tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi
riportati possono essere considerati adeguati alle finalità che il proponente intende conseguire e conformi a
quanto previsto dalla DGRV 1020/2016.
Non sussistono osservazioni contrarie alla prosecuzione dell’attività.
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La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a ritenere come il
progetto non comporta pressioni o effetti/impatti significativi sull'ambiente determinati dall’esercizio
dell’impianto ovvero la possibilità di interventi mitigativi particolari rispetto alla realtà esistente consolidata.
Il progetto non determina, inoltre, alcun impatto aggiuntivo e/o significativo rispetto all’esercizio corrente.
Rispetto al territorio circostante l’iniziativa in esame va interpretata positivamente, sussistendo un’assenza
di rischi ambientali, sanitari ed ecologici.
Tutto ciò premesso si propone di esprimere
PARERE FAVOREVOLE
al non assoggettamento alla V.I.A. con le prescrizioni di seguito citate.
1. L’azienda è comunque impegnata ad acquisire il rinnovo dell’autorizzazione unica ambientale (A.U.A.).
2. Entro il 31 dicembre 2019 dovrà essere dato conto dello stato di avanzamento delle opere di mitigazione
proposte, con eventuale crono-programma di completamento dei lavori.
3. Con frequenza triennale dovrà essere effettuata l’indagine acustica di verifica del rispetto del criterio
differenziale e del limite di emissione, mirata ai ricettori presenti in prossimità dell’impianto.
- le modalità di effettuazione delle misurazioni, sia con riguardo al campionamento spaziale (scelta dei punti
di misura), sia con riguardo al campionamento temporale (scelta dei tempi di misura), saranno comunicate
con congruo preavviso ad Arpav;
- nel caso i valori non siano rispettati, dovranno essere messi in opera i correttivi necessari, mediante una
specifica progettazione da presentarsi all’Amministrazione comunale ed ARPAV, a cui, nel frattempo,
saranno stati comunicati i risultati delle analisi.
Il monitoraggio – con gli impianti, macchinari e mezzi funzionanti a pieno regime, comprendendo verifiche
fonometriche anche rivolte all’analisi del traffico indotto dai mezzi aziendali (soprattutto pesanti) sulle
strade afferenti l’attività indagata e/o presso i ricettori esposti alle emissioni acustiche prodotte dall’attività
stessa nel suo complessivo operare, al fine di un’eventuale inpiduazione di ulteriori modalità operative o
interventi strutturali finalizzati alla limitazione delle criticità laddove si potessero riscontrare livelli di
emissione acustica superiori ai limiti di legge.
Si ponga inoltre, particolare attenzione alla verifica del criterio differenziale in funzione delle indicazioni
suddette; e si indica fin d’ora che dichiarazioni circa la verifica del criterio differenziale (da effettuare per
indicazione normativa in ambiente interno) relative ai livelli presunti, calcolati per il confronto con il limite
verificato a finestre chiuse non è accettato, bensì solo a finestre aperte che nel caso di effettiva impossibilità
di accesso ai vani del fabbricato, può essere assimilato al calcolo in facciata più esposta alle emissioni sonore .
Vicenza, 01 agosto 2019
F.to Il Segretario F.to Il Presidente
Dott.ssa Silvia Chierchia Andrea Baldisseri
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