parere

             PROVINCIA DI VICENZA
                    AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
               SETTORE AMBIENTE - SERVIZIO RIFIUTI, VIA e VAS
                        Partita IVA e Codice Fiscale: 00496080243
             Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA




                  B.L.M. Trasporti S.R.L.
                        PARERE N. 20/2020

Oggetto: Rinnovo dell’autorizzazione all’esercizio dell’impianto di recupero rifiuti speciali non pericolosi
(art. 13 L.R. 4/2016).
PROPONENTE:            B.L.M. Trasporti S.R.L.
SEDE LEGALE:            Via San Francesco n.54 – Montecchio Precalcino
SEDE INTERVENTO:          Via San Francesco n.54 – Montecchio Precalcino
TIPOLOGIA ATTIVITÀ:        Impianti di recupero di rifiuti non pericolosi
PROCEDIMENTO:           Verifica di assoggettabilità ex art.19 del D.Lgs. 152/2006.
MOTIVAZIONE V.I.A:         ALLEGATO IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - 7. Progetti di
                  infrastrutture z.b) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non
                  pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante
                  operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del
                  decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
COMUNE INTERESSATO:        \\\
DATA DOMANDA:           03 settembre 2020
DATA PUBBLICAZIONE:        21 settembre 2020
DATA INTEGRAZIONI:         \\\

DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
  - A  Relazione tecnica descrittiva
   - B    Verifica dell’impatto acustico esterno
   - C1    Inquadramento territoriale
   - C2    Lay-out dell’impianto con rete scarichi
   - C3    Documentazione fotografica
   - D    Attestazione della non necessità della V.Inc.A.

                      PREMESSE ED UBICAZIONE
B.L.M. Trasporti s.r.l., fin dalla sua costituzione è attiva nel settore del trasporto merci conto Terzi ed è iscrit-
ta all’Albo Gestori Ambientali del Veneto per il trasporto di rifiuti speciali non pericolosi.
La ditta, che ha la sua sede al civico 54 di Via San Francesco in Comune di Montecchio Precalcino, gestisce
anche un impianto di recupero rifiuti speciali non pericolosi, sito sempre al al civico n. 54 di Via San France-
sco, costituiti prevalentemente da rifiuti di legno e, in misura minore, da rottami metallici e rifiuti di vetro.
L’impianto occupa un’area di circa 14˙500 mq
L’area operativa scoperta di pertinenza dell’impianto ha un sedime (al netto delle aree sistemate a verde) di
circa 10˙800 mq e risulta pavimentata in calcestruzzo.
Le strutture edilizie dell’impianto sono costituite da:
• un capannone industriale avente una superficie coperta di 1˙933 mq e altezza pari a 6,00 m,
• una palazzina uffici-servizi per il personale avente una superficie di 61 mq, oltre all’officina manutenzione
(mezzi di trasporto) e annesse tettoie occupanti una superficie di 537 mq.




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Con riferimento al P.A.T.I. “Terre di Pedemontana Vicentina”, la ditta si colloca all’interno dell’A.T.O. n. 3. e
insiste su un’area appositamente classificata dal P.I. del Comune di Montecchio Precalcino come Zona D3 –
“produttiva riqualificata per trattamento rifiuti” ai sensi dell’art. 32 delle N.T.O. del P.I. medesimo.
Nelle vicinanze dell’azienda si rileva la presenza di un nucleo residenziale che si sviluppa lungo Via San
Francesco, nel quale rientrano anche le abitazioni dei Titolari della ditta e proprietari dell’area.
Nelle adiacenze non si riscontra la presenza di corsi d’acqua superficiali, il più vicino dei quali è la Roggia
Cassandra, che scorre a oltre 200 m a sud-est del sito. .




                          Ortofoto del sito




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                    ESAME ISTRUTTORIO

QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
In riferimento alla procedura inpiduata dall'art. 13 della L.R. 4/2016, la DGR 1979/2016 definisce i contenuti
della relazione da allegarsi all'istanza , così come inpiduati nella DGR 1020/2016, indicando la necessita di
prevedere anche una descrizione degli impatti sulle matrici ambientali interessate connessi all'esistenza
dell'opera, all'utilizzazione delle risorse naturali, all'emissione di inquinanti, alla creazione di sostanze
nocive e allo smaltimento dei rifiuti, finalizzata all'inpiduazione delle eventuali misure di mitigazione
necessarie.
L’inpiduazione delle matrici ambientali interessate potrebbe essere utilmente integrata attraverso l’analisi
della strumentazione Programmatoria/Pianificatoria che in prima istanza, visto il contesto, potrebbe essere
rappresentata dalle sensibilità evidenziabili, ad esempio dal Piano di Tutela delle Acque ovvero dal PTCP e
dal PTRC vigente non presi in considerazione.
Di fatto Nello S.P.A. è stato, solo in parte, analizzato il PATI “TERRE DI PEDEMONTANA VICENTINA”.
Tuttavia, visto il contesto, risultano adeguatamente proposte effettive misure mitigative, oggetto di
valutazione e riportate nella specifica sezione della presente istruttoria.

QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
L’attività di recupero rifiuti di BLM è stata autorizzata per una capacità massima giornaliera di trattamento
pari a 60 t/giorno che, considerando 220 giorni/anno di attività dell’impianto, corrisponde ad una
potenzialità massima annua di trattamento pari a 13˙170 t/anno (quantitativi massimi che si confermano).
In quantitativo massimo (istantaneo) complessivo di rifiuti (in ingresso e prodotti) stoccabile nell’impianto
ascende a 600 t.
All’impianto di BLM possono essere conferiti i rifiuti contraddistinti dai seguenti codici C.E.R.:
• rifiuti di vetro:
15 01 07, 17 02 02, 19 12 05, 20 01 02;
• rifiuti di metalli ferrosi:
12 01 01, 15 01 04, 16 01 17, 17 04 05, 19 12 02, 20 01 40;
• rifiuti di metalli non ferrosi:
16 01 18, 17 04 01, 17 04 02, 17 04 03, 17 04 04, 17 04 06, 17 04 07, 17 04 11, 19 10 02, 19 12 03, 20 01 40;
• altri rifiuti metallici o contenenti metalli:
15 01 06, 16 01 16;
• rifiuti di legno:
03 01 05, 15 01 03, 17 02 01, 19 12 07, 20 01 38;
• rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche:
16 02 14, 16 02 16, 20 01 36.
Per i persi rifiuti ammissibili all’impianto, l’autorizzazione in essere, che si chiede di rinnovare, prevede la
possibilità di effettuare le seguenti operazioni di recupero:
– messa in riserva (R13) per singolo Codice C.E.R. oppure, come prevalentemente avviene, per singola
tipologia (di cui all’allegato 1 – suballegato 1 al D.M. 05/02/98); nel secondo caso il rifiuto in uscita assume il
Codice C.E.R. 19 12 XX;
– cernita (R12) per eliminare componenti (rifiuti) indesiderate e impurità, ovvero per separare perse
frazioni recuperabili ed eventuale riduzione volumetrica;
– recupero (R4), mediante cernita manuale o meccanica e riduzione volumetrica, per la quasi totalità dei
rifiuti metallici conferibili, con produzione di MPS metalliche;


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– recupero (R3), mediante cernita manuale o meccanica e riduzione volumetrica, per la totalità dei rifiuti di
legno conferibili, con produzione di MPS legnose (legno cippato).
Si precisa tuttavia che, allo stato (e così come anche in futuro), l’attività di recupero (R4) di rifiuti metallici
non viene effettuata; ciò premesso e considerato, le operazioni di recupero effettivamente utilizzate (e che si
chiede di autorizzare), per le perse tipologie di rifiuti già “autorizzate” (che si confermano), sono quelle
riportate nella tabella che segue.
DESCRIZIONE DEL CICLO DI PRODUZIONE
Le operazioni di messa in riserva e recupero dei persi rifiuti vengono effettuate sia all’interno del
capannone, sia all’esterno in area pavimentata scoperta (utilizzata anche per il deposito delle M.P.S. legnose
ottenute).
Tutti i rifiuti autorizzati vengono gestiti in aree ben definite (vedasi lay-out argomento della Tavola C2),
adibite allo stoccaggio (e selezione) di distinte tipologie omogenee di rifiuti, opportunamente segnalate ed
identificate da idonea cartellonistica.
La struttura del fabbricato (con un fronte completamente aperto) favorisce la movimentazione dei rifiuti e le
operazioni di insilamento dei medesimi entro appositi box di stoccaggio delimitati ai lati da pannelli
metallici o in c.a.v. tipo Jersey; per il deposito dei rifiuti prodotti (da selezione) vengono utilizzati container
scarrabili e contenitori mobili.
Per la messa in riserva e la selezione (in cumulo) dei rifiuti di legno e dei rifiuti ferrosi si utilizza l’area
pavimentata esterna in quanto la limitata altezza del capannone (6 m) non permette di effettuare le
operazioni di movimentazione e di selezione meccanica (effettuate con caricatore a polipo) dei rottami ferrosi
e nemmeno le operazioni di movimentazione e di triturazione dei rifiuti di legno; in particolare, per
quest’ultima operazione, viene utilizzato un trituratore semovente che richiede adeguati spazi di manovra e
in altezza (per consentire il caricamento del materiale) di cui il capannone non dispone.
I rifiuti in ingresso all’impianto vengono sottoposti alle operazioni di pesatura presso la stazione di pesa, alla
verifica documentale (controllo f.i.r. e documenti di trasporto) e al controllo visivo del carico in ingresso.
I carichi di rifiuti giudicati idonei, che hanno cioè superato positivamente le preliminari fasi di verifica e
controllo, vengono accettati e messi in riserva nelle aree dedicate (così come identificate nel lay-out
argomento della Tavola C2); eventuali carichi giudicati non conformi vengono invece respinti al mittente.
Le operazioni di selezione (manuale o con caricatore a polipo) sono specificatamente finalizzate a separare
impurità, a differenziare ovvero a raggruppare rifiuti aventi medesime caratteristiche qualitative.
In particolare, per quanto concerne le operazioni di cernita effettuate sui rifiuti di legno, si precisa che trattasi
prevalentemente di selezione “negativa” volta cioè a separare, manualmente, eventuali componenti “non
legnose” dai rifiuti disposti in cumuli; così pure la selezione in cumulo dei rottami ferrosi (effettuata
prevalentemente con caricatore a polipo) è finalizzata alla separazione di componenti non metalliche; per
quest’ultima tipologia di rifiuti, persamente dai rifiuti di legno, non si prevedono peraltro significativi
“volumi di accumulo” in quanto i rottami ferrosi vengono selezionati nel breve periodo dal conferimento
(2÷3 giorni) per non “appesantire” il “carico di magazzino”. Per la gestione (conferimento, messa in riserva e
selezione manuale) delle restanti altre tipologie di rifiuti ammissibili (rifiuti contenenti metalli e rifiuti di
vetro) vengono utilizzati i persi settori (box) ricavati all’interno del capannone.
Per la riduzione volumetrica (cippatura) dei rifiuti di legno pre-selezionati, effettuata al fine di assicurare le
specifiche (di pezzatura) richieste alle M.P.S. di legno (cippato) prodotte con l’operazione di recupero R3,
così come rappresentato nella più recente comunicazione di modifica non sostanziale del 03/09/2018, viene
utilizzato un trituratore Doppstadt serie DW azionato da motore endotermico in versione mobile (su ruote).
Ancorchè semovente, il trituratore viene utilizzato sostanzialmente in postazione fissa, al centro della zona
settentrionale del piazzale pavimentato, con limitati spostamenti nell’ambito delle aree di stoccaggio e
selezione dei rifiuti di legno.

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I rifiuti di legno pre-selezionati vengono alimentati nella tramoggia del trituratore mediante caricatore a
polipo e con il saltuario ausilio di una pala gommata che effettua la movimentazione dei cumuli a terra.
L’apparato trituratore è costituito da un monorotore (rullo frantumatore a denti) e da un contro-pettine (di
contrasto) regolabile idraulicamente.
Il rullo frantumatore preme il materiale da triturare sopra il contro-pettine provocandone così lo
sminuzzamento; in caso di sovraccarico (per l’eventuale presenza di componenti non legnosi), il pettine
retrocede per liberarsi dei corpi estranei (e prevenire danni), ritornando poi automaticamente in posizione di
lavoro grazie al sistema idraulico di comando; questa particolarità assicura, oltrechè la protezione del
sistema di triturazione, anche l’affinamento della pre-selezione (effettuata manualmente a piè di
conferimento e in cumulo) alla quale potrebbe (visivamente) sfuggire la presenza di materiali estranei; un
ulteriore affinamento della pre-selezione è assicurato dalla presenza di una puleggia magnetica (con rullo al
Neodimio) allo scarico del nastro elevatore, che provvede alla rimozione completa di eventuali, anche
piccoli, frammenti ferrosi (chiodi, graffette o altro), a garanzia della qualità del cippato di legno prodotto.

QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
Aria
L’attività di BLM consta di operazioni che non producono emissioni in atmosfera, quantomeno di tipo con -
vogliato, e comunque anche eventuali emissioni diffuse (di polveri) derivanti dall’operazione di triturazione
del legno sono da ritenersi circoscritte all’area operativa se non del tutto prevenute dall’adozione del sistema
di abbattimento (del particolato) ad irrorazione d’acqua di cui è dotata la camera di triturazione.
Per quant’altro, all’impianto di BLM vengono conferiti unicamente rifiuti stabili, privi di componenti odori-
gene che non possono produrre emissioni di gas nell’atmosfera.
In conclusione, considerate la tipologia di rifiuti conferiti e trattati e le operazioni di recupero effettuate, è da
escludersi la significativa formazione di emissioni aeriformi (pure diffuse) che possano incidere sulla qualità
dell’aria dell’ambiente circostante.
Acque
L’area pavimentata scoperta è presidiata da un sistema di captazione delle acque meteoriche (di dilavamento
delle superfici impermeabilizzate) con canalette grigliate e caditoie all’uopo raccordate ad una vasca di
raccolta e decantazione della “prima pioggia”. In particolare, le acque meteoriche insistenti sulla porzione
settentrionale del piazzale pavimentato, su cui insistono i depositi di rifiuti e M.P.S. legnose e di rottami
ferrosi, vengono sgrondate per gravità da una canaletta avente giacitura trasversale da ovest verso est,
parallela e prossima alla parete nord del capannone.
La vasca di raccolta ha una capacità di circa 110 mc corrispondente ad una altezza di precipitazione di
almeno 10 mm (insistenti sull’area pavimentata scoperta) ed è quindi in grado di garantire, con ampio
margine, l’accumulo della prima pioggia, dato che con questa terminologia si intende formalmente
un’altezza di pioggia di 5 mm e considerato comunque che quest’ultimo battente sarebbe già adeguato ad
esaurire il dilavamento della superficie impermeabilizzata, ossia a rimuovere il (potenziale) carico
inquinante su di essa insistente.
L’adduzione dell’acqua avviene attraverso una valvola pneumatica normalmente aperta controllata da un
regolatore di livello installato nella vasca di raccolta. Al raggiungimento del livello massimo nella vasca, il
regolatore determina la chiusura automatica della valvola e quindi il flusso d’acqua viene deviato, attraverso
una tubazione di sfioro a livello più alto della bocca di uscita della valvola di adduzione, nel collettore di
esaurimento delle acque di “2^ pioggia”.
Nella vasca di raccolta-decantazione della 1^ pioggia trovasi installata una pompa sommergibile ad una
quota (di prelievo) tale da assicurare un congruo volume “morto” per l’accumulo di eventuali fanghi
decantati che vengono periodicamente espurgati (con autobotte) e smaltiti, come rifiuti, in impianti
autorizzati.

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L’acqua di 1^ pioggia, sollevata dalla pompa di estrazione, viene convogliata (in pressione) ad una coppia di
pozzetti disoleatori (sifonati) e quindi al collettore fognario (a gravità) che raccoglie anche le acque nere dei
servizi igienici.
A monte delle vasche di disoleazione, in apposito pozzetto (di misura), trovasi un contatore utilizzato per la
contabilizzazione dei volumi di acque scaricate da parte di VIACQUA S.p.A., la Società che attualmente
gestisce la pubblica fognatura.
A valle delle vasche di disoleazione, immediatamente prima dell’immissione delle acque di prima pioggia
nel collettore afferente alla rete fognaria delle acque nere, trovasi il pozzetto “fiscale” di ispezione e
campionamento per la caratterizzazione qualitativa delle acque scaricate. Le acque di prima pioggia vengono
infine recapitate nel collettore pubblico (delle acque nere) di Via San Francesco.
Il terminale del collettore di sgrondo della seconda pioggia, in passato afferente direttamente ad un pozzo
disperdente, è stato intercettato con un pozzetto di adduzione ad una batteria di n°3 vasche prefabbricate
interrate aventi ciascuna dimensioni interne: 810 x 220 x H215 cm, collegate tra loro nella parte bassa, capaci
quindi di garantire complessivamente un volume netto di accumulo di 115 mc.
Queste vasche hanno la funzione di raccogliere e laminare la seconda pioggia fungendo cioè da sistema
“volano” delle punte di carico idraulico per garantire un esaurimento uniforme (a portata costante) della
seconda pioggia che viene infine recapitata nel collettore stradale delle acque bianche.
Per l’estrazione (dalle vasche “volano”) e l’invio allo scarico della seconda pioggia viene utilizzata una
pompa sommergibile avente una portata nominale (nel punto di lavoro) di 15 lt/s, all’uopo installata
nell’ultima vasca, con funzionamento automatico controllato da apposito regolatore di livello (sempre attivo
sopra il livello minimo); soltanto qualora, per il protrarsi e/o per l’intensità della precipitazione (in
circostanze eccezionali), fosse superata tanto la capacità di accumulo delle vasche volano, quanto la portata
estratta dalla pompa di sollevamento o in occasione di avaria di quest’ultima, la frazione di portata
meteorica eccedente (che può essere definita di “terza pioggia”) viene scolmata da un collettore di troppo-
pieno (che si diparte dal pozzetto di adduzione delle vasche volano) in un pozzo disperdente che è quindi da
considerarsi un recapito di emergenza. Così come da progetto approvato (da ultimo con D.G.P. N. 152 del
15/05/2012), la tubazione di sfioro della cosiddetta “terza pioggia” al pozzo disperdente è stata intercettata
da un pozzetto di ispezione e campionamento in cui trovasi anche installato un dispositivo di rilevazione di
flusso costituito da un trasduttore conduttimetrico (a 2 elettrodi).
Gli impianti di trattamento e scarico delle acque meteoriche di dilavamento vengono sottoposti a controlli di
gestione e ad interventi di manutenzione con periodicità programmata e l’effettuazione delle verifiche e degli
interventi viene annotata sull’apposito quaderno di registrazione il cui format è riprodotto in allegato 2.
Due volte all’anno, con cadenza approssimativamente semestrale, la ditta provvede al controllo analitico
delle acque meteoriche di prima e di seconda pioggia; in allegato 3 vengono riprodotti i Rapporti di prova
relativi ai controlli effettuati nell’ultimo triennio i cui esiti confermano il rispetto dei limiti tabellari previsti
delle N.T.A. del P.TA. Veneto:
– per lo scarico in acque superficiali, relativamente alla prima pioggia (scaricata in pubblica fognatura –
acque nere),
– per lo scarico nel suolo, relativamente alla seconda pioggia scaricata prevalentemente nel collettore stradale
delle acque bianche (afferente alla rete idrografica superficiale).
Suolo e sottosuolo
L’area scoperta asservita all’attività di BLM è pavimentata con massetto di calcestruzzo, idraulicamente
compartimentata e sagomata con pendenze idonee a garantire lo sgrondo delle acque meteoriche verso
caditoie e canalette grigliate afferenti (a gravità) ad un impianto di raccolta e trattamento non solo di quella
che viene formalmente definita 1^ pioggia (5 mm di precipitazione) ma anche di una pari aliquota (altri 5
mm) di 2^ pioggia, con recapito finale nella rete fognaria pubblica delle acque nere. Il sistema di gestione
delle acque meteoriche prevede il recapito della restante aliquota di 2^ pioggia nel collettore stradale delle
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acque bianche e soltanto in occasione di precipitazioni eccezionali (per intensità e durata) e quindi in
condizioni emergenziali, una eventuale frazione ultima (che potremo definire di 3^ pioggia) deve essere
esaurita nell’immediato sottosuolo per evidenti ragioni di compatibilità idraulica.
In sintesi, si ritiene che la ditta abbia adottato tutte le misure e le cautele necessarie per evitare immissioni
incontrollate avendo in particolare provveduto:
– all’impermeabilizzazione dell’area pertinenziale scoperta;
– all’adozione di un sistema di raccolta e trattamento di un più che congruo volume di acqua meteorica di
dilavamento con recapito in pubblica fognatura e di un sistema di scarico della restante frazione di un
collettore acque bianche mantenendo un pozzo assorbente pre-esistente unicamente per sgravare il recettore
finale da eventuali sovraccarichi idraulici.
Considerato infine che i sistemi adottati si sono dimostrati idonei a garantire il rispetto dei più severi limiti
tabellari (anche quelli per lo scarico nel suolo relativamente alla 2^ pioggia), come è confermato dagli esiti
dei controlli analitici finora effettuati (vedasi rapporti di prova argomento dell’allegato 3), non si può
palesare alcun impatto significativo nei confronti della componente ambientale suolo-sottosuolo-acque
sotterranee.
Rumore
L’emissione di rumore, ascrivibile all’esercizio dell’impianto di BLM è determinata principalmente dalle
operazioni di triturazione del legno effettuate in posizione pressochè fissa, ancorchè con una macchina
semovente alimentata mediante un caricatore a polipo e una pala gommata. L’attività è svolta in periodo
diurno, con funzionamento massimo di 6 ore al giorno.
L’impianto e anche i recettori più prossimi ricadono tutti in area inpiduata in Classe III^ (“aree di tipo
misto”) dal Piano di Zonizzazione Acustica del Comune di Montecchio Precalcino. I recettori abitativi
interessati dalle emissioni acustiche dell’attività di BLM si trovano a distanze variabili da circa 140 m a circa
200 m dalla posizione in cui viene effettuata la triturazione del legno.
I più recenti rilevamenti fonometrici sono stati effettuati nello scorso mese di luglio, specificatamente ai fini
della verifica dell’impatto acustico dell’attività di BLM; i risultati dell’indagine fonometrica e la relativa
valutazione sono oggetto del documento conclusivo (di Verifica dell’Impatto Acustico) del 04/08/2020,
argomento dell’Elaborato B al quale di rimanda per ogni utile approfondimento.
Richiamando le conclusioni della verifica in parola, si evidenzia in particolare come al perimetro dell’area di
pertinenza dell’impianto di BLM i livelli di rumore risultino compatibili con il limite diurno di 60 dB(A)
stabilito dal D.P.C.M. 14/11/97 per le aree di Classe III^ (all’interno della quale ricadono sia l’impianto che i
recettori) sulla base del Piano di Classificazione Acustica del Comune di Montecchio Precalcino. Inoltre i
livelli di rumore attesi/calcolati in corrispondenza delle facciate dei recettori più vicini, risultano essere
inferiori a 50 dB(A) con livelli differenziali comunque trascurabili, vieppiù all’interno dei locali abitativi.
Paesaggio
L’impianto di BLM è collocato in area appositamente inpiduata e normata dallo strumento urbanistico co-
munale per la specifica attività della ditta stessa.
L’ambiente al contorno è di tipo rurale con presenza di abitazioni sparse, fra cui quelle dei titolari dell’attivi-
tà e proprietari dell’area.
Dal punto di vista paesaggistico, nei pressi dell’impianto di BLM non si riscontrano elementi di particolare
pregio. L’impianto risulta in ogni caso adeguatamente mascherato da una consistente barriera arborea ben
sviluppata in altezza che perimetra buona parte del sito all’interno dei muri di recinzione e, in particolare,
lungo i lati est ed ovest; su una significativa porzione settentrionale di proprietà, sottratta all’area operativa,
è stata altresì realizzata una zona “boscata” (con specie prevalentemente da frutto) che funge da filtro nei
confronti della contermine area agricola. Per quanto concerne quindi le “scelte progettuali dirette ad ottimiz-
zare l’inserimento dell’impianto nel territorio e nell’ambiente circostante, anche riequilibrando eventuali
scompensi” e quindi, in ultima analisi, sotto il profilo dell’impatto visivo (determinato dalla presenza
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dell’impianto specifico) devesi riconoscere che le misure di mitigazione e di compensazione a suo tempo in -
trodotte, argomento del progetto approvato dalla Regione del Veneto con la D.G.R. N. 2125 del 22/06/1999,
sono a tutt’oggi perfettamente valide ed efficaci, escludendosi la necessità di ulteriori implementazioni.
In definitiva, si ritiene che l’impianto risulti ben inserito nel territorio sotto il profilo paesaggistico, non deter-
minando alcuna criticità o interferenza visiva significativa nei confronti dell’ambiente circostante, com’è an-
che possibile riscontrare nella Documentazione fotografica argomento dell’Elaborato C3.
Agenti fisici
Il presente aspetto è stato trattato quale proposta degli interventi migliorativi richiesti dalla presente
procedura ex art.13 della L.R. 04/2016.
Viabilità
L’impianto di BLM Trasporti si colloca in Via San Francesco, una laterale dell’asse stradale Via
Summano/Belvedere/Quartieri che collega i territori comunali di Montecchio Precalcino e Sarcedo. Circa 1,5
km a nord dell’impianto trovasi la S.P.111 “Nuova Gasparona”, la principale infrastruttura stradale dell’Alta
Pianura Vicentina, che collega l’Alto Vicentino con il Bassanese dove si innesta nella S.S. 47 “Valsugana” con
direzione Trento. In prossimità della S.P. 111 trovasi anche il tracciato della nuova Superstrada Pedemontana
Veneta, il cui tratto Breganze – Malo risulta già attivo, quantunque ancora poco utilizzato trattandosi di una
strada a pedaggio con una percorrenza relativamente ridotta; il traffico locale transita infatti ancora
preferibilmente sulla rete stradale “pubblica”. Il completamento della Superstrada Pedemontana Veneta
comporterà un evidente miglioramento della viabilità sulla lunga percorrenza, soprattutto per quanto
riguarda il collegamento con l’Ovest Vicentino (Agno-Chiampo) e con il Trevigiano.
Il traffico veicolare determinato dall’attività di BLM è circoscritto alla fascia feriale diurna (dal lunedì al
venerdì, dalle ore 7.00 alle ore 17.00).
L’attività di recupero rifiuti della ditta ha una potenzialità massima di conferimento pari a 60 t/giorno di
rifiuti in ingresso relativamente alla quale si ha mediamente l’accesso di una decina di vettori al giorno; di
questi almeno la metà viene utilizzata per l’allontanamento delle M.P.S. e dei rifiuti di legno prodotti (vettori
che entrano ed escono carichi). Un altro paio di vettori viene impiegato per l’allontanamento dei rifiuti
semplicemente messi in riserva o anche preselezionati/accorpati.
Il contributo del traffico indotto dall’impianto di recupero di BLM, valutato in una ventina di passaggi di
mezzi pesanti al giorno, risulta oggettivamente trascurabile in raffronto al complessivo traffico veicolare
insistente sulla viabilità locale.
In ogni caso, poiché l’attività di BLM esiste da decenni, il suo volume di traffico indotto risulta già
ricompreso all’interno del flusso veicolare complessivo attualmente insistente sulla viabilità locale che non ha
mai evidenziato criticità di sorta.
Allo scopo di un ulteriore possibile miglioramento, si prescrive di valutare la disponibilità dell'area
antistante al civico 54, probabilmente già utilizzata dai mezzi per fare manovra, specie in ingresso, per
garantirne la continuità di utilizzo.
Si richiede altresì una migliore segnalazione del transito (ingresso/uscita) dei mezzi in quanto l'ingresso
sfocia sulla pista ciclopedonale adiacente alla recinzione (per esempio lungo la ciclabile di con segnali di
"pericolo generico" segnalando "attenzione uscita mezzi" che potrebbe risultare utile anche per i veicoli).
Quanto sopra in accordo con il Comune.
Risorse naturali, Flora, Fauna
Per quanto concerne gli aspetti naturalistici, l’impianto di BLM si situa nella zona pedemontana, in un
contesto locale prevalentemente agricolo con la presenza di piccoli nuclei residenziali e abitazioni sparse; più
a nord trovasi la zona artigianale-industriale di Montecchio Precalcino. Nell’area non si ritrovano biotipi
pregiati o di particolare interesse naturalistico e non sono nemmeno presenti specie protette da leggi
nazionali, regionali e/o convenzioni internazionali.

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Rete Natura 2000
Nelle vicinanze dell’impianto non si rileva la presenza di Siti di Importanza Comunitaria (S.I.C.) e/o Zone a
Protezione Speciale (Z.P.S.); il sito della rete Natura 2000 più vicino, che risulta essere il SIC IT3220040
“Bosco di Dueville e risorgive limitrofe”, dista circa 5 km dall’impianto. Il sito inpiduato non è interessato
da scarichi o contributi riconducibili all’attività, escludendosi pertanto che l’esercizio dell’impianto di
recupero rifiuti di BLM possa comportare effetti significativi di sorta sul sito stesso, come risulta dalla
“Attestazione della non necessità di effettuare la V.Inc.A.”, argomento dell’Elaborato D.
Salute dei Lavoratori e delle persone
Per quanto riguarda la salute pubblica, i possibili impatti di qualsivoglia impianto di gestione rifiuti sono
riconducibili in generale alla presenza di: sostanze tossiche, agenti patogeni, radiazioni (ionizzanti e non),
emissioni di gas, polveri, odori, rumore.
Date le caratteristiche dei rifiuti gestiti, le modalità di trattamento ed i presidi ambientali in essere si può
ragionevolmente escludere qualsivoglia effetto negativo sulla salute pubblica legato alla presenza di sostanze
tossiche. I rifiuti trattati nell’impianto di BLM sono unicamente quelli di legno, mentre i rottami metallici e i
rifiuti di vetro vengono attualmente soltanto messi in riserva eventualmente con selezione e accorpamento; si
tratta di rifiuti solidi chimicamente e biologicamente stabili che non contengono agenti patogeni e la cui
manipolazione non può dar luogo a formazione di gas o odori.
Per quanto già argomentato in relazione, l’impianto non può dar luogo ad emissioni aeriformi significative
tali da comportare impatti di sorta nei confronti dell’ambiente circostante, dato che anche eventuali emissioni
diffuse di particolato (di legno) vengono prevenute con l’adozione di adeguato sistema di abbattimento (ad
acqua) incorporato nel trituratore.
In merito al rumore, i livelli acustici misurati risultano compatibili con i limiti assoluti stabiliti dalla
zonizzazione acustica comunale e il livello di rumore ambientale valutato presso i recettori più vicini risulta
inferiore a 50 dB(A), valore al di sotto del quale il livello differenziale è da considerarsi trascurabile.
L’impianto è stato al tempo valutato anche sotto il profilo della sicurezza, con particolare riferimento al
rischio incendio. La specifica problematica è stata affrontata realizzando un impianto antincendio fisso con
idranti in numero e in posizioni tali da presidiare integralmente l’area di impianto.
La conformità antincendio dell’impianto è stata recentemente attestata presso il Comando Provinciale dei
VV.F. di Vicenza, come da segnalazione certificata (SCIA antincendio) presentata il 18/10/2018, riprodotta in
allegato 4.
MISURE MITIGATIVE PROPOSTE
Gli apprestamenti implementati dalla ditta fin dal suo insediamento si rilevano indubbiamente a tutt’oggi
efficaci sotto il profilo ambientale e, data l’assenza di criticità e anche considerata la concreta modesta
consistenza dell’impianto in questione, non risulterebbe necessaria l’implementazione di ulteriori interventi
di mitigazione.
In relazione alle possibili misure mitigative richieste dalla nuova procedura di verifica introdotta dall’art.13
della L.R. n.04/2016 la ditta ha proposto le seguenti specifiche iniziative/lavori:
- una ristrutturazione completa del sistema di illuminazione dell’impianto mediante sostituzione dei
dispositivi illuminanti tradizionali con lampade e fari a LED, più efficienti dal punto di vista energetico.
L’intervento riguarderà l’impianto di illuminazione esterno perimetrale ed interno al capannone mediante
sostituzione di tutti i corpi illuminanti dotati di lampada a ioduri metallici con nuovi proiettori asimmetrici a
LED da 135 W, integrando altresì l’impianto di illuminazione esterna esistente con un ulteriore palo (della
stessa tipologia degli esistenti) con n°2 nuovi proiettori asimmetrici a LED da 135 W. I nuovi proiettori
installati all’esterno saranno orientati in modo da garantire la non dispersione della luce oltre i 90°.




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I corpi illuminanti previsti saranno in classe 2 (doppio isolamento), adeguati alla tipologia d’impianto, in
grado di realizzare un grado di illuminamento minimo idoneo e saranno conformi alla Legge Regionale N.17
del 07/08/2009 (Nuove norme per il contenimento dell’inquinamento luminoso).
L’impianto di illuminazione sarà gestito da orologio giornaliero/settimanale che ad orario programmato e
comunque entro le 24 ore dimezzerà i corpi illuminanti tramite spegnimento automatico.
Questo intervento comporterà una riduzione dei consumi elettrici della ditta, con un vantaggio non solo
economico ma anche ambientale. Infatti per il nostro Paese si stima un’emissione specifica media di anidride
carbonica correlata alla produzione di energia elettrica pari a circa 330 gCO2/kWh di energia prodotta (fonti:
“Fattori di emissione atmosferica di CO2 e sviluppo delle fonti rinnovabili nel settore elettrico” di ISPRA; “I
principali dati congiunturali del settore elettrico italiano - gennaio/marzo 2015” di Assoelettrica). In linea
generale l’efficientamento energetico risulta pertanto senz’altro auspicabile sotto il profilo ambientale, per la
riduzione dei gas serra correlati alla produzione/consumo di energia elettrica.
Si provvederà, altresì, al rifacimento della pavimentazione della porzione più settentrionale dell’area
operativa scoperta, per una estensione di circa 1˙500 mq, ammalorata dal passaggio delle macchine operatrici
(utilizzate per le operazioni di recupero dei rifiuti di legno) e a seguito di ripetuti fenomeni di gelo e disgelo.
L’area interessata è evidenziata con un retino giallo nella planimetria riportata in calce al “Piano di
manutenzione della pavimentazione esterna” argomento dell’allegato 5.
I lavori di rifacimento della pavimentazione nell’area sopra indicata sono già stati programmati e saranno
effettuati entro la data di scadenza dell’autorizzazione in essere.


              VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
                          CONCLUSIONI
Il progetto in esame non si pone in contrasto ovvero in condizioni di interferenze rispetto ad altri piani,
progetti o interventi in zone limitrofe, né questi ultimi possono interagire con l’intervento oggetto del parere.
Non si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti.
Il grado di approfondimento documentale, anche dopo l’invio delle specifiche integrazioni richieste, la
tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi riportati possono essere considerati adeguati alle
finalità che il proponente intende conseguire.
Non si ritiene di richiedere ulteriori integrazioni, approfondimenti o chiarimenti di sorta.
Non sussistono osservazioni contrarie alla realizzazione del progetto .
La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a ritenere come il
progetto non comporta pressioni o effetti significativi per l’ambiente.
Parimenti il progetto non determina alcun impatto aggiuntivo significativo rispetto all’esercizio delle altre
attività in atto, necessitando tuttavia di alcune specifiche prescrizioni al fine di consentire un adeguato
monitoraggio finalizzato alla verifica dei dati progettuali proposti, in tema di contenimento degli impatti
sull’ambiente idrico e di inquinamento acustico.
Rispetto al territorio circostante l’iniziativa in esame va interpretata positivamente, sussistendo un’assenza di
rischi ambientali, sanitari ed ecologici
                       Tutto ciò premesso si esprime
                       PARERE FAVOREVOLE
        Alla esclusione dalla procedura V.I.A., subordinandolo alle prescrizioni di seguito citate.

1. L’azienda è impegnata a presentare, preventivamente al rinnovo dell’autorizzazione alla gestione rifiuti,
le valutazioni sopra riportate in tema di viabilità, nonché il crono-programma definitivo di attuazione delle
misure mitigative proposte.
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2. Con frequenza triennale dovrà essere effettuato il monitoraggio dell’impatto acustico, mediante specifica
indagine fonometrica, finalizzata alla verifica del rispetto dei limiti di immissione assoluti e differenziali e
dei limiti di emissione; del monitoraggio verrà avvertito preventivamente (ed in forma scritta tanto il
Comune quanto l’ARPAV e con questa dovranno essere concordate modalità e punti di rilevamento. Nel
caso i valori non siano rispettati, dovranno essere messi in opera i correttivi necessari, concordati con
Amministrazione comunale ed ARPAV, a cui, nel frattempo, saranno stati comunicati i risultati delle
analisi.
3. L’azienda dovrà procedere ad inpiduare ed attuare un’idonea procedura di formazione del personale
addetto al ricevimento-selezione-trattamento dei rifiuti, tenendo conto degli aspetti ambientali e di
sicurezza/rischio; di tale definizione dovrà essere dato riscontro in occasione del rinnovo dell’autorizzazione
all’esercizio.

Vicenza, 08 ottobre 2020
  F.to Il Segretario                                      F.to Il Presidente
Dott.ssa Silvia Chierchia                                  Ing. Filippo Squarcina




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