determina
PROVINCIA DI VICENZA
Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243
DETERMINAZIONE N° 71 DEL 02/02/2018
Servizio VIA VINCA
OGGETTO: DITTA: FRASSON GERARDO SNC
ESCLUSIONE PROCEDURA DI VIA ART. 20 D.LGS. 152/2006 E S.M.E I. -
PROGETTO: AMPLIAMENTO E TRATTAMENTO E RECUPERO RIFIUTI ANCHE
PERICOLOSI
LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNE DI ARZIGNANO
IL DIRIGENTE
Vista la documentazione presentata con nota prot. 47347 del 10 agosto 2017, da parte della ditta
Frasson Gerardo snc con sede legale e operativa in comune di Arzignano, via Quarta Strada 46-48,
relativa al progetto di “ ampliamento dell'attività di trattamento e recupero rifiuti anche pericolosi”.
Dato atto che il progetto proposto rientra nella tipologia progettuale indicata al punto 7. progetti di
infrastrutture, lettera z.a) Impianti di recupero di rifiuti pericolosi, mediante operazioni di cui
all'allegato C, lettere da R2 a R9, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 -
z.b) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità complessiva superiore
a 10 t/giorno, mediante operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del
decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
Tenuto conto che la verifica per tali progetti rientra tra le competenze inpiduate in capo alla
Provincia dalla Legge Regionale n. 4/2016, con riferimento alla tipologia degli interventi, come
inpiduati negli allegati III e IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006.
Rilevato che nella documentazione trasmessa la ditta ha chiesto l'attivazione della procedura di
verifica di cui all'art. 20 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. ed è stata effettuata la pubblicazione sul sito
web della Provincia in data 24/08/2017.
Considerato che il citato art. 20 prevede che l'autorità competente, verificato che il progetto non
abbia possibili effetti negativi e significativi sull'ambiente, dispone l'esclusione dalla procedura di
valutazione ambientale e, se del caso, impartisce le necessarie prescrizioni, ovvero, se il progetto ha
possibili impatti negativi e significativi sull'ambiente, applica le disposizioni degli articoli da 21 a
28 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i..
Dato atto che il Comitato tecnico provinciale VIA, nella seduta del giorno 31-01-2018, ha disposto
l'esclusione dalla procedura di valutazione ambientale con le prescrizioni contenute nel parere
01/2018 allegato al presente provvedimento per costituirne parte integrante e sostanziale.
Ritenuto di far proprie le citate prescrizioni al fine di mitigare gli impatti ambientali e monitorare
nel tempo la situazione aziendale.
copia informatica per consultazione
Dato atto che non è oggetto della presente procedura la verifica della conformità
urbanistica/edilizia dell'intervento e tenuto conto che rimangono in capo alle autorità competenti il
rilascio di eventuali pareri, nulla osta, autorizzazioni e assensi comunque denominati necessari per
l'autorizzazione dell'intervento.
Vista l’istruttoria del Comitato tecnico provinciale VIA conservata agli atti.
Viste le norme di procedura di VIA di cui al D.Lgs. 152/2006 e s.m.i..
Visto che il presente provvedimento viene emanato nel rispetto della tempistica prevista dal
succitato D.Lgs. 152/2006 e dal Regolamento sui procedimenti amministrativi di competenza della
Provincia di Vicenza (Deliberazione di Consiglio n. 37/2013) che è di giorni 80 ID PROC 45).
Vista la Legge Regionale 4 del 18 febbraio 2016 “Disposizioni in materia di valutazione di impatto
ambientale e di competenze in materia di autorizzazione integrata ambientale”.
Visti gli artt. 151 comma 4 e 107 del D.Lgs. n. 267/2000; Richiamata la Deliberazione del
Consiglio Provinciale n.25 del 17/07/2017 con la quale è stato approvato il Bilancio di Previsione
2017-2019.
Visto che con Decreto Presidenziale n. 65 del 01/08/2017 è stato approvato il Piano Esecutivo di
Gestione 2017/19.
DETERMINA
1. che il progetto della ditta Frasson Gerardo snc con sede legale e operativa in comune di
Arzignano, via Quarta Strada 46-48, relativa al progetto di “ ampliamento dell'attività di
trattamento e recupero rifiuti anche pericolosi” è escluso dalla procedura di valutazione
di impatto ambientale di cui al D.Lgs. n. 152/06 con le prescrizioni riportate nel parere
01/2018 allegato alla presente determinazione per costituirne parte integrante e sostanziale;
2. di attestare che il presente provvedimento non comporta spese, minori entrate, nè riflessi
diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai
sensi art 49 del TUEL come modificato dal DL 174/12);
3. che il Responsabile del procedimento provvederà alla pubblicazione del presente
provvedimento sul sito di questa Provincia e, in modo sintetico, sul Bollettino Ufficiale della
Regione Veneto;
4. che il presente provvedimento verrà pubblicato ai sensi dell'art. 23 D.Lgs. 33/2013;
5. di dare atto che al presente provvedimento sarà data esecuzione ad avvenuta pubblicazione
all'albo pretorio on line;
6. di trasmettere il presente provvedimento alla ditta e consulente, al comune di Arzignano, ad
ARPAV, all’ULSS n.8.
INFORMA
Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso avanti al Tribunale Amministrativo
Regionale per il Veneto, nel termine di 60 giorni dalla data di ricevimento della comunicazione
del presente atto, ovvero in alternativa ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni
dalla data di ricevimento della comunicazione del presente atto.
copia informatica per consultazione
Rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali ulteriori pareri, nulla osta,
autorizzazioni e assensi comunque denominati, necessari per l'attuazione dell'intervento.
Vicenza, 02/02/2018
Sottoscritta dal Dirigente
(MACCHIA ANGELO)
con firma digitale
---
Responsabile del Procedimento: Andrea BALDISSERI
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OGGETTO: DITTA: FRASSON GERARDO SNC
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PERICOLOSI
LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNE DI ARZIGNANO
CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE
Si certifica che copia della presente determinazione è pubblicata all'albo pretorio di questa
Provincia per 15 giorni dal 02/02/2018.
Vicenza, 02/02/2018
Sottoscritto dall'addetto alla pubblicazione
(BERTACCHE CRISTINA)
con firma digitale
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AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
SETTORE AMBIENTE - SERVIZIO VIA
Partita IVA e Codice Fiscale: 00496080243
Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA
FRASSON GERARDO S.N.C.
PARERE N. 01/2018
Oggetto: ampliamento dell'attività di trattamento e recupero rifiuti anche pericolosi.
PROPONENTE: Frasson Gerardo snc
SEDE LEGALE: Via Quarta Strada 46/48 – Arzignano
SEDE INTERVENTO: Via Quarta Strada 46/48 – Arzignano
TIPOLOGIA ATTIVITÀ: Impianti di recupero di rifiuti
PROCEDIMENTO: Verifica di assoggetabilità ex art. 20 D.Lgs. 152/2006 e ss. mm. e ii. .
MOTIVAZIONE V.I.A: ALLEGATO IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - Punto 7.
Progetti di infrastrutture - z.a) Impianti di recupero di rifiuti pericolosi,
mediante operazioni di cui all'allegato C, lettere da R2 a R9, della parte
quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152. - z.b) Impianti di
smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità complessiva
superiore a 10 t/giorno, mediante operazioni di cui all'allegato C, lettere da
R1 a R9, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152. .
COMUNE INTERESSATO: \\\
DATA DOMANDA: 10 agosto 2017
DATA PUBBLICAZIONE: 24 agosto 2017
DATA INTEGRAZIONI: 22 dicembre 2017
DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
- Relazione tecnico-descrittiva;
- Relazione fotografica;
- Analisi per famiglie sui prodotti chimici originariamente contenuti negli imballaggi;
- Inquadramento territoriale e catastale;
- Dichiarazione di non avvio procedura di VINCA;
- Progetto preliminare e Studio preliminare Ambientale;
- Tavola 1a Planimetria stato attuale;
- Tavola 1b Prospetti stato attuale;
- Tavola 2 Planimetria stato di progetto;
- Tavola 3 Planimetria di progetto con destinazioni funzionali;
- Tavola 4 Planimetria con reti di raccolta e punti emissivi;
- VPIAC Relazione tecnica ed elaborati grafici (Dott. Mirko Cecchi).
PREMESSE ED UBICAZIONE
La società Frasson Gerardo snc si occupa della raccolta e recupero di imballaggi plastici all’interno della pro-
pria piattaforma sita in Via di Quarta Strada, n. 46/48 ad Arzignano (VI), attività autorizzata in regime di
procedure semplificate di gestione rifiuti ai sensi dell’art. 216 del D. Lgs. 152/06 e s.m.i..
La società ha in progetto ampliare suddetta autorizzazione con il ritiro codici pericolosi da avviare a recupe-
ro interno,.
La stabilimento oggetto della presente relazione non è stato completamente saturato negli spazi dal trasferi-
mento delle attività che erano site precedentemente in Via Ferraretta.
Con questo ultimo step, il ritiro e il trattamento finalizzato al recupero degli imballaggi plastici e metallici
pericolosi, si va a raggiungere una configurazione di impianto definitiva con l’installazione di un impianto
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AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
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lava-cisternette che permetterà di svolgere l’attività di recupero su le cisternette da 1 mc che vengono prese
in carico come rifiuto speciale pericoloso.
Non solo, si vuole aggiungere inoltre la possibilità di ricevere e lavorare anche i fusti caratterizzati da CER
pericoloso per poterli avviare ai cicli interni di recupero mediante lavaggio o macinazione.
In linea generale verranno anche rivisti i quantitativi di materiale non pericoloso trattabile, rispetto alla pre-
cedente autorizzazione.
Tutte le operazioni di recupero vengono svolte al coperto e all’interno del capannone aventi le seguenti ca -
ratteristiche: il fabbricato occupa una superficie in pianta di 4.383,48 mq, mentre la restante parte costituisce
un resede privato sui quattro lati costituito per 3.203,45 mq di superficie permeabile a verde e di 2.263,00 mq
di superficie impermeabile asfaltata, per un’area totale di 9.849,97 mq.
Ortofoto del sito
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QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
• Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
• Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
• Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di Arzignano;
• Piano degli Interventi (P.I.) del Comune di Arzignano;
• Piano di Gestione dei Rischi Alluvionali;
• Piano Regionale di Tutela delle Acque;
• Piano Regionale di Tutela dell’Atmosfera;
• Piano Regionale di Gestione Rifiuti;
• Rete Natura 2000.
I riferimenti programmatici sopra indicati rappresentano un quadro generale sufficientemente descritto, per
il quale si ritengono comunque necessari taluni approfondimenti.
In particolare, dovrebbero essere approfonditi il rapporto tra l’impianto in questione, le modifiche che si
vorrebbero introdurre, e quanto previsto dal Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani e speciali
(approvato con D.C.R. n. 30/2015);
Inoltre, dovrebbe essere verificato se, rispetto all’Area RIR Unichimica, a rischio di incidente rilevante, vi
sono elementi di interconnessione con aggravio di rischio.
Lo SPA precisa che la mappatura dell’allagabilità contenuta nella pianificazione territoriale comunale ha lo
scopo di valutare, per quanto noto e deducibile, la propensione di un territorio a soccombere a tale
fenomeno (art. 6 punto 5 Direttiva 2007/60/CE).
Non ha dunque il compito di simulare un fenomeno vero e proprio, ma di simulare scenari con effetti più o
meno probabili.
La mappatura delle classi di rischio, per le zone allagabili, e stata eseguita sulla base di un sistema di
valutazione del rischio (idraulico) impostato sulla letteratura consolidata, più precisamente sulle indicazioni
di ISPRA e sulle esperienze già presenti nel distretto.
Per quanto riguarda l’ambito di progetto, sulla base dell’analisi delle cartografie di piano, quest’ultimo non
ricade all’interno o in prossimità di aree allagabili o di zone classificate a rischio idrologico.
Pur considerando quanto sopra esposto rispetto alla mappatura delle zone allagabili contenuta della Carta
delle Fragilità del PAT è opportuno approfondire le motivazioni che hanno portato ad inpiduare l’area
interessata come ”area idonea a condizione – condizione “A” area della piana alluvionale” (art. 35 N.T.A.)” e
metterle in rapporto puntuale con l’attività di progetto e l’area in questione.
Si ritengono pertanto necessarie le seguenti integrazioni:
- siano evidenziate le eventuali interconnessioni tra l’attività in oggetto e la contermine attività della Ditta
confinante “Unichimica”;
- siano documentati i motivi che hanno incluso l’ambito nella ”area idonea a condizione – condizione “A”
area della piana alluvionale” (art. 35 N.T.A.)” ed i conseguenti accorgimenti progettuali che consentono di
soddisfare le condizioni previste dalla norma;
- sia dimostrata la conformità urbanistica del deposito a cielo aperto.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto la suddetta richiesta di integrazioni non rilevando situazioni di
particolare criticità.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
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QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
Le operazioni di recupero di seguito descritte vengono svolte all’interno del capannone esistente avente una
superficie coperta di 4.383,48 mq, superficie a verde di 3.203,45 mq e superficie asfaltata di 2.263,00 mq, per
un’area totale di 9.849,97 mq.
Il progetto non prevede alcun ampliamento, modifica interna o prospettica delle strutture esistenti.
Attualmente la sudpisione degli ambiti lavorativi o di stoccaggio dei materiali avviene mediante linee co-
lorate sul pavimento. Il progetto prevede di mantenere lo stesso tipo di sudpisione degli ambiti.
L’immobile è costituito da una struttura portante in c.a. prefabbricata, con un doppio ordine di pannelli peri-
metrali e una sovrastante fascia di finestrature, in parte apribili manualmente.
La copertura piana è cadenzata da lucernari. La pavimentazione è in calcestruzzo liscio vibrato. L’accesso av-
viene da tre portoni metallici sul lato sud ovest e da altre aperture più piccole disposte sugli altri tre lati.
L’altezza sottotrave è di 5,50 m. Il fabbricato è dotato di servizi igienico sanitari, spogliatoi, refettorio e uffici.
Tutta l’area e recintata e dotata di un accesso carrabile sul lato nord.
Il piazzale esterno asfaltato è destinato al transito e manovra dei mezzi in ingresso/uscita.
Lo stoccaggio e trattamento dei rifiuti avviene ed avverrà all’interno del fabbricato.
I rifiuti plastici pericolosi e non pericolosi che saranno trattati, sono di due tipi:
• cisternetta: contenitore plastico cubico di 1 mc, con tappo e valvola di scarico, griglia metallica esterna e
appoggiato su pallet in legno/plastica/metallo;
• fusto: contenitore plastico cilindrico da 30 a 220 litri, con coperchio in plastica, cerniera metallica e guarni -
zione in gomma.
Le cisternette in ingresso vengono stoccate internamente al capannone, nell’apposita area R13, previa suddi-
visione tra recuperabili (da avviare al lavaggio) e non recuperabili (da avviare a macinazione).
L’impianto si occupa anche di rifiuti metallici prevalentemente costituiti da imballaggi, fusti, latte, lattine di
materiale ferroso e non ferroso e acciaio anche stagnato.
Il tipo di attività che si andrà a svolgere è il seguente:
La modifica più significativa rispetto alla situazione attuale riguarda l’inserimento della linea di lavaggio
delle cisternette in una zona in prossimità del lato nord-est del capannone.
L’impianto sarà dotato di due vasche nelle quali saranno avviati separatamente i reflui pericolosi (da 17 mc)
e non pericolosi (da 30 mc), derivanti dalle operazioni di lavaggio.
Le zone nelle quali verranno effettuate le operazioni di prelavaggio avranno sistema di separazione dei flus -
si, mediante switch manuali, per deviare le acque in funzione dei contenuti del lotto in lavorazione.
Per l’ottimizzazione nell’uso delle acque si prevede di installare, presso l’area di macinazione fusti, un eva-
poratore, con produzione pari a circa 30 litri/ora avviati poi all’impianto di lavaggio del macinato.
Le vasche di lavaggio saranno svuotate periodicamente mediante autospurgo avviandone il contenuto a cor-
retto smaltimento.
Lo svuotamento delle vasche di lavaggio, fisicamente separate dalla rete fognaria, avviene mediante una
pompa elettrica mobile ed una condotta volante. Si realizza quindi, sopra la pavimentazione, un
collegamento tra vasche ad un pozzetto canale che determina il rischio di frequenti sversamenti. Il progetto
non evidenzia correzioni a questo sistema o puntuali indicazioni in merito all’implementazione dello schema
fognario interno in ragione delle modifiche previste.
E’ prevista inoltre una superficie esterna adibita a stoccaggio dei prodotti finiti. Non è fatta menzione se su
quest’area il progetto edilizio approvato per la costruzione del capannone preveda parcheggio pubblico o
privato e, nel caso, come la sovrapposizione funzionale possa essere risolta.
DESCRIZIONE DEL CICLO DI PRODUZIONE
Linea di lavaggio cisternette:
a) prelievo per lotti (P o N/P) mediante muletto e conferimento nell’area di lavorazione;
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b) rimozione di etichette;
c) prelavaggio per la rimozione dei residui interni mediante utilizzo di idropulitrice e aspiraliquidi;
d) lavaggio esterno mediante idropulitrice;
e) lavaggio interno mediante idropulitrice;
f) asciugatura con aria calda;
g) collaudo e controllo.
La modifica più significativa rispetto alla situazione attuale riguarda l’inserimento della linea di lavaggio
delle cisternette in una zona in prossimità del lato nord-est del capannone.
Linea di macinazione cisternette:
a) prelievo per lotti (P o N/P) mediante muletto e conferimento nell’area di lavorazione;
b) aspirazione del contenuto mediante aspiraliquidi;
c) lavaggio esterno mediante idropulitrice;
d) lavaggio interno mediante idropulitrice;
e) smontaggio degli accessori;
f) taglio dell’otre con sega elettrica a nastro;
g) riduzione volumetrica mediante triturazione e successiva granulazione;
h) lavaggio del granulo mediante centrifuga, vasca di flottazione e nuova centrifugazione;
i) il materiale cosi ottenuto viene raccolto in big bag ed avviato alla zona di stoccaggio dedicata.
I fusti in ingresso vengono stoccati, nell’apposita area R13 sudpisa per il codice pericoloso e non pericolo-
so, previa sudpisione tra recuperabili (da avviare a lavaggio) e non recuperabili (da avviare a macinazio-
ne).
Linea di lavaggio fusti:
a) prelievo per lotti (P o N/P) mediante muletto e conferimento nell’area di lavorazione;
b) smontaggio accessori;
c) prelavaggio eseguito in 3 modi:
- il primo con spazzole in vasca a circuito chiuso a bagno di soda e risciacquo su vasca a circuito chiuso;
- il secondo, per i fusti con sporco più ostinato, lavaggio in vasca con idropulitrice;
- il terzo, per fusti fuori misura, con idropulitrice e macchina a spazzole con vasca a circuito chiuso;
d) lavaggio mediante macchina lavafusti a 4 stazioni automatica;
e) asciugatura con getto d’aria calda;
f) assemblaggio manuale degli accessori (coperchi e cerniere)ai fusti;
g) imballaggio mediante avvolgimento con pellicola di nylon e stoccaggio in apposita area a terra.
Fasi gestionali linea di macinazione fusti:
a) prelievo per lotti (P o N/P) mediante muletto e conferimento nell’area di lavorazione;
b) prelavaggio mediante lavafusti a getto a circuito chiuso per la rimozione del residuo;
c) riduzione volumetrica mediante taglio con sega a nastro;
d) triturazione e successiva granulazione;
e) lavaggio del granulo con sistema costituito da centrifuga, vasca di flottazione e nuova centrifugazione;
f) il materiale cosi ottenuto viene raccolto in big bag ed avviato alla zona di stoccaggio dedicata.
Il materiale ferroso viene conferito in apposita area interna di messa in riserva, stoccato a terra o in gabbie e
successivamente avviato alla fase di trattamento costituita da:
a) selezione del materiale rigenerabile e non rigenerabile (quest’ultimo avviato ad altri impianti R13);
b) smontaggio degli accessori (coperchi e cerniere);
c) lavaggio interno con macchina a getto d’acqua a circuito chiuso;
d) lavaggio esterno in vasca con idropulitrice;
e) montaggio degli accessori all’imballo nuovo (gli accessori non riutilizzabili vengono sostituiti).
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Si reputano necessarie le seguenti integrazioni:
- sia documentato dettagliatamente lo stato attuale e di progetto del sistema di raccolta dei reflui da
lavorazione interni all’edificio ed esterni;
- sia documentata la destinazione d’uso delle pertinenze scoperte come da titolo abilitativo rilasciato per la
costruzione del capannone;
- relativamente al trasferimento manuale dei liquidi esausti di lavaggio con linee volanti, di richiedere una
valutazione tecnico/economica di fattibilità (stante il fatto che nè i macchinari di lavaggio nè le bocchette di
entrata delle cisterne esterne di stoccaggio dei liquidi esausti sono mobili) di realizzazione di una linea di
trasferimento fissa per maggior sicurezza degli operatori;
- il proponente, inoltre, illustri circa l'opportunità di effettuare delle periodiche verifiche di tenuta delle
vasche interrate di raccolta dei reflui esausti di lavaggio.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto; in particolare, è stata adottata la soluzione delle
linee di trasferimento fisse dei reflui, è stata prevista la gestione periodica delle vasche interrate ed è stata
attivata la procedura per la destinazione d’Uso per le pertinenze scoperte.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
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QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
Le emissioni in atmosfera dell’attività sono riconducibili al camino E1, già autorizzate in seno dell’AUA rila -
sciata e corrispondente al sistema di captazione della fase di triturazione della plastica; esiste un secondo
punto emissivo legato al sistema di aspirazione delle stazioni di lavaggio fusti, che però sia per la natura del-
le emissioni emesse che dei controlli effettuati non rientra tra quelli per cui richiedere l’autorizzazione alle
emissioni.
La nuova configurazione impiantistica prevede un nuovo camino in corrispondenza del sistema di asciuga-
tura delle cisterne, dopo il lavaggio con acqua; il sistema e costituito da una mandata di aria parzialmente ri-
scaldata. Per la natura dell’emissione si ritiene che non debba rientrare tra quelle che richiedono autorizza-
zioni.
Tra le fasi di lavorazione elencate nello Studio Preliminare alcune possono prevedere la presenza di solventi
e/o sostanze volatili (rimozione delle etichette con uso di solventi, prelavaggio per rimozione residui, ecc) ed
è possibile che, con l'arrivo di contenitori da ex pericolosi, vi sia un incremento dei quantitativi di contenitori
con residui di materiali organici volatili. Quali sono le valutazioni quali/quantitative fatte dal proponente re-
lativamente alla previsione di tale incremento e quali le misure adottate sia per quanto concerne gli ambienti
di lavoro che le emissioni in ambiente.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto; in particolare, è stata prevista, durante la fase di
collaudo, un’analisi degli ambienti di lavoro, al fine di verificare la necessità di sistemi di aspirazione dedi-
cati.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
Per le modifiche di progetto all’attività si prevedono incrementi nei consumi d’acqua non sostituibili.
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Il progetto non prevede scarichi sulla rete idrica superficiale.
La Ditta è munita di due vasche nelle quali vengono avviati in maniera separata i reflui pericolosi (da 17 mc)
e quelli non pericolosi (da 30 mc).
Le operazioni di prelavaggio sono munite di sistema di separazione dei flussi, mediante switch manuali, che
permettono di deviare le acque in un verso o in un altro in funzione del fatto che il lotto in lavorazione sia
pericoloso oppure no. Verrà realizzato un sistema elettro-pneumatico con segnalatori luminosi per facilitar-
ne l’uso da parte degli operatori. I reflui così raccolti verranno smaltiti presso impianti autorizzati, mediante
autospurgo.
La piattaforma e dotata anche di un sistema di raccolta acque dai tetti e acque dai piazzali dove verranno
stoccati solo materiali da commercializzare o MPS e/o adibiti a transito e sosta degli automezzi.
Relativamente agli sversamenti ci si riferisce a fenomeni eccezionali che dovranno essere gestiti come
emergenza, laddove i mezzi in transito, per qualsiasi accidentalità, possano sversare olio.
Gli impianti di recupero rifiuti sono compresi nell'Allegato F al PTA e, quindi, lo studio preliminare dovreb -
be essere integrato relativamente alle valutazioni sulle acque meteoriche, presenza di materiali e rifiuti sui
piazzali, possibilità di ricaduta sul tetto delle emissioni, modalità di raccolta e di trattamento, destino.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto la suddetta richiesta di integrazioni non rilevando situazioni di
particolare criticità.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
Relativamente alla procedura di verifica assoggettabilità (ex art. 20) e per quanto concerne le tematiche suolo
sottosuolo ed acque sotterranee negli atti di progetto si rinviene un livello di approfondimento minimale, da
cui è desumibile quanto segue.
Il sito si trova posto :
- in Zona Industriale in Via di Quarta Strada ad Arzignano;
- al confine tra la pianura alluvionale e zone collinari di origine vulcanica ovvero di rilievi con affioramento
di rocce calcaree;
- in un capannone esistente.
In accezione geologica l’area di progetto ricade / insiste:
- su materiali granulari più o meno addensati dei terrazzi fluviali e/o fluvioglaciali antichi a tessitura
prevalentemente ghiaiosa e sabbiosa;
- a monte del “limite superiore della fascia delle risorgive”;
- all’interno della zona omogenea di protezione “zona della ricarica”;
- fuori da “aree esondabili o comunque da settori contraddistinti da ristagno idrico;
- non in prossimità di “pozzi di attingi mento idropotabile” ovvero all’esterno delle “aree di cattura dei
pozzi”: in tal senso il Proponente dichiara che non sono presenti punti di captazione la cui zona di rispetto
(intesa con criterio geometrico , ovvero con cerchio di raggio = 200 metri) intercetta l’area interessata
dall’impianto in discussione.
Dall’esame della cartografia geomorfologica annessa alla documentazione presentata l’area oggetto di questo
studio non rientra in nessuna area di pericolosità (condizioni geodinamiche attuali e della loro possibile
evoluzione nel tempo).
Il territorio del Comune di Arzignano risulta classificato sismico e rientra nella zona 3.
Atteso che:
- l’area si localizza in un settore produttivo di Z.I.;
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- tutte le operazioni di messa in riserva, trattamento dei rifiuti e recupero vengono svolte al coperto ed
all’interno del capannone;
- i piazzali, anch’essi impermeabili in quanto asfaltati, saranno adibiti a stoccaggio sia di MPS che di
materiale nuovo da commercializzare;
- il contesto territoriale, urbanistico ed infrastrutturale descritto dello SPA pare congruo con i caratteri della
iniziativa promossa dal proponente:
Non si ha motivo, a seguito della lettura dello SPA, di evidenziare elementi di incompatibilità tra l’istanza
(verifica assoggettabilità) ed il quadro degli impatti attesi o potenziali per il comparto idrogeologico
specifico. Da dati non presenti nel SPA, che si ritiene di precisare per meglio contestualizzare le questioni di
competenza, risulta che la profondità della falda dal p.c. nella zona di studio è pari a 10-25 m ca e
l’oscillazione media annua della tavola d’acqua è dell’ordine di almeno 10 -12 m
A fronte dell’analisi preliminare degli atti non emerge altresì l’opportunità di richiedere integrazioni partico -
lari sui temi di competenza.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
Il Piano Comunale di Classificazione Acustica inserisce l’ambito di progetto in classe VI Aree esclusivamente
industriali.
I recettori che potranno essere interessati dalle emissioni sonore sono rappresentati dalle attività artigianali
industriali prospicienti ai quattro lati dell’ambito in questione, anch’essi ricadenti in classe VI.
Anche con le modifiche previste la lavorazione si svolgerà in un unico turno giornaliero di 8 ore per circa
240 giorni l'anno con orario di lavoro 07:30-12:30 e 13:00-16:00.
Le sorgenti sonore più significative proprie dell’attività sono:
• le linee di lavaggio e di triturazione. ( la modifica più significativa riguarda l’inserimento della linea di la -
vaggio delle cisternette vicino alla parete nord-est del capannone);
• le operazioni di carico e scarico rifiuti ed MPS con movimentazioni a mezzo di un carrello elevatore elettri-
co attraverso i portoni sul lato sud-ovest ( Il contributo sonoro del carrello elevatore elettrico è stato conside -
rato trascurabile).
• le operazioni in esterno sulla prevista zona di stoccaggio delle MPS (qui è stata cautelativamente
considerata la presenza di un autocarro con il motore acceso al minimo)
Il transito degli autocarri in esterno avverrà a passo d’uomo, circa 10 Km/h. I mezzi saranno del tipo furgoni
leggeri o autocarri a tre assi da 8-10 tonnellate di portata con circa 10 transiti/ giorno (dei quali 5 per i rifiuti);
Il rumore rilevato all’interno dell’edificio produttivo nella zona di lavaggio fusti con il contemporaneo fun-
zionamento dell’impianto di macinazione e taglio è stato di 84,7 dBA.
Al fine di considerare periodi/picchi di maggiore rumorosità, è stato stimato cautelativamente un livello
massimo di pressione sonora nella nuova zona di lavaggio cisternette di 87 dBA, che rappresenta anche il va -
lore limite previsto dal D. Lgs. 81/2008 per l’esposizione dei lavoratori al rumore.
Si ritiene che il grado di approfondimento del documento di Valutazione Previsionale di Impatto Acustico
sia sufficiente viste le finalità emerse; l’argomento e’stato trattato relativamente agli impatti acustici determi-
nati dalle attività e dagli impianti dell’azienda così come richiesto dalla normativa di settore (ai sensi dell’art.
8 della Legge Quadro n.447 del 26.10.1995 e successive norme attuative nonchè DDG ARPAV n. 3 del
29/01/2008).
Si ricorda comunque all’azienda di tenere sempre porte, portoni e finestre ben chiusi per evitare la diffusione
in ambiente esterno di emissioni di rumore ulteriori rispetto a quanto indicato nel documento di Valutazione
Previsionale di Impatto Acustico. Nel caso, in seguito ad aggiornamenti del piano comunale di Z.A., l’area
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dovesse presumibilmente assumere classe e limiti più restrittivi, si ricorda l’obbligo di verificare il limite dif-
ferenziale; contestualmente ad un’analisi dei livelli di rumore prodotti dal traffico che saranno scorporati dal
tracciato con lo scopo di identificare i valori LeqA e L95 orari più bassi (essendo in fascia di pertinenza stra -
dale) riscontrati dal monitoraggio.
Per i futuri monitoraggi si chiede inoltre per la verifica del traffico indotto dall’attività, un confronto con i li -
miti normativi indicati dal DPR n. 142 del 30 marzo 2004, quindi di indicare la classificazione stradale della/e
infrastruttura/e afferenti all’area di indagine, usate come percorsi di transito dai mezzi (soprattutto pesanti)
aziendali.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI
Lo SPA non evidenzia la presenza di radiazioni non ionizzati o ionizzanti presenti nel territorio e o
nell’ambito di intervento né la presenza di ulteriori agenti fisici.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
L’intervento in progetto non prevede alcuna modifica o ampliamento all’edificio esistente. Tuttavia è
previsto che una parte dell’area pertinenziale esterna sia adibita a deposito di prodotto finito.
Il contesto ambientale e paesaggistico di riferimento è quello tipico della zona industriale nel quale può
comunque risultare emergente un deposito a cielo aperto di cui non è stata indicata l’altezza massima del
materiale e la alternanza temporale tra il massimo ed il minimo volumetrico depositato ovvero non è stata
esclusa la possibilità che questo deposito sia visivamente assimilabile, per dimensioni e permanenza
temporale, ad un edificio
Lo Spa non segnala la presenza o la vicinanza di zone soggette a vincolo/tutela (la più vicina area a vincolo
paesaggistico è posta a circa 1000 m dall’ambito, il parco della lessinia a circa 5 km) nè evidenzia opere di
mitigazione paesaggistica. Dal punto di vista archeologico risultano resti di un ponte romano o medioevale
in località San Bortolo, la presenza di nuclei e abitazioni sparse afferenti all’insediamento principale di età
romana in località Tezze, la presenza di necropoli romana e di sepoltura altomedioevale con resti di una co -
struzione romana in località Costo-cava Poscola, la presenza di tombe longobarde nei pressi del Cimitero Co-
munale.
Per la sua ubicazione l’impianto non apporta ripercussioni al patrimonio naturale e storico della zona fermo
restando che l’altezza massima del deposito a cielo aperto sia inferiore all’altezza egli edifici circostanti.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
In relazione alle attività di conferimento dei rifiuti, assume importanza la valutazione dell’accessibilità del
sito. L’impianto oggetto della presente relazione e localizzato in un’area funzionalmente specializzata (area
industriale) dotata di tutte le infrastrutture necessarie, con particolare riferimento alle infrastrutture viarie.
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Nel caso analizzato esistono infrastrutture viarie tali da garantire l’accessibilita all’area, da cui ne consegue il
relativo giudizio di idoneita dell’areaIl traffico indotto e relativo ai veicoli utilizzati per la movimentazione
aggiuntiva rispetto allo stato attuale, in arrivo ed in partenza dalla piattaforma.
tipo di mezzi traffico veicolare
mezzi leggeri portata inferiore a 3,5 ton Circa 3 al giorno
mezzi pesanti portata superiore a 35 ton circa 1 al giorno
Tabella 16 – Valutazione del traffico veicolare indotto
Non si segnalano particolari aspetti critici in merito all’implementazione del traffico veicolare sulla viabilità
della zona industriale che risulta ben strutturata e correttamente dimensionata.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI, FLORA, FAUNA
Il PAT inpidua i corridoi ecologici principali (corrispondenti ai torrenti Chiampo e Agno-Gua anche in re -
cepimento delle indicazioni del PTCP) e quelli secondari, corrispondenti prevalentemente alle valli, aree bo -
scate collinari e integrati dalle invarianti ambientali.
Nella tavola “Rete ecologica e sistema ambientale” vengono indicati gli elementi costitutivi della rete ecolo-
gica locale (corridoi ecologici principali e secondari, restoration area, stepping stones, grandi alberi, forma -
zioni arboree lineari).
Nel comune di Arzignano e nel territorio circostante, non sono presenti aree comprese nella Rete Natura
2000 (SIC/ZPS), pur tuttavia sono riconosciute alcune aree naturalistiche di pregio che rivestono particolare
importanza per quanto concerne la tutela e la conservazione dell’ambiente.
L’ambito di intervento non è interessato da corridoi ecologici principali o secondari né è compreso in zone di
vincolo e tutela. Si segnala nelle vicinanze il Parco Regionale della Lessinia, istituito nel 1990, si estende per
oltre 10.000 ettari sull’altopiano dei Monti Lessini.
L’analisi appare sufficientemente approfondita fatta sala la necessità di approfondire la descrizione del
deposito a cielo aperto al fine di escludere che questo possa pentare occasione di accasamento per animali.
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dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
Sul merito, lo Studio Preliminare definisce il rischio del rumore e delle emissioni in atmosfera, prodotto
dall’attività, lieve e reversibile a breve termine anche nel caso più gravoso di accensione contemporanea di
tutti i mezzi e impianti.
E’ stata condotta un’analisi per famiglie di prodotti chimici originariamente contenute negli imballaggi da
sottoporre a recupero la cui conclusione è che l’interazione tra persi residui (prodotti chimici
pericolosi) risulta di fatto remota cosi come la possibilità che si possano sviluppare reazioni chimiche incon -
trollate.
Per il rischio di contaminazione del suolo per sversamenti di liquidi pericolosi è prevista la dotazione in sta-
bilimento di un kit di materiale assorbente per il contenimento di eventuali sversamenti di materiali liquidi.
Per la salute dei lavoratori l’azienda adempie a quanto previsto dal D.Lgs. 81/08 in materia di igiene e sicu -
rezza nei luoghi di lavoro.
L’azienda e in fase di acquisizione di Certificato di Prevenzione Incendi.
In sede di sopralluogo si è potuto verificare che la quota della pavimentazione interna del laboratorio e delle
pertinenze scoperte si avvicinano molto alla quota di via quarta strada se non addirittura sono inferiori
rispetto a questa. L’eventuale allagamento dell’ambito di intervento, per eventi atmosferici non del tutto
eccezionali, messo in relazione ai pozzetti canale grigliati interni ed esterni, alla possibilità di sversamenti
accidentali e con le dimensioni delle vasche a tenuta previste, sembra determinare una componente di
rischio da approfondire. Non appare quindi sufficientemente approfondito il tema dei versamenti
accidentali di sostanze pericolose. Stante la presenza di depositi di materiale plastico il proponente illustri la
situazione dell'autorizzazione antincendio. Lo scarico nelle vasche di raccolta delle acque di lavaggio dei
persi lotti (pericolodi e non pericolosi) viene effettuato dalle macchine automatiche di lavaggio con linee
volanti ed è l'operatore a dirigere le acque esauste verso la cisterna destinata alla raccolta dei lavaggi da
pericolosi o non pericolosi. Non vengono illustrate le precauzioni gestionali a garanzia che l'operatore che
agisce sulla valvola di split sia a conoscenza della natura di pericolosità del lotto in lavorazione.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto la suddetta richiesta di integrazioni non rilevando situazioni di
particolare criticità.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
CONCLUSIONI
Il progetto in esame non si pone in contrasto ovvero in condizioni di interferenze rispetto ad altri piani,
progetti o interventi in zone limitrofe, né questi ultimi possono interagire con l’intervento oggetto del
parere.
Non si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti.
Il grado di approfondimento documentale, anche dopo l’invio delle specifiche integrazioni richieste, la
tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi riportati possono essere considerati adeguati alle
finalità che il proponente intende conseguire; si ritiene comunque opportuno prevedere taluni
approfondimenti nell’ambito del successivo procedimento per il rilascio dell’autorizzazione.
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Non si ritiene di richiedere ulteriori integrazioni, approfondimenti o chiarimenti di sorta.
Non sussistono osservazioni contrarie alla realizzazione del progetto.
La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a ritenere come il
progetto non comporta pressioni o effetti significativi per l’ambiente.
Parimenti il progetto non determina alcun impatto aggiuntivo significativo rispetto all’esercizio delle altre
attività in atto, necessitando tuttavia di alcune specifiche prescrizioni al fine di consentire un adeguato
monitoraggio finalizzato alla verifica dei dati progettuali proposti.
Rispetto al territorio circostante l’iniziativa in esame va interpretata positivamente, sussistendo un’assenza
di rischi ambientali, sanitari ed ecologici.
Tutto ciò premesso si esprime
PARERE FAVOREVOLE
al non assoggettamento alla V.I.A. con le prescrizioni di seguito citate.
1. L’azienda è impegnata ad acquisire dalle autorità competenti le autorizzazioni necessarie per l’esercizio
dell’attività, per quanto riguarda la gestione/recupero dei rifiuti, modificando opportunamente il progetto
presentato, con le varianti apportate in fase di risposta alla richiesta di integrazione.
2. In sede di collaudo dell’impianto dovrà essere effettuata una mirata ed accurata indagine acustica di
verifica del rispetto del criterio differenziale e del limite di emissione, da ripetersi poi con frequenza
triennale, e mirata ai ricettori presenti in prossimità dell’impianto:
- le modalità di effettuazione delle misurazioni, sia con riguardo al campionamento spaziale (scelta dei punti
di misura), sia con riguardo al campionamento temporale (scelta dei tempi di misura), saranno comunicate
con congruo preavviso ad Arpav;
- nel caso i valori non siano rispettati, dovranno essere messi in opera i correttivi necessari, mediante una
specifica progettazione da presentarsi all’Amministrazione comunale ed ARPAV, a cui, nel frattempo,
saranno stati comunicati i risultati delle analisi;
- l’indagine dovrà essere condotta da un soggetto qualificato terzo, rispetto all’estensore dello Studio
Previsionale di Impatto Acustico.
3.L’azienda dovrà procedere ad inpiduare ed attuare un’idonea procedura di formazione del personale ad-
detto al ricevimento-selezione-trattamento dei rifiuti, tenendo conto degli aspetti ambientali e di
sicurezza/rischio segnalati (chimico e rumore); di tale definizione dovrà essere dato riscontro in occasione
della presentazione del certificato di collaudo finalizzato all’ottenimento dell’autorizzazione all’esercizio .
Vicenza, 31 gennaio 2018
F.to Il Segretario F.to Il Presidente
Dott.ssa Silvia Chierchia Andrea Baldisseri
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