determina
PROVINCIA DI VICENZA
Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243
DETERMINAZIONE N° 811 DEL 07/09/2017
Servizio VIA VINCA
OGGETTO: ESCLUSIONE PROCEDURA DI VIA ART. 20, D.LGS. N. 152/2006 E S. M. E I.
DITTA: BAGGIO S.R.L.
TIPOLOGIA ATTIVITÀ: IMPIANTO DI TRATTAMENTO RIFIUTI INERTI NON
PERICOLOSI E LAVORAZIONE MATERIALI INERTI (ART.13 L.R. 4/2016)
LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNE DI CARTIGLIANO, VIA DELLE
INDUSTRIE N. 48
IL DIRIGENTE
Vista la documentazione presentata in data 19/04/17 , prot. n. 28830, da parte della ditta Baggio
S.R.L., con sede legale in via delle Industrie n. 48 in Comune di Cartigliano (VI), relativa al
progetto di un “Impianto di trattamento rifiuti inerti non pericolosi e lavorazione materiali inerti”,
nel sito di via delle Industrie n. 48 , in Comune di Cartigliano;
Dato atto che il progetto proposto rientra nella tipologia progettuale indicata nell'allegato IV della
parte seconda del D.Lgs. 152/2006 e s.m.e i. - Punto 7. Progetti di infrastrutture, lettera z.b)
“Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità complessiva superiore a
10 t/giorno, mediante operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del
decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.”;
Tenuto conto che la verifica per tali progetti rientra tra le competenze inpiduate in capo alla
Provincia dalla Legge Regionale n. 4/2016, con riferimento alla tipologia degli interventi, come
inpiduati negli allegati III e IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006;
Rilevato che nella documentazione trasmessa la ditta ha chiesto l'attivazione della procedura di
verifica di cui all'art. 20 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. ed è stata effettuata la pubblicazione sul sito
web della Provincia in data 27/04/17 ;
Considerato che il citato art. 20 prevede che l'autorità competente, verificato che il progetto non
abbia possibili effetti negativi e significativi sull'ambiente, dispone l'esclusione dalla procedura di
valutazione ambientale e, se del caso, impartisce le necessarie prescrizioni, ovvero, se il progetto ha
possibili impatti negativi e significativi sull'ambiente, applica le disposizioni degli articoli da 21 a
28 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.;
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Dato atto che la Comitato Tecnico Provinciale VIA, nella seduta del giorno 06/09/2017, ha disposto
l'esclusione dalla procedura di valutazione ambientale con le prescrizioni contenute nel parere n.
22/2017 allegato al presente provvedimento per costituirne parte integrante e sostanziale;
Ritenuto di far proprie le citate prescrizioni al fine di mitigare gli impatti ambientali e monitorare
nel tempo la situazione aziendale;
Dato atto che non è oggetto della presente procedura la verifica della conformità urbanistica/edilizia
dell'intervento e tenuto conto che rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali
pareri, nulla osta, autorizzazioni e assensi comunque denominati necessari per l'autorizzazione
dell'intervento;
Vista l’istruttoria del Comitato tecnico conservata agli atti;
Viste le norme di procedura di VIA di cui al D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.;
Visto che il presente provvedimento viene emanato nel rispetto della tempistica prevista dal
succitato D.Lgs. 152/2006 e dal Regolamento sui procedimenti amministrativi di competenza della
Provincia di Vicenza (Deliberazione di Consiglio n. 37/2013) che è di giorni 80 ID PROC 45;
Vista la Legge Regionale 4 del 18 febbraio 2016 “Disposizioni in materia di valutazione di impatto
ambientale e di competenze in materia di autorizzazione integrata ambientale”;
Visti gli artt. 151 comma 4 e 107 del D.Lgs. n. 267/2000;
Richiamata la Deliberazione del Consiglio Provinciale n.25 del 17/07/2017 con la quale è
stato approvato il Bilancio di Previsione 2017-2019;
Visto che con Decreto Presidenziale n. 65 del 01/08/2017 è stato approvato il Piano
Esecutivo di Gestione 2017/19;
DETERMINA
1. che il progetto della ditta Baggio S.R.L., con sede legale in via delle Industrie n. 48, nel
comune di Cartigliano, relativo all'“Impianto di trattamento rifiuti inerti non pericolosi e
lavorazione materiali inerti” situato in comune di Cartigliano, via delle Industrie n. 48, è
escluso dalla procedura di valutazione di impatto ambientale di cui al D.Lgs. n. 152/06 e
alla L.R. 4/2016 e s.m.i. con le prescrizioni riportate nel parere n. 22/2017 allegato alla
presente determinazione per costituirne parte integrante e sostanziale;
2. di attestare che il presente provvedimento non comporta spese, minori entrate, nè riflessi
diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai
sensi art 49 del TUEL come modificato dal DL 174/12);
3. che il Responsabile del procedimento provvederà alla pubblicazione del presente
provvedimento sul sito di questa Provincia e, in modo sintetico, sul Bollettino Ufficiale della
Regione Veneto;
4. che il presente provvedimento verrà pubblicato ai sensi dell'art. 23 D.Lgs. 33/2013;
5. di dare atto che al presente provvedimento sarà data esecuzione ad avvenuta pubblicazione
all'albo pretorio on line;
6. di trasmettere il presente provvedimento alla ditta Baggio S.R.L. e al consulente, al Comune
e SUAP di Cartigliano, all'ARPAV ed all'ULSS n. 7- Pedemontana;
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INFORMA
Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso avanti al Tribunale Amministrativo
Regionale per il Veneto, nel termine di 60 giorni dalla data di ricevimento della comunicazione
del presente atto, ovvero in alternativa ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni
dalla data di ricevimento della comunicazione del presente atto.
Rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali ulteriori pareri, nulla osta,
autorizzazioni e assensi comunque denominati, necessari per l'attuazione dell'intervento.
Vicenza, 07/09/2017
Sottoscritta dal Dirigente
(MACCHIA ANGELO)
con firma digitale
---
Responsabile del Procedimento: Andrea BALDISSERI
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BAGGIO srl
PARERE N. 22/2017
Oggetto: Impianto di trattamento rifiuti inerti non pericolosi e lavorazione materiali inerti (art. 13 L.R.
4/2016).
PROPONENTE: Baggio srl
SEDE LEGALE: Via delle Industrie n.48 – Cartigliano
SEDE INTERVENTO: Via delle Industrie n.48 – Cartigliano
TIPOLOGIA ATTIVITÀ: Impianto di trattamento rifiuti inerti non pericolosi
PROCEDIMENTO: Verifica di assoggettabilità ex art.20 del D.Lgs. 152/2006.
MOTIVAZIONE V.I.A: ALLEGATO IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - 7. Progetti di
infrastrutture. Punto z.b) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non
pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante
operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del
Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
COMUNE INTERESSATO: \\\
DATA DOMANDA: 19 aprile 2017
DATA PUBBLICAZIONE: 27 aprile 2017
DATA INTEGRAZIONI: 10 e 28 luglio 2017
DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
- Verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale.
- Valutazione di Incidenza Ambientale.
- Valutazione di Impatto Acustico Relativa all'attività di messa in riserva e recupero di rifiuti non
pericolosi in regime semplificato.
- Tavola n. 1 : Stralcio corografia e stralcio estratto catastale.
- Tavola n. 2: Layout impianto di recupero rifiuti non pericolosi.
- Tavola n. 3: Planimetria della rete di raccolta delle acque reflue e meteoriche con punti di emissione
in atmosfera.
- Tavola n.4A: Planimetria abbattimento polveri dell'impianto trattamento rifiuti.
- Tavola n.4B: Planimetria abbattimento polveri dell'impianto lavorazione inerti naturali..
PREMESSE ED UBICAZIONE
L'attività svolta presso lo stabilimento, a completamento dell'attività di lavorazione e commercio di materiali
inerti (materie prime), riguarda il recupero di rifiuti inerti provenienti da attività di costruzione e demolizio -
ne, ai sensi dell'art. 3 del D.M. 05/02/98 e ss.mm.ii., con la produzione di Materie Prime Secondarie (MPS).
Lo stabilimento all'interno del quale si colloca l'impianto è formato da:
• un fabbricato sudpiso in due aree, la prima in cui sono presenti gli uffici e il parco macchine operatrici,
dove viene effettuata la manutenzione ordinaria delle mezzi d'opera e lo stoccaggio dei relativi rifiuti, e una
seconda dove si ha sia lo stoccaggio dei rifiuti in ingresso per cui viene effettuata la sola messa in riserva
[R13]. Sul lato nord e est del fabbricato è inoltre presente un piazzale asfaltato in cui transitano i mezzi che
accedono allo stabilimento e dove avviene la pesatura dei materiali.
• un piazzale costituito da un'area impermeabilizzata all'interno del quale si trova l'impianto di trattamento
rifiuti, dove viene eseguita la messa in riserva, la lavorazione e lo stoccaggio in cumuli dei materiali lavorati.
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La ditta Baggio S.r.l., inoltre, impiega le aree adiacenti alle zone sopra descritte, all'interno delle quali effet -
tua il solo stoccaggio in cumuli dei materiali.
In particolare, all'interno della particella 143 avviene lo stoccaggio della materia prima secondaria in uscita
dall'impianto di trattamento rifiuti, dopo che la stessa è stata sottoposta a caratterizzazione.
L'attività di recupero R5 svolta riguarderà un quantitativo massimo di rifiuti stimato in circa 85 t al giorno
calcolato su 260 gg lavorativi all'anno.
L'area oggetto di analisi è ubicata all'interno del territorio amministrativo del comune di Cartigliano (VI),
all'interno della zona industriale comunale.
L'impianto di trattamento rifiuti è collocato ad Ovest in prossimità del letto di pagazione del Fiume Brenta,
ad Est con Via delle Industrie e, in continuità con la zona industriale, con altri edifici produttivi, a Nord e a
Sud sempre con altri ditte ricadenti in zona industriale..
Ortofoto del sito
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ESAME ISTRUTTORIO
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
In riferimento alla procedura inpiduata dall'art. 13 della L.R. 4/2016, la DGR 1979/2016 definisce i
contenuti della relazione da allegarsi all'istanza , così come inpiduati nella DGR 1020/2016, indicando la
necessita di prevedere anche una descrizione degli impatti sulle matrici ambientali interessate connessi
all'esistenza dell'opera, all'utilizzazione delle risorse naturali, all'emissione di inquinanti, alla creazione di
sostanze nocive e allo smaltimento dei rifiuti, finalizzata all'inpiduazione delle eventuali misure di
mitigazione necessarie.
L’inpiduazione delle matrici ambientali interessate potrebbe essere utilmente integrata attraverso
l’approfondimento dell’analisi della strumentazione Programmatoria/Pianificatoria esaminata, mettendo in
relazione le perse criticità con le possibili proposte mitigative.
A titolo esemplificativo si prenda quanto riportato dal P.A.T.:
- dalla carta dei vincoli della pianificazione territoriale emerge che l'area ricade all'interno delle aree a
vincolo paesaggistico dei Corsi d'acqua (Art. 11), nelle aree a pericolosità Idraulica e Idrogeologica in
riferimento al PAI(Art. 15);
- la parte ovest dell'area ricade all'interno degli ambiti per l'istituzione di Parchi e riserve naturali ed
archeologiche ed a tutela paesaggistica - "Parco del Medio Corso del Brenta" (Art. 16);
- l'area confina a ovest con il Sic/Zps Grave e zone umide del Brenata (IT 3260018);
- dalla carta della fragilità emerge che l'area ricade in parte all'interno delle aree idonee a condizione e in
parte in aree non idonee dal punto di vista della compatibilità geologica ai fini urbanistici del territorio (Art.
22) ed inoltre ricade all'interno della fascia di profondità pari a 100 metri dall'unghia esterna dell'argine
principale per fiumi, torrenti e canali arginati e canali navigabili. (Art. 23);
- l'area confina con ad ovest con la zona di tutela dei corsi d'acqua e Aree comprese fra gli argini maestri e il
corso di acqua (Art. 23);
- dalla carta della trasformabilità emerge che l'area oggetto di studio è, attraversata da Piste ciclabili -
Sistema della mobilità lenta (Art. 36);
- ad Ovest, l'area confina con una Area nucleo-Core Area (Art. 42), all'interno del quale ricadono gli Ambiti
per lo sviluppo dei servizi al turismo, sport e tempo libero (Art. 29).
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
L’attività svolta presso lo stabilimento, oltre all’attività di lavorazione e commercio di materiali inerti
(materie prime), riguarda il recupero di rifiuti inerti provenienti da attività di costruzione e demolizione, ai
sensi del D.M. 05/02/98 e ss.mm.ii., con la produzione di Materie Prime Secondarie (MPS); in minima parte,
viene effettuata l’attività di messa in riserva di alcune tipologie di rifiuto, a completamento dell’attività di
recupero rifiuti inerti provenienti da cantieri edili.
I rifiuti entranti vengono controllati per verificare che siano conformi con quanto riportato nel formulario e
successivamente vengono pesati sulla pesa interna situata di fronte agli uffici.
Dopo questa operazione i rifiuti prendono due strade perse a seconda che siano destinati ad essere
recuperati (R13 seguita da R5) o soggetti a sola messa in riserva (R13). La maggior parte dei rifiuti ritirati
viene riposta in cassoni in acciaio fuori terra di tipo mobile sudpisi per tipologia (tipologie di cui ai
paragrafi 2.1, 3.1, 6.1, 6.2, 7.1, 7.6, 7.13 e 16.1 lett. l del D.M. 05/02/98) sia all’interno che all’esterno del
fabbricato e in cumuli all’interno di box al coperto per quanto riguarda le tipologie 1.1 e 9.1.
Per quanto riguarda l’attività di recupero, gli automezzi che trasportano conglomerato cementizio, rocce,
materiali misti da demolizione (7.1) e conglomerato bituminoso (7.6), dopo essere stati pesati si dirigono
verso il piazzale dove avviene il recupero effettivo degli stessi, previa messa in riserva (R13 seguita quindi
da R5) all’interno di due tramogge di carico, una per tipologia di rifiuto trattato, che hanno il compito di
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dosare il materiale in esse contenuto distribuendolo su di un nastro trasportatore che va ad alimentare
l’impianto. Il trattamento, finalizzato alla produzione di Materie Prime Secondarie (M.P.S.) per l’edilizia,
viene eseguito mediante fasi meccaniche e tecnologicamente interconnesse di macinazione, vagliatura,
selezione granulometrica e separazione della frazione metallica e delle frazioni indesiderate. I materiali
selezionati per granulometria sono riversati su nastri di trasportatori mediante i quali vengono disposti in
cumulo in attesa delle necessarie verifiche, per poi essere stoccati in cumulo e caricati a mezzo della pala
meccanica o dell’escavatore su automezzi per l’allontanamento verso il sito di destinazione.
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L’attività principale svolta presso l’impianto è la lavorazione e il commercio di materiali inerti (materie
prime) quali la sabbia e la ghiaia. I materiali inerti sono trasportati all’impianto mediante autocarri e dopo
essere stati pesati, vengono trasferiti all’impianto di vagliatura che è fisicamente separato da quello di
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recupero dei rifiuti da demolizione. Il materiale che esce dal vaglio viene trasferito attraverso dei nastri
trasportatori ad un apposito impianto di frantumazione.
A seconda della provenienza del materiale può risultare necessario “lavare” gli inerti, soprattutto la
pezzatura più piccola (ad esempio la sabbia) per eliminare le impurità indesiderate.
L’acqua utilizzata all’interno dell’impianto di lavaggio e selezione sabbie e ghiaie è utilizzata in circuito
chiuso, con reintegro mediante proprio pozzo artesiano. Dopo il lavaggio del materiale inerte l’acqua
viene raccolta e, attraverso una serie di tubazioni, mandata a un chiarificatore-sedimentatore; qui,
dopo l’eventuale miscelazione con il flocculante, si lascia riposare in modo tale da permettere la
separazione del fango dal chiarificato.
L’acqua chiarificata viene accumulata in un’apposita vasca e successivamente, attraverso delle
tubazioni interrate, ritorna all’impianto di lavaggio inerti. I fanghi, invece, vengono raccolti in una
vasca dove vengono lasciati essiccare per poi essere avviati a recupero. La lavorazione di materiali inerti
(materie prime) non è mai contemporanea con il recupero di rifiuti, così come l’utilizzo del
chiarificatore-sedimentatore per la depurazione dell’acqua di dilavamento e l’acqua derivante
dall’impianto di lavaggio.
Le materie prime impiegate nei processi produttivi sono costituite da:
Materiali inerti (sabbia e ghiaia) provenienti da attività estrattive;
Rifiuti inerti, per i quali la ditta Baggio SRL è autorizzata al recupero;
La quantificazione delle materie prime impiegate nei processi produttivi, vista l’attività discontinua che
caratterizza la tipologia di impianto non risulta definibile con precisione a priori. Non è possibile
identificare un preciso quantitativo da attribuire alle materie prime utilizzate. Per le materie prime
provenienti dalle attività estrattive, per le quali sono eseguite le operazioni di: frantumazione,
vagliatura e lavaggio, si stima una produzione media annua di 12.000 t, sulla base della media
annuale lavorata negli ultimi 5 anni.
L’attività di recupero R5 riguarderà un quantitativo massimo di rifiuti stimato in circa 82,69 t al giorno
calcolato su 260 gg lavorativi all’anno. Nell’esercizio delle attività non sono impiegate sostanze
cancerogene, tossiche per la riproduzione o mutagene o sostanze di tossicità e cumulabilità
particolarmente elevate, come inpiduate dalla parte II dell’allegato I alla parte quinta del D.Lgs.
152/2006 e non sono altresì utilizzate le sostanze o i preparati classificati dal D.Lgs. 3 febbraio 1997
n. 52, come cancerogeni, mutageni o tossici per la riproduzione, a causa del loro tenore di COV, e
ai quali sono state assegnate etichette con le frasi di rischio R45, R46, R49, R60, R61 Le tipologie di attività
svolte nello stabilimento non prevedono l’utilizzo di ulteriori materiali nel corso del processo produttivo.
Gli impianti utilizzati nello stabilimento dono costituiti da:
N. 4 tramogge di carico della capacità media di 30 mc;
N. 5 vagli vibranti marca a 2/3 piani muniti di impianto di lavaggio con ugelli irroratori foro diam. 3 mm;
N. 2 mulini con bocchette di carico e scarico incapsulate per il contenimento delle polveri;
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N.7 vasche di accumulo dei materiali selezionati e lavati, muniti di bocchetta di scarico ad apertura
oleodinamica telecomandata;
N. 1 chiarificatore per la separazione dei fanghi dalle acque di lavaggio, completo di recupero e
riutilizzo dell’acqua in impianto e la disidratazione dei fanghi. Tutte le macchine sono alimentate da motori
elettrici trifase con potenza variabile da 3 a 150 kw comandati da un quadro elettrico automatizzato.
Impianto di abbattimento polveri
Al fine di contenere il problema legato al sollevamento delle polveri indotto dalla movimentazione dei
mezzi di cantiere e dalla frantumazione degli inerti, lo stabilimento è dotato di un impianto di un
impianto di abbattimento polveri. In particolare, al fine di contenere il problema legato al sollevamento
delle polveri indotto dal passaggio dei mezzi e dal trattamento degli inerti, viene effettuata la
bagnatura periodica delle superfici esterne tenendo conto del periodo stagionale, con aumento della
frequenza delle bagnature durante la stagione estiva; inoltre, l'impianto di trattamento e gli impianti di
lavorazione degli inerti naturali sono dotati di ugelli nebulizzatori al fine di abbattere la formazione
delle polveri al punto di emissione.
Sistema di trattamento delle acque meteoriche
Le superfici scoperte presenti nello stabilimento della ditta Baggio SRL, come inpiduato in Tav. 3, si
distinguono in:
1. Area deposito e trattamento rifiuti inerti, all’interno dell’area avviene la lavorazione e lo stoccaggio dei
rifiuti inerti e del materiale lavorato in attesa di caratterizzazione. Le superfici rientrano tra quelle
elencate in Allegato F al Piano di Tutela delle Acque, in particolare al punto 6 “impianti di smaltimento
e/o di recupero di rifiuti” e pertanto sarebbero soggette alle prescrizioni previste dall’art.39 c.1 in quanto
sono presenti sia depositi di rifiuti (punto a dell’art.39 c.1) che lavorazioni (punto b). Tuttavia, le acque di
dilavamento di tali superfici, siano esse meteoriche o immesse nel corso dei processi lavorativi, non vengono
scaricate, ma sono totalmente reimpiegate all’interno dei cicli produttivi nell’ambito dell’attività di
lavaggio degli inerti naturali, a seguito di trattamento con idoneo impianto di disoleazione in continuo.
2. Piazzola di erogazione gasolio, per quest’area la ditta è dotata di un impianto di disoleazione in continuo
ed è autorizzata allo scarico in fognatura con Autorizzazione “Brenta Servizi Spa”, prot. n. 4135 del
10/05/2004.
3. Superfici asfaltate: l’area destinata al transito e sosta dei mezzi utilizzati dall’impresa di estensione pari a
circa 1.500 mq, rientra nella tipologia indicata alla lettera c comma 5 dell’articolo 39 del PTA, ossia “Per tutte
le superfici perse da quelle previste ai commi 1 e 3 le acque meteoriche di dilavamento, le acque di prima
pioggia e le acque di lavaggio, convogliate in condotte ad esse riservate, possono essere recapitate in corpo
idrico superficiale o sul suolo, ....”. Per tali superfici, è ammesso lo scarico, in corpo idrico superficiale o su
suolo previo trattamento in continuo di sedimentazione, delle acque meteoriche di lavaggio,
convogliate in condotte ad esse riservate.
4. Superfici sterrate lavorazione inerti naturali, in quest’area avviene la lavorazione degli inerti naturali.
La DGR n.1534 del 03/11/2015 “Modifiche e adeguamenti del Piano regionale di Tutela delle Acque
(PTA)” ha previsto di escludere dalle superfici rientranti nel punto d dell’art. 39 c.3 le “... cave, miniere e
ogni altra attività che comporti movimenti di terra finalizzati alla realizzazione di opere e manufatti,
come i cantieri di costruzione con movimento terra e gli impianti di lavorazione di inerti naturali”. Come
riportato in seguito nella stessa Delibera, tale integrazione al PTA si è resa necessaria per escludere i
piazzali di cava o miniera o comunque i piazzali connessi ad attività che comportino movimento di
terra, cantieri, lavorazione inerti, laddove è verosimilmente impossibile o eccezionalmente gravoso
prevedere la raccolta delle acque di dilavamento. Per tali motivazioni, si ritiene di poter escludere le
superfici sterrate di proprietà della ditta Baggio SRL dall’obbligo di trattamento delle acque meteoriche.
Con riferimento al trattamento delle acque provenienti dalle aree descritte al precedente punto 1,
l’impianto di sedimentazione e chiarificazione presente all’interno dello stabilimento è costituito da un
gruppo di trattamento prodotto dalla Sotres (Francia), caratterizzato da un chiarificatore costituito da una
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vasca del diametro di 7m, caratterizzato da portata massima d’acqua di 150 m3/h e portata massima di
sabbia di 8,4 m3/h, collegato ad una vasca di stoccaggio delle acque trattate con capacità di circa 200 m3.
Le acque chiarificate vengono successivamente reimpiegate all’interno dei cicli produttivi di lavaggio
degli inerti e per l’impianto di abbattimento polveri.
In conclusione non risulta presente uno scarico di acque di dilavamento provenienti dal piazzale
all’interno del quale viene svolta l’attività di lavorazione e stoccaggio dei rifiuti inerti, in quanto tali
acque vengono trattate e successivamente reimpiegate.
Per gli aspetti relativi all’iscrizione al registro provinciale delle imprese che effettuano attività di recupero
rifiuti in procedura semplificata di cui agli artt. 214 e 216 del D.Lgs. 152/2006 si richiedono alla ditta le
seguenti integrazioni:
1) versamento dei diritti per l’anno 2017,
2) copia dei versamenti dei premi della polizza RCI per gli anni 2015, 2016, 2017,
3) dalla documentazione agli atti si rileva che la piazzola esterna (ispezionata durante il sopralluogo del
11/05/2017) adibita allo scarico e deposito del cartongesso non è prevista ed è pure scoperta e quindi
soggetta all’azione degli agenti atmosferici; si chiede di conformare l’area e/o la relativa documentazione. Ad
eccezione delle tipologie 7.1, 7.6 e i rifiuti prodotti dal trattamento di queste ultime, tutte le altre tipologie di
rifiuti utilizzati dalla ditta sono previste al coperto, dentro il capannone oppure sotto la tettoia; ricorrendone
i presupposti se la ditta intende stoccare rifiuti all’esterno questi devono essere protetti dagli agenti
atmosferici (cassoni coperti, teli o tettoie),
4) indicare la Tipologia/CER su cassoni e cumuli adibiti a deposito rifiuti,
5) nella planimetria del lay out presentata il cassone A7 è indicato contenere guaina bituminosa: si precisa
che non può essere rifiuto di tipologia 7.6: si chiede di specificare da dove proviene e di attribuirle il codice
CER/tipologia corretti,
6) nella planimetria del lay out presentata il cassone A11 è indicato contenere tipologia 7.10 (sabbie abrasive
… mole abrasive); tale tipologia non è stata richiesta nella comunicazione e quindi non è legittimata
dall’iscrizione; se ritenuto opportuno richiederne l’inserimento,
7) si rileva che non è stata richiesta la tipologia 3.2 (rifiuti di metalli non ferrosi); se ritenuto opportuno
richiederne l’inserimento,
8) la ditta non dichiara se i rifiuti in ingresso provengono da demolizione selettiva; chiarire questo aspetto
ricordando che se i rifiuti provengono da demolizione selettiva ci si può avvalere di quanto previsto dalla
DGRV n. 1773 del 28/08/2012,
10) la ditta indica che i rifiuti prodotti dall’attività di recupero sono solo ferrosi e rifiuti misti; si chiede se
non sia opportuno prevedere ulteriori distinzioni,
11) le aree per il lavorato in attesa di caratterizzazione e per lo stoccaggio MPS per conglomerato bituminoso
(tipologia 7.6) non sono indicate; si chiede di fornire spiegazionI.
QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
Aria
Le emissioni di polveri in atmosfera previste sono di tipo diffuso prodotte dall’attività di movimen -
tazione dei materiali. Al fine di contenere la diffusione di polveri derivanti dall'attività di recupero e
dalla movimentazione dei mezzi e materiali, durante l’esercizio dell'attività in oggetto si garantirà che:
• l'impianto di trattamentofunzionerà simultaneamente all'impianto di nebulizzazione di cui è dotato,
al fine di abbattere la polvere prodotta nelle aree di maggior produzione;
• i piazzali e le superfici piane saranno tenute umide e pulite al fine di evitare il sollevamento della
polvere da parte dei mezzi in movimento (sia automezzi sia mezzi di movimentazione materiali ed al -
tri mezzi di cantiere);
• in caso di necessità anche le aree destinate allo stoccaggio temporaneo dei materiali verranno bagnate o in
alternativa coperte al fine di evitare il sollevamento delle polveri.
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Sulla base di quanto sopra esposto, non si identificano elementi progettuali in grado di determinare
criticità ambientali relativamente alla generazione di polveri. In particolare i sistemi di bagnatura di
progetto prevedono l’abbattimento delle polveri "alla fonte”, abbassano quindi in modo significativo la pro-
babilità di formazione dell’evento stesso.
Acque
L’attività non dà luogo a scarichi di acque reflue industriali, mentre per la gestione delle acque di
dilavamento dei piazzali , si rimanda a quanto riportato nel quadro progettuale.
Suolo e sottosuolo
La natura di tipo solido dei rifiuti speciali conferiti ed oggetto di trattamento non consente possibili
fenomeni di sversamento, spanti o colaticci in grado di interferire con i suoli o con le acque
sotterranee, essendo svolte su aree impermeabilizzate, con colettamento e trattamento delle acque
provenienti da tali aree. Inoltre le MPS in uscita dall'impianto saranno sottoposte a test di cessione, al fine di
verificare l’assenza di contaminanti, escludendo pertanto la possibilità di contaminazione delle acque e dei
suoli generarti da scarichi idrici potenzialmente inquinanti in grado di modificare in modo significativo la
qualità del sistema idrico superficiale ed ipogeo.
Per la tipologia di attività svolta dalla ditta e per le misure di precauzione e prevenzione ordinariamente
adottate, l’impatto è da considerarsi non significativo.
Rumore
Gli effetti sul clima acustico dell’impianto sono stati analizzati in uno specifico studio (Documentazione
di Previsione di Impatto Acustico) in allegato alla presente, al quale si rimanda per gli approfondimenti. Il
calcolo dei livelli di emissione associabili all’attività della ditta è stato effettuato considerando due distinte
modalità di funzionamento della linea di trattamento, quello con attivazione dell’impianto di vagliatura e
l’altro con attivazione dell’impianto di frantumazione e di uno dei mulini per la ghiaia. In entrambi i casi si è
considerato che l’impianto fosse attivo per l’intera durata del turno lavorativo (8 ore), e conseguentemente i
livelli di emissione sono stati rapportati a questo periodo.
Dall’osservazione delle fonomappe risulta evidente che in nessuna delle aziende vicine alla Baggio s.r.l,
inserite in classe V, vengono raggiunti i 65 dB(A) di emissione, limite proprio della classe (la curva
di isorumore corrispondente ai 65 dB(A), localizzabile nei punti di contatto tra la fascia arancione
chiaro e quella gialla, risulta essere completamente all’interno dell’area di proprietà).
In corrispondenza delle abitazioni di Cartigliano, comprese in classe IV (con limite di emissione pari
quindi a 60 dB(A)), vengono raggiunti al massimo i 45 dB(A). Si deduce quindi che i limiti di emissione sono
ovunque rispettati.
Manca nella valutazione effettuata la verifica dei livelli di rumore di residuo con tutte le attività e impianti
dell’azienda non funzionanti, dato utile allo scopo di verifica del criterio differenziale.
Da normative vigenti, dati/valori con più di tre anni sono da considerarsi non attendibili a causa del
carattere di vetustà che essi assumono. Si ritiene quindi opportuna la verifica con rilievo fonometrico, dei
livelli di rumore prodotti, scorporati eventualmente anche dalle emissioni stradali, da eventi anomali o non
attribuibili alle emissioni sonore delle attività e macchine/impianti dell’azienda indagata. Si chiede di
prestare attenzione alle tempistiche di misura, per ottenere risultati relativi ai livelli di rumore valutati, il più
possibile corretti e caratteristici dei livelli ambientali e residuali.
Paesaggio
L'area oggetto di analisi è situata all’interno dell’area riconducibile al Fiume Brenta ed in particolare è ubica -
ta in destra orografica; come si evince dalle seguenti figure l’area di analisi presenta i seguenti vincoli:
•aree boscate per la presenza di saliceti;
•ambiti per l’istituzione di parchi e aree di tutela paesaggistica.
Il progetto non determina l’alterazione dei dinamismi del paesaggio essendo già esistente.
Viabilità
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Per quanto riguarda la generazione di volumi di traffico, l’attività di progetto risulta già attiva da persi
anni e sfrutta la viabilità esistente interna alla zona industriale di Cartigliano, senza comportare un
aumento dei volumi di traffico a carico della stessa.
Risorse naturali, Flora, Fauna
L'ambito territoriale oggetto del presente studio è potenzialmente caratterizzato dalla presenza di
specie floristiche e vegetazionali di particolare valore e interesse, essendo l'area inserita all’interno delle aree
golenali del fiume Brenta, il cui alveo e zone riparie possono rappresentare habitat di specie
acquatiche tipiche degli ambienti fluviali.
L’area oggetto d’intervento è adiacente al SIC/ZPS IT IT3260018 “Grave e Zone umide della Brenta” e si
estende a circa 4km del tratto di canale più prossimo del SIC IT3220040 Biotopo “Bosco di Dueville e
risorgive limitrofe”. Il dettaglio di tale aspetto viene esaminato all’interno del documento di V.Inc.A.
Salute dei Lavoratori e delle persone
Sono applicate specifiche procedure a cui gli operatori devono attenersi in caso di eventi riconducibili ad
incidenti e più in generale a situazioni anomale di funzionamento dell’impianto.
Si ritiene che il rischio di incidenti sia poco significativo e comunque il personale è formato per la gestione
degli stessi.
MISURE MITIGATIVE PROPOSTE
Gli apprestamenti implementati dalla ditta fin dal suo insediamento si rilevano indubbiamente a tutt’oggi
efficaci sotto il profilo ambientale e, data l’assenza di criticità e anche considerata la concreta modesta
consistenza dell’impianto in questione, non risulterebbe necessaria l’implementazione di ulteriori interventi
di mitigazione.
In relazione alle possibili misure mitigative richieste dalla nuova procedura di verifica introdotta dall’art.13
della L.R. n.04/2016, la ditta ha proposto le seguenti specifiche iniziative/lavori:
- impegno alla realizzazione di un tratto di percorso ciclo pedonale che permetta di evitare la promiscuità tra
le sue attività e la fruizione pubblica del percorso ciclabile, secondo il progetto presentato dal Comune di
Cartigliano al Genio Civile (proprietario delle aree);
- in merito alla richiesta di pensare all’utilizzo di vegetazione arboreo arbustiva verso le fonti di naturalità
presenti, sia in relazione alla polverosità diffusa così come al rumore, in funzione della viabilità interna e
delle attività svolte all’interno dello stabilimento, la Ditta Baggio intende eseguire la piantumazione di un
filare di Populus nigra lungo il confine Sud dello stabilimento, tra l’area di caratterizzazione sabbia riciclata
(AC01) e la tramoggia per la messa in riserva (A6) come rappresentato in Figura 1.
La piantumazione del filare avverrà nel periodo autunno invernale 2017, al fine di garantire il corretto
attecchimento del materiale vivaistico, ed evitare problemi di stress durante il periodo estivo;
- rimozione della copertura in amianto di un fabbricato presente all’interno dello stabilimento;
- sostituzione degli apparecchi di illuminazione tradizionali presenti nello stabilimento, con apparati
impiegati per l’illuminazione delle aree dello stabilimento, con apparecchi a tecnologia LED.
VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
CONCLUSIONI
La presente procedura riguarda un’attività esistente in fase di rinnovo dell’autorizzazione all’esercizio,
secondo quanto introdotto dall’art.13 della L.R. n.04/2016.
Il progetto in esame non si pone in contrasto ovvero in condizioni di interferenze rispetto ad altri piani,
progetti o interventi in zone limitrofe, né questi ultimi possono interagire con l’intervento oggetto del
parere.
Non si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti.
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Il grado di approfondimento documentale, la tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi
riportati possono essere considerati adeguati alle finalità che il proponente intende conseguire e conformi a
quanto previsto dalla DGRV 1020/2016.
Non sussistono osservazioni contrarie alla prosecuzione dell’attività.
La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a ritenere come il
progetto non comporta pressioni o effetti/impatti significativi sull'ambiente determinati dall’esercizio
dell’impianto ovvero la possibilità di interventi mitigativi particolari rispetto alla realtà esistente consolidata.
Il progetto non determina, inoltre, alcun impatto aggiuntivo e/o significativo rispetto all’esercizio corrente.
Rispetto al territorio circostante l’iniziativa in esame va interpretata positivamente, sussistendo un’assenza
di rischi ambientali, sanitari ed ecologici.
Tutto ciò premesso, il Comitato esprime
PARERE FAVOREVOLE
al non assoggettamento alla V.I.A. con le prescrizioni di seguito citate.
1. L’azienda è comunque impegnata ad acquisire dalla Provincia di Vicenza il rinnovo dell’autorizzazione
all’esercizio dell’attività di recupero rifiuti. A tal fine si precisa che la richiesta di introduzione della
tipologia 7.29 (rifiuti di lana di vetro e lana di roccia), ai fini dell’inserimento del codice CER 170604
(materiali isolanti persi da quelli di cui alle voci 17 06 01 e 17 06 03), può essere accolta per la sola
fase di messa in riserva (R13). La ditta Baggio S.r.l. è tenuta a presentare la richiesta di modifiche
all'attività di recupero rifiuti in procedura semplificata, indicate nelle integrazioni al progetto di S.I.A.,
con le correzioni a quanto sopra segnalato compilando integralmente la apposita modulistica scaricabile
dal sito della Provincia all'indirizzo: http://www.provincia.vicenza.it/ente/la-struttura-della-
provincia/servizi/ambiente/procedura-semplificata-per-attivita-di-recupero
2. In via preliminare al rilascio dell’autorizzazione la ditta dovrà provvedere alla ristrutturazione del
sistema di illuminazione interno ed esterno della ditta mediante sostituzione dei dispositivi illuminanti
tradizionali (compresa l’insegna) con lampade e fari a LED, nel rispetto delle direttive della Legge
Regionale n.17/2009 riguardante l'inquinamento luminoso.
3. Entro 180 giorni dovrà essere eseguita la piantumazione del filare di Populus nigra lungo il confine Sud
dello stabilimento, con l’obbligo di mantenerne nel tempo l’integrità, raccomandandone l’integrazione
anche nei confronti della futura pista ciclabile.
4. L’azienda è inoltre impegnata a realizzare il tratto di pista ciclabile così come concordato con il Comune
di Cartigliano.
Di quanto realizzato rispetto ai punti 2 e 3 dovrà essere dato idoneo riscontro fotografico .
Vicenza, 06 settembre 2017
F.to Il Segretario F.to Il Presidente
Dott.ssa Silvia Chierchia Andrea Baldisseri
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