determina
PROVINCIA DI VICENZA
Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243
DETERMINAZIONE N° 201 DEL 09/03/2018
Servizio VIA VINCA
OGGETTO: ASSOGGETTAMENTO ALLA PROCEDURA DI VIA ART. 19 D.LGS.
152/2006 E S.M.E I. -
DITTA: ILSA SPA
PROGETTO: RICHIESTA DI AUTORIZZAZIONE ALLA GESTIONE DI UN NUOVO
RIFIUTI COSTITUITO DA SCARTI DI CONCIA WET WHITE (SENZA UTILIZZO DI
CROMO)
LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNE DI ARZIGNANO
IL DIRIGENTE
Vista la documentazione presentata con nota in data 19 ottobre 2017, prot. n. 71890, da parte della
ditta Ilsa spa con sede legale in via Roveggia n. 31 in comune di Verona e operativa in via Quinta
Strada n.28 in comune di Arzignano , relativa al progetto di “Richiesta di autorizzazione alla
gestione di un nuovo rifiuto costituito da scarti di concia WET WHITE (senza utilizzo di cromo).”
richiedendo, contestualmente, l’attivazione della procedura di verifica ai sensi dell’art.19 del D.Lgs.
152/2006.
Dato atto che il progetto proposto rientra nella tipologia progettuale indicata al punto 7. progetti di
infrastrutture, lettera z.b) “Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con capacità
complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9,
della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.” dell'allegato IV della parte seconda
del D.Lgs. 152/2006 e s.m.e i..
Tenuto conto che la verifica per tali progetti rientra tra le competenze inpiduate in capo alla
Provincia dalla Legge Regionale n. 4/2016, con riferimento alla tipologia degli interventi, come
inpiduati negli allegati III e IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006.
Dato atto che, ai sensi dell’art. 19 c.2 del D.Lgs 152/2006, è stata effettuata tempestiva
pubblicazione sul sito provinciale dello studio preliminare ambientale e che ne è stata data
informativa al pubblico sul sito web della Provincia in data 02/11/2017 , contestualmente alla
comunicazione di avvio procedimento alle amministrazioni e agli enti interessati per le opportune
valutazioni di competenza.
Considerato che il citato art. 19 prevede che l'autorità competente, verificato che il progetto non
abbia possibili effetti negativi e significativi sull'ambiente, dispone l'esclusione dalla procedura di
valutazione ambientale e, se del caso, impartisce le necessarie prescrizioni, ovvero, se il progetto ha
possibili impatti negativi e significativi sull'ambiente, applica le disposizioni del comma 9 del
presente articolo.
copia informatica per consultazione
Tenuto conto della nota della Regione del Veneto, agli atti prot. n.13395 del 27/02/2018, con cui si
esprime il parere circa il riconoscimento del nuovo End of Waste previsto dal progetto.
Dato atto che il Comitato tecnico provinciale VIA, nella seduta del giorno 28-02-2018, ha disposto
l’assoggettamento alla procedura di valutazione ambientale per le motivazioni contenute nel
parere 06/2018 allegato al presente provvedimento per costituirne parte integrante e sostanziale.
Vista l’istruttoria del Comitato tecnico provinciale VIA conservata agli atti.
Viste le norme di procedura di VIA di cui al D.Lgs. 152/2006 e s.m.i..
Visto che il presente provvedimento viene emanato nel rispetto della tempistica prevista dal
succitato D.Lgs. 152/2006 e dal Regolamento sui procedimenti amministrativi di competenza della
Provincia di Vicenza (Deliberazione di Consiglio n. 37/2013) che è di giorni 80 ID PROC 45.
Vista la Legge Regionale 4 del 18 febbraio 2016 “Disposizioni in materia di valutazione di impatto
ambientale e di competenze in materia di autorizzazione integrata ambientale”.
Visti gli artt. 151 comma 4 e 107 del D.Lgs. n. 267/2000.
Richiamata la Deliberazione del Consiglio Provinciale n.25 del 17/07/2017 con la quale è stato
approvato il Bilancio di Previsione 2017-2019.
Visto che con Decreto Presidenziale n. 65 del 01/08/2017 è stato approvato il Piano Esecutivo di
Gestione 2017/19.
DETERMINA
1. che il progetto della ditta Ilsa spa con sede legale in via Roveggia n. 31 in comune di Verona
e operativa in via Quinta Strada n.28 in comune di Arzignano , relativa al progetto di
“Richiesta di autorizzazione alla gestione di un nuovo rifiuto costituito da scarti di concia
WET WHITE (senza utilizzo di cromo) è assoggettato alla procedura di valutazione di
impatto ambientale di cui al D.Lgs. n. 152/06 e alla L.R. 4/2016 e s.m.i. con le motivazioni
riportate nel parere 06/2018 allegato alla presente determinazione per costituirne parte
integrante e sostanziale, ritenendo sussistere possibili impatti negativi e significativi
sull'ambiente;
2. che il Responsabile del procedimento provvederà alla pubblicazione del presente
provvedimento sul sito di questa Provincia e, in modo sintetico, sul Bollettino Ufficiale della
Regione Veneto;
3. che il presente provvedimento verrà pubblicato ai sensi dell'art. 23 D.Lgs. 33/2013;
4. di trasmettere il presente provvedimento alla ditta e consulente, al comune di Arzignano, ad
ARPAV, all’ULSS n.8, alla Regione del Veneto- Direzione Ambiente, ad Acque del Chiampo
spa;
5. di attestare che il presente provvedimento non comporta spese, minori entrate, nè riflessi
diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai
sensi art 49 del TUEL come modificato dalla Legge 213/2012);
6. di dare atto che al presente provvedimento sarà data esecuzione ad avvenuta pubblicazione
all'albo pretorio on line.
INFORMA
Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso avanti al Tribunale Amministrativo
Regionale per il Veneto, nel termine di 60 giorni dalla data di ricevimento della comunicazione
del presente atto, ovvero in alternativa ricorso straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni
dalla data di ricevimento della comunicazione del presente atto.
copia informatica per consultazione
Rimangono in capo alle autorità competenti il rilascio di eventuali ulteriori pareri, nulla osta,
autorizzazioni e assensi comunque denominati, necessari per l'attuazione dell'intervento.
Vicenza, 09/03/2018
Sottoscritta dal Dirigente
(MACCHIA ANGELO)
con firma digitale
---
Responsabile del Procedimento: Andrea BALDISSERI
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Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243
DETERMINAZIONE N° 201 DEL 09/03/2018
OGGETTO: ASSOGGETTAMENTO ALLA PROCEDURA DI VIA ART. 19 D.LGS.
152/2006 E S.M.E I. -
DITTA: ILSA SPA
PROGETTO: RICHIESTA DI AUTORIZZAZIONE ALLA GESTIONE DI UN NUOVO
RIFIUTI COSTITUITO DA SCARTI DI CONCIA WET WHITE (SENZA UTILIZZO DI
CROMO)
LOCALIZZAZIONE INTERVENTO: COMUNE DI ARZIGNANO
CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE
Si certifica che copia della presente determinazione è pubblicata all'albo pretorio di questa
Provincia per 15 giorni dal 13/03/2018.
Vicenza, 13/03/2018
Sottoscritto dall'addetto alla pubblicazione
(BERTACCHE CRISTINA)
con firma digitale
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AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
SETTORE AMBIENTE - SERVIZIO VIA
Partita IVA e Codice Fiscale: 00496080243
Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA
ILSA S.p.A.
PARERE N. 06/2018
Oggetto: Richiesta di autorizzazione alla gestione di un nuovo rifiuto costituito da scarti di concia WET
WHITE (senza utilizzo di cromo).
PROPONENTE: ILSA spa
SEDE LEGALE: Via Roveggia n. 31 - Verona
SEDE INTERVENTO: Via Quinta Strada n. 28 - Arzignano
TIPOLOGIA ATTIVITÀ: Impianto di stoccaggio e recupero rifiuti speciali non pericolosi.
PROCEDIMENTO: Verifica di assoggetttabilità.
MOTIVAZIONE V.I.A: ALLEGATO IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - 7. Progetti di
infrastrutture - z.b) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non
pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante
operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del
decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
COMUNE INTERESSATO: \\\
DATA DOMANDA: 19 ottobre 2017
DATA PUBBLICAZIONE: 02 novembre 2017
DATA INTEGRAZIONI: 15 e 21 febbraio 2018
DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
- RT screening VIA ;
- Allegato E - Modulo VINCA;
- Relazione Tecnica Vinca .
PREMESSE ED UBICAZIONE
La ditta ILSA S.p.A. è un’industria chimica che si occupa della produzione di concimi e biostimolanti, alcuni
di questi a partire dal recupero di residui di pelli conciate.
Lo stabilimento oggetto della presente pratica e sito nel Comune di Arzignano, in Via Quinta Strada, 28, è
già esistente ed in possesso di autorizzazione all’esercizio di un impianto di messa in riserva (R13) e recupe -
ro (R3) di rifiuti speciali non pericolosi, ovvero rifili e rasature di pelli conciate al cromo.
La Ditta intende richiedere l’autorizzazione per iniziare a trattare, in aggiunta ai rifiuti già presenti ed auto -
rizzati, una nuova tipologia di rifiuti costituiti da rifili e rasature di pelli conciate con sistema di concia
“WET WHITE” (abbreviato in WW) o anche chiamate “Chromium Free”, che prevede cioè l’utilizzo di pro-
dotti concianti alternativi al cromo.
Non è previsto alcun incremento delle quantità autorizzate giornaliere, ma la sostituzione di parte dei rifiuti
attualmente recuperati (max. 20%) con la nuova tipologia di rifiuto, integrandoli nel medesimo processo pro-
duttivo, né sono previste opere edili o modifiche impiantistiche interne.
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Ortofoto del sito
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
• Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
• Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
• Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di Arzignano;
• Piano degli Interventi (P.I.) del Comune di Arzignano;
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• Piano Regionale di Tutela delle Acque;
• Piano Regionale di Tutela dell’Atmosfera;
• Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani e Speciali;
• Piano di Assetto Idrogeologico;
• Rete Natura 2000.
I riferimenti programmatici sopra indicati rappresentano un quadro generale sufficientemente descritto.
Relativamente alla gestione delle acque meteoriche del piazzale risulta necessario chiarire se sia già avvenuto
l’adeguamento al Piano Regionale di Tutela delle Acque, o meno, presentando un adeguato elaborato grafico,
lo stato di fatto relativo alla gestione delle acque meteoriche dell’intero piazzale esterno ed il progetto
sommario degli interventi di adeguamento della superficie scoperta non collettata alla rete reflui industriali,
(art.39, c. e) delle NTA del PTA approvato da Acque del Chiampo, con nota del 23/10/2012, Prot.
AR/acl/gn/17707/2012. (Osservazione Comune).
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
L’attività svolta da ILSA nello stabilimento di Arzignano consiste nella lavorazione di scarti di pelli per
l’ottenimento di bioproteine e fertilizzanti; i CER attualmente gestiti sono:
040108 - cuoio conciato (scarti, cascami, ritagli, polveri di lucidatura) contenenti cromo
040109 - rifiuti delle operazioni di confezionamento e finitura.
Le operazioni di recupero svolte all’interno dello stabilimento, secondo le definizioni del D.Lgs 152/06, All. B
alla parte IV, sono:
R13 – Messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei punti da R1 a R12
(escluso il deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui sono prodotti);
R3 – Riciclaggio/recupero delle sostanze organiche non utilizzate come solventi (comprese le
operazioni di compostaggio e altre trasformazioni biologiche)
In base al tipo di prodotto da ottenere i rifiuti in ingresso possono subire perse lavorazioni; alcune fasi
sono comuni a tutte le tipologie di rifiuto trattate (es. ricevimento e messa in riserva), mentre altre
lavorazioni sono distinte in base al prodotto finale da ottenere. Nella tabella che segue si riportano le fasi
caratteristiche di ciascuna linea di produzione.
Concimi organici solidi
Concimi organo-minerali
Concimi liquidi
Arrivo e stoccaggio rifiuti
Trattamento di idrolisi termica
Trattamento di idrolisi enzimatica
Essiccazione a temperatura controllata
Miscelazione
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Pellettatura
Confezionamento e stoccaggio prodotto finito
DESCRIZIONE DEL CICLO DI PRODUZIONE
1- ARRIVO E STOCCAGGIO RIFIUTI
I rifiuti in ingresso vengono in primo luogo pesati, quindi avviati nel capannone destinato alla messa in
riserva; lo stoccaggio avviene in cumuli, eventualmente sudpisibili, in base alle esigenze produttive
interne, da plinti mobili in cemento armato.
2- TRATTAMENTO DI IDROLISI TERMOBARICA (AGROGEL)
I rifili e le rasature di cuoio (CER 040108, 040109 e 040199 in miscela tra loro) vengono caricati in reattori
sferici del tipo autoclavi (sfere di idrolisi) e viene avviato il processo automatico di idrolisi termobarica:
inserimento del vapore nella sfera, per portare la pressione interna a circa 6 bar di vapore saturo,
corrispondente ad una temperatura di circa 160°C
idrolisi breve, media o spinta a seconda delle caratteristiche richieste
scarico di vapore residuo e acque di condensa per riportare la pressione delle sfere pari a quella atmosferica;
separazione della frazione solida da quella liquida
scarico a terra della gelatina idrolizzata ottenuta (semilavorato) e avvio alla linea di essiccazione.
Le acque di risulta dell’idrolisi vengono avviate allo scarico delle acque reflue industriali, mentre i vapori
vengono convogliati al camino 1/2A/2B/2C, previo recupero dei cascami termici per usi tecnologici e civili e
successivo abbattimento del carico inquinante mediante condensazione (raffreddamento) e successivo
doppio scrubber basico ossidativo.
3- ESSICCAZIONE A TEMPERATURA CONTROLLATA
Prima del trattamento la gelatina idrolizzata subisce un processo di vagliatura, per eliminare eventuali corpi
estranei presenti (es. pezzi di legno, metallo, plastica).
La successiva essiccazione avviene all’interno di essiccatori del tipo “rotating disk dryer”, costituiti da dischi
rotanti con semitubo attraversato da vapore saturo ad alta pressione.
Il semilavorato attraversa quindi un’area di raffreddamento, attraversata in controcorrente da aria ambiente;
segue la vagliatura per separare le perse frazioni di prodotto (polvere, microgranulo e granulo), che viene
poi avviato, tramite trasporto pneumatico, al deposito prodotto finito: non più rifiuto, ma materia prima
secondaria, conforme alla normativa dei fertilizzanti.
4- TRATTAMENTO DI IDROLISI ENZIMATICA
Il rifiuto - rasatura contenente cromo (CER 040108) – viene miscelato con acqua e caricato in bioreattori con
controllo di pH, peso e temperatura. Vengono quindi inseriti degli enzimi proteolitici, la cui funzione è
quella di rompere i legami peptidici, ottenendo frazioni di catene proteiche più corte e idrosolubili.
Mediamente il tempo di reazioni è di circa 6 ore.
Il prodotto così ottenuto viene avviato ad un sistema di centrifughe e filtropressa, in cui avviene la
separazione delle componenti solide (costituite essenzialmente da residui di pelle non idrolizzata, idrossidi
di cromo trivalente e altri idrossidi metallici).
La componente solida, così estratta e parzialmente idrolizzata, viene avviata al reparto Agrogel e
riprocessata, mentre quella liquida (soluzione proteica) viene avviata alla successiva concentrazione, tramite
evaporatore in continuo a multiplo effetto. Il concentrato (idrolizzato proteico), dopo aver subito
un’ulteriore purificazione tramite filtropressa, viene avviato alle cisterne di stoccaggio: in questa fase il
prodotto è conforme alla normativa fertilizzanti.
L’acqua estratta dall’evaporatore viene riutilizzata totalmente per il riempimento dei reattori di idrolisi
enzimatica. Il surplus scaricato nella rete idrica industriale a depurazione.
5- MISCELAZIONE E PELLETTATURA
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Il prodotto MPS in uscita dal reparto di idrolisi termobarica, oltre che essere utilizzato tal quale, può poi
anche essere miscelato con altri additivi, costituiti per lo più da concimi, organici o minerali (urea, fosforite,
solfato o cloruro di potassio, farine animali etc), in base alle ricette e titolazioni richieste.
Il materiale miscelato, in batch, viene avviato alle pellettatrici, che creano un prodotto pellettato di 4-6 mm di
diametro. Il prodotto così ottenuto viene raffreddato, depolverato e avviato ai silos di stoccaggio.
Le polveri recuperate dopo la pellettatura vengono re-immesse nel processo produttivo.
Anche l’MPS idrolizzato proteico enzimatico liquido può essere miscelato, all’interno di un reattore di
miscelazione, con additivi vari, al fine di ottenere fertilizzanti liquidi organo-minerali utilizzati per la
concimazione fogliare o la fertirrigazione.
6- CONFEZIONAMENTO PRODOTTO FINITO
I pellet stoccati nei silos vengono confezionati in automatico tramite un’insaccatrice; i sacchi vengono
posizionati su pallet e imballati.
L’idrolizzato proteico, che è liquido, viene confezionato in cisternette IBC o in contenitori più piccoli in PE.
Stato di progetto
La modifica che ILSA intende apportare all’attività in essere consiste nell’introduzione, nel ciclo produttivo
di trattamento di idrolisi termobarica e successiva essiccazione (punti. 1 – 2 – 3), di una nuova tipologia di
rifiuto, codice CER 040199, meglio descritto, secondo le indicazioni della Provincia di Vicenza, come “scarti
di pelle conciata non al cromo”; il rifiuto sarà costituito da ritagli, rifili e rasatura di pelli conciate con la
tecnica cosiddetta Wet White (WW) ovvero “Chromium free”.
L’esigenza di inserire questa nuova tipologia di rifiuto è determinata dal fatto che si sta diffondendo sempre
più l’utilizzo di tecniche di concia alternative a quelle che prevedono l’utilizzo di sali di cromo trivalente; in
particolare si stanno diffondendo sistemi di concia “green”, che prevedono l’utilizzo di prodotti organici
quali aldeidi (semplici o complesse) ed in minor misura minerali (es. zirconio, alluminio, titanio) o di tannini
sintetici, ossazolidine, polisaccaridi.
In base a indagini recentemente svolte nel comprensorio vicentino della concia si stima, ad oggi, che siano
attualmente lavorate con queste nuove tecniche (dette appunto Chromium-free) circa il 20% delle pelli; nella
quasi totalità dei casi la concia avviene con glutaraldeide o suoi derivati, mentre risultano pochissimo
utilizzate le altre sostanze.
Si prevede quindi di sostituire parte dei rifiuti attualmente autorizzati (attività R3 pari a 250 t/giorno
costituita da un mix di codici CER 040108 e 010409) con il nuovo codice CER 040199, ferme restando le
attuali quantità massime giornaliere autorizzate per l’attività R13 (max. 750 t complessive in stoccaggio) e R3
(max. 250 t complessive di CER avviati al recupero).
Al fine di garantire una % massima di lavorazione (R3) del nuovo codice CER 040199, sarà possibile
modulare la quantità in ingresso giornaliera del nuovo codice CER 040199, mantenendone costante il
limite massimo del 20% in peso rispetto alla quantità totale giornaliera effettivamente ricevuta (R13). In
tal modo sarà possibile garantire che nel processo di recupero giornalmente venga gestita una miscela di
codici CER costituita al massimo dal 20% di CER 040199, ed il restante 80% costituita dai codici CER 040108
e 040109.
***
Caratteristiche del nuovo rifiuto
I materiali che dovrebbero cessare la qualifica di rifiuto (EoW) prodotti da ILSA, sono destinati ad essere
utilizzati come fertilizzanti. La normativa attualmente in vigore che definisce i requisiti, le caratteristiche e i
metodi di produzione dei fertilizzanti è il D.Lgs 75/2010. Nell’all. 1 di tale decreto sono riportati i principali
tipi di concime e, per ciascuno di essi, sono inpiduati i possibili metodi di produzione, il titolo minimo in
elementi fertilizzanti e altre indicazioni tecniche.
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Dalla tabella 5.1 “Concimi organici azotati” del D.Lgs 75/2010, per le parti che riguardano l’attività svolta in
ILSA (ovvero concimi e fertilizzanti ottenibili dalla lavorazione delle pelli), si rileva che la normativa di
settore contempla, per la produzione di concimi organici azotati, il possibile utilizzo dei seguenti materiali:
residui di lavorazione delle pelli
scarti della lavorazione delle pelli e del cuoio e successiva essiccazione
pelli preventivamente trattate in impianti tecnici,
per la produzione di 3 tipologie di fertilizzanti organici azotati persi.
In nessun caso viene specificato nel dettaglio quali processi di lavorazione debbano aver subito gli scarti
utilizzati per la produzione dei concimi e, soprattutto, non vengono distinti i persi tipi di concia. Unico
riferimento lo si trova nel citato Reg. 1069/2009/CE (che ha abrogato e sostituito il Reg. CE/1774/2002 relativo
all’utilizzo dei sottoprodotti di origine animale), in cui la concia è definita (p.to 46) come: “ processo di
indurimento delle pelli mediante agenti concianti vegetali, sali di cromo o altre sostanze come sali di alluminio, sali di
ferro, sali di silicio, aldeidi e chinoni o altri agenti sintetici”.
Il proponente ritiene, quindi, che il nuovo rifiuto CER 040199 risponda alle definizioni presenti nella
normativa di settore e sia quindi utilizzabile per la produzione di concimi a norma.
Dal punto del processo produttivo, il nuovo codice CER non comporta alcuna differenza rispetto al processo
in atto per quelli già trattati (nessun aumento delle quantità totali in ingresso o processate rispetto ai limiti
autorizzati) e sarà possibile lavorarli con gli stessi impianti già esistenti. Ciò è confermabile da una serie di
attività e sperimentazioni svolte nell’ambito del Progetto LIFE finanziato denominato “GREENLIFE”
(allegato alla richiesta), sviluppato da alcune aziende del polo conciario di Arzignano, e finalizzato allo
studio di proposte per la riduzione degli impatti ambientali del settore conciario.
All’interno dell’attività di progetto, ILSA ha eseguito alcuni test di trattamento degli scarti di conceria
lavorati con tecniche Wet White. Da tali test è emerso che, dal punto di vista impiantistico, la lavorazione di
tali scarti non presenta alcuna esigenza particolare rispetto a quella degli scarti della concia tradizionale. È
pertanto possibile lavorare il nuovo rifiuto in miscela a quelli già autorizzati, senza apportare alcuna
modifica agli impianti esistenti né alle lavorazioni svolte.
In considerazione delle quantità in gioco (si prevede che in futuro saranno trattati in ILSA fino ad un
massimo del 20% di rifiuti prodotti dalla concia WW, mentre il restante 80% continuerà ad essere costituito
da scarti della concia tradizionale) si prevede di non avviare due cicli di lavorazione paralleli, ma di trattare
contemporaneamente ed in miscela tra loro le due tipologie di rifiuto. In quest’ottica non è prevista la
realizzazione di separazioni nell’area di stoccaggio dei rifiuti in ingresso (che arriveranno in ogni caso
separati in base ai codici CER), ma di utilizzare l’attuale unico stoccaggio, dal quale gli scarti verranno
prelevati già miscelati tra di loro, per avviarli ai processi lavorativi indicati.
L’ingresso giornaliero di tale nuovo CER sarà sempre limitato ad un massimo del 20% rispetto alla quantità
totale giornaliera di CER effettivamente conferita in stabilimento; questo permetterà che il mix di rifiuti da
recuperare in R3 (CER 040108+040109-040199) nel processo di idrolisi termo-barica, sia sempre costituito da
una percentuale di CER 040199 non superiore al 20% in peso.
Per quanto riguarda la possibile criticità della nuova tipologia di rifiuto, che potrebbe contenere residui delle
nuove sostanza utilizzate per la concia, sono state eseguite perse analisi complete sul nuovo CER, in
nessuna delle quali è stata evidenziata la presenza significativa di sostanze o markers pericolosi tali da
determinare la classificazione del rifiuto come pericoloso ai sensi del Reg. 1272/2008/UE e successive
modifiche ed integrazioni.
Caratteristiche delle EoW come fertilizzanti
Il D.Lgs 29 aprile 2010, n. 75, vigente normativa nazionale sui fertilizzanti, oltre a dare indicazioni sul tipo di
rifiuti/materie prime da cui si possono ricavare i vari tipi di concime, prescrive anche delle specifiche
tecnico-analitiche che devono essere possedute dai concimi prodotti.
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Negli ultimi anni ILSA ha eseguito nel suo centro R&S persi test di laboratorio e prove pilota a banco per
realizzare dei prototipi di fertilizzanti, ottenuti a partire dai vari CER già autorizzati, così come per il nuovo
CER 040199.
Questa attività, in particolare, è stata anche ripetuta ed approfondita, nell’ambito del progetto LIFE13
ENV/IT/000840 “GREEN LIFE: Green Leather Industry for the Environment”, finanziato e condotto in
partnership con altre realtà del polo conciario di Arzignano e finalizzato a valutare la riutilizzazione dei
rifiuti prodotti dall’industria conciaria. Nell’ambito di tale progetto sono state condotte delle
sperimentazioni anche su pelli conciate con la nuova tecnica Wet White.
Sui prodotti così ottenuti sono stati eseguiti test e analisi di laboratorio (All.3 alla richiesta), che hanno
permesso di verificare che:
le concentrazioni di nutrienti sono abbondantemente in linea con i minimi richiesti dalla normativa
dei fertilizzanti D. Lgs 75/2010
il processo produttivo è conforme al D. Lgs 75/2010
le concentrazioni di metalli pesanti e altre sostanze indesiderate sono ampiamente al di sotto dei
limiti massimi ammessi dalla normativa.
Nel corso del progetto GREEN LIFE (All.5) sono state eseguite anche delle prove finalizzate alla verifica
dell’efficacia agronomica dei nuovi fertilizzanti; sono stati eseguiti sia test in laboratorio che in microcosmo
in vivo; al fine di garantire la massima rappresentatività possibile i test sono stati eseguiti su substrati, con
metodi di applicazione e su specie vegetali differenti.
Alla fine dei test le conclusioni sono state le seguenti:
i prodotti da idrolisi termobarica Agrogel WW, Agrogel L e Agrogel WB hanno tutti una curva di
cessione dell’azoto “a lento rilascio”, fino ad una cessione dell’80% entro i primi 45 giorni;
l’applicazione di Agrogel, sia in vaso su suolo artificiale che in campo su microplots, ha dato risultati
incoraggianti in termini di sviluppo della biomassa e di copertura vegetativa, indicandoli come i
prodotti più promettenti tra quelli testati.
Il proponente ritiene che, dal punto di vista di efficacia agronomica, i concimi ottenuti con pelli conciate con
metodo Wet White siano del tutto assimilabili a quelli ottenuti da pelli trattate in maniera tradizionale e i cui
risultati sono ormai consolidati da 50 anni di utilizzo a livello nazionale e internazionale.
Ciclo di lavorazione di provenienza
I materiali genericamente identificati come rifiuti “da wet white” o “chromium free”, sono in realtà
riconducibili a vari processi conciari di provenienza, ciascuno caratterizzato da perse sequenze di fasi e,
soprattutto, da perse sostanze chimiche utilizzate; di seguito si elencano quelli principali:
a) Cr - free, cioè esenti cromo ma con l’utilizzo di altri metalli quali Alluminio, Titanio, Zirconio, Ferro;
b) Wet -white, con utilizzo, generalmente, di glutaraldeide, tannini sintetici e naturali;
c) Wet-white, con utilizzo, generalmente, di sali di fosfonio, ossazolidine, triazine.
Osservazioni relative ai risultati delle analisi degli allegati 2 e 3:
ALLEGATO 2 ANALISI DEL CER 040199
Rapporto di prova N. S01253 del 27/02/2015
Cromo totale mg/kg 4,0
Idrocarburi pesanti (C > 12) mg/kg 386
Fenoli totali mg/kg <50
Cromo VI mg/kg 5,0
Rapporto di prova N. U04199 del 14/07/2017
Cromo totale mg/kg 40,8
Idrocarburi pesanti (C > 12) mg/kg 433
Fenoli totali mg/kg 113
Cromo VI mg/kg >2
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chiarimenti in merito alle elevate concentrazioni di Idrocarburi pesanti e di Cromo totale
sono insufficienti due analisi in tre anni ed è opportuno un approfondimento con l’esecuzione di un
numero maggiore di analisi, coinvolgendo anche laboratori “terzi”.
ALLEGATO 3 ANALISI DEL PRODOTTO FINITO FERTILIZZANTE
Rapporto di prova N. S06129 del 09/09/2015 (Fertilizzante prova WW)
Alluminio (Al) mg/kg 27,1
Silicio (Si) mg/kg 32,4
Stronzio (Sr) mg/kg 37,2
Zirconio (Zr) mg/kg 3,2
Olii e grassi totali mg/kg 6.701,7
Idrocarburi e olii minerali mg/kg 26
o-fenilfenolo (ca s 90-43-7) mg/kg 24
Cromo VI (Cr) mg/kg < 0,5
Cloroparaffine mg/kg <300
Rapporto di prova N. 214/AL/17 del 19/05/2017 (Agrogel Wet White)
Azoto totale (N) % 15,2
Carbonio totale (N) % 46,9
(Rapp. C/N 3,09)
Azoto organico % 15,1
Cromo estraibile (Cr) mg/kg 18
Magnesio (Mg) mg/kg 71
Potassio (K) mg/kg 34
Boro (B) mg/kg 9,0
Ferro (Fe) mg/kg 173
Manganese (Mn) mg/kg 34
Cadmio (Cd) mg/kg < 1
Rame (Cu) mg/kg 2,2
Zinco (Mn) mg/kg 5,6
Cromo (Cr) mg/kg 459
chiarimenti in merito alle elevate concentrazioni di Zirconio (Zr), di olii e grassi totali, di Cr
estraibile e Cr totale (considerando che il contenuto medio dei terreni in veneto di Cr oscilla da 25 a
50 mq/kg;
sono insufficienti due analisi in tre anni ed è opportuno un approfondimento con l’esecuzione di un
numero maggiore di analisi, coinvolgendo anche laboratori “terzi”.
DIMENSIONI DEL PROGETTO
Rispetto alla Autorizzazione Provinciale in essere non è previsto l’incremento né dei quantitativi di rifiuti in
stoccaggio R13, fissato in 750 t, né nella capacità massima di trattamento giornaliero R3, pari a 250 t/giorno;
considerando un’operatività di 240 gg/anno possono essere quindi gestiti fino a 60.000 t/anno di rifiuti
processati.
Nell’ultimo triennio mediamente si sono recuperate circa 50.000 t/anno.
Si prevede che, a regime, la percentuale massima di rifiuti della nuova tipologia che sarà prodotta nel
comprensorio e quindi in ingresso in ILSA sarà pari a circa il 20% del totale (quantità massima al momento
prevista generata dal Comprensorio Vicentino della Concia); si può quindi stimare che, al massimo, saranno
presenti in stoccaggio, 150 t di scarti di pelle conciate con tecnica Wet White e ne potranno essere processate
al massimo 50t/d (12.000 t/anno).
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INQUINAMENTO E DISTURBI AMBIENTALI
L’introduzione di una nuova tipologia di rifiuto non comporterà alcuna variazione edile, impiantistica o
gestionale all’interno dello stabilimento ILSA, per cui si ritiene che l’impatto dell’attività sulle principali
matrici ambientali non subirà variazioni significative.
Si ricorda a tale scopo che il rifiuto costituito da rifili della concia WW in realtà entra in ILSA già da qualche
anno, miscelato con le pelli conciate con sali di cromo, con il CER 040108 “rifiuti di cuoio conciato (scarti,
cascami, ritagli, polveri di lucidatura) contenenti cromo”. In considerazione del fatto che il rifiuto conferito
conteneva circa il 15-20% di pelli trattate con il sistema Wet-White, a fronte di un 80-85% trattato con sali di
cromo, il rifiuto in ingresso rispondeva a tutti gli effetti alla definizione del CER e, come tale, era trattato.
Controllo dei rifiuti in ingresso
Per la fase di recupero R13/R3, oggetto di autorizzazione provinciale, si utilizzeranno quindi i seguenti
rifiuti:
CER 04 01 08 – cuoio conciato (scarti, cascami, ritagli, polveri di lucidatura) contenenti cromo
CER 04 01 09 – rifiuti delle operazioni di confezionamento e finitura
CER 01 01 99 – rifiuti non specificati altrimenti “scarti di pelle conciati non al cromo”.
Tali rifiuti vengono ricevuti e stoccati in apposito deposito coperto, dotato di portoni autochiudenti.
In tale deposito l’operatore addetto esegue tutte le attività di verifica e controllo visivo e movimentazione
con pala meccanica gommata. Per il secondo processo di recupero autorizzato R13/R3, ovvero la fase di
idrolisi enzimatica, vengono esclusivamente utilizzati i rifiuti identificati con codice CER 040108 – cuoio
conciato (scarti, cascami, ritagli, polveri di lucidatura) contenenti cromo.
Gestione dei rifiuti in ingresso
La gestione corretta della materia prima richiede che sia rispettata la normativa in materia di recupero rifiuti
e che siano controllati i parametri di qualità specifici e di processo. I rifiuti sono trasformati all’interno del
processo in prodotto attenendosi rigorosamente a quanto descritto nella pratica di VIA e relativa
Autorizzazione Prov. Vicenza 60/Suolo Rifiuti/2010; la produzione giornaliera viene registrata all’interno di
un sistema gestionale informatico, che tramite opportuni coefficienti ricava la quantità di rifiuto utilizzato.
Periodicamente (e comunque almeno 1 volta/anno) viene eseguito uno screening analitico completo su
campioni medi di rifiuti conferiti durante l’anno,
Analogamente, vengono eseguiti screening completi sulla MPS – Prodotto finito fertilizzante ottenuto dal
processo di recupero.
Controllo idoneità rifiuti in ingresso
I trasportatori che entrano in ILSA S.p.A., dopo opportune verifiche di idoneità delle autorizzazioni,
accedono alla pesa; quindi consegnano il formulario all’ufficio accettazione per la verifica documentale.
L’ufficio Spedizione SPED accetta i rifiuti seguendo le modalità riportate nella IDL 4.1.10 “Ricevimento
sottoprodotti di conceria”. La verifica documentale può produttore persi esisti:
- verifica documentale positiva: il carico viene avviato al piazzale nel retro dello stabilimento;
- verifica documentale positiva con riserve: il carico viene accettato, SPED effettua le correzioni; i rifiuti non
verranno accettati fino a che non arriverà via fax il formulario corretto;
- verifica documentale o visiva negativa: il carico non viene accettato; SPED provvede a respingere il carico
secondo le procedure previste; il Responsabile per la Direzione per l’ambiente provvederà a inviare formale
comunicazione in Provincia.
Per un compiuto inquadramento dei possibili impatti ambientali correlati con i rifiuti in ingresso e con i
prodotti finiti in uscita, si ritiene necessario acquisire dal Proponente una valutazione sul possibile rilascio di
inquinanti, supportata da test di cessione da eseguire in via sperimentale almeno sulle seguenti matrici:
- rifiuti da concia “wet blue”
- rifiuti da concia “wet white” o “chromium free”, identificando e considerando tanti distinti campioni
quanti sono i persi processi conciari di provenienza, ciascuno caratterizzato da perse sequenze di fasi e
da perse sostanze chimiche
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- prodotto finito in uscita proveniente dalla lavorazione dei soli rifiuti da concia “wet blue”
- prodotto finito in uscita proveniente dalla lavorazione della miscela prevista nello stato di progetto, cioè
80% rifiuti da concia “wet blue” e 20% max rifiuti da concia “wet white” o “chromium free” (identificando e
considerando anche in questo caso tanti distinti campioni quanti sono i persi processi conciari di
provenienza)
- prodotto finito in uscita proveniente dalla lavorazione dei soli rifiuti da concia “wet white” o “chromium
free” (identificando e considerando anche in questo caso tanti distinti campioni quanti sono i persi
processi conciari di provenienza).
Il progetto abbisogna di specifiche integrazioni ed approfondimenti, sia in temi gestionali (dovranno essere
previsti stoccaggi separati ed aree di miscelazione tra i persi rifiuti), che di maggior caratterizzazione del
rifiuto in ingresso e degli EoW prodotti (set analitici più dettagliati in termini di composte/sostanze ricercate,
motivazioni dei valori elevati già riscontrati per alcuni parametri, eventuali trasformazioni in sede di
trattamento termobarico, etc.). a); inoltre, si richiede una proposta di gestione operativa dell’impianto che
consenta di qualificare distintamente in ingresso e di tracciare lungo l’intero ciclo di trattamento le perse
tipologie di materiali genericamente identificati come rifiuti “da wet white” o “chromium free”, in quanto
tale generica identificazione risulta ricomprendere vari processi conciari di provenienza, ciascuno
caratterizzato da perse sequenze di fasi e da perse sostanze chimiche.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto; ferme restando le valutazioni vincolanti che
verranno espresse dalla Regione Veneto nell’ambito della procedura di valutazione dei nuovi EoW, come da
delibera n.120/2018, si ritiene necessario prescrivere una procedura di monitoraggio in fase di collaudo, al
fine di caratterizzare in via definitiva il contenuto di composti/sostanze potenzialmente inquinanti nella
produzione dei nuovi materiali.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento; si ritiene tuttavia necessario prescrivere specifici monitoraggi, nell’ambito delle procedure di collaudo.
111
QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
Il progetto presentato non prevede nuovi punti di emissione né variazioni dei sistemi di captazione, convo-
gliamento e depurazione degli effluenti gassosi.
Il prospetto seguente riepiloga lo stato di fatto dei punti di emissione e dei controlli attualmente previsti,
come illustrati nella documentazione progettuale:
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Considerate le potenziali caratteristiche dei rifiuti cosiddetti “da wet-white” o “chromium free”, per i quali
l’istanza in valutazione richiede il trattamento congiunto con i rifiuti cosiddetti “wet-blue”, si ritiene neces-
sario acquisire dal Proponente le seguenti integrazioni:
a) una proposta di integrazione del set di parametri, comprensivo dell’inpiduazione di metodologie anali-
tiche di campionamento e misura, da sottoporre a controllo analitico nei punti di emissione interessati dalla
lavorazione dei rifiuti “da wet white” o “chromium free”, cioè i Camini 1 – 2A - 2B - 2C; a titolo orientativo,
considerando le varie sostanze potenzialmente coinvolte, da letteratura e/o da sperimentazioni, nei processi
“wet white” o “chromium free”, si richiede di inpiduare appropriati parametri analitici in relazione alla
possibile presenza di: formaldeide, glutaraldeide, aldeidi in genere, fenoli, idrogeno solforato, HCl, isociana-
ti, SOV d Tabella D, metalli (alluminio, cromo VI e cromo totale, zirconio, titanio, compatibilmente con la di -
sponibilità di metodiche appropriate), sali di fosfonio, specie solfonate e tannini sintetici, ossazolidine;
b) per il set di parametri analitici inpiduati secondo il punto precedente una o più caratterizzazioni speri -
mentali dell’effluente gassoso da eseguire nell’ambito di una rappresentativa simulazione del trattamento,
equivalente per input e condizioni alla proposta progettuale; modalità e tempistiche della simulazione e dei
correlati controlli analitici saranno da concordare con ARPAV;
c) una valutazione sull’idoneità dei sistemi di abbattimento oggi presenti in funzione dell’eventuale presenza
aggiuntiva di specie chimiche non correlabili con i pregressi trattamenti esclusivamente alimentati da rifiuti
da “wet blue”.
Si richiede inoltre che venga approfondita la consistenza dei possibili fenomeni di dispersione e ricaduta al
suolo di unità odorigene, mediante simulazioni modellistiche o altre valutazioni basate su letteratura e/o
sperimentazione.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto; in analogia a quanto previsto nel quadro proget -
tuale, si ritiene necessario prescrivere una procedura di monitoraggio in fase di collaudo, al fine di caratte -
rizzare in via definitiva le variazioni sulle emissioni in atmosfera, derivanti dall’introduzione dei nuovi rifiu -
ti.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento; si ritiene tuttavia necessario prescrivere specifici monitoraggi, nell’ambito delle procedure di collaudo..
CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
Il progetto presentato non prevede variazioni nei consumi idrici, nei reflui di stabilimento e nei relativi punti
di scarico.
L’acqua destinata agli usi industriali viene fornita dall’acquedotto e viene utilizzata prevalentemente per la
produzione del vapore e per i sistemi di abbattimento dei fumi (scrubber). Il consumo di acque negli ultimi
anni si è attestato sui 36.000 mc/anno
Dalla documentazione progettuale risultano convogliate in pubblica fognatura:
- le acque reflue provenienti da processo produttivo, che per il 50% derivano dal processo di idrolisi
termica e per l 30% derivano dalla condensazione del vapore usato negli essiccatoi; preventivamente
allo scarico delle acque reflue industriali è presente un impianto per la regolazione del pH, dotato di
pH-metro che misura in continuo tale parametro. In caso di abbassamento del pH il dispositivo azio -
na in automatico una pompa dosatrice che eroga una soluzione di soda nel miscelatore, fino a ripor -
tare il pH ad un valore fissato. Anche per questo dispositivo è presente un sistema di monitoraggio
in continuo informatico; inoltre, in caso di malfunzionamenti, si attivano dei segnali sonori che in-
formano gli operatori sulla necessità di uno loro intervento, conformemente alle procedure interne
di gestione degli scarichi idrici;
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- le acque meteoriche di dilavamento superficiale dei piazzali, per le quali il progetto non prospetta ri-
schi di contaminazione in quanto i rifiuti in ingresso e tutti i materiali coinvolti nei processi d lavora-
zione sono detenuti all’interno degli edifici
Per quanto riguarda la prima tipologia di scarico (acque reflue da processo produttivo), si ravvisano
esigenze di approfondimento ed integrazione analoghe a quelle sopra illustrate per le emissioni in atmosfera
e pertanto si ritiene necessario acquisire dal Proponente le seguenti integrazioni:
a) una proposta di gestione operativa dell’impianto che consenta di qualificare distintamente in ingres-
so e di tracciare lungo l’intero ciclo di trattamento le perse tipologie di materiali genericamente
identificati come rifiuti “da wet white” o “chromium free”, in quanto tale generica identificazione ri -
sulta ricomprendere vari processi conciari di provenienza, ciascuno caratterizzato da perse sequen-
ze di fasi e da perse sostanze chimiche;
b) una proposta di integrazione del set di parametri da sottoporre a controllo analitico nei reflui inte-
ressati dalla lavorazione dei rifiuti “da wet white” o “chromium free”, con caratterizzazione sia del-
lo scarico finale sia dei distinti flussi provenienti dalle varie fasi di processo (idrolisi termica, con -
densazione da essiccatoi, altro) ; a titolo orientativo, considerando le varie sostanze potenzialmente
coinvolte, da letteratura e/o da sperimentazioni, nei processi “wet white” o “chromium free”, si ri -
chiede di inpiduare appropriati parametri analitici in relazione alla possibile presenza di: formal-
deide, glutaraldeide, aldeidi in genere, fenoli, idrogeno solforato, HCl, isocianati, SOV d Tabella D,
metalli (alluminio, cromo VI e cromo totale, zirconio, titanio, compatibilmente con la disponibilità di
metodiche appropriate), sali di fosfonio, specie solfonate e tannini sintetici, ossazolidine;
c) per il set di parametri analitici inpiduati secondo il punto precedente una o più caratterizzazioni
sperimentali dei reflui (sia scarico finale sia distinti flussi provenienti dalle varie fasi di processo) da
eseguire nell’ambito di una rappresentativa simulazione del trattamento, equivalente per input e
condizioni alla proposta progettuale; modalità e tempistiche della simulazione e dei correlati con-
trolli analitici saranno da concordare con ARPAV e con l’Ente Gestore della pubblica fognatura;
d) una valutazione sull’idoneità dei sistemi di depurazione oggi presenti, in Azienda e/o presso l’ente
gestore, in funzione dell’eventuale presenza aggiuntiva di specie chimiche non correlabili con i pre-
gressi trattamenti esclusivamente alimentati da rifiuti da “wet blue”.
Per quanto riguarda la seconda tipologia di scarico (acque meteoriche di dilavamento superficiale dei
piazzali) si chiede di fornire un compiuto e circostanziato inquadramento ai sensi dell’art. 39 del PTA Veneto,
con identificazione quali-quantitativa della possibile contaminazione e dei sistemi di raccolta, trattamento e
recapito alla pubblica fognatura.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto; in analogia a quanto previsto nel quadro proget -
tuale, si ritiene necessario prescrivere una procedura di monitoraggio in fase di collaudo, al fine di caratte -
rizzare in via definitiva le variazioni sugli scarichi, derivanti dall’introduzione dei nuovi rifiuti.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento; si ritiene tuttavia necessario prescrivere specifici monitoraggi, nell’ambito delle procedure di collaudo.
CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
Secondo la documentazione progettuale, i rifiuti prodotti dalla lavorazione dei residui di concia derivano
quasi esclusivamente dall’attività di cernita che viene eseguita sul rifiuto in ingresso per eliminare eventuali
componenti perse, quali pezzi di legno, plastica o altri materiali. Nel corso del processo di trattamento
vero e proprio non ha luogo la produzione di alcun rifiuto.
Secondo il Proponente l’introduzione della nuova tipologia di rifiuto in trattamento non comporterà la
produzione di rifiuti persi o aggiuntivi; anzi, ad una prima analisi, sembra che, mediamente, gli scarti di
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pelli trattate con sistemi di concia alternativa presentino un minor numero di impurità o altri materiali, per
cui si potrebbe ipotizzare una riduzione nella produzione di tale tipologia di rifiuti.
Non è previsto un aumento nemmeno dei rifiuti da imballaggio o da manutenzione.
Tutte le aree esterne dell’azienda nelle quali può avvenire il transito di veicoli e/o la movimentazione di
rifiuti e prodotti risultano impermeabilizzate; le acque vengono convogliate, tramite pozzetti, alla rete
fognaria industriale e inviati al depuratore consortile di Acque del Chiampo.
Non è prevista alcuna modifica delle caratteristiche della pavimentazione, né è previsto lo stoccaggio
all’aperto della nuova tipologia di rifiuto.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
L’area in cui sorge lo stabilimento è classificata, secondo il piano di classificazione acustica del territorio,
come “Classe V – aree prevalentemente industriali”; i valori limite previsti per tale area sono riportati nella
tabella che segue:
Le valutazioni di impatto ambientale e quelle previsionali eseguite nel tempo da ILSA dimostrano il rispetto
dei limiti previsti.
La documentazione progettuale sostiene che, dal momento che non verrà realizzata alcuna modifica né degli
impianti né delle attività svolte, non si prevedono variazioni nell’impatto acustico verso l’esterno.
Risulta opportuno prevedere un monitoraggio successivo.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI
Il presente aspetto non risulta esaminato.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
Lo stabilimento sorge all’interno di un’area industriale ed è perfettamente inserito nel contesto in cui sorge.
Non è prevista alcuna modifica delle strutture, né la realizzazione di alcuna opera edile che possa andare a
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modificare l’aspetto e le cubature dello stabilimento; si ritiene quindi che le modifiche in programma non
avranno alcun impatto dal punto di vista paesaggistico.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
Lo stabilimento sorge nell’area industriale di Arzignano e si trova a circa 5 km dal casello di Montecchio
Maggiore e a 9 km da quello di Montebello, entrambi dell’Autostrada A4 – Torino-Trieste; la zona industriale
è collegata all’autostrada tramite strade provinciali (SP246, SP33, SP31); a Montecchio sorgerà inoltre in
futuro anche un casello della Nuova Autostrada Pedemontana Veneta.
Dal momento che la capacità produttiva e di stoccaggio dell’impianto rimarrà immutata e i fornitori del
nuovo rifiuto saranno sostanzialmente gli stessi che forniscono i CER attualmente trattati, si ritiene che la
modifica in programma non comporterà alcuna variazione nel traffico indotto dall’attività e non comporterà
peggioramenti nella viabilità della zona industriale né in quella del Comune di Arzignano.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI, FLORA, FAUNA
All’interno del Comune di Arzignano non sono presenti aree comprese nella Rete Natura 2000 (SIC/ZPS);
sono però presenti alcune aree di pregio per la conservazione dell’ambiente naturale e della biopersità:
Bosco di Costalta: roveto tipico su substrato vulcanico
Bosco della Calvarina: castagneto
Fossi di Tezze: habitat favorevole ad anfibi e rettili
Rotte del Guà: habitat favorevole alla presenza di numerose specie di uccelli.
L’area in cui sorge lo stabilimento non è interessata da nessun di queste emergenze e non è ricompresa
neanche nelle reti ecologiche, né nei sistemi eco-relazionali.
In considerazione inoltre del fatto che, allo stato attuale, tutti i limiti alle emissioni e agli scarichi sono
ampiamente rispettati e non è previsto un aumento degli impatti nel complesso, si ritiene che le modifiche in
programma non possano comportare alcun impatto negativo, né nei confronti dei siti ZPS e SIC (situati a
distanze superiori a 5 km dall’insediamento) né nei confronti delle specie animali e vegetali presenti nelle
aree di interesse comunali.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
Le condizioni generali di sicurezza e salute nel lavoro non risultano, nello stato di progetto,
significativamente modificate rispetto allo stato di fatto, se non, in via potenziale, per i fattori di rischio
afferenti all’esposizion ad agenti chimici. Su questo fronte, analogamente a quanto sopra riportato per le
emissioni in atmosfera e per gli scarichi idrici, si fa riferimento alle potenziali caratteristiche dei rifiuti
cosiddetti “da wet-white” o “chromium free”, per i quali l’istanza in valutazione richiede il trattamento
congiunto con i rifiuti cosiddetti “wet-blue”. In proposito si ritiene necessario acquisire dal Proponente le
seguenti integrazioni:
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a) una proposta di indagine ambientale con scelta delle modalità di campionamento (personale portatile o
fissa ambientale), identificazione planimetria dei punti di campionamento e definizione del set di parametri
da sottoporre a controllo analitico nelle aree di lavoro interessate dalla lavorazione dei rifiuti “da wet white”
o “chromium free”; a titolo orientativo, considerando le varie sostanze potenzialmente coinvolte, da
letteratura e/o da sperimentazioni, nei processi “wet white” o “chromium free”, si richiede di inpiduare
appropriati parametri analitici in relazione alla possibile presenza di: formaldeide, glutaraldeide, aldeidi in
genere, fenoli, idrogeno solforato, HCl, isocianati, SOV d Tabella D, metalli (alluminio, cromo VI e cromo
totale, zirconio, titanio, compatibilmente con la disponibilità di metodiche appropriate), sali di fosfonio,
specie solfonate e tannini sintetici, ossazolidine;
b) per la proposta di indagine di cui al punto precedente una o più caratterizzazioni sperimentali dell’aria in
ambiente di lavoro da eseguire nell’ambito di una rappresentativa simulazione del trattamento, equivalente
per input e condizioni alla proposta progettuale; modalità e tempistiche della simulazione e dei correlati
controlli analitici saranno da concordare con ARPAV e SPISAL.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
CONCLUSIONI
Il progetto in esame non si pone in contrasto ovvero in condizioni di interferenze rispetto ad altri piani,
progetti o interventi in zone limitrofe, né questi ultimi possono interagire con l’intervento oggetto del parere.
Non si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti.
Il grado di approfondimento documentale, anche dopo l’invio delle specifiche integrazioni richieste, la
tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi riportati possono essere considerati adeguati per
consentire una valutazione del progetto.
Risultano pervenute osservazioni da parte della Regione Veneto, in tema di End of Waste, che non ritiene
siano soddisfatti i requisiti previsti dall’art.184-ter comma 1 lettera d) del D.Lgs. n.152/2006 e cioè “l’utilizzo
della sostanza o dell’oggetto non porterà ad impatti complessivi negativi sull’ambiente o sulla salute
umana”.
Il medesimo parere, inoltre, evidenzia come “...i rifiuti in ingresso al trattamento: CER 040108, CER 040109 e
040199, denotano concentrazione elevate di Idrocarburi C>12, Cromo totale e Formaldeide (che rimangono
pressochè invariate nel prodotto End of Waste), con ulteriore possibile formazione di Acetaldeide a seguito
del processo di idrolisi, il fatto che la norma sui fertilizzanti non riporti limiti specifici per tali sostanze non
esclude un effettivo rischio per l’ambiente, con la possibilità, invece, di depositare sul suolo sostanze
inquinanti, non presenti nel concime organico.”
Il predetto parere conclude, pertanto, come sia indispensabile il pronunciamento da parte di un’autorità
competente alla valutazione degli impatti igienico-sanitari, al fine di garantire la piena conformità a quanto
richiesto dall’art.184-ter del D.Lgs. n.152/2006 e cioè che “il prodotto del riciclaggio può essere liberamente
utilizzato nelle forme usualmente commercializzate senza rischi per la salute umana e per l’ambiente”.
Viste e fatte proprie le motivazioni espresse dalla Regione Veneto, che si allegano in forma integrale al
presente parere, con conseguente presenza di potenziali impatti significativi per l’ambiente
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Tutto ciò premesso si esprime
PARERE
Di assoggettamento del progetto alla procedura di V.I.A., sulla base delle motivazioni citate in premessa, ritenendo di
essere in presenza di potenziali impatti negativi e significativi per l’ambiente.
Vicenza, 28 febbraio 2018
F.to Il Segretario F.to Il Presidente
Dott.ssa Silvia Chierchia Andrea Baldisseri
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