Parere

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   VERBALE DELLA COMITATO TECNICO PROVINCIALE VIA
           DEL 06/10/2022
L'anno 2022, il giorno 06 del mese di OTTOBRE alle ore 16:45 il Comitato Tecnico Provinciale di V.I.A si è
riunito nella sede provinciale, a seguito di regolare convocazione, per trattare il seguente argomento: Verallia
Italia spa – Adeguamento tecnico con aumento potenzialità - comune di Lonigo, via del Lavoro n. 1.
All'appello risultano:
SQUARCINA FILIPPO               Presidente               Assente


BALDISSERI ANDREA           Responsabile servizio             Presente


CORTESI ANGELO               Commissario               Presente


DE MARCHI ROBERTO              Commissario               Presente


MONTANARI RICCARDO             Commissario               Presente


MURARO TERESA                Commissario               Presente


ROSSI STEFANO                Commissario               Presente


SALVIATI STEFANO              Commissario               Presente


SERRAIOTTO MARIO              Commissario               Presente


SVEGLIADO GIULIA              Commissario               Presente


VALVASSORI RIMSKY              Commissario               Presente


VICENTIN ALBERTO              Commissario               Presente


La Commissione viene presieduta da Andrea Baldisseri, giusta delega del Presidente del 06/10/2022, che
riconosciuta legale l’adunanza in conformità dell’art. 7 del Regolamento per il funzionamento del Comitato
Tecnico Provincia VIA, udita la relazione istruttoria, accertata la completezza delle informazioni e preso atto
della proposta progettuale contenuta nella documentazione tecnica presentata, esprime congiuntamente al
CTP VIA parere unanime, per la pratica in oggetto, nel parere sotto riportato.




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                   Verallia Italia S.p.A.
                       PARERE N. 12/2022

Oggetto: Adeguamento tecnico con aumento potenzialità.
PROPONENTE:           Verallia Italia S.p.A.
SEDE LEGALE:           Via del Lavoro n.1 - Lonigo
SEDE INTERVENTO:         Via del Lavoro n.1 - Lonigo
TIPOLOGIA ATTIVITÀ:       Impianto per la produzione di vetro
PROCEDIMENTO:          Valutazione di impatto ambientale ex art.27-bis del D.Lgs. 152/2006.
MOTIVAZIONE V.I.A:        ALLEGATO IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii.
                 3. Lavorazione dei metalli e dei prodotti minerali
                 o) impianti per la produzione di vetro compresi quelli destinati alla
                 produzione di fibre di vetro, con capacita' di fusione di oltre 20 tonnellate al
                 giorno.
COMUNE INTERESSATO:       Gambellara, Montebello Vicentino, Sarego
DATA DOMANDA:          19 e 26 novembre 2021
DATA PUBBLICAZIONE:       26 gennaio e 20 settembre 2022
DATA INTEGRAZIONI:        19 settembre 2022

DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
STUDIO Dl IMPATTO AMBIENTALE
   Quadro Programmatico
   Quadro Progettuale
   Quadro Ambientale
   All. 1 al S.I,A.- Forno F31 ante e post
   All. 2 al S.I.A. - Studio Idrogeologico
   All. 3 al S.I.A. - Modellazione prognostica del trasporto aereo e dispersione inquinanti
   All. 4 al S.I.A. - Relazione fotografica
   Sintesi Non Tecnica
AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE
Scheda A
   All. A10 - Certificato Camera di Commercio
   All. A12 - Certificato Sistema Gestione Ambientale
   All. A14 - Mappa Catastale
   All. A15 - Stralcio PI
   All. A16 - Zonizzazione Acustica Comunale
   All. A17 - Autorizzazioni di tipo edilizio
   All. A18 - Concessione per derivazione acqua
   All. A19 - A20 - AIA 4.2013 e sue modifiche
   All. A22 - Certificato di prevenzione incendi e rinnovi
   All. A25 - Schema a blocchi
Scheda B
   All. B19 - approvvigionamento acque
   All. B20 - emissioni in atmosfera
   All. B21 - Scarichi

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   All. B21 - Scarico S1
   All. B21 - Scarico S2
   All. B21 - Scarico S3
   All. B22 - deposito rifiuti e materie prime
   All. B26 - controllo emissioni e verifica portate E4 E6 E34 E60
   All. B27 - Controllo Scarichi
   All. B31 - Studio Illuminotecnico
Scheda C
   All. C11 - deposito rifiuti e materie prime
   All. C13 - Studio Impatto Viabile
Scheda D
   Applicabilità BAT
   All. D8 - Previsione Impatto Acustico
Scheda E
   All. E11 - Piano di Monitoraggio e Controllo
   Verifica obbligo Relazione di Riferimento
PROGETTO EDILE
   Relazione Tecnica
   Relazione informativa relativa alla notifica ai sensi dell'articolo 67 del D.Lgs. 81/2008 e s.m.i.
   Piano copertura in Progetto
   Sezioni e prospetti in Progetto.
                             PREMESSE
Lo stabilimento di Verallia Italia S.p.A. produce imballaggi in vetro per le bevande e i prodotti alimentari ed
è collocato in Via del Lavoro n.1 in Comune di Lonigo.
L’installazione, che si sviluppa per una superficie totale di 114.749 m 2 di cui:
• superficie coperta 59.233 m 2 ;
• superficie scoperta asfaltata 50.956 m 2 ;
• superficie aree verdi: 4.560 m 2 .
L’attività della Verallia Italia S.p.A. rientra nelle categorie di attività interessate dall’Autorizzazione Integrata
Ambientale (AIA), D. Lgs. 152/06 e s.m.i., Parte II, Allegato VIII, punto 3 “Industria dei prodotti minerari”,
punto 3.3 “Fabbricazione del vetro compresa la produzione di fibre di vetro, con capacità di fusione di oltre
20 Mg al giorno”, ed è in possesso dell’A.I.A. n. 04/2013, che ha validità sino al 2025 e che autorizza una pro -
duzione di “cavato” totale potenziale di circa 830 t/giorno, che corrisponde ad un cavato annuo potenziale di
303.000 ton/anno; per “cavato” si intende vetro cavo meccanico (contenitori in vetro, ossia bottiglie e vasi).
L’intervento in oggetto riguarda la sostituzione di un forno fusorio attualmente alimentato da OCD (Olio
combustibile Denso), con analogo impianto alimentato a metano; tale modifica comporterà l’aumento della
capacità produttiva, che ascende sino a 910 ton di cavato giornaliero, che corrisponde ad un cavato annuo
potenziale di 332.150 ton/anno.
L’attuale perimento di progetto prevede:
1. Demolizione dell’attuale forno fusorio e di tutte le utilities connesse;
2. Ricostruzione di un nuovo forno passando da tecnologia cross fire a tecnologia end port e allargamento del
bacino fino a 144 m 2 ;
3. Manutenzioni mirate alle linee ed alle macchine di produzione;
4. Manutenzioni mirate agli impianti generali comuni;
5. Predisposizione per l’installazione di due sistemi di preriscaldo della materia prima in ingresso.


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L’installazione di detti sistemi di preriscaldo avverrà solo successivamente alla partenza del forno e comun-
que entro il 2024 e la demolizione delle strutture dell’attuale forno avverrà all’interno del capannone, riguar -
derà solo il forno, mentre le macchine di formatura rimarranno integre.
Si prevede un'alterazione paesaggistica a causa della realizzazione delle 2 torri di preriscaldamento.

                         UBICAZIONE
L'intervento in progetto ricade all'esterno di confini siti afferenti alla Rete Natura 2000.
L’attività si inserisce nella parte Nord del territorio comunale di Lonigo, nella Zona Industriale della frazione
di Almisano, presso il tracciato della ferrovia ed è inserita in una Zona Industriale, servita dalla rete stradale,
in quanto a 1,6 km verso Nord si trova il Casello dell’autostrada A4 “Montebello”.
Il sito confina a Nord Est con la roggia Reguia, che lo separa da una zona industriale dove sono insediate al -
tre attività, quali un deposito della FIAMM Energy Technology S.p.A., l’azienda Chimica Vemar S.r.l. e
l’azienda Eurochem S.r.l., a Sud Est con Via del Lavoro e con una zona agricola coltivata prevalentemente a
vigneto, infine a Sud Ovest confina con Via Boschetta.
Il gruppo di abitazioni più vicine si trova a circa 150 m dal perimetro dello stabilimento verso Sud Sud-Ove -
st, località Boschetta, mentre a circa 200 metri di distanza dal perimetro dello stabilimento, vi sono gli inse-
diamenti di località Raguia; Almisano di Lonigo si trova a circa 600 metri di distanza, sempre direzione Sud-
Ovest.
Parte dello stabilimento ricade all'interno della fascia di rispetto di un'azienda a rischio di incidente rilevante
(FIS/Zach System Lonigo).




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                          Ortofoto del sito

            QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO

STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
• Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
• Piano Territoriale Provinciale di Coordinamento (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
• Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di Lonigo;
• Piano degli Interventi (P.I.) del Comune di Lonigo;
• Piano Regionale di Tutela delle Acque (P.T.A.);
• Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera ;
• Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Urbani e Speciali;
• Piano Energetico Regionale;
• Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.);
• Piano di Gestione dei Rischi Alluvionali;
• Rete Natura 2000.
Il Quadro Programmatico presenta un’adeguata inpiduazione ed analisi degli strumenti di pianificazione
territoriale che interessano l’area, ma si ritiene di chiedere specifici approfondimenti, considerata la necessità
di rapportare analiticamente il progetto con le sotto elencate sensibilità ambientali, coordinando le stesse,
eventualmente, con il Quadro Progettuale e/o le matrici di riferimento del Quadro Ambientale, anche al fine
di inpiduare possibili mitigazioni.
PIANO TERRITORIALE REGIONALE DI COORDINAMENTO (P.T.R.C.)
Lo S.I.A., nel Quadro Ambientale, nel capitolo “2.1.11 - Sistema paesaggistico: Paesaggio, Patrimonio
culturale e Beni materiali” analizza l’elaborato denominato “Documento per la valorizzazione del paesaggio
veneto.”, capitolo “4. Atlante ricognitivo”, nella parte relativa al capitolo “24 – Alta pianura veronese”.
A riguardo sarebbe stato opportuno mettere puntualmente in relazione quanto proposto con gli indirizzi di
qualità paesaggistica indicati a pagina 369 dove, per la tematica in questione e relativamente alla necessità di
eventuali integrazioni a riguardo si rimanda alle verifiche ed alle considerazioni che saranno sviluppate
all’interno del Quadro Ambientale: “Caratterizzazione dell’impatto paesaggistico”.
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Tavola 1b – uso del suolo acqua
Nello S.I.A. non viene indicato il fatto che l’area in questione:
- è interessata dalla rete idrografica regionale;
- è all’interno del territorio di un comune con falde vincolate per l’utilizzo idropotabile
- è all’interno dell’area di primaria tutela degli acquiferi.
Per le tematiche in questione e relativamente alla necessità di eventuali integrazioni a riguardo si rimanda
alle verifiche ed alle considerazioni che saranno sviluppate all’interno del Quadro Ambientale:
“Caratterizzazione dell’ambiente idrico”; “Caratterizzazione del suolo e del sottosuolo”.
Tavola 03 – Energia e Ambiente
Relativamente a detta tavola lo S.I.A. indica il fatto che:
     - A nord della committente è presente un'azienda a rischio di incidente rilevante (FIS Lonigo).
     - L'area industriale è lambita da un elettrodotto 380 KV ed attraversata dalla rete SRG.
     - L'inquinamento da NOX si attesta nella fascia media (tematismo marroncino chiaro) compresa tra le
300 e le 1500 t/a: nello specifico per il comune di Lonigo è indicato il valore di 671 t/a.
ma non mette in relazione l’attività esistente e quanto proposto con le problematiche relative a dette
caratteristiche.
Per la tematica riguardante l’inquinamento da Nox, relativamente alla necessità di eventuali integrazioni a
riguardo, si rimanda alle verifiche ed alle considerazioni che saranno sviluppate all’interno del Quadro
Ambientale: “Caratterizzazione dell'aria e del clima ”.
Per quanto riguarda il fatto che “L'area industriale è lambita da un elettrodotto 380 KV ed attraversata dalla
rete SRG.” si rimanda comunque al parere degli enti competenti.
Tavola 4 – Mobilità
Relativamente a detta tavola lo S.I.A. non indica il fatto che l’area in questione è nelle vicinanze della
progettata rete AV/AC..
PIANO TERRITORIALE PROVINCIALE DI COORDINAMENTO (P.T.C.P.)
Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale
Nello S.I.A. non viene indicato il fatto che, relativamente l’area in questione, sono presumibilmente presenti
sia la fascia di rispetto ferroviaria che quella legata all’AV/AC che il vincolo corsi d’acqua (10 m.).
Occorre che lo S.I.A. metta in relazione l’attività esistente e quanto proposto con quanto succitato.
Si rimanda comunque al parere degli enti competenti.
Carta delle fragilità
Nello S.I.A. non viene indicato il fatto che, relativamente l’area in questione, sono presumibilmente presenti
sia la fascia di rispetto elettrodotti che la fascia di rispetto metanodotti.
Relativamente alla presenza, in tutta l’area interessata di un area a rischio idraulico R1 nel Piano Provinciale
di Emergenza lo SIA indica solamente quanto sotto riportato “L'area in cui è inserita la committente è
indicata come area a rischio idraulico R1 nel Piano Provinciale di Emergenza: di tale rilevanza non si trova
riscontro nel Piano di Gestione del Rischio Alluvioni, come riportato nello specifico paragrafo.”
Occorre che lo S.I.A. metta adeguatamente in relazione l’attività esistente e quanto proposto con quanto
succitato.
Per le tematiche legata alla presenza di zone R1 e relativamente alla necessità di eventuali integrazioni a
riguardo si rimanda alle verifiche ed alle considerazioni che saranno sviluppate all’interno del Quadro
Ambientale: “Caratterizzazione dell’ambiente idrico”; “Caratterizzazione del suolo e del sottosuolo”.
Si rimanda comunque al parere degli enti competenti relativamente alla presenza o meno delle fasce di
rispetto relative agli elettrodotti e metanodotti. .
Carta del Sistema Insediativo-infrastrutturale
Lo S.I.A. non mette in relazione l’area interessata con il confinante tracciato dell’alta velocità/alta capacità.
Occorre che lo S.I.A. metta in relazione l’attività esistente e quanto proposto con quanto succitato.
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PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE
Lo S.I.A. non ha indicato il fatto che, nella “Fig. 3.19 Carta dei territori comunali con acquiferi confinati
pregiati da sottoporre a tutela”, l’area interessata è all’interno della zona indicata come “Comuni con
acquiferi confinati pregiati da sottoporre a tutela”.
Lo S.I.A. indica il fatto che l’area interessata si trova nella “ nella zona di ricarica degli acquiferi” ma non
mette in relazione detta sensibilità con l’impianto in questione.
Per le tematiche in questione e relativamente alla necessità di eventuali integrazioni a riguardo si rimanda
alle verifiche ed alle considerazioni che saranno sviluppate a riguardo all’interno del Quadro Ambientale:
“Caratterizzazione dell’ambiente idrico”; “Caratterizzazione del suolo e del sottosuolo”.
PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO (P.A.T.) DI LONIGO
Tavola 1 – Carta dei vincoli e della pianificazione territoriale
Lo S.I.A. “ … evidenzia ... la presenza di fasce di rispetto significative: - ferrovia; - alta velocità; - elettrodotti;
-  metanodotto; - stradale; - fascia di rispetto di 10 metri per la Roggia Reguia. Parte dello stabilimento
ricade all'interno della fascia di rispetto di un'azienda a rischio di incidente rilevante (ora FIS/Zach Sistem
Lonigo nei documenti comunali) … “ ma non mette in relazione l’attività esistente e quanto proposto con i
vincoli suddetti.
Si rimanda comunque al parere degli enti competenti.
Tavola 3 – Carta delle fragilità
Lo S.I.A. “ … evidenzia la presenza di condizioni ai fini edificatori: nello specifico fa riferimento al fattore
condizionante 12, che indica che l'area di studio è caratterizzata da materiali alluvionali a tessitura limo-
argillosa, con falda tra 0 e 2 m. … Come indicato anche nella carta delle fragilità del PTCP, l'area della
committente è inclusa in un'area a ristagno idrico o esondabile, ma nella specifica cartografia del Piano di
Gestione del Rischio Alluvioni non vi è riscontro di tale indicazione. … ” ma non mette in relazione l’attività
esistente e quanto proposto con la suddetta tematica.
Occorre che lo S.I.A. metta adeguatamente in relazione l’attività esistente e quanto proposto con quanto
succitato e con la eventuale presenza, nell’area interessata di “Aree non idonee” (corso d’acqua e ferrovia).
Per le tematiche in questione e relativamente alla necessità di eventuali integrazioni a riguardo si rimanda
alle verifiche ed alle considerazioni che saranno sviluppate all’interno del Quadro Ambientale:
“Caratterizzazione dell’ambiente idrico”; “Caratterizzazione del suolo e del sottosuolo”.
Tavola 4 – Carta delle trasformabilità
Lo S.I.A. indica il fatto che la “ … committente è inserita in ambito di urbanizzazione consolidato nella ATO1
Almisano; le aree agricole circostanti sono identificate come ambiti per interventi di miglioramento
paesaggistico e mitigazione ambientale. … ” ma non mette in relazione l’attività esistente e quanto proposto
con la tematica legata ai sopracitati ambiti anche in relazione a possibili mitigazioni/compensazioni legate
alla realizzazione di quanto previsto nel progetto.
Occorre che lo S.I.A. metta adeguatamente in relazione l’attività esistente e quanto proposto con quanto
succitato.
In sede di analisi del Quadro Ambientale “Caratterizzazione dell’impatto paesaggistico”, “Caratterizzazione
delle risorse naturali ed agronomiche” è opportuno che si prendano in considerazione le integrazioni che la
ditta presenterà a riguardo.
PIANO DEGLI INTERVENTI (P.I.) DI LONIGO
Lo S.I.A. non mette adeguatamente in relazione l’attività esistente e quanto proposto con la zonizzazione e
con le norme del P.I.
Occorre a riguardo che venga prodotto un approfondimento analitico della zonizzazione, dei vincoli e delle
norme ad essi legate (anche relativamente al parametro distanze).
Occorre inoltre che lo S.I.A si rapporti con le confinanti aree definite come “Ambiti per interventi di inserimento
paesaggistico e di mitigazione ambientale” mettendo in relazione l’attività esistente e quanto proposto con la
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tematica legata ai sopracitati ambiti anche in relazione a possibili mitigazioni/compensazioni legate alla
realizzazione di quanto previsto nel progetto. In sede di analisi del Quadro Ambientale “Caratterizzazione
dell’impatto paesaggistico”, “Caratterizzazione delle risorse naturali ed agronomiche” è opportuno che si
prendano in considerazione le integrazioni che la ditta presenterà a riguardo.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

             QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
Lo stabilimento è inserito nel Comune di Lonigo in località Almisano, in una zona industriale a ridosso della
linea ferroviaria, in cui sono presenti aziende con altre tipologie di lavorazione. Al confine Nord Ovest è
inserita l’azienda Ecoglass S.r.l., ramo d’azienda di Verallia Italia S.p.A., che è un centro dedicato al recupero
di rifiuti vetrosi, in particolare domestici, dunque un’attività intimamente collegata alla fonderia del vetro
che utilizza circa l’85 % di rottame. I capannoni con relativi piazzali al di là di Via Boschetta, indicati in
figura con “piazzale/capannoni di proprietà terza in affitto a Verallia”, sono, appunto, in affitto ad uso
magazzino.




L’installazione di Lonigo di Verallia Italia S.p.A. è rappresentata nella figura sottostante e pisa in
macroaree, per ottenere un grado di maggior dettaglio.
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L’installazione di Lonigo dispone di due entrate/uscite su Via Del Lavoro e include i seguenti edifici:




• l’edificio più grande è quello che include (riferimento figura precedente) gli “IMPIANTI”, il
“MAGAZZINO PRODOTTO FINITO”, il “MAGAZZINO STAMPI” e l’”OFFICINA”. L’area indicata come
“IMPIANTI” comprende sia il Forno 31 che il Forno 32, due reparti di formatura e il reparto di controllo
qualitativo a freddo.
L’area indicata come “MAGAZZINO PRODOTTO FINITO” comprende il reparto imballo e il magazzino
prodotto finito. All’interno di questo stabile si trovano inoltre gli uffici tecnici di stabilimento.
L’area indicata come “OFFICINA” è dedicata alle squadre di manutenzione dello stabilimento.
• Nel lato Sud Est, rispetto al corpo di fabbrica principale, si trovano degli edifici separati:
o Un edificio è adibito a ufficio per il personale con funzione commerciale (in viola nella figura precedente).
o Un edificio che comprende un “MAGAZZINO” e l’”OFFICINA”, nello specifico il magazzino è identificato
come magazzino di scorte e l’officina come officina di carpenteria.
• Nel lato Sud Est, rispetto al corpo di fabbrica principale, si trovano:
     o Le aree dedicate ai “SILOS MATERIE PRIME”
     o Il “MAGAZZINO ROTTAME”.
Nella figura precedente sono inpiduate:
• le aree tecniche (in giallo) dedicate alla stazione di trasformazione dell’Energia Elettrica e allo stoccaggio
dell’Olio Combustibile Denso;
• le aree tecniche (in azzurro) che inpiduano la zona dei pozzi, la zona dell’accumulo antincendio e la zona
dove è dislocato il vascone “ferrovia”, dove confluiscono le acque tecnologiche della vetreria.
L’oggetto della Valutazione di Impatto Ambientale è la sostituzione di uno dei forni fusori e il conseguente
aumento della capacità produttiva, sino a 910 ton di cavato giornaliero, che corrisponde ad un cavato annuo
potenziale di 332.150 ton/anno. Con una resa media del 90% si ottiene una produzione potenziali di 298.935
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ton/anno. Il forno fusorio che si andrà a sostituire è attualmente alimentato da OCD (Olio combustibile
Denso), le emissioni, provenienti da tale forno, sono attualmente in deroga alle BAT. Il nuovo forno sarà
alimentato a metano e questo comporterà un netto miglioramento della qualità emissiva e l’adeguamento alle
BAT di settore.
DESCRIZIONE DEL CICLO DI PRODUZIONE
Il ciclo produttivo si articola nelle seguenti fasi principali:
FASE 1. Approvvigionamento materie prime
FASE 2. Preparazione della miscela
FASE 3. Fusione
FASE 4. Condizionamento e formatura
Fase 4.C Controllo fase 4: Controllo goccia
FASE 5. Trattamenti
FASE 5.1. Trattamento superficiale a caldo
Fase 5.1.C Controllo post trattamento a caldo
FASE 5.2. Trattamento di ricottura
Fase 5.2.C Controllo post ricottura
FASE 5.3. Trattamento a freddo
Fase 5.3.C Controllo post trattamento a freddo
FASE 6. Controllo contenitori
FASE 7. Imballaggio
FASE 8. Stoccaggio a magazzino del prodotto finito
Il "cavato" totale potenziale attuale è di circa 830 t/die, che corrisponde ad un cavato annuo potenziale di
circa 303.000 t. Con una resa media del 90% si ottiene una produzione potenziale di 272.650 t/anno. Le fasi 4
e 5 sono intervallate da fasi di controllo specificate nel rispettivo capitolo.
Di seguito sono elencate le attività tecnicamente connesse legate all’attività principale:
ATC 1 – Manutenzioni
ATC 2 – Circuito di riutilizzo del vetro non conforme e dell’acqua tecnologica
ATC 3 – Circuiti di raffreddamento
ATC 4 – Trattamenti con acqua osmotizzata
ATC 5 – Impianti per l’utilizzo dell’acqua
ATC 6 – Gestione Imballaggi
Il rifacimento del forno 31 è oggi pianificato per novembre 2022 ed avrà una durata di circa 155 giorni.
L’attuale perimetro di progetto prevede:
1. Demolizione dell’attuale forno fusorio e di tutte le utilities connesse;
2. Ricostruzione di un nuovo forno passando da tecnologia cross fire a tecnologia end port e allargamento del
bacino fino a 144 m2;
3. Manutenzioni mirate alle linee ed alle macchine di produzione;
4. Manutenzioni mirate agli impianti generali comuni;
5. Predisposizione per l’installazione di due sistemi di preriscaldo della materia prima in ingresso.
L’installazione di detti sistemi di preriscaldo avverrà solo successivamente alla partenza del forno. Come
precedentemente descritto, il forno F31 attuale è di tipo cross fire, con un bacino di 115 m2, alimentazione
retro forno, bruciatori posti sui muri laterali camere poste ai lati del forno alimentazione con OCD e boosting
EE.
I principali elementi di impatto ambientale in fase di esercizio saranno quelli esposti nella tabella seguente.




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      Protocollo p_vi/aooprovi GE/2022/0044047 del 28/10/2022 - Pag. 11 di 34



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                         Valutazione
Si ritiene necessario integrare la documentazione relativa all’Autorizzazione Integrata Ambientale,
- ripresentare la scheda B e la scheda D completa (c'è solo la pagina degli allegati);
- compilare la scheda E;
- chiarire se vi si presenza di PFAS nelle materie prime e presentazione di analisi delle acque prelevate da
pozzo, sempre per l’eventuale presenza di PFAS);
- presentare il PMC in formato editabile.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.



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      Protocollo p_vi/aooprovi GE/2022/0044047 del 28/10/2022 - Pag. 12 di 34



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        11QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
Per verificare l’impatto sull’atmosfera che si andrà a creare con l’esercizio del nuovo forno F31 è stata
eseguita una modellazione prognostica del trasporto aereo e dispersione degli inquinanti, riportata in
Allegato 3 al S.I.A., di cui si riportano degli stralci.
La modellazione esegue un confronto fra la situazione ante operam e post operam ed evidenzia un notevole
miglioramento per i parametri il cui flusso di massa viene sensibilmente ridotto con il nuovo impianto, in
particolare per i parametri polveri, SO2, NO2.




L’analisi di confronto dei valori delle ricadute ante e post operam evidenzia un notevole miglioramento per i
parametri il cui flusso di massa viene sensibilmente ridotto col nuovo impianto, in particolare per i parametri
polveri, SO2 e NOx.
Il parametro CO non beneficia della modifica, le ricadute rimangono sostanzialmente invariate, e comunque
trascurabili rispetto ai valori limite di qualità dell’aria. L’incidenza delle ricadute sui valori di fondo è
valutabile positivamente, in quanto attualmente è già in funzione una sorgente emissiva similare per
caratteristiche costruttive, ma i flussi di massa attuali (e di conseguenza le ricadute al suolo) sono ben
superiori rispetto ai futuri. Il confronto fra i risultati delle modellizzazioni dei valori medi annuali con quelle
dei limiti di legge evidenzia il rispetto degli stessi.
                           Valutazione
Fatte salve le previsioni di miglioramento qualitativo e quantitativo delle emissioni nello stato di progetto, si
ravvisa la necessità di acquisire, a titolo integrativo:
- una descrizione di dettaglio del sistema di abbattimento a servizio del Camino E3 nello stato di fatto
(funzionamento, rendimenti attesi/misurati, parametri funzionali di riferimento in condizioni standard,
sistemi di controllo in continuo), sia per la parte di abbattimento polveri sia per la parte di desolforazione;
- una descrizione del medesimo sistema nello stato di progetto, evidenziando eventuali esigenze di
adeguamento rispetto alle modifiche proposte (in particolare in merito alla desolforazione nel futuro assetto
a gas metano);
- una descrizione delle misure di contenimento e controllo degli inquinanti gassosi, sia nello stato di fatto sia
nello stato di progetto, per le circostanze in cui, causa anomalie/fuori servizio o in condizioni di back-up
(alimentazione a gasolio), il sistema costituito da elettrofiltro sia by-passato.
Inoltre, considerato il recente cambio di classificazione di pericolo della silice cristallina, cui oggi sono
attribuiti possibili effetti cancerogeni, si richiede che il modello di dispersione e ricaduta degli inquinanti,
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      Protocollo p_vi/aooprovi GE/2022/0044047 del 28/10/2022 - Pag. 13 di 34



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alimentato dai dati misurati sul campo per lo stato di fatto e da dati previsionali per lo stato di progetto, sia
integrato con specifico riferimento al parametro citato, in modo da valutare la potenziale esposizione e i
rischi per la salute dei ricettori presenti nel territorio circostante.
Le documentazione fornita ha soddisfatto quanto richiesto. L’esame del progetto aveva posto in evidenza
una situazione di criticità determinata dalla presenza di un by-pass da utilizzare in occasione delle fermate
periodiche dell’elettrofiltro in occasione degli interventi di manutenzione programmata.
Le integrazioni fornite hanno esaminato 2 scenari:
- il primo riguarda la valutazione sulla possibile installazione di un ulteriori impianto di abbattimento;
- il secondo riguarda una procedura di riduzione del “cavato” quale elemento per una riduzione, seppur
parziale e stimata, delle emissioni prodotte.
Per il primo scenario la proponente ha inpiduato tre possibili tecnologie da applicare, concludendo,
tuttavia, come nessuna di queste sia concretamente realizzabile in virtù di un eccessivo costo, quantificato
approssimativamente attorno ai 4/5 milioni di euro.
Per il secondo scenario la proponente prevede riduzioni progressive del “cavato” a partire dal terzo giorno
dall’inizio del by-pass, con riduzione del 5% fino al settimo giorno e tale percentuale ascende al 15% dal
settimo al quattordicesimo giorno; in questa riduzione progressiva si arriva al 50% dopo 21 giorni per
arrivare ad un minimo tecnico (non quantificato) dopo un mese.
Si ritiene necessario che in sede preliminare al rilascio dell’AIA venga fornita una progettazione di dettaglio
del sistema di filtrazione a maniche, che consenta di apprezzare nel dettaglio l’effettiva quantificazione
economica del possibile intervento e stabilirne la congruità rispetto al problema in esame; in tale sede andrà
fornito anche l’effettivo riferimento al minimo tecnico, in modo da valutare tale soluzione come effettiva
mitigazione ambientale.

                           VALUTAZIONE
Si ravvisano elementi che possono determinare, se non adeguatamente gestiti, impatti aggiuntivi e significativi
sull'ambiente determinati dall’intervento; si ritiene quindi necessario un approfondimento preliminare al rilascio
dell’AIA, in termini di limiti da applicare, frequenze di controllo e misure di mitigazione.

CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
Per quanto riguarda gli aspetti idrologici, nel territorio di progetto è presente la Roggia Reguia, interessata
dallo scarico S1 di Verallia Italia S.p.A., che riguarda prevalentemente acque di raffreddamento, e il fosso di
scolo Boschetta, interessato dallo scarico S2, che riguarda le acque di seconda pioggia e le acque di prima
pioggia, previo trattamento. Sia la Roggia Reguia, che lo scolo Boschetta, alla fine confluiscono nel Rio
Acquetta verso Almisano. Il Rio Acquetta fa parte del Bacino idrografico del fiume Fratta – Gorzone.
Per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico, l’azienda preleva acqua da:
1. Pozzo per necessità industriale;
2. Acquedotto utilizzato per usi civili: servizi e mensa.
L’acqua emunta da pozzo profondo è necessaria primariamente per:
• Rabbocco del circuito primario di raffreddamento;
• Utilizzo come acqua osmotizzata;
• Rabbocco del circuito secondario;
• Lavaggio interfalde;
• Rabbocco ciclo chiuso dell’acqua tecnologica.
Dalla documentazione disponibile (vedi Allegato A13) il pozzo è profondo 114 m.




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La tabella seguente illustra le portate principali di utilizzo medio di acqua di pozzo profondo.




Dai report AIA inviati risultano i seguenti quantitativi di acqua emunta negli anni 2018, 2019, 2020:




Si precisa che il ciclo dell’acqua tecnologica subisce perdite a causa dell’evaporazione.
La falda superficiale ad Almisano è ad una profondità di circa 3 - 4 m dal piano campagna. Questo crea la
necessità di emungere tale acqua da più punti per non deteriorare le strutture interrate dei forni. La presenza
dell’acqua di falda non è continua (si veda linee tratteggiate in figura precedente), in quanto dipende dalle
situazioni metereologiche delle varie annate. Quando presente, l’acqua emunta da falda superficiale,
denominata in azienda “acqua da cantine”, è convogliata nel ciclo chiuso dell’acqua tecnologica. In caso di
esubero l’acqua emunta dalla falda superficiale è convogliata allo scarico S1, in roggia Reguia.
Per quanto riguarda i potenziali impatti, l’emungimento delle acque in fase di esercizio non cambierà
dall’attuale, che si attesta sui 95.000 metri cubi annui da pozzo.
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Le acque della prima falda sono emunte per mettere in sicurezza le strutture interrate dei forni. Vi sono più
punti da dove si emunge quest’acqua. L’emungimento non è continuo, dipende dalla stagionalità e dalle
precipitazioni. L’acqua emunta è riutilizzata, in prima battuta, nel ciclo tecnologico dell’acqua, la parte in
eccesso è convogliata in Roggia Reguia.
Per quanto riguarda gli scarichi, l’installazione attualmente ha tre scarichi autorizzati:
    lo scarico S1 recapitante in Roggia Reguia, dove, dalla vasca di equalizzazione Sagidep arrivano
     acque da rigenerazione resine, da concentrato osmosi e acque spurgo da circuito di raffreddamento
     primario. Inoltre, allo scarico S1 sono convogliate anche le acque emunte da falda superficiale.
    lo scarico S2 recapitante in fosso Boschetta, dove convogliano le acque di prima e seconda pioggia.
    lo scarico S3 recapitante in fognatura dove convogliano le acque civili.
Il progetto non cambia questa configurazione.
In questa sede si ricordano le disposizioni del parere n. 02/2019 della CTPA di Vicenza, in particolare al
punto 3 “Limiti allo scarico per le acque meteoriche di dilavamento (commi 1 e 3 dell’art. 39 delle N.T A. del
P.T.A.) in corso d’acqua superficiale”, dove è scritto:
“Si ritiene ragionevole per questa tipologia di acque reflue prevedere il rispetto dei limiti di Tab. 3 del D.Lgs.
152/06 (valori limiti di emissione in acque superficiali) anche nel caso in cui il corso d’acqua ricadesse nell’ipotesi di cui
al comma 9 dell’art. 124 del citato decreto (portata naturale nulla per oltre centoventi giorni annui), in considerazione
del fatto che durante gli eventi piovosi, l’attivazione dello scarico vedrebbe verosimilmente la presenza di acqua nel
recettore. L’Amministrazione si riserva comunque la facoltà di stabilire limiti più restrittivi in particolari condizioni
ambientali o a seguito di segnalazione da parte degli Enti gestori del corpo idrico recettore.”
Lo scolo Boschetta è uno scolo per il deflusso delle acque meteoriche. Il proponente chiede quindi la
possibilità di rivedere i limiti allo scarico S2.
Per quanto riguarda le acque meteoriche, si riporta la tabella in legenda con il dettaglio delle superfici:




                          Valutazione
Relativamente allo scarico S1, in acque superficiali, si richiede di integrare le informazioni precisando i
requisiti qualitativi e quantitativi dei persi contributi (concentrato osmosi, rigenerazione resine, spurghi
circuito di raffreddamento secondario), a monte dell’equalizzazione, riportando per ciascun flusso una
valutazione comparativa con i limiti allo scarico. Quanto richiesto è da intendersi sia per lo stato di fatto sia
per lo stato di progetto.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto. Si rileva, tuttavia, che la quota di controlavaggio
da addolcitore a resine preveda una concentrazione di cloruri di oltre 4000 mg/l, con un rispetto dei limiti
allo scarico finale determinato dal complesso impiantistico (addolcitore a resine + osmosi), derivante dalla
miscelazione del controlavaggio con la quota di scarto dell’osmosi.

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Il set di parametri analizzati sui tre flussi in esame (controlavaggio addolcitore resine; scarto osmosi; spurgo
raffreddamento) comprende un solo metallo, lo stagno e, pertanto, il set analitico andrà esteso almeno ad
altri metalli quali Zn, Fe, Al, Cr, Mn, Ni, oltre ad altri parametri caratteristici della falda di zona, tipo PFAS.

                          VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento, ritenendo tuttavia necessarie specifiche prescrizioni, considerata la sensiibilità ambientale del presente
aspetto..

CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
La situazione stratigrafica dell’area è stata accertata dalle stratigrafie di pozzi terebrati nell’intorno dello
stabilimento (estratti dall’ archivio nazionale ISPRA delle indagini del sottosuolo – Legge 464/1984), da
sondaggi e prove penetrometriche d’archivio, eseguite all’interno dello stabilimento stesso.
Nello specifico sono stati presi in esame:
· N° 2 sondaggi geognostici (S1-S2) spinti fino alla profondità di 15.00 m da p.c. e n° 2 prove penetrometriche
statiche eseguiti per la realizzazione di una vasca di prima pioggia (rif. “Relazione geologica e relazione sulla
modellazione sismica del sito e pericolosità sismica di base” di Giugno 2011 e redatta dal Dott. Geol. Giorgio
Ligorini);
· N° 2 sondaggi geognostici (S3-S4) spinti fino alla profondità rispettivamente di 30.00 m e 20.00 m da p.c. e
n° 4 prove penetrometriche statiche eseguiti per la realizzazione di un box per la copertura del rottame vetro
(rif. “Relazione geologica e relazione sulla modellazione sismica del sito e pericolosità sismica di base” di
Luglio 2011 e redatta dal Dott. Geol. Giorgio Ligorini);
· Stratigrafia di un pozzo (P) di derivazione acque da falda sotterranea per uso industriale
· N° 3 prove penetrometriche statiche (CPT 1 – CPT2 – CPT3) eseguite dallo Studio Ingeo Sintesi, autore dello
Studio Idrogeologico allegato al P.A.U.R.
La successione litostratigrafica dei terreni costituenti il sottosuolo per l’area in esame, desunta dalle
informazioni sopra citate, risulta nel complesso arealmente molto variabile e può essere così in sintesi
descritto:
- orizzonte A fino a circa 10 m di profondità caratterizzato prevalentemente da argille e limi con
intercalazioni sottili di sabbie fini indicativamente presente su tutta l’area di interesse all’interno del quale si
distinguono localmente intercalazioni di ghiaie e ghiaie sabbiose ( in S1 e S2 e nei Pozzi ISPRA) di spessore
metrico a partire da 5/6 m di profondità;
- orizzonte B fino alla profondità di circa 25/27 m costituito da alternanze di limi e argille con intercalazioni
sabbiose;
- orizzonte C caratterizzato dalla presenza di un primo livello di ghiaia di spessore metrico intercettato a
Nord nel pozzo ISPRA da 27 m a 29 m, nel pozzo P da 25 m a 33 m mentre più a sud in S3 da 25.50 m a 30 m
dal p.c.; è ipotizzabile che questo orizzonte sia ragionevolmente esteso su tutta l’area dello stabilimento.
Dalle stratigrafie dei pozzi si evince ancora la presenza di terreni fini limosi e argillosi fino a 41m sul pozzo
ISPRA e a 40 m nel pozzo P a cui seguono ghiaie prevalenti intercettare rispettivamente fino a 56 m e a 50 m
dal, p.c.; questo orizzonte rappresenta il contenitore della prima falda artesiana.
Relativamente agli aspetti idrogeologici generali, per quanto riguarda il “Piano di tutela delle acque” negli
Indirizzi di Piano al punto 3.6.3.3 Tutela dei corpi idrici sotterranei destinati alla produzione di acqua
potabile risultano sottoposte a tutela le falde comprese alle profondità indicate in Tab. 3.22 sotto riportata:




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Sempre in riferimento al “Piano di Tutela delle Acque” della Regione Veneto, nell’ALLEGATO E1 alle
Norme Tecniche di Attuazione (Allegato A3 alla deliberazione del Consiglio Regionale n ° 107 del
05/11/2009 e successive modifiche e integrazioni – aggiornamento a Luglio 2018) “ Comuni nel cui territorio
sono presenti falde acquifere da sottoporre a tutela, con relative profondità da tutelare”, si evidenzia:




Per il Comune di Lonigo, sono sottoposte a tutela le falde acquifere pregiate comprese tra le profondità di 47
e 103 m dal p.c.
Il quadro idrogeologico locale è volto principalmente alla definizione delle direttrici del flusso idrico
sotterraneo della prima falda, a prescindere dalla definizione dei parametri idrogeologici dell’acquifero.

Per verificare la situazione idrogeologica locale, nota la situazione stratigrafica dalle indagini d’archivio,
sono stati inpiduati cinque punti di misura della falda dei quali:
- tre nei fori delle prove penetrometriche attrezzati a piezometro ( Pz1-Pz2-Pz3 di piccolo diametro Φ=2.5 cm
a perdere)
- due su piezometri già presenti in loco (Pz4 -Pz5 da 3”) indicati dalla committenza e posizionati ai fini della
rimozione di due serbatoi interrati.
La falda risulta soggiacere ad una profondità compresa fra 1.40 m da p.c. a Nord e 2.50 m da p.c. a Sud.
Dalle misure di falda è stata elaborata la “Carta Idrogeologica Locale” riferita al primo acquifero superficiale.
La direzione di flusso risulta verso Sud, Sud-Ovest con azimut 198° ed un gradiente idraulico dell’ordine del
0.37 % e nella figura a seguire sono riportate le ubicazioni dei piezometri del sistema di monitoraggio della
falda esistenti e di progetto.
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                          Valutazione
Si ritiene di prevedere, in fase di attuazione del sistema di monitoraggio stesso, le seguenti prescrizioni:
a. Le perforazioni dovranno essere eseguite a carotaggio continuo.
b. La posa del piezometro avverrà mediante infissione nel foro sostenuto con sollevamento progressivo del
   rivestimento ed iniezione del dreno fino alla quota del tubo cieco.
c. Le caratteristiche tecniche dovranno essere le seguenti:
      Profondità: 10.00 m da p.c.
      Diametro: 4”, ovvero tale da consentire l’installazione di una pompa sommersa di emergenza in
       caso di necessità
      Materiale: compatibile rispetto alla tipologia di possibili inquinanti
      Tubo cieco: lunghezza 2.00 m (da p.c. a -2.0 m )
      Tubo filtro: lunghezza 8.00 m (da -2.0 m a -10.0 m ) slot 0.4 ÷ 0.5 mm
      Fondello chiuso (puntale)
      Tratto cieco adeguatamente cementato con boiacca bentonitica e tratto filtrante con dreno in
       ghiaietto siliceo adeguatamente scelto in relazione alla granulometria delle alluvioni (si stima 2 ÷
       3 mm)
      La testa piezometro dovrà essere dotata di sistema di chiusura a tenuta (con lucchetto) alloggiata
       su apposito pozzetto in cls con sigillo in ghisa carrabile;
      La testa piezometro dovrà essere ad una quota leggermente superiore al p.c. e la piastra in ghisa
       del pozzetto conseguentemente rialzata al fine di impedire che le acque di dilavamento o di
       lavaggio delle superfici vadano a riempire il pozzetto.




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                          VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento, ritenendo tuttavia necessarie specifiche prescrizioni, considerata la sensiibilità ambientale del presente
aspetto.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
Al fine di valutare l’impatto acustico è stata condotta una documentazione previsionale di impatto acustico
(Allegato D8). Tale studio ha effettuato la caratterizzazione dello stato attuale attraverso una campagna di
rilevazioni fonometriche eseguita nei giorni 06, 29 settembre e 01 ottobre 2021 da tecnico competente in
acustica, orientato sia alle sorgenti che ai ricettori. E’ stato inoltre utilizzato per lo studio della propagazione
idoneo software specialistico che ha visto la modellizzazione delle principali sorgenti di rumore.
Sono stati poi inpiduati 5 ricettori critici, tutti posti nel lato est, in cui è stata effettuata la verifica del
rispetto dei limiti. Il tecnico - oltre alla verifica dei limiti di emissione e dei limiti assoluti di immissione - ha
provveduto alla verifica del limite differenziale sebbene ritenuto non applicabile trattandosi di attività a ciclo
continuo.
Dalle analisi effettuate - tramite software previsionale e misure fonometriche - nello stato di fatto tutti i limiti
risultano rispettati.
Nello stato di progetto i livelli di immissione ed emissione risultano invariati e si evidenzia il rispetto dei
limiti anche in via previsionale.




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                           Valutazione
Dall’analisi della documentazione si rileva che già nello stato di fatto i livelli di emissione calcolati al
ricettore RIC1 nel periodo notturno risultano molto prossimi al limite, con uno scarto di 0.5 dB e con la
possibilità di superamento; non vengono chiariti gli impianti che causano i maggiori contributi e non sono
effettuate delle valutazioni, in merito ad un’eventuale bonifica, se necessaria.
Si chiede di approfondire la situazione anche sulla base delle misure effettuate che non risultano utilizzate
nell’analisi ma – da quanto si comprende - rilevano livelli superiori ai 45 dBA sia in periodo diurno che
notturno.
Per quel che riguarda lo stato di progetto si fa riferimento alle 2 torri di preriscaldamento.
I dati di emissione vengono riportati in modo poco chiaro e semplificato (manca ad esempio lo spettro); non
viene compresa la frase: ‘si può quindi dire che subito fuori dal lamierino per tutti i punti indicati in figura, per
entrambe le torri, si arriva a 71 dBA’; non è chiarito, inoltre, se si tratti di trasmissione del rumore dalle superfici
di tamponamento o di emissioni puntuali e non è fornito il livello di emissione a ricettore di dette sorgenti;
non essendo nota la collocazione e quindi la distanza dai ricettori, non si possono fare valutazioni in merito
alla effettiva trascurabilità delle emissioni
Non viene approfondito come si intendono realizzare i tamponamenti.
Rimanendo sullo stato di progetto non si approfondisce l’eventuale aumento di traffico indotto.
Si chiede inoltre di verificare l’effettiva applicabilità del DM 11/12/1996 trattandosi di impianto esistente
oggetto di modifica.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto. Si ritiene necessario prevedere una verifica post
operam dove dovrà essere verificato il rispetto dei limiti differenziali ai ricettori critici; si sottolinea la neces-
sità di verificare la presenza di fattori correttivi e di porsi in condizione cautelative di minimo residuo e di
massima emissione. In caso di superamenti dovranno essere studiati i più idonei interventi di bonifica atti a
riportare la situazione entro i limiti fissati dalla normativa; i punti di verifica andranno concordati con Arpav
stante le criticità determinate da un operatività h 24 e la necessità di trovare per ogni ricettore un punto “ana-
logo” in cui poter misurare il rumore residuo.




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                          VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento; si ritiene comunque necessario un monitoraggio post operam in virtù delle criticità presenti.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI
Nell’analisi dello stato dell’ambiente il progetto descrive, in particolare, il rumore (clima acustico) e
l’inquinamento luminoso, in quanto:
• Non vi sono sorgenti di vibrazioni dovute all’intervento antropico;
• Non vi sono impatti di campi elettrici dovuti all’attività;
• Non vi sono sorgenti di inquinamento ottico, inteso come ogni forma di irradiazione artificiale diretta su
superfici e/o cose cui non è funzionalmente dedicata o per le quali non è richiesta alcuna illuminazione;
• Non vi è la conoscenza di sorgenti di radiazioni ionizzanti.
Per il clima acustico si veda lo specifico paragrafo precedente.
Inquinamento luminoso
La cartografia regionale sulla luminanza dimostra che il territorio del sito in studio ricade quasi
completamente nella categoria “Aumento della luminanza totale rispetto la naturale tra il 300% ed il 900%”.
In Veneto vige la Legge Regionale 7 agosto 2009, n. 17 “Nuove norme per il contenimento dell’inquinamento
luminoso, il risparmio energetico nell’illuminazione per esterni e per la tutela dell’ambiente e dell’attività svolta dagli
osservatori astronomici” riporta nell’Allegato B “Osservatori astronomici non professionali e siti di osservazione”.
La citata Legge 17/2009, all’art 8, comma 7, “Disposizioni in materia di osservatori astronomici”, recita:
7. Le fasce di rispetto degli osservatori astronomici professionali, non professionali e dei siti di osservazione, di cui al
comma 1, e le fasce di rispetto costituite dalle aree naturali protette, ai sensi del comma 2, hanno un'estensione di
raggio, fatti salvi i confini regionali, pari:
a) a 25 chilometri di raggio per gli osservatori professionali;
b) a 10 chilometri di raggio per gli osservatori non professionali e per i siti di osservazione;
c) all’estensione dell’intera area naturale protetta.
12. All’interno delle fasce di rispetto di cui al comma 7 da inpiduare, ai sensi del comma 8 e delle zone di protezione
già inpiduate e confermate, ai sensi del comma 9, gli impianti d’illuminazione pubblica e privata nuovi debbono essere
progettati e realizzati secondo i requisiti di cui all’articolo 9, commi 2 e 3; per tali impianti non è ammessa la deroga di
cui al comma 4 del medesimo articolo 9.
Il sito in studio è all’interno della fascia di rispetto dell’osservatorio astronomico non professionale di Monte
Croce, in comune di Sossano (Vicenza).
Relativamente al rapporto con il progetto, viene verificato lo stato attuale dell’installazione attraverso lo
Studio Illuminotecnico (Allegato B31). Le nuove torri sono oggetto di Progetto Edile allegato alla domanda di
P.A.U.R. e alla pratica edilizia, saranno quindi conformi alle disposizioni regionali sull’inquinamento
luminoso.
Il sito è interno alla fascia di rispetto di un osservatorio astronomico non professionale. E’ stato eseguito uno
studio illuminotecnico per fotografare la situazione attuale, per quel che riguarda il progetto futuro, si
intende che gli eventuali punti luminosi rispetteranno i dettami della L.R. 17/2009 e del Piano
dell’illuminazione per il contenimento dell’inquinamento luminoso (PICIL) presente.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.




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CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
L'accezione di paesaggio include due differenti approcci conoscitivi: un approccio percettivo ed un
approccio ecologico.
L'approccio percettivo è direttamente collegato alla Convenzione Europea del Paesaggio, che lo definisce
come una “determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di
fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni” e, nel contempo, la “componente essenziale del contesto di vita
delle popolazioni, espressione della persità del loro comune patrimonio culturale e naturale, nonché fondamento della
loro identità”. Il riconoscersi delle popolazioni in un preciso territorio è strettamente legato alle forme spaziali
e temporali che la popolazione stessa ha nel tempo plasmato; questo carattere del paesaggio è legato quindi
sia a fattori naturali che a fattori culturali/antropici.
L'approccio ecologico si fonda sui dettami della Landscape Ecology, scienza applicata che analizza
l'interfaccia tra componenti fisiche – geografiche e geomorfologiche – e componenti biotiche –
fitosociologiche, faunistiche ed antropiche – ove il paesaggio è considerato come un sistema strutturato e
costituito a sua volta da un insieme di ecosistemi, naturali e antropizzati, in cui l’azione dell’uomo si integra
e si interseca con gli eventi naturali.




Sistema paesaggistico – rapporto con il Progetto
L’azienda presenta un Progetto Edile per la realizzazione di due torri, predisposizione per l’installazione, in
fase di valutazione, di due sistemi di pre-riscaldo delle materie prime in ingresso.
Sono state scelte delle visuali esterne rappresentative del contesto paesaggistico all’intorno dell’installazione,
come indicate nella figura successiva.
Per ogni visuale è stato elaborato un fotoinserimento, rappresentando le torri future dipinte di azzurro cielo.

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Conseguentemente, i principali problemi di impatto ambientale che potrà essere necessario affrontare per lo
svolgimento di questa attività di cantiere sono relativi alle componenti ambientali:
Si può prevedere una integrazione che riprenda quanto indicato al termine del paragrafo” Caratterizzazione
delle risorse naturali ed agronomiche”.
                           Valutazione
Le due torri future hanno una altezza considerevole (circa 34 ml) ed un conseguente impatto paesaggistico
che rende pertanto necessari alcuni approfondimenti:
- presentazione di render di maggiore dettaglio, con la indicazione dei materiali e dei colori utilizzati, al fine
di mitigare l’impatto visivo del manufatto;
- fornire una planimetria con indicate distanze del manufatto dalle seguenti ville veneteV,Immobiliare
Monte Bolca srl - Sartori, detta “La Favorita” - XVIII sec. - Monticello di Fara, Villa Quinto, Peruffo,
Marzotto, detta “Ca’ Quinta” - XVII sec. - Monticello di Fara, Rustici Trissino, Da Porto, Manni, Facchini,
Rossi - XVI sec. - Meledo ...”, e del parco e giardino di rilevanza paesaggistica denominato “Parco retrostante
villa “La Favorita”, XVIII secolo Parco Villa Boroni, XIX secolo (1886)”;
- approfondire il tema della vicinanza con una aviosuperficie denominata Ca à Quinta di Sarego,
verificando la fattibilità del progetto in base alle distanze ed alle normative in merito.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
La zona produttiva oggetto della presente valutazione, sita in comune di Lonigo, è ubicata in Via del Lavoro,
una laterale della SP 17 “Almisano”. Quest’ultima è una strada provinciale, che si sviluppa per 7,644 km ed
ha origine dall’intersezione a rotatoria con la SP 500 “Lonigo”, la quale, procedendo verso sud-est, collega a
sua volta il centro abitato con il vicino comune di Cologna Veneta. Procedendo verso nord-ovest, invece, la
SP 17 “Almisano”, consente di raggiungere la SP 22 “Sorio” e la SR 11 “Padana Superiore”, le quali
permettono rispettivamente il collegamento con i comuni confinanti di Gambellara e Montebello Vicentino.
Infine, la strada provinciale che interseca Via del Lavoro è anche l’unica arteria che conduce al più vicino
casello d’ingresso all’Autostrada A4 Torino-Trieste. Quest’asse stradale, dunque, consente di mettere in
collegamento l’attività produttiva con il territorio delle limitrofe provincie di Padova e Verona.
Si ritiene pertanto, al fine di valutare le ricadute sul traffico generate dall’implementazione dell’attività
industriale, di analizzare la rete stradale di adduzione al sito, con un particolare approfondimento sulle
caratteristiche degli assi e del nodo limitrofi.




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Analisi dei flussi di traffico attuali
Per la ricostruzione del quadro conoscitivo attuale è stata organizzata una campagna di rilievi sulla viabilità
oggetto di verifica. Nello specifico sono state effettuate rilevazioni di traffico prendendo in esame un giorno
infrasettimanale “tipo” in cui l’attività oggetto di studio risulta operativa. A tal fine il rilievo dei dati di
traffico è stato effettuato nella giornata di mercoledì 15 settembre 2021, analizzando le singole manovre di
svolta in corrispondenza dell’intersezione tra la SP17 “Almisano” e Via del Lavoro.




Per quanto riguarda lo scenario futuro, è necessario precisare che la ditta Verallia Italia S.p.a. prevede che il
numero di dipendenti dell’azienda rimarrà invariato, e non si verificherà nessun aumento dei flussi veicolari
di auto dello stabilimento, rispetto allo scenario attuale. L’aumento della produzione autorizzata giornaliera
di cavato da 830 a 910 ton/g, invece, non potrà che comportare un aumento del flusso di mezzi pesanti in
entrata ed in uscita dalla sede oggetto di intervento, corrispondente all’entità dei flussi indotti
dall’implementazione dell’attività produttiva, entità che la ditta non ha facoltà di prevedere e che verrà per
questo stimata sulla base dei movimenti di mezzi pesanti necessari alla quantità di produzione odierna.
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Per le ragioni riportate viene di seguito restituito un quadro riassuntivo e completo delle considerazioni e
delle analisi effettuate per la definizione dello scenario futuro.
La verifica comparativa effettuata tra i due scenari analizzati (attuale e futuro) ha permesso di stabilire che
l’impatto derivante dall’intervento di implementazione dell’attività produttiva sia da considerarsi marginale
e tale da non generare criticità sul sistema infrastrutturale limitrofo alla zona produttiva di Almisano di
Lonigo (VI).




I risultati ottenuti dallo studio hanno dimostrato come, nell’ora di punta rilevata nella mattinata della
giornata “tipo” del mercoledì, dalle ore 07:30 alle ore 08:30, l’intersezione e la rete viabile analizzate
mantengano praticamente inalterate le loro condizioni di utilizzo: ciò vale sia allo stato attuale che nelle
condizioni di simulazione futura.
Infatti, sia i livelli di servizio che i coefficienti di utilizzo delle intersezioni oggetto di verifica hanno
dimostrato come il traffico veicolare rimarrà pressoché invariato anche dopo l’implementazione dell’attività
produttiva e la sostituzione del forno fusorio.
In conclusione, la rete viabile non subirà alcun aggravio e i livelli di servizio della stessa rete rimarranno atti
a soddisfare la domanda di mobilità.
                           Valutazione
Si ritiene di fare proprie le proposte di Viabilità.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI ED AGRONOMICHE
La vegetazione di tipo boschivo è relegata, principalmente, alla fascia collinare anche se resistono piccoli
lembi di formazione perifluviale lungo il corso dei torrenti Agno-Guà e Chiampo. Nella fascia collinare e
pericollinare i lembi di vegetazione boschiva sono frammentati e con una distribuzione a macchia di
leopardo, che ricrea un vero e proprio mosaico ecologico e paesaggistico.
Da un punto di vista floristico, le formazioni boschive hanno la potenzialità di ospitare specie pregiate
tipiche che vanno ad aumentare il loro valore ecologico e naturalistico: in particolare, nelle formazioni di
ricolonizzazione a copertura rada e intervallate da formazioni erbacee xeriche o mesoxeriche si concentra
sicuramente il massimo pregio floristico e la massima biopersità.
Come tipico delle aree urbane e periurbane, il paesaggio agrario risulta ridotto a limitati frammenti di
territorio non ancora assorbiti dalla destinazione industriale o residenziale, mentre si espande al di fuori
dell'abitato. La pianura che si estende verso la provincia di Verona risulta principalmente vocata ad


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agricoltura intensiva, presentando per lo più vigneti e coltivi annuali, dove la limitata diffusione di siepi e di
alberature campestri semplifica drasticamente l’ecosistema agrario.
Da Corine Land Cover 2018: le aree agricole risultano predominanti rispetto al tessuto urbano, agglomerato
nei centri principali. Seminativi, vigneti e coltivazioni annuali risultano più abbondanti rispetto ad altre
tipologie agricole.
Le variazioni illustrate dal 2012 al 2018 permettono di avere un quadro generale delle tendenze evolutive
areali negli ultimi anni, per meglio evidenziare in che modo il progetto proposto si inserirà nel contesto
territoriale specifico
Il progetto prevede interventi all’interno del perimetro aziendale, non vi sono cambi di destinazione d’uso di
suolo.
Il progetto proposto è circoscritto all'interno del perimetro aziendale, senza modificare fisicamente le
formazioni vegetali precedentemente descritte. Le accortezze prese in fase di progettazione, realizzazione ed
esercizio sono sufficienti a contenere ad un livello lievemente sfavorevole l’entità degli impatti, anche in
considerazione del contesto agrario con sensibilità ecologica bassa.
                          Valutazione
In relazione a quanto esaminato e facendo seguito anche a quanto emerso in sede di presentazione del
progetto, si ritiene opportuno un approfondimento relativo alla analisi e progettazione delle aree scoperte,
che assommano a quasi 51.000 mq di superfici asfaltate e a 4.560 mq di aree a verde.
La riflessione deve portare alla introduzione di nuovi elementi di qualità paesaggistica connessi alla
sistemazione degli esterni, sia sulle aree a verde propriamente dette (riqualificazione, integrazione,
rinfoltimento, creazione ambiti boscati…), che tramite la creazione di nuove aree ad elevata valenza
paesaggistica: alberi in filare, esemplari in punti notevoli, fasce boscate di mitigazione ecc.
Tenendo conto anche delle aree a servizio contermini e cercando di realizzare possibili connessioni con
l’agroecosistema, pur limitato, circostante.
La documentazione fornita rispetto all’integrazione n.8 non risulta soddisfatta, in quanto non sono state
prese in alcuna considerazione le ipotesi di miglioramento paesaggistico e di connessione ecosistemica
indicate. Inoltre, la proposta progettuale di “sistemazione a verde” riguarda un’area di circa 1.200 mq in cui
vengono messi a dimora in modo schematico e non paesaggistico alcuni alberi di Celtis australis e pochi
arbusti vari, senza alcuna indicazione di tipologia, conformazione, dimensioni, qualità ecc.
Si ritiene, pertanto, di prescrivere una integrazione al progetto conclusivo, tenendo conto che risulta necessa -
ria una ricalibrazione che tenga conto dei suddetti aspetti.

                          VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento; si ritiene comunque necessario un approfondimento del progetto della sistemazione a verde.

CARATTERIZZAZIONE DELLA FLORA E FAUNA
La pianura che si estende verso la provincia di Verona risulta principalmente vocata ad agricoltura intensiva,
presentando per lo più vigneti e coltivi annuali, dove la limitata diffusione di siepi e di alberature campestri
semplifica drasticamente l’ecosistema agrario.
Un taglio netto alla strutturazione territoriale è dato dal nastro autostradale dal rilievo ferroviario, dalla
presenza della SR11, tre infrastrutture importanti e pressoché parallele che costituiscono significative
barriere per la permeabilità faunistica. Notevole è la diffusione di insediamenti industriali e commerciali,
soprattutto nei pressi delle principali infrastrutture viabili, i quali esercitano un impatto di grande rilievo
sull'ambiente. Di seguito si inserisce un estratto da ISPRA – Sistema informativo della Carta della Natura,
che sintetizza graficamente quanto fin’ora esposto. Con la freccia rossa si indica la posizione della
committente, in area di pianura aperta.
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      Protocollo p_vi/aooprovi GE/2022/0044047 del 28/10/2022 - Pag. 27 di 34



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La flora risulta assolutamente semplificata nelle formazioni antropogene: il robinieto, anche se misto, è una
formazione che tende ad escludere le specie pregiate del sottobosco, mentre le formazioni perifluviali sono
formazioni secondarie semplificate e sono anch’esse pressoché prive di specie di particolare pregio floristico.
L’ambiente della campagna, infine, si presenta particolarmente degradato e semplificato, soprattutto a causa
della pratica intensiva dell’agricoltura, cui si aggiunge l’elevato grado di inquinamento derivante dai diffusi
insediamenti industriali, che ha portato alla quasi completa rimozione degli elementi naturali in questo
territorio, quali le siepi e le alberature interponderali, che potevano offrire ospitalità ad una certa varietà di
flora erbacea
Per quanto riguarda la fauna il territorio comunale di Lonigo presenta situazioni ambientali molto varie: si
passa dalla fascia pianeggiante con terreni ricchi ed in genere ben drenati, generalmente intensivamente
coltivata, a seminativi e a vigneto, alla collina con caratteri ancora vicini alla naturalità. La fauna esistente
dovrebbe riflettere la notevole persità ambientale con una elevata ricchezza specifica, ma nell’area in studio
si possono in realtà considerare molto limitate le aree rimaste a disposizione al rifugio o al passo. Una certa
importanza è rivestita dai lembi vegetazionali della collina e perifluviali che, seppur in stato di degrado,
sembrano rappresentare le ultime aree a carattere naturaliforme rimaste nel territorio.
L'habitat può ospitare Lepre (Lepus europaeus) e Fagiano (Phasianus colchicus), anche se l'areale utile alle due
specie è in continua contrazione nelle zone pianeggianti, per progressiva scomparsa delle fasce di
vegetazione dell’ecosistema agrario. Le popolazioni, in ogni caso, sono mantenute su livelli di consistenza
appena accettabili grazie alle continue immissioni. La Starna (Perdix perdix) invece è ormai scomparsa. Il
capriolo, negli ultimi due decenni, è giunto fino al complesso collinare dei Berici: l’area studio si trova
pertanto ad essere territorio di passaggio di questo ungulato. Tra i mammiferi carnivori, si segnalano la
volpe, la faina e la donnola, anche se le popolazioni di queste specie sono da considerarsi confinate
esclusivamente agli ambiti collinari migliori e sono rarissime o estinte nelle zone agricole di pianura e nei
pressi dei centri urbani.
Un quadro completo della vocazione dell'area è offerto dalle specie ornitiche che sono segnalate come
nidificanti nell’area studio. Questo quadro riflette le considerazioni generali sull’ambiente finora esposte: il
numero di specie è infatti ridotto in conseguenza della frammentazione ambientale e dell’alterazione degli
ecosistemi.
Per quanto riguarda le popolazioni di rettili, nell’area studio, sono segnalate pochissime specie, e tutte
prevalentemente con una elevata tolleranza all’impatto antropico sul territorio.
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Il Progetto proposto è circoscritto all'interno del perimetro aziendale, senza modificare fisicamente le
formazioni vegetali precedentemente descritte. Le accortezze prese in fase di progettazione, realizzazione ed
esercizio sono sufficienti a contenere ad un livello lievemente sfavorevole l’entità degli impatti, anche in
considerazione del contesto agrario con sensibilità ecologica bassa.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE PER LA TUTELA DEI SITI S.I.C./Z.P.S PER LA V.INC.A.
L'intervento in progetto ricade all'esterno di confini siti afferenti alla Rete Natura 2000. Nello specifico è
presente un sito della Rete Natura2000 entro il raggio di 5 km, distanza indicata da I.S.P.R.A. come
discriminante di analisi in “Norme Tecniche per la redazione degli Studi di Impatto Ambientale” (28/2020):
IT3220037 “Colli Berici” - Z.S.C. - a 3,74 km nel punto più prossimo.
La distanza risulta quindi la principale discriminante che permette di escludere effetti significativi negativi
del progetto sulla Rete Natura2000.
Tra area di progetto e siti S.I.C. e Z.P.S. sono presenti, inoltre:
→ autostrade e viabilità a grande flusso di traffico;
→ aree urbane ed industriali;
→ linee ferroviarie;
→ rilievi.
L’approfondimento progettuale attesta che, con ragionevole certezza, il progetto proposto non arreca effetti
pregiudizievoli per l'integrità dei siti della Rete Natura2000 considerati.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
Per quanto riguarda le considerazioni specifiche sulla salute pubblica, determinate da impatti già analizzati
per gli aspetti ambientali (es impatto acustico, radiazioni ionizzanti e non ionizzanti etc.) si rimanda agli specifici
paragrafi.
Nell’analisi dello stato dell’ambiente effettuata dal proponente si dichiara che:
• non vi sono sorgenti di vibrazioni dovute all’intervento antropico;
• non vi sono impatti di campi elettrici dovuti all’attività;
• non vi sono sorgenti di inquinamento ottico, inteso come ogni forma di irradiazione artificiale diretta su
superfici e/o cose cui non è funzionalmente dedicata o per le quali non è richiesta alcuna illuminazione;
• non vi è la conoscenza di sorgenti di radiazioni ionizzanti.
Non vi sono osservazioni da parte dell’Ulss competente per territorio.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.




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              VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
                          CONCLUSIONI
Il progetto non presenta interferenze rispetto ad altri piani, progetti o interventi in zone limitrofe, ad
eccezione della potenziale estensione del vincolo territoriale a seguito del potenziamento dell’attività
Il progetto risulta adeguato rispetto al fine che ci si propone di conseguire e non contrasta con i vincoli
territoriali vigenti.
L’analisi degli impatti ha portato a ritenere come il progetto presentasse potenzialmente taluni impatti
significativi per l’ambiente, con conseguente necessità di prevedere specifiche prescrizioni mitigative e
particolari modalità di monitoraggio.
Gli elaborati esaminati, sia per quanto riguarda la V.I.A. che per ciò che concerne l’A.I.A., sono stati oggetto
di richiesta di integrazioni, con documentazione pervenuta considerata sufficiente per poter esprimere il
giudizio conclusivo sul progetto.
Considerazioni specifiche sono state svolte sugli impatti ritenuti maggiormente significativi, con particolare
riferimento alle emissioni in atmosfera, allo scarico dei reflui, all’impatto acustico, suolo e sottosuolo ed alla
sistemazione del verde.
Non sono pervenute osservazioni contrarie alla realizzazione del progetto.
Il parere espresso dalla Commissione è relativo sia alla procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale che
a quella di Autorizzazione Integrata Ambientale, ivi compresa la validazione del Piano di Monitoraggio e
Controllo da parte dell’ARPAV.

                      Tutto ciò premesso si esprime
                       PARERE FAVOREVOLE
  all’intervento relativo all’insediamento industriale, subordinandolo alle prescrizioni di seguito citate
1) Preliminarmente al rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale:
a) dovrà essere fornita e, quindi, valutata, una progettazione adeguata del sistema di filtrazione a maniche,
che, tramite un effettivo dimensionamento, consenta di apprezzare nel dettaglio l’effettiva quantificazione
economica del possibile intervento e stabilirne la congruità rispetto al problema in esame.
Nell’ambito di tale trasmissione dovrà inoltre essere fornito anche l’effettivo riferimento al minimo tecnico,
in modo da valutare tale soluzione come effettiva mitigazione ambientale;
b) dare riscontro al parere espresso da RFI in conferenza dei servizi (vedi allegato).
2) Il set di parametri analizzati sui tre flussi di scarico in esame (controlavaggio addolcitore resine; scarto
osmosi; spurgo raffreddamento) comprende un solo metallo, lo stagno e, pertanto, il set analitico andrà
esteso almeno ad altri metalli quali Zn, Fe, Al, Cr, Mn, Ni, oltre ad altri parametri caratteristici della falda
di zona, tipo PFAS
3) In sede di attivazione dell’impianto dovrà essere effettuata una mirata ed accurata indagine acustica di
verifica del rispetto dei limiti assoluti e differenziali, da ripetersi poi con frequenza triennale, e mirata ai
ricettori sensibili presenti in prossimità dell’impianto; si sottolinea la necessità di verificare la presenza di
fattori correttivi e di porsi in condizione cautelative di minimo residuo e di massima emissione.
- le modalità di effettuazione delle misurazioni, sia con riguardo al campionamento spaziale (scelta dei punti
di misura), sia con riguardo al campionamento temporale (scelta dei tempi di misura), dovranno essere
concordate con Arpav;
- l’indagine dovrà essere condotta da un soggetto qualificato terzo, rispetto all’estensore dello Studio
Previsionale di Impatto Acustico;
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- nel caso i valori non siano rispettati, dovranno essere messi in opera i correttivi necessari, mediante una
specifica progettazione da presentarsi all’Amministrazione comunale ed ARPAV, a cui, nel frattempo,
saranno stati comunicati i risultati delle analisi.
6) In relazione alla matrice suolo e sottosuolo si prescrive:
a) le perforazioni dovranno essere eseguite a carotaggio continuo;
b) la posa del piezometro avverrà mediante infissione nel foro sostenuto con sollevamento progressivo del
rivestimento ed iniezione del dreno fino alla quota del tubo cieco.
c) le caratteristiche tecniche dovranno essere le seguenti:
◦ Profondità: 10.00 m da p.c.;
◦ Diametro: 4”, ovvero tale da consentire l’installazione di una pompa sommersa di emergenza in caso di
necessità;
◦ Materiale: compatibile rispetto alla tipologia di possibili inquinanti;
◦ Tubo cieco: lunghezza 2.00 m (da p.c. a -2.0 m );
◦ Tubo filtro: lunghezza 8.00 m (da -2.0 m a -10.0 m ) slot 0.4 ÷ 0.5 mm;
◦ Fondello chiuso (puntale);
◦ Tratto cieco adeguatamente cementato con boiacca bentonitica e tratto filtrante con dreno in ghiaietto
siliceo adeguatamente scelto in relazione alla granulometria delle alluvioni (si stima 2 ÷ 3 mm);
◦ La testa piezometro dovrà essere dotata di sistema di chiusura a tenuta (con lucchetto) alloggiata su
apposito pozzetto in cls con sigillo in ghisa carrabile;
◦ La testa piezometro dovrà essere ad una quota leggermente superiore al p.c. e la piastra in ghisa del
pozzetto conseguentemente rialzata al fine di impedire che le acque di dilavamento o di lavaggio delle
superfici vadano a riempire il pozzetto.
4) Entro 60 giorni dalla notifica del provvedimento dovrà essere presentato un completamento del progetto
di sistemazione a verde con un prospetto che prevede un aspetto naturaliforme, indicando tipologia,
conformazione, dimensioni, qualità ecc., costi di impianto e di esercizio per almeno un triennio.
I provvedimenti relativi ai titoli edilizi necessari per l’attuazione del progetto rimangono in carico al
Comune.

Vicenza, 06 ottobre 2022
  F.to Il Segretario                                     F.to Il Presidente
Arch. Benedetto De Santis                                   Andrea Baldisseri




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