Parere

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    VERBALE DELLA COMITATO TECNICO PROVINCIALE VIA
             DEL 01/09/2022
L'anno 2022, il giorno 01 del mese di SETTEMBRE alle ore 16:40 il Comitato Tecnico Provinciale di V.I.A si è
riunito nella sede provinciale, a seguito di regolare convocazione, per trattare il seguente argomento: Equipe
S.R.L. - Nuovo impianto di stoccaggio e trattamento di rifiuti speciali - comune di San Vito di Leguzzano, via Vicenza
n.11.

All'appello risultano:
SQUARCINA FILIPPO               Presidente               Assente


BALDISSERI ANDREA           Responsabile servizio             Presente


CORTESI ANGELO               Commissario               Presente


DE MARCHI ROBERTO              Commissario               Presente


MONTANARI RICCARDO             Commissario               Presente


MURARO TERESA                Commissario               Presente


ROSSI STEFANO                Commissario               Assente


SALVIATI STEFANO              Commissario               Presente


SERRAIOTTO MARIO              Commissario               Presente


SVEGLIADO GIULIA              Commissario               Presente


VALVASSORI RIMSKY              Commissario               Presente


VICENTIN ALBERTO              Commissario               Presente


La Commissione viene presieduta da Andrea Baldisseri, giusta delega del Presidente, che riconosciuta legale
l’adunanza in conformità dell’art. 7 del Regolamento per il funzionamento del Comitato Tecnico Provincia
VIA, udita la relazione istruttoria, accertata la completezza delle informazioni e preso atto della proposta
progettuale contenuta nella documentazione tecnica presentata, esprime congiuntamente al CTP VIA parere
unanime, per la pratica in oggetto, nel parere sotto riportato.




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                       EQUIPE S.R.L.
                        PARERE N. 09/2022

 Oggetto: Nuovo impianto di stoccaggio e trattamento di rifiuti speciali.
 PROPONENTE:           EQUIPE S.R.L.
 SEDE LEGALE:           Via Zamenhoff n.709 - Vicenza
 SEDE INTERVENTO:         Via Vicenza n.11 – San Vito di Leguzzano
 TIPOLOGIA ATTIVITÀ:       Impianto di recupero di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi.
 PROCEDIMENTO:          Valutazione di impatto ambientale ex art.27-bis del D.Lgs. 152/2006.
 MOTIVAZIONE V.I.A:        ALLEGATO IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - 7. Progetti di
                  infrastrutture - z.a) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti pericolosi,
                  mediante operazioni di cui all'allegato B, lettere D2, D8 e da D13 a D15, ed
                  all'allegato C, lettere da R2 a R9, della arte quarta del decreto legislativo 3 aprile
                  2006, n. 152. z.b) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non pericolosi, con
                  capacita' complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante operazioni di cui all'allegato
                  C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
 COMUNI INTERESSATI:       Malo, Marano Vicentino, Schio
 DATA DOMANDA:          08 e 14 febbraio 2022
 DATA PUBBLICAZIONE:       04 aprile 2022
 DATA INTEGRAZIONI:        20 luglio 2022

 DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI

       Numero               Titolo                     Nome file
Elaborato 1           Relazione tecnico-descrittiva       Elaborato 1 - Relazione tecnico-descrittiva
Elaborato 1 - Layout impianto  Layout impianto              Allegato grafico 1 - Layout impianto
Elaborato 1 - Planimetria acque Planimetria acque             Allegato grafico 2 — Planimetria acque
Elaborato 2           Studio Impatto ambientale         Elaborato 2 - studio Impatto ambientale
Elaborato 3           Riassunto non tecnico           Elaborato 3 - Riassunto non tecnico
Elaborato 4           Valutazione Incidenza           Elaborato 4 — Valutazione Incidenza
                ambientale                ambientale
Elaborato 5           Piano di sicurezza            Elaborato 5 - Piano di sicurezza
Elaborato 6           Piano di ripristino            Elaborato 6 Piano di ripristino
Elaborato 7           Previsione impatto acustico        Elaborato 7 Previsione impatto acustico
Elaborato 8           Sistema di Gestione EOW          Elaborato 8 - Sistema di Gestione EoW
Elaborato 9           Relazione geologica            Elaborato 9 - Relazione geologica
Elaborato 10          Richiesta Industria Insalubre       Elaborato 10 - Richiesta Industria Insalubre




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                             PREMESSE
La ditta Equipe S.r.l., con sede legale in via Zamenhof n. 709 in Comune di Vicenza intende richiedere l’auto-
rizzazione all’esercizio per un nuovo impianto di messa in riserva [R13] con selezione e cernita [R13/R12] di
e recupero [R3/R4] con la produzione di EoW carta e metalli e, limitatamente ad alcuni specifici rifiuti, attivi-
tà di smaltimento [D15 e D15/D13].
L’impianto in parola sarà attivato utilizzando un immobile produttivo esistente, destinato in passato all’atti-
vità di carpenteria pesante, ubicato in Comune di San Vito di Leguzzano (VI) in Via Vicenza n. 11.
L’area risulta già edificata con un capannone ed annessi uffici e non è prevista nessuna nuova costruzione
edilizia.
Il lotto è così caratterizzato:
• Superficie totale: circa 12.000 mq;
• Area verde: circa 500 mq;
• Area scoperta pavimentata: 4.200 mq;
• Capannone e palazzina uffici: 7.300 mq (di cui circa 6300 mq di capannone).
Le quantità di rifiuti trattabili sono così previste:
• quantità massima annua di rifiuti in stoccaggio (ingresso): 90000 ton/anno, di cui 3000 ton/anno pericolosi;
• quantità massima giornaliera di rifiuti in ingresso: 300 ton/giorno, di cui 10 ton/giorno pericolosi;
• quantità massima istantanea di rifiuti in stoccaggio (ingresso): 956 ton, di cui 50 ton pericolosi;
• quantità massima di rifiuti in stoccaggio (prodotti dall’attività): 295 ton, di cui 8 ton pericolosi;
Per quanto riguarda l’attività di recupero si prevedono:
• quantità massima giornaliera di rifiuti sottoposti a trattamento:
90 tonnellate di rifiuti non pericolosi (30 ton di carta e 60 ton di metalli)
• quantità massima annua di rifiuti sottoposti a trattamento:
27.000 tonnellate di rifiuti non pericolosi (9000 ton di carta e 18000 ton di metalli)
Per quanto riguarda l’attività di smaltimento si prevedono:
• quantità massima annua di rifiuti in stoccaggio (ingresso): 6000 ton/anno, di cui 3000 ton/anno pericolosi;
• quantità massima istantanea di rifiuti in stoccaggio (ingresso): 295 ton, di cui 50 ton pericolosi
• quantità massima giornaliera di rifiuti in ingresso: 20 ton/giorno, di cui 10 ton/giorno pericolosi;
• quantità massima giornaliera di rifiuti sottoposti a trattamento (D13): 10 ton/giorno di rifiuti non pericolosi;
• quantità massima annua di rifiuti in sottoposti a trattamento (D13): 3000 ton/anno di rifiuti non pericolosi;
• quantità massima di rifiuti in stoccaggio prodotti dall’attività (D13) 30 ton di rifiuti non pericolosi.

                         UBICAZIONE
L’area di futuro insediamento ricade all’interno della zona industriale classificata come ZTO “Zona D1 – In-
dustriale artigianale di completamento” secondo il Piano degli Interventi comunale vigente e risulta confi -
nante con:
• ad nord-oves con una ditta operante nel settore della fornitura di impianti industriali;
• ad est con la SP 46 “Pasubio”;
• a sud con una strada pubblica laterale di via Vicenza, oltre la quale sono presenti aziende operanti nella la -
vorazione dei metalli e di sabbiatura.
L’accesso all’impianto aziendale avviene dal lato ovest direttamente dalla SP 46 “Pasubio”, mentre lungo il
lato sud è presente un secondo accesso dalla strada pubblica laterale di Via Vicenza.




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             Ortofoto del sito




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            QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO

STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
• Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
• Piano Territoriale Provinciale di Coordinamento (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
• Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di San Vito di Leguzzano;
• Piano degli Interventi (P.I.) del Comune di San Vito di Leguzzano;
• Piano Regionale di Tutela delle Acque (P.T.A.);
• Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera ;
• Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Urbani e Speciali;
• Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.);
• Piano di Gestione dei Rischi Alluvionali;
• Rete Natura 2000.
Il Quadro Programmatico presenta un’adeguata inpiduazione ed analisi degli strumenti di pianificazione
territoriale che interessano l’area, ma si ritiene di chiedere specifici approfondimenti, considerata la necessità
di rapportare analiticamente il progetto con le sotto elencate sensibilità ambientali, coordinando le stesse,
eventualmente, con il Quadro Progettuale e/o le matrici di riferimento del Quadro Ambientale, anche al fine
di inpiduare possibili mitigazioni.
PIANO TERRITORIALE REGIONALE DI COORDINAMENTO (P.T.R.C.)
TAV. 01b Uso del Suolo Acqua - scala 1:250.000
L’area aziendale ricade all’interno di “Area di primaria tutela quantitativa acquiferi” (art. 16 N.T.A.);
PIANO REGIONALE PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI E SPECIALI
Distanza minima dalle abitazioni ed edifici pubblici
Trattandosi di un impianto destinato alla selezione e recupero di rifiuti si applica la distanza di 100 m dalle
aree dove avvengono le operazioni di recupero.
Aree per le quali le provincie possono stabilire specifiche prescrizioni per la localizzazione di impianti di
recupero e smaltimento
Il PTRC vigente art 12, detta norme tecniche di tutela della fascia di ricarica degli acquiferi
PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE
• TAV. 2.2 Carta della vulnerabilità intrinseca della falda freatica della pianura veneta - scala 1:250.000.
Il sito di progetto ricade all’interno di un ambito posto a monte rispetto alla linea delle risorgive,
caratterizzato da un grado di vulnerabilità Alto – valori sintacs 50-70.
• TAV. 3.6 Zone omogenee di protezione dall’inquinamento - scala 1:250.000
Il sito di progetto ricade all’interno della zona omogenea di protezione “zona della ricarica”.
                           Valutazione
Si ritiene necessario prevedere specifici approfondimenti che andranno affrontati nell’ambito del Quadro
Progettuale e nel Quadro Ambientale.
Vincoli
In relazione al sopra riportato vincolo stabilito dal Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Urbani e
Speciali (distanze dalle abitazioni), si ritiene di approfondire l’aspetto all’interno del Quadro Progettuale.
Sensibilità ambientali
In relazione alle sopra riportate sensibilità emerse dalla valutazione, del Piano Territoriale Regionale di
Coordinamento, del Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Urbani e Speciali e del Piano di Tutela delle
Acque (zona di ricarica delle falde ), si ritiene di approfondire l’aspetto all’interno del Quadro Ambientale,
nella sezione di “Caratterizzazione dell’Ambiente Idrico, del Suolo e del Sottosuolo”.

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                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

             QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
La ditta Equipe S.r.l., intende richiedere l’autorizzazione all’esercizio per un nuovo impianto di messa in
riserva [R13] con selezione e cernita [R13/R12] di rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi, e, limitatamente
ad alcuni specifici rifiuti, attività di smaltimento [D15 e D15/D13].
Come meglio specificato nel seguito le attività oggetto di richiesta sono:
Recupero
1. Attività R13 e R13/R12 di messa in riserva con eventuale selezione manuale ed accorpamento;
2. Per alcuni materiali non sempre si trova disponibilità al recupero e pertanto necessitano di essere smaltiti;
da qui l’esigenza di chiedere, su alcune specifiche tipologie di rifiuto, sia l’attività di recupero (R) che quella
di smaltimento (D);
3. Attività di recupero R12 di:
- estintori a polvere, con separazione dei veri componenti (carcassa, polvere);
- pacchi batteria al lito, con separazione degli stessi nelle varie componenti (plastica, metallo, celle-batteria);
4. Attività R3 di recupero carta, con relativo ottenimento di EoW ai sensi del D.M. 188/2020;
5. Attività R4 recupero metalli per ottenimento EoW ai sensi del Regolamento UE 333/2011 per ferro, acciaio,
alluminio e leghe di allumino, e del Regolamento UE 715/2013 per rame e sue leghe.
Smaltimento
6. D15: deposito preliminare per il successivo invio a smaltimento presso terzi;
7. D15/D13: raggruppamento preliminare di rifiuti speciali non pericolosi (eventuale cernita di rifiuti simili,
in base alle loro caratteristiche, con conseguente deposito per singola tipologia, eventualmente proveniente
anche da produttori persi).
L’area risulta già edificata con un capannone ed annessi uffici. Non è prevista nessuna nuova costruzione
edilizia.
Il lotto è così caratterizzato:
• Superficie totale: circa 12.000 mq;
• Area verde: circa 500 mq;
• Area scoperta pavimentata: 4.200 mq;
• Capannone e palazzina uffici: 7.300 mq (di cui circa 6300 mq di capannone).




                         Layout dell’impianto
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DESCRIZIONE DEL CICLO DI PRODUZIONE
FASI PROCESSO PRODUTTIVO:
1) Accettazione e deposito (R13) dei rifiuti
Trattasi delle attività amministrative preliminari al conferimento e dell’attività di controllo dei rifiuti
all’arrivo nell’area di conferimento con successivo deposito presso l’area di stoccaggio dei rifiuti in ingresso.
Per i rifiuti metallici verrà eseguito controllo radiometrico per l’accertamento di radioattività entro i limiti
previsti, secondo quanto disposto dal Decreto legislativo 1 giugno 2011, n. 100 (G.U. n. 156 del 7.7.11); in caso
di analisi positive si avviseranno gli enti competenti. Alcuni rifiuti, dopo la verifica, possono essere inviati
direttamente alla lavorazione/recupero. In alternativa vengono stoccati nelle aree dedicate all’interno del
capannone. La movimentazione dei rifiuti prodotti in uscita avverrà dall’apposita area di stoccaggio
all’interno del capannone.
2) Sballaggio, cernita, sudpisione ed eventuale eliminazione manuale delle impurezze (attività R12)
L’attività prevista è la selezione per l’ottenimento di materiali omogenei consistenti principalmente da carta,
plastica, legno, metalli, e in misura minore da altri rifiuti quali solventi, inerti, cartongesso, guaina e materiali
isolanti, motori elettrici, tessuti, schede elettriche ed elettroniche, cavi elettrici ecc. e da rifiuti misti classificati
ancora con codice 19 12 12. L’attività prevista prevede l’operazione R12 messa in riserva di rifiuti con
selezione per eliminazione di impurezze per inviarli a successivo effettivo recupero presso altri impianti; nel
caso di rifiuti recuperabili in attività R3 o R4, la stessa potrà essere operata direttamente dalla stessa ditta. Al
fine di migliorare il rifiuto, eventuali piccole impurezze verranno separate e stoccate in cassone apposito. In
contemporanea verranno inoltre separate, se presenti, le perse varietà di rifiuti della stessa tipologia intese
come metallo (es. pesante-leggero-lamierini) al fine di migliorarne la recuperabilità. Il recupero dei rifiuti
Per quanto riguarda il rifiuto in ingresso con codice EER 19 12 12, si tratterà di un rifiuto che può provenire
sia da altri impianti di recupero rifiuti che da municipalizzate; tale rifiuto sarà stoccato con eventuale cernita
e selezione (R13 e R13/R12), ed eventuale conseguente triturazione; in uscita si otterrà un rifiuto con lo stesso
codice EER (19 12 12) destinato al recupero presso terzi, normalmente per recupero energetico.
Per alcune tipologie di rifiuti (plastica, carta, legno e tessuti) si potrà procedere alla riduzione volumetrica
tramite pressa ai fini della riduzione volumetrica per l’ottimizzazione del trasporto agli impianti di destino
finale; inoltre, potrà essere utilizzato un trituratore, sempre al fine della riduzione volumetrica.
Di seguito si descrivono nel dettaglio le attività R12 su queste 2 tipologie di rifiuto.
Attività R12 su estintori a polvere
Al fine dello svuotamento della polvere verrà utilizzata un’apparecchiatura specifica, in quanto gli estintori
si trovano sotto pressione; l’apparecchiatura ha lo scopo di separare il gas inerte (normalmente aria o altro
gas inerte) dalla polvere, con la polvere separata che viene raccolta in un big-bag, mentre il gas inerte,
normalmente azoto, viene rilasciato in atmosfera (reimmesso in ambiente di lavoro).
Attività R12 su pacchi batteria al litio
La ditta ritirerà anche batterie al litio che si presentano in realtà come un “pacco batterie”, formato da più
elementi singoli (celle) opportunamente collegati in serie e parallelo per fornire la corretta potenza e
voltaggio necessari; l’operazione R12 consta in questo caso nello smontaggio del pacco batteria nei suoi
elementi, fino ad ottenere le singole celle al litio. Le operazioni di smontaggio verranno eseguite
manualmente con l’ausilio di utensili quali cacciaviti e, avvitatori, pinze, chiavi inglesi, etc. Non è previsto
l’utilizzo di macchinari specifici.
4) Recupero sostanze organiche (R3)
La carta prodotta dalla cernita verrà compattata tramite pressa e ceduta come EoW, ai sensi del D.M.
188/2020. In tal senso, la ditta applicherà un sistema di gestione della qualità secondo la norma Uni En Iso
14001 certificato da un organismo accreditato ai sensi della vigente normativa, atto a dimostrare il rispetto
dei requisiti di cui al regolamento del D.M. 188/2020.
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5) Recupero metalli (R4)
L’acciaio, il ferro, l’alluminio e le sue leghe prodotte dall’attività R4 verranno cedute come EoW ai sensi del
Regolamento UE 333/2011. Il rame e le sue leghe prodotte dall’attività R4 verranno cedute come EoW ai sensi
del Regolamento UE 715/2013. I metalli ferrosi provenienti dalle aziende si trovano in forma già
parzialmente selezionata e l’attività di recupero in questi casi si limita alla verifica della conformità ai
regolamenti UE 333/2011 e UE 715/2013.
6) Attività di smaltimento (D15 e D15/D13)
Per alcuni rifiuti in ingresso spesso non si rende fattibile l’invio a recupero, e quindi viene anche richiesta la
possibilità di ricevere il rifiuto in smaltimento, attività D, per i seguenti rifiuti:
• 04 01 06 Fanghi prodotti in particolare dal trattamento in loco degli effluenti contenenti cromo;
• 04 01 07 Fanghi prodotti in particolare dal trattamento in loco degli effluenti non contenenti cromo;
• 07 01 12 Fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, persi da quelli di cui alla voce 07 01 11*;
• 17 06 03* Altri materiali isolanti contenenti o costituiti da sostanze pericolose;
• 17 06 04 Materiali isolanti, persi da quelli di cui alle voci 17 06 01* e 17 06 03*;
• 19 02 05* Fanghi prodotti da trattamenti chimico-fisici, contenenti sostanze pericolose;
• 19 08 11* Fanghi prodotti dal trattamento biologico delle acque reflue industriali, contenenti s.p.;
• 19 08 13* Fanghi contenenti sostanze pericolose prodotti da altri trattamenti delle acque reflue industriali;
• 19 08 14 Fanghi prodotti da altri trattamenti delle acque reflue industriali, n.p.;
• 20 03 04 Fanghi delle fosse settiche
• 20 03 06 Rifiuti della pulizia delle fognature
L’immagine sottostante riassume il processo produttivo così descritto:




                                                      Schema a blocchi
                                                       del processo
                                                        produttivo




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                          Valutazione
Si ritengono necessarie le seguenti integrazioni, finalizzate all’eventuale fase di approvazione del progetto.
Lay-out e Planimetrie:
a) le planimetrie non sono firmate e sono prive di legenda;
b) le aree interne lo stabilimento della planimetria acque non corrispondono con la planimetria lay-out
impianto;
c) indicare il raggio di manovra dei mezzi utilizzati per le movimentazioni interne lo stabilimento;
d) non vi è una corrispondenza univoca tra elaborati grafici e relazione tecnica:
    prive di misurazione lineare e volumetria degli stoccaggi stoccaggi;
    sudpisione delle aree dedicate allo smaltimento (operazioni D) da quelle dedicate al recupero
     operazioni R);
    area di cernita della carta in comune con tutti gli altri rifiuti in ingresso impianto;
    area EoW carta delimitata con una linea rettangolare non ben identificata;
a seguito della nuova documentazione dovranno quindi essere stabiliti i quantitativi massimi in stoccaggio
(R e D), congrui rispetto alle aree ed ai volumi a disposizione.
Impiantistica e gestione rifiuti
a) descrizione dettagliata dell’impiantistica (attrezzature, mezzi etc.) utilizzata per l’attività di
recupero/smaltimento, ivi compresa la presenza di macchina pelacavi ai fini della gestione EoW ( nell’ambito
delle integrazioni si comunica che la macchina pelacavi non verrà installata );
b) specificare con maggior dettaglio l’origine dei rifiuti in ingresso impianto aventi CER 19.12.12;
c) inpiduare con maggior dettaglio le possibili provenienze dei rifiuti previsti, in relazione al loro stato
fisico ed alle loro modalità di stoccaggio.
d) revisionare l’elenco dei codici CER richiesti, che appare ridondante e non congruo con i dati dimensionali
di stoccaggio e trattamento proposti.
In relazione all’attività di recupero:
Ridefinizione dei seguenti dati dimensionali, a seguito di quanto sopra richiesto (Lay-out e Planimetrie)
a) quantità massima annua di rifiuti in stoccaggio (in ingresso): XXX tonnellate di cui XXX tonnellate di rifiuti
pericolosi;
b) quantità massima istantanea di rifiuti in stoccaggio (in ingresso): XXX tonnellate di cui XXX tonnellate di
rifiuti pericolosi;
c) quantità massima di rifiuti in stoccaggio (prodotti dall’attività) XXX tonnellate di cui XXX tonnellate di
rifiuti pericolosi;
d) quantità massima giornaliera di rifiuti sottoposti a trattamento: XXX tonnellate di cui XXX tonnellate di
rifiuti pericolosi;
e) quantità massima annua di rifiuti sottoposti a trattamento: XXX tonnellate di cui XXX tonnellate di rifiuti
pericolosi;
nella relazione tecnica (pag 27) vengono inseriti quantitativi per la q. max giornaliera di rifiuti in stoccaggio e
per la q. max istantanea di rifiuti in stoccaggio (spiegare la differenza).
In relazione all’attività di smaltimento:
Ridefinizione dei seguenti dati dimensionali, a seguito di quanto sopra richiesto (Lay-out e Planimetrie)
a) quantità massima annua di rifiuti in stoccaggio (in ingresso): XXX tonnellate di cui XXX tonnellate di rifiuti
pericolosi;
b) quantità massima istantanea di rifiuti in stoccaggio (in ingresso): XXX tonnellate di cui XXX tonnellate di
rifiuti pericolosi;
c) quantità massima di rifiuti in stoccaggio (prodotti dall’attività) XXX tonnellate di cui XXX tonnellate di
rifiuti pericolosi;
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dovrà essere precisato gli stoccaggi con operazione D15 riguardano un unico conferimenti in ingresso
impianto proveniente da un unico produttore di rifiuti da portare a smaltimento, mentre, in caso di
raggruppamento di rifiuti provenienti da più produttori o conferiti in tempi persi, dovrà essere registrata
l’operazione D13.
A seguito delle integrazioni fornite emerge un quadro di riferimento non esaustivo ed in parziale non
conformità con i requisiti tecnici finalizzati al riconoscimento di materiale che ha cessato la qualifica di rifiuto
(End of Waste); oltre a ciò si rileva una definizione generica per alcune tipologie di rifiuto, tale da non
consentire un’istruttoria adeguata al riconoscimento, così come richiesto, delle perse operazioni di
recupero (R) ovvero di smaltimento (D).
Per tali motivi, pur potendo procedere all’approvazione del progetto, comunque con puntuale verifica
successiva a seguito delle risultanze dell’esercizio provvisorio ( collaudo), risulta necessario prevedere
specifiche prescrizioni/limitazioni in merito, riportate in ( Allegato 1), allo scopo di garantire il rispetto della
normativa vigente.

                          VALUTAZIONE
Si ravvisano aspetti di criticità e quindi si passa a proporre le prescrizioni/limitazioni che si ritengono necessarie per
una corretta gestione delle problematiche emerse.


        111QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
L’attività di progetto, relativa ad operazioni di stoccaggio e trattamento rifiuti, non prevede la necessità di
adottare specifiche aspirazioni ed emissioni in atmosfera di tipo convogliato. Nello specifico, al fine di evitare
esalazioni durante le operazioni di riempimento delle cisterne (rifiuti EER 20 03 04, 20 03 06 e 19 08 14), le
cisterne stesse saranno dotate di uno sfiato convogliato all’esterno (a tetto). I possibili effetti risultano
riferibili ad occasionali e limitate emissioni generate dalla movimentazione dei rifiuti all'interno
dell'immobile aziendale. Trattasi di effetti residuali e pertanto giudicati trascurabili. Per quanto riguarda il
ricambio d’aria in ambiente di lavoro, il capannone sarà dotato di idonee finestre e di aperture a shed sul
tetto. Ciò premesso non si attiveranno azioni in grado di produrre possibili modifiche rispetto all’attuale
stato qualitativo della componente ambientale “atmosfera”. Per quanto riguarda la produzione di sostanze
odorigene, si precisa che le attività condotte nell’ambito aziendale non determinano la produzione di livelli
significativi di odori sgradevoli in grado da determinare forme di impatto nei confronti delle aree contermini
e circostanti.
                                Valutazione
In considerazione della presenza di rifiuti (fanghi) caratterizzati da una potenziale carica odorigena, se ne
chiede una specifica valutazione, anche ai fini di una definizione di procedure e/o presidi che consentano la
gestione e/o d il contenimento di eventuali emissioni diffuse.
     Le integrazioni fornite hanno parzialmente soddisfatto quanto richiesto.
     In particolare, per quanto riguarda le emissioni odorigene, pur prendendo atto delle risultanze
     riportate nella relazione relativa all’indagine olfattometrica eseguita in un sito di altra ditta dove era
     presente un cumulo di rifiuto fangoso codice CER 07 01 12 ( Fanghi prodotti dal trattamento in loco degli
     effluenti, persi da quelli di cui alla voce 07.01.11* ) ritenuto dalla proponente rappresentativo della tipologia
     di fanghi di cui al progetto presentato, non si può non rilevare che ciò può essere sufficiente
     unicamente nella presente fase istruttoria, ma risulta poco rappresentativo; la valutazione è infatti
     limitata ad un campionamento su un cumulo di un solo tipo di rifiuto ( fango non pericoloso da trattamento
     in loco di effluenti da lavorazioni di prodotti chimici organici di base ), senza considerare altre tipologie di rifiuto

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    previste (vedi Quadro Progettuale) e le condizioni logistiche di progetto (luogo, dimensioni edificio,
    aperture, movimentazioni materiali).
    Si ritiene pertanto necessario prescrivere un’indagine olfattometrica post operam, da eseguire nel
    corso dell’esercizio provvisorio, sugli specifici cumuli delle perse tipologie di rifiuto, con un
    monitoraggio delle sostanze odorigene al confine dell’area di stabilimento, con almeno due
    postazioni di prelievo da inpiduarsi anche in considerazione delle condizioni meteorologiche
    locali.

                         VALUTAZIONE
Si ravvisano aspetti di criticità e quindi si prescrive che l’inizio dell’attività sia subordinata alla realizzazione di
specifiche misurazioni e monitoraggi sulla componente odorigena, da realizzarsi nella fase di esercizio provvisorio.

CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
Nel comune di San Vito di Leguzzano non sono presenti depuratori e la rete fognaria è servita dall’impianto
di depurazione Basso Leogra di Isola Vicentina (VI).
La gestione delle acque e l’assetto idrografico dell’ambito territoriale in cui ricade l’impianto di progetto
consentono di escludere la possibile contaminazione di corsi d’acqua, sia naturali che antropici; l’area di
progetto non interessa, infatti, direttamente alcun corso d’acqua in quanto non presenti all’interno o in stratta
prossimità rispetto all’area aziendale.
Nello specifico:
• L’attività di stoccaggio e trattamento rifiuti non comporta la generazione di acque di processo;
• Le acque meteoriche di dilavamento delle coperture e dei piazzali verranno in parte inviate presso la
fognatura mista (allaccio esistente) delle lottizzazione ed in parte presso la rete di pozzi perdenti esistente
previo trattamento (sedimentazione veloce). Si precisa che le acque di dilavamento dei piazzali, trattate e
inviate presso la rete di pozzi perdenti, non rappresentano un problema relativamente alla possibilità di
contaminazione delle acque superficiali in quanto, per l’appunto, inviate alla rete di dispersione del
sottosuolo. Si specifica, infine, che il ciclo produttivo aziendale non comporta il consumo di acqua in quantità
significative.
Il pozzetto fiscale posto a valle dell’impianto di trattamento aziendale dovrà sempre essere mantenuto in
efficienza, in modo da permettere il prelievo manuale o con l’attrezzatura automatica (auto campionatore);
tale pozzetto dovrà, inoltre, essere sempre accessibile da parte delle autorità competenti al controllo e dovrà
essere idoneo per i prelievi e le misure di portata dei reflui di scarico.
Durante la fase di esercizio dell’impianto le azioni in grado di produrre possibili interferenze nei confronti
delle acque sottosuperficiali sono le seguenti:
• transito dei mezzi destinato al traposto dei rifiuti nei piazzali esterni.
Per quanto riguarda l’attività di recupero rifiuti e più in generale le operazioni svolte all’interno dello
stabilimento produttivo (stoccaggio rifiuti pericolosi), nessuna di queste determina interazione diretta o
indiretta con l’ambiente idrico sotterraneo.
In particolare si precisa quanto segue:
• l’attività di recupero sarà condotta esclusivamente all’interno del fabbricato, su superfici impermeabili,
dotate di cordolo di contenimento per quanto riguarda la raccolta delle acque di spegnimento;
• sul settore ovest del piazzale esterno è previsto il deposito di cassoni vuoti ripuliti;
• il piazzale oggetto di passaggio dei mezzi conferenti e di stoccaggio di cassoni puliti sarà dotato di un
sistema di sedimentazione in continuo delle acque meteoriche di dilavamento prima del loro invio presso la
rete di pozzi perdenti;




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• la possibilità di dilavamento di sostanze chimiche dai rifiuti e conseguente potenziale rischio di
inquinamento di acque superficiali, sotterranee e suolo è praticamente nulla, in quanto gli stessi rifiuti
verranno traportati e stoccati all’interno di idonei contenitori a tenuta;
Allo stato attuale (pre-insediamento della ditta), l’area di progetto dispone già di tubazioni e pozzi perdenti
per il conferimento delle acque meteoriche. Al fine della caratterizzazione dello stato di tali pozzi perdenti
sono state eseguite delle indagini sul terreno presente al fondo degli stessi (vedi matrice suolo e sottosuolo).
                         Valutazione
In considerazione della presenza di acque meteoriche di dilavamento su aree non oggetto di depositi esterni
di rifiuti e/o materie prime, si chiede di valutare la possibilità di riutilizzo di tale acque quale riserva
antincendio; si veda, in proposito anche l’osservazione di Viacqua spa.
Inoltre, dovrà essere inpiduata una opportuna procedura per consentire la gestione, l’eventuale
segregazione e il successivo trattamento delle acque utilizzate ai fini dello spegnimento di eventuali incendi,
anche in accordo con l’Ente gestore della fognatura.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
In base alla carta di copertura del suolo, elaborata dal Quadro Conoscitivo della Regione Veneto, il territorio
comunale è occupato maggiormente da terreni arabili e superfici a copertura erbacea. L’area di progetto
ricade in un’area destinata ed utilizzata ad attività industriali.
L’area in oggetto si trova sui terreni alluvionali di pertinenza del T. Leogra che si trova circa 600 m a Est. La
litologia presente è costituita superficialmente sia da terreni limosi-argillosi che ghiaiosi-sabbiosi (vedasi
estratto della carta geologica del PAT Comunale). Morfologicamente l’area è pianeggiante, con quote
altimetriche intorno a 145-146 m slm, leggermente degradante verso SE. Idrograficamente spicca il T. Leogra
che scorre verso SE a circa 600 m di distanza, arginato e contraddistinto da scarpate di erosione fluviale. Dal
punto di vista idrogeologico Il territorio si trova al di sopra della fascia delle risorgive, nella zona cosiddetta
di alta pianura; è caratterizzato da una falda freatica. L’area in oggetto è caratterizzata da livelli di falda
piuttosto profondi, intorno a -35 da pc (vedasi estratto della carta idrogeologica del PAT).
Dalla carta delle Fragilità del PAT Comunale l’area in oggetto rientra nella categoria “terreni
idonei” – Art. 28:
• Il terreno insiste su morfologie pianeggianti, sub-pianeggianti o poco inclinate (massimo 5%);
• i terreni di fondazione dispongono di buone ed uniformi caratteristiche geotecniche/geomeccaniche;
• la profondità della falda freatica è tale da non poter interferire con i piani di fondazione delle normali
strutture edilizie;
• assenza di dissesti e di processi geodinamici attuali e potenziali;
• assenza di dissesti di natura idrogeologica ed idraulica.
• Si ritiene, infine, che, in rapporto alle caratteristiche geotecniche dei terreni e alla morfologia dei luoghi,
queste aree non possano essere interessate da fenomeni di amplificazione sismica in grado di generare
fenomeni di instabilità. Dal punto di vista geomorfologico nell’area non si riscontrano criticità.
Secondo quanto si evince dalla carta di pericolosità idraulica del PAI (Piano di Assetto Idrogeologico) l’area
in oggetto non rientra in nessuna classe di pericolosità idraulica.
L’area interessata dal progetto è stata indagata mediante 5 sondaggi ambientali a carotaggio fino al
raggiungimento della profondità di 5 metri da piano campagna. N. 3 sondaggi sono stati ubicati all’interno
dell’edificio industriale che sarà oggetto di ristrutturazione, n. 2 sondaggi, della medesima profondità, sono

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ubicati esternamente in adiacenza all’edificio. La stratigrafia dei terreni, evidenziata mediante esame delle
carote di sondaggio, è costituita superficialmente al di sotto della pavimentazione industriale del capannone,
da materiali evidentemente riportati o terreni antropizzati fino a profondità variabile da 0.2 a 0.8 m circa;
nell’area esterna al capannone solamente il sondaggio n. 4 evidenzia la presenza di terreni di riporto per uno
spessore di 1.9 m. Al di sotto dei materiali riportati o antropizzati i terreni del sottosuolo appaiono costituiti
da ghiaie sabbiose limose e presentano una buona omogeneità litologica che si riscontra anche in senso
orizzontale.
In corrispondenza del sondaggio S2 è presente, per lo spessore di circa un metro, terreno argilloso-limoso
alla profondità indicativa di un metro da piano campagna. La stratigrafia del sondaggio S5 presenta invece,
già al di sotto della pavimentazione in calcestruzzo di spessore decimetrico, terreni ghiaiosi sabbiosi limosi
fino alla massima profondità di indagine. Durante l’esecuzione dei sondaggi tra il 19 e il 20 ottobre 2021 non
è stata rilevata la falda idrica fino alla massima profondità raggiunta di 5 m dal piano campagna. Anche nel
sondaggio S1 prolungato ai fini geognostici fino alla profondità di 10 m da p.c. non si è riscontrata la falda.
La falda presente è di tipo freatico, contenuta nei terreni ghiaiosi-sabbiosi e si trova a circa 35 m di
profondità.
L’area di intervento si trova in una piccola zona industriale a Est di San Vito di Leguzzano (VI). L’intervento
di riqualificazione si trova in una proprietà ubicata nel Foglio 7, particella 200 sub 1. Dall’analisi della visura
storica per immobile l’area dal 1971 è stata sede di varie attività tra cui officine meccaniche, produzione di
macchine utensili. Sembra quindi non risultino attività che possano aver generato particolari fonti di
pressione ambientale, aspetto confermato dal risultato delle analisi chimico ambientali effettuate,
ragionevolmente limitate agli elementi verificati.
Dalla lettura dei certificati delle analisi chimiche risulta che i campioni di terreno esaminati presentano valori
dei parametri analizzati inferiori ai “limiti della colonna B e anche della più restrittiva A” presa come
riferimento rispettivamente per siti industriali e residenziali - D.Lgs. 152/06 Parte IV Titolo V All.5 - Tab.1.
Da indicazioni fornite dalla Committenza in adiacenza al sondaggio S5 è probabile la presenza di una
cisterna interrata, il campione prelevato in adiacenza (profondità 0.0-5.0 metri – verbale campionamento 21-
V684 del 21/10/2021) non presenta elementi che superano i limiti delle colonne A e B; nel caso in cui la
cisterna venga asportata si raccomanda di verificare lo stato dei terreni sul fondo e sulle pareti dello scavo
mediante prelievo di campioni rappresentativi di terreno da sottoporre a specifiche analisi chimico
ambientali. Dall’insieme dei dati acquisiti non si riscontrano nel sito, limitatamente ai punti indagati e agli
elementi chimici ricercati, modificazioni ambientali significative legate all’attività artigianale/industriale.
Le attività di stoccaggio e trattamento rifiuti saranno condotte all’interno del fabbricato su superfici coperte e
impermeabilizzate, garantendo in tal modo un adeguato livello di protezione nei confronti della matrice
suolo-sottosuolo.
Si ritiene, pertanto, che l’iniziativa di progetto non comporta azioni in grado di interferire in modo
significativo con la matrice suolo-sottosuolo in quanto:
• non prevede il consumo di suolo;
• non insiste su ambienti precedentemente contaminati;
• non introduce possibili effetti sullo stato qualitativo dei suoli.
                          Valutazione
Si ritiene necessario richiedere le seguenti integrazioni:
- viene indicata la possibile presenza di una cisterna interrata, su cui dovranno essere accertata lo stato di
fatto (contenuti, stato di integrità etc.).
- in merito ai pozzi perdenti dovrà essere inpiduato il loro numero complessivo, con estensione delle
analisi di caratterizzazione anche a quelli eventualmente non considerati, ed inpiduati i sistemi di
protezione passiva per evitare possibili fenomeni di contaminazione.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.
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                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
Al fine di verificare il rispetto dei limiti imposti dal Piano di Zonizzazione Acustica del Comune di San Vito
di Leguzzano (VI) è stata prodotto l’elaborato n. 7 “Valutazione di impatto acustico” a firma del tecnico
Matteo Lora.
Le principali sorgenti sonore che caratterizzano il clima acustico dell’area di influenza sono state inpiduate
nelle ditte presenti nella zona industriale (Z.T.O. D) e nel traffico veicolare lungo la SP 46.
L’area di progetto si colloca all’interno della zona produttiva di San Vito di Leguzzano; i ricettori critici
inpiduati sono i seguenti:
   - R1 – Abitazione del Custode – 10 m in direzione sud est
   - R2– Abitazione del Custode – 60 m in direzione nord ovest
   - R3 – Uffici ditta confinante ad ovest – 10 m in direzione nord ovest
L’impianto aziendale occuperà un lotto produttivo esistente, all’interno della zona industriale di San Vito di
Leguzzano; ditta e ricettori rientrano in classe V da Piano di Classificazione Acustica.
La Ditta svolgerà l’attività nel periodo diurno, dal lunedì al venerdì, normalmente con orario di lavoro
giornaliero (7.00– 19.00).
Come attività rumorose vi sono le operazioni di stoccaggio e trattamento di rifiuti esclusivamente all’interno
del capannone industriale; sui piazzali esterni si svolgeranno le operazioni di spostamento cassoni vuoti (5
minuti 1 volta a settimana) e passaggio di autocarri su via Vicenza con accesso all’edificio dal portone ovest
(studiato l’impatto nel caso di 2 camion / ora). Lo scarico sarà effettuato internamente.
Le conclusioni riportano il pieno rispetto di tutti i limiti, assoluti e differenziali.
                           Valutazione
Dall’analisi della relazione si osserva innanzitutto che non è stato verificato l’impatto in direzione nord ovest,
nel territorio di Malo, per il quale si richiede approfondimento.
Sulla base dei conti effettuati, nei quali non si entra nello specifico in quanto sottoscritti dal tecnico, la
situazione a maggior impatto è stata riscontrata al ricettore R1 durante una generica movimentazione dei
cassoni. L’impatto a ricettore dipenderà dall’effettiva durata, dalla tipologia di attività (carico e scarico di
cassoni scarrabili?) e anche dalla posizione in cui l’attività sarà svolta, vista la stretta vicinanza sorgente –
ricettore.
Non viene affrontato poi l’impatto dell’eventuale attività di carico / scarico - seppur effettuata all’interno -
con utilizzo di caricatore in prossimità del portone. Le emissioni – che possono risultare non trascurabili -
dipenderanno dalla posizione e dall’effettivo tipo di portone che si intende utilizzare (a libro, a serranda,
ecc.).
In entrambi i casi l’approfondimento in via previsionale è necessario al fine di non ritrovarsi in una
situazione critica in fase di collaudo.
Da ultimo si evidenzia che i calcoli sono effettuati considerando un potere fonoisolante di 30 dB per le
finestre e di 28 dB per il portone; il che significa che i serramenti dovranno essere tenuti chiusi e che i
risultati finali sono vincolati a detti valori, salvo approfondimenti integrativi od ulteriori indicazioni in
merito.
Le integrazioni fornite hanno parzialmente soddisfatto quanto richiesto, si ritiene quindi necessario
prescrivere che l’attività debba essere gestita con portoni/serramenti chiusi, al fine di garantire il rispetto dei
limiti.



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In fase di collaudo dovrà essere verificato il rispetto dei limiti differenziali ai ricettori critici, verificando
anche la situazione a portoni / finestre aperte; si sottolinea la necessità di verificare la presenza di fattori
correttivi e di porsi in condizione cautelative di minimo residuo e di massima emissione.
In caso di superamenti dovranno essere studiati i più idonei interventi di bonifica atti a riportare la
situazione entro i limiti fissati dalla normativa.

                           VALUTAZIONE
Si ravvisano aspetti di criticità e quindi si passa a proporre le prescrizioni che si ritengono necessarie per una corretta
gestione delle problematiche emerse.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI
Radiazioni ionizzanti
Il Comune di San Vito di Leguzzano non risulta censito, secondo l’ARPAV (Anno di aggiornamento
dell’elenco: 2002, Fonte: DGRV n. 79 del 18/01/2002), all’interno degli ambiti a rischio radon.
Il progetto in esame non prevede la realizzazione o l’utilizzo di locali chiusi ritenuti a rischio radon (interrati,
seminterrati), ma la fruizione di ambienti esterni (piazzale) e locali interni fuori terra dotati di aperture shed
sule tetto atte a garantire un costante ricambio d’aria, ove ragionevolmente non può sussistere il rischio
radon. Si esclude pertanto la possibilità che il progetto in esame possa determinare possibili criticità con
riferimento al rischio di esposizione all’inquinante citato.
Radiazioni non ionizzanti
L’attività non prevede la generazione o la possibile esposizione a radiazioni non ionizzanti (es. campi
elettromagnetici) in quanto non presenti all’interno del fabbricato aziendale.
Inquinamento luminoso
La configurazione aziendale prevista dal progetto, al fine di non determinare potenziali interferenze
significative negative nei confronti della componente ambientale in analisi, sulla base di quanto indicato
dall’art. 9 dalla LR 17/2009:
• non farà uso di apparecchi illuminanti rivolti verso l’alto;
• durante le ore notturne saranno attivi dispositivi per la regolazione dell’intensità luminosa, di accensione e
spegnimento automatico in funzione delle necessità di utilizzo.
Ad ogni modo l’impianto di progetto dovrà attenersi a quanto disposto dalla normativa vigente in materia di
inquinamento luminoso.
Visto la presenza di emissioni luminose al solo scopo di presidio e vigilanza delle aree esterne durante il
periodo notturno, si giudica non significativo l’impatto potenziale nei confronti della componente.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
In generale, nel territorio di San Vito si riscontra una specifica persificazione della struttura paesaggistica,
risultato dei connotati fisico-morfologici. L’area di progetto ricade all’interno dell’ambito “Paesaggio a
connotazione urbana”; trattasi di un ambito che occupa le parti più densamente urbanizzate del territorio
comunale. Si caratterizza per l’edificazione densa, diffusa e continua, localizzata prevalentemente nel
capoluogo e nella Zona Industriale. Trattasi di aree che presentano ridotta vegetazione naturale, assenza o
limitata bio-permeabilità, forte interclusione dei coni visuali, numerosi elementi detrattori.
Il contesto territoriale circostante il sito di progetto, presenta lineamenti urbanistici complessi principalmente
a destinazione produttiva, in linea con i connotati del territorio dell’Alto vicentino: le zone edificate
consolidate dei centri municipali si alternano alle zone industriali più o meno estese, relegando a lembi
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ormai frammentati di territorio le zone agricole. A questi elementi areali si associano le importanti reti
infrastrutturali di comunicazione (Strada Provinciale n. 46), e gli agglomerati abitativi di campagna
(edificazione diffusa). Secondo la “Carta delle tipologie del paesaggio” l’area di progetto ricade all’interno di
un ambito classificato “Paesaggio a connotazione urbana”.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
L’impianto in parola sarà attivato utilizzando un immobile produttivo esistente, destinato in passato
all’attività di carpenteria pesante, ubicato in Comune di San Vito di Leguzzano (VI) in Via Vicenza n. 11,
all’interno della zona produttiva “D”. L’accesso all’impianto aziendale avviene dal lato ovest direttamente
dalla SP 46 “Pasubio”, mentre lungo il lato sud è presente un secondo accesso dalla strada pubblica laterale
di Via Vicenza.
Gli elementi afferenti la viabilità interessati dai flussi di automezzi commerciali pesanti in entrata ed uscita
dall’impianto di progetto sono:
• la strada comunale Via Vicenza a servizio della zona industriale, laterale della S.P. 46 “Pasubio”, per un
tratto di 150 m;
• la S.P. 46 “Pasubio”.
Nell’elaborato 2 “Studio di impatto ambientale” sono riportati dati relativi ai flussi di traffico rilevati dalla
Provincia di Vicenza nel periodo 2000-2008 nelle seguenti stazioni di rilevamento:
• SP 46 “Pasubio” al km 13+793 in località San Tomio (Malo);
• SP 48 “Molina” al km 2+900 in località Molina di Malo (Malo);
• SP 124 “Priabona” al km 2+300 in località Priabona (Monte di Malo).




                           Valutazione
Lo studio proposto non riporta alcuna valutazione in merito alla quantificazione dei flussi veicolari
interessanti le arterie stradali che verranno coinvolte dall’indotto veicolare. Non è stato eseguito alcun rilievo
dei flussi attuali in corrispondenza della SP 46. In accordo alle linee guida della Provincia di Vicenza in
ordine agli studi di traffico. Non sono evidenziati i flussi veicolari attuali in ingresso e uscita dalla strada
secondaria, di conseguenza non è possibile valutare i livelli di servizio od eventuali ulteriori criticità o
interferenze con la viabilità locale, riferite allo scenario di progetto rispetto allo scenario attuale.


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Nella analisi inoltre non risultano definiti con precisione i flussi indotti in relazione ai quantitativi (in termini
di t/giorno) delle merci in ingresso ed uscita, né sono indicate le provenienze e le direttrici O/D dei mezzi in
ingresso uscita.
In sede di sopralluogo si è rilevata la presenza di veicoli in sosta in corrispondenza di Via Vicenza. Tale
situazione genera una riduzione della sede stradale della strada secondaria (e dell’accumulo utile) che
potrebbe generare criticità lungo la strada provinciale nel caso di ingresso di mezzi particolarmente lunghi.
E’ necessario valutare tale condizione per risolvere la criticità.
Si ritiene pertanto necessario provvedere alla implementazione di:
- specifico rilevamento di traffico finalizzato a definire concretamente l’entità del volume di traffico
  giornaliero (continuativo sulle 24 ore) lungo la SP 46;
- specifico rilievo dei flussi attuali (orari) in relazione alle manovre di scambio tra via Vicenza e la SP 46.
  rappresentazione dello schema dei flussi ingresso e uscita da Via Vicenza;
- valutazione dei flussi incrementali derivanti dalla attuazione dell’intervento (flussi attuali + flussi indotti)
  in relazione alle effettive quantità di materiali in ingresso e uscita;
- correlare i flussi attuali con i flussi di progetto, calcolando la variazione di LOS della strada provinciale
  nonché il LOS dell’intersezione di ingresso uscita (tra lo scenario attuale e lo scenario progettuale);
- valutare la possibilità di segnalare in modo più evidente lungo la strada Provinciale l’interferenza dei
  mezzi in ingresso e uscita su Via Vicenza tramite opportuna segnaletica verticale (es. lampeggiante);
- valutazione delle distanze di visibilità libere per le manovre di uscita da Via Vicenza (triangoli di
  visibilità);
- progettare una nuova accessibilità agli autoveicoli degli addetti, così da non interferire sul flusso
  viabilistico di via Vicenza e,conseguentemente, sulla S.P. 46,
  nonchè di modificare il raggio di curvatura per l’immissione di
  detta strada comunale con la S.P. 46, almeno nella direttrice verso
  sud.
     Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.
     In riferimento alla intersezione di ingresso/uscita sulla SP 46 è
     stata verificato l’ingombro dei mezzi in uscita con proposta di
     una soluzione progettuale di ridefinizione dell’intersezione
     come da immagine a lato.
    Si ritiene di prescrivere che l’inizio dell’attività sia relazionata
    alla realizzazione dell’intervento proposto e della relativa
    segnaletica luminosa a completamento.

                           VALUTAZIONE
Si ravvisano aspetti di criticità e quindi si prescrive che l’inizio dell’attività sia subordinata alla realizzazione
dell’intervento proposto e della relativa segnaletica luminosa a completamento.

CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI ED AGRONOMICHE, FLORA E FAUNA
Per il territorio del comune di San Vito di Leguzzano è disponibile una cartografia degli habitat a grande
scala (Carta della Natura alla scala 1:50.000) elaborata secondo le specifiche generali Corine Biotopes adattate
all’Italia. Il sistema di classificazione Corine Biotopes è infatti eterogeneo, per alcune formazioni si adatta
bene, in altri casi sono assenti specifici habitat, in altri ancora non è chiara la distinzione ecologica e
territoriale.
Si nota una prevalenza di colture di tipo estensivo e sistemi agricoli complessi (Centaureetalia cyani); si tratta
di aree agricole tradizionali con sistemi di seminativo occupati specialmente da cereali autunno-vernini a


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basso impatto e quindi con una flora compagna spesso a rischio. Si possono riferire qui anche i sistemi molto
frammentati con piccoli lembi di siepi, boschetti, prati stabili etc.
Flora
Per l’inquadramento della vegetazione presente nel territorio di San Vito di Leguzzano si prende a
riferimento la carta delle categorie forestali della regione Veneto.
Nell’area comunale risultano riconoscibili le tipologie degli orno ostrieti tipici, degli ostrio -querceti e dei
castagneti.
Gli Orno-ostrieti sono popolamenti termofili, tipici di substrati calcarei in pendio, con scarsa umidità del
terreno, nei quali prevalgono come specie guida l’orniello (Fraxinus ornus) e il carpino nero (Ostrya
carpinifolia), con quote minori di roverella (Quercus pubescens). Rappresentano, unitamente ai secondi, le
formazioni boschive originarie della fascia basso montana. In San Vito di Leguzzano sono tuttavia meno
diffusi che nel resto della fascia collinare, occupando gli stretti lembi meno intaccati dall’attività umana.
Gli Ostrio-querceti costituiscono una evoluzione dei precedenti. La roverella aumenta di densità e relega il
frassino in secondo piano, mentre il carpino rappresenta sempre una componente guida.
I castagneti sono formazioni di tipo secondario, favorite in passato dall’uomo per l’autosostentamento o per
la produzione dei frutti, che spesso hanno sostituito i boschi originari grazie alle spiccate capacità
concorrenziali della specie guida; sono boschi relativamente stabili poiché la forte capacità concorrenziale del
castagno è in grado di ostacolare in buona misura l’ingresso di altre specie nel consorzio.
I rovereti sono popolamenti assai più rari, rappresentano relitti delle formazioni originarie un tempo
dominanti la collina e bassa montagna veneta. Si caratterizzano per la presenza più o meno dominante della
rovere, nonché delle specie termofile già citate (carpino nero e roverella).
All’interno o in prossimità dell’area di progetto non sono presenti formazioni forestali.
Fauna
Nel territorio comunale di San Vito di Leguzzano, tra gli ambiti territoriali meglio conservati e con ridotto
impatto antropico vi è sicuramente la porzione collinare. Qui si rinvengono numerose strutture vegetazionali
lineari ed areali, boschi, siepi, macchie, bordure ripariali, tutti elementi significativi in termini di biopersità.
La loro presenza è indice di mantenimento dell’assetto ambientale, condizione indispensabile ad assicurare
un’idonea circuitazione biotica e numerosi corridoi di collegamento tra la porzione collinare ed il territorio di
pianura. In termini di biopotenzialità è sicuramente il bosco della Guizza a svolgere il ruolo guida del settore
collinare. La presenza di una superficie densa e strutturata di vegetazione consente la formazione di
numerose potenziali nicchie ecologiche, aumentando le possibilità di colonizzazione per numerosi gruppi
animali, pressoché di tutti gli ordini.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE PER LA TUTELA DEI SITI S.I.C./Z.P.S PER LA V.INC.A.
L’intero territorio del comune di San Vito di Leguzzano non rientra nella Rete Natura 2000 ed i I siti della
Rete Natura 2000 più prossimi all’area in oggetto sono indicati nella tabella che segue.




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                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
L’attività rientra nell’elenco delle industrie insalubri di prima classe (B 100) e richiede quindi la specifica
attivazione da parte del Comune e dell’ULS. Si allega Elaborato 10. Per quanto riguarda la parte edilizia, la
struttura dovrà essere adeguata alle nuove esigenze lavorative; in particolare la copertura è costituita da
materiale contenente amianto; è stata pertanto eseguita una valutazione dello stato di conservazione dello
stesso. La valutazione, oltre a contenere documentazione fotografica dello stato di fatto, conclude che la
copertura deve essere rimossa entro 12 mesi; è da intendersi una volta ottenuta l’Approvazione Progetto,
cioè che il lavoro sarà terminato nello stesso termine della fine lavori ed avvio impianto in regime
provvisorio. Per quanto riguarda la zona uffici, è previsto un intervento di riqualificazione, che esala però
dal presente progetto di impianto stoccaggio e trattamento rifiuti. Gli interventi edilizi che richiederanno
autorizzazione da parte di enti preposti (Comune) saranno avviati con procedure dedicate.
L’impatto da eventuali agenti fisici risulta trattato nella specifica matrice ambientale
Il Comune di San Vito di Leguzzano non risulta censito, secondo l’ARPAV (Anno di aggiornamento
dell’elenco: 2002, Fonte: DGRV n. 79 del 18/01/2002), all’interno degli ambiti a rischio radon.
Non vi sono segnalazioni da parte dell’Ulss competente per territorio.
                           Valutazione
Si richiede la valutazione del rischio incendi sulla base di quanto previsto dal DPCM 27.08.2021.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

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             VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
                          CONCLUSIONI
Il progetto non presenta interferenze rispetto ad altri piani, progetti o interventi in zone limitrofe.
Il progetto risulta parzialmente adeguato rispetto al fine che ci si propone di conseguire e non contrasta con i
vincoli territoriali vigenti.
L’analisi degli impatti ha portato a ritenere come il progetto presentasse potenzialmente taluni impatti
significativi per l’ambiente, con conseguente necessità di prevedere specifiche prescrizioni mitigative e/o
particolari modalità e frequenze di monitoraggio.
Gli elaborati esaminati, sia per quanto riguarda la V.I.A. che per ciò che concerne l’autorizzazione ex art.208
del D,Lgs. n.152/2006, sono stati oggetto di richiesta di integrazioni, con documentazione pervenuta
considerata sufficiente per poter esprimere il giudizio di compatibilità ambientale, ma insufficiente per poter
approvare, tal quale, il progetto relativo alla gestione dei rifiuti; le condizioni relative all’approvazione
progetto sono riportate in allegato 1
Considerazioni specifiche sono state svolte sugli impatti ritenuti maggiormente significativi, con particolare
riferimento all’impatto acustico, alla viabilità ed alle emissioni odorigene.
Non sono pervenute osservazioni contrarie alla realizzazione del progetto.
Il parere espresso dalla Commissione è relativo sia alla procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale che
a quella di approvazione progetto per l’attività di gestione rifiuti, oggetto di votazione all’interno della
conferenza dei servizi, il cui elenco è riportato in premessa al presente parere.

                      Tutto ciò premesso si esprime
                       PARERE FAVOREVOLE
            all’intervento, subordinandolo alle prescrizioni di seguito citate
1. Preliminarmente all’avvio dell’esercizio provvisorio:
a) dovrà essere realizzato l’intervento proposto in merito alla intersezione di ingresso/uscita sulla SP 46 e la
relativa segnaletica luminosa a completamento;
b) dovrà essere dato conto della configurazione definitiva di lay-out a seguito delle prescrizioni/condizioni di
cui all’allegato 1.
In sede di collaudo si dovrà procedere con i seguenti adempimenti/obblighi.
2. EoW:
a) ai fini del riconoscimento dell’EoW si dovrà adempiere agli obblighi di certificazione di cui ai regolamenti
UE 333/2011, UE 715/2013 e D.M. 188/2020;
b) dovrà essere definita la quantità massima istantanea di EoW in stoccaggio, espressa in m 3 e tonnellate,
per singola tipologia;
c) dovranno essere definite ai sensi del D.M. 188/2020 ( EoW carta) la capacità di stoccaggio, in relazione an-
che alla definizione del lotto omogeneo, e la dichiarazione di conformità.
3. Dati dimensionali definitivi, sia per le operazioni di recupero che per lo smaltimento, relativamente a:
◦ quantità massima annua di rifiuti in stoccaggio (in ingresso), espressa in tonnellate, specificando la quan -
tità eventuale di rifiuti pericolosi;
◦ quantità massima istantanea di rifiuti in stoccaggio (in ingresso), espressa in tonnellate, specificando la
quantità eventuale di rifiuti pericolosi;

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◦ quantità massima di rifiuti in stoccaggio (prodotti dall’attività), espressa in tonnellate, specificando la
quantità eventuale di rifiuti pericolosi;
◦ quantità massima giornaliera di rifiuti sottoposti a trattamento, espressa in tonnellate, specificando la
quantità eventuale di rifiuti pericolosi;
◦ quantità massima annua di rifiuti sottoposti a trattamento, espressa in tonnellate, specificando la quantità
eventuale di rifiuti pericolosi.
4. Odori
a) Effettuare un’indagine olfattometrica da eseguire nel corso dell’esercizio provvisorio, sugli specifici cumu -
li delle perse tipologie di rifiuto, con un monitoraggio delle sostanze odorigene al confine dell’area di stabi -
limento, con almeno due postazioni di prelievo da inpiduarsi anche in considerazione delle condizioni me-
teorologiche locali; la proposta dei punti di monitoraggio dovrà essere preventivamente comunicata a Pro -
vincia ed ARPAV.
b) Per i fanghi con potenziale carica odorigena per i quali, non ostante la richiesta di integrazioni, non è sta -
ta fornita la caratterizzazione, si dovrà procedere in merito prima della loro accettazione in impianto, con de-
finizione di procedure e/o presidi che consentano la gestione e/o d il contenimento di eventuali emissioni dif -
fuse.
5. Impatto acustico
La compatibilità acustica dovrà essere allegata alla documentazione di collaudo, a seguito di indagine di ve -
rifica del rispetto del criterio differenziale ai ricettori critici verificando anche la situazione a portoni / fine -
stre aperte; si sottolinea la necessità di verificare la presenza di fattori correttivi e di porsi in condizione cau -
telative di minimo residuo e di massima emissione.
La verifica dovrà poi ripetersi con frequenza triennale, mirata ai ricettori presenti in prossimità dell’impian -
to.
a) le modalità di effettuazione delle misurazioni, sia con riguardo al campionamento spaziale (scelta dei pun -
ti di misura), sia con riguardo al campionamento temporale (scelta dei tempi di misura), saranno comunica -
te con congruo preavviso ad Arpav;
b) nel caso i valori non siano rispettati, dovranno essere messi in opera i correttivi necessari, mediante una
specifica progettazione da presentarsi all’Amministrazione comunale ed ARPAV, a cui, nel frattempo, sa-
ranno stati comunicati i risultati delle analisi;
c) l’indagine dovrà essere condotta da un soggetto qualificato terzo, rispetto all’estensore dello Studio Previ -
sionale di Impatto Acustico.
L’esercizio dell’attività dovrà avvenire con portoni/serramenti chiusi.
6. L’azienda dovrà procedere ad inpiduare ed attuare un’idonea procedura di formazione del personale ad -
detto al ricevimento-selezione-trattamento dei rifiuti, tenendo conto degli aspetti ambientali e di sicurezza/
rischio segnalati (chimico e rumore); di tale definizione dovrà essere dato riscontro in occasione della presen-
tazione del certificato di collaudo finalizzato all’ottenimento dell’autorizzazione all’esercizio.

Vicenza, 01 settembre 2022
  F.to Il Segretario                                     F.to Il Presidente
Arch. Benedetto De Santis                                  Andrea Baldisseri



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                            Allegato 1
Condizioni e prescrizioni cui ottemperare nella configurazione definitiva di lay-out a seguito delle risultanze
dell’esercizio provvisorio ai sensi della L.R. n.03/2000.
I dati acquisiti a seguito del collaudo dell’impianto determineranno gli specifici contenuti prescrittivi ai fini
dell’eventuale rilascio dell’autorizzazione all’esercizio.
  1.  Ai fini di garantire il rispetto delle condizioni di cui al DM n.188/2020 l’uso della pressa e dei tritura -
     tori non potrà avvenire in modo promiscuo con altre frazioni e tipologie di rifiuto.
  2.  In relazione alla medesima necessità di coerenza rispetto ad EoW di carta e cartone dovrà essere for -
     nito, oltre alla certificazione, anche:
  •  il dettaglio degli impianti che producono il codice EER 19.12.01 e che conferiscono presso il vostro
     impianto;
  •  la definizione del lotto massimo di EoW stoccabili;
  •  la definizione della dichiarazione di conformità, comprensiva della tracciabilità di filiera e dei neces-
     sari riferimenti analitici, nonché delle tipologie di destinazione dell’EoW.
  3.  Il documento di collaudo dovrà riportare lo stato definitivo rispetto alla previsione progettuale sulle
     modalità di stoccaggio (vedi pag.19 delle integrazioni presentate ).
  4.  Per i rifiuti destinati allo smaltimento, oltre allo stoccaggio (D15) è ammessa l’operazione di raggrup-
     pamento (D13) solo tra rifiuti provenienti da produttori persi ma aventi lo stesso codice EER.
  5.  I quantitativi previsti per lo stoccaggio “in cumuli” potranno essere oggetto di revisione nel corso
     dell’eventuale rilascio dell’autorizzazione all’esercizio, in considerazione delle specificità risultanti
     ed attestate nel documento di collaudo.
  6.  Il documento di collaudo, inoltre, dovrà dare conto, per le tipologie di rifiuto per le quali è prevista
     l’alternativa tra operazioni di recupero ( R) ovvero di smaltimento (D), delle specificità operative che
     determinano le due perse opzioni, ai fini del riconoscimento per l’esercizio ordinario.




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