determina

                   PROVINCIA DI VICENZA
                  Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243




                DETERMINAZIONE N° 281 DEL 05/04/2018

                          Servizio VIA VINCA

     OGGETTO: OGGETTO: GIUDIZIO DI COMPATIBIITA' AMBIENTALE E
     CONTESTUALE APPROVAZIONE E AUTORIZZAZIONE PROGETTO AI SENSI
     DELL’ART.27 BIS DEL D.LGS. 152/2006 E S.M.E.I
     DITTA: AVI ZEN SAS
     PROGETTO: COSTRUZIONE DI UN ALLEVAMENTO AVICOLO PER GALLINE
     OVAIOLE
     LOCALIZZAZIONE: COMUNE DI ISOLA VICENTINA, VIA SANTA MARIA CELESTE

                            IL DIRIGENTE

     Vista la documentazione presentata con nota prot. 69908 del 12-10-2017, da parte della ditta Avi
     Zen sas, con sede legale in via S.S. Marosticana n.158 in comune di Vicenza ed operativa in via
     Santa Maria celeste in comune di Isola Vicentina , relativa al progetto di “ Costruzione di un
     allevamento avicolo per galline ovaiole” richiedendo l’attivazione della procedura di valutazione
     impatto ambientale e contestuale autorizzazione integrata ambientale ai sensi dell’art. 23 c.1 del
     D.Lgs. 152/2006.
     Dato atto che la suddetta istanza è relativa ad una tipologia ricompresa alla parte II del Decreto
     Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 – ac) Impianti per l’allevamento intensivo di pollame o di suini
     con più di:
     - 85000 posti per polli da ingrasso, 60000 per galline
     - 3000 posti per suini da produzione (di oltre 30 kg)
     - 900 posti per scrofe.
     Tenuto conto che la procedura di valutazione impatto ambientale e contestuale autorizzazione
     integrata ambientale rientra tra le competenze inpiduate in capo alla Provincia dalla Legge
     Regionale n. 4/2016 (Allegato A e B), con riferimento alla tipologia degli interventi, come
     inpiduati dall’Allegato III alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 del D.Lgs. 152/2006.
     Tenuto conto altresì che per l'istanza richiamata, l'avvio del procedimento e l'attività istruttoria in
     materia di VIA e di AIA si svolgono in maniera unificata attraverso il coordinamento delle perse
     disposizioni in materia, come previsto dall'art.10 c.2 D.Lgs. 152/2006.
     Dato atto che, ai sensi dell’art.27-bis del D.Lgs. 152/2006 :
     - con nota prot. 71066 del 17/10/2017 è stata data comunicazione di avvio procedimento e di
     avvenuta pubblicazione della documentazione sul proprio sito provinciale agli enti interessati per le
     opportune valutazioni di competenza;
     - con nota prot. 78901 del 21/11/2017 è data comunicazione agli enti interessati dell’avvenuta




copia informatica per consultazione
     attivazione della fase di consultazione con la pubblicazione, sul proprio sito web e nella medesima
     data del 21-11-2017, dell’avviso di cui all’art. 23 c.1 lettera e) del D.Lgs. 152/2006 chiedendo al
     comuni di Isola Vicentina e Malo, ai sensi di quanto disposto dall’art. 27.-bis, comma 4, di dare
     informazione nel proprio albo pretorio informatico della pubblicazione del suddetto avviso.
     Tenuto conto che sono pervenute, ai sensi dell'art. 27 bis c.4 del D.Lgs. n. 152/2006, le
     osservazioni di:
       • comune di Isola vicentina con nota agli atti prot. 78454 del 17-11-2017 e dell’Ulss 8 Berica
         con nota agli atti prot. 79020 del 21-11-2017, trasmesse al proponente per le considerazioni
         di pertinenza, con nota n.79202 del 21-11-2017 all’interno della comunicazione con la quale
         è stata inoltrata la richiesta di integrazione;
       • ulteriore integrazione dell’Ulss 8 Berica, a parziale rettifica/integrazione di quanto
         precedentemente inoltrato, con nota prot. 81334 del 30/11/2017, trasmesse al proponente per
         le considerazioni di pertinenza con nota prot. 81404 del 30/11/2017.
     Visto che il Comitato tecnico provinciale VIA, nella seduta del giorno 21-03-2018, ha disposto la
     compatibilità ambientale del Progetto presentato con le prescrizioni/raccomandazioni contenute nel
     parere 10/2018 allegato al presente provvedimento per costituirne parte integrante e sostanziale.
     Ritenuto di far proprie le citate prescrizioni al fine di mitigare gli impatti ambientali e monitorare
     nel tempo la situazione aziendale.
     Dato atto che al rilascio dell'Autorizzazione Integrata Ambientale provvederà il dirigente del
     Settore Ambiente- Servizio tutela ecosistemi agrari nell'ambito delle proprie competenze.
     Dato atto che il provvedimento, ai sensi dell'art.26 c.4 del D.Lgs. 152/2006, sostituisce o coordina
     tutte le autorizzazioni, intese, concessioni, licenze, pareri, nulla osta e assensi comunque dominanti
     in materia ambientale, necessari per la realizzazione e l'esercizio dell'opera o dell'impianto.
     Visto che il presente provvedimento viene emanato nel rispetto della tempistica prevista dal
     succitato D.Lgs. 152/2006 e dal Regolamento sui procedimenti amministrativi di competenza della
     Provincia di Vicenza (Deliberazione di Consiglio n.37/2014) che è di giorni 270 (ID 179).
     Visti:
       • il D.Lgs. n.152/ 2006 “Norme in materia ambientale” e s.m.i.;
       • la D.G.R. n. 1539 del 27/9/2011 "Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 aprile
         2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, a norma dell'articolo 12 della legge 18
         giugno 2009, n. 69. Disposizioni applicative”;
       • la L.R. 4/2016 “Disposizioni in materia di valutazione di impatto ambientale e di
         competenze in materia di autorizzazione integrata ambientale”.
     Visti gli artt. 151 comma 4 e 107 del D.Lgs. n. 267/2000.
     Richiamata la Deliberazione del Consiglio Provinciale n.25 del 17/07/2017 con la quale è stato
     approvato il Bilancio di Previsione 2017-2019.
     Visto che con Decreto Presidenziale n. 65 del 01/08/2017 è stato approvato il Piano Esecutivo di
     Gestione 2017/19.

                         DETERMINA
      1. il giudizio favorevole di compatibilità ambientale con contestale autorizzazione e
        approvazione progetto della ditta Avi Zen sas, con sede legale in via S.S. Marosticana
        n.158 in comune di Vicenza ed operativa in via Santa Maria celeste in comune di Isola
        Vicentina , relativa alla richiesta di “ Costruzione di un allevamento avicolo per galline
        ovaiole”, con le prescrizioni riportate nel parere 10/2018, allegato alla presente
        determinazione per costituirne parte integrante e sostanziale.
      2. Di dare atto che:
        a) la procedura di valutazione dell'impatto ambientale, ai sensi dell'art. 26, comma 6 del
        D.Lgs. n. 152/06, dovrà essere reiterata qualora il progetto non venga realizzato entro cinque




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        anni dalla pubblicazione,
        b) il presente provvedimento si riferisce al progetto così come pervenuto, con le successive
        integrazioni presentate; eventuali variazioni progettuali dovranno essere sottoposte a
        preventiva valutazione;
        c) il presente provvedimento sostituisce, ad ogni effetto visti, pareri, concessioni e
        autorizzazioni di competenza di organi regionali, provinciali e comunali necessari per la
        realizzazione del progetto, ad esclusione del titolo edilizio che la ditta rimane impegnata ad
        acquisire, nonché eventuali ulteriori autorizzazioni previste dall'ordinamento in capo ad
        autorità perse da quelle richiamate.
        d) l'efficacia del presente provvedimento è subordinata all'avvenuta emissione del titolo
        edilizio collegato e l'approvazione del progetto non costituisce variante allo strumento
        urbanistico comunale;
        e) verrà demandato al Dirigente del Settore Ambiente il rilascio dell'Autorizzazione
        Integrata Ambientale in materia di allevamenti
      3. Di prescrivere che :
        a) nella fase realizzazione del progetto dovrà essere sempre garantita la sicurezza per la
        salute degli addetti ai lavori, dei cittadini e la salvaguardia dell’ambiente circostante;
        b) il proponente, per gli adempimenti di cui all'art. 28 del D.Lgs. 152/06, dovrà trasmettere
        un resoconto annuale dei monitoraggi, entro il 30/04 a partire dall’anno successivo avvio
        dell'impianto, redatto secondo modalità da definirsi con il Servizio V.I.A. Provinciale;
      4. Di attestare che il presente provvedimento non comporta spese, minori entrate, nè riflessi
        diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai
        sensi art 49 del TUEL come modificato dalla Legge 213/2012).
      5. di dare atto che al presente provvedimento sarà data esecuzione ad avvenuta pubblicazione
        all'albo pretorio on line.

                          INFORMA CHE
     Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso giurisdizionale al T.A.R. (Tribunale
     Amministrativo Regionale) del Veneto entro 60 giorni dal ricevimento, ovvero ricorso straordinario
     al Capo dello Stato entro 120 giorni.
     La documentazione oggetto dell’istruttoria è visionabile presso il Settore Ambiente- Ufficio VIA
     della Provincia di Vicenza, contra' Gazzolle n. 1, Vicenza.
     Inoltre:
     - il presente provvedimento sarà pubblicato sul sito web provinciale www.provincia.vicenza.it;
     - la ditta dovrà pubblicare sul Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto il presente
     provvedimento concordato preventivamente con gli Uffici provinciali, nel quale sarà indicata
     l’opera, l’esito del provvedimento e i luoghi ove lo stesso può essere consultato nella sua
     interezza;
     - dalla data di pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione decorrono i termini per eventuali
     impugnazioni in sede giurisdizionale da parte di soggetti interessati, nonché per le scadenze di cui al
     precedente punto 1);
     - la presente deliberazione non comporta spese, minori entrate, né riflessi diretti o indiretti sulla
     situazione economico-finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai sensi art 49 del  TUEL
     come modificato dal DL 174/12).
     Il presente provvedimento viene trasmesso alla ditta Avi Zen sas, al comune e SUAP di Isola
     Vicentina, ad ARPAV, all’ULss Berica n.8 ed allo studio di progettazione.




copia informatica per consultazione
     Agli Enti si ricorda la rispettiva competenza in materia di vigilanza e controllo ai sensi delle vigenti
     norme, con particolare riferimento alle competenze comunali in materia di edilizia.
     Il Responsabile del procedimento provvederà alla pubblicazione nel sito istituzionale ai sensi e per
     gli effetti D.L. 33/2013


     Vicenza, 05/04/2018



                                     Sottoscritta dal Dirigente
                                      (MACCHIA ANGELO)
                                       con firma digitale



     ---
     Responsabile del Procedimento: Andrea BALDISSERI




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                DETERMINAZIONE N° 281 DEL 05/04/2018


     OGGETTO: OGGETTO: GIUDIZIO DI COMPATIBIITA' AMBIENTALE E
     CONTESTUALE APPROVAZIONE E AUTORIZZAZIONE PROGETTO AI SENSI
     DELL’ART.27 BIS DEL D.LGS. 152/2006 E S.M.E.I
     DITTA: AVI ZEN SAS
     PROGETTO: COSTRUZIONE DI UN ALLEVAMENTO AVICOLO PER GALLINE
     OVAIOLE
     LOCALIZZAZIONE: COMUNE DI ISOLA VICENTINA, VIA SANTA MARIA CELESTE




                   CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE


     Si certifica che copia della presente determinazione è pubblicata all'albo pretorio di questa
     Provincia per 15 giorni dal 05/04/2018.


     Vicenza, 05/04/2018




                                    Sottoscritto dall'addetto alla pubblicazione
                                       (BERTACCHE CRISTINA)
                                          con firma digitale




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                         AVI ZEN S.A.S.
                           PARERE N. 10/2018

     Oggetto: Costruzione di un allevamento avicolo per galline ovaiole.
     PROPONENTE:           Avi Zen sas
     SEDE LEGALE:          Via S.S. Marosticana n. 158 - Vicenza
     SEDE INTERVENTO:        Via Santa Maria Celeste – Isola Vicentina
     TIPOLOGIA ATTIVITÀ:       Allevamento avicolo.
     PROCEDIMENTO:          Procedura di V.I.A. e contestuale A.I.A.
     MOTIVAZIONE V.I.A:       ALLEGATO III alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - ac) Impianti
                     per l'allevamento intensivo di pollame o di suini con più di:
                     - 85000 posti per polli da ingrasso, 60000 per galline;
                     - 3000 posti per suini da produzione (di oltre 30 kg) o
                     - 900 posti per scrofe.
     COMUNE INTERESSATO:       Malo
     DATA DOMANDA:          12 ottobre 2017
     DATA PUBBLICAZIONE:       20 novembre 2017
     DATA INTEGRAZIONI:       03 novembre 2017 e 09 febbraio 2018

     DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
     DICHIARAZIONI ALLEGATE
      - Dichiarazione NON vinca + Relazione.
      - Modello delle Attività
     DOCUMENTI PER LA VIA
      - Elenco autorizzazioni
      - Introduzione alla VIA
      - Quadro programmatico
      - Quadro progettuale
      - Quadro ambientale
      - Modellizzazione delle dispersioni in atmosfera
      - Analisi grafiche emissioni
      - Valutazione previsionale di impatto acustico
      - Domanda concessione derivazione d'acqua da falda
      - Relazione tecnica — concessione pozzo
      - Relazione geologica e idrogeologioca pozzo
      - Relazione geologica e caratterizzazione geotecnica
      - Analisi dei consumi elettrici
      - Sintesi non tecnica SIA
      - Documentazione fotografica
      - Relazione tecnica - progettista
      - Tavola 1 Planimetrie
      - Tavola 2 Distanze
      - Tavola 3 Pianta piano terra e interrato
      - Tavola 4 prospetti e sezioni
      - Tavola 5 Planimetrie e Schema impianti

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     DOCUMENTI PER L'AIA
      - Elenco allegati AIA
      - Scheda A
      - A10 Certificato della camera di commercio
      - A11 Documenti comprovanti la titolarità
      - A13 Estratto CTR scala 1:10.000
      - A14 Mappa catastale scala 1:2.000
      - A15 Pianificazione comunale
      - A16 Zonizzazione acustica del comune di Isola Vicentina e Malo
      - A18 Concessione per derivazione acqua potabile
      - A23 Parere di compatibilità ambientale
      - A24 relazione sui vincoli urbanistici
      - A25 schema a blocchi impianto potenziale
      - A26 Massima potenzialità di accasamento allo stato di progetto
      - Scheda B
      - B18 Relazione processi produttivi
      - Scheda D
      - Allegati D6.D7.D8.D9.D10.D11.D12.D13.D14
      - Scheda E
      - E3 descrizione delle modalità di gestione ambientale
      - E4 piano di monitoraggio e controllo dell'allevamento
      - Sintesi non tecnica AIA
      - Atto notorio AIA
      - Calcolo tariffa AIA .

                                 PREMESSE
     L’azienda ha in progetto la realizzazione di un nuovo centro zootecnico per l’allevamento di galline ovaiole
     che supererà sia la soglia di AIA, pari a 40.000 capi/ciclo, che la soglia di VIA pari a 60.000 galline/ciclo.
     La potenzialità massima risulta di 150.003 capi/ciclo nel rispetto del benessere animale.
     Secondo il progetto allegato il complesso aziendale sarà composto da un capannone avicolo principale, con
     forma rettangolare allungata ed annessa concimaia realizzata su due livelli, a ridosso della testata ad ovest.
     Inoltre il progetto prevede un capannone più piccolo con sala uova, magazzino, area deposito, uffici ammi -
     nistrativi e servizi igenici.
     Il capannone principale ad uso zootecnico per l’allevamento delle galline in voliera presenterà una lunghez -
     za totale di 144,18 ml e una larghezza totale di 33,12 ml. con pannelli fotovoltaici nella falda posta a sud.
     All’interno del capannone saranno posizionate otto file di voliere composte da strutture disposte su tre piani
     che consentono alle galline di muoversi liberamente fra i persi livelli.
     Tutti i capannoni saranno dotati di nastri trasportatori per l’eliminazione della pollina dall’area di stabula -
     zione e altri nastri per il trasferimento delle uova verso il locale adibito alla loro raccolta e imballaggio.

                              UBICAZIONE
     L'area interessata dall’intervento in progetto è situata nella parte nord del comune di Isola Vicentina (VI), ai
     confini con il comune di Malo (VI).
     Il PI del comune di Isola Vicentina inpidua l'area oggetto dell'intervento come zona agricola, sottozona E2:
     aree di primaria importanza per la funzione agricolo-produttiva.


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     Dalla tavola del PI è evidente la vicinanza, ma non sovrapposizione, dell’area di intervento con una fascia o
     zona di rispetto, che si riferisce al progetto di variante alla S.R. 46 (bretella Costabissara – Isola – Malo) in re-
     cepimento del PTCP; nuova viabilità San Tomio-Santa Maria (in collaborazione con il comune di Malo).




                               Ortofoto del sito




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                QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO

     STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
     Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
     • Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
     • Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
     • Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di Isola Vicentina;
     • Piano degli Interventi (P.I.) dei Comuni di Isola Vicentina e Malo;
     • Piano Regionale di Tutela delle Acque;
     • Piano Regionale di Tutela dell’Atmosfera;
     • Piano di Assetto Idrogeologico;
     • Piano di Gestione dei Rischi Alluvionali;
     • Rete Natura 2000.
     I riferimenti programmatici sopra indicati rappresentano un quadro generale sufficientemente descritto, per
     il quale si ritengono comunque necessari taluni approfondimenti in relazione a:
     - PTRC, l’area interessata dall’intervento sembra ricadere all'interno di una fascia di ricarica degli acquiferi,
     ma non viene approfondita la problematica conseguente, mentre non è stata affrontato il rapporto con
     l’elaborato definito come “Ambiti di Paesaggi, atlante ricognitivo” ed in particolar modo con gli “obiettivi e
     indirizzi di qualità’ paesaggistica” relativi all’area in questione;
     - PTA, non è stata analizzata la Tav. 36 – Zone omogenee di protezione dall’inquinamento, che inpidua
     l’area in questione come “zona omogenea di protezione - zona della ricarica”;
     - PAT di Isola Vicentina , dove, alla Tavola 1, si indica che l’intervento interesserà in parte un’area di cava (di
     estrazione argilla) dismessa, non si affrontano le possibili problematiche connesse ed alla Tavola 3 si
     asserisce che l'allevamento ricadrà in “Area idonea a condizione” … “, senza affrontare tale criticità
     determinata, secondo quanto affermato nello S.I.A., al fatto che l’intervento in progetto interesserà in parte
     una superficie perimetrata che evidenzia come elemento di criticità un’area di cava, che però risulta essere
     estinta.
     - PI, dove risulterebbe evidente la vicinanza, ma non sovrapposizione, dell’area di intervento con una fascia
     o zona di rispetto, che si riferisce al progetto di variante alla S.R. 46 (bretella Costabissara – Isola – Malo) in
     recepimento del PTCP; nuova viabilità San Tomio-Santa Maria (in collaborazione con il comune di Malo).
     Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                            VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

                  QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
     DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
     L'edificio sarà localizzato sul terreno in proprietà sito in Isola Vicentina Via Santa Maria Celeste censito
     catastalmente al Foglio 2° Mappali 17-81-94-95-96-187-195- 432.
     Il manufatto sarà caratterizzato da due blocchi affiancati uniti da una zona che funge da filtro. Il capannone
     principale sarà caratterizzato da una forma rettangolare dove saranno localizzati gli spazzi per la
     stabulazione degli animali, le anticamere dell'elevamento e dalla concimaia coperta. Al fine di sfruttare
     l'andamento del terreno, decrescente verso Ovest, la concimaia coperta sarà realizzata su due livelli (vedasi
     Sezione B-B) mantenendo il livello della linea di gronda ed l'andamento del colmo.




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     Il capannone più piccolo sarà utilizzato per la gestione della produzione con Sala Lavorazione Uova,
     Magazzino Uova, deposito Officina ed Ufficio. Nella zona posta centralmente verranno realizzati i vani
     funzionali alla pulizia e disinfezione con i spogliatoi "sporco" e "pulito" il bagno e la doccia.
     Lungo il lato nord e in aderenza con il capannone centrale, verranno predisposte altre due piccole aree di
     allevamento, indicate come “giardini d’inverno” costituiti da una tettoia con colonne portanti e copertura
     sempre in pannelli sandwich, una rete metallica o sintetica su tre lati dei quali due rivolti verso l’esterno.
     Queste aree, anch’esse dotate di strutture con ripiani e teli di raccolta pollina tra gli stessi, permetteranno il
     razzolamento degli animali in un ambiente più luminoso e areato, e contribuiranno alla determinazione
     della superficie allevabile. Gli animali potranno entrare ed uscire liberamente dal capannone centrale verso i
     giardini d’inverno attraverso delle apposite aperture.
     La concimaia coperta si svilupperà in aderenza all’area di allevamento ma ad un piano inferiore.
     Parallelamente al capannone avicolo, verso sud, verrà costruito un altro fabbricato più piccolo, sudpiso
     principalmente in due zone: sala lavorazione uova, magazzino e un deposito-officina.




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     L’edificio principale avrà struttura portante con profilati in ferro; una copertura in pannelli sandwich di
     colore rosso con integrati pannelli fotovoltaici nella falda posta a sud; pavimentazione in calcestruzzo
     armato e tamponamenti laterali in pannelli sandwich coibentati di colore grigio/bianco. All’interno del
     capannone saranno posizionate otto file di voliere composte da strutture disposte su tre piani che
     consentono alle galline di muoversi liberamente fra i persi livelli. All’interno delle voliere ci saranno
     abbeveratoi, mangiatoie, nidi per la deposizione delle uova e posatoi. Tutti i capannoni saranno dotati di
     nastri trasportatori per l’eliminazione della pollina dall’area di stabulazione e altri nastri per il trasferimento
     delle uova verso il locale adibito alla loro raccolta e imballaggio.
     L’allevamento in voliera permette agli animali di muoversi liberamente senza essere confinati in gabbie.
     Nelle voliere e in particolare nella parte sottostante alle graticole di ogni piano, vi saranno i nastri della
     pollina che, mediamente ogni due giorni, allontaneranno le deiezioni avicole verso la concimaia. Inoltre
     saranno predisposte delle palette che asportano la pollina presente sul pavimento, anch’esse fatte funzionare
     almeno due volte alla settimana.
     Requisiti delle voliere per il benessere animale
     Questa tipologia di struttura rientra nei “sistemi alternativi” approvati con il D.lgs 267/2003 per il benessere
     delle galline ovaiole, che prevedono quanto segue:
     “Tale struttura è attrezzata in modo da garantire che tutte le ovaiole dispongano di:
     1. mangiatoie lineari che offrano almeno 10 cm di lunghezza per gallina ovaiola;
     2. almeno una tettarella o una coppetta di abbeveraggio ogni 10 galline ovaiole;
     3. una superficie di almeno 1 metro quadrato di nido per un massimo di 120 galline ovaiole;
     4. posatoi appropriati, privi di bordi aguzzi e che offrano almeno 15 cm di spazio per gallina ovaiola. I
     posatoi non sovrasteranno le zone coperte da lettiera, la distanza orizzontale fra posatoi non sarà inferiore a
     30 cm e quella fra i posatoi e le pareti non sarà inferiore a 20 cm.
     L’area di allevamento
     all’interno del capannone viene delimitata in planimetria con il tratteggio di colore rosso dove sono
     evidenziate le otto file di voliere nel corpo centrale. In prossimità della testata posta ad est, verrà lasciata una
     zona priva di animali per garantire le distanze urbanistiche previste, come riportato nel quadro
     programmatico allegato al SIA. In quest’ultima area, definita anticamera di allevamento, avverrà comunque
     l’installazione delle voliere per garantire la funzionalità di tutta l’impiantistica. Tra le due aree, di
     razzolamento e non, verrà installata una rete per impedire agli animali di muoversi dove non gli è permesso.
     Impianto di raffrescamento e ventilazione
     Il fabbricato dedito all’allevamento delle galline sarà dotato di impianto di raffrescamento e di ventilazione.
     Per quanto riguarda il raffrescamento verrà adottato un sistema del tipo “Cooling sistem” per una lunghezza
     di circa 60 metri su ambo i lati, e lungo tutta la testata posta ad Est.
     Il sistema è composto da pannelli a nido d’ape che vengono attraversati da acqua spruzzata da una linea
     posta sopra il pannello stesso. L’aria calda entra in contatto con l’acqua e ne cede il calore, raffrescandosi.
     L’acqua in parte evapora per il passaggio di calore e viene consumata nel processo di raffrescamento, in
     parte viene fatta circolare nuovamente nel pannello grazie al sistema di ricircolo a pompe, limitandone così
     gli sprechi.
     Nella parete Ovest del capannone che si affaccia sulla concimaia, saranno posizionati 48 ventilatori assiali
     per la ventilazione forzata di estrazione. Questi estrarranno l’aria dall’ambiente di stabulazione per spingerla
     all’interno della concimaia sfruttandola come sistema automatico di essiccazione della pollina.
     Inoltre sono presenti lungo le pareti laterali, una serie di piccole finestre invernali per consentire l’entrata
     dell’aria.


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     Impianto di riscaldamento
     L’allevamento di galline ovaiole non presenta particolari esigenze termiche, pertanto il capannone è privo di
     impianto di riscaldamento. La temperatura interna viene monitorata e controllata mediante il sistema di
     ventilazione forzata e il cooling. L’unico locale riscaldato sarà l’ufficio amministrativo, all’interno del
     gruppo servizi, dove verrà installato un sistema di riscaldamento elettrico.
     Impianto di alimentazione
     Il capannone è collegato a 3 silos per lo stoccaggio del mangime. I silo con capacità di 324 qli ciascuno, sono
     posizionati in corrispondenza della testata est e saranno collegati al capannone con un sistema di coclee che
     convoglieranno il mangime alle linee delle mangiatoie. Le linee saranno due per ogni fila e per ogni piano
     della voliera, e si muoveranno in senso circolare all’interno della voliera. Saranno disponibili 10 cm lineari di
     mangiatoia per gallina, dotate di sistema antispreco. Alla base di ciascun silos è presente un sistema
     automatizzato di controllo del peso del mangime in scarico.
     Impianto di abbeveraggio
     All’interno del capannone verrà installato l’impianto per l’abbeveraggio degli animali, costituito da due
     linee per ogni fila e per ogni piano della voliera dove verranno collegati i gocciolatoi con tazzina antispreco
     sottostante, una ogni 10 galline. L’approvvigionamento idrico verrà garantito da un pozzo aziendale che sarà
     realizzato, previa autorizzazione, a sud-est dell’impianto. Dal pozzo l’acqua verrà prelevata e accumulata in
     una vasca con capacità di 33.000 litri posta nel capannone più piccolo. Questa vasca avrà anche funzione di
     accumulo di riserva nel caso di emergenza. Il pozzo sarà dotato di contalitri per il monitoraggio dei consumi
     aziendali.
     Realizzazione di una concimaia coperta
     La concimaia coperta si sviluppa in aderenza all’area di allevamento ma ad un piano inferiore e presenta
     dimensioni interne di 32,52 m di larghezza e 17,50 m di lunghezza. Considerando un altezza di accumulo di
     3 m avrà un volume utile per lo stoccaggio della pollina di 1.707,3 mc. Inoltre, in aderenza alla concimaia, è
     prevista un’area ricovero attrezzi aventi dimensioni interne 32,52 m x 4,89 m (si vedano tavole di progetto).
     Tale area verrà utilizzata per custodire le attrezzature aziendali (trattore, telescopico, rimorchi ecc) e altre
     attrezzature avicole come mangiatoie, abbeveratoi ecc.




     Il sistema di allevamento in voliera si caratterizza per la presenza di nastri trasportatori che muovono la
     pollina verso la concimaia. La pollina una volta caduta nel piano inferiore verrà rimossa con pala meccanica
     e accumulata nell’area della concimaia dove potrà rimanere stoccata almeno 120 giorni per poi essere
     utilizzata in parte su terreni in asservimento, mentre una parte potrà essere venduta direttamente ad
     impianti o ditte specializzate nella trasformazione e smaltimento.
     L’asportazione della pollina avverrà almeno due volte alla settimana sia con l’attivazione del sistema a nastri
     che con quello dei raschietti a terra. Allo stesso modo la pollina accumulata nelle aree dei giardini d’inverno
     verrà ogni due giorni, spinta manualmente verso il corridoio più vicino del capannone dove passa il
     raschietto e la sposta verso la botola di caduta.
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     La pollina stoccata non sarà soggetta a dilavamenti da parte delle acque meteoriche e nello stesso tempo
     risulterà arieggiata e asciutta grazie alla posizione dei ventilatori.
     Fabbricato adibito alla stoccaggio uova e servizi
     Parallelamente al capannone avicolo verrà costruito un altro fabbricato più piccolo, con dimensioni di 45,18
     m di lunghezza e 13,12 m di larghezza, sudpiso principalmente in due zone.
     Una prima zona sarà quella collegata al capannone con la sala lavorazione, dove le uova arriveranno tramite
     i nastri trasportatori e verranno selezionate per forma, dimensione e successivamente imballate. Nella
     seconda zona ci sarà un magazzino dove le uova imballate rimarranno fino al loro ritiro (almeno 3 volte alla
     settimana) e un deposito officina dove ci saranno anche le attrezzature avicole.
     Tra le due zone ci saranno servizi igienici con doccia, bagno e spogliatoi ed un ufficio amministrativo, inoltre
     un’area di impianto idrico dove verrà installata una vasca di accumulo d’acqua.
     Tutti i servizi igienici saranno provvisti di scarico tramite sub irrigazione, previo trattamento con pozzetto
     degrassatore e fossa imhoff. Periodicamente una ditta specializzata provvederà alla pulizia della vasca e al
     trasporto del materiale sedimentato.
     Per quanto riguarda la sistemazione esterna, si realizzerà l'ingresso carraio sul lato Nord-Est del lotto con la
     predisposizione degli spazi a parcheggio, dell'area stoccaggio "morti" nonché la zona di disinfezione dei
     veicoli.
     Arco di disinfezione e viabilità interna
     L’impianto sarà dotato di un ingresso principale dove entreranno tutti i mezzi che devono accedere al centro
     aziendale, in corrispondenza del quale sarà presente una piazzola di disinfezione. I mezzi una volta entrati e
     disinfettati possono accedere all’area silo, al locale uova e deposito e/o stoccaggio dei materiali e al capanno-
     ne avicolo per il carico e scarico degli animali, seguendo una viabilità interna predefinita, come da tavole
     progettuali. Sulla piazzola di disinfezione sarà presente un arco sotto il quale passeranno i mezzi che
     verranno vaporizzati con liquido disinfettante, il liquido in eccesso che non evapora cadrà sulla
     pavimentazione in cemento e verrà convogliato in un apposito pozzetto a tenuta stagna. Il pozzetto sarà
     svuotato da una ditta autorizzata e l’acqua reflua verrà smaltita come rifiuto.
     Barriera vegetale
     Attualmente l’area del futuro impianto presenta una fascia vegetale esistente lungo la strada principale, Via
     Santa Maria Celeste, dove sono presenti soggetti arborei ed arbustivi con presenza prevalente di Robinia,
     Sambuco, Cornus e Tiglio.
     Oltre alla fascia arborea ed arbustiva esistente l’azienda è intenzionata a realizzare una siepe arbustiva
     monofilare che circonderà l’allevamento sui tre lati rimanenti, come da tavola progettuale.




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     La scelta delle specie per la realizzazione della siepe si basa sulle disposizioni previste nel Prontuario per le
     Mitigazioni Ambientali del Piano degli Interventi del Comune di Isola Vicentina che riporta un elenco di
     specie da impiegare per la ricomposizione paesaggistica ed ambientale. Tra le specie elencate nel
     documento, l’azienda prevede l’impianto in alternanza di specie arboree/arbustive (Laurus Nobilis) e specie
     arbustive (Ligustrum vulgare e Crataegus monogyna). Vedi anche allegato B.18 Relazione Processi
     Produttivi da pag. 13 per specifiche schede tecniche.
     Impianto fotovoltaico
     Sulla copertura del capannone avicolo, verrà installato un impianto fotovoltaico in autoconsumo avente una
     potenza di 99,84 kWp. Considerando una produzione media di 1100 kWh/anno l’impianto avrà una
     produzione stimata pari a 109.824 kWh/anno contro un fabbisogno energetico potenziale del centro
     zootecnico di 185.924 kWh/anno.
     DESCRIZIONE DEL CICLO DI PRODUZIONE
     GESTIONE DELL'ALLEVAMENTO E PROCESSI PRODUTTIVI
     Le galline verranno allevate in voliera; di seguito si riporta un diagramma di flusso che schematizza i persi
     processi produttivi.




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     Di seguito si analizzano i singoli processi di produzione e le tecniche produttive confrontandole con le BAT
     proposte dalle “Linee Guida per l'identificazione delle Migliori Tecniche Disponibili pubblicate sulla
     Gazzetta Ufficiale del 31/05/2007”.
     Accasamento dei capi
     L'azienda effettuerà cicli tutto-pieno / tutto-vuoto, con vuoti sanitari di almeno 21 giorni. Il ciclo di
     allevamento inizia con l'accasamento delle pollastre dell'età di circa 16-18 settimane, provenienti da altri
     allevamenti del soccidante. Dopo circa un mese dall'accasamento le pollastre, che hanno già raggiunto la
     maturità sessuale, inizieranno la fase di ovodeposizione, stimolate tramite appropriati programmi luce e
     piani alimentari.
     L’Autorizzazione Integrata Ambientale, prevede che venga determinata la capacità produttiva massima
     dell’impianto da autorizzare. La circolare del 13 luglio 2004 del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del
     Territorio (circolare interpretativa in materia di prevenzione e riduzione dell’inquinamento, di cui al D.Lgs
     n. 372 del 4 agosto 1999, con particolare riferimento all’allegato I) definisce il concetto di capacità produttiva
     come la capacità relazionabile al massimo inquinamento potenziale dell’impianto. Nel caso degli allevamenti
     zootecnici questa deve essere determinata dal numero di posti disponibili in condizioni di piena
     utilizzazione delle superfici utili di stabulazione, escludendo corsie di alimentazione, aree di servizio, ecc.
     Il numero di capi potenziali, nell’impianto che si sta valutando, è dato dalla normativa sul benessere animale
     delle galline ovaiole (Dgls 267 del 2003) che dal 01 gennaio 2012 prevede, per l'allevamento a terra, 9
     capi/mq di superficie calpestabile, al netto della superficie destinata a nido (1 mq ogni 120 galline).




     La potenzialità massima quindi, risulta di: 150.003 capi/ciclo nel rispetto del benessere animale. In questa
     fase non ci sono particolari problematiche ambientali e anche nelle linee guida AIA non sono state riportate
     indicazioni.
     Fase di ovodeposizione
     Le pollastre verranno accasate nei capannoni dopo aver subito la fase di svezzamento.
     Il ciclo di ovodeposizione dura circa 13-14 mesi, nei quali una gallina riesce a produrre mediamente 300-320
     uova. Un nastro trasportatore raccoglierà ogni giorno le uova prodotte nell'area nido e le convoglierà nella
     sala uova.
     In questa fase i capi verranno alimentati con apposito mangime perfezionato in base alle loro esigenze
     nutrizionali. La dieta sarà seguita da tecnici specializzati della ditta soccidante, per ridurre l'emissione di
     azoto, massimizzare gli indici di conversione e abbassare il costo alimentare.
     L'alimentazione dei capi avverrà con sistemi automatizzati di distribuzione del mangime attraverso tubature
     che lo trasportano dai silos del capannone alle singole mangiatoie. Il rifornimento idrico verrà garantito con
     prelievo da pozzo aziendale in progetto. L’acqua verrà veicolata all’interno del fabbricato tramite
     abbeveratoi a goccia con tazzine raccogli goccia.
     Durante la fase di stabulazione gli animali possono essere sottoposti (con cadenze decise dai veterinari del
     soccidante) ad eventuali richiami vaccinali. I trattamenti verranno effettuati tramite dosatori collegati alle
     linee degli abbeveratoi.

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     Un addetto provvederà a verificare giornalmente il corretto funzionamento dei persi impianti
     (distribuzione mangime, ventilazione, ecc.) e allontanare i capi morti.
     I capannoni saranno coibentati per evitare eccessivi innalzamenti delle temperature nei periodi più caldi
     (estate) e ridurre le perdite di calore durante il periodo invernale (riscaldamento) e saranno dotati di:
     pavimento in battuto di cemento facilmente lavabile;
     pareti e soffitti pulibili;
     attrezzature facilmente pulibili (mangiatoie e abbevaratoi in plastica o metallo);
     chiusure adeguate.
     Per quanto riguarda il rispetto delle norme sulla biosicurezza aviaria si specifica, inoltre, che l'impianto sarà
     dotato di:
     - una chiusura all’ingresso dell'azienda per evitare l’accesso non controllato di automezzi;
     piazzole di carico e scarico dei materiali d’uso e degli animali con dimensioni minime pari all’apertura del
     capannone;
     - una superficie larga un metro lungo tutta la lunghezza esterna dei capannoni mantenuta pulita;
     - una zona filtro dotata di spogliatoio, con una dotazione di indumenti adeguati;
     - uno spazio per il deposito temporaneo dei rifiuti.
     Come riportato nella D.G.R.V. n° 1105 del 28 aprile 2009 si precisa che le emissioni provenienti dal reparto di
     stabulazione sono da considerarsi sempre di tipo non convogliato anche se convogliate con ventilatori. Il
     flusso d’aria di ricambio dei capannoni avicoli non è convogliato, né convogliabile, e non sono ipotizzabili
     impianti di abbattimento degli inquinanti.
     Il consumo energetico dell'allevamento è dato dal funzionamento dei sistemi di illuminazione e di
     distribuzione di mangime e acqua, dall'impianto di ventilazione, dal sistema di raccolta delle uova e della
     pollina.
     Fase di carico dei capi
     Alla fine della carriera produttiva gli animali verranno caricati su camion e trasportati al macello. Il
     caricamento avverrà a mano sistemando gli animali nelle gabbie che verranno caricate successivamente su
     autotreni.
     Rimozione della pollina
     Durante il periodo di produzione la pollina viene rimossa mediante i nastri trasportatori sottostanti le
     voliere circa 2 volte alla settimana, inoltre sotto le voliere e tra i corridoi verranno installati dei raschietti, già
     descritti in precedenza, che verranno anch’essi messi in funzione con la stessa tempistica dei nastri, che
     manterranno pulita la pavimentazione.
     La produzione potenziale annua di pollina (secondo allegato A alla Dgr 1835 del 2016) viene calcolata in
     base alla potenzialità massima di accasamento.




     La pollina, al fine dell’utilizzo agronomico potrà rimanere stoccata nella concimaia coperta per almeno 120
     giorni (normativa DGR 1835, Art. 10: “Per le deiezioni degli avicunicoli essiccate con processo rapido a
     tenori di sostanza secca superiori al 65%, la capacità di stoccaggio non deve essere inferiore al volume di
     materiale prodotto in 120 giorni”).
     Pulizia e disinfezione delle strutture di allevamento
     In generale quasi tutti i patogeni hanno bisogno della presenza dell'ospite per sopravvivere e proliferare. In
     un ambiente pulito la carica microbica può drasticamente diminuire se non c'è presenza di animali o
     materiale organico residuo. Su questo principio si basa l'alternarsi tutto pieno – tutto vuoto, durante il ciclo
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     produttivo. L'assenza degli animali consente inoltre l'utilizzo di prodotti più aggressivi e una durata
     dell'intervento più prolungata. Nel corso del vuoto sanitario si susseguono quindi tutte quelle operazioni
     atte al risanamento degli ambienti in vista del ciclo successivo.
     Successivamente al carico dei capi l'allevamento effettuerà un vuoto sanitario di almeno 21 giorni, durante il
     quale viene eseguita la pulizia dei capannoni. Questa consiste nell'asportazione della pollina attraverso
     sistemi di raschiatura meccanica o eliminazione del materiale più fine con scopatrice meccanica.
     L’azienda non effettuerà lavaggi con acqua e quindi non vi sarà la produzione di acque reflue che rientrano
     nella definizione prevista dall’art. 2 della DGR 1835/2016.
     Successivamente alla pulizia si procederà alla disinfezione di tutto il fabbricato. Il prodotto disinfettante
     verrà preparato secondo le indicazioni riportate della casa produttrice. La prima fase comporta la sua
     introduzione, all'interno del sistema di distribuzione del mangime e di quello di abbeveraggio, dove verrà
     lasciato agire mentre si procede alla disinfezione delle superfici del capannone. Si passa quindi alla
     nebulizzazione su tutte le superfici (pavimenti, pareti, tetto) già pulite, a partire dall'alto verso il basso, con
     un atomizzatore. In questa fase tutte la aperture del capannone saranno chiuse, per impedire l'uscita di
     eventuali vapori e ridurre quindi l'efficacia dell'intervento. Il prodotto viene lasciato agire fino alla completa
     evaporazione, in genere un paio di giorni. Si prosegue quindi con la sistemazione degli impianti.
     In questa fase non vi è la produzione di acque reflue, non c'è quindi raccolta di acque che sono venute a
     contatto con prodotti chimici (detergenti sanificanti ecc). La disinfezione è un'operazione fondamentale negli
     allevamenti per ridurre la presenza di microorganismi potenzialmente patogeni. Si precisa che solitamente i
     disinfettanti sono forniti dalla ditta soccidante e possono essere modificati da un ciclo all'altro.
     Va ricordato che tutti i disinfettanti sono commercializzati con una scheda tecnica che riporta le indicazioni
     consigliate per l'utilizzo. Le precauzioni descritte devono essere rispettate, poiché esiste una concentrazione
     minima sotto la quale il principio attivo non è efficace e che l'aumento della stessa non comporta un
     aumento proporzionale dell'attività microbicida e una riduzione dei tempi di applicazione.
     Produzione e stoccaggio dei rifiuti in azienda
     Carcasse animali e sottoprodotti
     Le carcasse animali e le uova rotte verranno raccolte giornalmente e portate nella cella freezer, per poi essere
     ritirate da una ditta specializzata, che provvederà al loro trasporto e smaltimento. La mortalità prevista, con
     riferimento ad altri allevamenti di galline ovaiole con caratteristiche produttive simili a quelle dell’impianto
     in progetto, è di circa il 5%.
     Rifiuti pericolosi e non pericolosi
     Tutti i rifiuti prodotti verranno trasportati nell’apposito sito di stoccaggio e rimarranno per un periodo
     massimo di un anno. L’azienda conferirà i rifiuti ad una ditta specializzata, che ne organizzerà la raccolta ed
     effettuerà il loro smaltimento o recupero secondo i termini di legge.
     Trattamenti contro gli insetti
     Negli allevamenti intensivi la grande concentrazione di animali, con la conseguente produzione di deiezioni
     e movimentazione di grossi quantitativi di mangimi, crea un ambiente favorevole allo sviluppo dei più
     comuni parassiti.
     I parassiti maggiormente presenti negli allevamenti zootecnici, e che possono creare problematiche igenico-
     sanitarie e ambientali, sono: mosche, tenebrione e blatte.
     Vengono presi in esame qui di seguito i fattori esterni ed interni all'allevamento che influenzano
     (negativamente e positivamente) la proliferazione e i metodi di lotta adottabili, quanto meno per limitarne al
     massimo l'infestazione. Si sottolinea che, nonostante gli insetti possano essere considerati una fonte di
     alimentazione per l'avifauna, la loro eccessiva presenza può essere motivo di lamentele da parte del vicinato
     e veicolo di malattie. Vedi anche allegato B.18 della Relazione Processi Produttivi da pag. 27.




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     MODALITA’ DI GESTIONE AMBIENTALE
     CONSUMO DI MATERIE PRIME
     Le materie prime che vengono utilizzate per l’allevamento avicolo sono: mangimi, farmaci e disinfettanti.
     Mangimi
     I mangimi vengono stoccati in appositi silos, in tutto saranno 3 (vedi planimetria). Un sistema meccanico con
     coclee ne permette la distribuzione nelle mangiatoie, che presentano sistemi anti-spreco. In questa fase non si
     riscontrano particolari problematiche di inquinamento.
     Farmaci
     I farmaci vengono acquistati e somministrati solo ed esclusivamente a seguito di specifica prescrizione vete -
     rinaria. Non è presente, quindi, uno stoccaggio per i farmaci in azienda.
     Disinfettanti sanificanti
     I prodotti per la disinfezione/igienizzazione verranno riposti nell’apposita area di stoccaggio/deposito pre-
     sente all'interno dell'azienda, in un edificio coperto, chiuso e non accessibile a persone estranee. Anche in
     questa fase non si riscontrano problematiche ambientali.
     CONSUMO RISORSA IDRICA
     L’acqua utilizzata per le fasi produttive è fornita dal pozzo e viene inviata attraverso tubazioni alle linee di
     abbeveraggio e ai gocciolatoi che presentano sistemi anti-spreco. Il personale effettua un controllo giornalie-
     ro del sistema di abbeveraggio e monitora anche i consumi.
     CONSUMO DI ENERGIA
     L’azienda è collegata con la rete elettrica nazionale, di cui viene misurato il consumo energetico da un appo -
     sito contatore. L’energia elettrica viene utilizzata per distribuire il mangime e l'acqua e far funzionare
     l’impianto di illuminazione e di ventilazione e i nastri per il trasporto delle uova e della pollina. L’alleva -
     mento sarà dotato di un impianto fotovoltaico sulla falda esposta a sud del capannone avicolo, con potenza
     di 99,84 kWp ad uso aziendale.
     PRODUZIONE E STOCCAGGIO RIFIUTI E SOTTOPRODOTTI
     Carcasse animali e uova rotte
     Le carcasse animali e le uova rotte vengono raccolte giornalmente e portate nella cella freezer posta nell'area
     di entrata al centro zootecnico, dove rimangono fino al loro ritiro. Circa 6 volte l'anno la cella viene svuotata
     e i capi e le uova vengono ritirati dalla ditta specializzata, che provvede al loro trasporto e smaltimento come
     sottoprodotti di categoria 2.
     Altri rifiuti (imballaggi vari, contenitori vuoti dei farmaci, ecc.)
     Tutti i rifiuti prodotti sono trasportati nell’apposito sito di stoccaggio coperto e differenziati tra pericolosi e
     non pericolosi, dove vi rimangono per un periodo massimo di un anno. Vengono quindi smaltiti da ditte
     specializzate che si occupano anche del trasporto.
     Durante la presentazione del progetto in Comune il tecnico dell’ULSS ricordava - e chiedeva riscontro di ciò
     all’azienda – l’opportunità di spostare il locale sala uova/deposito specularmente, sul fronte opposto del ca-
     pannone principale per rispondere ad una questione di carattere igienico-sanitaria a causa del passaggio dei
     mezzi pesanti nel lotto che dall’accesso posto a nord arrivano all’area di carico/scarico posta a sud.
     Per quanto riguarda il PMC l'unico aspetto è sostituire i riferimenti al DM 7 aprile 2006 e DGR 2495 del 7
     agosto 2006 (abrogati) con DM 25 febbraio 2016 e DGRV 1835/2016.
     Si ritiene inoltre di integrare il progetto:
     - il documento "S.I.A. - Quadro amb..pdf " fornisce, a pag 17, indicazioni solo di carattere generale rispetto
     il destino della pollina. Il proponente dia maggiori dettagli finalizzati ad inpiduare le possibili modalità di
     utilizzo/movimentazione e le possibili mitigazioni delle emissioni odorigene connesse;
     - con valutazioni di dettaglio sulla coerenza del progetto e delle soluzioni gestionali con le conclusioni sulle
     Migliori tecniche disponibili stabilite dalla Decisione di Esecuzione (UE) 2017/302 della Commissione del 15
     febbraio 2017.

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     Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.
                                111
                  QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
     COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
     CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
     Durante la fase di stabulazione i capi genereranno anidride carbonica derivante dalla respirazione e l'emis-
     sione di ammoniaca e metano derivanti dalle deiezioni avicole. L'entità di emissioni di tali gas dipenderanno
     da svariati fattori tra i quali: tipo di capo allevato, la stabulazione, la dieta alimentare, ecc.
     Si vuole però sottolineare che la creazione di odori e polveri è inevitabilmente legata all'attività di alleva-
     mento e che la zona dove sarà costruito l'impianto viene inquadrata come zona agricola, in cui sono comun-
     que presenti altri allevamenti di piccole e medie dimensioni. Inoltre l'azienda piantumerà una siepe tutto in-
     torno all’allevamento per limitare la diffusione delle polveri, e il processo produttivo scelto rispecchia le mi -
     gliori tecniche disponibili (MTD) per gli allevamenti di galline ovaiole.
     I valori di emissioni delle polveri sottili PM10 derivano dai coefficienti ottenuti da INEMAR, database pro -
     gettato per realizzare l’inventario delle emissioni in atmosfera. Per le deiezioni animali e la loro gestione è
     stato inpiduato un parametro, per le galline ovaiole, pari a 0,011 Kg/capo/anno di PM10 emesse.




     Ammoniaca




     E’ stato stimato che l’allevamento emetterà potenzialmente 1,35 ton/anno di ammoniaca dal capannone avi-
     colo e 0,9 ton/anno dalla concimaia. Le emissioni da distribuzione in campo, pari a 1,5 ton. di ammoniaca
     all’anno, non sono state conteggiate per la simulazione, in quanto la loro distribuzione può essere più o
     meno ampia e parte della pollina può essere venduta. Da quanto dichiarato dall’azienda potranno essere uti -
     lizzati terreni in asservimento.


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     I dati inseriti nel programma per la simulazione sono i seguenti:




     Odori
     Il rischio produzione odori è dato dalla produzione di sostanze volatili ricche di ammoniaca, che sono date
     prevalentemente dalla fermentazione della pollina.
     Per stimare la concentrazione di odore emessa dalla concimaia si sono utilizzati i dati bibliografici della pub-
     blicazione scientifica “Air Quality Measurements at a Laying Hen House: Odor and Hydrogen Sulfide Emis-
     sions”, di T.-T. Lim, A. J.Herber, J.-Q. Ni, della Purduc University (Indiana, USA), che nel maggio 2002 ha ef-
     fetuato uno studio sulle emissioni odorigene di 250.000 galline ovaiole.
     Le emissioni medie sono state misurate in 1,00 UO/sec/mq di superficie ricoperta da pollina. Con
     questi fattori di emissione si sono calcolati i dati per la simulazione delle emissioni di odore da inse-
     rire nel programma WinDimula 3:




     Ammoniaca
     Si riportano di seguito i risultati ottenuti per ogni ricettore come valori medi e massimmi orari riferiti al pe -
     riodo di un anno.




     Si evidenzia il non superamento della TLV (sogli di tossicità), pari a 18.000 g/mc, mentre la soglia olfattiva
     più bassa, calcolata per l’ammoniaca pari a 26,6 g/mc, viene superata nelle emissioni medie per i ricettori
     più vicini.
     Le emissioni massime di ammoniaca non sono state confrontate con tale valore, in quanto rappresentano un
     singolo momento all’anno. Si ribadisce però che la percezione dell’odore è soggettiva e considerata in lettera-
     tura per il singolo elemento NH3, senza altri componenti. La soglia massima, pari a 39.600 g/mc, non viene
     mai superata.

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     PM10-media giornaliera
     Si riportano di seguito i valori ottenuti dalla simulazione delle dispersioni delle PM10:




     I valori riportati corrispondono ai valori medi calcolati su base giornaliera, ottenuti dalla post-processione
     dei valori orari. Non, secondo i calcoli effettuati dal tecnico redattore, si hanno e non si avranno superamenti
     della soglia imposta per legge, pari a 50 g/mc presso i ricettori.
     La media annua non viene calcolata in quanto essendo la media giornaliera già bassa i risultati sono cautela-
     tivi non superando mai i 40 g/mc. i valori massimi si sono riscontrati presso il centro dell’impianto.
     Emissioni odorigene
     Dall’elaborazione con il programma WD3 si è estrapolata la concentrazione dell’odore a tre metri di altezza
     nei ricettori, e per facilitare la lettura i dati sono stati riportati in tabella.
     Per ogni ricettore è stato determinato l’odore come media oraria in U.O./ mc:




     Il ricettore che presenta picchi di concentrazione più alta, è il ricettore R1, la casa più vicina all’allevamento.
     Non vi sono attualmente delle soglie di concentrazione di odore da rispettare come limiti normativi. Si ripor-
     tano, vedi negli allegati del SIA 4.1.1, le rappresentazioni grafiche di tutte le simulazioni effettuate e le map -
     pe di isoconcentrazione delle unità odorimetriche inpiduate.
     Si ritiene che i dati di riferimento per la stima delle ricadute debbano essere comparate con dati aggiornati
     derivanti da campagne di misura riferite ad attività similari, più che a mere comparazioni bibliografiche.
     In particolare:
     a) il documento " 4.1 S.I.A. - Mod. disp. in atm..pdf " evidenzia nella Tabella "Odori post Intervento" di pag
     31 di 33 presso il ricettore R1 una concentrazione media oraria pari a 2.75 UO/mc. Tenuto conto delle ap -
     prossimazioni modellistiche introdotte il proponente valuti tale risultato previsionale rispetto ai valori di ri-
     ferimento limite, per il 98% percentile, di 3 UO/mc proposto da alcuni enti di normazione europei quale li-
     mite inferiore di definizione di situazioni di disturbo odorigeno. Qualora le considerazioni portino ad indi -
     viduare una probabilità non residuale di superamento del valore di riferimento, il proponente inpidui in-
     terventi ed azioni di mitigazione;
     b) con riferimento alle BAT12 e BAT26 della Decisione di Esecuzione (UE) 2017/302 il proponente integri la
     documentazione con un progetto di verifica (da attuarsi ad attività iniziata) delle emissioni basato su misure
     effettuate con modalità che trovano riferimento nelle Linee Guida della Regione Lombardia (DGR IX/3018),
     nella UNI EN 13725:2004 ed in analoghi lavori già eseguiti (vedi ad esempio anche: Baldo G.: relazione sulle
     emissione odorose - soc. agr. Agraria Erica srl - 2014). finalizzato al confronto tra valori di emissione stimati
     e proposti nella documentazione già presentata ed alla realizzazione di monitoraggi periodici previsti in gra-
     do di dare evidenza sperimentale della costanza delle emissioni;
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     c) il proponente predisponga, inoltre, un piano di possibili interventi da attuare nel caso di discrasia tra valo-
     ri emissivi stimati e quelli effettivamente misurati ed in presenza di conclamate situazioni di disagio olfatti-
     vo presso i ricettori sensibili.
     Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                            VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
     Dalla carta di vulnerabilità della falda, si evidenzia che l’area dell’allevamento ha un grado di vulnerabilità
     della falda freatica medio, mentre è esterna ai comuni con acquiferi confinati pregiati da sottoporre a tutela.
     Nella classificazione dello stato delle acque sotterranee (Stato Ambientale del 2008) nel territorio comunale
     di Isola Vicentina si identificano dei superamenti dei valori soglia in qualsiasi punto di monitoraggio, ma lo
     stato ambientale delle acque campionate rientra nelle classi 2 e 3.
     L’approvvigionamento idrico dell’allevamento per uso zootecnico è garantito tramite pozzo aziendale.
     L'azienda ha quindi deciso di evitare gli sprechi a partire dal controllo dell'impianto di distribuzione fino
     all'utilizzo di sistemi antigoccia di ogni singolo abbeveratoio. Si avrà quindi un consumo potenziale
     direttamente proporzionale al numero di capi.
     Inoltre anche l'impianto di raffrescamento che verrà installato consumerà acqua nel periodo estivo,
     prevedendo però un ricircolo interno dell'acqua utilizzata. Per la disinfezione degli automezzi, invece, si
     stima una quantità di acqua pari a 2 litri/veicolo, dal momento che l'acqua con il disinfettante viene
     nebulizzata. Visto che si è stimato un numero di mezzi all'anno pari a 561 si avrà un consumo finale di 1,12
     mc/anno di acqua di disinfezione.




     I consumi idrici sono stati stimati come quantitativo massimo potenziale che verrà prelevato direttamente da
     pozzo aziendale. L’azienda ha già presentato domanda di concessione di derivazione d’acqua da falda
     sotterranea.
     Non sono previste opere che andranno ad influire sull'assetto idrogeologico dell'area. Per gli scarichi degli
     effluenti derivanti dai servizi igienico di progetto, verrà utilizzata una vasca imhoff con pozzetto
     degrassatore e subirrigazione. L’azienda non presenterà scarichi diretti su corsi d’acqua o sulla falda freatica.
     Vedi anche tavola progettuale Tav. n. 5.
     Le acque meteoriche delle coperture e dei piazzali verranno convogliate nelle aree investite a prato presenti
     tra e attorno ai fabbricati.
     Dalle perforazioni effettuate al fine di valutare la fattibilità del pozzo, gli strati sottostanti il terreno agrario si
     presentano prevalentemente ghiaiosi e sabbiosi nei primi metri di profondità e quindi con buona capacità di
     assorbimento. Le acque meteoriche non vengono trattate anche se il cotico erboso presenta comunque un
     effetto di fitodepurazione naturale.
     Le acque meteoriche delle coperture e delle pavimentazioni esterne impermeabili non vengono a contatto in
     nessun modo con sostanze pericolose o con la pollina e vengono scaricate direttamente nel terreno. Non
     sono previsti quindi stoccaggi per tali acque poiché produrrebbero ristagni idrici poco igienici. La
     pavimentazione in cemento verrà sempre pulita ed in caso di sversamenti accidentali il materiale fuoriuscito
     verrà tempestivamente raccolto.

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     Non si ritiene pertanto che le acque di prima pioggia debbano essere stoccate e trattate prima di essere
     disperse al suolo.

                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
     Il profilo del suolo che attualmente si può riscontrare nella zona presa in esame è il risultato delle
     lavorazioni, concimazioni, avvicendamenti colturali, ecc, dettate dalle pratiche agricole che da sempre sono
     presenti del territorio, oltre alle attività di cava che interessano in modo particolare il comune di Isola
     Vicentina. Le porzioni quindi di frazione organica ed inorganica, di acqua e di aria, contenute nel suolo sono
     state modificate per favorire le colture agrarie. Lo scavo delle fondamenta andrà a modificare la morfologia e
     la litologia del suolo presente in quel preciso sito.
     Il progetto ridurrà la superficie permeabile con la costruzione di nuove strutture in cemento.
     L’impermeabilizzazione comporterà un ruscellamento da parte delle acque meteoriche sopra le strutture; tali
     acque verranno fatte confluire sulla superficie scoperta e permeabile dell’azienda che consentirà il loro
     assorbimento.
     Per limitare il possibile inquinamento del suolo da parte di residui di pollina o eventuali rifiuti liquidi (es.
     olio), i piazzali esterni ai capannoni verranno sempre mantenuti puliti per evitare che con le acque
     meteoriche avvengano trasporti di sostanze e percolazione di inquinanti nel sottosuolo.
     Gli effluenti zootecnici prodotti verranno stoccati in concimaia coperta, con fondo impermeabile, che non
     consentirà infiltrazioni nel sottosuolo. All'interno del capannone la pavimentazione sarà di cemento tale da
     non consentire la percolazione della pollina nel sottosuolo. A fine ciclo le strutture non verranno lavate con
     acqua, ma si procederà con la pulizia a secco.
     I disinfettanti utilizzati dopo la pulizia meccanica dei capannoni, applicati tramite atomizzatore, non
     verranno raccolti ma fatti asciugare all'aria.
     Per la disinfezione dei mezzi in ingresso in azienda sarà presente un arco di disinfezione con spruzzatori su
     di una piazzola con pavimento in calcestruzzo dove si fermano i camion. Su questa piazzola avverrà la
     disinfezione dei mezzi. L'acqua di disinfezione che cade sarà alquanto ridotta trattandosi di acqua
     nebulizzata ed eventuali sgocciolamenti verranno convogliati in un apposito pozzetto che viene aperto solo
     durante tale operazione. Nel resto del tempo il pozzetto rimarrà chiuso per evitare l'entrata di eventuale
     acqua piovana. I liquidi di disinfezione utilizzati saranno raccolti in un pozzetto a tenuta che verrà vuotato
     da ditte specializzate, che smaltiranno l’acqua prodotta come rifiuto.
     Non vi sarà quindi alcuna percolazione di sostanze pericolose nel sottosuolo.

                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
     L’attività in analisi si trova in un contesto prettamente agricolo, con ricettori sparsi a distanze minime di circa
     300 mt. il lotto confina sui quattro lati con terreni coltivati e viene servito da una strada locale non asfaltata
     di proprietà comunale, via Santa Maria Celeste segna il confine tra il comune di Isola Vicentina e Malo.
     L’are ricade in classe III secondo il Piano di Zonizzazione Acustica comunale sia per il comune di Isola V. che
     per il comune di Malo, così i ricettori più prossimi alla futura attività.
     La documentazione riporta un’analisi degli impianti e attrezzature dell’azienda futura e una valutazione
     delle future emissioni di rumore verificate presso i ricettori posti a nor-ovest (R1), sud-est (R2) e sud (R3).

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     Le sorgenti che caratterizzano le emissioni di rumore dell’azienda sono poste in ambiente esterno - nell’area
     di proprietà aziendale – rispetto al capannone principale; la valutazione delle emissioni considera nell’analisi
     otre a queste anche il rumore prodotto dai versi delle galline ovaiole, poste all’alterno del capannone.
     Le sorgenti caratterizzate sono:
     n. 48 ventilatori per il raffrescamento dell’aria;
     il gruppo elettrogeno;
     il chiocciare delle galline all’interno del capannone.
     La documentazione non analizza in maniera adeguata il contributo del traffico indotto e non indica il livelli
     di emissione sonora ai ricettori prodotti dal gruppo elettrogeno, sorgente funzionante secondo quanto scritto
     dal tecnico redattore, per poche ore al giorno e saltuariamente durante la settimana.
     I livelli prodotti dalle sorgenti dell’attività, riscontrati nell’analisi non producono superamenti dei limiti di
     norma di immissione, emissione e differenziali.
     Ciò nonostante si chiede di approfondire la tematica come di seguito indicato.
       -  Manca la verifica del traffico indotto dall’attività sulle strade afferenti l’area in esame. Si chiedono
          quindi, delle indicazione riferibili sui percorsi di collegamento alle strade principali usati dai mezzi
          di trasporto in ingresso e in uscita dal lotto, sul numero dei mezzi di trasporto dell’attività e sulle
          emissioni di traffico indotto (leggero e pesante) prodotte dall’attività allo scopo di valutare l’effettiva
          incidenza dei livelli incrementali prodotti dai mezzi – soprattutto pesanti – dell’attività sia per il
          periodo diurno che notturno. Tali livelli, anche come sommatoria degli effetti del traffico esterno
          all’attività saranno confrontati con i limiti delle infrastrutture stradali percorse dai mezzi di
          trasporto di cui sopra. Le vie di comunicazione afferenti l’area in esame devono essere classificate
          secondo il DPR n. 142 del 30 marzo 2004.
       -  Si ritiene opportuno verificare con rilievo fonometrico, in periodo diurno e notturno, i livelli di
          rumore residuo presso i ricettori prossimi all’area indagata posti in classe III, nonché i valori LeqA e
          L95 orari più bassi riscontrati dal monitoraggio, che saranno usati per la verifica del livello
          differenziale presso i suddetti ricettori.

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       -  Si riscontrano nelle storie temporali, dei monitoraggi effettuati per la caratterizzazione dei livelli
         residui, degli eventi relativi ad istallazioni impiantistiche sia nel periodo diurno che notturno e
         presso tutti i ricettori in analisi. Si chiede di verificare e indicare il carattere, la modalità e la durata
         del funzionamento di tali sorgenti impiantistiche, nel caso fosse opportuno si chiede di scorporare
         eventuali eventi, se da considerare anomali, dai livelli residuali per una corretta caratterizzazione di
         questi. A riguardo si riscontrano tempi di misura brevi e non adeguati per la definizione dei livelli
         di rumore delle sorgenti presenti e caratteristiche del clima residuo.

                               VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI
     Illuminazione notturna del sito
     Risulta del tutto trascurabile l'inquinamento luminoso. La gestione dei processi produttivi seguirà infatti il
     ciclo biologico degli animali, assicurando ai capi le ore di buio in concomitanza con la notte ed evitando così
     l'illuminazione notturna dei capannoni.
     Vibrazioni
     In fase di cantiere vi sarà la produzione di vibrazioni: tali vibrazioni saranno temporanee, legate alla sola
     fase di cantiere, e non si ritiene che possano avere conseguenze sugli edifici circostanti. In fase di gestione le
     vibrazioni che verranno rilasciate sull'ambiente saranno impercettibili in quanto non ci saranno attrezzature
     e impianti che ne generano.
     Radiazioni ionizzanti e non ionizzati
     Sia nella fase di cantiere che nella fase di gestione dell'allevamento non vi sarà la presenza di radiazioni o
     onde elettromagnetiche, né tanto meno vi sarà immissione nel territorio di sostanze radioattive.

                               VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
     La panoramica, dettata dal contesto agricolo-insediativo per la presenza della campagna, non viene più di
     tanto deturpata, anche per la presenza sparsa di realtà agricole nelle vicinanze. L'occupazione del suolo ha
     un carattere prettamente agricolo che ha prevalso su quello insediativo tipico dell'antropizzazione dell'uomo
     avvenuta nei secoli. Le biopersità presenti vanno dalle cortine di alberi ed arbusti (qualche gruppo di pian -
     te lungo i canali o fossi) a quelle del paesaggio agricolo soprattutto derivante dalla coltivazione estensiva di
     cereali. Gli effetti conseguenti alla realizzazione dell'opera porteranno senza dubbio una minima alterazione
     dei caratteri connotativi del paesaggio ma senza perdita e deturpazione delle risorse naturali, culturali, stori -
     che, visive e morfologiche. Nel contesto paesaggistico andranno in qualche modo modificati i valori e le qua -
     lità paesaggistiche inpiduate, in quanto l'inserimento dell'edificio porterà un'alterazione, benché minima,
     alla percezione del paesaggio. Per mitigare l'impatto visivo intorno a tutti e quattro i lati del capannone verrà
     mantenuta e piantata una siepe.
     Per incrementare la valenza paesaggistica dell’intervento, nonchè il livello di biopersità, si prescrive di in-
     tervenire sulla formazione vegetale lineare esistente lungo il lato Nord, con interventi di eliminazione delle
     specie non autoctone, quali la Robinia e di riqualificazione con l’introduzione di altre specie arboreo-arbusti -
     ve. Nella realizzazione delle fasce vegetate sugli altri tre lati, è opportuno inserire altre specie tra quelle tipi-
     che del paesaggio rurale. E’ opportuno mettere a dimora anche elementi arborei, pur di seconda–terza gran-


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     dezza, e non solo specie arbustive. Si potranno utilizzare: l’acero comune (Acer campestre), l’ontano (Alnus
     glutinosa), i salici (Salix spp.); e altre specie arbustive.
     Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
     La strada che sarà a servizio dell’allevamento è via Santa Maria, di tipo comunale, con traffico veicolare mol -
     to modesto, che si collega alla SP46 in direzione ovest. Si prevede un aumento del traffico temporaneo nella
     fase di cantiere, mentre nella fase produttiva l’aumento sarà sopratutto nella fase di carico/scarico delle mate-
     rie prime e dei prodotti coinvolti nella produzione.
     Fase di cantiere: per la realizzazione del cantiere ci sarà un aumento temporaneo del traffico veicolare da/per
     l'area che però non comporterà modifiche all'attuale assetto stradale. É infatti presente una viabilità che per-
     mette l'accesso fino all'azienda. Da sottolineare che l'aumento del traffico veicolare si concentrerà solo nella
     fase di allestimento del cantiere, quindi non si può parlare di aumento prolungato e consistente del traffico
     veicolare.
     Fase di gestione: in questa fase è previsto un aumento del traffico soprattutto nella fase di carico/scarico delle
     materie prime e dei prodotti, legato ad un aumento dei quantitativi coinvolti nella produzione. Si riporta di
     seguito il calcolo del numero di viaggi che sono necessari per lo svolgimento delle attività di gestione
     dell’allevamento.




     Si specifica che il calcolo è considerato massimo potenziale, inoltre il numero dei viaggi per i medicinali è
     stimato uno al mese, ma può variare in base alle esigenze degli animali, mentre il numero di viaggi per il riti-
     ro delle carcasse e delle uova rotte è stato stimato in base ai viaggi previsti dall'azienda confrontandosi con
     altri allevamenti già in essere. Si chiarisce che il numero dei viaggi cambia in base alle dimensioni e alla ca-
     pacità dei camion: i dati qui riportati sono relativi ai mezzi pesanti più probabili che potranno essere utiliz -
     zati. Per rendere in modo chiaro l'andamento dei viaggi, è stata fatta una rappresentazione grafica, dove
     l'intervallo temporale minimo considerato è pari a 5 giorni (72 intervalli da 5 giorni per 360 giorni all'anno).
     Di seguito si riporta la situazione post intervento.
     Il ciclo delle galline ha una durata maggiore di quella di un anno, pertanto si è valutata la situazione peggio -
     re, cioè quella in cui non è presente il vuoto sanitario, che avviene un anno si e un anno no (ogni 390-420
     giorni per circa 21-30 giorni).
                                                             Pag. 21 di 27


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     Per la pollina, che viene allontanata dall’area di stabulazione almeno ogni due giorni e scaricata in concimaia
     senza passare per l’esterno del fabbricato, l’azienda provvederà a stipulare un contratto di conferimento con
     ditte specializzate nella trasformazione o nell’utilizzo a scopi energetici (biogas), oltre che la sottoscrizione di
     atti di assenso per la concimazione organica dei terreni con aziende agricole locali. I viaggi per il trasporto
     della pollina sono stati stimati considerando la situazione peggiorativa, ovvero la vendita totale e quindi il
     ritiro tre volte la settimana. La presenza della concimaia aziendale, dimensionata in base alla capacità pro -
     duttiva dell’impianto in progetto, sarà necessaria anche per lo stoccaggio della pollina in caso di emergenze
     sanitarie o di mancato ritiro da parte della ditta di conferimento.
     Simulando un ciclo di durata annuale, nella situazione peggiore post intervento, i picchi maggiori si eviden -
     ziano all’inizio, con l’arrivo delle pollastre (14 viaggi in 5 giorni) e alla fine con l’uscita delle galline a fine
     carriera (17 viaggi in 5 giorni). Nella situazione peggiore, quindi, si avranno fino a 3/4 viaggi al giorno.
     Si specifica che il carico degli animali a fine carriera solitamente avviene durante le ore notturne, per evitare
     che gli animali si spaventino: questi viaggi pertanto non andranno ad influire sulla viabilità giornaliera delle
     strade, anche se sono stati comunque conteggiati. L'area presa in esame è a vocazione agricola e quindi, dal
     sopralluogo effettuato, già presenta un traffico legato a tale attività. Non si ritiene che l'aumento di 3,4 ca -
     mion al giorno, nella sola situazione di picco, possa ritenersi particolarmente impattante. La viabilità princi -
     pale di Isola Vicentina presenta due assi principali: l’asse Nord-Sud rappresentato dalla S.P. 46 del Pasubio
     che consente il collegamento a Nord con il Comune di Malo e a Sud con il comune di Vicenza. Quest’asse
     viene intersecato all’altezza di piazza Arasella dalla Strada Provinciale 49 che conduce al vicino comune di
     Villaverla.
     Il comune di Isola Vicentina è condizionato da flussi di mobilità sistematica per motivi di lavoro e studio,
     che vedono un maggior numero di spostamenti verso i comuni limitrofi (in particolare Schio, Thiene e Vi -
     cenza) e forti concentrazioni di traffico nelle ore di punta. Ad integrazione dello studio effettuato, si ritie-
     ne utile indicare i percorsi dei mezzi in ingresso, in uscita ed interni al lotto con le relative fasce di
     ingombro al fine di inpiduare eventuali punti diconflitto e si chiedono chiarimenti in merito alla siste-
     mazione ed adeguamento di Via Santa Maria Celeste che, allo stato attuale, presenta un fondo in terra e lar-
     ghezza di circa 4,0 m; queste caratteristiche rendono difficoltoso il transito dei mezzi pesanti e il loro even-
     tuale incrocio con altri veicoli.
     Si ritiene siano da valutare gli aspetti connessi con la sistemazione e successiva manutenzione della strada
     intercomunale che, come visionato in fase di sopralluogo, non è, allo stato, nelle condizioni di supportare il
     traffico veicolare previsto.
     Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI, FLORA, FAUNA
     Il territorio comunale di Isola Vicentina è caratterizzato da una vasta area pianeggiante in alcuni tratti inten -
     samente coltivata e interessata principalmente da seminativi e da attività di cava, da nuclei rurali, centri ur-
     bani e aree adibite a sistema produttivo-industriale. L’uso del suolo è stato fortemente condizionato
     dall’intensa antropizzazione del territorio, in particolar modo nella porzione pianeggiante del comune, occu -
     pata da seminativi. Lo sviluppo dell’attività agricola, estrattiva ed industriale ha portato alla scomparsa delle
     associazioni fitosociologiche autoctone e caratteristiche della porzione di territorio considerata.
     Per quanto riguarda, invece, la parte collinare del Comune di Isola Vicentina si puòaffermare che le trasfor -
     mazioni radicali di cui sopra, hanno agito in maniera meno spinta, in quanto la presenza dei rilievi rende
     meno agevole la logistica e non meccanizzabili molte operazioni colturali. Il territorio di Isola Vicentina pre-

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     senta una porzione collinare occupata da bosco ceduo, mentre la porzione pianeggiante è prevalentemente
     destinata all’attività agricola e all’estrazione di argilla per produzione di laterizi.
     In pianura si trovano siepi e bande boscate, vegetazione acquatica e ripariale, seminativi, incolti erbacei. An -
     che nel territorio comunale di Isola Vicentina, come nel resto della Pianura Padana, le colture a mais sono
     particolarmente estese, e caratterizzano nettamente lo spazio aperto così come gli ecosistemi. Come già det-
     to, il seminativo è in gran parte investito a mais. Molto diffusi sono anche il frumento, l’orzo e la soia. Il mais
     è spesso riutilizzato in azienda per l'alimentazione del bestiame come granella o insilato, ma trova impieghi
     anche nel settore industriale.
     Non si sono rilevate cenosi infestanti sulle colture sopraccitate, in quanto il diserbo costante limita notevol-
     mente lo sviluppo di queste specie, tra le quali si citano il panico (Panicum crus-galli) e la setaria (Setaria vi-
     ridis). La biopersità del territorio, in termini di flora e di fauna, è quindi legata essenzialmente all'attività
     antropica.
     La componente faunistica riscontrata risulta essere quella tipica degli ambienti di pianura antropizzati in cui
     sono presenti le specie caratteristiche degli spazi aperti e dei campi coltivati e, in ugual misura, le specie tipi -
     che delle cenosi forestali.
     Di seguito elenchiamo le specie animali più comuni di cui è stata documentata la presenza con osservazioni
     indirette delle tracce lasciate, integrate da materiale bibliografico. Tra gli uccelli, le specie che potenzialmente
     costituiscono la comunità ornitica, nidificante all’interno del livello superiore sono 57 (fonte: ”Atlante degli
     uccelli nidificanti nella provincia di Vicenza (Gruppo Nisoria) 1997”. Vista la mancanza di dati aggiornati, è
     possibile che alcune delle specie segnalate all’interno dell’area identificata da questa pubblicazione non si
     rinvengano a causa dei cambiamenti provocati all’ambiente di pianura da parte dell’uomo (espansione di in-
     sediamenti industriali e abitativi a scapito dell’agricoltura con conseguente scomparsa di elementi tipici del
     mondo rurale come i filari alberati e la zone incolte).
     La classe dei mammiferi è rappresentata a livello superiore da 17 specie. La forte antropizzazione dell’area di
     pianura e la relativa lontananza da biotopi naturali di una certa importanza, non permettono alla comunità
     dei mammiferi di espandersi in numero e qualità in questa porzione del territorio comunale.
     La classe degli anfibi e rettili è potenzialmente rappresentata da 5 specie di anfibi e da 8 di rettili anche se
     non si esclude la possibilità che ve ne siano altre, dal momento che i censimenti faunistici in questa zona del
     Veneto, in particolar modo riguardo rettili ed anfibi, sono pochi e frammentari. Per quanto riguarda la loro
     distribuzione le perse entità prediligono spesso gli ambienti umidi anche se, lungo tutta la durata
     dell’anno, si possono riscontrare anche in ambiti non direttamente collegati a corpi idrici.
     Per i pesci invece i corsi d’acqua Giara e Timonchio e il canale Rio Valdissera, ospitano una fauna propria. Il
     Rio Valdissera presenta caratteristiche di qualità organolettiche dell’acqua tali da ospitare i gamberi di fiume.
     Quanto riportato sopra è stato ripreso dal “Rapporto ambientale preliminare” relativo al “Piano Comunale
     delle acque di Isola Vicentina”. Lo studio citato sostiene che il comune di Isola Vicentina è dotato di una ric -
     chezza in termini di biopersità, del patrimonio della flora e della fauna, con particolare riferimento
     all'ambito collinare e nelle zone agricole più integre, specialmente in prossimità dei corsi d'acqua. Nel terri -
     torio comunale non sono presenti zone protette, Siti di Interesse Comunitario, Zone a Protezione Speciale.
     Per quanto riguarda gli habitat, non sono stati accertati casi di habitat in riduzione, né, al momento attuale,
     casi di frammentazione di ecosistemi. Alcuni ambiti sono addirittura in aumento, come la superficie a bosco,
     pertanto è palese che anche l’habitat delle specie legate all’ambiente boschivo sia in aumento.
     Riprendendo quanto accennato a proposito degli aspetti paesaggistici, si ritiene opportuno integrare gli ela-
     borati di progetto con indicazioni più corrette a riguardo degli interventi sulla siepe esistente (eliminazione
     della vegetazione infestante e/o non autoctona; introduzione di altre specie arboreo-arbustive) per incremen-
     tare i livelli di biopersità.
     Nella realizzazione delle fasce vegetate sugli altri lati, è opportuno inserire altre specie tra quelle tipiche del
     paesaggio rurale, oltre a quelle indicate (alloro, ligustro, biancospino), soprattutto appartenenti alle specie

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     arboree, pur di seconda–terza grandezza, e non solo specie arbustive. Si potranno utilizzare: l’acero comune
     (Acer campestre), l’ontano (Alnus glutinosa), i salici (Salix spp.); oltre ad altre specie arbustive.
     E’ opportuno che venga proposto un progetto esemplificativo dello schema di impianto, comprensivo di va -
     lutazioni tecnico-economiche (computo metrico-estimativo) per l’impianto e per la manutenzione dei primi
     anni.
     Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
     SALUTE UMANA
     La realizzazione del nuovo centro zootecnico può influire sulla salute umana per i seguenti aspetti: intensifi-
     cazione del traffico veicolare nella fase di cantiere (temporaneamente) e nella fase di gestione; accumulo di
     rifiuti pericolosi e non pericolosi; sviluppo di organismi indesiderati.
     ACCUMULO DI RIFIUTI PERICOLOSI E NON
     Per quel che riguarda la gestione dei rifiuti, prodotti durante la fase di allevamento, l'impianto disporrà di
     una zona di stoccaggio all’interno del magazzino uova, per i rifiuti pericolosi (medicinali scaduti o conteni-
     tori di farmaci non bonificati) e non pericolosi (imballaggi di carta, cartone e plastica). Non sono quindi pre -
     visti accumuli di nessun genere di rifiuti in ambiente aperto. Una volta all'anno i rifiuti verranno ritirati da
     ditta specializzata. Non si ritiene che tali rifiuti possano creare problemi alla salute umana.
     SVILUPPO DI ANIMALI INDESIDERATI
     Tale aspetto viene controllato con il posizionamento di trappole e/o trattamenti idonei. La scelta di un siste -
     ma di allevamento con aria forzata comporta un minor sviluppo delle mosche in quanto la pollina asciutta
     non è un substrato favorevole allo sviluppo delle larve. Inoltre la concimaia coperta e la posizione dei venti -
     latori consente alla pollina di maturare e di asciugarsi ulteriormente, evitando così problemi di fermentazio-
     ni e quindi di probabili pullulazioni di insetti.
     SCHEDA DI RISCHIO DEI DISINFETTANTI, COME AVVIENE IL LORO STOCCAGGIO E GESTIONE
     I disinfettanti che vengono impiegati nell’allevamento sono collocati, dopo ogni utilizzo, nell’apposita area
     di stoccaggio, il cui accesso non è consentito a persone esterne. I prodotti che si impiegano sono classificati
     come IRRITANTI, ma non presentano particolari pericoli o rischi nel loro utilizzo e non danneggiano
     l’ambiente in quanto altamente biodegradabili.
     EMERGENZE CHE DOVESSERO INTERESSARE L’AREA ESTERNA DELL’IMPIANTO
     In caso di emergenza la struttura organizzativa di un’azienda deve essere in grado di reagire rapidamente e
     nel modo più uniforme possibile per fronteggiare il pericolo. Il Piano di Emergenza ed Evacuazione è lo
     strumento operativo mediante il quale vengono studiate e pianificate le operazione da compiere in caso di
     emergenza, al fine di consentire un esodo ordinato e sicuro a tutti gli occupanti di un edificio. Esso tende a
     perseguire i seguenti obiettivi:
     · prevenire o limitare pericoli alle persone e all'ambiente;
     · coordinare gli interventi del personale a tutti i livelli, in modo che siano ben definiti tutti i comportamenti e
     le azioni che ogni persona presente nell’azienda deve mettere in atto per salvaguardare la propria incolumità
     e, se possibile, per limitare i danni ai beni e alla struttura dell’edificio;
     · intervenire, dove necessario, con un pronto soccorso sanitario;
     · inpiduare tutte le emergenze che possano coinvolgere l’attività, la vita e la funzionalità dell’impianto;
     · definire esattamente i compiti da assegnare al personale che opera all’interno dell’azienda, durante la fase
     emergenza.
     GESTIONE DELLA SICUREZZA
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     Il conduttore dell'azienda, o persona da lui delegata per iscritto, provvede affinché nel corso dell'esercizio
     non vengano alterate le condizioni di sicurezza e venga applicato il piano di sicurezza, di emergenza e di
     evacuazione. In particolare:
     · i sistemi di vie di uscita e di circolazione interne sono tenuti costantemente sgombri da qualsiasi materiale
     che possa ostacolare l'esodo delle persone e costituire pericolo per la propagazione di un incendio;
     · prima dell'inizio di qualsiasi attività all’interno dell’azienda viene controllata la funzionalità del sistema di
     vie di uscita e il corretto funzionamento degli impianti e delle attrezzature di sicurezza;
     · vengono mantenuti efficienti gli impianti elettrici, in conformità a quanto previsto dalle normative vigenti;
     · vengono presi opportuni provvedimenti di sicurezza in occasione di situazioni particolari, quali manuten-
     zioni e sistemazioni aziendali;
     · viene fatto osservare il pieto di fumare negli ambienti e nei posti ove tale pieto è previsto per motivi di
     sicurezza.
     Comportamento da adottare in caso di emergenza.
     Nel documento E3 di Descrizione Modalità di Gestione Ambientale si espone in forma schematica la tipolo -
     gia di emergenza che si può riscontrare nella gestione di un allevamento avicolo e i comportamenti da adot -
     tare. Sarà cura del responsabile dell'azienda far rispettare tutte le indicazioni riportate nel seguente piano e
     dare adeguata conoscenza a tutti i soggetti che operano all'interno del centro zootecnico.
     FORMAZIONE DEL PERSONALE
     Gli addetti al servizio sicurezza vengono adeguatamente informati sui rischi prevedibili, sulle misure da os -
     servare per prevenire gli incidenti e sul comportamento da adottare in caso di pericolo. In particolare, i re -
     sponsabili e gli addetti al servizio di pronto intervento aziendale sono in grado di portare il più pronto ed ef -
     ficace ausilio alle squadre di soccorso esterno in caso di incendio o altro pericolo, proprio perché coinvolti in
     prima persona nella gestione dei luoghi, dei mezzi e delle emergenze.
     In tale ottica, tutto il personale dipendente viene adeguatamente informato sui rischi prevedibili, sulle misu -
     re da osservare per prevenire gli incidenti e sul comportamento da adottare.
     In tale contesto andranno a considerare anche le valutazioni già riportate nel quadro progettuale.
     Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.
                               VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.


                   VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
                               CONCLUSIONI

     Il progetto non presenta interferenze rispetto ad altri piani, progetti o interventi in zone limitrofe.
     Il progetto risulta adeguato rispetto al fine che ci si propone di conseguire e non contrasta con i
     vincoli territoriali vigenti.
     L’analisi degli impatti ha portato a ritenere come il progetto presentasse potenzialmente taluni
     impatti significativi per l’ambiente, con conseguente necessità di prevedere specifiche prescrizioni
     mitigative e particolari modalità e frequenze di monitoraggio.
     Gli elaborati esaminati, sia per quanto riguarda la V.I.A. che per ciò che concerne l’A.I.A., sono
     stati oggetto di richiesta di integrazioni, con documentazione pervenuta considerata sufficiente
     per poter esprimere il giudizio conclusivo sul progetto.
     Considerazioni specifiche sono state svolte sugli impatti ritenuti maggiormente significativi, con
     particolare riferimento alle emissioni odorigene, all’impatto acustico e paesaggistico.

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     Non sono pervenute osservazioni ostative al progetto.
     Il parere espresso dalla Commissione è relativo sia alla procedura di Valutazione d’Impatto
     Ambientale che a quella di Autorizzazione Integrata Ambientale, ivi compresa la validazione del
     Piano di Monitoraggio e Controllo da parte dell’ARPAV.

                             Tutto ciò premesso
                         PARERE FAVOREVOLE
                all’intervento, subordinandolo alle prescrizioni di seguito citate
     1) La ditta dovrà procedere alla misurazione dell’impatto odorigeno procedendo ad effettuare uno specifico
     monitoraggio, con determinazioni ante e post operam. Le modalità operative saranno descritte in un
     progetto di dettaglio i cui contenuti, modalità e criteri saranno preliminarmente trasmessi ad Arpav per la
     raccolta di eventuali osservazioni.
     2) Preliminarmente al rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, dovrà essere presentato un PMC
     aggiornato con la previsione di un controllo periodico triennale per il monitoraggio dell’impatto odorigeno.
     3) In sede di collaudo dell’impianto dovrà essere effettuata una mirata ed accurata indagine acustica di
     verifica del rispetto del criterio differenziale e del limite di emissione, da ripetersi poi con frequenza
     triennale, e mirata ai ricettori sensibili presenti in prossimità dell’impianto;
     - le modalità di effettuazione delle misurazioni, sia con riguardo al campionamento spaziale (scelta dei punti
     di misura), sia con riguardo al campionamento temporale (scelta dei tempi di misura), saranno comunicate
     con congruo preavviso ad Arpav;
     - l’indagine dovrà essere condotta da un soggetto qualificato terzo, rispetto all’estensore dello Studio
     Previsionale di Impatto Acustico;
     - nel caso i valori non siano rispettati, dovranno essere messi in opera i correttivi necessari, mediante una
     specifica progettazione da presentarsi all’Amministrazione comunale ed ARPAV, a cui, nel frattempo,
     saranno stati comunicati i risultati delle analisi.
     4) Per quanto riguarda gli interventi di mitigazione:
     - Siepe esistente lato Nord: si ritiene preferibile intervenire con la tecnica della cercinatura, integrata
     eventualmente dalla tecnica “taglia e spennella”recentemente testata a livello tecnico-operativo anche
     nel caso ancor più problematico del contenimento dell’Ailanto(Ailanthus altissima). Le eliminazioni così
     ottenute andranno subito rimpiazzate con la messa a dimora di alberi ed arbusti di congrue dimensioni delle
     altre specie presenti (Cornus sanguinea, Salixspp., Sambucus nigra, Tilia cordata) e di quelle da utilizzare
     nelle altre messe a dimora: Acer campestre, Fraxinus ornus, Carpinus betulus.
     Occorre quindi prevedere la messa a dimora di un adeguato numero di inpidui ad integrazione della
     Robinia progressivamente eliminata, aggiornando e integrando il computo metrico indicato a pag.33 del
     Quadro Progettuale Rev011;
     - Siepi da realizzare sugli altri lati: si prescrive di utilizzare la formazione in fila doppia con piante di
     adeguata altezza(H 125-150 in media), per ottenere un intervento naturaliforme e a rapida chiusura. Da
     questo punto di vista si ritiene vada rivisto il CME relativamente alla fornitura e posa di piccoli
     alberi(acero, orniello, carpino, salice bianco) e di arbusti, in dimensione più consona.




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     5) La ditta dovrà effettuare un costante monitoraggio del progetto del verde e con frequenza almeno annuale
     vengano redatte delle relazioni allo scopo. Si dovrà prevedere di sostituire tutte quelle piante che non hanno
     attecchito o che risultino malate.
     6) Nel caso di variazioni progettuali derivanti da prescrizioni nell’ambito dell’espressione parere sanitario,
     le modifiche dovranno essere preliminarmente esaminate da questo Comitato.


     Vicenza, 21 marzo 2018

       F.to Il Segretario                                    F.to Il Presidente
      Dott.ssa Ingrid Bianchi                                  Andrea Baldisseri




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