determina

                   PROVINCIA DI VICENZA
                  Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243




               DETERMINAZIONE N° 1002 DEL 09/07/2019

                          Servizio VIA VINCA


     OGGETTO: GIUDIZIO DI COMPATIBIITA' AMBIENTALE E CONTESTUALE
     AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE AI SENSI DELL’ART.27 BIS DEL
     D.LGS. 152/2006 E S.M.E.I
     DITTA: SOCIETA’ AGRICOLA BLU S.S.
     PROGETTO: RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA DI UN INSEDIAMENTO AVICOLO
     LOCALIZZAZIONE: COMUNE DI VAL LIONA, VIA CARPANE N.4

                            IL DIRIGENTE

     Vista la documentazione presentata con nota prot. 18376 del 19-03-2018, da parte della ditta Società
     agricola Blu s.s., con sede legale ed operativa in via Carpane n.4 in comune di Val Liona, relativa al
     progetto di “ Ristrutturazione edilizia di un insediamento avicolo” richiedendo l’attivazione della
     procedura di valutazione impatto ambientale e contestuale autorizzazione integrata ambientale ai
     sensi dell’art. 27 bis del D.Lgs. 152/2006 e 11 della LR 4/2016.
     Dato atto che la suddetta istanza è relativa ad una tipologia ricompresa alla parte II del Decreto
     Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 – ac) Impianti per l’allevamento intensivo di pollame o di suini
     con più di:
     - 85000 posti per polli da ingrasso, 60000 per galline;
     - 3000 posti per suini da produzione (di oltre 30 kg);
     - 900 posti per scrofe.
     Tenuto conto che la procedura di valutazione impatto ambientale e contestuale autorizzazione
     integrata ambientale rientra tra le competenze inpiduate in capo alla Provincia dalla Legge
     Regionale n. 4/2016 (Allegato A e B), con riferimento alla tipologia degli interventi, come
     inpiduati dall’Allegato III alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 del D.Lgs. 152/2006.
     Tenuto conto altresì che per l'istanza richiamata, l'avvio del procedimento e l'attività istruttoria in
     materia di VIA e di AIA si svolgono in maniera unificata attraverso il coordinamento delle perse
     disposizioni in materia, come previsto dall'art.10 c.2 D.Lgs. 152/2006.
     Dato atto che, ai sensi dell’art.27-bis del D.Lgs. 152/2006 :
     - con nota prot. 21482 del 29-03-2018 è stata data comunicazione di avvio procedimento e di
     avvenuta pubblicazione della documentazione sul proprio sito provinciale agli enti interessati per le
     opportune valutazioni di competenza;
     - con nota prot. 14770 del 13-03-2019 è data comunicazione agli enti interessati dell’avvenuta
     attivazione della fase di consultazione con la pubblicazione, sul proprio sito web e nella medesima
     data del 21-11-2017, dell’avviso di cui all’art. 23 c.1 lettera e) del D.Lgs. 152/2006 chiedendo al
     comuni di Val Liona, ai sensi di quanto disposto dall’art. 27.-bis, comma 4, di dare informazione nel
     proprio albo pretorio informatico della pubblicazione del suddetto avviso.



copia informatica per consultazione
     Tenuto conto che sono pervenute, ai sensi dell'art. 27 bis c.4 del D.Lgs. n. 152/2006, le osservazioni
     del Comune di Val Liona con nota agli atti prot. 26296 del 13/05/2019, trasmessa al proponente per
     le considerazioni di pertinenza, con nota n.27336 del 16-05-2019.
     Dato atto che il Comitato tecnico provinciale VIA, nella seduta del giorno 04-07-2019, ha disposto
     la compatibilità ambientale del Progetto presentato con le prescrizioni/raccomandazioni contenute
     nel parere 15/2019 allegato al presente provvedimento per costituirne parte integrante e sostanziale.
     Ritenuto di far proprie le citate prescrizioni al fine di mitigare gli impatti ambientali e monitorare
     nel tempo la situazione aziendale.
     Dato atto che al rilascio dell'Autorizzazione Integrata Ambientale provvederà il dirigente del Settore
     Ambiente.
     Dato atto che il provvedimento, ai sensi dell'art.26 c.4 del D.Lgs. 152/2006, sostituisce o coordina
     tutte le autorizzazioni, intese, concessioni, licenze, pareri, nulla osta e assensi comunque dominanti
     in materia ambientale, necessari per la realizzazione e l'esercizio dell'opera o dell'impianto.
     Visto che il presente provvedimento viene emanato nel rispetto della tempistica prevista dal
     succitato D.Lgs. 152/2006 e dal Regolamento sui procedimenti amministrativi di competenza della
     Provincia di Vicenza (Deliberazione di Consiglio n.37/2014) che è di giorni 270 (ID 179).
     Visti:
       • il D.Lgs. n.152/ 2006 “Norme in materia ambientale” e s.m.i.;
       • la D.G.R. n. 1539 del 27/9/2011 "Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 aprile
         2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, a norma dell'articolo 12 della legge 18
         giugno 2009, n. 69. Disposizioni applicative”;
       • la L.R. 4/2016 “Disposizioni in materia di valutazione di impatto ambientale e di
         competenze in materia di autorizzazione integrata ambientale”
     Visti gli artt. 151 comma 4 e 107 del D.Lgs. n. 267/2000.
     Richiamata la Deliberazione del Consiglio Provinciale n.2 del 10/01/2019 con la quale è stato
     approvato il Bilancio di Previsione 2019-2021.
     Richiamato altresì il Decreto Presidenziale n. 11 del 31/01/2019 con cui è stato approvato il Piano
     Esecutivo di Gestione 2019/2021 e il Piano Performance 2019/2021;

                         DETERMINA

      1. il giudizio favorevole di compatibilità ambientale con contestale autorizzazione e
        approvazione progetto della ditta Società agricola Blu s.s., con sede legale ed operativa in
        via Carpane n.4 in comune di Val Liona, relativa al progetto di “ Ristrutturazione edilizia di
        un insediamento avicolo” con le prescrizioni riportate nel parere 15/2019, allegato alla
        presente determinazione per costituirne parte integrante e sostanziale.
      2. Di dare atto che:
        a) la procedura di valutazione dell'impatto ambientale, ai sensi dell'art. 27 bis del D.Lgs. n.
        152/06, dovrà essere reiterata qualora il progetto non venga realizzato entro cinque anni
        dalla pubblicazione;
        b) il presente provvedimento si riferisce al progetto così come pervenuto, con le successive
        integrazioni presentate; eventuali variazioni progettuali dovranno essere sottoposte a
        preventiva valutazione;
        c)    il   presente   provvedimento    sostituisce,   ad    ogni   effetto,
        visti/pareri/concessioni/autorizzazioni di competenza di organi regionali, provinciali e
        comunali necessari per la realizzazione del progetto, ad esclusione del titolo edilizio che la
        ditta rimane impegnata ad acquisire, nonché eventuali ulteriori autorizzazioni previste
        dall'ordinamento in capo ad autorità perse da quelle richiamate.
        d) l'efficacia del presente provvedimento è subordinata all'avvenuta emissione del titolo




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         edilizio collegato e l'approvazione del progetto non costituisce variante allo strumento
         urbanistico comunale;
         e) verrà demandato al Dirigente del Settore Ambiente il rilascio dell'Autorizzazione
         Integrata Ambientale in materia di allevamenti
        3. Di prescrivere che :
         f) nella fase realizzazione del progetto dovrà essere sempre garantita la sicurezza per la
         salute degli addetti ai lavori, dei cittadini e la salvaguardia dell’ambiente circostante;
         g) il proponente, per gli adempimenti di cui all'art. 28 del D.Lgs. 152/06, dovrà trasmettere
         un resoconto annuale dei monitoraggi, entro il 30/04 a partire dall’anno successivo avvio
         dell'impianto, redatto secondo modalità da definirsi con il Servizio V.I.A. Provinciale;

                          INFORMA CHE
     Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso giurisdizionale al T.A.R. (Tribunale
     Amministrativo Regionale) del Veneto entro 60 giorni dal ricevimento, ovvero ricorso straordinario
     al Capo dello Stato entro 120 giorni.
     La documentazione oggetto dell’istruttoria è visionabile presso il Settore Ambiente- Ufficio VIA
     della Provincia di Vicenza, contra' Gazzolle n. 1, Vicenza.
     Di dare altresì atto che:
     - il presente provvedimento sarà pubblicato sul sito web provinciale www.provincia.vicenza.it;
     - la ditta dovrà pubblicare sul Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto il presente
     provvedimento concordato preventivamente con gli Uffici provinciali, nel quale sarà indicata
     l’opera, l’esito del provvedimento e i luoghi ove lo stesso può essere consultato nella sua
     interezza;
     - dalla data di pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione decorrono i termini per eventuali
     impugnazioni in sede giurisdizionale da parte di soggetti interessati, nonché per le scadenze di cui al
     precedente punto 1);
     - la presente deliberazione non comporta spese, minori entrate, né riflessi diretti o indiretti sulla
     situazione economico-finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai sensi art 49 del   TUEL
     come modificato dal DL 174/12).
     Il presente provvedimento viene trasmesso alla ditta e allo studio di consulenza, , ad ARPAV,
     all’ULss Berica n.8, al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo- soprintendenza per
     le Provinciie di Verona, Vicenza e Rovigo, all’Unità organizzativa Forestale ovest, ad AVEPA
     Agli Enti si ricorda la rispettiva competenza in materia di vigilanza e controllo ai sensi delle vigenti
     norme, con particolare riferimento alle competenze comunali in materia di edilizia.
     Di dare mandato al Responsabile del procedimento alla pubblicazione nel sito istituzionale ai sensi
     e per gli effetti D.L. 33/2013

     Vicenza, 09/07/2019

                                     Sottoscritta dal Dirigente
                                      (MACCHIA ANGELO)
                                       con firma digitale


     ---
     Responsabile del Procedimento: Andrea BALDISSERI




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                DETERMINAZIONE N° 1002 DEL 09/07/2019


     OGGETTO: GIUDIZIO DI COMPATIBIITA' AMBIENTALE E CONTESTUALE
     AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE AI SENSI DELL’ART.27 BIS DEL
     D.LGS. 152/2006 E S.M.E.I
     DITTA: SOCIETA’ AGRICOLA BLU S.S.
     PROGETTO: RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA DI UN INSEDIAMENTO AVICOLO
     LOCALIZZAZIONE: COMUNE DI VAL LIONA, VIA CARPANE N.4




                   CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE


     Si certifica che copia della presente determinazione è pubblicata all'albo pretorio di questa
     Provincia per 15 giorni dal 10/07/2019.


     Vicenza, 10/07/2019




                                    Sottoscritto dall'addetto alla pubblicazione
                                       (BERTACCHE CRISTINA)
                                          con firma digitale




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                      AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
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                Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA




                    Società Agricola Blu S. S.
                           PARERE N. 15/2019

     Oggetto: aumento del numero massimo di capi allevabili.
     PROPONENTE:          Società Agricola Blu S.S.
     SEDE LEGALE:          Via Carpane n. 4, Loc. S.Germano dei Berici – Val Liona
     SEDE INTERVENTO:        Via Carpane n. 4, Loc. S.Germano dei Berici – Val Liona
     TIPOLOGIA ATTIVITÀ:      Allevamento intensivo di pollame
     PROCEDIMENTO:         Valutazione di Impatto Ambientale ed Autorizzazione Integrata Ambientale
     MOTIVAZIONE V.I.A:       ALLEGATO III alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - ac) Impianti
                    per l'allevamento intensivo di pollame o di suini con più di:
                    - 85000 posti per polli da ingrasso, 60000 per galline;
                    - 3000 posti per suini da produzione (di oltre 30 kg) o
                    - 900 posti per scrofe.
     COMUNE INTERESSATO:      \\\
     DATA DOMANDA:         19 marzo 2018
     DATA PUBBLICAZIONE:      13 marzo 2019
     DATA INTEGRAZIONI:       07 giugno 2019

     DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
      - Dichiarazione valore delle opere.
      - Elenco autorizzazioni.
      - Introduzione alla VIA.
      - Quadro programmatico.
      - Quadro progettuale.
      - Quadro ambientale.
      - Modellizzazione delle dispersioni in atmosfera.
      - Sintesi non tecnica SIA.
      - Valutazione di Incidenza Ambientale.
      - Allegati alla VINCA.
      - Valutazione previsionale di impatto acustico.
      - Valutazione della compatibilità geologica.
      - Relazione Geologica.
      - Piano preliminare utilizzo in sito delle terre e rocce da scavo.
      - Relazione Geologico – idrogeologica.
      - Planimetrie aziendale stato attuale.
      - Planimetrie aziendale stato di progetto.
      - Planimetria Mitigazioni arboree - stato attuale.
      - Planimetria Mitigazioni arboree - stato di progetto.
       DOCUMENTI PER L'AIA
      - Atto notorio AIA.
      - Calcolo tariffa AIA.
      - Elenco allegati AIA.
      - Scheda A.
      - A10 Certificato della camera di commercio.
      - A11 Documenti comprovanti la titolarità.
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      -  A13 Estratto CTR scala 1:50.000.
      -  A 14 Mappa catastale scala 1:2.000.
      -  A 15 Pianificazione comunale.
      -  A 16 Zonizzazione acustica comunale.
      -  A 17 Autorizzazioni edilizie.
      -  A 18 Concessione per derivazione acqua.
      -  A 20 Autorizzazione emissioni in atmosfera.
      -  A 21 Autorizzazione gestione rifiuti.
      -  A 23 Parere di compatibilità ambientale.
      -  A 24 Relazione sui vincoli urbanistici.
      -  A 26 Accasamenti animali.
      -  Scheda B.
      -  B 18 Relazione processi produttivi.
      -  B19-B23 Planimetria aziendale stato attuale.
      -  B24 Valutazione Previsionale impatto acustico (documento cartaceo allegato al VIA).
      -  Scheda C.
      -  C 6 Nuova relazione tecnica.
      -  C 7 Schema a blocchi.
      -  C9-C12 Planimetria aziendale stato di progetto.
      -  Scheda D.
      -  Allegati D6 D7 D8 D9 D10 D11 D12 D13 D14.
      -  BAT e Sistema di Gestione Ambientale.
      -  Scheda E.
      -  E3 Descrizione delle modalità di gestione.
      -  E4 piano di monitoraggio e controllo.
      -  Sintesi non tecnica AIA.
        Permesso a costruire
      -  Richiesta di permesso a costuire.
      -  Relazione tecnica - progettista.
      -  Documentazione fotografica.
      -  Relazione agronomico urbanistica.
      -  Tabelle delle superfici e volumi.
      -  Inquadramento urbanistico comunale - stato attuale.
      -  Capannone 1 - stato attuale.
      -  Capannone 1 - stato di progetto.
      -  Capannone 2 - stato attuale.
      -  Capannone 2 - stato di progetto.
      -  Capannone 3 - stato attuale.
      -  Capannone 3 - stato di progetto.
      -  Capannone 4 - stato attuale.
      -  Concimaia - stato di progetto.
      -  Capannone 4p - stato di progetto.
      -  Planimetra aziendale -stato attuale (allegato al VIA).
      -  Planimetra aziendale - stato di progetto (allegato al VIA).
      -  Planimetra Mitigazioni arboree - stato attuale (allegato al VIA).
      -  Planimetra Mitigazioni arboree - stato di progetto (allegato al VIA).
        Autorizzazione paesaggistica
      -  Relazione paesaggistica.
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         Parere ULSS
       -  Parere igienico sanitario.
       -  Relazione tecnica.

                        PREMESSE ED UBICAZIONE
     Il progetto previsto consiste nella conversione del centro zootecnico da allevamento di tacchini ad alleva -
     mento di polli da carne.
     L’attività si articola su quattro capannoni avicoli ed una concimaia scoperta; la ventilazione era di tipo natu -
     rale e ogni capannone era privo di sistemi di raffrescamento, la superficie allevabile complessiva era di 4.530
     mq; la ditta è attualmente autorizzata per allevare un numero di capi inferiore a 40.000 polli ed intende acca-
     sare alla massima potenzialità, pari a 99.656 polli, sui quattro capannoni, per una superficie allevabile totale
     di 4.530 mq.
     La ditta intende, quindi, convertire l’intero centro zootecnico e contestualmente migliorarne l’aspetto tecno-
     logico comportando quindi una generale ristrutturazione e garantendo maggiore benessere animale e mag-
     gior produttività aziendale.
     In particolare, saranno tecnologicamente migliorati i capannoni n° 1-2-3, mentre l’attuale capannone n°4 sarà
     ridotto in dimensioni e ristrutturato per la conversione a concimaia; la superficie di questo capannone, che
     verrà dismesso, sarà utilizzata per la realizzazione di un nuovo capannone avicolo (n°4p), in vicinanza a
     quelli già esistenti.
     Il progetto prevede, in particolare, il mantenimento delle strutture statiche di tre edifici e la rilocalizzazione
     del quarto in posizione persa in modo da concentrare le strutture attorno ad un unico piazzale di servizio
     in quanto il quarto capannone venne costruito in maniera piuttosto isolata e porrebbe, se mantenuto, proble-
     mi di gestione sia dal punto di vista viario interno che di ristrutturazione condizionata da un’insolita forma
     planimetrica.
     L’allevamento è localizzato nel Comune di Val Liona - Loc. San Germano dei Berici, prossima a Via Cavallo
     e l’area di intervento ricade all’interno del SIC IT3220037 “Colli Berici” che si trova nella pianura veneta, in
     un contesto fortemente antropizzato.
     L’area nel P.I. è in parte: Aree di riqualificazione e riconversione (1c), Zona C2 prevalentemente residenziale
     di nuova espansione, Zona agricola E.




                                                             Pag. 3 di 27


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                              Ortofoto del sito

                QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO

     STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
     Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
     • Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
     • Piano Territoriale Provinciale di Coordinamento (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
     • Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di San Germano dei Berici;
     • Piano degli Interventi (P.I.) del Comune di San Germano dei Berici;
     • Piano Regionale di Tutela delle Acque;
     • Piano d’area dei Monti Berici;
     • Rete Natura 2000.
     I riferimenti programmatici sopra indicati rappresentano un quadro generale sufficientemente descritto; si
     ritengono, tuttavia, necessari alcuni approfondimenti per analizzare le specifiche sensibilità inpiduate,
     mettendole in rapporto con l’intervento proposto:
     - relativamente al P.T.R.C. adottato (variante paesaggistica) non si fa cenno nello S.I.A all'Analisi degli ambiti
     di paesaggio (Atlante dei Paesaggi del Veneto);
     - lo S.I.A., nell’analisi della tavola del P.I. relativi ai vincoli (El. 1.1.A Intero territorio comunale – Vicoli)
     indica che tutta l’area è inpiduata come “Ambiti naturalistici di livello regionale”, ma non approfondisce
     la problematica, asserendo che, “in considerazione dei vincoli ambientali esistenti, l’azienda dovrà
     necessariamente ottemperare alla tutela”.
     Per quanto riguarda il Piano di area dei Monti Berici, invece, lo S.I.A. analizza:
     - la Tav. 4.5 Sistema relazionale della cultura e dell’ospitalità inpiduando, all’intrno dell’area interessata, i
     due percorsi a) Percorso ambientale n. 15 del Gualivone, Minte della Croce (Sossano); b) Percorso storico
     testimoniale n. 9 di Villa dal ferro; ma non dimostra analiticamente che, con la soluzione progettuale
     proposta, non sono stati manomessi gli elementi caratterizzanti le perse tipologie di percorso e che non
     sono previsti interventi che possono alterare la qualità ambientale degli ambiti pertinenti i beni che
     connotano i percorsi;

                                                             Pag. 4 di 27


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     - la Tav. 2.13 Sistema delle fragilità, indicando che all’interno dell’area interessata è presente una All’interno
     dell’area interessata è presente una “dolina a ciotola”ma non dimostra che non sono previste attività o
     interventi che possano provocare distruzione, danneggiamento o compromissione dello stato dei
     luoghi. Non si dimostra altresì che interventi proposti migliorano la gestione dell’ambiente o sono
     comunque legati all’esercizio delle tradizionali attività e utilizzazioni compatibili. Si dovrà comunque
     approfondire il fatto che, come asserito nello S.I.A. non sono previsti spargimenti di liquami zootecnici e di
     fanghi nella fascia di almeno 10 mt. dal bordo esterno delle doline.
     Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                            VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

                  QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
     DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
     Il centro zootecnico in allevamento di tacchini è dotato di quattro capannoni avicoli ed una concimaia
     scoperta. La ventilazione è di tipo naturale e ogni capannone è privo di sistemi di raffrescamento, la
     superficie allevabile complessiva era di 4.530 mq.
     La ditta intende convertire l’intero centro zootecnico e contestualmente migliorarne l’aspetto tecnologico
     comportando quindi una generale ristrutturazione del Centro, garantendo maggiore benessere animale e
     maggior produttività aziendale.
     In linea generale saranno quindi tecnologicamente migliorati i capannoni n° 1-2-3, mentre l’attuale
     capannone n°4 sarà ridotto in dimensioni e ristrutturato per la conversione a concimaia.
     La superficie di questo capannone che verrà dismesso, sarà utilizzata per la realizzazione di un nuovo
     capannone avicolo (n°4p), in vicinanza a quelli già esistenti.
     L’intero centro zootecnico sarà dotato di impianto a ventilazione forzata, sistema cooling e sistemi di
     abbattimento polveri.




                     Planimetria del centro zootecnico allo stato post intervento

                                                             Pag. 5 di 27


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     L’intervento previsto è sui quattro capannoni esistenti. Il progetto prevede, in particolare, il mantenimento
     delle strutture statiche di tre edifici e la rilocalizzazione del quarto in posizione persa in modo da
     concentrare le strutture attorno ad un unico piazzale di servizio. In particolare sono previsti i interventi qui
     di seguito descritti.
     • Capannone n°1 Superficie 1.059 mq
     - Sostituzione delle finestrature con altrettante a controllo dell’illuminazione interna;
     - Inserimento del sistema di controllo dell’illuminazione interna artificiale;
     - Inserimento del sistema di controllo dell’aereazione interna;
     - Nuova controsoffittatura, parzialmente delle pareti e ingressi;
     - Riscaldamento a GPL.
     • Capannone n°2 Superficie 1.332 mq
     - Sostituzione delle finestrature con altrettante a controllo dell’illuminazione interna;
     - Inserimento del sistema di controllo dell’illuminazione interna artificiale;
     - Inserimento del sistema di controllo dell’aereazione interna;
     - Nuova controsoffittatura, parzialmente delle pareti e ingressi;
     - Riscaldamento a GPL.
     • Capannone n°3 Superficie 1.170 mq
     Per questa struttura è prevista la riduzione e rifedinizione planimetrica della superficie di stabulazione
     originaria in maniera da renderla più efficiente per il controllo del microclima interno; per il resto si
     ripetono i precedenti interventi:
     - Sostituzione delle finestrature con altrettante a controllo dell’illuminazione interna;
     - Inserimento del sistema di controllo dell’illuminazione interna artificiale;
     - Inserimento del sistema di controllo dell’aereazione interna;
     - Nuova controsoffittatura, parzialmente delle pareti e ingressi in pannelli prefabbricati e preverniciati;
     - Riscaldamento a pavimento con un generatore di aria calda da utilizzare in caso di emergenza (sistema
     innovativo).
     • Capannone n°4 Superficie 969 mq
     L’attuale capannone n°4 è situato attualmente alquanto defilato e presenta una insolita conformazione
     planimetrica per cui il progetto intende intervenire con il recupero della superficie di stabulazione in un
     sedime vicino alle strutture sopra descritte con canonica forma rettangolare.
     Il nuovo capannone (4p) che così si propone è previsto con struttura metallica su basamento di calcestruzzo
     armato. In particolare si prevede l’adozione di una platea di fondazione, telaio in elevazione con copertura a
     due falde in acciaio zincato e tamponature in pannelli prefabbricati e preverniciati di lamiera d’acciaio con
     interposto poliuretano espanso. Le finestrature sono previste con telaio d’alluminio e policarbonato
     alveolare e le aperture con intelaiature sempre metallica e pannelli identici alle tamponature.
     L’illuminazione interna e l’aereazione viene prevista con controllo impiantistico caratterizzato dalla miglior
     tecnologia attualmente disponibile in ottemperanza alle disposizioni in materia del benessere degli animali.
     Il progetto infine intende recuperare parzialmente il vecchio edificio per destinarlo a deposito temporaneo
     della pollina.
     Gli interventi che s’intendono operare su questa struttura, in particolare sono i seguenti:
     - demolizione totale della parte più ad est;
     - demolizione della copertura della parte a sola superficie di stabulazione adiacente ai vani di servizio;
     - restauro della pavimentazione e paretine laterali;
     - installazione di una struttura metallica leggera per la copertura con telone in PVC.
     DESCRIZIONE DEL CICLO DI PRODUZIONE
     L'azienda effettua cicli tutto-pieno, tutto-vuoto all'interno di ogni singolo capannone, con periodi di vuoto
     sanitario di circa 21 giorni.

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     Gli animali che saranno impiegati nella produzione del pollo da carne appartengono alla specie Gallus
     gallus.
     L’evoluzione del settore ha visto il graduale passaggio dall’utilizzo di razze specializzate da carne, a
     cosiddetti “ibridi commerciali”, che sfruttano il vigore ibrido (eterosi).
     L’Italia è completamente dipendente dalle multinazionali estere per la fornitura di ibridi commerciali nel
     settore avicolo.
     Per la massima produttività ed efficienza la moderna avicoltura si è indirizzata verso la produzione della
     categoria che possiede il ciclo di allevamento più corto (broilers) che, in base al peso di macellazione
     raggiunto, si distingue in:
        pollo leggero, del peso di 1,7 kg e durata ciclo di 36-38 giorni;
        pollo medio, del peso di 2,3-2,7 kg e ciclo di 47-53 giorni;
        pollo pesante, del peso di 3,2-4,0 kg e ciclo di 58-65 giorni.
     Nell'allevamento in esame sono prodotti capi della categoria pollo leggero (femmine) e medio (maschi). I
     capi che raggiungono i 50-55 gg di ciclo avranno un peso medio di fine ciclo pari a circa 3 kg. L'azienda in
     media effettua 5-6 cicli all’anno.
     ANALISI DEI SINGOLI PROCESSI
     Di seguito si riporta un diagramma di flusso che schematizza i persi processi produttivi.




     Di seguito vengono riportati i singoli processi di produzione e le tecniche produttive confrontandole con le
     BAT proposte dalle “Linee Guida per l'identificazione delle Migliori Tecniche Disponibili pubblicate sulla
     Gazzetta Ufficiale del 31/05/2007”.
     Accasamento dei capi. L'Autorizzazione Integrata Ambientale AIA, prevede che venga determinata la
     capacità produttiva massima dell'impianto da autorizzare. La circolare del 13 luglio 2004 del Ministero
     dell'Ambiente e della Tutela del territorio (circolare interpretativa in materia di prevenzione e riduzione
     integrate dell'inquinamento, di cui al D.Lgs n. 372 del 4 agosto 1999, con particolare riferimento all'allegato I)
     definisce il concetto di capacità produttiva come la capacità relazionabile al massimo inquinamento potenziale
     dell'impianto. Nel caso degli allevamenti zootecnici questa deve essere determinata dal numero massimo di
     posti disponibili in condizioni di piena utilizzazione delle superfici utili di stabulazione, escludendo corsie
     di alimentazione, aree di servizio, ecc.



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     Potenzialità massima allevabile L'azienda dispone di 4 capannoni avicoli per una superficie utile totale pari a
     4.530 mq; considerando una densità allevabile di 22 capi/mq, l’allevamento può raggiungere 99.656 capi
     accasabili per ciascun ciclo.
     Nell'allegato A26 della domanda di autorizzazione si riporta la tabella dei dati tecnici relativi agli
     accasamenti in cui sono riportati i valori di presenza media, numero di capi accasati, peso vivo allevato e
     peso medio per singolo ciclo.
     Fase di produzione – ingrasso. Gli animali accasati verranno allevati a stabulazione libera su lettiera
     (trucioli di legno e/o paglie e/o lolla di riso); vengono inseriti ad un'età di 1 giorno (peso vivo di 30-35
     grammi) e rimangono per un periodo variabile a seconda delle esigenze di mercato.
     La dieta aziendale viene seguita da tecnici specializzati per ridurre l'emissione di azoto e il costo di
     alimentazione. In questa fase i capi vengono nutriti con apposito mangime tarato rispetto alle loro esigenze.
     La ditta impiega dai tre ai cinque tipi di mangimi a contenuto decrescente di proteine per massimizzare
     l’indice di conversione e limitare al massimo le perdite di azoto nelle deiezioni e quindi nell’ambiente. Tale
     metodo è riconosciuto come MTD codice 2.1: alimentazione per fasi.
     L'alimentazione e l’abbeveraggio dei capi avviene attraverso un impianto collegato direttamente ai silos, i
     capannoni sono coibentati per evitare eccessivi innalzamenti delle temperature nei periodi più caldi (estate)
     e ridurre le perdite di calore durante il periodo invernale (riscaldamento).
     L'allevamento avicolo viene riscaldato con modalità perse:
        Capannoni 1-2: generatori ad aria calda alimentati a GPL in numero di due per ciascun capannone
          con potenza unitaria di 15.000 kcal
        Capannone n°3: riscaldamento a pavimento alimentato da una caldaia a pellet. Vi sarà un generatore
          da 60.000 Kcal da utilizzare in caso di emergenza, alimentato da una caldaia a pellet (sistema
          innovativo, impianto pilota per la richiesta di brevetto pertanto soggetto a segreto industriale, con
          predisposizione per l’eventuale locazione di un ulteriore generatore)
        Capannoni 4p: generatori ad aria calda alimentati a GPL in numero di due per ciascun capannone
          con potenza unitaria di 30.000 kcal.
     L’aereazione e l’illuminazione dell’area di stabulazione è garantita da finestrature laterali. Il rifornimento
     idrico viene garantito dal pozzo aziendale o da acquedotto, l’acqua serve per abbeveraggio e pulizia delle
     strutture e delle attrezzature
     Durante la fase di stabulazione gli animali vengono sottoposti, con cadenze fissate dai veterinari del
     soccidante, a profilassi vaccinale, contro le patologie più diffuse. I trattamenti vengono effettuati attraverso
     le linee di somministrazione dell’acqua per tempi prestabiliti.
     Il centro zootecnico ha quindi ventilazione naturale con pavimento interamente ricoperto da lettiera.
     Per rispettare le norme minime per la biosicurezza negli allevamenti avicoli (Ordinanza 3 dicembre 2010
     Ministero della Salute), sono stati presi i seguenti accorgimenti a livello strutturale:
     1) I locali di allevamento sono dotati di:
     - pavimento in cemento per facilitare le operazioni di pulizia e disinfezione;
     - pareti e soffitti lavabili;
     - attrezzature lavabili e disinfettabili;
     - reti antipassero su tutte le aperture
     I capannoni sono anche dotati di chiusure adeguate.
     L’allevamento ha:
        un cancello all'ingresso dell'azienda e recinzione lungo tutto il perimetro aziendale ;
        piazzole di carico e scarico dei materiali d'uso e degli animali posizionate agli ingressi dei
          capannoni, lavabili, disinfettabili e di dimensioni minime pari all'apertura del capannone, dotate di
          un fondo solido;


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          una superficie larga un metro lungo tutta la lunghezza esterna del capannone mantenuta sempre
          pulita;
         aree di stoccaggio di materiali dotate di chiusure di protezione;
         una zona filtro dotata di spogliatoio, lavandini e detergenti all'ingresso di ciascun capannone.
     Sarà prevista una dotazione di calzature e tute specifiche e su ogni area saranno affissi cartelli di pieto di
     accesso agli estranei; attrezzature per l'allevamento e il carico/scarico; uno spazio per il deposito temporaneo
     dei rifiuti.
     Come riportato nella D.G.R.V. n° 1105 del 28 aprile 2009 si precisa che le emissioni provenienti dal reparto di
     stabulazione sono da considerarsi sempre di tipo non convogliato anche se convogliate con ventilatori. Il
     flusso d’aria di ricambio dei capannoni avicoli non è convogliato, né convogliabile, e non sono ipotizzabili
     impianti di abbattimento degli inquinanti. Il consumo energetico dell'allevamento è dato dal funzionamento
     dei sistemi di illuminazione, di ventilazione, di distribuzione di mangime e acqua e dal riscaldamento dei
     capannoni.
     Gli operai provvedono a verificare giornalmente il corretto funzionamento dei persi impianti
     (distribuzione mangime/acqua, riscaldamento, ventilazione, ecc.) e allontanare i capi morti.
     In questa fase l'azienda produce i seguenti rifiuti:
     - contenitori vuoti dei prodotti farmaceutici impiegati (circa 10 kg all’anno)
     - carcasse dei capi morti
     - imballaggi vari (prevalentemente plastica, stimati in circa 800 kg all’anno)
     I rifiuti vengono ritirati e smaltiti da una ditta esterna.
     Tale tipologia di allevamento, comune per tutti gli avicoli da carne, viene riconosciuta come:
     MTDcodice 4.3.2: Ricoveri con ottimizzazione dell’isolamento termico e della ventilazione (anche artificiale),
     con lettiera integrale e abbeveratoi.
     Fase di carico dei capi Al raggiungimento del peso vivo richiesto dal mercato gli animali vengono caricati su
     camion e trasportati al macello. Il caricamento viene eseguito dal trasportatore; le gabbie vengono poi
     collocate sui camion. In questa fase non ci sono particolari problematiche ambientali.
     Rimozione della pollina Al termine del ciclo produttivo, a seguito del carico degli animali, viene rimossa la
     lettiera esausta (pollina). Tale materiale è costituito prevalentemente dai residui di lettiera (paglia o
     segatura) e dalle deiezioni animali.
     La produzione annua di pollina viene calcolata in base alle quantità di effluenti definite per capo e per anno
     dalla Dgr 1835/2016. Si considera la presenza media di tacchini maschi di 105 gg di età con la cui produzione
     di pollina è di 0,0558 mc/capo/anno.
      Tacchini     Numero     N° cicli/anno    Presenza     Peso medio/     Peso medio     pollina mc/anno
              capi/ciclo             media annua      capo       vivo annuo
                                                     (ton)

       33 kg/mq      33.977         2,9      26.049        9 kg         117        1.454


     La lettiera viene asportata con il trattore con la pala e viene totalmente venduta a ditte esterne. La pollina
     prodotta presenterà un'umidità variabile tra il 20 % e il 35 %, con un peso specifico medio di 0,6-0,7 t/mc. Ai
     sensi del regolamento CE 1774/2002 la pollina può essere classificata come sottoprodotto di origine animale
     e come tale viene ritirata. La pollina viene infatti venduta interamente a ditte esterne, tuttavia la Società è
     dotata di una concimaia prossima al Capannone n° 2 in posizione Nord-Ovest.
     Pulizia e disinfezione delle strutture dell'allevamento
     Nel corso del vuoto sanitario si susseguono quindi tutte quelle operazioni atte al risanamento degli ambienti
     in vista del ciclo successivo. Successivamente al carico dei capi l'allevamento effettua un vuoto sanitario di
     minimo 7 giorni, durante il quale viene eseguita la pulizia dei capannoni. Questa consiste nell'asportazione

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     della lettiera attraverso sistemi di raschiatura con trattrice e pala, eliminazione del materiale più fine con
     scopatrice meccanica. Non vi sarà pulizia con acqua.
     Si procede quindi alla disinfezione di tutti i fabbricati. Il prodotto disinfettante viene preparato secondo le
     indicazioni riportate della casa produttrice. La prima fase comporta la sua introduzione all'interno del
     sistema di distribuzione del mangime e di quello di abbeveraggio, dove viene lasciato agire mentre si
     procede alla disinfezione delle superfici del capannone. Si passa quindi alla nebulizzazione su tutte le
     superfici (pavimenti, pareti, tetto) già pulite, a partire dall'alto verso il basso, con un atomizzatore. In questa
     fase tutte la aperture del capannone rimangono chiuse, per impedire l'uscita di eventuali vapori e ridurre
     quindi l'efficacia dell'intervento. Il prodotto viene lasciato agire fino alla completa evaporazione, in genere
     per un paio di giorni. Si prosegue quindi con la calata degli impianti. In questa fase non vi è la produzione di
     acque reflue, non c'è quindi raccolta di acque che sono venute a contatto con prodotti chimici (detergenti,
     sanificanti ecc).
     A conclusione dell'istruttoria per la parte di AIA sono da richiedere le seguenti integrazioni.
     A - Occorre conoscere la ragione sociale della ditta soccidante e delle aziende che asportano le lettiere
     esauste, i vari tipi di rifiuti, le carcasse dei capi deceduti.
     B - Bisogna dichiarare il numero preciso e le capacità dei serbatoi di GPL, nonché produrre i relativi
     Certificati prevenzione incendi (o almeno le SCIA ai fini della sicurezza antincendio, presentate e vidimate
     dal Comando provinciale dei Vigili del fuoco); medesimo certificato oppure SCIA per il gruppo elettrogeno
     a servizio dell'installazione.
     C - Per il pozzo utilizzato dall'allevamento serve l'atto concessorio (Genio Civile; pratica n. 1071/BA) per
     derivazione di acqua pubblica da falda sotterranea ad uso zootecnico.
     D - È necessario produrre il PMC anche in formato .doc oppure .odt.
     E- Il documento stima i consumi d'acqua ma non viene riportata la fonte di approvvigionamento. Il
     proponente dovrebbe illustrare questo aspetto soffermandosi su eventuali problemi connessi.
     Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.
                                111
                  QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
     COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE


     CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA-
     Le potenziali sorgenti inquinanti sono rappresentate
     dai capannoni avicoli e dalla concimaia. Allo stato di
     progetto quest’ultima sarà coperta e i capannoni saran-
     no totalmente 4 per una superficie stabulabile com-
     plessiva pari a quella attuale: 4.530 mq. Allo stato at-
     tuale di valutazione la ditta era dotata di una concima-
     ia scoperta . Segue un’immagine del reticolo scelto
     dove il perimetro è indicato dalla linea blu, l’alleva-
     mento è posto centralmente ed indicato in viola e i set-
     te recettori sono indicati in arancione




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     Gli inquinanti valutati nella presente simulazione sono quelli maggiormente incidenti nella gestione di un
     allevamento avicolo ossia: particolato, ammoniaca.
     Ammoniaca - NH3
     In soluzione liquida è comunemente utilizzata come igienizzante ed è irritante a contatto con pelle e occhi.
     Negli allevamenti viene prodotta durante la fase di maturazione della pollina, come gas incolore e dall'odore
     pungente, che può essere tossico per inalazione di elevata quantità. Per questo tipo di inquinante la Normati-
     va nazionale non prevede un limite di emissione pertanto, nel presente studio si è scelto di utilizzare i valori
     riportati dall’APAT (Agenzia per la protezione dell’ambiente e dei servizi tecnici, 2003) riferiti al Threshold
     Limit Value- TLV. Questo parametro indica la massima concentrazione a cui un lavoratore può essere espo-
     sto durante la vita lavorativa senza incorrere in effetti patogeni. Tale valore per l’ammoniaca è pari a 18.000
     g/mc. Le emissioni calcolate per l’allevamento allo stato attuale sono pari a 9.478 kg, di cui 8.216 kg stimati
     per la fase di stabulazione e 1.262 kg sono stimati per la fase di stoccaggio. Per lo stato di progetto le emissio -
     ni ammoniacali sono minori in quanto la ditta installerà un impianto di ventilazione forzata che garantirà
     una maggiore disidratazione della pollina con relative conseguenti minori fermentazioni. Allo stato di pro-
     getto, le stime sono di: 5.246 kg annui di cui 5.060 kg per la stabulazione e186 kg per lo stoccaggio. I dati di
     input per il programma WD3 devono essere dei valori di emissione, l’unità di tempo è il secondo. Si riporta -
     no di seguito le tabelle di confronto sulle emissioni.




     Particolato – PM10
     L’emissione di particolato PM10  deriva da frammenti di mangime e di lettiera che formano appunto il materiale sospeso
                                               nell'aria e visibile controluce.
                                               L’emissione di polveri PM10 deve es-
                                               sere inferiore a 50 g/mc come media
                                               delle 24h, questo valore può essere
                                               tuttavia superato, ma non più di 35
                                               volte all’anno. A livello annuale il
                                               valore medio da non superare è di 40
                                               g/mc. Seguono i dati di input per le
                                               polveri, la concimaia non è stata con-
                                               siderata come sorgente di particola-
                                               to.


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                                Risultati
     NH3-Risultati
     Segue una tabella con i risultati inerenti la concentrazione di ammoniaca ai recettori valutati, sia per lo stato
     ante intervento, sia per lo stato di progetto. In riferimento al limite TLV precedentemente descritto, risultano
     concentrazioni di ammoniaca particolarmente bassi. Come previsto i risultati di ricaduta di ammoniaca nel
     territorio circostante l’allevamento comportano una minore concentrazione ai Recettori, grazie all’installazio -
     ne dell’impianto di aria forzata. Poiché l’ammoniaca è tra le molecole maggiormente responsabili dell’odore
     si è scelto di fare riferimento alla concentrazione di questa molecola per la valutazione delle emissioni odori-
     gene. La relativa soglia olfattiva è pari a 33mg/mc (APAT, 2003).
     Si osservi dai risultati ottenuti come la concentrazione di ammoniaca, per lo stato di progetto sarà notevol -
     mente inferiore sia alla TLV precedentemente definita, sia ala soglia olfattiva di APAT. Il recettore maggior-
     mente investito dai flussi emessi dal centro zootecnico sarà quello posto più a Nord.




     PM10-Risultati
     I valori stimati ai recettori per le PM10 sono notevolmente inferiori al valore soglia definito dal D.Lgs
     155/2010 e s.m.i., posto pari a 40 g/mc quale limite annuale per la protezione della salute umana. In nessun
     quadro del reticolo di analisi è stato stimato un superamento dei valori soglia.




     MITIGAZIONE IMPATTI
     Di seguito si riportano i principali sistemi o metodologie già utilizzate dalla ditta per mitigare gli impatti
     ambientali dell'allevamento.
     Strutture abbattimento polveri
     I capannoni saranno dotati di ventilazione forzata prevedendo strutture di abbattimento polveri mediante
     reti antipolvere o barriera rigida e ugelli per la sospensione di acqua.




                                                             Pag. 12 di 27


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     Barriere vegetali con alberature




     Alimentazione per fasi
     Per ridurre le emissioni di ammoniaca e di altri gas si procede organizzando un’alimentazione a più fasi in
     cui il contenuto decrescente di proteine dei mangimi segue i fabbisogni nutrizionali degli animali. Le perse
     fasi di alimentazione verranno gestite dai tecnici nutrizionisti specializzati forniti della ditta soccidante.




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     Fito-evapo-traspirazione
     L’impianto di evapotraspirazione è costituito da un bacino realizzato con teli impermeabili sul fondo con so-
     vrastante strato di materiale drenante generalmente costituito da ghiaia, seguito da tessuto non tessuto che
     trattiene uno strato superficiale costituito da terreno autoctono opportunamente selezionato in fase di cantie -
     re. Sulla superficie vengono piantumate specie vegetali capaci di assorbire elevate quantità di acqua ed eva-
     porare l’eccesso rispetto alle esigenze metaboliche, attraverso l’apparato fogliare.
     Non sono state fatte valutazione sulle emissioni di sostanze odorigene e si ritiene opinabile l’utilizzo del li -
     mite TLV come riferimento per verificare l’esposizione di residenti delle abitazioni vicine; inoltre il confron-
     to della sola concentrazione di NH3 con la rispettiva soglia olfattiva porta alla conclusione, che si ritiene non
     realistica, che ai ricettori non sia mai avvertibile alcun odore
     Si ritiene che la “problematica odori” da allevamenti zootecnici intensivi debba essere affrontata con riferi-
     mento alle Linee-Guida elaborate in merito dal Comitato VIA ed approvate in data 5 dicembre 2018, con
     l’obiettivo di inpiduare un percorso tecnico-amministrativo di applicazione della DGRV 1100/2018 e della
     Decisione di Esecuzione UE 2017/302, nell’esercizio delle competenze attribuite dalla Legge Regionale
     n.04/2016. Secondo tali indicazioni si ritiene necessario definire una procedura atta a garantire una gestione
     ed una acquisizione uniforme dei dati al fine di consentire valutazioni omogenee e di adeguato profilo tecni-
     co, nella gestione della problematica degli odori da allevamenti intensivi di pollame e di suini basato sui do-
     cumenti citati all’interno delle stesse Linee Guida, ed in particolare al paragrafo e).
     Si rileva, inoltre, come le stime di concentrazione di polveri e ammoniaca siano state eseguite a partire dai
     valori presunti di emissione per capo e sembrano non tener in considerazione l'effetto mitigativo introdotto
     dai sistemi di abbattimento (in parte già installati) costituiti da barriera rigida reticolare inclinata con nebu-
     lizzazione d'acqua. Si richiede di illustrare gli attesi effetti mitigativi di tali dispositivi sui parametri già stu -
     diati e sugli odori e di valutare se l'entità dell'effetto di evapo-traspirazione utilizzato per la dissipazione
     dell'acqua/polvere raccolta dopo nebulizzazione possa costituire un limite (per esempio stagionale) rispetto
     alla miglior efficacia del sistema di abbattimento.
     Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                            VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
     L’approvvigionamento idrico dell’allevamento per uso zootecnico sarò garantito dal pozzo e, in caso di
     problematiche sarà garantita dall’acquedotto, a cui l’azienda è allacciata. Poiché il benessere degli animali, e
     quindi la produttività, sono strettamente legati alla libera disponibilità di acqua durante il ciclo di
     allevamento, non è possibile pensare di dosare questo elemento. L'azienda ha quindi deciso di evitare tutti
     gli sprechi a partire dal controllo dell'impianto di distribuzione fino all'utilizzo di sistemi antigoccia di ogni
     singolo abbeveratoio.
     Per la valutazione dei consumi idrici di progetto si fa riferimento a quanto segue:
     - Abbeveraggio
     Le Linee Guida MTD, 2007 definiscono il fabbisogno medio di acqua per un allevamento di polli pari a circa
     4,5-11 L/capo per ciclo di accasamento.




     - Sistema di raffrescamento


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     Il sistema di raffrescamento sarà costituito da due pannelli evaporativi per ciascun capannone. Dai consumi
     osservati mediamente in ditte simili, si possono considerare consumi di circa 1 mc di acqua al mese per
     ciascun pannello evaporativo. La ditta prevede di installare totalmente 8 pannelli (2 per ciascun capannone),
     il loro utilizzo avviene solo nei mesi più caldi, si possono quindi considerare massimo 4 mesi di utilizzo. Si
     prevedono quindi 32 mc annui di consumo.
     - Sistema di disinfezione capannoni e attrezzature
     Alla fine di ciascun ciclo di allevamento la pulizia avverrà a secco, tuttavia vi sarà la disinfezione delle
     strutture e delle attrezzature. Per questa operazione verrà quindi usata acqua per diluire il prodotto
     sanificante, dai consumi aziendali si può osservare come per ciascun trattamento disinfettante, l’azienda
     utilizzi circa 0,5 mc di acqua per capannone.




     - Sistema di disinfezione automezzi in ingresso
     Per ridurre la diffusione di patogeni, i mezzi in ingresso saranno sottoposti ad una disinfezione esterna che
     avverrà con apposito arco di disinfezione. Dai consumi aziendali si stima un utilizzo di 5 litri di acqua per
     ciascun veicolo, considerando che si stima un passaggio di circa 161 veicoli diretti in azienda, il consumo
     idrico per questa operazione è ipotizzabile pari a 0,9 mc.
     Sommando i consumi idrici precedentemente stimati, emerge un fabbisogno potenziale annuo di 748 mc
     prevedendo la pulizia a secco. Non essendovi accumuli temporanei di materiali di processo o di rifiuti fuori
     dalle adeguate strutture, non si considerano rischi di inquinamento delle acque di falda da percolazione di
     sostanze pericolose.
     L’idrogelogia è definita principalmente da un carattere profondo ed è legata all’alimentazione derivante
     dalle colline: queste ultime, formazioni prevalentemente calcaree, sono generalmente fessurate o soggette a
     fenomeni di carsismo pronunciato che, attraverso un’idrodinamica complessa, contribuiscono direttamente
     all'alimentazione della pianura tramite numerosi ed importanti recapiti sotterranei. Talora, una volta
     raggiunta una facies rocciosa poco permeabile e compatibilmente con la geomorfologia, le acque ipogee
     possono scorrere orizzontalmente e venire a giorno permettendo la formazione di sorgenti: tra queste spicca
     quella “dei Mulini”, una delle più copiose e perenni dei Berici meridionali, in grado di generare un corso
     d'acqua di parecchi chilometri, l’Alonte.
     Dal punto di vista idrografico, oltre allo scolo Liona, che scorre nella valle omonima ad Est dell’area,
     l’altopiano collinare è contraddistinto dalla generale assenza di ruscelli con presenza stabile d’acqua, a causa
     del forte carsismo. Infine, la pianura è dominata da una fitta rete di rogge per l’irrigazione ed il drenaggio,
     alcune delle quali ospitano corsi d'acqua alimentati dalle sorgenti locali.
     Durante l’esecuzione delle indagini non sono state rilevate emergenze idriche all’interno del sito, come
     confermato dalla cartografia che, invece, ne evidenzia la presenza in altri punti dell'altopiano, in una
     posizione idrogeologica che non potrebbe risentire di eventuali interferenze derivanti dalla realizzazione
     dell’intervento.
     Secondo i dati forniti, l’impianto per la gestione dei reflui assimilabili ai domestici sarà realizzato in
     prossimità del capannone avicolo n. 2, dove si trovano i servizi igienici per gli addetti.
     I sistemi per il trattamento primario dei reflui (vasca Imhoff + degrassatore) saranno posati nelle immediate
     vicinanze del fabbricato, mentre i sistemi di depurazione secondaria e smaltimento finale saranno collocati
     ad una congrua distanza, nel rispetto delle normative vigenti.
      In relazione alle caratteristiche idrogeologiche e geologiche del sito, lo smaltimento dei reflui dovrà
     avvenire come da artt. 21 e 30 del “Piano di tutela delle acque” della Regione Veneto.
     Le acque reflue derivanti dagli impianti di abbattimento delle polveri che saranno realizzati in
     corrispondenza di ogni capannone avicolo, essendo anch’esse assimilabili ai reflui domestici (art. 34 del PTA
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     della Regione Veneto), saranno gestite con idonei impianti di fitoevapotraspirazione (si rimanda al
     progettista la definizione ed il dimensionamento.)
     Relativamente ai servizi igienici, in calcolo del numero degli abitanti equivalenti è stato determinato
     assumendo che per l’AE l’apporto idraulico unitario di 200 litri/giorno e l’apporto organico unitario di 60 g
     di BOD5 al giorno. Considerando il numero previsto di n. 3 operai nell’allevamento, si ritiene che l'impianto
     cautelativamente essere realizzato per gestire i reflui derivanti da n. 3 A.E.




                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
     Per la descrizione della geologia locale è stato fatto un rilievo di superficie, realizzando n. 4 trincee
     esplorative che hanno evidenziato le condizioni stratigrafiche di seguito riassunte:




     Dall’analisi del “Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino idrografico del Fiume Brenta-
     Bacchiglione” si evince che l’area non ricade tra le zone segnalate nella perimetrazione di pericolosità di
     attenzione né idraulica, né geologica.
     Relativamente al PAT, per quanto riguarda l’idoneità ai fini edificatori, la Tav. 5.3 “Carta delle Fragilità”
     inpidua l’area tra quelle “idonee a condizione di norme specifiche” (aree di altopiano carsico),
     parzialmente interessate da un’area “soggetta a sprofondamento carsico” e compresa entro “l’area delle
     doline”.
     Tali inpiduazioni prevedono la redazione di indagini geologiche e geotecniche, mentre relativamente alle
     “aree soggette a sprofondamento carsico” si precisa che queste sono indicate marginalmente ai luoghi di
     intervento che il sito di costruzione risulta esterno a tale zona di dissesto.
     Relativamente al rischio sismico, secondo l’OPCM n. 3519 del 28 aprile 2006 così come definito dalla Regione
     Veneto con DGRV n. 71 del 22/01/2008, l’area è inseribile nella fascia distinta da un valore di accelerazione
     sismica orizzontale ag riferito a suoli rigidi subpianeggianti caratterizzati da Vs,30 > 800 m/s compreso tra
     0,100g e 0,125g.
     Adottando l’approccio semplificato che si basa sull’inpiduazione di Categorie di Sottosuolo di riferimento
     – in base al D.M. 14/01/08 - , è possibile inserire il sito in esame nella Categoria di Sottosuolo A, così
     definita:




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     Vista la particolarità morfologica e visto che risulta difficile modellare l’area secondo una geometria ben
     definita, viene proposto di inserire il sito in Categoria T2 e si consiglia di assumere il coefficiente di
     amplificazione topografica ST pari ad 1,2.
     In conclusione viene affermato che le qualità del sedime di fondazione sono tali da ritenere che l’opera
     prevista sia compatibile con il contesto geologico in cui sarà realizzata e che non ci siano particolari vincoli
     circa la capacità portante del substrato, considerato che la posa delle fondazioni avverrà previo completo
     asporto dei terreni di copertura e delle porzioni alterate dell’ammasso roccioso.
     Considerata la natura dei litotipi locali ed assumendo come piano di posa il substrato roccioso inalterato, si
     ritiene giustificato assumere che i cedimenti siano trascurabili, sia in valore assoluto che differenziale.

                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
     Il Comune di San Germano dei Berici ha adottato il Piano di Zonizzazione acustica territoriale,
     sudpidendo il territorio comunale in funzione della destinazione d’uso dei fabbricati.
     In particolar modo, come si nota nella seguente Fig. 1:
        la sorgente sonora, (ditta oggetto di indagine) si inserisce nella Classe III (Area di tipo misto);
        i ricettori sensibili R1, R2, R3 e R4 (edifici residenziali prossimi all'allevamento ed in direzione dei
         futuri ventilatori) si inseriscono anch'essi in Classe III.
     L’orario dell’attività oggetto di indagine è continuativo, cioè 24 ore giornaliere e tutti i giorni dell’anno.




     In conclusione, la presente relazione deve verificare il rispetto dei seguenti limiti di Legge, secondo il
     D.P.C.M. 14/11/1997 tabelle B e C:




     Le sorgenti sonore prese in considerazione sono:
       1. Sorgente 1: RUMORE ANIMALI NEL CAPANNONE. I capannoni sono involucri chiusi con
         aerazione forzata, per cui sono elementi fonoisolanti verso l’ambiente esterno; Le distanze sorgenti-
         ricettori sono importanti, tali da rendere trascurabile il rumore prodotto dagli animali.
       2. Sorgente 2: VENTILATORI PER VENTILAZIONE FORZATA. Dalla seguente formula, si ricava il
         corrispettivo livello di potenza sonora con coefficiente di direzionalità Q pari a 2 (sorgente sonora
         che si trova su un piano riflettente): Lw = Lp + 20xlog( r ) + 8 = 73,4 + 0 + 8 = 81,4 dB
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       3.  Sorgente 3: SILOS. Tale fonte di rumore, di breve durata (circa 2-3 secondi di funzionamento) e con
         cadenza oraria, risulta trascurabile e non soggetta a valutazione.
       4. Sorgente n. 4 - GRUPPO ELETTROGENO. Tale fonte di rumore è sporadica (1 volta/settimana) e
         occasionale (in mancanza di tensione elettrica); per tali motivi non è stata oggetto di indagine.
       5. Sorgente n. 5 – VEICOLI PER CONTO TERZI ALL’INTERNO DELL’ALLEVAMENTO. La
         movimentazione delle merci all’interno dello stabilimento è considerata opari ad un massimo di N°2
         automezzi pesanti e n°1 veicolo leggero sia in entrata che in uscita dal lotto aziendale. É importante
         enfatizzare che tale fonte di rumore è presente esclusivamente nel periodo di riferimento diurno. Le
         restanti attrezzature/macchinari/fonti di rumore presenti all’interno/esterno della Società, sono
         trascurabili rispetto al livello di potenzialità sonora delle sorgenti sonore specifiche descritte sopra.
     Lo stato di fatto.
     Il rumore attuale risulta tipico di una zona prevalentemente residenziale; l'unica fonte di rumore che si è
     presentata presso i ricettori R2-R3-R4 è tipica di un impianto tecnologico con modalità di emissione sonora
     intermittente. Le arterie stradali di zona risultano tipiche di strade di quartiere per cui non possiedono un
     forte flusso veicolare; si stima un flusso veicolare di circa 10 veicoli all'ora. Allo stato attuale mostra i
     seguenti valori:




     E’ stata quindi analizzata la rumorosità di zona dovuta principalmente ai ventilatori della Ditta in esame. Al
     fine di inpiduare l'emissione sonora prodotta dalla sorgente specifica, è stata eseguita una simulazione
     numerica mediante software Soundplan Essential. I risultati vengono di seguito indicati:




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     Per quanto concerne il traffico indotto dalla Società sulle strade afferenti al lotto aziendale stesso, si riporta
     che a seguito delle valutazioni eseguite, l'attività NON comporta alcun disturbo derivante dall'infrastruttura
     stradale in quanto avrebbe la possibilità di eseguire 53 transiti (indicativamente 26 automezzi in entrata e al -
     trettanti in uscita).
     In conclusione si evidenzia il fatto che la rumorosità prodotta dal centro zootecnico della Società Agricola
     Blu S.S., rispetta i limiti previsti dalla Legge Quadro sull’inquinamento acustico n. 447/95 e Decreti
     successivi.
     In particolar modo:
        per quanto concerne il valore assoluto di immissione, vi è il rispetto dei limiti di zona presso i
         ricettori più sensibili inpiduati, come previsto dal Piano di Zonizzazione acustica comunale;
        in modo analogo, il valore di emissione in prossimità dei ricettori sensibili rispetta i valori limiti di
         zona;
        infine, per quanto riguarda il valore differenziale di immissione, l’analisi del rispetto di tale
         parametro risulta NON applicabile per i ricettori sensibili sia a finestre aperte che a finestre chiuse in
         quanto li livello del rumore ambientale risulta essere trascurabile.

                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI
     Le emissioni di rumori nella fase di gestione sono costituite dai macchinari utilizzati dall'azienda, in
     particolare i più rumorosi sono i ventilatori di estrazione dell'aria. Tuttavia in alcune circostanze anche gli
     animali possono emettere rumori sopratutto nelle ore diurne quando sono spaventati.
     L’impiantistica è totalmente elettrica per cui la quantità di rumore emessa sarà alquanto modesta, prova di
     questo è l'assenza in bibliografia di dati relativi ai rumori emessi dagli allevamenti avicoli. Inoltre eventuali
     malfunzionamenti saranno tempestivamente riparati per garantire il benessere degli animali.
     Le vibrazioni che verranno rilasciate sull'ambiente saranno impercettibili in quanto non ci sono attrezzature
     e impianti che ne generano.
     Non vengono considerati impatti da: illuminazione notturna del sito; emissione di rumori molesti,
     vibrazioni, radiazioni ionizzate e non.

                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
     Il territorio di San Germano dei Berici si presenta come un paesaggio agricolo collinare e vallivo
     caratterizzato sinteticamente dai seguenti elementi:
     - la Val Liona, valle chiusa delimitata dai rilievi collinari dei Berici che presenta le connotazioni storiche per
     gli interventi di bonifica del XVI secolo. I terreni, con elevato tenore di sostanza organica, sono interessati da
     importanti opere idrauliche (scolo Liona) sulle quali si sviluppano arginature panoramiche;
     - le zone collinari, caratterizzate da numerose doline, grandi alberi (gelsi) e zone boschive di interesse
     botanico;
     - il bacino di espansione con la presenza di specie tipiche di uccelli;
     - le aree agricole collinari caratterizzate da colture tipiche della tradizione rurale quali le viti, gli olivi, i
     piselli, il ciliegio, il raperonzolo, i capperi nelle mure a secco;
     - le colture agricole di pianura: il mais, il frumento e l’erba medica;

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     - gli elementi floreali di rilevante interesse, quali l’aglio orsino, il gladiolo, le orchidee e il sambuco;
     - i percorsi d’interesse naturalistico–ambientale e storico-testimoniale, quali in particolare: delle Piume; di S.
     Antonio; di Campolongo; di Monte Faeo; di Villa del Ferro; le “Aste” (caratterizzato dalle tracce dei solchi
     degli antichi carretti);
     - gli elementi di particolare rilevanza storico-ambientale quali i fabbricati storici, le chiese, le fontane, i
     casotti di pietra quali tipiche costruzioni del luogo che nella forma ricordano vagamente gli igloo, realizzati
     sempre a secco e che hanno una pietra centrale di chiusura più grande delle altre che funge da chiave di
     volta.
     Il paesaggio subirà una modificazione dettata dalla presenza della nuova struttura zootecnica e la
     modificazione del capannone dislocato a Sud-Ovest in cui è prevista una parziale demolizione con
     ristrutturazione a concimaia. Il nuovo capannone non sarà particolarmente visibile dalla strada in quanto è
     mascherato dalle altre strutture esistenti, compresa l’abitazione del proprietario. Al tempo stesso, anche la
     struttura a Sud-Ovest non sarà visibile dalla viabilità limitrofa essendo posta all’interno di una concavità
     naturale del terreno. Non si può quindi definire un impatto in termini paesaggistici, dovuti agli edifici in
     costruzione/ristrutturazione.
     Il paesaggio sarà invece migliorato dalle mitigazioni ambientali con le opere a verde in progetto, così come
     integrate con le soluzioni prospettate nel successivo capitolo a riguardo degli impatti su ecosistemi, flora e
     fauna.
     Patrimonio culturale
     L'Unesco definisce la cultura come l’insieme degli aspetti spirituali, materiali, intellettuali ed emozionali
     unici nel loro genere che contraddistinguono una società o un gruppo sociale. Essa non comprende solo
     l’arte e la letteratura, ma anche i modi di vita, i diritti fondamentali degli esseri umani, i sistemi di valori, le
     tradizioni e le credenze.
     La continuazione dell’attività zootecnica con il miglioramento del Centro, non comporterà quindi variazioni
     alle abituali attività produttive che caratterizzano l'area.
     E’ opportuno presentare la soluzione edilizia con un maggior dettaglio nei disegni progettuali anche attra-
     verso un fotoinserimento, con utilizzo di una soluzione cromatica che mitighi l’inserimento del nuovo ma-
     nufatto.
     Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
     L’ampliamento del centro zootecnico può influire sull’intensificazione del traffico veicolare.
     La fase di cantiere sarà caratterizzata da un movimento di veicoli da/per l’azienda per il trasporto del
     materiale in loco e l’arrivo degli operai. Questa fase non sarà molto lunga poiché i lavori interessano la
     realizzazione di un solo capannone e la ristrutturazione di un edificio già esistente a concimaia. Il tempo
     necessario mediamente non supera i due mesi.
     Gli scavi e la realizzazione delle costruzioni avverranno all’interno dei confini di proprietà, non saranno
     sfruttati spazi esterni e tutto il materiale di rifiuto e scarto che viene generato nella fase di cantiere verrà
     opportunamente gestito e smaltito dalle ditte costruttrici. Il cantiere quindi comporterà sicuramente la
     movimentazione di un traffico legato ai lavori da eseguirsi, tuttavia, sarà molto ridotto e soprattutto
     fortemente temporaneo. Inoltre, vista la presenza di una viabilità comunale già strutturata ed utilizzata da
     mezzi pesanti, non si ritiene importante l’impatto generabile dalla fase di cantiere.
     L’attenzione sarà piuttosto posta per la fase di gestione del centro zootecnico che sarà ampliato e quindi
     comporterà un aumento del traffico veicolare.
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     I veicoli che si dirigono all’allevamento percorrono le strade che salgono da Lonigo o da Alonte.
     La strada di fondovalle è facilmente percorribile anche dai camion, tuttavia, salendo verso la sommità
     collinare penta via via più stretta, tanto che a livello sommitale la viabilità è complessivamente stretta
     obbligando, il più delle volte, ad un senso di marcia alternato nel caso di passaggio contemporaneo di due
     veicoli, soprattutto per il tratto di ingresso all’allevamento, ossia Via Carpane. Via Cavallo è un po’ più larga
     ma obbliga comunque attenzione in caso di passaggio contemporaneo tra un camion e veicoli minori.
     Si ricorda tuttavia che l’allevamento è sempre esistito in loco e non vi sono state fin’ora particolari
     problematiche. Inoltre la stima dei viaggi veicolari indotti dal centro zootecnico per la massima potenzialità
     a tacchini è superiore rispetto a quanto stimabile per lo stato di progetto (allevamento polli), come si osserva
     dall’esame delle tabelle seguenti:




                             Stima per lo stato attuale




                           Stima per lo stato di progetto

     Si è ottenuta una stima molto simile per le due situazioni valutate (ante/post intervento) poiché si sono
     stimati 175 viaggi annui, contro 161 dello stato di fatto.
     La differenza tra lo stato attuale (allevamento tacchini) rispetto a quello di progetto (allevamento di polli)
     dipende dal fatto che per l’allevamento di polli il periodo di accrescimento è inferiore, pertanto si riescono a
     fare più cicli di accasamento durante l’anno.
     Poiché l’allevamento avicolo è un’attività ciclica, ne consegue che anche il traffico indotto è ciclico. Nella fase
     di accasamento, il traffico è concentrato in momenti specifici legati all’arrivo delle materie prime e
     all’allontanamento dei prodotti finali, la movimentazione veicolare non è elevata durante le giornate di
     stabulazione degli animali. Il traffico assume quindi un carattere di picco nei giorni precedenti l’inizio del
     ciclo di accasamento e nei giorni di chiusura del ciclo quando, venduti i capi accasati, si puliscono le
     strutture e si consegnano i capi morti.
     La pollina sarà stoccata all’interno di una concimaia coperta per poter essere ceduta ad altre aziende per uso
     agronomico o per la trasformazione. Per valutare la situazione peggiore si è considerato che vi sia una
     traffico indotto dalla vendita della pollina, come se la stessa venisse venduta tutta alla fine di ogni ciclo.



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     Il traffico indotto dall’attività è principalmente concentrato nei momenti iniziali e finali di accasamento;
     durante il ciclo, gli unici viaggi più ricorrenti sono relativi al trasporto del mangime che si può ipotizzare
     indicativamente a cadenza settimanale per il rifornimento dei silos.

                               VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI, FLORA, FAUNA
     L’area di intervento ricade all’interno del SIC IT3220037 “Colli Berici” che si trova nella pianura veneta, in
     un contesto fortemente antropizzato.
     Il SIC IT3220037 “Colli Berici” è un comprensorio collinare di 12.768 ettari, parzialmente carsico,
     caratterizzato dall'alternanza di boschi e colture agrarie (sopratutto prato stabile e vite).
     Il territorio è un mosaico di persi ambienti, sia naturali che urbanizzati, strettamente interconnessi tra loro.
     Sono presenti formazioni sedimentarie carbonatiche, ma in alcune località anche rocce vulcaniche di natura
     basaltica. Data la netta prevalenza delle rocce carbonatiche, il rilievo presenta intensi e diffusi fenomeni
     carsici legati alle doline.
     La flora berica è estremamente persificata e questo la porta ad essere un elemento di grande interesse
     naturalistico; il patrimonio floristico dei Berici vanta anche la presenza di endemismi come la Saxifraga berica.
     In termini generali dal punto di vista faunistico, i Colli Berici costituiscono una zona relativamente ricca
     soprattutto di specie legate agli ambienti rupestri, acquatici e delle grotte. L'avifauna è abbastanza ricca sia di
     specie stanziali che migratorie, molte delle quali di interesse comunitario. Inoltre sono presenti specie di
     anfibi e rettili rappresentate localmente da popolazioni isolate rispetto all'areale principale e circoscritte ad
     alcune unità ambientali relittuali, quali piccole raccolte di acqua stagnante.
     All’interno dell’area di cantiere non vi sono habitat e specie della Rete Natura 2000, una parte del centro
     zootecnico è tuttavia interessata da area boscata classificata come habitat 91H0 che non sarà soggetta a
     modificazioni.
     Per la valutazione delle specie animali e vegetali si è fatto riferimento all’ Atlante distributivo delle specie
     della Regione del Veneto (2014), in cui l’area ricade nel quadrante E443N247. Tra le specie animali indicate
     per l’intorno dell’area in esame si possono citare animali tipici delle zone collinari boschive alternate ad aree
     aperte quali il Capreolus capreolus, Martes foina, Vulpes vulpes, Lepus europaeus o, appartenenti all’avifauna:
     Serinus serinus, Fringilla coelebs, Passer italiae, Cuculus canorus, Athene noctua, Strix aluco, Upupa epops etc. Tra i
     rettili, presenti i colubridi e viperidi.
     In termini vegetazionali l’area in esame si colloca in un versante prevalentemente boscato per formazioni
     xeriche con Quercus petraea, Acer campestre, Ulmus minor, Rosa canina, Crataegus monogyna. Le aree boscate
     sono alternate a coltivi investiti a vigneti, frutteti o prati.
     La Valutazione di Incidenza Ambientale prodotta, ai sensi della della Direttiva 92/43/CEE e della DGR n.
     1400 del 29/08/2017 ha valutato i seguenti impatti:
        Potenziali impatti dovuti all’attività di allevamento A05.01/ Immissioni di azoto ed altri inquinanti
          (H04.02-H04.03)
        Potenziali impatti dovuti all’attività di allevamento A05.01/Presenza di rifiuti solidi (H.05.01)
        Potenziali impatti dovuti all’attività di allevamento A05.01/Inquinamento da rumore (H06.01)
        Potenziali impatti dovuti all’attività di di cantiere E.04.01- E.06.01- E.06.02/Altri inquinanti dell’aria
          (H.04.03
        Potenziali impatti dovuti all’attività di cantiere E.04.01- E.06.01- E.06.02/Presenza di rifiuti (H.05.01)
        Potenziali impatti dovuti all’attività di cantiere E.04.01- E.06.01- E.06.02 / Inquinamento da rumore
          (H.06.01)
        Potenziali impatti dovuti all’attività di prelievo idrico J.02.07.03,
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     definendone i limiti spaziali e temporali.
     La valutazione della significatività degli effetti, ha verificato che all’interno dell’area oggetto di intervento
     non vi sono habitat e specie della Rete Natura 2000. E’ stata per altro approfondita la valutazione di
     incidenza per alcuni habitat e specie che si trovano al di fuori dei limiti spaziali e temporali della stessa
     area.
     Nell’immagine sottostante emerge come l’area dell’allevamento sia contornata da aree prevalentemente
     boschive ricadenti al codice 91H0 che in parte ricadono all’interno dell’area di intervento. Si tratta quindi di
     boschi xerofili di querce delle colline e della periferia del bacino pannonico, con Quercus pubescens (roverella)
     dominante, su suoli calcarei in stazioni molto secche, esposte a sud.
     Di seguito si riporta un estratto dello shp.file relativo al SIC dei Colli Berici con l’indicazione degli Habitat
     tutelati. Il tratteggio rosa indica l’area in esame.




         Estratto della Rete degli Habitat tutelati per la Rete Natura 2000 con indicazione dell'area in esame.

     La Dichiarazione firmata conclusiva della V.Inc.A. prodotta riporta che “con ragionevole certezza scientifica,
     si può escludere il verificarsi di effetti significativi negativi sui siti della Rete Natura 2000.”




                                    Estratto Tav. 6p –
                                  Planimetria Mitigazioni
                                      Arboree


                                 l   progetto    di
                                 mitigazione del centro zootecnico con inserimento di
                                 opere a verde, a seguito delle indicazioni fornite da parte
                                 del Comitato, è stato modificato rispetto a quanto
                                 inizialmente previsto.




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     Gli interventi riguarderanno principalmente cinque aree: lato sud-ovest del capannone n. 1 (lettera “A”),
     area di demolizione del capannone n. 4 (lettera “B”), area tra l’abitazione e il capannone n. 2 (lettera “C”),
     area di ingresso al centro aziendale (lettera “D”), lato est del capannone n. 3 (lettera “E”).




     L’obiettivo del progetto è di fare in modo che le opere a verde vadano a creare una continuità con la vegeta-
     zione naturale esistente interna ed esterna all’area in esame, mettendo a dimora nuova vegetazione e/o inte -
     grando la vegetazione autoctona già esistente in continuità ecoslogica con la vegetazione naturale esistente.
     Sono state analizzate le specie vegetali attualmente presenti per poi scegliere tra queste quelle da inserire.
     Tra le specie arboreo-arbustive presenti nell’area sono state inpiduate: Roverella (Quercus pubescens), Oli-
     vo (Olea europaea), Carpino nero (Ostrya carpinifolia), Acero campestre (Acer campestre), Olmo (Ulmus mi -
     nor), Sanguinella (Cornus sanguinea), Scotano (Cotinus coggygria), Frangola (Rhamnus frangula), Biancospi-
     no (Crataegus monogyna) e Cipresso (Cupressus sempervirens).
     Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                              VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.

     CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
     I rifiuti aziendali prodotti dall’allevamento posso no essere imballaggi misti (cartoni, plastiche, ecc.),
     contenitori di farmaci utilizzati, pollina e carcasse animali morti. Il volume di tali rifiuti, inevitabilmente
     legati all'attività produttiva, non può essere azzerato; l’unica soluzione è di ridurne il più possibile la
     quantità prodotta.
     Imballaggi – contenitori vuoti
     Gli imballaggi che vengono prodotti dallo stabilimento vengono in parte riciclati conferendoli al consorzio
     (carta, legname). I contenitori vuoti di prodotti fitosanitari e dei medicinali vengono raccolti e conservati a
     parte per essere conferiti a ditte specializzate.
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     Per limitare il quantitativo di questi rifiuti, l’azienda cercherà di acquistare prodotti con minori volumi di
     confezione. Relativamente ai farmaci e disinfettanti non sarà possibile fare tale operazione in quanto sono
     prescritti dal medico veterinario a seconda delle esigenze patologiche dell’allevamento.
     In via previsionale si riporta di seguito quanto stimabile attraverso i valori delle MTD, 2007 come da Decreto
     29 gennaio 2007 (GU Serie Generale n.125 del 31-05-2007 - Suppl. Ordinario n. 127):
     - 32 kg di plastica annuali,
     - 50 kg imballaggi in vetro contenenti medicinali,
     -10 kg di altri imballaggi in vetro.
     Tutti i rifiuti saranno stoccati in apposita area aziendale, in struttura coperta e raccolti per codici CER
     all’interno di bins o strutture che evitano eventuali spandimenti. Successivamente vengono raccolti da ditte
     esterne.
     Carcasse animali
     Si stima che la mortalità dello stabilimento potrà essere di circa 4-5 %
     L’azienda cercherà ovviamente di ridurre al minimo la mortalità, migliorando il benessere animale con le
     seguenti azioni: miglior densità di allevamento; controllo della temperatura e areazione degli ambienti di
     stabulazione (sistema centralizzato); verifica corretta distribuzione di alimenti e della risorsa idrica; utilizzo
     di prodotti farmaceutici di prevenzione e cura degli animali.
     Le carcasse vengono raccolte giornalmente e poste in apposite celle frigorifere per ridurre al minimo
     fenomeni di contaminazione, e successivamente conferite a ditte specializzate per il loro smaltimento, al
     termine del ciclo.
     Pollina
     La pollina prodotta dall’allevamento subirà una prima disidratazione all’interno dei capannoni,
     successivamente sarà portata in concimaia dove permarrà per un periodo di stoccaggio prima della vendita a
     ditte esterne specializzate.
     La concimaia è progettata per una capacità di almeno 90 gg. L’area adibita a concimaia rappresenta l’ex
     capannone n°4 dell’allevamento a tacchini. Il progetto prevede che lo stesso venga in parte abbattuto e venga
     recuperata la superficie per la realizzazione della nuova area stabulativa.
     La ditta garantirà quindi il benessere animale, la giusta temperatura ed il tasso di umidità nell’area di
     stabulazione grazie alla ventilazione forzata, al sistema di riscaldamento e al sistema cooling, applicando
     tutte le migliori tecniche disponibili per la riduzione dei rifiuti dell’allevamento.
     La pollina prodotta, secondo la DGR 1835/2016, è quantificabile come segue:




     * in riferimento a polli da 1kg. Gli animali allevabili in azienda avranno un peso medio di circa 1,27kg.

                                 VALUTAZIONE
     Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
     dall’intervento.




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                    VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
                                CONCLUSIONI
     Il progetto non presenta interferenze rispetto ad altri piani, progetti o interventi in zone limitrofe.
     Il progetto risulta adeguato rispetto al fine che ci si propone di conseguire e non contrasta con i vincoli
     territoriali vigenti.
     L’analisi degli impatti ha portato a ritenere come il progetto presentasse potenzialmente taluni impatti
     significativi per l’ambiente, con conseguente necessità di prevedere specifiche prescrizioni mitigative e
     particolari modalità e frequenze di monitoraggio.
     Gli elaborati esaminati, sia per quanto riguarda la V.I.A. che per ciò che concerne l’A.I.A., sono stati oggetto
     di richiesta di integrazioni, con documentazione pervenuta considerata sufficiente per poter esprimere il
     giudizio conclusivo sul progetto.
     Considerazioni specifiche sono state svolte sugli impatti ritenuti maggiormente significativi, con particolare
     riferimento alle emissioni odorigene ed all’impatto acustico.
     Non sono pervenute osservazioni ostative al progetto.
     Il parere espresso dalla Commissione è relativo sia alla procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale che
     a quella di Autorizzazione Integrata Ambientale, ivi compresa la validazione del Piano di Monitoraggio e
     Controllo da parte dell’ARPAV.

                            Tutto ciò premesso si esprime
                             PARERE FAVOREVOLE
                    all’intervento, subordinandolo alle prescrizioni di seguito citate
     1) Preliminarmente al rilascio dell’AIA la ditta dovrà completare la procedura in corso presso il Genio Civile in merito
     al pozzo utilizzato dall'allevamento, ai fini del rilascio dell'atto concessorio (Genio Civile; pratica n. 1071/BA) per
     derivazione di acqua pubblica da falda sotterranea ad uso zootecnico.
     2) In sede di attivazione dell’impianto dovrà essere effettuata una misura della portata di odore al fine di confermare la
     stima previsionale della portata di odore utilizzata nello studio previsionale di disagio olfattivo al suolo presso i recettori
     [v. punto b) delle LG del Comitato VIA].
     3) Qualora il valore della portata di odore misurata (di cui al punto 3) non sia coerente con il valore utilizzato nello
     studio previsionale al suolo o in caso di disagi olfattivi presso i ricettori sensibili inpiduati secondo il punto 7
     dell'Allegato A alla DGR Lombardia il proponente predisporrà il Piano di Gestione degli Odori i cui contenuti sono
     descritti al punto 1.9 della Decisione di Esecuzione UE 2017/302. In particolare, in caso di conclamati disagi olfattivi,
     il proponente dovrà dare attuazione a quanto previsto nel piano gestione degli odori relativamente alle azioni di
     indagine , di prevenzione, di mitigazione e di riesame previsti.
     4) Dovrà essere garantito nel tempo l’utilizzo costante ed il monitoraggio funzionale degli ugelli di nebulizzazione dei
     sistemi di mitigazione
     5) In sede di attivazione dell’impianto dovrà essere effettuata una mirata ed accurata indagine acustica di verifica del
     rispetto del criterio differenziale e del limite di emissione, da ripetersi poi con frequenza triennale, e mirata ai ricettori
     sensibili presenti in prossimità dell’impianto;
     - le modalità di effettuazione delle misurazioni, sia con riguardo al campionamento spaziale (scelta dei punti di misura),
     sia con riguardo al campionamento temporale (scelta dei tempi di misura), saranno comunicate con congruo preavviso
     ad Arpav;
     - l’indagine dovrà essere condotta da un soggetto qualificato terzo, rispetto all’estensore dello Studio Previsionale di
     Impatto Acustico;



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     - nel caso i valori non siano rispettati, dovranno essere messi in opera i correttivi necessari, mediante una specifica
     progettazione da presentarsi all’Amministrazione comunale ed ARPAV, a cui, nel frattempo, saranno stati comunicati i
     risultati delle analisi.
     6) Dovranno essere rispettate le condizioni stabilite dalla convenzione con il Comune di Val Liona (Repertorio n.30547
     – Raccolta n.15625), agli atti con prot.n 36295 del 03/07/2019.
     Si raccomanda, inoltre, di realizzare gli eventuali trattamenti per il contenimento di insetti nocivi e controllo di
     roditori, previo indicazioni della competente Ulss.

     Vicenza, 04 luglio 2019


       F.to Il Segretario                                    F.to Il Presidente
      Dott.ssa Silvia Chierchia                                  Andrea Baldisseri




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