determina
PROVINCIA DI VICENZA
Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243
DETERMINAZIONE N° 400 DEL 14/03/2019
Servizio VIA VINCA
OGGETTO: GIUDIZIO DI COMPATIBIITA' AMBIENTALE E CONTESTUALE
APPROVAZIONE PROGETTO AI SENSI D.LGS. 152/2006 E S.M.E.I
DITTA: SCA.MO.TER. RECYCLING S.A.S. DI PIPERO ANTONINO
PROGETTO: IMPIANTO DI RECUPERO RIFIUTI INERTI NON PERICOLOSI
LOCALIZZAZIONE:COMUNE DI GRISIGNANO DI ZOCCO
IL DIRIGENTE
Vista la documentazione presentata con note prot. 18875 del 14/03/2017 , da parte della ditta
SCA.MO.TER. RECYCLING S.A.S. DI PIPERO ANTONINO con sede legale in via Cenge n.10 in
comune di Arcugnano ed operativa in via Serenissima snc in comune di Grisignano di Zocco,
relativa al progetto di un “impianto di recupero rifiuti inerti non pericolosi” richiedendo
l’attivazione della procedura di valutazione impatto ambientale e contestuale approvazione progetto
ai sensi del D.Lgs. 152/2006 e dell’art.11 della LR 4/2016.
Dato atto che la suddetta istanza è relativa ad una tipologia ricompresa al punto 7 lettera z.a) di cui
all'Allegato IV, della parte II del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 “ impianti di recupero
rifiuti pericolosi mediante operazioni di cui all’Allegato C, lettere da R2 a R9”, della parte quarta
del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152.
Tenuto conto che la procedura di valutazione impatto ambientale e contestuale approvazione
progetto rientra tra le competenze inpiduate in capo alla Provincia dalla Legge Regionale n.
4/2016 (Allegato A).
Dato atto che la ditta SCA.MO.TER. RECYCLING S.A.S. DI PIPERO ANTONINO ha provveduto
alla pubblicazione dell'annuncio di avvenuto deposito del progetto, in data 31/08/2017, sul
quotidiano “Corriere del Veneto”, ed alla successiva presentazione al pubblico in data 21-03-2017;
Tenuto conto che sono pervenute, ai sensi dell'art. 24 c.3 del D.Lgs. n. 152/2006, le seguenti
osservazioni :
-Acque Vicentine prot. 26033 del 06-04-2017, trasmesse al proponente per le considerazioni di
pertinenza, con nota n.34596 del 12-05-2017, all’interno della comunicazione con la quale è stata
inoltrata la richiesta di integrazione;
-Vi. Abilità prot. 33921 del 11-05-2017, trasmesse al proponente per le considerazioni di pertinenza,
con nota n.34596 del 12-05-2017, all’interno della comunicazione con la quale è stata inoltrata la
richiesta di integrazione;
- Comune di Grisignano di Zocco che con nota prot. 7864 del 07-02-2019 ha inoltrato Delibera di
Giunta Comunale n. 11/2019 di parere contrario alla compatibilità ambientale del progetto in esame,
integrato dalla relazione tecnica redatta dal medesimo Comune con prot. 1405 del 07-02-2019. La
copia informatica per consultazione
documentazione è stata pubblicata sul sito internet provinciale e la ditta, con nota nostro prot. 13261
del 06-03-2019 ha fornito il proprio riscontro esponendo le relative controdeduzioni;
- Comune di Grisignano di Zocco che con nota prot. 13628 del 07-03-2019, consegnata in sede di
conferenza di servizi del 07-03-2019, ha inoltrato nuovamente parere contrario alla compatibilità
del progetto supportato da parere tecnico redatto da Studio Benincà a cui il Comune ha affidato
l’incarico di esprimere un giudizio in merito alla documentazione elaborata dalla ditta
SCA.MO.TER. RECYCLING S.A.S. DI PIPERO ANTONINO. Tale documentazione, tuttavia,
non risulta discostarsi da quanto già presentato con nota prot. 7864 del 07-02-2019 (già oggetto di
pubblicazione e controdeduzioni) e viene pertanto conservata agli atti senza che si rinvengano
motivi per ulteriori sospensioni di procedimento per nuove controdeduzioni.
Dato atto che il Comitato tecnico provinciale VIA, nella seduta del giorno 07-03-2019 ha disposto
la compatibilità ambientale del Progetto presentato con le prescrizioni/raccomandazioni contenute
nel parere 04/2019 allegato al presente provvedimento per costituirne parte integrante e sostanziale;
Ritenuto di far proprie le citate prescrizioni al fine di mitigare gli impatti ambientali e monitorare
nel tempo la situazione aziendale;
Dato atto che il provvedimento, ai sensi dell'art.26 c.4 del D.Lgs. 152/2006, sostituisce o coordina
tutte le autorizzazioni, intese, concessioni, licenze, pareri, nulla osta e assensi comunque dominanti
in materia ambientale, necessari per la realizzazione e l'esercizio dell'opera o dell'impianto, ad
eccezione di quanto espressamente previsto nel parere allegato.
Visto che il presente provvedimento viene emanato nel rispetto della tempistica prevista dal
succitato D.Lgs. 152/2006 e dal Regolamento sui procedimenti amministrativi di competenza della
Provincia di Vicenza (Deliberazione di Consiglio n.37/2014) che è di giorni 270 (ID 177)
Visti:
• il D.Lgs. n.152/ 2006 “Norme in materia ambientale” e s.m.i.;
• la L.R. n.3/2000 “nuove norme in materia di gestione dei rifiuti” e s.m.i.
• la D.G.R. n. 1539 del 27/9/2011 "Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 aprile
2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, a norma dell'articolo 12 della legge 18
giugno 2009, n. 69. Disposizioni applicative”;
• la L.R. 4/2016 “Disposizioni in materia di valutazione di impatto ambientale e di
competenze in materia di autorizzazione integrata ambientale”
Visti gli artt. 151 comma 4 e 107 del D.Lgs. n. 267/2000;
Richiamata la Deliberazione del Consiglio Provinciale n.2 del 10/01/2019 con la quale è stato
approvato il Bilancio di Previsione 2019-2021;
Richiamato altresì il Decreto Presidenziale n. 11 del 31/01/2019 con cui è stato approvato il Piano
Esecutivo di Gestione 2019/2021 e il Piano Performance 2019/2021;
DETERMINA
1. giudizio di compatibilità ambientale con contestuale approvazione progetto ditta
SCA.MO.TER. RECYCLING S.A.S. DI PIPERO ANTONINO con sede legale in via Cenge
n.10 in comune di Arcugnano ed operativa in via Serenissima snc in comune di Grisignano
di Zocco, relativa al progetto di un “impianto di recupero rifiuti inerti non pericolosi” con le
prescrizioni riportate nel parere 04/2019 allegato alla presente determinazione per
costituirne parte integrante e sostanziale;
2. di dare atto che:
a) la procedura di valutazione dell'impatto ambientale, ai sensi dell'art. 26, comma 6 del
D.Lgs. n. 152/06, dovrà essere reiterata qualora il progetto non venga realizzato entro cinque
copia informatica per consultazione
anni dalla pubblicazione;
b) il presente provvedimento si riferisce al progetto così come pervenuto, con le successive
integrazioni presentate; eventuali variazioni progettuali dovranno essere sottoposte a
preventiva valutazione;
c) il presente provvedimento sostituisce, ad ogni effetto, visti, pareri, concessioni,
autorizzazioni di competenza di organi regionali, provinciali e comunali necessari per la
realizzazione del progetto, ad esclusione del titolo edilizio che la ditta rimane impegnata ad
acquisire, nonché eventuali ulteriori autorizzazioni previste dall'ordinamento in capo ad
autorità perse da quelle richiamate, e che subordina l'efficacia del presente provvedimento
d) l'efficacia del presente provvedimento è subordinata all'avvenuta emissione del titolo
edilizio collegato e l'approvazione del progetto non costituisce variante allo strumento
urbanistico comunale;
3. Di evidenziare al proponente che ai sensi dell’art. 24, comma 4, della L.R. 3/2000, l’inizio
dei lavori dovranno iniziare entro 12 mesi e l’impianto dovrà essere messo in esercizio entro
36 mesi copia informatica per consultazione dalla data del presente provvedimento, pena la
decadenza dello stesso.
4. Di dare atto che l’avvio dell’impianto ed il suo esercizio provvisorio nella nuova
configurazione, ai sensi dell’art. 25 della L.R. 3/2000, restano subordinati alla presentazione
della dichiarazione scritta del direttore lavori attestante la realizzazione delle opere di
allestimento del sito in conformità al progetto approvato, della comunicazione della data di
inizio attività, del nominativo del tecnico responsabile dell’impianto e della prestazione
delle garanzie finanziarie, secondo quanto previsto dalla D.G.R.V. 2721/2014.
5. Di ricordare che con la comunicazione di avvio dell'esercizio provvisorio l'approvazione
progetto della nuova Determinazione sostituirà la precedente autorizzazione che verrà quindi
a decadere;
6. Di richiamare l’obbligo di trasmettere alla Provincia il documento di collaudo statico e
funzionale dell'impianto nella nuova configurazione, nei termini di cui all’art. 25 della L.R.
3/2000 che dovrà contenere quanto prescritto dal parere della Commissione VIA n. 04/2019,
allegato alla presente determinazione dirigenziale
7. di prescrivere che :
a) nella fase realizzazione del progetto dovrà essere sempre garantita la sicurezza per la
salute degli addetti ai lavori, dei cittadini e la salvaguardia dell’ambiente circostante;
b) il proponente, per gli adempimenti di cui all'art. 28 del D.Lgs. 152/06, dovrà trasmettere
un resoconto annuale dei monitoraggi, entro il 30/04 a partire dall’anno successivo avvio
dell'impianto, redatto secondo modalità da definirsi con il Servizio V.I.A. Provinciale;
INFORMA CHE
Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso giurisdizionale al T.A.R. (Tribunale
Amministrativo Regionale) del Veneto entro 60 giorni dal ricevimento, ovvero ricorso
straordinario al Capo dello Stato entro 120 giorni.
La documentazione oggetto dell’istruttoria è visionabile presso il Settore Ambiente- Ufficio
VIA della Provincia di Vicenza, contra' Gazzolle n. 1, Vicenza.
Di dare altresì atto che:
- il presente provvedimento sarà pubblicato sul sito web provinciale
www.provincia.vicenza.it;
- la ditta dovrà pubblicare sul Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto il presente
provvedimento concordato preventivamente con gli Uffici provinciali, nel quale sarà
indicata l’opera, l’esito del provvedimento e i luoghi ove lo stesso può essere consultato
nella sua interezza;
copia informatica per consultazione
- dalla data di pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione decorrono i termini per
eventuali impugnazioni in sede giurisdizionale da parte di soggetti interessati, nonché per le
scadenze di cui al precedente punto 1);
- la presente deliberazione non comporta spese, minori entrate, né riflessi diretti o indiretti
sulla situazione economico-finanziaria o sul patrimonio della Provincia (ai sensi art 49 del
TUEL come modificato dal DL 174/12).
Il presente provvedimento viene trasmesso alla ditta e allo studio di consulenza, al comune
di Grisignano di Zocco, ad Arpav, ad Acque Vicentine spa, a Ulss 8 Berica
Agli Enti si ricorda la rispettiva competenza in materia di vigilanza e controllo ai sensi delle
vigenti norme, con particolare riferimento alle competenze comunali in materia di edilizia .
Di dare mandato al Responsabile del procedimento alla pubblicazione nel sito istituzionale
ai sensi e per gli effetti D.L. 33/20113
Di dare atto che al presente provvedimento sarà data esecuzione ad avvenuta pubblicazione
all'albo pretorio on line.
Vicenza, 14/03/2019
Sottoscritta dal Dirigente
(MACCHIA ANGELO)
con firma digitale
---
Responsabile del Procedimento: Andrea BALDISSERI
copia informatica per consultazione
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Contrà Gazzolle n. 1 – 36100 VICENZA C. Fisc. P. IVA 00496080243
DETERMINAZIONE N° 400 DEL 14/03/2019
OGGETTO: GIUDIZIO DI COMPATIBIITA' AMBIENTALE E CONTESTUALE
APPROVAZIONE PROGETTO AI SENSI D.LGS. 152/2006 E S.M.E.I
DITTA: SCA.MO.TER. RECYCLING S.A.S. DI PIPERO ANTONINO
PROGETTO: IMPIANTO DI RECUPERO RIFIUTI INERTI NON PERICOLOSI
LOCALIZZAZIONE:COMUNE DI GRISIGNANO DI ZOCCO
CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE
Si certifica che copia della presente determinazione è pubblicata all'albo pretorio di questa
Provincia per 15 giorni dal 15/03/2019.
Vicenza, 15/03/2019
Sottoscritto dall'addetto alla pubblicazione
(BERTACCHE CRISTINA)
con firma digitale
copia informatica per consultazione
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AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
SETTORE AMBIENTE - SERVIZIO VIA
Partita IVA e Codice Fiscale: 00496080243
Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA
SCA.MO.TER. RECYCLING S.A.S.
PARERE N. 04/2019
Oggetto: Impianto di recupero di rifiuti inerti non pericolosi.
PROPONENTE: SCA.MO.TER. RECYCLING sas
SEDE LEGALE: Via Cenge n. 10 - Arcugnano
SEDE INTERVENTO: Via Serenissima snc – Grisignano di Zocco
TIPOLOGIA ATTIVITÀ: Impianto di recupero rifiuti non pericolosi.
PROCEDIMENTO: Procedura di V.I.A. e contestuale approvazione progetto.
MOTIVAZIONE V.I.A: ALLEGATO IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - 7. P7.
Progetti di infrastrutture: z.a) Impianti di recupero di rifiuti pericolosi,
mediante operazioni di cui all'allegato C, lettere da R2 a R9, della parte
quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 .
COMUNE INTERESSATO: \\\
DATA DOMANDA: 14 marzo 2017
DATA PUBBLICAZIONE: 21 marzo 2017
DATA INTEGRAZIONI: 12 dicembre 2018 e 5/6 marzo 2019
DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
- A RELAZIONE TECNICA DEL PROGETTO DEFINITIVO;
- B1 INQUADRAMENTO GENERALE;
- B2 PLANIMETRIA GENERALE;
- B3 LAY-OUT DELL'IMPIANTO DI RECUPERO;
- B4 STATO DI PROGETTO: BOX PREFABBRICATO;
- B5 STATO DI PROGETTO: PESA E LAVARUOTE;
- B6 STATO DI PROGETTO: PARTICOLARI RECINZIONI E CANCELLI;
- B7 STATO DI PROGETTO: ALTRI PARTICOLARI COSTRUTTIVI;
- B8 STATO DI PROGETTO: PLANIMETRIA DELLE RETI FOGNARIE;
- B9 RETE FOGNARIA: PARTICOLARI IMPIANTI DI PRIMA PIOGGIA;
- B10 RETE FOGNARIA PARTICOLARI IMPIANTI DI SECONDA PIOGGIA;
- C PIANO DI GESTIONE OPERATIVA;
- D PROGRAMMA DI CONTROLLO;
- E PIANO DI SICUREZZA;
- F PIANO DI RIPRISTINO;
- G RELAZIONE GEOLOGICA – IDROGEOLOGICA;
- H VALUTAZIONE DI COMPATIBILITA IDRAULICA;
- I STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE;
- I1 SINTESI NON TENCICA STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE;
- L DICHIARAZIONE DI NON NECESSITA DELLA V.INC.A. E RELAZIONE ALLEGATA;
- M PREVISIONALE DI IMPATTO ACUSTICO;
- N PREVENTIVO DI SPESA.
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AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
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PREMESSE
La Ditta intende avviare un’attività di recupero rifiuti inerti e di messa in riserva di rifiuti pericolosi e non
pericolosi in via Serenissima in Comune di Grisignano di Zocco (VI).
Le operazioni di gestione dei rifiuti che si intendono svolgere presso l’impianto sono le seguenti:
- R5 riciclaggio/recupero di altre sostanze inorganiche;
- R12 scambio di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei punti da R1 a R11;
- R13 messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei punti da R1 a R12 (escluso il
deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui sono prodotti).
Nell'impianto potranno essere conferite, complessivamente, 60.000 ton/anno di rifiuti (potenzialità media
pari a 260 t/g).
Il quantitativo massimo di rifiuti trattati sarà pari a 480 ton/g.
Il quantitativo massimo di rifiuti in stoccaggio è definito in 4.150 ton, di cui:
- 4˙000 t di rifiuti non pericolosi da sottoporre a messa in riserva per il trattamento in impianto;
- 150 t di rifiuti non pericolosi prodotti da operazioni di selezione/cernita.
UBICAZIONE
L’area in cui si prevede la localizzazione dell’impianto si trova all’interno della zona produttiva del Comune
di Grisignano di Zocco (VI). (Z.T.O. di tipo D2 – Industriale, Artigianale di espansione).
L’area in cui si prevede il nuovo insediamento ha un’estensione pari a 10.913,5 m 2 .
L'area in esame è collocata in area produttiva ed è compresa tra l'autostrada A4 Brescia-Padova e la linea fer-
roviaria Milano-Venezia,
L'ambiente naturale circostante è fortemente compromesso, oltre che per la presenza di altri edifici industria-
li, dall'essere compreso tra la grande arteria autostradale Brescia- Padova e la linea ferroviaria Milano-Vene-
zia, vere e proprie barriere fisiche per l'ambiente inteso in senso lato.
La rete stradale principale è composta dall’A4 (Autostrada Brescia Verona Vicenza Padova S.p.A.), nel tratto
che collega Vicenza con Padova, dall’ex strada statale 11 Padana Superiore, ora SR 11 (strada regionale 11
Padana Superiore), che collega sempre il capoluogo berico con quello euganeo e dalle due strade provinciali
sp21 – Grimana e sp23 – Campodoro.
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Ortofoto del sito
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
• Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
• Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
• Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di Grisignano di Zocco;
• Piano Regolatore Generale (P.R.G.) e Piano degli Interventi (P.I.) del Comune di Grisignano di Zocco;
• Piano Regionale Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani e Speciali;
• Piano Regionale di Tutela delle Acque;
• Piano Regionale di Tutela dell’Atmosfera;
• Piano di Assetto Idrogeologico;
• Rete Natura 2000.
I riferimenti programmatici sopra indicati rappresentano un quadro generale sufficientemente descritto, per
il quale si ritengono comunque necessari taluni approfondimenti:
- viene descritto il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani e Speciali ma non lo si mette in relazione
all'intervento previsto;
- in relazione al P.T.A. non si fa cenno al fatto che l'area interessata dall'impianto nella “Fig. 2.2 – Carta della
vulnerabilità intrinseca della falda freatica della Pianura Veneta” è inpiduata in parte come area con grado
di vulnerabilità Ee estremamente elevato (valore sintacs 80-100) ed in parte come area con grado di
vulnerabilità E elevato (valore sintacs 70-80) ed occorre pertanto che l'impianto sia messo in relazione con le
caratteristiche di tali aree;
- non viene preso in considerazione il PTRC approvato e la variante parziale al Piano Territoriale Regionale
di Coordinamento (PTRC 2009) con attribuzione della valenza paesaggistica, adottata con D.G.R n. 427/2013.
Viene preso in considerazione, sommariamente, il solo PTRC adottato senza, di fatto, metterlo in relazione
con l'intervento;
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- non è stato analizzato il PAT del comune approvato con C.d.S. del 14 giugno 2016 (nella tav. 6 – ambiti
urbanizzati e di potenziale trasformazione -l'area interessata viene inpiduata come soggetta a “piano
attuativo”). Al momento è in vigore il PRG/PI che inpidua l'area come z.t.o. D2/1 industriale artigianale di
espansione, normata dall'art. 17, che prevede:
a) l'edificazione e' subordinata all'approvazione di uno Strumento Urbanistico Attuativo;
b) per le sistemazioni esterne : le superfici scoperte devono essere sistemate a verde e parcheggi, questi
ultimi dimensionati in misura non inferiore al 10% della superficie fondiaria;
c) nella zona D2/1 si prescrive la realizzazione degli standards lungo via Serenissima, la piantumazione
lungo tutto il perimetro della zona di essenze arboreee e arbustive autoctone ad alto fusto;
d) non dovranno essere previsti nuovi accessi sulla via Serenissima;
e) per tutte le nuove zone previste dovrà essere verificata preliminarmente l’idoneità del sito dal punto di
vista idraulico ed ai sensi del DM 11.03.1988 e gli eventuali adeguamenti della rete idraulica di scolo sono
considerati opere di urbanizzazione primaria e devono essere eseguite con il controllo del competente
Consorzio di Bonifica;
- a confine del lotto sono presenti dei binari, da verificare la coerenza di quanto presentato con la fascia di
rispetto ferroviaria.
In ragione dei contenuti del P.T.A. relazionabili all'ambito di intervento, si chiede di precisare il rapporto tra
il progetto e la vulnerabilità intrinseca della falda freatica della Pianura Veneta e, conseguentemente, gli
eventuali accorgimenti progettuali adottati in merito.
Considerata la presenza a confine del lotto di binari ferroviari si richiede la verifica della coerenza di quanto
presentato con la eventuale fascia di rispetto ferroviaria.
Le integrazioni fornite hanno parzialmente soddisfatto quanto richiesto. In particolare la documentazione
prodotta non fornisce elementi sufficienti per potersi esprimere positivamente sulla variante urbanistica
richiesta.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento. Gli atti necessari all’approvazione della variante urbanistica e degli aspetti edilizi dovranno essere
assunti con i provvedimenti di competenza comunale.
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
Per attivare l’iniziativa citata in premessa SCA.MO.TER. RECYCLING s.a.s. ha acquisito la disponibilità di
un lotto, avente una superficie utile complessiva di circa 10˙914 mq: allo stato attuale, l’area è priva di un
accesso idoneo, essendo in essere solamente un passaggio carraio provvisorio (autorizzato) e una carrareccia
percorribile da soli mezzi agricoli; per tale ragione, il progetto dell’impianto contempla anche la
realizzazione di una strada privata (con conseguente prospettiva di una variante urbanistica) con sbocco in
via Serenissima (la S.P. 21 -), che garantirà quindi l’accessibilità al sito ed il suo raccordo con la rete
viabilistica.
Nell’impianto sono previste unicamente operazioni di messa in riserva (R13) con selezione/cernita (R12) e
recupero (R5) di rifiuti non pericolosi inerti per una capacità di lavorazione (giornaliera) superiore alla
soglia (delle 10 t/giorno) di cui alla lettera z.b) dell’Allegato IV alla Parte II del D.Lgs. N. 152/06 e ss.mm.ii.
Presso l’impianto sono previste le seguenti operazioni:
operazioni di sola messa in riserva (R13);
- operazioni di messa in riserva (R13) con selezione/cernita manuale (R12), finalizzata alla separazione di
frazioni avviabili a ulteriori operazioni di recupero presso terzi autorizzati;
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- operazioni di messa in riserva (R13) con eventuale selezione/cernita manuale (eventuale R12) e recupero
(R5), finalizzate all’asportazione di materiali estranei/indesiderati ed alla produzione di aggregati inerti
artificiali utilizzabili nel campo dell’edilizia e per la realizzazione di rilevati e sottofondi stradali, ferroviari,
aeroportuali, piazzali industriali oltreché per recuperi ambientali.
Le attività di recupero rifiuti sono conformi al D.M. 05/02/1998 con esclusione dei codici CER 020203 e
200301
Per il codice CER 170302 “Miscele bituminose perse da quelle di cui alla voce 170301” sono previste le sole
operazioni di R13 e R12;
Potenzialità impianto di rifiuti non pericolosi
limite max rifiuti in stoccaggio (ingresso) 4.000 t – – 2.600 mc
limite max rifiuti in stoccaggio (prodotti dall'attività) 150 t
limite max rifiuti sottoposti a recupero (operazioni R5) 480 t/giorno – 60.000 t/anno
Le operazioni di selezione/cernita manuale (R12) saranno effettuate, con l’ausilio di mezzi meccanici (pala
gommata, scavatore, caricatore a polipo), nelle stesse aree dedicate alla messa in riserva oppure in specifica
area; i materiali separati saranno quindi raggruppati in maniera distinta per tipologia e stoccati, come rifiuti
(con codice C.E.R. 1912xx), prima di essere allontanati dall’impianto e avviati a recupero/smaltimento presso
terzi autorizzati.
Accettazione rifiuti
Per quanto riguarda le operazioni di messa in riserva, l’accettazione dei rifiuti non pericolosi aventi codici a
specchio è subordinata alla certificazione di “non pericolosità” (analisi di classificazione), da effettuarsi dal
produttore preliminarmente al 1° conferimento e successivamente ripetute ogni due anni (nel caso di rifiuti
prodotti da attività produttive) o ad ogni modifica della filiera e/o delle caratteristiche del rifiuto (per rifiuti
prodotti da attività di cantiere).
Qualora sia dubbia la conformità dei rifiuti al CER inpiduato o si sospetti una contaminazione (da un
esame visivo o in relazione all'origine del rifiuto) i rifiuti saranno comunque sottoposti ad analisi.
I rifiuti con codice CER 17 05 04 “Terre e rocce di scavo” son o accompagnati da analisi per
l’attestazione dei valori di CSC inferiori alla colonna A o alla colonna B
Le operazioni di recupero (R5), invece, saranno effettuate
in una linea di trattamento automatizzata, mediante una
serie di fasi meccaniche (tecnologicamente interconnesse)
di frantumazione/macinazione, separazione magnetica
(deferrizzazione) e selezione granulometrica (vagliatura a
più stadi). I materiali in uscita dalla linea sono quindi
sostanzialmente riconducibili a:
- metalli ferrosi (separati mediante deferrizzazione),
che verranno qualificati come rifiuti (codice C.E.R.
19 12 02) e stoccati, prima di essere avviati a
recupero presso impianti terzi autorizzati,
- aggregati inerti artificiali a pezzatura controllata
(ottenuti mediante frantumazione e vagliatura),
che verranno depositati in apposite aree dedicate,
in attesa di ricevere la qualifica di M.P.S. secondo
D.G.R.V. 1773/2012.
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Le dotazioni di progetto consentiranno di ottenere le seguenti pezzature (cfr. schema a blocchi a lato):
- granella 0/10: aggregato inerte artificiale costituito da granuli di pezzatura compresa fra 0 e 10 mm;
- stabilizzato 10/30: aggregato inerte artificiale costituito da granuli di pezzatura compresa fra 10 e 30 mm;
- spezzato 30/80: aggregato inerte artificiale costituito da granuli di pezzatura compresa fra 30 e 80 mm;
- spezzato 80/100: aggregato inerte artificiale costituito da granuli di pezzatura compresa fra 80 e 100 mm.
L’attività di recupero (R5) è subordinata ad una serie di verifiche di conformità da effettuarsi tanto sui rifiuti
“in ingresso” quanto sulle M.P.S. in uscita (aggregati inerti ottenuti dalle operazioni di recupero-
trasformazione); queste verifiche, puntualmente definite dalla D.G.R.V. 1773/2012, sono sudpise:
- per i rifiuti in ingresso, in funzione della tipologia di rifiuto (non pericoloso con oppure senza codice a
specchio), della tipologia di attività di demolizione che li ha generati (selettiva oppure non selettiva) e del
tipo di opera demolita (fabbricati industriali e artigianali oppure fabbricati civili - commerciali o parti di
fabbricati industriali destinati ad uso non produttivo);
- per le M.P.S. in uscita, in base alla rispondenza a determinate caratteristiche qualitative / ambientali
(qualificazione secondo Norma UNI EN 13285:2010 e caratteristiche indicate all’allegato C della Circolare
Ministeriale 15 luglio 2005, n. UL/2005/5205) e prestazionali (stabilite dalle specifiche norme UNI-EN per la
classificazione CE del prodotto).
Per poter dar corso a queste verifiche, i materiali in uscita dalla linea di trattamento verranno ripresi e
depositati in apposite aree, dedicate, in attesa degli esiti dei controlli analitici. Ad esito favorevole, ovvero
all’ottenimento della qualifica di M.P.S., i materiali potranno essere commercializzati ed utilizzati come tali;
in caso contrario i materiali potranno essere ulteriormente riprocessati (ricaricati in testa alla linea) nel caso
di non conformità alle specifiche prestazionali richieste, oppure allontanati ed avviati, come rifiuti, ad
impianti terzi autorizzati (di recupero o di smaltimento) nel caso di non conformità alle specifiche
qualitative / ambientali previste.
Per quanto riguarda le dotazioni infrastrutturali, l’impianto sarà realizzato in area esterna scoperta e sarà
sudpiso in tre porzioni di cui:
- una, impermeabilizzata con manto di conglomerato bituminoso, dedicata all’ingresso, alle operazioni di
verifica dei carichi ed alla pulizia preventiva dei pneumatici dei vettori in uscita, all’interno della quale sarà
alloggiato un box adibito ad uffici-servizi e saranno installati la pesa e l’impianto lava-ruote;
- un’altra, pavimentata con massetto in cls, dedicata allo stoccaggio ed al trattamento, dove saranno allestite
le aree (box) di messa in riserva dei rifiuti (non pericolosi) conferiti e dove sarà alloggiata la linea di
frantumazione deferrizzazione-vagliatura e saranno posizionati alcuni cassoni/container scarrabili destinati
allo stoccaggio dei rifiuti prodotti dalle operazioni di selezione/cernita manuale e separazione magnetica
(nella linea di trattamento);
- un’altra, con fondo sub-superficiale impermeabilizzato con telo in HDPE, sormontato da una coltre di inerti
(stabilizzato), dove saranno realizzate le aree (box) di abbanco dei materiali processati (in attesa dei controlli
analitici) e delle M.P.S. recuperate oltreché due aree (box) di deposito specificatamente dedicate, l’una, alle
terre e rocce da scavo con valori di Concentrazione di Soglia di Contaminazione (CSC) inferiori a quelli di
cui alla colonna A della Tabella 1 - Allegato 5 al Titolo V parte IV del D.Lgs. N. 152/06 e ss.mm.ii. e
l’altra alle terre e rocce da scavo con valori di Concentrazione di Soglia di Contaminazione (CSC) inferiori a
quelli di cui alla colonna B della Tabella 1 del medesimo allegato.
L’impianto sarà adeguatamente recintato e perimetrato, su tutti i lati, da una fascia verde alberata di
“protezione ambientale”. Tutta l’area scoperta operativa dell’impianto (a meno della fascia verde
perimetrale), sarà presidiata da sistemi di raccolta e collettamento delle acque meteoriche idraulicamente
separati e distinti in funzione delle superfici presidiate. L’area esterna (scoperta), infine, sarà dotata di un
sistema di bagnatura delle superfici di stoccaggio, deposito e movimentazione, realizzato mediante appositi
erogatori che utilizzeranno, prevalentemente, le acque meteoriche accumulate nelle vasche di laminazione
della seconda pioggia.
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In termini di layout di progetto, la porzione dedicata all’ingresso, alle operazioni di verifica dei carichi ed
alla pulizia dei pneumatici dei vettori, sarà ricavata sul fianco sud-est del sito (in prossimità dell’accesso
all’impianto), su superficie impermeabilizzata con manto di conglomerato bituminoso anch’essa presidiata
da una rete di captazione e collettamento delle acque meteoriche afferente all’impianto di trattamento; al suo
interno saranno realizzate/installate le seguenti strutture/infrastrutture:
- un box, adibito ad uffici e servizi igienici del personale d’impianto;
- una pesa, per la verifica dei carichi in ingresso/uscita dall’impianto;
- un impianto lava-ruote, per la pulizia dei mezzi in uscita dall’impianto.
La porzione dell’impianto dedicata al deposito delle M.P.S., degli inerti trattati (in attesa di
qualificazione/classificazione) oltreché al deposito di terre e rocce da scavo con valori di Concentrazione di
Soglia di Contaminazione (CSC) inferiori a quelli di cui alle colonne A e B della Tabella 1 - Allegato 5 al
Titolo V parte IV del D.Lgs. N. 152/06 e ss.mm.ii., avrà una superficie complessiva di circa 5˙421 mq ed avrà
un fondo che, considerata la relativamente bassa permeabilità naturale dei suoli in sito (10-5 m/s < k < 10-7
m/s), presenterà la seguente successione stratigrafica (a partire dall’alto verso il basso):
1. strato di inerti riciclati, a pezzatura controllata, conformi alle specifiche di cui al D.M. 05/02/98 e
ss.mm.ii. (test di cessione conforme ai parametri stabiliti in Allegato 3 al D.M. 05/02/98 e ss.mm.ii.)
ed alle norme UNI/EN per la commercializzazione del prodotto;
2. strato drenante (in ghiaia o inerti riciclati a pezzatura < 30 mm conformi alle specifiche di cui al D.M.
05/02/98 e ss.mm.ii. ed alle norme UNI/EN per la commercializzazione del prodotto), di spessore s =
0,50 m, protetto da eventuali intasamenti mediante geotessile (su entrambe le superfici) e servito da
un tubo drenante, di captazione e collettamento, che afferirà le acque meteoriche ad un pozzettone
di raccolta e rilancio all’impianto di trattamento acque meteoriche;
3. geomembrana di impermeabilizzazione in HDPE.
Le acque meteoriche insistenti sulle porzioni superficialmente impermeabilizzate (aree pavimentate con
massetto in cls e con conglomerato bituminoso) verranno raccolte da una rete di captazione e collettamento e
sudpise in una frazione, di “prima” pioggia, che viene accumulata e trattata in apposito impianto prima di
essere scaricata nel collettore acque nere della pubblica fognatura, ed un’altra frazione, di “seconda pioggia”,
che viene sfiorata ad una batteria di vasche di laminazione (dotata di sistema di contenimento di eventuali
oli) prima di essere convogliata nel bacino disperdente appositamente predisposto.
Le acque meteoriche insistenti sul piazzale in misto stabilizzato, invece, si infiltreranno negli strati sub-
superficiali fino a raggiungere il materasso drenante che, posizionato immediatamente al di sopra della
geomembrana in HDPE (di impermeabilizzazione di fondo), provvederà al loro contenimento e, con le
pendenze assegnate, al loro convogliamento nel sistema di drenaggio (collettore fessurato), a sua volta
afferente al pozzo di raccolta e sollevamento all’impianto di trattamento; le acque vengono quindi
temporaneamente trattenute, al di sopra dell’impermeabilizzazione sub-superficiale del piazzale, per essere
successivamente avviate a trattamento prima del loro scarico nel bacino disperdente.
MITIGAZIONI ADOTTATE
Le mitigazioni adottate per ridurre i potenziali impatti sull’ambiente dovuti alla realizzazione del progetto
proposto, sono sinteticamente elencate di seguito:
- realizzazione di un impianto di nebulizzazione delle aree di lavoro (frantumatore, nastri e vaglio);
- bagnatura dei cumuli e della viabilità di transito durante i periodi particolarmente ventosi e siccitosi;
- contenimento della velocità di transito all’interno delle aree di lavorazione;
- riduzione quanto più possibile dell’altezza di caduta del materiale nei cassoni;
- copertura dei cassoni dei camion mediante teloni;
- delimitazione su tre lati dei box dove avvengono gli stoccaggi con setti pisori realizzati mediante
accostamento di elementi modulari in c.a.v. autoportanti (del tipo “Jersey”) di altezza pari a 3,50 m, così da
evitare la dispersione eolica dei materiali e delle polveri;
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- sistema di impermeabilizzazione dell’intera area per evitare infiltrazioni di acque con sostanze inquinanti
nel suolo;
- realizzazione di un sistema di raccolta e trattamento delle acque che cadono sui piazzali in cui si svolgono
le attività lavorative;
- piantumazione del perimetro dell’area con una siepe e un filare alberato per mascherare l’impianto verso
l’esterno;
- adozione delle procedure di gestione riportate nel Piano di Gestione Operativa;
- adozione del Programma di Monitoraggio e Controllo.
TIPOLOGIA DEI RIFIUTI CONFERIBILI
La tipologia di rifiuti che potranno essere conferiti presso l'impianto è la seguente:
Verifiche sui rifiuti in
C.E.R. Descrizione Note / Provenienza Operazioni Codifica materiali in uscita
ingresso
CER 01.04.08 Scarti di ghiaia e pietrisco, persi da
R13/R12
quelli di cui alla voce 01.04.07*
Altri rifiuti – CER 19.12.XX (1)
Scarti di ghiaia e Rifiuti inerti non
pericolosi da attività di Verifica di non "Materiale che ha cessato la qualifica di rifiuto" per
pietrisco, persi da
01.04.08 costruzione e pericolosità l’edilizia con test di cessione secondo l’allegato 3 al
quelli di cui alla voce
demolizione DM 5 Febbraio 98 e caratteristiche conformi
01.04.07* R13/R12/R5
all’allegato ‘C’ alla Circ. Min. Amb. UL/2005/5205 del
15.07.2005.
Altri rifiuti – CER 19.12.XX (1)
CER 01.04.10 Polveri e residui affini persi da quelli
R13/R12 di cui alla voce 01.04.09*
Altri rifiuti – CER 19.12.XX (1)
Rifiuti inerti non
Polveri e residui affini "Materiale che ha cessato la qualifica di rifiuto" per
pericolosi da attività di Verifica di non
01.04.10 persi da quelli di cui costruzione e pericolosità l’edilizia con test di cessione secondo l’allegato 3 al
alla voce 01.04.09* demolizione DM 5 Febbraio 98 e caratteristiche conformi
R13/R12/R5
all’allegato ‘C’ alla Circ. Min. Amb. UL/2005/5205 del
15.07.2005.
Altri rifiuti – CER 19.12.XX (1)
CER 01.04.13 Rifiuti prodotti dalla lavorazione della
R13/R12 pietra, persi da quelli di cui alla voce 01.04.07*
Altri rifiuti – CER 19.12.XX (1)
Rifiuti prodotti dalla Rifiuti inerti non
pericolosi da attività di Verifica di non "Materiale che ha cessato la qualifica di rifiuto" per
lavorazione della pietra,
01.04.13 costruzione e pericolosità l’edilizia con test di cessione secondo l’allegato 3 al
persi da quelli di cui
alla voce 01.04.07* demolizione DM 5 Febbraio 98 e caratteristiche conformi
R13/R12/R5
all’allegato ‘C’ alla Circ. Min. Amb. UL/2005/5205 del
15.07.2005.
Altri rifiuti – CER 19.12.XX (1)
conchiglie con eventuale Rifiuto supportato da "Materiale che ha cessato la qualifica di rifiuto" per
presenza di materiali documentazione l’edilizia con test di cessione secondo l’allegato 3 al
Scarti inutilizzabili per il
estranei provenienti attestante l’avvenuta DM 5 Febbraio 98 e caratteristiche conformi
02.02.03 consumo o la selezione, lavaggio e R13/R12/R5
dalla pulizia di arenili e all’allegato ‘C’ alla Circ. Min. Amb. UL/2005/5205 del
trasformazione separazione della
dall’industria dei prodotti 15.07.2005.
ittici componente non inerte
Altri rifiuti – CER 19.12.XX (1)
10.12.08 Scarti di ceramica, Rifiuti inerti non R13/R12 CER 10.12.08 Scarti di ceramica, mattoni mattonelle
mattoni mattonelle e pericolosi da attività di e materiali da costruzione (sottoposti a trattamento
materiali da costruzione costruzione e termico)
demolizione
Altri rifiuti – CER 19.12.XX (1)
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"Materiale che ha cessato la qualifica di rifiuto" per
l’edilizia con test di cessione secondo l’allegato 3 al
(sottoposti a trattamento DM 5 Febbraio 98 e caratteristiche conformi
R13/R12/R5
termico) all’allegato ‘C’ alla Circ. Min. Amb. UL/2005/5205 del
15.07.2005.
Altri rifiuti – CER 19.12.XX (1)
CER 10.13.11 Rifiuti della produzione di materiali
compositi a base di cemento, persi da quelli di cui
R13/R12
alle voci 10.13.09* e 10.13.10*
Rifiuti della produzione
Rifiuti inerti non Altri rifiuti – CER 19.12.XX (1)
di materiali compositi a
pericolosi da attività di Verifica di non "Materiale che ha cessato la qualifica di rifiuto" per
10.13.11 base di cemento, persi
costruzione e pericolosità. l’edilizia con test di cessione secondo l’allegato 3 al
da quelli di cui alle voci
demolizione DM 5 Febbraio 98 e caratteristiche conformi
10.13.09* e 10.13.10* R13/R12/R5
all’allegato ‘C’ alla Circ. Min. Amb. UL/2005/5205 del
15.07.2005.
Altri rifiuti – CER 19.12.XX (1)
CER 17.01.01 Cemento
R13/R12
Altri rifiuti – CER 19.12.XX (1)
Rifiuti inerti non "Materiale che ha cessato la qualifica di rifiuto" per
pericolosi da attività di l’edilizia con test di cessione secondo l’allegato 3 al
17.01.01 Cemento costruzione e DM 5 Febbraio 98 e caratteristiche conformi
demolizione R13/R12/R5
all’allegato ‘C’ alla Circ. Min. Amb. UL/2005/5205 del
15.07.2005.
Altri rifiuti – CER 19.12.XX ( (1)
CER 17.01.02 Mattoni
R13/R12
Altri rifiuti – CER 19.12.XX (1)
Rifiuti inerti non "Materiale che ha cessato la qualifica di rifiuto" per
pericolosi da attività di l’edilizia con test di cessione secondo l’allegato 3 al
17.01.02 Mattoni costruzione e DM 5 Febbraio 98 e caratteristiche conformi
demolizione R13/R12/R5
all’allegato ‘C’ alla Circ. Min. Amb. UL/2005/5205 del
15.07.2005.
Altri rifiuti – CER 19.12.XX (1)
CER 17.01.03 Mattonelle e ceramiche
R13/R12
Altri rifiuti – CER 19.12.XX (1)
Rifiuti inerti non "Materiale che ha cessato la qualifica di rifiuto" per
pericolosi da attività di l’edilizia con test di cessione secondo l’allegato 3 al
17.01.03 Mattonelle e ceramiche costruzione e DM 5 Febbraio 98 e caratteristiche conformi
demolizione R13/R12/R5
all’allegato ‘C’ alla Circ. Min. Amb. UL/2005/5205 del
15.07.2005.
Altri rifiuti – CER 19.12.XX (1)
CER 17.01.07 Miscugli o scorie di cemento, mattoni,
mattonelle e ceramiche, persi da quelli di cui alla
Verifica di non R13/R12
voce 17.01.06*
Miscugli o scorie di pericolosità (se
Rifiuti inerti non Altri rifiuti – CER 19.12.XX (1)
cemento, mattoni, provenienti da
pericolosi da attività di "Materiale che ha cessato la qualifica di rifiuto" per
17.01.07 mattonelle e ceramiche, costruzione e demolizioni non
l’edilizia con test di cessione secondo l’allegato 3 al
persi da quelli di cui demolizione selettive – applicare All.
DM 5 Febbraio 98 e caratteristiche conformi
alla voce 17.01.06* A Dgrv 1773 del R13/R12/R5
all’allegato ‘C’ alla Circ. Min. Amb. UL/2005/5205 del
28/08/2012)
15.07.2005.
Altri rifiuti – CER 19.12.XX (1)
Miscele bituminose Materiale solido Miscele bituminose perse da quelle di cui alla voce
Verifica di non
17.03.02 perse da quelle di cui costituito da bitume ed pericolosità R13/R12 17.03.01* - CER 17.03.02
alla voce 17.03.01* inerti Altri rifiuti – CER 19.12.XX (1)
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CER 17.05.04 Terre e rocce perse da quelle di cui
R13/R12 alla voce 17.05.03* (Colonna A)
Altri rifiuti – CER 19.12.XX (1)
Terre e rocce colonna A di cui Tabella 1 Allegato 5
Terre e rocce perse da alla parte IV Titolo V D.lgs. 152/06 con eluato
Verifica di non
17.05.04 quelle di cui alla voce pericolosità conforme al test di cessione secondo il metodo in
17.05.03* (Colonna A) allegato 3 del D.M. 05.02.1998.
R13/R12/R5
MPS per sistemazione e recuperi ambientali;
formazione di rilevati e sottofondi stradali,
sagomatura terreni ed uso per attività di giardinaggio.
Altri rifiuti – CER 19.12.XX (1)
CER 17.05.04 Terre e rocce perse da quelle di cui
R13/R12 alla voce 17.05.03* (Colonna B)
Altri rifiuti – CER 19.12.XX (1)
Terre e rocce colonna B di cui Tabella 1 Allegato 5
Terre e rocce perse da alla parte IV Titolo V D.lgs. 152/06 con eluato
Verifica di non
17.05.04 quelle di cui alla voce pericolosità conforme al test di cessione secondo il metodo in
17.05.03* (Colonna B) allegato 3 del D.M. 05.02.1998.
R13/R12/R5
MPS per sistemazione e recuperi ambientali;
formazione di rilevati e sottofondi stradali,
sagomatura terreni ed uso per attività di giardinaggio.
Altri rifiuti – CER 19.12.XX (1)
CER 17.05.08 Pietrisco per massicciate ferroviarie,
R13/R12 perso da quello di cui alla voce 17 05 07*
Pietrisco tolto d’opera Altri rifiuti – CER 19.12.XX (1)
Pietrisco per
costituito da roccia "Materiale che ha cessato la qualifica di rifiuto" per
massicciate ferroviarie, Verifica di non
17.05.08 silicea e cristallina o l’edilizia con test di cessione secondo l’allegato 3 al
perso da quello di cui pericolosità
calcare, con sabbia e DM 5 Febbraio 98 e caratteristiche conformi
alla voce 17 05 07* argilla R13/R12/R5
all’allegato ‘C’ alla Circ. Min. Amb. UL/2005/5205 del
15.07.2005.
Altri rifiuti – CER 19.12.XX (1)
Materiali da costruzione a base di gesso, persi da
R13/R12 quelli di cui alla voce 17.08.01* - CER 17.08.02
Altri rifiuti – CER 19.12.XX (1)
Materiali da costruzione Rifiuti inerti non
pericolosi da attività di Verifica di non "Materiale che ha cessato la qualifica di rifiuto" per
a base di gesso, persi
17.08.02 costruzione e pericolosità l’edilizia con test di cessione secondo l’allegato 3 al
da quelli di cui alla voce
demolizione DM 5 Febbraio 98 e caratteristiche conformi
17.08.01* R13/R12/R5
all’allegato ‘C’ alla Circ. Min. Amb. UL/2005/5205 del
15.07.2005.
Altri rifiuti – CER 19.12.XX (1)
CER 17.09.04 Rifiuti misti dell’attività di costruzione
e demolizione, persi da quelli di cui alla voce
R13/R12
Rifiuti misti dell’attività di 17.09.01*; 17.09.02*; 17.09.03*
costruzione e Rifiuti inerti non Altri rifiuti – CER 19.12.XX (1)
demolizione, persi da pericolosi da attività di Verifica di non "Materiale che ha cessato la qualifica di rifiuto" per
17.09.04 costruzione e
quelli di cui alla voce pericolosità. l’edilizia con test di cessione secondo l’allegato 3 al
17.09.01*; 17.09.02*; demolizione DM 5 Febbraio 98 e caratteristiche conformi
17.09.03* R13/R12/R5
all’allegato ‘C’ alla Circ. Min. Amb. UL/2005/5205 del
15.07.2005.
Altri rifiuti – CER 19.12.XX (1)
Rifiuti urbani non Materiale inerte, laterizio CER 20.03.01 Rifiuti urbani non differenziati
20 03 01 R13/R12
differenziati e ceramica cotta anche Altri rifiuti – CER 19.12.XX (1)
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"Materiale che ha cessato la qualifica di rifiuto" per
l’edilizia con test di cessione secondo l’allegato 3 al
con presenza di frazioni
DM 5 Febbraio 98 e caratteristiche conformi
metalliche, legno, R13/R12/R5
plastica, carta e isolanti all’allegato ‘C’ alla Circ. Min. Amb. UL/2005/5205 del
15.07.2005.
Altri rifiuti – CER 19.12.XX (1)
Note (1): Con l’indicazione “Altri rifiuti – CER 19.12.XX” si intendono i rifiuti residui prodotti dalle operazioni di trattamento meccanico di
rifiuti in ingresso all’impianto in oggetto, da destinare a recupero o a smaltimento. Qualora non sia possibile inpiduare un codice C.E.R.
ricompreso all’interno delle voci 19.12.xx, potrà essere attribuito un codice C.E.R. perso, ritenuto più appropriato per identificare il
rifiuto.
Considerato quanto espresso da Acque Vicentine spa in merito allo scarico in fognatura della prima pioggia,
il progetto dovrà essere necessariamente modificato, prospettando una nuova soluzione, considerando
altresì valutazioni fatte che hanno portato alla progettazione di un bacino di dispersione per le acque di
seconda pioggia delle aree pavimentate con cls o asfaltate e delle acque raccolte dall'area impermeabilizzata
con HDPE piuttosto che al conferimento alla rete comunale di acque bianche; venga inoltre descritta l'analisi
fatta che ha escluso la possibilità di recapito delle citate acque in acque superficiali
Si reputa inoltre necessario chiarire quanto segue:
- tra i CER richiesti sono stati inseriti anche: 200301 (rifiuti urbani non differenziati) e 020203 (scarti
inutilizzabili per il consumo o la trasformazione - rifiuti della preparazione e del prattamento di carne, pesce
ed altri alimenti di origine animale) e si chiede quindi di spiegare la valutazione fatta relativamente alla
possibilità di emergenza di problematiche relativamente agli odori: target rispetto ai venti dominanti, misure
di mitigazione, opportunità di definizione di un "bianco" ante operam, ecc.", ovvero alla necessità del
riconoscimento di una nuova MPS non prevista dal DM 05.02.98;
- le modalità gestionali attraverso cui si esercita l’opzione alternativa dell’operazione R5 ovvero del termine
del recupero all’operazione R12.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto, modificando alcuni aspetti del progetto
presentato.
In particolare:
- per il codice CER 020203, non potendosi escludere la possibilità che si creino problemi connessi con la
produzione di odori, se ne esclude la gestione;
- la gestione delle acque meteoriche, stante l’impossibilità di conferire al sistema fognario o alla rete
idrografica superficiale, viene improntata al riutilizzo delle stesse per mantenere costantemente bagnati i
cumuli e la viabilità al fine di evitare il formarsi di polveri. Il sistema prevede che le acque di prima pioggia
vengano trattate attraverso un impianto di sedimentazione e disoleazione e quindi stoccate in apposite tre
vasche, denominate ‘Riserva Idrica’, di capacità utile complessiva pari a 160 mc per essere poi avviate a
riutilizzo per il servizio di bagnatura cumuli e viabilità. Le acque di seconda pioggia verranno invece avviate
alle sei vasche di stoccaggio di capacità utile complessiva pari a 270 mc e potranno essere quindi utilizzate
per l’alimentazione della riserva idrica dell’impianto; seguono un bacino impermeabilizzato di 600 mc ed un
ulteriore bacino esterno di accumulo per altri 100 mc. Nel caso risultasse necessario smaltire volumi
superiori, verranno modificate le tempistiche di irrorazione dei cumuli.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
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QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
Le emissioni in atmosfera comprendono sia le emissioni da traffico, ossia dai mezzi di trasporto utilizzati in
fase di cantiere, sia in fase di esercizio per trasportare i materiali da e per l’impianto, sia le emissioni di pol -
veri dovute alla movimentazione dei terreni per l’apprestamento dell’area e dei materiali durante la fase di
esercizio. Inoltre, il funzionamento del trituratore in fase di esercizio sarà fonte di emissioni in atmosfera,
contribuendo quindi all’alterazione della qualità dell’aria.
Le emissioni di inquinanti atmosferici dovute ai mezzi di trasporto apporteranno un lieve contributo alle
emissioni da traffico già presenti nell’area, sia in fase di cantiere che di esercizio.
Il maggior contributo alle emissioni in atmosfera deriverà invece dalla produzione di polveri in fase di eser -
cizio e sono quindi state analizzate le attività che potrebbero generarle ed i relativi fattori di emissione ri-
spetto al PM10; sono inoltre state considerate le misure di mitigazione previste già in fase progettuale e si è
fatto riferimento a misure dirette effettuate in impianti simili, come dettagliato.
Per quanto riguarda le misure di mitigazione si segnala:
- realizzazione di un impianto di nebulizzazione delle aree di lavoro (frantumatore, nastri e vaglio);
- bagnatura dei cumuli e della viabilità di transito durante i periodi particolarmente ventosi e siccitosi;
- contenimento della velocità di transito all’interno delle aree di lavorazione;
- riduzione quanto più possibile dell’altezza di caduta del materiale nei cassoni;
- copertura dei cassoni dei camion mediante teloni.
Complessivamente, sia in fase di cantiere che di esercizio, la significatività degli impatti sull’atmosfera può
considerarsi come poco significativa.
Il proponente studi la fattibilità, al fine di contenere le emissioni diffuse da polveri, di tenere costantemente
bagnati i cumuli di materiali, non subordinando tale pratica alla valutazione soggettiva di "durante i periodi
particolarmente ventosi e siccitosi.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
L’ambiente idrico della zona rispecchia i caratteri della bassa pianura veneta, dove in superficie, i terreni
risultano generalmente a permeabilità ridotta, spesso con difficoltà di drenaggio, con conseguente sviluppo
di una fitta rete di corsi d’acqua e scoli. L’idrografia superficiale circostante l’area in esame è caratterizzata
dalla presenza del F. Ceresone, della Roggia Tesinella e dello Scolo Settimo; altri corsi d’acqua di minore
importanza sono il Rio Tessara, lo Scolo Cuminello, la Roggia Segona e lo Scolo Riazzo.
Lo Scolo Cinosa, attraversava l’area poi industrializzata, è stato in parte intubato e, dopo aver ricevuto la
roggia Segona, confluisce nel Ceresone in prossimità dell’autostrada A4.
L’impatto sulle acque superficiali è stato valutato solo per la fase di esercizio dell’impianto, dato che non
sono previste attività che possano generare degli impatti sulla componente acque superficiali in fase di
cantiere; già in fase di progettazione dell’impianto si è previsto di limitare i possibili impatti derivanti dal
dilavamento dei rifiuti depositati sui piazzali attraverso sistemi di impermeabilizzazione dell’intera area e la
realizzazione di un sistema di raccolta delle acque meteoriche.
In aggiunta, con effetto positivo sulla componente acque superficiali in termini di consumo di risorse, è stato
predisposto un sistema di recupero delle acque meteoriche per alcune attività dell’impianto.
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Rimandando alla relazione tecnica di progetto per maggiori dettagli, il sistema idrico all’interno
dell’impianto in progetto sarà così costituito:
- condotta delle acque nere dei servizi igienici dell’impianto, collettata alla pubblica fognatura (collettore
acque nere);
- rete di regimentazione delle acque meteoriche di scorrimento sulle aree impermeabilizzate
superficialmente, afferenti ad un impianto di raccolta e controllo (trattamento) della “prima pioggia” (primi
10 mm), che verrà scaricata nel collettore fognario pubblico (acque nere), e ad una batteria di vasche di
laminazione della “seconda pioggia”, che verrà scaricata, previo trattamento mediante appositi filtri
(lamellare e a coalescenza), nel bacino disperdente appositamente predisposto;
- rete di regimentazione delle acque meteoriche di scorrimento sulle aree impermeabilizzate sub-
superficialmente, afferenti all’impianto di trattamento e alla batteria di vasche di laminazione a servizio delle
aree pavimentate, prima del loro scarico nel bacino disperdente appositamente predisposto.
Prioritariamente al loro scarico, le acque meteoriche di seconda pioggia verranno utilizzate per
l’alimentazione della riserva idrica di un impianto di recupero, utilizzato dal sistema di bagnatura delle aree
di stoccaggio/deposito e movimentazione e dalla stazione lava-ruote.
I possibili impatti sull’ambiente idrico derivanti dagli scarichi idrici provenienti all’impianto in progetto in
fase di esercizio possono quindi essere considerati molto limitati. Un effetto positivo, seppur limitato, sulla
disponibilità della risorsa idrica, è da ritrovarsi nel recupero delle acque meteoriche di seconda pioggia per
attività legate al funzionamento dell’impianto.
Si dovranno inoltre considerare le integrazioni già richieste all’interno del Quadro Progettuale.
Il proponente completi lo studio di impatto relativamente alla coerenza localizzativa evidenziando il rispetto
dei criteri di esclusione relativamente al punto 1.3.5 della DCR 30/2015 (protezione delle risorse idriche) e
presentando progettazione e tavole del bacino disperdente delle acque meteoriche, indicando gli
accorgimenti previsti per evitare i problemi legati al ristagno di acqua.
Le integrazioni fornite, vedi anche le conclusioni del quadro progettuale, hanno soddisfatto quanto richiesto.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
La Carta Geologica del Veneto indica per il sottosuolo di Grisignano la presenza di depositi alluvionali e
fluvioglaciali, con prevalenza di limi ed argille. Lo spessore del materasso alluvionale è ampiamente
superiore al centinaio di metri. Ciò è confermato dall’analisi di alcune schede tratte dall’Archivio nazionale
delle indagini del sottosuolo (Legge 464/1984), è emerso che il territorio grisignanese presenta un sottosuolo
caratterizzato da alternanze di sabbie con limi ed argille e con una notevole variabilità, oltre che verticale,
anche orizzontale. L’uso del suolo, nella ristretta area in esame, è a destinazione industriale. L’ambiente
idrico del grisignanese rispecchia i caratteri della bassa pianura veneta, dove la natura del sottosuolo
comporta la presenza di una prima falda poco profonda, molto vulnerabile, ma anche poco sfruttabile per la
sua scarsa potenzialità, e di una serie di falde più profonde, più o meno isolate le une dalle altre, artesiane e
semi-artesiane, a potenzialità variabile.
Dal punto di vista idrogeologico, l’area in esame presenta una variabilità sia verticale che orizzontale che
determina un insieme di falde superficiali, più o meno comunicanti tra loro, a volte anche ricche d’acqua,
con livelli idrici situati a pochi metri di profondità dal piano campagna. Questo complesso superficiale di
falde viene spesso indicato come “acquifero superiore”.
La direzione del deflusso sotterraneo è mediamente NW-SE, ma localmente può avere direzioni anche molto
perse, in relazione all’elevata variabilità strutturale dell’acquifero; il gradiente idraulico è anch’esso
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variabile, generalmente inferiore all’1%. In profondità sono state inpiduate altre falde, a 60-70 m, a 110-120
m, a 160-170 m, per lo più in pressione, che costituiscono “l’acquifero inferiore - falde confinate”.
La vulnerabilità della prima falda è generalmente elevata, data la sua scarsa profondità, mentre penta
bassa per le falde profonde, in pressione, perché isolate idraulicamente rispetto alla superficie.
La qualità delle acque sotterranee in prossimità dell’area di progetto è stata valutata relativamente al corpo
idrico sotterraneo denominato BPSB (Bassa Pianura Settore Brenta). Lo stato chimico del punto di
monitoraggio n. 155, idrogeologicamente a monte rispetto al territorio di Grisignano, presenta una qualità
scadente, per superamento del limite dei VOC (Composti Organici Volatili) e precisamente per il parametro
triclorometano.
Dal punto di vista quantitativo, si segnalano abbassamenti e innalzamenti della superficie piezometrica che
indicano l’arricchimento o il depauperamento della risorsa idrica. Nel Comune di Grisignano non vi sono
pozzi per l’approvvigionamento idropotabile.
La movimentazione della terra in fase di cantiere avrà senz’altro delle ripercussioni su questa componente,
seppur limitate considerato l’attuale stato del luogo (area incolta). In fase di esercizio, l’attività stessa
dell’impianto, ossia il recupero di rifiuti inerti, si connota come impatto positivo in termini di risparmio di
suolo e quindi di minor consumo delle risorse.
Nel corso del sopralluogo svolto nel sito si è preso atto dello stato attuale dei luoghi, da cui è emerso come
l’area risulti interessata in modo estensivo dalla presenza di materiali vari, inerti, ed anche da rifiuti
eterogenei, sparsi sulla superficie del lotto; non risultano agli atti dati di caratterizzazione delle matrici
suolo-sottosuolo, riporti ed acque sotterranee, necessari per valutare il livello qualitativo del sedime in
condizioni pre-operam, rispetto all’insediamento di progetto.
Peraltro all’art.10 del contratto di locazione in atti si trovano dettagli specifici sul merito di “…nuove analisi”
(chimiche), che l’affittuario si impegna ad eseguire prima del riconsegna del bene alla Proprietà, “onde
verificarne “l’incontaminazione…”.
Stante i riscontri di cui sopra, che configurano la presenza di rifiuti sparsi sul soprassuolo e quindi la
possibilità di fenomenologie pregresse di contaminazione, si ritiene necessario, ai sensi di legge, far
precedere ad ogni intervento di rimodulazione del piano attuale del sito, una indagine conoscitiva iniziale
(e.g. geologica, idrogeologica e chimica), finalizzata ad approfondire:
- la presenza di rifiuti, superficiali o interrati, in ordine al perfezionare il loro smaltimento ai sensi di legge;
- la distribuzione e le caratteristiche di cessione dei riporti, rispetto alla presenza dei terreni naturali in posto;
- la qualità del sottosuolo naturale insaturo, da confrontarsi con le CSC di cui al D. Lgs. 152/06 smi (tab 1 col.
B2);
- le caratteristiche idro-chimiche della prima circolazione idrica sotterranea3 (da confrontarsi con le CSC di
cui al D. Lgs. 152/06 smi , tab 2 col. B), con la precauzione di ricostruire anche l’andamento del campo di
flusso delle acque sotterranee di prima falda.
Dal momento in cui nel Piano di Ripristino (elaborato F) non sono riportati elementi programmatici in grado
di rappresentare adeguatamente la tipologia e la consistenza delle indagini ambientali necessarie alla
dismissione del sito si raccomanda che:
- il numero di sondaggi(trincee) necessarie per valutare la tipologia di sottosuolo (i.e riporti, eventuali rifiuti
interrati, etc.) sia adeguato al grado di eterogeneità lito-stratigrafica che emergerà all’atto degli scavi;
- il numero di analisi di laboratorio per indagare la qualità chimica del sistema insaturo sia almeno pari a 6
(sia in composizione per terreno naturale che per la cessione sui riporti);
- il numero di piezometri (di tipo superficiale, a tubo aperto) sia almeno pari a 4: da ognuno di essi andrà
composto un campione di acqua di falda per le analisi chimiche;
- criteri metodologici differenti da quanto riportato nella DGRV 2922/03 (ad esempio per quanto attiene il set
di analisi, modalità di prelievo, etc. ) siano concordati preventivamente con ARPAV.
Le integrazioni fornite, nonché l’attuazione di quanto realizzato a seguito di Ordinanza Sindacale, hanno
soddisfatto quanto richiesto.
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VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
Il lotto di progetto si colloca nella zona industriale del comune di Grisignano di Zocco lungo via Serenissima
verso sud ovest, il confine nord è evidenziato dalla linea ferroviaria Venezia-Milano, a nord ovest ed a est il
lotto confina con capannoni industriali; secondo il Piano di Zonizzazione Acustica Comunale l’area è posta
in classe VI, in prossimità dell’area industriale verso est e verso sud ovest sono presenti zone di carattere
residenziale misto poste in classe III, le residenze più vicine distano circa 90 mt verso est e a circa 120 mt
verso sud ovest.
Le attività si svolgono interamente in ambiente esterno nel lotto di progetto e le sorgenti di rumore sono di
seguito elencate: attività di scarico materiale, macinazione dei materiali inerti, vagliatura dei materiali inerti,
movimentazione meccanica del materiale con pala meccanica e escavatore, carico materiale da portar via sui
mezzi pesanti.
L’azienda è dotata di 8 mezzi pesanti, il traffico indotto dalle attività così come specificato nella
documentazione in analisi, sarà in tutto di 16 passaggi (tra ingressi e uscite) di mezzi pesanti al giorno che
convoglieranno su via Serenissima; le emissioni di rumore dovute al traffico indotto dall’attività secondo
quanto stimato dal tecnico redattore non comporteranno incrementi rilevanti al clima acustico caratteristico
dell’area in analisi.
Si ritiene che il grado di approfondimento del documento di Valutazione Previsionale di Impatto Acustico
non sia sufficiente; l’argomento deve essere trattato relativamente agli impatti acustici determinati dalle
attività, dalle macchine e dagli impianti dell’azienda, così come richiesto dalla normativa di settore (ai sensi
dell’art. 8 della Legge Quadro n.447 del 26.10.1995 e successive norme attuative nonchè della DDG ARPAV
n. 3 del 29/01/2008).
Il comitato provinciale di V.I.A. pertanto, ha ritenuto necessario acquisire le seguenti integrazioni:
- manca la verifica del livello residuo caratteristico dell’area in analisi nei confronti dei ricettori più
impattati dalle future emissioni prodotte dall’attività: si chiede quindi un monitoraggio del clima
acustico presso i ricettori suddetti ;
- è opportuno verificare, i livelli di rumore residuo scorporati dalle emissione delle infrastrutture dei
trasporti e non, presso i ricettori indagati, nonché i valori LeqA e L95 orari più bassi riscontrati dal
monitoraggio, che saranno usati per la verifica del livello differenziale presso i suddetti ricettori;
- valutare la variabilità delle situazioni incognite presenti nel sito in analisi e la mancata verifica con
monitoraggio in ambiente interno (così come chiesto dalla norma vigente); si ritiene opportuno
valutare solo i livelli differenziali a finestre aperte assimilati ai valori in ambiente esterno verificati
ad 1 mt. dalla facciata.
Le integrazioni fornite hanno parzialmente soddisfatto quanto richiesto e si ritiene, pertanto, di intervenire
con una specifica prescrizione. Sulla base della analisi previsionale non si ravvisano particolari elementi che
evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati dall’intervento e pertanto non si
renderebbero necessari interventi di mitigazione ambientale per l’abbattimento dell’inquinamento acustico.
Tuttavia ad impianto in esercizio risulta necessario eseguire, entro tre mesi dalla messa in esercizio
dell’impianto, un monitoraggio dell’inquinamento acustico al perimetro e presso i ricettori identificati per la
verifica dei limiti di emissione, immissione e differenziale previsti dalla normativa vigente ed in relazione
alla classificazione acustica comunale.
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VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI
Il presente aspetto non risulta trattato nello Studio di Impatto Ambientale.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
L'area in esame si inserisce all'interno di un insediamento industriale che, come molti altri negli ultimi de-
cenni, appartiene a quei grossi poli urbani che si sono distribuiti lungo gli assi viari principali (Vicenza-
Verona o Vicenza-Padova) o che gravitano intorno a centri trainanti come la valle dell'Agno e del Chiampo.
In fase di esercizio, la presenza dell’impianto in progetto avrà un impatto visivo sul paesaggio, occupando
un’area ad oggi libera. Tuttavia tale impatto sarà molto limitato in quanto l’impianto troverà collocazione
all’interno di un’area industrializzata e in cui la qualità stessa del paesaggio è compromessa. A ridurre ulte -
riormente la visibilità dell’impianto è inoltre prevista la piantumazione di una siepe e un filare alberato lun -
go il perimetro il cui scopo è appunto quello di creare un mascheramento dell’area verso l’esterno.
Si richiede all'azienda di indicare il sistema che intende adottare ai fini del mantenimento e manutenzione
del verde.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto. In via preventiva all’inizio dei lavori, tuttavia,
dovrà essere definita in via univoca la sistemazione a verde, considerando che non vi è corrispondenza tra
quanto riportato nella Relazione Integrativa El. A (predisposizione di un filare alberato continuo di Carpinus
betulus -Carpino bianco- lungo tutti i lati dell’impianto) e nella tavola B11 “Planimetria aree verdi e aree a
parcheggio”, dove nella rappresentazione cartografica tale dotazione verde non è presente.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
La rete stradale principale è composta dall’A4 (Autostrada Brescia Verona Vicenza Padova S.p.A.), nel tratto
che collega Vicenza con Padova, dall’ex strada statale 11 Padana Superiore, ora SR 11 (strada regionale 11
Padana Superiore), che collega sempre il capoluogo berico con quello euganeo e dalle due strade provinciali
sp21 – Grimana e sp23 – Campodoro.
Il flusso di traffico che interessa le Strade Provinciali n.21 e n.23 nel periodo diurno (tra le ore 7,00 e le ore
19,00) è compreso tra 4000 e 8000 veicoli. Nel 2013 è stato redatto uno “Studio viabilistico relativo alla
possibilità di realizzare un innesto a T sulla sp.21 Grimana nel Comune di Grisignano di Zocco”, a cura dello
Studio Progetto Leonardo di Fontaniva (PD), proprio nelle vicinanze dell’impianto in esame.
Dallo studio è emerso che i flussi orari medi superano abbondantemente le migliaia di unità e si stima che,
con il carico di traffico attualmente esistente sulla sp 21 Grimana, l’innesto a T previsto potrà garantire un
accettabile livello complessivo di funzionalità finché il traffico indotto dalle nuove lottizzazioni non superi i
250 veicoli/ora, sia in ingresso che in uscita simultaneamente.
In entrambe le fasi, di cantiere e di esercizio, la viabilità esistente dovrà farsi carico del traffico indotto
dall’impianto in progetto, con impatti tuttavia limitati considerati gli attuali flussi di traffico e l’adeguatezza
della rete stradale esistente.
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Si acquisisce il parere di massima di Vi.Abilità, con la richiesta di adempiere a quanto richiesto.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI, FLORA, FAUNA
L'urbanizzazione diffusa sul territorio e l’agricoltura intensiva hanno fortemente compromesso dal punto di
vista ambientale la pianura vicentina: la qualità dei corsi d’acqua è continuamente insidiata dagli scarichi di
reflui industriali e civili, i suoli si impoveriscono e subiscono l’aggressione chimica dei moderni metodi
agricoli o vengono cementificati e resi impermeabili, con conseguenti problematiche idrauliche.
Lungo i corsi d’acqua è diffusa la robinia (Robinia pseudoacacia), favorita dagli interventi antropici, cui si
associano le specie tipiche della zona quali i Salici (Salix spp.), gli Ontani (Alnus spp.) e i Pioppi (Populus
spp.). Nelle aree pianeggianti dedicate all'agricoltura, prevale il seminativo specializzato, condotto su
piccole aziende a carattere famigliare e scarsa risulta la dotazione di siepi ed alberature.
Dal punto di vista faunistico, l’urbanizzazione estensiva e l’estrema semplificazione degli ambienti coltivati,
hanno drasticamente ridotto le potenzialità delle aree di pianura ed hanno condizionano la possibilità di
raggiungere densità elevate delle specie stanziali tipiche.
I siti della “Rete Natura 2000” più vicini all'area oggetto di studio sono:
- il SIC IT3220037 “Colli Berici”, che dista circa 7,8 km;
- il SIC-ZPS IT3260017 “Colli Euganei – Monte Lozzo – Monte Ricco”, che dista circa 10,7 km;
- il SIC-ZPS IT3260018 “Zone umide e Grave della Brenta”, che dista circa 10,1 km.
Considerati la distanza dai tre siti, il contesto di zona industriale, la presenza intorno di autostrada e
ferrovia, la preesistenza del capannone, la tipologia delle attività che vi saranno svolte, la realizzazione di
quanto previsto non potrà interferire con i Siti Natura 2000 già citati, in quanto non comporta perdita di
superficie del SIC, non comporta frammentazione o perturbazione dello stesso, non modifica la qualità delle
risorse ambientali del SIC, non genera impatti da traffico nel SIC.
Si richiama l’importanza di una valutazione più precisa della pur razionale e opportuna sistemazione a
verde, costituita dalla messa a di mora di una siepe di Prunus laurocerasus e da un filare alberato continuo
di Carpinus betulus, con una integrazione che riporti: sesti di impianto, quantità delle piante, dimensioni,
caratteristiche delle specie arbustive/arboree messe a dimora; caratteristiche del prato sottostante;
caratteristiche ed oneri di manutenzione per i primi tre anni; computo metrico estimativo per chiarire
l’importo generico indicato nell’elaborato N “Preventivo di spesa”. Le integrazioni fornite hanno soddisfatto
quanto richiesto.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
Nel SIA si dichiara che generalmente gli impatti sulla qualità della vita si qualificano come impatti indiretti
che hanno delle ripercussioni sullo stato di benessere e confort della popolazione limitrofa all’area di
progetto.
In particolare, sia per la fase di cantiere che per la fase di esercizio, i fattori che possono arrecare disturbo
alla qualità della vita sono identificabili nelle emissioni in atmosfera, in termini di cambiamento della qualità
dell’aria; nelle emissioni sonore, con fastidi dovuti ad alti livelli acustici che causano rumore; alla viabilità
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che, oltre a contribuire ai due precedenti fattori, può aggravare lo stato di confort degli utilizzatori delle
arterie stradali. In entrambe le fasi gli impatti su questa componente possono considerarsi poco significativi
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significatici sull'ambiente determinati
dall’intervento.
Osservazioni del Comune di Grisignano di Zocco
In occasione delle seduta del Comitato dello scorso 07.02.2019, il Comune ha depositato le proprie
osservazioni, che sinteticamente possono essere così descritte.
a) Viabilità. Non risulterebbe comprensibile la quota di imposta della strada di penetrazione e la pendenza
della rampa di uscita sulla strada provinciale.
b) Atmosfera. Risulterebbe incerto il mantenimento nel tempo della disponibilità delle acque di accumulo
destinate all’abbattimento della polverosità diffusa.
c) Suolo e sottosuolo. Vengono evidenziati potenziali problemi di deflusso e di dispersione delle acque
eccedenti la capienza degli accumuli previsti, con rischio di aggravare il problema della stagnazione
dell’acqua.
d) Rumore. Non sarebbe dimostrato il rispetto dei limiti previsti dal piano comunale di zonizzazione
acustica.
e) Non risulterebbe rispettata la la fascia di rispetto ferroviario nella previsione progettuale di installazione
della nuova recinzione e la stessa non sarebbe rispettosa delle tipologie previste dal P.I..
f) Risulterebbe necessaria la preventiva autorizzazione del competente Consorzio di Bonifica.
g) Manca la corretta rappresentazione/inpiduazione della morfologia del terreno e l’esatta dislocazione dei
cumuli di rifiuti, a seguito delle attività previste dall’ordinanza sindacale, nonché adeguata documentazione
fotografica in merito.
h) Manca indicazione del piano quotato previsto dal vigente regolamento edilizio e copia atto notarile di
proprietà.
Valutazioni e considerazioni
Il Comitato, esaminati i suddetti rilievi e le relazioni integrative presentate dall’impresa, esprime le seguenti
valutazioni e considerazioni.
1) Le carenze documentali rilevati sono state oggetto di adeguata integrazione e precisazione.
2) I rilievi di natura ambientale risultano già esaminati nell’istruttoria del Comitato e sono oggetto, qualora
necessario, di specifiche prescrizioni in merito.
3) Per quanto riguarda la necessità di acquisizioni di ulteriori pareri (RFI e Consorzio di bonifica), non si
ritiene l’osservazione pertinente, in quanto il progetto, per come presentato ed integrato, non investe tali
competenze.
4) Per quanto riguarda gli aspetti edilizi e/o urbanistici, permane e viene richiamata la competenza del
Comune nell’ambito dei propri procedimenti istituzionali, così come per le eventuali ulteriori verifiche di
ottemperanza all’ordinanza sindacale ed alla documentazione depositata nell’ottobre 2018.
VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
CONCLUSIONI
Il progetto in esame non si pone in contrasto ovvero in condizioni di interferenze rispetto ad altri piani,
progetti o interventi in zone limitrofe, né questi ultimi possono interagire con l’intervento oggetto del
parere.
Non si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti.
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Il grado di approfondimento documentale, anche dopo l’invio delle specifiche integrazioni richieste, la
tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi riportati possono essere considerati adeguati alle
finalità che il proponente intende conseguire.
Non si ritiene di richiedere ulteriori integrazioni, approfondimenti o chiarimenti di sorta.
Le osservazioni contrarie alla realizzazione del progetto da parte del Comune di Grisignano di Zocco e le
carenze documentali dallo stesso rilevate, sono state adeguatamente riscontrate e chiarite dall’impresa e non
costituiscono elemento ostativo all’espressione del parere ed al conseguente rilascio dell’autorizzazione.
La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a ritenere come il
progetto non comporta pressioni o effetti significativi per l’ambiente.
Parimenti il progetto non determina alcun impatto aggiuntivo significativo rispetto all’esercizio delle altre
attività in atto, necessitando tuttavia di alcune specifiche prescrizioni al fine di consentire un adeguato
monitoraggio post-operam finalizzato alla verifica dei dati progettuali proposti.
Rispetto al territorio circostante l’iniziativa in esame va interpretata positivamente, sussistendo un’assenza
di rischi ambientali, sanitari ed ecologici
Il parere espresso dalla Commissione è relativo sia alla procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale che
a quella di approvazione progetto per l’attività di gestione rifiuti, il cui elenco è riportato in premessa al
presente parere. L’approvazione progetto non costituisce variante urbanistica puntuale prevista dalla L.R.
n.03/2000 né degli aspetti edilizi, per le considerazioni citate in premessa.
Tutto ciò premesso si esprime
PARERE FAVOREVOLE
all’intervento, subordinandolo alle prescrizioni di seguito citate.
1.Preliminarmente alla comunicazione di avvio dei lavori si dovrà:
- ottenere gli atti di assenso/autorizzazione in tema edilizio-urbanistico di competenza del Comune, nell’ambito dei pro -
cedimenti di competenza;
- conseguire il parere di competenza di Vi.Abilità spa;
- presentare una tavola aggiornata delle aree verdi e aree a parcheggio, contenente gli elementi riportati nella Relazione
Integrativa El. A (predisposizione di un filare alberato continuo di Carpinus betulus -Carpino bianco- lungo tutti i lati
dell’impianto).
2. In sede di collaudo si dovrà procedere con i seguenti adempimenti/obblighi:
Acque Meteoriche
- redarre una procedura gestionale che descrive le attività ed inpidua le responsabilità relativamente alle modalità di
gestione della vasca di prima pioggia, i tempi del suo svuotamento rispetto alla fine dell'evento meteorico e la inpidua -
zione delle modalità per le quali risultano disponibili i necessari volumi di accoglienza nelle tre vasche, denominate ‘Ri -
serva Idrica’, di capacità utile complessiva pari a 160 mc (*);
- prevedere che ogni adduzione conferente al bacino disperdente sia dotata di pozzetto di campionamento e di autorizza -
zione allo scarico; sarà effettuato dalla ditta il monitoraggio di alcuni semplici parametri indicatori: pH, solfati, cloruri,
idrocarburi, SST (limiti tabella 4 scarico su suolo).
- tutte le acque collettate al bacino disperdente devono essere idonee a questo obiettivo e, a tal fine, il proponente dovrà
valutare la necessità o meno di prevedere eventuali ulteriori elementi di depurazione.
- verificare la funzionalità del sistema di gestione e trattamento delle acque meteoriche di dilavamento, anche in tema di
bilancio idrico;
- il set analitico comprenda dovrà comprendere, oltre i parametri indicatori (per mobilità) e tipici delle cessioni dei mate -
riali MPS prodotti (materiali riconducibili alle caratteristiche del "allegato C della circolare del Min. dell’Ambiente e
della Tutela del Territorio 15/07/2005"), anche i parametri delle tabelle 1/A e 1/B Allegato 1 parte III DLgs 152 con
particolare riguardo alle sostanze ed ai composti sicuramente contenuti o costituenti i CER oggetto di richiesta (Esempi:
170302->IPA, 170403->Piombo, ecc);
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PROVINCIA DI VICENZA
AREA SERVIZI AL CITTADINO E AL TERRITORIO
SETTORE AMBIENTE - SERVIZIO VIA
Partita IVA e Codice Fiscale: 00496080243
Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA
Impatto acustico
- la compatibilità acustica mediante indagine di verifica del rispetto del criterio differenziale e del limite di emissione, da
ripetersi poi con frequenza triennale, e mirata ai ricettori presenti in prossimità dell’impianto:
a) le modalità di effettuazione delle misurazioni, sia con riguardo al campionamento spaziale (scelta dei punti di misu -
ra), sia con riguardo al campionamento temporale (scelta dei tempi di misura), saranno comunicate con congruo preav -
viso ad Arpav;
b) nel caso i valori non siano rispettati, dovranno essere messi in opera i correttivi necessari, mediante una specifica pro -
gettazione da presentarsi all’Amministrazione comunale ed ARPAV, a cui, nel frattempo, saranno stati comunicati i ri -
sultati delle analisi.
c) dovranno essere valutati i livelli di emissione, immissione e differenziale e confrontati con i relativi limiti. Le misure
per valutare i livelli di immissione e differenziale devono essere effettuate presso i ricettori più esposti al rumore; qualora
ciò non fosse possibile deve essere inpiduata una posizione di misura (nelle vicinanze del ricettore o in prossimità della
sorgente) che consenta di stimare il livello presso il ricettore. I parametri da misurare sono i livelli acustici per i quali è
stata evidenziata la potenziale criticità. Per l’elaborazione della documentazione di impatto acustico, ai sensi dell’artico -
lo 8 della Legge n.447 del 1995, dovranno essere utilizzate le Linee Guida approvate con Deliberazione del Direttore Ge-
nerale Arpav (DDG n.3 del 29.01.2008) e consultabili nel sito internet dell’Agenzia, all’indirizzo http://www.arpa.ve -
neto.it/temi-ambientali/agenti-fisici/fle-e- allegati/ linee_Guida-DOC-Impatto_Acustico.
Gestione Aree e rifiuti
- inpiduazione univoca delle aree di stoccaggio delle MPS a regime, da depositarsi su zona impermeabilizzata come
previsto dal progetto, con indicazione dei quantitativi massimi ammissibili, coerenti con il dimensionamento di tali
aree;
- le terre e rocce da scavo devono essere gestite e organizzate nelle zone dell'impianto in maniera persa e separata, al
fine di garantirne l’identificabilità in relazione all’ingresso in impianto come rifiuto (CER 170504) ovvero in attuazione
dei requisiti del DPR 120/2017;
- redazione di procedura gestionale per la verifica periodica sullo stato di integrità delle superfici e del telo PE;
- i CER 191202 e 191203, in attesa degli esiti analitici previsti, dovranno essere gestiti al riparo del dilavamento meteo -
rico.
3.In relazione al progetto di mitigazione dell’impatto paesaggistico, la ditta dovrà effettuare un costante monitoraggio
del progetto del verde e con frequenza almeno annuale vengano redatte delle relazioni allo scopo. Si dovrà prevedere di
sostituire tutte quelle piante che non hanno attecchito o che risultino malate.
4. L’azienda dovrà procedere ad inpiduare ed attuare un’idonea procedura di formazione del personale addetto al rice-
vimento-selezione-trattamento dei rifiuti, tenendo conto degli aspetti ambientali e di sicurezza/rischio segnalati (chimi -
co e rumore); di tale definizione dovrà essere dato riscontro in occasione della presentazione del certificato di collaudo fi-
nalizzato all’ottenimento dell’autorizzazione all’esercizio.
Vicenza, 07 marzo 2019
F.to Il Segretario F.to Il Presidente
Dott.ssa Silvia Chierchia Andrea Baldisseri
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